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     .... Se sei già un allevatore, oppure aspiri ad esserlo, così come un semplice ammiratore o solamente animato dalla curiosità di immergerti in una dimensione del tutto nuova e conoscere un po' più da vicino questi splendidi rappresentanti del mondo alato, sei nel posto giusto, fra amici che la pensano esattamente come te. Qui troverai oltre ad una esauriente descrizione storico/ecologica riguardante molte delle specie di interesse ornamentale, anche tante esperienze d'allevamento, oltre a foto e curiosità. Inoltre ti chiediamo di interagire con noi allo scopo di migliorare ed arricchire il sito, che deve diventare il nostro punto di riferimento....  

PASSIONE

 Tutto quello che ci serve. Nient'altro.

Prossimamente.....

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A new way of conceivin space...

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 Riflessioni.....                                                                                                                                                                                                        Una prima riflessione è necessario farla sul modo in cui viene gestita l'informazione riguardante i Galliformi in generale, e dei fasianidi in particolare, che per le loro caratteristicheuni dovrebbero essere molto più conosciuti, ed in conseguenza anche apprezzati. Spesso mi sono chiesto il perché studiosi e documentaristi si interessino poco o nulla a questi uccelli che appartengono ad una galassia di specie con pochi rivali in quanto a bellezza e suggestività degli habitat in cui si trovano. Amo tutti gli animali, però non mi sembra giusto che si insista nel proporre pubblicazioni o filmati riguardanti la vita di specie talmente conosciute, perlomeno mediaticamente, che non di rado inducono il lettore a non comprare libri, ed il telespettatore a “cambiare canale”, quando si "dispone" di un mondo come quello dei Galliformi ancora per certi versi sconosciuto, misterioso ed intrigante, permeato di un fascino ancora tutto da scoprire.  

Nel corso degli ultimi secoli un numero difficilmente precisabile di specie si sono estinte. Sicuramente oltre al ciclo evolutivo giunto al termine, una delle concause determinanti è stata ( ed è ) la sconsiderata pressione antropica. 

Così come capita piuttosto spesso che passando in rassegna i vari generi e/o specie ci si imbatta in considerazioni del tipo: "... Non è più possibile importare soggetti di cattura....". "...Questo neppure allo scopo di rinsanguare popolazioni che in cattività si trovano vicine alla catastrofe genetica..., ecc..." Molti allevatori avrebbero la necessaria passione ed esperienza per gestire specie problematiche o difficili nella speranza di dar loro un futuro, ed il poter contare sul contributo apportato da individui provenienti dai luoghi di origine non farebbe altro che infondere nuova linfa a linee di sangue ormai prive di vitalità, se non giunte allo stremo genetico. Certo, si tratterebbe di privare alcuni soggetti della libertà, ma il loro sacrificio assicurerebbe un domani a molti altri simili che per una sorta di compensazione nei confronti della natura potrebbero essere rilasciati nelle stesse terre dalle quali provenivano chi li ha preceduti. Tuttavia ciò che parrebbe semplice, potrebbe invece essere citato come un classico esempio in cui leggi, burocrazia, corruzione, avidità e ottusità umana, si scontrano violentemente contro il buon senso, incaponendosi in una utopica salvaguardia di specie ritenute a rischio di estinzione, presupponendo, con una buona dose d'incoscienza che per questo basti, anzi, che la loro esistenza possa essere garantita esclusivamente, o quasi, attraverso ( spesso costosi ) programmi di tutela approntati nei luoghi d'origine con l'istituzione di centri d'allevamento i quali, il più delle volte, servono solo ad “ingrassare” qualche organizzazione locale, e forse non solo queste, oppure realizzati in habitat naturali che, soprattutto a certe latitudini, risultano pressoché incontrollati, se non addirittura incontrollabili, dove le leggi, ammesso che vi siano, sono spesso solo carta scritta. Ciononostante, una pratica non deve necessariamente escluderne un'altra. Piaccia o meno, è giunto il tempo in cui i rappresentanti delle più importanti organizzazioni ambientaliste, nonché i maggiori detrattori dell'avicoltura ne capissero il senso, iniziando a considerare la questione in modo realistico, non solo guidati da emozioni spesso ingiustificate o integralismi fuori luogo: di sogni ne sono pieni i cassetti ! Ma soprattutto non è giusto arrogarsi il diritto, per mantenere fede alle proprie ideologie, di decidere il destino di creature che non hanno la possibilità di gestire il loro futuro. Il mondo sta velocemente mutando, anzi, purtroppo è già cambiato, e per certi aspetti anche in maniera irreversibile, pertanto la necessità di adattare il pensiero alla realtà è divenuto ormai imperante, ed alla fin fine meglio degli esemplari in voliera, ma con la speranza di poter sopravvivere a se stessi attraverso la progenie, di qualche soggetto impagliato in loro ricordo e della stupidità umana. L'allevamento in cattività quando attuato nelle migliori condizioni, con cognizione di causa e passione, non è, e non deve essere inteso come una barbarie, una perversa tortura operata da menti sadiche e contorte, ma visto come una forma di garanzia genetica che può contribuire, come spesso ha già fatto, nonostante questo venga velocemente dimenticato, o deliberatamente taciuto, a salvaguardare specie che altrimenti allo stato selvatico sarebbero ormai solo un ricordo.....  

Giuliano Forni

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