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Lophura ignita

Lophura ignita nobilis.... da  -  by feather0510 www.ru.depositphoto.com 

lophura-ignita ( Borneo )  by feather051

LUOGO DI ORIGINE

STATO DI CONSERVAZIONE IN NATURA

ESTINTO|     |   |   |   |   |   |   |   |   |   |   |   |   |   |   |   |   |   |   |   |   |   |    NON A RISCHIO

                                                                                                                                                                                                                                                                                                                          GENERE LOPHURA  ( FLEMING, 1822 )                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                  LOPHURA IGNITA  ( SHAW,   1797 )

FAGIANO NOBILE

 

ORDINE....................GALLIFORMES.

FAMIGLIA.................PHASIANIDAE.

GENERE...................LOPHURA.

SPECIE.....................IGNITA.

 

Inizialmente venne classificato da Shaw come PHASIANUS IGNITUS a causa della vistosa

macchia color rame-ruggine brillante che si trova sul groppone. 

Il  termine   inglese "FIREBACK" ( letteralmente = < fuoco posteriore > )  venne  coniato  da                                                                                                                                        Delacour ed inserito nella sua edizione del 1997.

 

ITALIANO = Fagiano nobile o crestato del Borneo |  INGLESE =  Crested  fireback  | FRANCESE =  Faisan  noble | SPAGNOLO = Faisan noble | TEDESCO = Haubenfasan.

 

SPECIE: Nominale < LOPHURA  IGNITA > ( NO-CITES- ma prossimi alla minaccia, come per le altre sottospecie )

 

SOTTOSPECIE: 2 sottospecie attualmente riconosciute: ( Vedere alla pagina Lophura ignita sottospecie )

Lophura igita ignita.................................................fagiano nobile minore.......[ nominale ] …........................SHAW....................1797                                                                         

Lophura ignita nobilis.............................................fagiano nobile maggiore...................................................SCLATER..............1863

** Lophura i. macartneyi nel 2023 è stato incluso dal CIO ( Comitato Internazionale Ornitologico ) in Lophura rufa ( vedere alla relativa pagina ).

                                                                                                                     IGNITA

 

LUOGHI DI ORIGINE:  Pressoché tutto il Borneo e isola Bangka al largo di Sumatra.

 

HABITAT NATURALE e COMPORTAMENTO: Nonostante siano distribuiti in aree non propriamente vicine e spesso diverse, frequentano habitat che potremmo definire molto simili, se non del tutto uguali, pur se con qualche piccola variante dovuta a diverse caratteristiche sia comportamentali che caratteriali. Vivono solitamente a quote piuttosto basse o collinari all'interno di foreste primarie decidue e sempreverdi con ricco ed intricato sottobosco, ma non disdegnano neppure boschetti di bambù, macchie cespugliose con abbondante copertura vegetale anche spinosa che si trovano soprattutto nelle vicinanze di ruscelli o corsi d'acqua importanti. Sempre attenti e guardinghi, non amano particolarmente le zone troppo aperte dove possono diventare facili prede dei numerosi nemici naturali, uomo compreso, preferendo mantenersi nel folto della vegetazione. Il loro regime alimentare misto li obbliga a vagabondare quasi tutto il giorno razzolando di continuo il sub-strato composto per lo più di rami, foglie ed erbe alla ricerca di frutta caduta e molto matura, germogli, semi, radici carnose, tuberi, insetti e piccoli vertebrati di ogni tipo e quant'altro possa arrivare alla portata dei loro becchi. Sono animali sociali generalmente riuniti in gruppetti che non superano i 6-8 individui, probabilmente nuclei famigliari, che tuttavia  possono arrivare anche a 15-20 in aree particolarmente ricche di cibo. Avvertendo un forte disagio cercano di allontanarsi velocemente di pedina rimanendo tutti uniti piuttosto che disperdersi, alzandosi in un breve volo rumoroso e disordinato durata, solamente quando il pericolo diventa imminente. Le modalità riproduttive allo stato  naturale sono ad oggi praticamente sconosciute, e mentre in cattività sono monogami o almeno presunti tali,  alcuni dati ottenuti da osservazioni fatte nei luoghi di origine lasciano spazio a dubbi che fanno presumere altre pratiche riproduttive. In presenza di un maschio particolarmente forte e focoso si può instaurare un regime di poligamia che comporta la conquista di un vero e proprio harem, o di poligamia sequenziale in cui il maschio si accoppia con tutte le femmine disponibili che incontra, non costituendo nessun nucleo famigliare. Tra febbraio e luglio, dipendentemente dalla sottospecie e regione abitata, si formano le coppie e/o piccole famigliole che solitamente si installano in territori di circa un ettaro precedentemente stabilito o conquistato dal maschio dominante. Questa specie non è dotata di richiami potenti ed il frullo delle ali sembra essere la dimostrazione più importante che il maschio ha nel suo repertorio per dichiarare la sovranità sul territorio. Il nido nascosto in un luogo riparato oltre che sicuro, consiste in una depressione del terreno solitamente scavata dalla stessa femmina e rifinita con materiali morbidi trovati nelle immediate vicinanze. Di norma vengono deposte 5-8 uova incubate dalla sola femmina, con il maschio che sembra dimostrare un totale disinteresse per le questioni famigliari, o al massimo se ne sta nelle vicinanze del nido a fare la guardia più o meno consapevolmente. Quando si schiudono le uova i piccoli trovano da subito una vera abbondanza di frutti e vegetali, oltre ad una grande quantità di insetti che costituiscono gran parte della loro dieta durante prime settimane di vita.

 

STATO DI CONSERVAZIONE IN NATURA: A causa della continua perdita di habitat e caccia eccessiva in alcune aree, queste forme sono valutate come vulnerabili nella Lista rossa IUCN delle specie minacciate. Tuttavia, perlomeno a giudicare dalle immagini, sembrerebbe ancora relativamente comune in molte aree del Borneo. ( vedere alla pagina: Lophura ignita sottospecie )

 

CARATTERISTICHE PRINCPALI e DIMORFISMO SESSUALE: L'età dei maschi può essere determinata con relativa facilità, dall'osservazione delle scaglie che ricoprono le zampe, che con l'avanzare dell'età si espandono deformandosi ed accumulandosi sino a formare nei vecchi soggetti una sorta di cresta dura.


LOPHURA IGNITA IGNITA: Distribuito, o dovrebbe trovarsi, solo nel Kalimantan ( Borneo ) e l'isola di Bangka, al largo di Sumatra meridionale. Tuttavia, come esaustivamente argomentato alla pagina "Lophura ignita sottospecie", la distribuzione di entrambe le forme, ammesso che sottospecificatamente siano separate, appare diversa da quanto menzionato nella letteratura.         

MASCHIO: bargigli blu cobalto molto simili nella forma a quelli del L. NYCTHEMERA, cioè con lobi di grandi dimensioni che formano un semicerchio sopra l'occhio ed i lobi inferiori che si sviluppano in avanti. Testa con cresta a forma di pennello, collo, petto, mantellina, dorso, copritrici e sopra-cosce di colore blu violaceo scuro; copritrici alari blu scuro con frange iridescenti blu mare, primarie e secondarie nere-bluastre; piume della parte bassa del dorso con basi blu-nere nascoste da frange marrone-nerastro-ramato brillante che formano una grande macchia, comunque più ridotta rispetto al conspecifico nobilis; groppa e copritrici della coda con grandi frange blu-metallico, coda corta larga e piatta in cui le tre coppie di penne centrali sono di colore cannella-castano e leggermente arcuate mentre le rimanenti cinque coppie sono generalmente nere. Tuttavia esiste una notevole individualità nella distribuzione dei colori, la terza coppia a volte si presenta nera sulla rete interna, la quarta può essere con variegature castano-fulvo sulla rete esterna così come occasionalmente anche la quinta può evidenziare variegature castano-fulvo sulla rete esterna; parte inferiore del petto e fianchi in castano-ramato brillante, addome nero. Iride rosso e zampe che nella colorazione tipica vanno dal grigio-chiaro ( o ardesia ), al biancastro, ma che, a complicare il riconoscimento possono essere anche grigiastre con sfumature giallognole o rossastre, con tarsi dotati di forti e acuminati speroni.

FEMMINA: lati della testa e capo ornato di cresta a forma di pennello che si presentano in castano-fulvo, ali e copritrici della coda finemente variegati di nero, penne della coda nere con bordi finemente variegati di marrone scuro, mento e gola bianchi; piume del petto, fianchi e sopra-cosce con variegature molto più fini castano-marrone-nerastro con bordi bianchi che producono un effetto sagomato, addome bianco. Bargigli uguali come forma e colore a quelli del maschio pur essendo notevolmente più piccoli; zampe e becco uguali a quelli del maschio con quest'ultimo che però alla base si presenta marrone così come le zampe che a volte risultano con sfumature marrone-rossastro.  

PULCINO: sommità della testa fulva, parte superiore del corpo bruno-nerastra, ali con strette barre castano-fulvo; bande laterodorsali biancastre, parte inferiore della testa fulvo con bianco-nero che parte dall'occhio e arriva alle copritrici auricolari; parti inferiori del corpo bianche, petto e fianchi fulvo molto chiaro.

IMMATURI: marrone scuro ed in linea di massima assomigliano alle femmine adulte, tuttavia i maschi presentano grandi macchie nere sulle copritrici alari che sono nettamente più scure. A quattro mesi completano il finissaggio del piumaggio da adulti, con le femmine che però presentano tonalità meno brillanti, tuttavia la piena maturità viene raggiunta solo al secondo anno di vita ed in alcuni casi si arriva anche al terzo.

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LOPHURA IGNITA NOBILIS: Vive, o dovrebbe trovarsi solo nel Sarawak, Sabah ( Malesia ) e stato del Brunei nel Borneo. Tuttavia, come esaustivamente argomentato alla pagina "Lophura ignita sottospecie", la distribuzione di entrambe le forme, ammesso che sottospecificatamente siano separate, appare diversa da quanto menzionato nella letteratura. 

Entrambi i sessi sono pressoché identici ai conspecifici LOPHURA IGNITA IGNITA, e se ne distinguono in quanto più grandi, per la maggior presenza di marrone ramato sulla parte bassa della schiena, nonché la colorazione di piedi e tarsi che nella forma tipica si presentano color carniccio, ma comunque soggetti a variabilità e che a seconda dei casi si possono presentare nella colorazione classica, cioè carniccio o giallognolo rossiccio, cosi come ardesia.

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VALORI FISICI: ( i valori fisici delle altre sottospecie sono mediamente superiori a quelli della forma nominale riportati qui sotto, e pressoché identici fra loro )

MASCHIO: Lunghezza totale 55-65 cm...lunghezza della coda 15-25 cm....peso 1, 5-2, 0 kg.

FEMMINA: Lunghezza totale 50-55 cm...lunghezza della coda 15-20 cm....peso 1, 3-1, 5 kg.

 

STATO DI CONSERVAZIONE IN CATTIVITA': L. I. IGNITA, L. I. NOBILIS e L. RUFA pur non essendo particolarmente comuni, forse anche a causa dell'elevato prezzo al quale vengono solitamente venduti, sono comunque ben rappresentati negli allevamenti di tutto il mondo. Purtroppo si debbono segnalare una serie di incroci,  presumibilmente involontari, soprattutto tra L. I. IGNITA., L. I. NOBILIS e talvolta con L. RUFA  ( mentre L. I. MACARTNEYI è da ritenere la sottospecie in cattività più rara ). Soprattutto in Europa c'è ormai un bisogno quasi disperato di “sangue nuovo” dato che la maggior parte degli uccelli sono strettamente imparentati fra loro, con conseguenti difficoltà riproduttive che possono ostacolare la perpetuazione della specie in cattività. Uno dei problemi che spesso si riscontra soprattutto fra i giovani è dato dalla perosi, le cui cause scatenanti non sono ancora conosciute anche se si presume che possa essere dovuta a carenze alimentari o consanguineità, con coppie apparentemente in buona salute che però non riescono a riprodursi, e quando accade i piccoli sono spesso affetti da perosi.  

 

CARATTERE ed ADATTAMENTO ALLA CATTIVITA': In voliera si dimostrano schivi e riservati rimanendo il più possibile celati entro qualche cespuglio uscendo raramente allo scoperto, in contraddizione alla accentuata territorialità espressa dai maschi, potendo divenire un potenziale pericolo per le compagne, e per chi ne deve affrontare la notevole aggressività. Come tutti i rappresentanti del genere LOPHURA, o comunque per la maggior parte di essi, anche i L. IGNITA IGNITA e conspecifico, presentano solitamente un carattere estremamente forte e battagliero che spesso li porta a non temere la presenza umana, allevatore compreso che deve guardarsi sia dalle impietose beccate, quanto dai poderosi unghioni.

Nonostante si possano considerare come ben adattati alla cattività non bisogna mai dimenticare la loro origine tropicale, e che quindi non tollerano, o sopportano male sia le basse temperature quanto l'umidità eccessiva del un fondo poco drenante.  Pur essendo molto resistenti e poco inclini alle malattie non sono specie da raccomandare ai principianti, dato che richiedono una buona pratica d'allevamento. Fra le tre sottospecie più comunemente mantenute in cattività, L. RUFA sembra essere la più aggressiva.

                                                                                                         

ETA' RIPRODUTTIVA: Entrambi i sessi raggiungono la maturità sessuale al secondo anno di vita, nonostante si debbano segnalare casi, riguardanti soprattutto le femmine, in cui la piena maturità viene raggiunta solo nel corso del terzo.

 

TIPO DI ACCOPPIAMENTO: Come dianzi citato, allo stato naturale non è ancora ben certa la pratica riproduttiva adottata dalla specie. In cattività tutto dipende dal numero di soggetti disponibili, dal loro carattere e dallo spazio a disposizione. Ciò nonostante vengono solitamente mantenuti in regime monogamo, ed alcuni consigliano, in riferimento all'aggressività del maschio, di tenere i sessi divisi fuori dal periodo riproduttivo, ma in voliere adiacenti in modo che possano vedersi. La separazione si rende oltremodo necessaria quando le voliere in cui risiedono le coppie non siano sufficientemente ampie, ben piantumate e arredate, data la refrattarietà delle femmine ad utilizzare i nascondigli artificiali. Di norma il maschio viene unito alla femmina dopo che ha deposto il primo uovo, e dunque è più disponibile verso le attenzioni del compagno che dovrebbe passare nella voliera della partner attraverso sportelli e porte in modo da evitare il più possibile tutte quelle manualità che la cattura inevitabilmente comporta, e potenzialmente pericolose per soggetti dall'indole nervosa e schiva. Tuttavia non è da escludersi a priori la poligamia, soprattutto quando si è in possesso di due o tre femmine ben affiatate e reciprocamente tolleranti, quindi senza evidenti stati di dominanza che renderebbe impossibile la convivenza. In alternativa sussiste anche la possibilità data dalla poligamia sequenziale che consiste nel tenere uno o più maschi, particolarmente vigorosi, e alcune femmine in voliere separate ma vicine, con il maschio che viene fatto passare nelle voliere in cui alloggiano le femmine a giorni prestabiliti, e giusto il tempo perché avvenga la copula, o comunque finché ritenuto utile.

( Approfondimenti in: PARTE GENERALE - Come gestire l'aggressività dei maschi - Tipi di accoppiamento - Progetti e attrezzature - Spazio-R. )

 

PERIODO RIPRODUTTIVO: Dipendentemente dalla latitudine in cui viene a trovarsi l'allevamento e relative condizioni climatiche, si articola in uno spazio temporale che solitamente parte dalla seconda metà di aprile protraendosi sino a giugno/luglio nel caso le uva vengano levate. Durante la fase del corteggiamento il maschio  “danza” intorno alla femmina tenendo la coda rivolta verso l'alto, emettendo ne contempo una serie di richiami ed allargando le ali mantenute comunque ben girate verso la partner. Dopo una tale dimostrazione può, come anche non esserci, l'accoppiamento.

 

TIPO DI NIDO: Trovandosi in un ambiente ricco di vegetali si può stare quasi certi che la femmina sceglierà un punto a ridosso di un folto cespuglio per costruirsi il nido e deporvi le uova esattamente come farebbe allo stato selvatico, anche se solitamente in cattività non arrivano a covarle. In mancanza di vegetali verrà scelto l'angolo reputato più tranquillo e sicuro tra quelli opportunamente preparati dall'allevatore con materiali preferibilmente naturali, considerata la “schizzinosità” che dimostrano le femmine, come grossi pezzi di corteccia, piccoli tronchi e/o paletti, fascine di legna, saggina, erica, stocchi di mais, cannette, fronde ecc. Particolarmente indicate allo scopo risultano le fronde di conifere, oppure un mix tra queste e altro/i tipi di materiali naturali, che oltre a rendere visivamente migliore l'angolo nido, ed ingentilire un poco l'ambiente, si deteriorano meno rapidamente rispetto a quelle di altre piante. Nascondigli naturali di questo tipo sono necessari anche fuori dal periodo riproduttivo, nel caso la voliera non fosse sufficientemente ampia, ben arredata e ricca di vegetali, perché danno modo alla femmina di nascondersi alla vista del maschio. E' pressoché inutile utilizzare altri materiali o strutture come cassette nido o contenitori vari, tuttavia da non escludersi a priori, dato che quasi certamente verrebbero ignorati dalle femmine.    ( Approfondimenti in: PARTE GENERALE - Tipi di nido )

 

UOVA DEPOSTE STAGIONALMENTE: Nel caso, per quanto improbabile, di cova naturale, vengono solitamente deposte 4–8 uova, che possono diventare 12-14 ed eccezionalmente 20-22 quando regolarmente raccolte,  con un intervallo fra un uovo e l'altro anche di 2-3 giorni. 

                                                                                                                                                                                                                                              

PERIODO DI INCUBAZIONE e SCHIUSA: Di norma l'incubazione si protrae per 24-25 giorni, e nel caso per quanto improbabile di cova naturale, dovrebbe essere assecondata se non altro per selezionare i soggetti da destinare alla riproduzione, dato che i piccoli crescono più velocemente e meglio, non evidenziando tutte le problematiche psico-fisiche che invece  spesso si riscontrano negli esemplari nati con incubazione artificiale, apprendendo nel contempo i comportamenti sociali tipici della specie. Durante questo periodo, il maschio viene  solitamente allontanato, o perlomeno isolato in un grosso gabbione o serraglio che in caso di necessità, e sempre che le misure della voliera lo consentano, può essere realizzato all'interno della stessa, utilizzando dei telai in rete metallica, ammesso che non si dimostri tollerante nei confronti della compagna intenta a covare, e successivamente non aggressivo con i piccoli, cosa tuttavia molto improbabile. Proprio per le problematiche caratteriali che solitamente accompagnano le femmine di NOBILE, si utilizzano sia l'incubazione artificiale <  temperatura pari a 37, 7-37, 8 gradi, con circa il 58-60% di umidità > , che gallinelle e/o fagiane di altre specie, con le quali si possono ottenere eccellenti risultati. Tuttavia se non quella naturale, è consigliabile almeno la cova semi-naturale dato che i pullus alla nascita risultano abbastanza delicati, timidi e soprattutto durante i primi giorni di vita necessitano di un attenzione particolare, nonché della massima igiene, e nel caso di incubazione artificiale, anche stimolati ad alimentarsi offrendo loro qualche tarma della farina ridotta a pezzettini, “infarinati” nel mangime, e con una pinzettina posti davanti ai loro becchi, oppure associarli ai pulcini di specie come GALLUS, CROSSOPTYLON, DORATI, LADY ecc, particolarmente curiosi e vivaci che con il loro continuo movimento li invoglino a becchettare il cibo. Soprattutto durante le prime settimane di vita, bisogna evitare che siano esposti a correnti di aria fredda e umidità, alle quali risultano particolarmente sensibili. Pur essendo meglio dividerli prima, o separa-re i sessi appena si rendono riconoscibili, in caso di necessità i giovani possono rimanere con la madre sino alla   primavera successiva a quella della loro nascita, dopo di che devono essere trasferiti.   ( Approfondimenti in: PARTE GENERALE - Incubazione e schiusa )

 

ALIMENTAZIONE PER PULCINI e FAGIANOTTI: Ad esclusione dei soggetti nati con incubazione artificiale che per motivi vari  non si siano potuti associare a piccoli di altre specie notoriamente più intraprendenti,  e che quindi durante i primi giorni di vita devono essere stimolati ad alimentarsi, non presenta particolari difficoltà potendo essere attuata attraverso normali composti commerciali ( mangimi bilanciati ) da somministrare a seconda dei tipi, ed in relazione ai periodi di vita. Con aggiunta di proteine, cereali, erbe, verdure e frutta, oltre ad integratori alimentari e vitamine quando, e se ritenuti necessari. A circa  3-4 mesi di vita è altresì possibile, pur se non consigliato, iniziare a cambiare il tipo di dieta in uso portandola inizialmente ad essere o mista, cioè composta da mangime e granaglie spaccate o mix per piccioni, e successivamente costituito esclusivamente da cereali spaccati e/o interi o dal mix per piccioni. Per la specie è indicato l'uso di mangime pre-starter da somministrare per circa una settimana dopo la nascita.   ( Approfondimenti in: PARTE GENERALE - Alimenti e alimentazione )

 

ALIMENTAZIONE PER ADULTI e RIPRODUTTORI: A circa 5-6 mesi di vita si inizia a fornire quello che sarà l'alimento base per la maggior parte dell'anno, che soprattutto per praticità è solitamente costituito da un buon mangime granulare o pellettato da mantenimento o riposo per fagiani. Tuttavia nel caso d specie come quella trattata che abbisognano di un cospicuo apporto proteico ( di poco inferiore ai  L. DIARDI ) si può sia mantenere in uso il mangime granulare terzo periodo per fagiani, integrato da qualche tarma della farina ecc, una manciata di granaglie spezzate e/o intere, del solo grano, oppure un buon mix per piccioni, senza dimenticare i vegetali e la frutta, quanto da un mangime granulare o pellettato da mantenimento o riposo per fagiani, che avendo di norma un contenuto proteico piuttosto modesto deve essere compensato, oltre che da tutto ciò già sopra citato, con un adeguata aggiunta di prodotti di origine animale. Sempre tenendo conto di queste necessità, è altresì possibile sostituire il composto commerciale in uso, comunque non consigliato, adottando una dieta mista,  oppure costituita esclusivamente da cereali o mix per piccioni. Sia con l'approssimarsi, che durante il periodo riproduttivo è preferibile sostituire il mangime da mantenimento con un tipo specifico per ovaiole di fagiano. In tutti gli stadi della vita, periodi dell'anno e/o tipi di alimentazione, una buona integrazione a base di erbe, verdure e soprattutto frutta a pezzetti, è necessaria al loro benessere psico-fisico.   ( Approfondimenti in: PARTE GENERALE - Alimenti e alimentazione - Progetti e attrezzature )

 

PULCINAIA e GABBIONI PER SVEZZAMENTO: Approfondimenti in: PARTE GENERALE - Pulcinaia e parchetti per svezzamento.

 

VOLIERE PER ADULTI: Essendo per natura timidi e selvaggi necessitano di una struttura di grandi dimensioni, o comunque abbastanza ampia da permettere loro la massima libertà di movimenti, e per questo motivo la coppia dovrebbe essere alloggiata in una voliera di almeno 18-20 mq, ed alta non meno di 2, 50-3, 00 metri, tuttavia tenendo ben presente che più spazio assegneremo ai nostri L. IGNITA, migliore sarà la loro esistenza, ed il comportamento molto più naturale ed equilibrato, favorendo anche la riproduzione. La voliera, dato il carattere aggressivo dei maschi, ed al fatto che le femmine non sono particolarmente attratte da strutture artificiali, dovrebbe essere ben arredata con grosse rocce, ceppi di varie altezze, tronchi contorti e marcescenti, rami ben modellati e ricca di vegetali, o più realisticamente approntando al suo interno una serie di nascondigli con i materiali già descritti in tipo di  nido. Provenendo da zone tropicali non tollerano, o comunque tollerano male, soprattutto durante il loro primo inverno, le basse temperature, e per questo necessitano di un rifugio preferibilmente coibentato, che possa comodamente ospitarli e nel contempo difendere dalla luce troppo intensa, nonché proteggere da pioggia e vento, così come dal gelo durante le interminabili giornate invernali o i lunghi periodi particolarmente umidi e uggiosi, che nelle regioni più fredde dovrà prevedere anche la possibilità di essere minimamente riscaldato, garantendo una temperatura interna di almeno 5-6 gradi, con al suo interno almeno un posatoio.

( Approfondimenti in: PARTE GENERALE - Voliere per adulti - Gestione della voliera - Tipi di rifugio )

Lophura ignita nobilis femmina....da - Geoff Jones www.barraimaging.com.au  

nobilis Geoff Jones barraimaging.com au
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