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Meleagris gallopavo

Meleagris gallopavo.merriami.... Autore - Donald M. Jones

LUOGO DI ORIGINE

STATO DI CONSERVAZIONE IN NATURA

ESTINTO|     |    |   |   |   |   |   |   |   |   |   |   |   |   |   |   |   |   |   |   |   |   |    NON A RISCHIO

                                                                                                                                                                                                                                                                                                                    GENERE  MELEAGRIS   ( LINNAEUS,   1758 )

 

MELEAGRIS  GALLOPAVO   ( LINNAEUS,  1758 )

TACCHINO  SELVATICO

 

ORDINE.................GALLIFORMES.

FAMIGLIA..............PHASIANIDAE.

GENERE................MELEAGRIS.

SPECIE..................GALLOPAVO.

Già  addomesticato  sia  dagli  Aztechi,  che dagli indigeni locali, ricoprì  un ruolo talmente                                                                                                                                  importante nell'evolversi della  storia americana, che Benjamin Franklin  propose di farne il                                                                                                                                            simbolo degli Stati Uniti. Onore che invece toccò alla aquila calva.

 

ITALIANO = Tacchino selvatico | INGLESE = Wild turkey | FRANCESE = Dindon sauvage |                                                                                                                                        SPANOLO =  Pavo o guajalote salvaje | TEDESCO = Wilde truthahn

 

SPECIE: Nominale  <  MELEAGRIS  GALLOPAVO  >  ( NO-CITES come per le altre sottospecie )

 

SOTTOSPECIE: 6 sottospecie sino ad oggi classificate:

Meleagris gallopavo gallopavo............................................tacchino selvatico........................................ [ nominale ] …........LINNAEUS............1758

Meleagris gallopavo silvesrtris............................................tacchino selvatico orientale ........................................................VEILLOT................1817

Meleagris gallopavo mexicana............................................tacchino selvatico dorato del Messico.........................................GOULD.................1856

Meleagris gallopavo intermedia..........................................tacchino selvatico del Rio Grande...............................................SENNETT..............1879 

Meleagris gallopavo osceloa...............................................tacchino selvatico della Florida...................................................SCOTT...................1890

Meleagris gallopavo merriami.............................................tacchino selvatico di Merriam......................................................NELSON................1900

 

LUOGHI DI ORIGINE: Stati Uniti d'America e Messico e Canada  ( Vedere alla pagina Meleagris gallopavo sottospecie )

 

HABITAT NATURALE e COMPORTAMENTO: Nei territori originali frequentano habitat molto diversi che si estendono dalle aree paludose della Florida alle foreste montane dell'ovest degli USA sino al Messico. In inverno, così come per la maggior parte dell'anno, vivono riuniti in gruppi relativamente grandi con i maschi separati dalle femmine, mentre i giovani rimangono assieme alle madri ( con alcuni casi in cui i maschi immaturi si uniscono agli adulti ) sino alla primavera successiva a quella della loro nascita. Nei gruppi dei maschi, pur potendo verificarsi anche in quelli delle femmine, vige una ferrea gerarchia, con gli esemplari più vecchi e/o forti che dominano quelli più giovani e/o deboli. Vagano razzolando per quasi tutta la giornata in cerca di cibo perlopiù composto da ghiande, semi di pinte selvatiche di vari tipi, erbe, germogli, foglie tenere, fiori, gemme, bacche e frutti, ma anche mais, grano, orzo, avena, soia ecc, oltre ad una buona integrazione proteica derivante da insetti di ogni genere e piccoli vertebrati, per poi trascorrere la notte appollaiati sui rami di grossi alberi come pini e querce. Al sopraggiungere della bella stagione i gruppi si separano e si iniziano a sentire i richiami gutturali dei maschi che preannunciano il periodo riproduttivo, con gli esemplari dominanti che si esibiscono nelle ben note parate e battagliando fra loro se fosse necessario, cercano di conquistare più femmine possibili, che dopo il non breve accoppiamento se paragonato agli altri galliformi, si allontanano in cerca di zone adatte alla nidificazione, per poi ritornare dal maschio tutte le volte che ne sentiranno la necessità. Questo avviene soprattutto di prima mattina, quando si possono osservare i maschi dominanti circondati dalle femmine, mentre a metà giornata sono solite lasciare i compagni per ritirarsi nel nido, che pur potendosi trovare praticamente in ogni tipo di habitat, sono preferibilmente approntati ai limiti di aree boscose, campi incolti o bordi cespugliosi delle strade. La deposizione consiste mediamente in 8-15 uova incubate dalla sola tacchina per 26-28 giorni. Ed è specialmente durante i primi giorni della cova che le femmine possono dimostrarsi particolarmente suscettibili e permalose,  tanto da abbandonare il nido appena vengono disturbate, ma trascorso questo breve periodo carico di incertezze si tranquillizzano assolvendo il loro compito in maniera esemplare, e non appena l'ultimo nato è ben asciutto la madre porta la covata lontano dal nido. Soprattutto durante le prime 2-3 settimane di vita i piccoli sono particolarmente sensibili a pioggia, freddo e vento e/o condizioni climatiche avverse, inoltre la madre li deve proteggere e purtroppo non sempre è in grado di farlo, rimettendoci non di rado anche la vita, da orsi, linci, lupi, coyote, volpi, procioni, mustelidi in genere e rapaci, oltre a cani e gatti quando vengono a trovarsi nei pressi di insediamenti umani. I tacchinotti pur crescendo in fretta, tanto che dopo 15-20 giorni dalla schiusa sono già in grado di compiere brevi voletti, necessitano di un habitat ricco di cespugli che in qualche modo li difendano dagli attacchi dei predatori alati, ma che nel contempo non li limitino nei movimenti per la ricerca del cibo, o nel caso in cui debbano fuggire di pedina. Nel corso delle prime settimane di vita la loro alimentazione è perlopiù composta da insetti di vario genere ( circa 80% ) ma col passare dei giorni sia i vegetali, quanto i cereali, diverranno sempre più importanti nella loro dieta.

 

STATO DI CONSEVAZIONE IN NATURA: Nel complesso è considerato come non preoccupante e abbastanza comune con la sottospecie M. SILVESTRIS che oltre ad essere quella con la più vasta distribuzione, risulta anche la più numerosa. Tuttavia è spesso difficile stabilire con sicurezza se si tratta di specie selvatiche geneticamente pure, o di esemplari rilasciati in natura, se non addirittura degli ibridi derivati dalle diverse sottospecie, come ad esempio nel caso del M.G. GALLOPAVO che è stato, e viene purtroppo tuttora largamente incrociato con i congenere M. MEXICANA e M. INTERMEDIA, nonché vedere in natura esemplari più o meno di tutte le sottospecie che possono presentare sia alcune penne, quanto intere parti del corpo con colorazioni definibili perlomeno "strane”.

BREVE STORIA DEI TACCHINI SELVATICI da: https://www.almanac.com

  • All'inizio del 1800, Alexander Wilson fornì così tante informazioni sulla storia naturale del tacchino nella sua enciclopedica ornitologia americana, che John James Audubon non fu in grado di migliorarne il contenuto nel suo successivo libro,  Birds of America .

  • Benjamin Franklin — commentando il disegno del sigillo nazionale — denigra l'aquila calva, scrivendo che è “un uccello di cattivo carattere morale”. Quando viene sollevata l'idea che potesse essere il tacchino, egli espresse la sua approvazione affermando che, "la Turchia è in confronto un uccello molto più rispettabile, ed un vero nativo dell'America ... un uccello coraggioso, che non esiterebbe ad attaccare un granatiere delle guardie britanniche che invaderebbe il suo territorio indossando una giubba rossa.

 

I TACCHINI SELVATICI NELLE AMERICHE:

  • La prima relativa a questa specie, risale ad Oviedo nel 1525 nella sua  storia generale e naturale delle Indie .

  • I primi ad allevarli furono i nativi americani di Messico e America centrale, addomesticando una sottospecie di tacchino selvatico nordamericano, probabilmente, già nel 25 dopo Cristo.

  • Gli esploratori spagnoli portarono in Europa alcuni esemplari già addomesticati verso il 1519. Si diffusero rapidamente tra gli agricoltori, divenendo ben presto uno dei “piatti” favorito dei ricchi e della nobiltà.

  • Nel 1500 il tacchino veniva cucinato durante le festività inglesi, e come tradizione natalizia.

 

IL RITORNO NELLE AMERICHE:

  • I tacchini furono riportati nelle Americhe al seguito dei coloni inglesi, in Virginia e Massachusetts, all'inizio del 1600, che si meravigliarono nel constatare che i nativi americani conoscevano già la specie in quanto facente parte, da sempre, del patrimonio naturale americano.

  • Un tempo, ad Henderson, nel Kentucky, Audubon possedeva un tacchino “da compagnia”, catturato all'età di circa 2 giorni. Ben presto divenne il prediletto del villaggio, seguendo chiunque lo chiamasse. Tuttavia all’età di due anni volò via e, non fece più ritorno. Qualche tempo dopo, durante una lunga passeggiata, Audubon ordinò al suo cane di inseguire un grosso tacchino, tuttavia quest’ultimo non prestò la minima attenzione al cane, e quindi Audubon si rese conto che si trattava del suo tacchino.

 

DALLA ( quasi ) ESTINZIONE AL RITORNO:

  • I tacchini erano numerosi in Massachusetts nelle foreste di querce e castagni. Dal 1711 al 1717, un esemplare veniva venduto per 1 scellino e 4 pence, ma nel 1820 erano notevolmente diminuiti ed il prezzo aumentato di 10 volte. L'ultimo tacchino fu ucciso nel Massachusetts nel 1821.

  • A causa della caccia e perdita di abitat, nel corso della maggior parte del 20 ° secolo, erano prossimi all’estinzione. Tuttavia, grazie ad un ambizioso programma di allevamento e rilasci in natura, ora si trova in gran numero in tutti gli Stati Uniti, tranne l'Alaska.

 

NETI SELVAGGI: 

Il tacchino selvaggio è fondamentalmente diverso dall’omonimo allevato, soprattutto dalle razze industriali. 

  • Un tacchino selvatico può correre fino a raggiungere le 25 miglia orarie, mentre l’omonimo domestico, selezionato per avere zampe più corte. è molto più lento.

  • Il tacchino selvatico può fare voli di oltre un miglio ad una velocità che può raggiungere la velocità di55 miglia all'ora, mentre l’omonimo domestico, selezionato per avere un petto ampio e carnoso, ha perso la capacità, perlomeno nelle razze pesanti, di alzarsi in volo. 

  • I tacchini hanno sensi ed una vista molto acuta, quindi diffidenti e difficili da avvicinare, mentre i loroomonimi domestici non temono gli umani.

 

CARATTERISTICHE PRINCIPALI e DIMORFISMO SESSUALE: Nella maggior parte dei casi le differenze di un certo rilievo fra le diverse sottospecie sono perlopiù circoscritte dalla colorazione di parte bassa della schiena, groppa, coda e ali ( Vedere alla pagina Meleagris gallopavo sottosepcie )               

 

VALORI FISICI:  Vedere alla pagina Meleagris gallopavo sottospecie.

 

STATO DI CONSERVAZIONE IN CATIVITA': Agli inizi del 900 le popolazioni di tacchini selvatici erano sull'orlo dell'estinzione a causa soprattutto della perdita di habitat e caccia senza regole. Tuttavia grazie ad una attenta gestione dei territori e delle specie che vi vivevano, supportata da adeguati programmi di allevamento, hanno portato in pochi decenni le diverse sottospecie non solo fuori dal pericolo di estinzione, ma ad essere considerati come abbondanti con circa 7 milioni di esemplari distribuiti fra USA, Canada e Messico. Purtroppo si devono anche registrare numerosi incroci più o meno involontari fra le diverse sottospecie. 

 

CARATTERE e ADATTAMENTO ALLA CATTIVITA': Dopo decenni di cattività rimangono caratterialmente timidi e selvatici, tendendo a stressarsi molto facilmente, ed il loro allevamento pur non essendo difficile, non deve far cadere nel tranello di considerarli alla stregua dei tacchini domestici perché rimangono comunque appartenenti ad un genere da consigliare a chi è già in possesso di una buona esperienza d'allevamento.

 

ETA' RIPRODUTTIVA: Entro il primo anno per entrambi i sessi.

 

TIPO DI ACCOPPIAMENTO: Poligamo, associando sino a 5-6 femmine ad un maschio.

 

PERIODO RIPRODUTTIVO: Dipendentemente dalla specie ed alla latitudine in cui vive, la stagione riproduttiva, si protrae mediamente da febbraio ad agosto, tuttavia per alcune popolazioni che vivono in Florida può iniziare addirittura a gennaio. Lasso di tempo che comprende: il periodo del corteggiamento, con il primo picco di parate che si può osservare all'inizio della stagione riproduttiva, mentre il secondo solitamente si verifica quando la maggior parte delle femmine sono intente a covare o si apprestano a farlo, la deposizione, cova e allevamento dei piccoli per le prime 2-4 settimane di vita.

 

TIPO DI NIDO: Come nel caso delle congenere appartenenti a razze domestiche, le tacchine selvatiche sono eccellenti madri, e pur dimostrando una certa suscettibilità durante i primi giorni della cova, si adattano ad utilizzare ogni tipo di cassetta nido e/o contenitore di adeguate dimensioni venga loro messo a disposizione, e molto probabilmente anche sollevati dal suolo, purché non di molto. Per il resto nulla di diverso da quanto già descritto per PAVONI REALI e VERDI.   ( Approfondimenti in: PARTE GENERALE - Tipi di nido )

 

UOVA DEPOSTE STAGIONALMENTE: Se lasciate alla cova naturale vengono mediamente deposte a seconda della sottospecie 8-15 uova, qualcuna in più quando regolarmente levate per destinarle ad altro tipo di incubazione.

 

PERIODO DI INCUBAZIONE e SCHIUSA: Mediamente l'incubazione delle uova si protrae per circa 26-28 giorni, e nel caso di allevamento ornamentale/amatoriale viene solitamente utilizzata la cova naturale. Dato che ben difficilmente le tacchine si appresteranno tutte assieme alla cova, e almeno finché l'ultima di loro non si appresti a farlo, il maschio deve rimanere in voliera in quanto accoppiandosi con le femmine rimaste man mano disponibili non verrà pregiudicata la fecondità delle uova. Tuttavia se dovesse dimostrarsi poco tollerante nei confronti della/e femmine intente a covare e/o dei nuovi nati, sarà necessario confinare il maschio in una struttura adiacente, o perlmeno isolarlo all'interno di un grosso gabbione o serraglio che in caso di necessità, e ammesso che le misure lo consentano, può essere realizzato all'interno della stessa voliera utilizzando dei telai in rete metallica. Le particolari condizioni riproduttive che contraddistinguono questi galliformi consentono, contrariamente alla maggior parte dei consimili, alla tacchina di deporre diverse uova feconde con un solo accoppiamento. I piccoli soprattutto durante le prime tre settimane di vita sono particolarmente sensibili a pioggia, freddo, umidità e/o condizioni climatiche avverse in genere, tuttavia se gestiti adeguatamente crescono velocemente così che a circa 2-3 settimane di vita sono già in grado di compiere brevi voletti e seguire la madre sui posatoi più bassi per passarvi la notte. Sopuattutto nel corso del secondo mese di vita devono essere monitorati con attenzione, ed in special modo se nati con incubazione artificiale, dato che in questo periodo vanno solitamente incontro ad una condizione particolare chiamata “crisi del rosso” o “crisi delle carrucole”, cioè quando queste ultime che sono già presenti sui loro colli, prendono a colorarsi di rosso, superato questo delicato momento, per il quale comunque esistono efficaci rimedi veterinari, sono soliti divenire piuttosto rustici e poco inclini alle malattie. A 16 settimane dalla schiusa raggiungono l'età adulta, ciò nonostante possono rimanere con la madre o nel gruppo famigliare con le altre femmine sino alla primavera successiva a quella della loro nascita, dopo di ché almeno i maschi devono essere trasferiti per non incorrere in spiacevoli sorprese. La cova artificiale non si discosta da quella messa in atto per i tacchini domestici < temperatura pari a 37, 6-37, 7 gradi, con circa il 52-55% di umidità > . Tuttavia in Europa non viene quasi mai utilizzata. ( Approfondimenti in: PARTE GENERALE - Incubazione e schiusa - Tipi di accoppiamento )

 

ALIMENTAZIONE PER PULCINI e TACCHINOTTI: Presenta ben poche difficoltà, potendosi attuare attraverso normali composti commerciali ( mangimi bilanciati ) da somministrare a seconda dei tipi, ed in relazione ai periodi di vita. Con aggiunta di cereali, erbe, verdure e frutta, oltre ad integratori alimentari e/o vitamine quando e se ritenuti necessari. A circa 2-3 mesi di vita è altresì possibile cambiare il tipo di dieta in uso portandola inizialmente ad essere mista, cioè composta da mangime e granaglie spaccate o mix per piccioni in base ai tempi e/o percentuali consigliate e successivamente, ammesso che ci si voglia orientare verso un tipo di alimentazione di questo genere, peraltro piuttosto indicata per questa specie, costituita esclusivamente dai cereali interi e/o spaccati o dal mix per piccioni.           ( Approfondimenti in: PARTE GENERALE - Alimenti e alimentazione )

 

ALIMENTAZIONE PER ADULTI e RIPRODUTTORI: A circa 4 mesi di vita si può iniziare a fornire quello che diverrà l'alimento base per la maggior parte dell'anno, che soprattutto per praticità è solitamente costituito da mangime granulare o pellet da mantenimento o riposo per tacchini o fagiani, integrato da una manciata abbondante di granaglie miste intere e/o spezzate o un mix per piccioni. Come già precedentemente esposto è altresì possibile una dieta sia mista che costituita esclusivamente dai cereali o dal mix per piccioni, entrambe piuttosto indicate per questa specie. Con l'approssimarsi, e durante il periodo riproduttivo riproduttivo è preferibile sostituire il mangime in uso ( ammesso che lo si utillizzi ) con un tipo specifico per ovaiole di tacchino o fagiano. In tutti gli stadi della crescita, periodi dell'anno e/o tipo di alimentazione, una buona integrazione vegetale a base di erbe, verdure e frutta è necessaria al loro benessere psico-fisico.                               ( Approfondimenti in: PARTE GENERALE - Alimenti e alimentazione -  Progetti e attrezzature )

 

PULCINAIA e PARCHETTI PER SVEZZAMENTO: Approfondimenti in: PARTE GENERALE - Pulcinaia e parchetti per svezzamento.

 

VOLIERA PER ADULTI: A causa della loro mole necessitano di una voliera piuttosto ampia, che per una piccola famigliola composta da 4-6 esemplari non dovrebbe essere inferiore ai 35-45 mq, ed alta non meno di 2, 50-3, 00 metri, tenendo sempre ben presente che più spazio assegneremo ai nostri TACCHINI selvatici, migliore sarà la loro esistenza, ed il comportamento molto più naturale ed equilibrato può favorire anche la riproduzione. Con annesso un rifugio che a seconda delle zone di provenienza che contraddistingue le diverse sottospecie dovrà essere o coibentato, per quelle che tollerano poco i rigori invernali, così come costituito da una semplice tettoia chiusa però almeno su tre lati, per quelle più rustiche. Qualsiasi sia la soluzione adottata, l'importante è che vi possano stare comodamente alloggiati soprattutto durante i lunghi periodi di maltempo particolarmente umidi e uggiosi, e nel contempo anche protetti sia dal freddo intenso, quanto da pioggia e vento. La struttura chiusa o semplicemente coperta dovrebbe essere di almeno 4-5 metri di lunghezza x 3-4 di profondità e circa 2, 00-2, 50 di altezza nel punto più basso, con al suo interno almeno un posatoio che in considerazione del peso che possono raggiungere questi galliformi, dovrà essere sufficientemente grande nonché resistente, e sistemato ad una altezza di 150-200 cm dal suolo. Se le condizoni dell'allevamento lo consentono, possono essere lasciati vagare  in regime di semi-libertà non dimenticando che nonostante la mole sono ottimi volatori, quindi se fosse necessario bisognerà intervenire spuntando chirurgicamente la punta di un ala, come avviene solitamente per gli uccelli lasciati semi-liberi all'interno di Zoo o parchi sia pubblici che privati. Tuttavia la semi-libertà comporta lo svantaggio di non poterli controllare sia in riguardo a possibili contagi o malanni vari, quanto ad indesiderati, se pur improbabili, incroci con i tacchini domestici.  ( Approfondimenti in: PARTE GENERALE - Voliere per adulti - Gestione della voliera - Tipi di rifugio )

Meleagris g. silvestris femmina....da - Judy Gallagher  www.flickr.com

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