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            -  Phasianus colchicus : le sottospecie riconosciute e quelle dimenticate  -

Illustrazione di: a sinistra "nessuna info" - a destra  acquaforte di J. Scott 1801 ca.

Sottospecie non riconosciute di colchicus x sito +.jpg

  - Sono tutte creature che vivono sotto allo stesso cielo, ma per la caratteristica del tutto umana di voler identificare ogni cosa o essere che lo circonda, e nel contempo assecondare un certa linea di pensiero, piuttosto che un'altra, alcune di queste forme, o meglio, nomi specifici, vennero avvolti nell'oblio. Dimenticate da tempo dalla maggior parte, se non tutti, gli autori ed ornitologi attuali, e pressoché sconosciute agli appassionati. Eppure ebbero il loro momento, più o meno controverso, di gloria. Mi riferisco a tutte quelle forme, in questo caso del Phasianus colchicus, che per un certo periodo non vennero ritenute solo  semplici sinonimi, e che a torto o ragione furono descritte e successivamente, per vari motivi, spesso più che condivisibili,  incluse in conspecifici.

Ciò nonostante, reputo che sia un argomento oltre che curioso, anche interessante ed istruttivo in quanto, non si può apprezzare o giudicare il presente senza conoscere, al meglio possibile, il passato. 

Nel 1951 in "The Pheasants of the World" Jean Delacour propose una disposizione sistematica pratica e semplice dei vari generi e specie, sottolineando le relazioni piuttosto che la diversità (presumibilmente l'obiettivo della sistematica). In relazione ai Phasianus, l'autore riconosce solo due specie a loro volta suddivise in piccoli gruppi (quelli che oggi conosciamo)Classificazione che venne ripresa da Vaurie (1965), e poi riconfermata anche da Hoyo et al. (1994)

Occorre ricordare che prima della revisione elaborata da Delacour veniva , tranne rari casi, comunemente utilizzato una nomenclatura “binominale”, cioè Phasianus seguito da nome della specie. Inoltre, in passato i descrittori basano i loro lavori soprattutto sull'esaminazione visiva (morfo-fenotipo) e geografica (gamme), quindi tutto dipendeva dal grado di preparazione dell’autore e, non certamente per ultimo, dalla sua autorità tra gli addetti ai lavori.

                                                                                                                                        

Da quello che suggeriscono le immagini, parrebbe rendersi necessaria una riesaminazione dei piumaggi, soprattutto di alcune sottospecie, in quanto parrebbero mostrare un fenotipo difforme da come descritto a suo tempo, forse dovuto a conseguente espansione territoriale, modifica dell’habitat originale, diversa alimentazione o parziale assorbimento genetico. Così come le gamme, o la maggior parte di esse, corrette o meno che fossero, andrebbero riviste in quanto i confini non sembrano più essere quelli delineati in passato. Ciò è probabilmente dovuto a varie cause come:- espansione antropica, urbanizzazione, mega opere ingegneristiche, deforestazione, modifiche degli habitat ecc., ecc., che costringono le specie in ogni periodo ed epoca a migrazioni forzate, colonizzazione di nuovi territori e conseguente ampliamento della loro distribuzione originale. Il processo può anche essere inverso, cioè che piccole popolazioni appartenenti ad una specie, per le cause sopra citate, siano costrette a concentrarsi esclusivamente in una piccola area della gamma originale. Questo parrebbe il caso del Phasianus c. vlangali, ad esempio, ma ce n sono altri.

 

 - La revisione di questo genere approntata da Jean Delacour che venne proposta per la prima volta nella sua monografia del 1951, con ristampa del 1977, è indubbiamente accurata ed in un certo senso unifica e semplifica un genere da sempre controverso. Occorre comunque ricordare che il considerare tutte le specie come sottospecie di una sola, cioè il Phasianus colchicus era già stato proposto da alcuni conosciuti autori, e molto ben argomentato dal Dr. Hartert nei suoi lavori del 1917 e 1921 allegati, ”in summa”, alla disamina in oggetto. Probabilmente però, non essendo delle autorità come Delacour, le loro deduzioni e proposte rimasero fine a se stesse, ed il mondo scientifico continuò ad utilizzare le diverse terminologie. Perlomeno fino alla pubblicazione della sopra citata monografia.                                                                                                        

Archibald-Thorburn-   'Game Birds and Wild Fowl of Great Britain & Ireland' (1923). en.mos

Non sono trascorsi molti decenni da quando le descrizioni ed eventuale elevazione ad uno status specifico o sottospecifico, non avendo a disposizione le moderne tecnologie, venivano approntate attraverso l’esaminazione visiva morfo-fenotipica degli esemplari in pelle, a volte vecchie e logore, o più raramente vivi. Considerata anche la posizione geografica, habitat e, quando possibile, tutte le informazioni allegate alle targhette identificative, se pelli, e/o tratte dai diari di viaggio nel caso fossero state procurate nel corso di spedizioni. Quindi con tutti i dubbi ed incertezze che analisi di questo tipo possono lasciare. Ancor più evidenti a chi, anche solo per passione, inizia ricerche in tale senso dalle quali, se si ha la volontà di perseverare, possono emergere fatti e situazioni del tutto impreviste che suggeriscono presunzioni sino a quel momento impensabili, con una visione dell’argomento che può, in alcuni casi, essere molto diversa da quella comunemente tramandata.                                                                                                                                                                                                                                                                                                  Avvalersi della letteratura classica, come ben si evince in molti siti web che trattano l’argomento, oppure da scrittori moderni, di suo non sarebbe grave, sia in quanto i materiali sono spesso liberi da vincoli, che perchè tutti inevitabilmente attingiamo dai lavori del passato, gli stessi autori dell’epoca, si scopiazzavano l’un l’altro. Determinante invece farlo senza neppure rendersi conto, o meglio, avere la giusta cognizione di causa nei riguardi del tema esposto, geografia compresa, allo scopo di correggere, in base a proprie ricerche, verifiche o attendibili studi recenti, eventuali errori commessi da precedenti autori. Copiare, e reiterare in eventuali errori commessi da altri, come il non citare le fonti, oltre che sbagliato, è molto poco professionale. 

 - Personalmente in riguardo ad alcune forme, già argomentate in altre pagine di questo sito, sono in totale disaccordo con quanto proposto dal noto autore.

- Non dimenticando che Sistematica e Tassonomia, sono concetti pratici considerabili coretti entro periodi circoscritti, ma divengono opinabili quando proiettati in uno spazio temporale indefinito essendo l’evoluzione un processo continuo del quale noi percepiamo solo quanto concessoci dalla nostra esistenza. Per cui, la scelta di un criterio universalmente univoco mantenuto costante nel tempo inteso ad identificare le specie (classificazione) potrebbe non essere, corretto, dato che il modello evolutivo in perenne fermento è inarrestabile, pertanto, ciò che osserviamo riguarda solo una frazione di questo interminabile processo naturale in costante mutazione. Quindi, ciò che è stato osservato e descritto 200-100 anni fa, ora, potrebbe non corrispondere più, sia geograficamente che morfo-fenotipicamente, a quanto constatato in precedenza.  ​ 

- Nella presente disamina vengono proposti, o meglio, messi a confronto due autori del passato in quanto dai loro lavori, oltre alla completezza e ricchezza di dati,    vengono utilizzati toni, pressoché solo dal Dr. Hartert, che sembrano andare ben oltre una semplice ed obbiettiva critica.                                                 

by Philip Rickman.jpg

Probabilmente potremmo meglio comprendere un tale comportamento analizzando brevemente la storia di entrambi:- Buturlin S.A. (22 settembre 1872 a Montreux, Svizzera–22 gennaio 1938 a Mosca, Russia), discendente da una delle più antiche famiglie della nobiltà russa, nonché avvocato e giudice, si dedicò all'ornitologia per pura passione. Descrisse oltre 200 nuove specie, nel 1906 divenne membro straniero della British Ornithologists' Union e nel 1907  membro corrispondente dell'American Ornithologists' Union. Pubblicò molti importanti lavori sulla tassonomia e distribuzione degli uccelli paleartici.                                        Il Dr. Ernst Johann Otto Hartert (Amburgo, 29 ottobre 1859 – Berlino, 11 novembre 1933), fu un naturalista, ornitologo e zoologo tedesco alle dipendenze di Lord Lionel Walter Rothschild come curatore del museo privato di Tring dal 1892 al 1929. Pubblicò il giornale trimestrale del museo, Novitates Zoologicae (1894-1939) con Rothschild, e l'Hand List of British Birds (1912) con Jourdain, Ticehurst e Witherby. Scrisse Die Vögel der paläarktischen Fauna (1903-22) e viaggiò in India, Africa e Sudamerica per conto del suo datore di lavoro.  

Da quanto appena appena menzionato, nonché per il fatto che Hartert parrebbe avere come riferimento soprattutto i lavori di Buturlin, quasi una ricerca spasmodica di suoi errori, o presunti tali, possiamo dedurre che l'atteggiamento ipercritico, spesso eccessivamente "tagliente" fosse dovuto ad una sorta di invidia professionale, e forse anche sociale, comunque non giustificata ne giustificabile. 

Tra l'altro, Hartert, già di suo un ottimo professionista, ebbe altresì il vantaggio di lavorare in uno dei Musei più titolati, quindi di poter accedere ai materiali quando, come voleva e per tutto il tempo necessario e ciò, fu un beneficio non certo trascurabile.

Entrambi commisero errori, in particolare Buturlin che, a tale proposito, sembra dimostrare quella che potremmo definire "la descrizione facile", forse dovuta ad un eccesso di sicurezza e presunzione, con proposte di elevazioni subspecifiche sulla  base di caratteri perlopiù irrilevanti, oppure, o anche, a causa  con caratteristiche irrilevanti,  dovuto  di forme spesso d un eccesso di sicurezza e presunzione, oppure, o anche, a causa dell'enorme mole di lavori pubblicati. Tuttavia, ebbe l'umiltà di ammetterli, per quanto, come quelli commessi da altri colleghi, fossero scusabili, considerati i mezzi che all'epoca avevano a disposizione nonché  la scarsità di informazioni, soprattutto attendibili e velocemente verificabili, alle quali potevano accedere. Ciò non toglie che i loro studi, per accuratezza, completezza e ricchezza di dati, siano qualcosa di ammirevole dai quali tutti i loro colleghi, sia del passato, che contemporanei, potevano e possono attingere. Credo che Delacour, per approntare la revisione pubblicata nel 1951, si sia abbondantemente "servito" dei dati ricavati dai lavori dei due colleghi in oggetto di questa disamina elaborandoli poi in base alla sua notevole sagacia ed esperienza.

Nel presente studio, in aggiunta ai lavori dei due ornitologi menzionati, sono inserite ricerche personali, commenti e note di altri autori. 

Nota: i due autori, sono qui inclusi su base esclusivamente temporale: Di Buturlin S. A. del 1904 (riferimenti completi allegati) e revisione dello stesso autore del 1908 (riferimenti completi allegati). Di Hartert E. del 1917 (riferimenti completi  allegati) e 1921 (riferimenti completi  allegati)

 - La disamina inizia con l'elenco nomenclaturale delle specie riconosciute, non senza alcune contestazioni, seguito dall'elenco sinottico riassuntivo delle caratteristiche principali mostrate dai  maschi adulti dei Phasianus, entrambi del 1908

                                                                                                                                                                                                              Come ben si evince la lunga serie comprende, oltre al genere (Phasianus), ben 35 nomi specifici (Mancano: Phasianus c. pallasi e torquatus <perlomeno con i nomi specifici attuali>, edzinensis, takatsukasae e rothschildi, gli ultimi 3 non ancora scoperti e descritti), in quanto gli autori del passato, ed in particolare di quell'epoca,  o comunque una certa parte di essi, non era unanimamente d'accordo nel trattare tutte come sottospecie del Phasianus colchicus.  

Buturlin precisa quanto segue:- elenco delle specie e sottospecie di Phasianus, con le date di pubblicazione dei nomi e brevi indicazioni dei loro areali, oltre a tabella sinottica dicotomica per l'identificazione dei maschi adulti. Sia nell'elenco che nello schema la sequenza delle forme è quella delle loro affinità naturali, per quanto mi è dato sapere. Questo nuovo indice i identificazione sembra auspicabile, poiché due forme (P. semitorquatus e P. holdereri) sono state escluse dal mio primo elenco di veri fagiani e sei forme (P. tshardjuensis, P. gordius, P. suehschanensis, P. sohokhotensis, P. alaschanicus e P. buturlini) sono state aggiunte ora. Inoltre, nei miei precedenti tentativi di diagnosticare i veri fagiani non ho sempre utilizzato i caratteri specifici migliori e più costanti.

Ritengo inutile includere nel mio elenco o nella tabella forme alquanto aberranti di veri fagiani come il fagiano di Reeves dell'Asia centrale e i fagiani ramati giapponesi (P. scemmerringi, P. scintillians, P. ijimae), poiché non ho nulla da modificare nella mia precedente descrizione, ma desidero solo affermare che la mia descrizione della femmina di P. scemmerringi ("Ibis" 1904, p. 413) era basata, mi sembra ora, su un esemplare erroneamente identificato di una femmina di Ph. versicolor.

By Philip Rickman e H.Frank Wallace 1930 - Copia.jpg

1.   Phasianus septentrionalis.........................Lorenz........................ 1888  -  Caucaso settentrionale.

2.   Phasianus colchicus typicus......................Linnaeus.....................1758  -  Transcaucasia occidentale.

3.   Phasianus colchicus lorenzi.......................Buturlin.......................1904  -  Bacino del Kura.

4.   Phasianus talischensis...............................Lorenz.........................1888  -  Sud ovest e sud della costa del Mar Caspio.

5.   Phasianus persicus.....................................Severtzov.....................1870  -  Costa sud-orientale del Mar Caspio.

6.   Phasianus principalis komarovi................Bogdanov....................1886  -  Bacino del Tejend.

7.   Phasianus principalis typicus...................Sclater..........................1885  -  Bacino del Murghab.

8.   Phasianus principalis zarudnyi.................Buturlin.......................1904  -   Khiva superiore, Bukhara inferiore

9.   Phasianus tshardjuensis............................nuova sottospecie -............  -  Oxus Valley vicino a Cliardjui, Medio Bukhara.

10. Phasianus gordius.......................................Alpherki. et Bianchi...1908  -  Oxus Valley vicino a vicino a Karnas, Bukhara superiore.

11. Phasianus zerafshanicus...........................Tarnovski....................1891  -  Valle dello Zerafshan.

12. Phasianus chrysomelas typicus...............Severtzov....................1875  -  Khiva.

13. Phasianus chrysomelas bianchii..............Buturlin.......................1904  -  Bacino superiore dell'Oxus.

14. Phasianus shawi..........................................Elliot............................1870  -  Bacino superiore del Tarim.

15. Phasianus mongolicus turcestanicius....Lorenz..........................1896  -  Bacino del Syr-Daria.

16. Phasianus mongolicus typicus.................Brandt.........................1844  -   Da Karatau al Grande Altai.

17. Phasianus tarimensis.................................Pleske..........................1888  -  Bacino del Basso Tarim

18. Phasianus vlangalii.................................... Przhevalski.................1876  -  Zaidam orientale.

19. Phasianus suheschanensis.......................Bianchi.........................1906  -  Sichuan settentrionale.

20. Phasianus strauchi typicus.......................Przhevalski..................1876  -  Amdos Plateau, Gansu meridionale.

21. Phasianus strauchi sohokhotensis..........nov. .....................................   -  Oasi di Soho-khoto nell'Alashan meridionale ( descritto da Buturlin nel 1908 )

22. Phasianus decollatus berezowskii..........Rothschild..................1901  -  Gansu meridionale e Sichuan settentrionale. 

23. Phasianus decollatus typicus...................Swinhoe......................1870  -  Sichuan meridionale e centrale.

24. Phasianus alaschanicus.............................Alpheraki et Bianchi..1908  -  Alashan orientale.

25. Phasianus satscheuensis..........................Pleske..........................1892  -  L'oasi di Sachiow sul versante settentrionale del Nan-Shan, nel Gobi centrale.

26. Phasianus formosanus...............................Elliot............................1870  - Formosa.

27. Phasianus gmelini typicus.........................Buturlin.......................1904  -  Sud-ovest Cina, a sud fino a Canton, ovest fino alle gole di Ichang, nord fino a Hoang-ho.

28. Phasianus gmelini khiangsuensis............Buturlin.......................1904  - Nord est Cina : Ordos, Kalgan.

29. Phasianus karpoivi typicus........................Buturlin.......................1904  - Corea, Manchuria meridionale.

30. Phasianus karpowi buturlini.....................Clark............................1907  -  Isola di Tsu-shima.

31. Phasianus alpherakyi ussuriensis...........Buturlin.......................1904  -  Terra di Ussuri.

32. Phasianus alpherakyi typicus...................Buturlin.......................1904  -  Manciuria centrale e settentrionale

33. Phasianus hagenbecki...............................Rothschild...................1901   - Kobdo, Mongolia.

34. Phasianus elegans......................................Elliot............................1870   - Sichuan sud occidentale, ovest Yunnan, nord Shan States.

35. Phasianus versicolor...................................Vieillot........................1825   -  Giappone (eccetto Yezzo)

  - Seppur solo virtualmente, per poter farsi un idea del come fossero le specie non legittimate e mentalmente comparare alle valide, è necessario che alla presente indagine vengano incluse le descrizioni di tutte le forme considerate prima della revisione di Delacour del 1951. Quindi comprese anche quelle ritenute tuttora valide. Ciò non solo per curiosità, in quanto serve anche a comprendere e meglio capire, in base alle conoscenze attuali, le difficoltà che con i mezzi dell'epoca dovevano affrontare i descrittori,  ed in particolare quelli, cioè tutti, che basavano i propri lavori sull'esaminazione di pelli e resoconti di viaggio degli esploratori, non di rado etichettate in modo dubbioso o provenienti da località approssimative ecc., che inevitabilmente davano luogo a dubbi, incertezze ed errori di valutazione. Non per ultimo l'antagonismo tra autori, non sempre goliardico, che sembra trasparire dalla lettura di monografie, articoli, revisioni ecc. Potremmo quasi dire che, soprattutto in passato, ogni autore proponeva la "propria verità"  basata sull'esperienza, capacità, intuito, spirito di osservazione e proprie opinioni dato che nessuno di loro, neppure i più autorevoli, potevano, soprattutto con gli scarsi mezzi dell'epoca, avere delle certezze. Ciò non significa alterare la realtà, ma basare il loro lavoro su convinzioni del tutto personali accettate o meno dalla comunità internazionale. Per questo possono discordare le une dalle altre, a volte in maniera anche significativa, ma ciò rende ancor più interessante ed istruttiva la lettura.                                                                                                                                                  Del resto chi può, oggettivamente, attribuirsi il merito della verità assoluta ? Nessuno, tranne madre natura.                                                                                                        Anche la revisione sistematica di Delacour è frutto  di ipotesi, congetture e presupposti ne più ne meno di simili elaborati in altre epoche da colleghi. Forse più diretto e semplice, ma sempre e comunque ipotetico.  ​

In blu le specie non riconosciute o incluse in conspecifici.

Nota: includere tutte le descrizioni, probabilmente, non da tutti sarà apprezzato, quindi, come alternativa gradevole e utile per i più pigri, viene proposto, sempre di Buturlin dalla revisione del 1908, l'elenco sinottico riassuntivo delle caratteristiche principali mostrate dai  maschi adulti dei Phasianus.

Nota: il "più" o il "meno", spesso spesso inclusi nel testo sotto esposto, sono sempre riferiti alla specie precedente elencata. Ad eccezione, ovviamente, della prima, per la quale sono riferiti alla seconda. 

1 - Parte centrale del groppone e delle copritrici della coda superiori con un colore di fondo rosso ramato o arancione ruggine oppure camoscio, sebbene a volte tinto di verde o lucido verde oleoso (barre scure sulla metà basale della coda per lo più, non sempre, molto piccole, circa 2 mm., o meno).

2 - Scapolari con modello squamato, motivo interno color crema o pallido variegato di nero diviso da una linea nera a forma di U dal margine rosso rame o rosso indiano ben visibile (mai con collare bianco; groppone rosso rame; penne del petto con margine nero bluastro o verdastro).

3 - Copritrici alari minori e mediane marrone sabbia; mantello, petto e fianchi più scuri, più dorati rossicci.

4 - Le piume del petto sono solo arrotondate e leggermente emarginate, i loro margini neri molto più larghi di 1 mm., anche fino a 22 mm.).

5 - Ventre marrone nerastro, sempre bordato nella parte superiore da verde scuro lucido o verde-blu.

6 - Marcature nere su mantello e petto con lucentezza verdastra; colorazione generale un poco più pallida, più rosso dorato.........Ph. septentrionalis.

 

Macchie nere su mantello e petto con prevalenza di lucentezza blu o viola; colorazione generale un poco più scura, più rosso rame torbido..........Ph. colchicus.

Ventre marrone cioccolato (e con margine superiore rosso rame lucido negli uccelli tipici della valle di Kura, ma con un verdastro lucido in alcuni uccelli dell'Alastani in Georgia) ………. lorenzi.

 

Piume del petto un poco più appuntite e più profondamente smarginate, il loro margine nero è più stretto di circa 1 mm. (ventre marginato superiormente con rosso rame lucido)..........Ph. talischensis.

Copritrici alari minori e mediane di colore bianco-fulvo; dorso, fianchi e petto con una colorazione di fondo maggiormente giallo-dorata (ventre bordato superiormente di rosso porpora; penne superiori un po' appuntite e profondamente smarginate, il margine nero è sottile, non più largo di mezzo mm.)..........Ph. persicus

1 - Scapolari, quando non disturbati, abbastanza uniformemente colorati o variegati solo con bordi apicali e macchie nere, poiché ampi margini rosso rame lucido o dorato di queste piume sono naturalmente visibili, il motivo interno crema o fulvo e nero è parzialmente visibile, o del tutto, su pochissime di esse.                                2 - Copritrici alari minori e mediane più o meno bianche (a volte grigiastre o con sfumature fulve); copritrici superiori della coda con poca o nessuna mescolanza di verde nella colorazione generale rosso rame o ruggine.                                                                                                                                                                                                                  3 - Colletto bianco assente o almeno non più largo di 5 mm.: mantello in gran parte di un colore di fondo dorato; penne centrali del petto visibilmente marginate con rosso porpora o con nero lucido.                                                                                                                                                                                                                                                    4 - La maggior parte delle penne del petto si mostrano violacee, non nere.                                                                                                                                                                            5 - Parte superiore del dorso giallo oro, come il resto del mantello, per nulla o appena sfumato di violaceo.                                                                                                                6 - Scapolari ampiamente marginati apicalmente di nero (mantello e fianchi giallo oro pallido; groppone rosso mattone; margini violacei delle penne del petto di circa 2 e mezzo mm., larghi).                                                                                                                                                                                                                                                                    7 - Marcature nere del mantello e fianchi con lucentezza verde prevalente............Ph. komarovi.

 

Marcature nere del mantello e dei fianchi con lucentezza blu prevalente..........Ph. principalis.

Scapolari non marginati, ma solo con apice nero. Penne del petto ampiamente marginate, circa 2 e mezzo mm., con rosso porpora; segni neri del mantello e dei fianchi con lucentezza verde prevalente; generalmente presenti solo tracce di collare...........Ph. zarudny.

Margini rosso-viola delle penne del petto larghi solo circa 1 mm; macchie nere su mantello e fianchi con prevalenza di lucentezza blu; collare bianco, sebbene stretto, quasi sempre ininterrotto dietro e ai lati del collo (penne del petto e del petto a volte con striature scure all'apice del fusto)..........Ph. zerafschanicus.

1- L'area superiore del dorso differisce dalle parti dorate del mantello per essere fortemente ricoperta di rosso porpora, come il petto (i margini rosso porpora delle penne del petto sono larghi 3 mm o più); colorazione generale intensa, fuoco o arancio-dorato; groppone rosso rame; collare completamente assente o lievi tracce di esso.                                                                                                                                                                                                                                                                                                            2 - Scapolari ampiamente marginati di nero all'apice; colorazione violacea meno sviluppata, margini al centro del petto larghi circa 3 mm.........Ph. tshardjuensis.

Scapolari senza o quasi nessun margine nero, solo con apice nero; colorazione violacea più sviluppata, margini al centro del petto larghi circa 3 e mezzo mm, ..........Ph. gordius.

1 - Penne del petto tutte marginate di nero lucido.                                                                                                                                                                                                                          2 - Parte superiore del dorso e petto abbondantemente marginati di nero, così che sul dorso il nero è circa uguale al colore di fondo dorato; le lunghe penne dei fianchi sono parzialmente, se non del tutto, emarginate, e tutta l'apice della piuma occupato da una macchia nera; le barre scure sulla metà basale delle timoniere centrali sono strette, circa 2 mm o meno.                                                                                                                                                                                                                                          3 - Margini neri delle penne del petto e più stretti, rosso ramato sul petto che prevale sul nero (negli esemplari tipici ventre bruno nerastro bordato superiormente di verde lucido; macchie nere su mantello e petto con lucentezza verdastra; in alcuni esemplari aberrantiventre bruno cioccolato bordato superiormente di rosso ramato; macchie nere su mantello e petto con lucentezza viola)..........Ph. chrysomelas.

1*) Limiti geografici non ancora accertati, poiché la maggior parte delle etichette non sono sufficientemente dettagliate e precise. Ho esaminato esemplari da Nukus.

Margini neri delle penne del petto più ampi, il nero sulle penne del petto prevale sul rosso ramato..........Ph. bianchii.

Le penne superiori del dorso e del petto sono strettamente marginalizzate di nero, così che sul dorso il colore di fondo dorato prevale sul nero; le lunghe penne dei fianchi sono doppiamente emarginate con la produzione di tre lobi apicali, solo quello centrale (con piccole parti adiacenti di quelle laterali) è occupato da una macchia nera; le barre scure sulla metà basale delle penne centrali della coda sono solitamente (non in tutti gli esemplari) larghe, circa 3-4 mm...........Ph. shawi.

1 - Collare bianco sempre largo circa 10 mm.; mantello rosso ramato o castagno (con striature o macchie nere molto strette sul fusto apicale); penne centrali del petto e del petto senza margini scuri o solo lievi tracce di nero.                                                                                                                                                                                                  2 - Colletto completo o leggermente interrotto nella parte anteriore;  mantello, petto e macchie scure sui fianchi con lucentezza bluastra soffusa di violaceo ..........Ph. turcestanicus

Colletto più interrotto nella parte anteriore; mantello, petto e macchie scure sui fianchi con lucentezza verde..........Ph. mongolicus.

Copritrici alari minori e mediane color sabbia rossiccio; copritrici superiori della coda verdastre "camoscio" (senza collare; penne del petto senza o con lievi tracce di margini neri)..........Ph. tarimensis.

1 - Groppone e coda media - copritrici lavanda - grigio, grigio verdastro o verde oliva senza sfumature rosse o rossicce, ma alcune copritrici della coda laterali simili a peli di solito (una specie esclusa) di un contrasto arancione o rossiccio (copritrici delle ali minori e mediane con un colore di fondo grigio lavanda o sabbia-ocraceo pallido, mai biancastre o rossicce; barre scure sulla metà basale delle timoniere mediane sempre larghe, circa 3-4 mm.,).                                                                                    2 - Copritrici della coda laterali simili a peli con una macchia ruggine o arancione; parti inferiori con più o meno biancastre, giallo dorato o rosso rame.                          3 - Parte superiore del dorso con evidenti striature o o marcature cuneiformi apicali in nero lucido.                                                                                                                              4 - Verde intenso del collo che si estende ininterrottamente fino alla metà del petto; scapolari più o meno uniformi, come, quando non disturbate, sulla maggior parte delle piume è coperto il motivo interno a forma di U color crema o marrone e nero.                                                                                                                                                  5 - Mantello e lati del petto giallo dorato; bordi delle timoniere centrali viola grigiastro..........Ph vlangalii.

Mantello, lati del petto e bordi delle timoniere centrali con rosso ramato scuro o castagno ampiamente prevalente..........Ph suehschanensis.

1 - Verde intenso del collo "fasciato" nella parte anteriore dai colori dorati o ramati del petto; scapolari squamate, il motivo interno a forma di U color crema o nero è chiaramente visibile e contrasta con margini marrone, rossastri o rossicci.                                                                                                                                                                          2 - Collare bianco assente, o solo qualche traccia, oppure se presente è ampiamente interrotto, non abbracciando più di due terzi del collo.                                                 3 - Senza alcuna traccia di sopracciglio bianco (collare variabile).                                                                                                                                                                                                4 - Parte superiore del dorso con rosso ramato prevalente sul giallo dorato, le sue penne con strette cunei apicali neri; fianchi scuri con larghe fasce apicali nere.       5 - Parte superiore del dorso quasi senza lucentezza giallo-oro; lati del petto rosso ramato con fascia apicale nera che occupa l'intera larghezza delle estremità delle penne..........Ph. strauchi

Parte superiore del dorso con maggiore lucentezza giallo-oro; lati del petto rossiccio dorato scuro e fasce apicali nere occupano la maggior parte, ma non l'intera larghezza delle estremità delle penne..........Ph. sohokhotensis.

1 - Parte superiore del dorso con giallo oro che prevale di gran lunga sul rosso ramato, e piume con larghe marcature apicali nere; fianchi pallidi con macchie apicali nere che occupano solo la metà delle estremità delle penne. 

2 - Lati del petto rossiccio dorato; marcature apicali nere della parte superiore del dorso più larghe; margini delle scapolari rossicci..........Ph. berezowskii.

Lati del petto giallo oro; marcature apicali nere della parte superiore del dorso più strette; margini delle scapolari rosso rossiccio più scuro..........Ph. decollatus.

1 - Sopracciglia bianche o biancastre sempre presenti 1*), anche in piumaggi molto abrasi, ne persiste qualche traccia; (collare di solito presente, sebbene stretto e lasciando libero tutto il terzo anteriore del collo).   

2 - Margini delle scapolari e delle terziarie castagna-rossiccio scuro in forte contrasto con il dorato infuocato della parte superiore del dorso..........Ph. alaschanicus.

1*) Commento personale: Buturlin, come può sostenere che le sopracciglia sono sempre presenti dall'osservazione di un solo maschio ? Che, tra l'altro è l'unico di questa specie sino ad ora trovato.

Margini delle scapolari e delle terziarie più pallidi, più marrone sabbia con qualche sfumatura vinosa, e che passano gradualmente al giallo dorato della parte superiore del dorso..........Ph. satscheuensis.                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                Collare bianco presente e completo o solo leggermente interrotto, che abbraccia molto più di due terzi del collo; sopracciglio bianco o biancastro sempre facilmente distinguibile. Fianchi bianco crema..........Ph. formosanus.

1 - Fianchi giallo paglierino, dorato, o ancora più scuro. Collare non molto largo e un po' interrotto o almeno più stretto nella parte anteriore; ventre bordato nella parte anteriore di verde lucido; sopracciglia sporche e strette (più strette del diametro dell'occhio).                                                                                                                              2 - Mantello e fianchi giallo oro..........Ph. gmelini.

Mantello e fianchi color arancio dorato..........Ph. kiangsuensis.

1 - Collare molto largo, soprattutto anteriormente; ventre bordato nella parte anteriore di verde bluastro lucido o verde-violetto; sopracciglia in bianco più pulito e un poco più larghe.                                                                                                                                                                                                                                                                                      2 - Mantello e fianchi color arancio dorato; sopracciglia non più larghe del diametro dell'occhio; scapolari con margine rosso-indiano scuro o marrone rossiccio intenso, fortemente lucide all'apice con violaceo ramato (nessuna macchia bianca post-oculare; penne del petto con margine molto sottile, e non fino alla punta, con nero).                                                                                                                                                                                                                                                                                                        3 - Colorazione generale più scura; sopracciglia più strette; penne della coda centrali più giallastre..........Ph.karpowi.

Colorazione generale più chiara; sopracciglia più larghe; penne della coda centrali più olivastre..........Ph. buturlini.

1 - Mantello e fianchi giallo paglierino; sopracciglia bianco puro e molto più larghe del diametro dell'occhio; scapolari marginate di rosso indiano chiaro o persino rossiccio-camoscio e solo leggermente lucidate all'apice con violaceo ramato.                                                                                                                                                                      2 - Penne del petto con margini neri lucidi stretti, circa mezzo mm., o meno; area nera sotto l'orecchio con una macchia bianca; mantello un poco tinto di oro.            3 - Margini neri delle remiganti del petto interrotti vicino alla punta della piuma, non fondenti con la striscia nera apicale del fusto..........Ph. ussuriensis.

I margini neri delle penne del petto bordano anche le loro punte, fondendosi così con le strisce nere apicali del fusto..........Ph. alpherakyi

Penne del petto con margini neri lucidi larghi, circa 1 mm.; area nera sotto l'orecchio senza macchia bianca; mantello più pallido, più giallo paglierino..........Ph. hagenbecki.

Parte superiore del dorso senza striature o marcature cuneiformi apicali neri lucidi (senza collare o sopracciglio biancastro; verde ricco del collo che si estende fino alla metà del petto; mantello e fianchi arancio dorato scuro con riflessi rosso rame)..........Ph. elegans.

Copritrici laterali della coda costituite da barbule prive della colorazione ruggine o arancione; petto e fianchi uniformemente verdastri scuri o bluastri (senza collare o sopracciglio biancastro)..........Ph. versicolor.

Phasianus colchicus - IBIS  1904 -  XXIX.— On the Geographical Distribution of the True Pheasants (Genus Phasianus sensu stricto )  

Tipo: Articolo

Di: Buturlin, S. A. (Sergeĭ Aleksandrovich),

Volume: 4  - Pages: 377--414

Data: Publication info: London, Published for the British Ornithologists' Union by Academic - 1904  

Buturlin prima di iniziare l'esposizione delle descrizioni precisa che:- Nel descrivere i colori, tengo gli uccelli tra me e la luce, con la testa rivolta verso la luce.

1. PHASIANUS COLCHICUS Linnaeus  (fagiano del sud Caucaso o Rioni)

Ph. colchicus : 1758, Linn. Syst. Nat. p. 158 (“rufus, capite ceruleo. Habitat in Africa, Asia”= Rosso, con testa cerulea. Vive in Africa e Asia) ; 1893, Ogilvie-Grant, Cat. Gall. p. 320 (pt., cum subsp. septentr.); 1897, Wilkonsky, Ornith. Faun. of Adsharia, Gooria, and N.E. Lasistan (Russ.), p. 65; 1903, Dresser, Mannal, p. 658 (pt., cum’ subsp. septentr.).

Il tipico Phasianus colchicus abita la parte occidentale della Transcaucasia: i bacini del Rioni e del Chorokh e le coste sud-orientali e orientali del Mar Nero, non più a nord di Sukhum-kale. È completamente separato da tutte le forme affini da catene montuose.

 2. PHASIANUS COLCHICUS SEPTENTRIONALIS  Lorenz (fagiano del nord Caucaso)

Ph. colchicus: 1811, Pallade, Zoogr. tu. P. 83; 1887, gio. Lorenz, Betr. Ornith. Nordseite Kaukas. P. 56; 1893, Ogilvie-Grant, cat. Gallo. P. 320 (pt., cum colchica ave); 1903, Comò, Manuale, p. 658 (pt., cum colch.).

Ph. colchicus L., subsp. septentrionalis: 1888, Th. Lorenz, J.f. O.p. 571 (Kuban, Terek).

Questa forma ben marcata abita i bacini del Kuban, Terek e Kuma fino a circa 2000-2500 piedi, e la costa occidentale del Mar Caspio dalle foci del Volga quasi alla penisola di Apsheron. Nelle parti centrali del suo areale , da Stavropol a Georgievsk, fu sterminata nella seconda metà del diciannovesimo secolo.

3 PHASIANUS COLCHICUS LORENZI subsp. nov. (fagiano del Kura)

Ph. colchicus: 1885, Radde, Ornis Caue. P. 289 (pt.); 1888, gio. Lorenz, J.f. O. pp. 571-2 (Tiflis, “ typiscus ”).

Ph. talischensis; 1893, Ogilvie-Grant, cat. Gall. P. 324 (Alazan R.) (pt., cum Ph. talischensi); 1903, Dressen, Manual, p-660 (pt.).

    

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Il fagiano Kura abita le parti centrali e orientali della Transcaucasia; i bacini del Kura e del basso Araxes, con i loro affluenti fino a circa 750-850 metri di altitudine sopra il livello del mare, ma non la costa del Caspio a nord del Golfo di Kizil-Agatch. È separato dai suoi affini occidentali e settentrionali da alte montagne, ed è forse piuttosto specificamente distinto; molto somigliante Ph. talischensis sud-orientale, ne è certamente solo una sottospecie. Si incontra con quest'ultimo da qualche da qualche parte sulla costa occidentale di Kizil-Agatch.

Propongo di chiamare questa forma in onore del signor Th. C. Lorenz di Mosca, che nel 1888 indicò molto abilmente le sue differenze rispetto ai Ph. septentrionalis e Ph. talischensis, ma sfortunatamente non riuscì a confrontalo col Phasianus colchicus. Altrimenti con la sua solita acutezza e il suo occhio ben allenato li avrebbe certamente separati.

"Phasiano talischensis similis, cum eo a vera colchica ave septentrionalique varietate plumis juguli subacutis caeruleoque angustius marginatis, abdomine non nigro sed latericio-fusco, pectore medio non viridescente sed cupreo-rubro valde differt; a talischensis coloribus pallidioribus alarum caudeque et plumis juguli latius marginatis distinguendus. Habitat ad Curam fluvium Alazanumque in Transcaucasia.”

"Simile al fagiano talischensis, differisce notevolmente dal vero colchico e varietà settentrionale per le piume del collo che sono subacute e più strettamente bordate di blu, l'addome non è nero ma scuro come il mattone, la parte centrale del petto è non verdastro ma rosso-rame; si differenzia notevolmente dal talischen per i colori più chiari delle ali e della coda e le piume del collo sono più bordate "per essere distinte. Vive sui fiumi Cura e Alazani nella Transcaucasia”.

4. PHASIANUS COLCHICUS TALISCHENSIS Lorenz. (fagiano di Talysh)

Ph. colchicus: 1876, Blanford, East. Pers. 11. p. 272 (Reskt, Mazanderan) ; 1885, Radde, Orn. Cauc. p, 289 (pt.).     

Ph. persicus Swz., subsp. talischensis: 1888, Th. Lorenz, J.f. O. p. 572 (Talisch).                                                                                                                                                                    Ph. talischensis; 1893, Ogilvie-Grant, Catal. p. 324 (pt., cum Ph. lorenzi); 1903, Dresser, Manual, p. 660 (subsp. of colchicus).                                                                            Ph. persicus talyschensis: 1896, Zarudny, Orn. Faun. Transcasp. p. 475 (Resht, ? Sari) (Russ.).

Questa forma abita le pianure della costa sud-occidentale del Mar Caspio: Lenkoran (in passato nel khanat di Talysh) e la provincia persiana di Ghilan. Non so quanto a est si estenda lungo la costa meridionale del Mar Caspio. Il signor N. A. Zarudny afferma che due esemplari di Sari (Hastern Mazanderan) sono identici al "talischensis", ma ulteriori indagini potrebbero dimostrare che gli esemplari del Mazanderan sono più o meno distinti. In quest'ultima località si incontrano gli areali di Ph. talischensis e Ph. persicus. Da qualche parte vicino alla costa nord-occidentale di Kizil-Agatch si imbatte in una forma solo subspecificamente distinta, Ph. lorenzi.

Il Ph. talischensis è, naturalmente, più prossimo al Ph. persicus di qualsiasi altro fagiano del gruppo caucasico, ma se ne distingue nettamente per il colore delle copritrici alari (una caratteristica molto costante tra i fagiani occidentali dal groppone rosso), per cui i due devono essere considerati specificamente distinti.

5. PHASIANUS PERSICUS  Sewertzow (fagiano persiano)

Ph. colchicus, var.: 1870, Poelzam, Proceed. Kasan. Soc. Natur. (Russ.), i. p. 140 (nec Linn., 1758).                                                                                                                                  Ph. persicus: 1875, Sewertzow, Bull. Soc. Nat. Mosc. xlvin. 3 (1874, but publ. im 1875), p. 208 (sponda meridionale del Mar Caspian) ; 1893, Ogilvie-Grant, Cat. p. 324; 1896, Zarudny, Orn. Faun. Transcasp. (Russ.), p. 476 ; 1903, Dresser, Man. p- 661.  

Ph. shawi: Elliot, Ibis, 1876, p. 132 (nec Elliot, 1870).                                                                                                                                                                                                                      Ph. komarowi: 1885, Zarudny, Oiseaux de la Contrée Transcasp., in Bull. S. Nat. Mose. Ixi. 1, pp. 277, 822 (Tchirin Tchai, Kizyl-kan) (descr. null.).

​Il fagiano persiano abita la Persia (Iran attuale) nord-orientale e la parte sud-occidentale della provincia transcaspiana, compresi i bacini dell'Atrek e del Gurgen (rr. TchirinTchai, Kizyl-kan, Sumbar, Chandyr, Atrek medio, Kara-su, Gurgen) e la costa sud-orientale del Caspio dalla riva sinistra del basso Atrek all'isola di Ashur-ada e alla penisola di Potemkin. Non so se vada più a ovest nel Mazanderan. Il suo limite meridionale è, con ogni probabilità, i monti Elburz. A nord è delimitato dal basso Atrek R. e dai monti Kopet-Dah; e a est dai monti Darah-gaz, Kalat-i-Nadir e altri, che formano la separazione delle acque tra i bacini dell'Atrek e dell'Heri-rud. Pertanto, sia per la posizione geografica che per l'aspetto esteriore, il Ph. persicus si colloca tra i fagiani caucasici dalle ali scure e dal ventre brunastro e quelli dalle ali bianche ventre marrone-rossiccio del gruppo Ph. principalis.​

6. PHASIANUS PRINCIPALIS Sclater. (fagiano del Murghab)

Ph. principalis: 1885, Sclater, P. Z. S. p. 822 (Bala Murghab) ; 1889, Zarudny, Bull. Soc. Nat. Mosc. p. 813 (pt., cum Ph. komarowi); 1890, Zarudny, Rech. Zool., in B. 8S. N. Mose. p. 309 (pt.); 1893, Ogilvie-Grant, Cat. p. 825 (pt., cum Ph. komarowi) ; 1896, Zarudny, Orn. F. Transcasp. (Russ.), p. 477 (pt., cum Ph. kom.) ; 1903, Dresser, Man. p. 660 (pt.).

Il tipico Ph. principalis abita le parti afghane e russe del bacino del Murghab, oasi di Merv, Yelotan e Pandj-deh, che vanno da N.E. a Repetek, ma non si trova nella valle del Kushk. ​I deserti del N.E. separano questa forma dalla specie ben differenziata Ph. zarudnyi e dai fagiani dal ventre nero. Dal suo affine più prossimo, Ph. komarowi, è separato dal deserto a ovest e dal Paropamisus a sud-ovest. Non so se si estenda più a est, nella valle del Sangalak. 

7. PHASIANUS PRINCIPALIS KOMAROVI  Bogdanov (fagiano di Tejend)

Ph. komarovi : 1886, Bogdanow, Bull. Ac. Sc. St. P. xxx. p. 356 (Askhabad).

Ph. principalis: 1889, Zarudny, Bull. 8. N. Mose. p. 813 (pt., cum Ph. prince. vero); 1890, Zarudny, Rech. Zool., in Bull. S.N.M. p. 309 (pt.) ; 1893, Ogilvie-Grant, Cat. p. 325 (pt.); 1896, Zarudny, Orn. F. Transcasp. (Russ.), p. 477 (pt.); 1903, Dresser, Manual, p. 660 (pt.) ; 1903, Zarudny, Birds of Eastern Persia (Russ.), in Mém. Géogr. gén. I. Ryss. G. Soc. xxxvi. 2, p. 76 (Heri-rud).

Questa forma abita il bacino del fiume Tejend (fiume Heri-rud o Harirud) e i rivoli che scorrono dalle pendici del Darah-Gaz e del Kalat-i-Nadir alle pianure del Tejend 1*): Dushak, Kaahka e Lutfabad. Nel 1898 il signor Zarudny lo trovò abbastanza numeroso sull'Heri-rud, tra Pash-Robat e Kafir-Kala, ma non è stato ancora rintracciato più a sud-est. Ad Ahal-Teke è ora estinto, però si estende a ovest solo fino a Baba-Durmas, circa 75 chilometri a est da Askhabad in treno. Il suo areale è delimitato dalle sabbie del Kara-Kum a nord, dalla separazione delle acque dei bacini del Mar Caspio e dell'entroterra a ovest, sud-ovest e sud; dal Paropamisus a nord-est e da una stretta fascia di pianure aride a est, dove ha la sua casa il quasi simile, ma complessivamente distinguibile, Ph. principalis typicus.

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Il fagiano Tejend fu scoperto nel 1883 dall'infaticabile viaggiatore Zarudny, per il quale le tempeste politiche allora prevalenti nel paese turcomanno non rappresentavano un ostacolo al lavoro scientifico; ma le note che inviò con la pelle al defunto Prof. Bogdanow non furono pubblicate fino al 1886. Nel frattempo il signor Sclater aveva descritto nel 1885 il fagiano Murghab quasi affine, Ph. principalis, che fu erroneamente identificato con il fagiano Askhabad del signor Zarudny. Sono molto simili, è vero, ma la forma occidentale (Askhabad-Tejend) è abbastanza riconoscibile (come lo stesso signor Zarudny ha poi ammesso) dalla lucentezza verdastra delle macchie nere sui fianchi, che non si vede negli uccelli Murghab (ne ho studiati una dozzina di questi ultimi), se vengono esaminati, come è mia abitudine, con la testa rivolta alla luce e tra l'osservatore e la luce. Questa caratteristica è stata notata nella diagnosi del Prof. Bogdanov (‘‘ plumis singulis in corporis lateribus aurantiacis, fascia lata terminali viridi-nigra ornatis”’). Questa differenza tra la lucentezza verdastra e quella viola-blu non è certamente sorprendente, ma ritengo comunque che soggetti riconoscibilmente differenti, dovrebbero avere nomi diversi, e penso che il nome di Bogdanov "komarowi" dovrebbe essere usato per il fagiano di Tejend, sebbene lo stesso signor Zarudny nel 1885 (cfr. supra) abbia identificato erroneamente il Ph. persicus di Severtzov da Tchirin-Tchai e Kizyl-Kan con la sua forma di Askhabad, e lo abbia chiamato "Ph. komarovi", senza, tuttavia, darne una descrizione.

Per coloro che ritengono che questo errore invalidi il nome "komarowi", propongo di chiamare il fagiano Tejend Phasianus principalis bogdanovi.​

Commento personale:- Non ho motivo per dubitare di quanto argomentato da un professionista come Buturlin. Sicuramente, in certe condizioni di luce gli esemplari da lui esaminati mostravano le iridescenze verdastre, ed in alcune immagini parrebbero palesarsi su alcune piume, ma nel contempo, convengo che sia troppo poco per distinguere specificatamente una forma poiché, allora, dovremmo trattare allo stesso modo, ad esempio, il Phasianus c. shawi, strauchi, torquatus ecc. 

 

 1*)  Tejen: città-oasi nel deserto del Karakum, nella provincia di Ahal del Turkmenistan. 

Il fiume Heri-rud o Harirud o Tejen in Turkmenistan nasce nella parte orientale della provincia di Ghor (Afghanistan), sui monti Baba, parte delle estensioni del sistema montuoso dell'Hindu Kush. Scorre, seguendo un corso relativamente rettilineo verso ovest, per 1.100 chilometri dalle montagne dell'Afghanistan centrale al Turkmenistan, dove forma l' oasi di Tejen per poi scomparire nel deserto del Karakum. Lungo il suo corso inferiore, segna una parte del confine settentrionale tra Afghanistan e Iran mentre  a sud-est un tratto di quello tra Turkmenistan e Iran.

8. PHASIANUS PRINCIPALIS ZARUDNYI  nom. nov. (fagiano di Zarudny)

Ph. principalis: 1891, Zarudny, Nota su una nuova varietà di fagiano (Ph. principalis Sclat. var. klossowskii Tarn.) (Russ.), p. 2 (Daragan-Ata).

Ph. medius: 1896, Zarudny, Ornith. Fauno. Transcasp. (Russo), pag. 481 (da Khiva a Chardjui) (nec Ph. medius Milne-Edwards, 1870, Ois. foss. Fr. i. p. 242).

L'areale del fagiano di Zarudny è limitato alla valle del medio Amu Daria (Oxus), da Petro-Alexandrovsk, nella parte meridionale di Khiva, a Chardjui, e forse un po' più in alto lungo il fiume.

A nord-ovest il suo areale si sovrappone quello di Ph. chrysomelas, come anche probabilmente col Ph. bianchii nel sud-est, da qualche parte tra Chardjui e Karki, ma non ha bisogno di un confronto ravvicinato con questi uccelli dal ventre nero e dal petto verde. Al suo vicino nord-orientale, Ph. zerafshanicus, il fagiano di Zarudny è più affine di qualsiasi altro soggetto dal ventre rossiccio (più vicino nell'aspetto, così come nell'areale), ma lo è ancora di più al Ph. komarovi e, a quanto pare, solo subspecificamente distinto da esso , i punti di differenza sono ampiamente mostrati nella tavola sinottica.

Il signor Zarudny raccolse circa sedici esemplari di questa forma e lo descrisse  (col nome di Ph. medius, sfortunatamente già utilizzato), confrontandolo punto per punto col Ph. chrysomelas, Ph. principalis e Ph. klossowskii (=zerafshanicus). Per questa descrizione il signor M. A. Menzbier ha aggiunto una nota a piè di pagina, affermando che il fagiano di Zarudny è del tutto identico al Ph. principalis o, se distinguibile, non ha bisogno di un nome particolare, essendo solo un incrocio tra Ph. principalis e Ph. chrysomelas.  

Sembra piuttosto avventato negare le pretese di un soggetto ad essere distinto sulla base del fatto che potrebbe essere, o non essere, indistinguibile da qualche altra forma. Ma, in effetti, Ph. zarudnyi è una forma molto ben differenziata. Per quanto riguarda l'incrocio, è abbastanza probabile che Ph. chrysomelas possa talvolta, ai confini di Khiva, incrociarsi con Ph. zarudnyi, come fa, di fatto, con Ph. mongolicus turcestanicus sulle rive orientali del Mar d'Aral. Tuttavia M. Menzhbier non nega che Ph. chrysomelas e Ph. mongolicus possano aver bisogno di nomi separati. E l'ibridazione su larga scala non è provata ed è altamente improbabile.

Per produrre ibridi è necessario che, da qualche parte, due specie si incrocino tra loro, e quindi i gli areali devono essere molto vicini per consentirgli di interagire frequentemente nel caso di uccelli sedentari come i fagiani. Certamente Ph. zarudnyi è in qualche modo intermedio tra Ph. principalis komarovi e Ph. zerafshanicus (non Ph. chrysomelas), ma un evoluzionista dovrebbe trovare una spiegazione più plausibile del fatto, invece di inventare l'ipotesi un po' ridicola che un'area piuttosto vasta sia abitata esclusivamente da ibridi. Da Chardjui a Petro-Alexandrovsk, una distanza di circa 370 chilometri in linea retta, non si incontrano sia il Ph. principalis typicus, che il Ph. komarowi, né tantomeno Ph. zerafshanicus, e molto pochi (se non nessuno) Ph. chrysomelas. Quindi possiamo dare per scontato che Ph. zarudnyi, qualunque sia il suo pedigree in epoche molto tempo fa, si propaga ora inferisce e riproduce fedelmente.

9. PHASIANUS ZERAFSHANICUS  Tarnovyski (fagino dello Zerafshan)

Ph. zerafshanicus : 1891, Tarnovski, Field, lxxvii. p. 409 ; 1893, Ogilvie-Grant, Catal. p. 326.

Ph. klossovskii: 1891, Tarnovski, 1. c.; 1896, Zarudny, Orn. Faun. Transcasp. (russ.), p. 483.

Ph. principalis, var. klossowskii: 1891, Zarudny, Note on a new Subspecies of Pheasant (Russ.), p. 1.

Ph. tarnovskii : 1892, Seebohm, P. Z.S. p. 271.

Ph. zarafschanicus : 1903, Dresser, Man. p. 661 (subsp. of Ph. persicus).

Il fagiano Zerafshan è stato piuttosto sfortunato nella sinonimia. Il suo areale è limitato alla valle di Zerafshan a Buchara, così che è il rappresentante più orientale del piccolo gruppo di fagiani dal ventre rossiccio, e non è affatto strettamente affine al  Ph. mongolicus, sebbene abbia un collare bianco appena visibile, o del Ph. persicus, nonostante assomigli in qualche modo a quest'ultimo per il colore del petto.

A nord la separazione delle acque dello Zerafshan e del Syr-Daria funge da limite tra questo uccello e il Ph. turcestanicus, con il suo ventre nero, le ali grigiastre e il collare largo (per non parlare di altri punti di dissimilarità), e a sud i monti Gissar lo separano dal Ph. bianchii con il suo ventre nero e la gola verde-nerastra. A ovest il suo areale si avvicina a quello del Ph. zarudnyi, poiché in periodi di forti inondazioni lo Zerafshan raggiunge l'Amur-Daria. Ma, per quanto ne so, questi due uccelli sono specificamente distinti, poiché il Ph. zerafshanicus sembra sempre essere riconoscibile a colpo d'occhio dai membri del gruppo del Ph. principalis per il suo collare e la colorazione del petto. Nel Museo del mio amico Barone Harald Loudon ho esaminato esemplari provenienti dalla parte più occidentale del suo areale, e non differiscono dai miei esemplari di Siadin e da altri che ho visto da parti ancora più orientali della valle dello Zerafshan.

10. PHASIANUS CHRYSOMELAS  Severtzov  (fagiano di Khiva)

Phasianus, nova sp.: 1875, Bogdanov, Transact. Soc. Natur. St. Petersb. (Russ.), vi. p. Ixxxvi (Khiva),                                                                                                                          Ph. chrysomelas: 1875, Severtzov, Bull. S. N. Mose. xlviii. 3 (dated 1874, but not issued till 1875), p. 207 (AmuDaria) ; id. J. f. O. p. 225 (sine descr.) ; 1893, Ogilvie-Grant, Cat. p. 327; 1896, Zarudny, Orn. Faun. Transcasp. (Russ.), p. 479; 1903, Dresser, Man. p. 662.                                                                                                                          Ph. dorrandti : 1875, Severtzov, J. f. O. p. 225.                                                                                                                                                                                                                                  Ph. oxianus : 1875, Severtzov 1. ¢.                                                                                                                                                                                                                                                          Ph. insignis: 1876, Elliot, Ibis, p. 182 (nec. Elliot, 1870)

Il fagiano di Khivan abita il delta dell'Amu-Daria e le parti inferiori della sua valle, e l'oasi di Khiva. A ovest ed a sud il suo areale è delimitato dall'Ust-Urt e dalle sabbie aride del Kara-Kum. A sud-est, dai confini di Khiva fino a Chardjui, è davvero molto raro, se non del tutto assente, essendo sostituito dal Ph. zarudnyi dal ventre rossiccio e dal petto viola. A nord-est si incontra da qualche parte sulle rive del Mar d'Aral con il Ph. turcestanicus, una forma dal collare largo del Ph. mongolicus. Sig. Ogilvie-Grant (l. c.), citando Th. Pleske (Mém. Ac. Se. St. P. xxxvi. n. 3, p. 48), aggiunge “Kasalinsk” come località, ma il signor Pleske afferma espressamente che i suoi uccelli, sebbene acquistati a Kasalinsk sul Syr-Daria, erano stati portati dall'Oxus.​ 

11. PHASIANUS CHRYSOMELAS BIANCHII   subsp. nov. (fagiano di Bianchi)

"?” Ph. chrysomelas: 1886, Bianchi, Zur Ornis der westlichen Auslaufer des Pamir und des Alai, in Mél. biol. t. xii. 1. 5, p. 677 (Kafirnagan, Wachsch) ; ? 1896, Zarudny, Orn. Faun. Transcasp. (Russ.), p. 480 (? pt., Karki).

“..Phasiano chrysomelani simillimus, sed pectore juguloque valde obscurioribus, plumarum margine virescenti-nigro latiore, area preapicali autem fulvo- aurea miuore ; colli plumis albo minus variegatis..”

“..Molto simile al chrysomelas, ma il petto e la gola sono molto più scuri, il margine delle penne è più largo e la zona preapicale è più giallo-dorata; Le piume del collo sono meno variegate di bianco..”

Questo fagiano abita le parti superiori del bacino dell'Oxus. I signori Grum-Grzimailo, durante i loro viaggi nelle montagne di Buchara nel 1885, lo incontrarono nelle valli di Kafirnagan (Dschidda-bach) e Wachsch (Kurgan-Tjube). Il dott. V. L. Bianchi ha sottolineato le sue differenze dall'uccello Khivan, ma non lo ha separato, sulla base del fatto che il Ph. chrysomelas varia molto anche nella sua località tipica. Ma le esplorazioni del signor Zarudny ora rendono evidente che l'intervallo del Ph. chrysomelas, nel suo insieme, non è contiguo, ma è ampiamente interrotto nel mezzo della valle dell'Amu-Daria, dove si incontra solo il Ph. zarudnyi. Questo isolamento geografico rende consigliabile distinguere subspecificamente la forma dell'Oxus superiore.

Gli esemplari (uccisi a maggio) portati a casa dai signori Grum-Grzimailo hanno un piumaggio un po' usurato e negli esemplari freschi le principali differenze dalla forma tipica (così come dal Ph. shawi) sarebbero più evidenti. A nord, est e sud la casa del Ph. bianchii è limitata da alte montagne: il Gissar, l'Alai, il Pamir e l'Hindu-kush. A ovest il suo limite non è ancora del tutto accertato. Suppongo, tuttavia, che le femmine e i pulcini incontrati da N. A. Zarudny e A. L, Iashtchenko nella valle dell'Oxus, da Biy-kala fino a Kelif, e il maschio ricevuto dal signor Zarudny da Karki, apparterrebbero a questa sottospecie. Quindi da qualche parte tra Karki e Chardjui l'areale del Ph. bianchii incontra o in qualche modo si sovrappone a quello del Ph, zarudnyi.                         

12. PHASIANUS SHAWI Elliot  (fagiano dello Yarkand)

Ph. shawi: 1870, Eliot, P. Z.S. p. 403 (Yarkand) ; 1875, Scully, Str. Feath. in. p. 483; 1891, Sharpe, Sec. Yark. Miss. p. 120; 1893, Ogilvie-Grant, Cat. p. 826; 1903, Dresser, Man. p. 660.                                                                                                                                                                                                                                                                                  Ph. insignis: 1870, Elliot, P. Z. S. p. 404 (Yarkand) ; 1875, Scully, Str. Feath. iii. p. 433.                                                                                                                                                        Ph. chrysomelas: 1877, Elliot, Str. Feath. v. p. 198 (nec Severtzov, 1875).

Il Phasianus shawi abita la parte occidentale del Turkestan cinese, le valli di Khotan-Daria, Yarkand-Daria e Kashgar-Daria, le parti superiori del Tarim e le parti inferiori della valle di Aksu. Non si estende in alto nelle parti montuose delle valli e la strada carovaniera da Sanju a Kashgar costituisce il suo limite sud-occidentale.

La catena innevata di Tian-Shan funge da limite tra questo fagiano dalle ali bianche più orientale e i suoi vicini settentrionali e nord-occidentali: il Phasianus mongolicus e Phasianus turcestanicus dalla gola color rame, collare bianco e ali grigio-argentate. Le enormi masse del Pamir e dell'Alai lo separano dal Phasianus bianchii dell'Oxus superiore, che è meglio differenziato dal Phasianus shawi rispetto al tipico Phasianus chrysomelas con le sue penne del petto dai margini più stretti.

A est non ha limiti ben definiti e da qualche parte nella valle del Tarim centrale deve incontrare il Phasianus tarimensis dalle ali sabbiose. Non è improbabile che il Phasianus shawi sia differenziato subspecificamente in alcune parti del suo vasto areale, e forse il Phasianus insignis è leggermente distinto, ma sono necessari ulteriori materiali per decidere questi punti. 

13. PHASIANUS MONGOLICUS  Brandt  (fagiano kirghiso.)

Ph. torquatus: 1841, Karelin, Bull. S.N. Mosca. P. 561 (Tarbagatai) (nec Gmel., 1788).                                                                                                                                                        Ph. mongolicus: 1844, Brandt, Bull. Ac. Se. San P. iii. p-51 (Altai); 1891, Alphéraky, Kuldja e Tian-Shan (Russo), pp. 5, 17, 19, 22, 29, 48, 89, 98, 153; 1899, Kozlow, Risultati della spedizione I. R. G. S. in C. Asia, 1893-95 (Russ.), 11. p. 5; 1903, Dresser, Man. p. 665 (pt., cum turcestanica ave).                                                                          Ph. brandti: 1901, Rothschild, Bull. B. O. C. vol. xii. p. 20 (ritirato nel 1903 dall'autore).

Il Phasianus mongolicus è stato nominato, come spesso accade, in base al principio lucus a non lucendu, poiché non abita la Mongolia, ma il paese kirghiso nelle parti nord-orientali del Turkestan russo (provincia di Semiretshensk e parte di Semipalatinsk) e la provincia cinese di Kuldja, ovvero i bacini dei laghi Issyk-kul, Balkash, Ala-kul e Zaisan, con i loro affluenti. Circa 48° a 48 e mezzo° Nord, è il suo limite settentrionale; a est si estende nel Tian-Shan in alto fino alle valli di Tekes e Kunges, affluenti dell'Ili.

A sud-est il Tian-Shan funge da confine tra il nostro uccello e Ph. shawi, a sud-ovest i monti Alexander e Karatau formano un confine simile tra esso e Ph. turcestanicus. A est, parti delle catene del Tian-Shan, dell'Alatau e del Tarbagatai lo separano dal Ph. semitorguatus strettamente correlato, e a nord-est l'Ektagh Altai lo divide dal Ph. hagenbecki, che appartiene al gruppo orientale di fagiani dal groppone grigio. Non posso dire se sia limitato a ovest dalle sabbie di Muiun-Kum e dalla steppa di Hunger. Nella parte meridionale della provincia di Turgai si trovano i fagiani (M. N. Aristow, in litt.), ma non avendo ancora ricevuto pelli, non posso decidere se appartengano a questa o alla forma  seguente.

14. PHASIANUS MONGOLICUS TURCESTANICUS Lorenz. (Turkestan Pheasant.)

Ph. colchicus: 1823, Lichtenstein, Naturh. Anh. to Eversmann’s Reis. Buchar. p. 133 (Kuwan-Darja, JanDarja) (nec Linn., 1758) ; 1866, Eversmann, Natural History of the Orenburg country (Russ.), i. p. 350 (var. torque colli alba, Aral).                                                                                                                                                                                            Ph. mongolicus : 1873, Sewertzow, Vertic. and Horizont. Distribution of Turkest. Animals (Russ.),in Transac. I. 8. F. N. A. E. v. viii. pt. 2, p. 68 (nec Brandt, 1844); 1893, Ogilvie-Grant, Cat. p. 8328 (nee Brandt) ; 1897, Stolzmann, Bull. S. N. Mose. n. 1, p. 78 (vec Br.); 1903, Dresser, Manual, p. 665 (pt., cum typ.).                              Ph. mongolicus turcestanicus ; 1896, Lorenz, Orn. Mon. p. 189 (Syr-Daria).

Questo fagiano attraversa il Turkestan russo, dalle coste nord-orientali del Mar d'Aral lungo la valle di Syr-Daria fino a est di Gulcha, una valle nell'Alai a circa 5000 piedi di altitudine e circa 140 chilometri a sud di Osh.

Il suo areale è delimitato da parti dei monti Tian-Shan e Alai a sud-est e dai monti Alai e Gissar a sud, queste catene lo separano da Ph. shawi, Ph. bianchii e Ph. zerafshanicus. A ovest le sabbie di Kysyl-Kum lo separano da Ph. chrysomelas, ma sulle coste del Mar d'Aral i loro areali si incontrano. A nord-est i monti Karatau, Alexander e Terskentau formano il suo confine con il strettamente alleato, ma perfettamente distinguibile, Ph. mongolicus.

15. PHASIANUS MONGOLICUS SEMITORQUATUS  Severtzov (fagiano dzungarico)

Ph. semitorquatus : 1875, Sewertzow, Ibis, p. 491 (N.E. of Kuldja); 1893, Ogilvie-Grant, Cat. p. 829 ; 1896, Lorenz, Orn. M. p. 190 (Manas, Chiho); 1903, Dresser, Man. p. 665 (subsp. of Ph. mong.).                                                                                                                                                                                                                                                          Ph. mongolicus semitorquatus : 1892, Pleske, Bull. Ac. St. P. xiii. p. 295 ; 1899, Kozlow, Res. I. R. G. S. Exp. Centr. As. (Russ.), 1. p. 286.

Questo fagiano, molto più affine al tipico Ph. mongolicus che al Ph. turcestanicus, abita la parte meridionale di Dzungaria, verso ovest fino al bacino del lago Ebinor e verso est fino a Guchen.

Il Tian-Shan forma il suo confine meridionale, dall'altro lato del quale si trova il Ph. tarimensis, e a sud-ovest, ovest, nord-ovest e nord è diviso dai monti Boro-Khoro e Alatau dal tipico Ph. mongolicus.​

16. PHASIANUS TARIMENSIS  Pleske (Tarim Pheasant.)

Ph. shawi: 1877, Przewalski, Proc. Imp. Russ. Geogr. 8. (Russ.) xii. p. 275 (Lob-nor) (nec Eliot, 1870).                                                                                                                          Ph. tarimensis : 1883, Przewalski, From Zaissan through Khami to Tibet (Russ.), p. 95 (descr. nulla) ; 1888, Pleske, P. Z. 8S. p. 415; 1893, Ogilvie-Grant, Cat. p. 327; 1899, Kozlov, Res. Imp. Russ. Geogr. S. Exped. C. As. (Russ.) 11. pp- 74, 286 (Konche-Daria) ; 1903, Dresser, Man. p. 662 (subsp. of Ph. persicus).

Questo fagiano è confinato alle parti orientali del Turkestan cinese, vale a dire il Tarim inferiore e Cherchen-Daria e i laghi Bagrach-kul e Lob-nor. Fu scoperto da Przewalski, ma, per quanto ne so, la sua prima descrizione fu pubblicata da Pleske.

Dal Ph. vlangali a sud-est è diviso dall'enorme muro dell'Altyn-Tag, e dal Ph. semitorquatus a nord e dal Ph. mongolicus a nord-ovest dalle catene ugualmente alte del Tian-Shan. A est le sabbie del Kum-Tag formano il suo confine dal Ph. satscheuensis dal groppone grigio, e a ovest, da qualche parte sul Tarim centrale, il suo areale si fonde con quello del Ph. shawi dal groppone rossiccio.

Nel suo aspetto Ph. tarimensis, con la sfumatura verdastra-brunastra sul groppone, sembra in qualche modo intermedio tra gli uccelli occidentali dal groppone rosso rame e quelli orientali dal groppone grigio oliva; ma è evidentemente molto più strettamente imparentato con il primo gruppo nominato, specialmente con Ph. shawi, distinguendosi da tutti  i suoi vicini per le copritrici alari giallo-marroni:- Ph. shawi le presenta bianco-giallastre o fulvo molto chiaro, Ph. mongolicus bianco-grigiastre argentate, Ph. vlangali grigio cenere leggermente venato di verdastro e Ph. satscheuensis grigio lavanda.

17. PHASIANUS SATSCHEUENSIS  Pleske (fagiano di Sachiow)

Ph. satscheuensis : 1888, Przewalski, From Zaissan through Khami to Tibet (Russ.), p. 95 (descr. nulla) ; 1892, Pleske, Bull, Ac. St. P. xii. p. 296 ; 1899, Kozlow, Res. I, Rus. Geo. S. Exp. C. As. (Russ.) 11. pp. 107, 113, 286.                                                                                                                                                                                                                  Ph. shawi: 1888, Seebohm, P. Z. 8. p. 415 (pt.).                                                                                                                                                                                                                                  Ph. satscheunensis: 1893, Ogilvie-Grant, Cat. p. 333.                                                                                                                                                                                                                    Ph. satchuensis: 1903, Dresser, Man. p. 667 (subsp. of Ph. torquatus).

L'areale di questa forma è limitata all'oasi di Sachiow e suoi dintorni sui pendii settentrionali del NanShan, e alle valli di Dan-khe e Su-lei-khe (Bulunzir) fino a 2130 metri sul livello del mare, e lago Hala-chi. Fu scoperto e nominato da Przewalski, ma venne descritto da Pleske*. Numerose e molto interessanti note biologiche sono state aggiunte dal signor P. K. Kozlow.

Il fagiano di Sachiow è facilmente distinguibile non solo dal suo vicino occidentale Ph. tarimensis, ma anche da Ph. viangalii e Ph. strauchi, che si trovano dall'altro lato del Nan-Shan, per il suo colore pallido generale e il collare bianco, e da Ph. holdereri, che si trova molto lontano a est, per le scapolari con margini brunastri, le ali coperte di grigio e altri particolari.

* Non ho consultato l'edizione tedesca di "Viaggi in Tibet" di Przewalski, poiché non ce ne sono copie nelle biblioteche dell'Accademia delle scienze o della Società geografica, ma, per quanto ne so, è una traduzione letterale dal russo.

18. PHASIANUS FORMOSANUS  Elliot (fagiano di formosa)

Ph, torquatus : 1863, Swinhoe, Ibis, p. 401 (pt.).                                                                                                                                  Ph. formosanus: 1870, Elliot, P. Z. S. p. 406; 1877, David et Oustalet, Ois. Chin. p. 710; 1893, Ogilvie-Grant, Cat. p. 333.

Questa forma vive sull'isola di Formosa (attuale Taiwan) e presenta molti caratteri che la distinguono dai fagiani dal collare continentali. Compresa la sua iride dichiarata bianca, non gialla 1*)

È stato affermato che esemplari con i fianchi chiari simili si incontrano talvolta in Cina e Corea, ma ciò è alquanto dubbio. Tutti gli uccelli coreani che ho visto o sentito (Mr. Ernst Hartert, in ditt.) sono più scuri dei più scuri fagiani dal collare cinesi (di recente li ho chiamati Ph, karpowi). Certamente nelle parti più settentrionali della Corea può esserci Ph. ussuriensis e gli esemplari "cinesi" chiari possono rivelarsi Ph. alpherakyi della Manciuria settentrionale; ma queste due forme  non hanno nulla a che fare con Ph. formosanus o con gli altri veri fagiani dal collare cinesi, essendo piuttosto diversi nello specifico. Gli ornitologi sono riusciti a creare nei fagiani dal collare bianco orientali una “ragout fin” 2*) tale da renderla difficilmente digeribile.

1* Commento personale:- Perlomeno da quello che suggerisce l'esaminazione di un notevole numero di foto, l'iride bianca parrebbe una definizione  eccessiva in quanto si mostra sicuramente più chiara rispetto a quelle presentate dalle forme continentali, in una variazione che va dal giallo paglierino molto chiaro a giallo nella tonalità quasi tradizionale.                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                      2*) Nota:- Il Ragout fin (in francese ragù raffinato) richiede richiede una lunga preparazione La sua origine in Francia non è confermata e sembra che sia stato creato dagli immigrati ugonotti a Berlino. Un piatto simile è noto nella Germania dell'Est come Würzfleisch, che usa carne di maiale o pollo al posto del vitello.

Formosanus - Zhiben Wetland IBA--Zhiben Wetland-Pond, Taitung County, Taiwan 14-03-22 - Yi
Formosa chiaro - Tainan--Guiren TSC Shalun Farm Southern Pasture)), Tainan City, Taiwan 07

19. PHASIANUS ALPHERAKYI sp. nov. (fagiano sungariano)

Ph. colchicus: 1811, Pallas, Zoogr. 11. p. 83 (nec L., 1758) (“ varietas torque alba in Mongolorum desertis’’).                                                                                                            Ph. torquatus : 1860, Schrenck, Vog. Amurl. p. 402 (pt., Amoor, but not Macao in 8.E. China) ; 1863, Radde, Festl. Orn. 8S. O.-Sib. p. 303 (pt.) ; 1877, David et Oustalet, Ois. Chin. p. 409 (pt.: var. A”) ; 1893, Taczanowski, Faun. Orn. Siber.Ors;.1n .Méem:Ac. St.".P: sér. 7, xxxix: p..785 (pt.)); Ogilvie-Grant, Cat. p. 331 (pt.).          Ph. torquatus mongolicus : 1901, Rothschild, Bull. B.O.C. xli, p. 21 (nec Brandt, 1844), subsequently withdrawn by the author (pt., cwm Ph. karpow?).                           Ph. torquatus pallasi: 1903, Rothschild, Bull. B. O. C. xill. p. 43 (pt., cum Ph. karpowi).                                                                                                                                                        Ph. hayenbecki : 1903, Tegetmeier, Field, vol. ci. p. 775; id. vol. cii. p. 232; 1904, Tegetmeier, Pheasants, p. 190 (figura bona) (nee Rothschild, 1901).

“..Pallidus, torque integra alba latissima, superciliis latis et longis maculaque postoculari albis; pileo uropygioque cyaneo-olivascentibus obsolete virenti nitore, scapularibus margine castaneo-rubiginoso, juguli plumis angustissime ceruleo-nigro marginatis, tectricibus alarum ex majore parte cerulescenti-canis. Habitat in Manchuria centrali, circa Sungari fluvium..”

"..Pallido, con un colletto bianco molto largo e ininterrotto, sopracciglia larghe e lunghe e una macchia bianca dietro gli occhi; Il cappello e l'uropigio sono di colore ciano-oliva con una vecchia lucentezza verdastra, le scapolari sono di colore castagna-rossastro con margine, le guance sono strettamente orlate di un nero-ceruleo, le elitre sono per la maggior parte grigio-ceruleo. Habitat, Manciuria centrale, circa fiume Sungari .."

Il Phasianus alpherakyi abita le parti centrali e settentrionali della Manciuria e probabilmente la Mongolia nord-orientale. È abbondante nel Sungari centrale e grandi quantità di questi uccelli sono state portate negli ultimi due anni nei mercati di Mosca, San Pietroburgo e Londra da Kharbin (Th. C. Lorenz, in litt.). Si estende verso est fino al lago Khanka, da dove proviene un esemplare della mia collezione, ma non fino all'Ussuri e costa del Mar del Giappone, dove è stato sostituito dal strettamente affine Ph. ussuriensis. Si estende a nord fino alla foce del Sungari e alle parti vicine della valle di Amoor (Amur) fino a Ekaterino-Nikolsk a 48° latitudine nord. Quindi l'Amoor (Amur) e i piccoli monti Khinghan formano il suo limite settentrionale. A sud, da qualche parte vicino a Ghirin, il suo areale si fonde con quello del sorprendentemente diverso Ph. karpowi della Manciuria meridionale e Corea. Più a ovest si trova vicino a Tsitsikar, ma attualmente non si trova sui fiumi Dalai-Nor e Argun (come ai tempi di Pallas), e suppongo che i grandi monti Khinghan ne limitino qui l'areale. Pallas menziona il fiume SharaMuren (affluente di Lao-khe?) come sua località, ma molto probabilmente era male informato, poiché la forma del Shara-Muren è Ph. kiangsuensis.

È molto fastidioso essere obbligati ad aggiungere altri nomi alla lista già sovraccarica di sinonimi ornitologici e rinominare la forma descritta un secolo fa con la chiarezza e l'esattezza consuete all'impareggiabile genio di Pallas, ma non vedo altra via d'uscita. Pallas, sfortunatamente, non gli attribuì alcun nome e il tentativo del signor Rothschild di usare parte della narrazione di Pallas come nome è stato rapidamente abbandonato dallo stesso autore.

Usare l'infelice nome di Gmelin "Ph. torquatus" è del tutto fuori questione: la sua diagnosi [Syst. Nat. xii. ed. 1788, 1, pt.i. p. 744: "torquatus, B. Ph. torque albo"] riguarda solo il colletto bianco, ma in Cina e nei paesi limitrofi (Mongolia, Ussuri-land, ecc., che facevano parte dell'Impero cinese al tempo di Gmelin) si trovano almeno nove diverse forme di fagiani con collare, sei di loro (Ph. hagenbecki, Ph. alpherakyi, Ph. karpowi, Ph. formosanus, Ph. satscheuensis e Ph. holdereri) abbastanza distinte specificamente; e non includo qui Ph. mongolicus, che in realtà abita una parte dell'Impero cinese (Kuldja e Dzungaria).

Gmelin non indica alcuna località per il suo "Ph, torquatus", e Latham, citato da Gmelin, nomina varie province della Cina e della Mongolia. Evidentemente è del tutto impossibile decidere che tipo di fagiano fosse il Ph. torquatus di Gmelin. Il signor Rothschild e molti altri pensano che il suo tipo fosse un esemplare della Cina meridionale. Seebohm e Bianchi sono inclini a considerarlo come tipico mongolo nord-orientale, ma tutto questo rimane e deve rimanere solo una supposizione, e "Ph. torquatus" di Gmelin può essere citato solo come "sinonimo in partibus" sotto Ph. alpherakyi, Ph kiangsuensis e Ph. gmelini.

Autori recenti menzionano attraverso il nome di Gmelin diverse specie piuttosto distinte, poiché il Ph. alpherakyi della Manciuria settentrionale non può essere considerato conspecifico dei fagiani con collare della Cina meridionale e del Kastern. Non solo è piuttosto diverso nel colore generale, molto pallido persino in confronto agli esemplari moderatamente brillanti di Ph. gmelini di Foo-chow, ma diversi altri caratteri nettamente marcati lo distinguono, ad esempio, il collare largo ininterrotto, la macchia post-oculare bianca, ecc.; e non ci sono forme intermedie, poiché gli altri fagiani dal collare di colore chiaro, che abitano aree molto remote, non condividono questi caratteri, ma possiedono le proprie caratteristiche che sono altrettanto nettamente definite.

Ultimo, ma non meno importante, il nome ben scelto dal signor Rothschild "Ph. pallasi" deve purtroppo essere rifiutato, in quanto inequivocabilmente basato su due specie distinte.

Il signor Rothschild indica come area di distribuzione del suo Ph. torquatus mongolicus (successivamente rinominato da lui Ph. torquatus pallasi) "N.E. Mongolia, Amur e Corea", e la sua descrizione conferma il fatto che aveva esaminato sia esemplari dell'Amurland, cioè il mio Ph. alpherakyi o la sua forma orientale, così ben descritta da Pallas, quanto fagiani coreani, descritti da me alcuni mesi fa con il nome di Ph. karpowi.                                                                                                                        La descrizione del signor Rothschild è la seguente: "…Corona  e occipite marrone oliva anziché verde oliva [come in Ph. kiangsuensis; questo punto è evidentemente riferito agli esemplari dell'Amur, poiché le sopracciglia dei coreani non sono così larghe e lunghe, ampiamente interrotte nella parte anteriore e tinte nelle parti superiori non di un color camoscio brunastro, in effetti un color camoscio brunastro molto pallido, ma di un color ruggine scuro o rosso-marrone] , con una fascia verde quasi completa sotto al collare bianco [carattere puramente individuale, che in seguito convinse il signor Rothschild (il signor H.E. Hartert, in litt.). I fianchi sono in color cuoio più scuro [che negli esemplari di Shangai: questo vale solo i coreani, essendo il Ph. karpowi in effetti il ​​più scuro tra tutti i faggiani dal collare; ma gli individui dell'Amur presentano i fianchi con una colorazione molto più pallida rispetto a quelli dal collare di Kalgan, Shanghai o persino Foo-chow], nelle penne del petto i bordi viola sono molto più stretti o obsoleti. Il groppone mostra una colorazione oliva brunastro anziché blu lavanda verdastro, ed i lati dello stesso, arancione sporco [ciò è vero negli uccelli coreani, il groppone è oliva molto brunastro, mentre quello dell'uccello Amur è blu lavanda molto più verdastro]. Ampi bordi delle scapolari in rosso cioccolato più opaco [abbastanza realistico per la forma coreana, ma quelli dell'Amur) mostrano scapolari un po' più pallide rispetto al Ph. kiangsuensis.”] Il signor Rothschild aggiunge: “La forma coreana potrebbe rivelarsi una terza sottospecie, poiché alcuni soggetti mostrano i fianchi molto pallidi.” Come ho appena affermato, tutti gli esemplari di Amur (il vero Ph. alpherakyi e la sua sottospecie orientale Ph. ussuriensis) presentano i fianchi chiari, ma gli esemplari della Corea e sud Manchuria li mostrano più scuri di qualsiasi fagiano dal collare. Un esemplare di Te-lin, il tipo del Ph. karpowi, nella mia collezione, e due esemplari coreani del Museo zoologico dell'Accademia di San Pietroburgo, sono simili. Lo stesso signor Rothschild ed il signor Hartert sono stati così gentili da confrontare il mio esemplare con gli esemplari coreani nel Museo di Tring e trovarono identici. Posso dire che un osservatore così accurato come Taczanowski menziona che i fagiani coreani hanno "toutes les couleurs plus foncées [ = tutti i colori più scuri ]".

Posso aggiungere che non ci sono motivi per attribuire al fagiano coreano solo un rango subspecifico. Nel colore e nella forma delle strisce sopraciliari è in qualche modo intermedio tra la forma dell'Amur e quelli della Cina orientale, mentre nella completezza del collare assomiglia ai primi; ma nel colore generale non è affatto intermedio tra loro, poiché è molto più scuro di entrambi, e questa sola caratteristica lo rende prima vista distinguibile dai fagiani dell'Amur. Inoltre, Ph. alpherakyi (e la sua sottospecie Ph. ussuriensis) sono contraddistinti da un piccolo, ma significativo, carattere distintivo: il bianco della macchia auricolare. Gli areali di Ph. alpherakyi e Ph. karpowi si incontrano, e la possibilità di incroci accidentali non può essere negata: sappiamo, ad esempio, che Lyrurus tetrix si incrocia con Lagopus albus e Tetrastes bonasia, tutte e tre le specie appartenenti a generi distinti; ma questo deve essere solo casuale poiché non sono noti esemplari intermedi. Ho esaminato quattro esemplari della forma dell'Amur (di entrambe le varietà) della mia collezione, due del Museo dell'Accademia di San Pietroburgo e circa venticinque o trenta esemplari sul mercato (portati da Kharbin), senza riscontrare individui intermedi.

Che un esperto di allevamento di fagiani come il signor Tegetmeier abbia menzionato più volte e rappresentato esemplari del mercato di Londra (da Kharbin, cioè il vero Ph. alpherakyi) col nome di una specie completamente distinta (Ph. hagenbecki) può essere spiegato solo dal fatto che la descrizione di Ph. torquatus mongolicus (= pallasi) era basata su due specie completamente distinte e si adatta meglio alla specie coreana che a quella dell'Amur.

Quindi questa forma deve essere distinta e propongo di chiamarla in onore al signor S. N. Alphéraky, noto naturalista, che per primo, gentilmente, richiamò la mia attenzione su questi fagiani inviandomi, per la descrizione, il primo esemplare di questa specie.

20, PHASIANUS ALPHERAKYI USSURIUNSIS  subsp. nov. (fagiano dell'Ussuri)

Ph. torquatus : 1863, Radde, Festl. Orn, Sib. Or. p. 303 (Port May) (pt., cwm amurensi et chinensi avilus); 1884, Bogdanow, Catal. Avium Imp. Ross. i. p. 21 (Ussuri, descr. bona) (pt.) ; 1893, Taczanovski, Faun. Orn. Sib. Or., in Mém. Ac. St. Pet. ser. 7, xxxix. p. 785 (pt., Ussuri) ; 1893, Ogilvie-Grant, Cat. p. 331 (pt.) ; 1903, Dresser, Man. p. 665 (pt.).                                                                                                                                                                                                                                                                                          Ph. torquatus mongolicus : 1901, Rothschild, Bull. B.O. C. xn. p. 21 (pt., eum Ph. karpowi) (nec Brandt, 1844).                                                                                                          Ph, torquatus pallasi: 1903, Rothschild, Bull. B. O. C. Ml, p. 43° (pt.).

“..Phasiano alpherakyi simillimus, pallidus et torquatus maculaque postoculari alba, sed pileo paulo obscuriore, olivasceuti-terreo, dorso paululo obscuriore, tectricibus alarum arenaceo-lacteis, non caerulescenticanis distinguendus. Habitat circa Ussuri fluvium et litora maris Japonici.."

“..Molto simile al fagiano alpherakyi, pallido e torbido, con una macchia postoculare bianca, ma caratterizzato da una corona leggermente più scura, di colore marrone-grigiastro-olivastro, dorso leggermente più scuro e macchie alari color sabbia-latte, non verde-azzurro. Vive intorno al fiume Ussuri e sulle rive del Mar del Giappone.."

Phasianus ussuriensis sostituisce il tipico Phasianus alpherakyi nel bacino dell'Ussuri, da dove occasionalmente si estende fino alle foci del fiume, e nella parte meridionale dell'Ussuri territoriale, dove, sulle rive del Mar del Giappone, non si trova a nord di 44° N. lat. A nord-ovest la divisione delle acque dell'Ussuri e del Sungari confina evidentemente con il suo areale, ma più a sud il limite è ancora incerto. Forse, tuttavia, non si estende più a ovest dei monti Sikhota-Alin, poiché nella mia collezione si trova un esemplare della forma tipica (occidentale, dalle ali grigie) del lago Khanka, e un altro etichettato "Vladivostok", ma probabilmente ottenuto a una certa distanza verso ovest. A sud da qualche parte vicino al confine coreano il suo areale si fonde con quello del Ph. karpowi.

Il "Phasianus colchicus torque alba" di Pallas non è questa forma, ma il tipico Ph. alpherakyi, come è evidente dalla sua descrizione e dalla gamma che fornisce ("alee secundariz incumbentibus non luteo-griseis, sed e czrulescenti-canis", Zoogr. l. c.); così come il Ph. torquatus mongolicus del signor Rothschild, e Ph. torquatus pallasi, non sono riferibili al Ph. karpowi in quanto basato su esemplari non della forma occidentale sungariana, ma su uccelli dalle ali sabbiose dell' Ussuri, Baia di Amur nei pressi di Vladivostok, e Sidemi, un poco a sud della prima.  

Sono stato gentilmente informato dal signor Ernst Hartert, che ha assistito il signor Rothschild nel confronto dei miei esemplari tipici di Ph. alpherakyi con i tipi di Ph. pallasi a Tring.

Il mio esemplare di Ph. ussuriensis proviene da Ussuri, e ho esaminato due esemplari di Sidemi nel Museo dell'Accademia di San Pietroburgo. Questi tre esemplari, così come quelli del Museo di Tring, sono evidentemente identici agli uccelli che servirono per le descrizioni del signor Taczanowski di "Ph. torquatus" dalla terra di Ussuri, e differiscono da circa trenta o trentacinque soggetti di Sungari esaminati, come anche dagli esemplari del mercato di Londra (anch'essi di Sungari) studiati dal signor Hartert (in litt.).​

22. PHASIANUS KARPOWI   Buturlin (fagiano coreano)

Ph. torquatus: 1893, Taczanovski, Faun. Orn. Sib. Or , in, Wem ve St. Pettser. 7, t. Xxxix. p. 788 (pte Corée) ; 1893, Ogilvie-Grant, Cat. p. 331 (pt.) ; 1902, Bianchi, Matér. Orn. Mandchourie, in Ann. Mus. Zool. St. Pét. t. vii. (Te-lin, Southern Manchooria) (nee Gm.).                                                                                                                              Ph. torquatus mongolicus : 1901, Rothschild, Bull. B. O. C. xii. p. 21 (pt., cum ussuriense ave) (nec Brandt, 1844). Ph. torquatus pallasi: 1903, Rothschild, Bull. B. O. C, xill. p. 43 (pt., cum ussuriense ave).                                                                                                                                                                                                                                                Ph. karpowi : 1904, Buturlin, Orn. Monat. xii. p. 3 (Te-lin, Southern Manchooria).

Questa specie si estende lungo la penisola coreana, dove, tuttavia, è raro a sud di Seoul, e attraverso la Manciuria meridionale, a nord raggiunge Ghirin, ad ovest lambisce il fiume Lao-khe mentre a sud fino a Lao-yang (Liau-yang). A nord di Ghirin, come nelle parti più meridionali della terra di Ussuri e nelle aree pià nord orientali della Corea, il Ph. karpowi incontra il Ph. alpherakyi e la sua sottospecie orientale. A sud di Lao-yang, sulla penisola di Lao-tung, e ad ovest delle parti centrali e inferiori di Lao-khe non sono stati registrati fagiani; più a ovest, vicino a Kalgan, si trova il Ph. kiangsuensis. L'esemplare tipo di questo fagiano è stato ottenuto il 20 gennaio (2 febbraio) 1901, vicino a Te-lin (42° 18! 27" N. e 128° 44' 45" E.), e mi è stato inviato dal signor A. W. Karpow, dal quale ho ricevuto alcuni particolari sulla sua distribuzione nella Manciuria meridionale. Nel Museo zoologico dell'Accademia di San Pietroburgo ho visto due esemplari di Ph karpowi: uno da Chemulpo (novembre 1888) e l'altro etichettato "Vladivostok" (8/20 settembre 1582). Il mio esemplare tipo è identico agli esemplari coreani nel Museo di Tring (signor Hartert, in litt.) e concorda con la descrizione di Taczanowski degli uccelli coreani (l.c.). Sebbene vari tra il pallido Ph. alpherakyi e il moderatamente luminoso Ph. kiangsuensis, il fagiano coreano non ha un aspetto intermedio, essendo molto più scuro di quest'ultimo e differendo da entrambi per caratteri nettamente definiti, come indicato nella tabella.​

​​23, PHASIANUS HOLDERERI   Schalow (fagiano dello Shanxi) 1*)

Ph. torquatus : 1877, David et Oustalet, Ois. Chin. p. 409 (pt.< war. “CO,” Chensi meridional) ; 1591, Berezowski and Bianchi, Birds of Kan-su Expedition Potanin (Russ.), p. 18 (W. and E. Ordos) ; 1893, Ogilvie-Grant, Cat. p. 331 (pt.) ; 1903, Dresser, Man. p. 665 (pt.).                                                                                                                      Ph. holdereri: 1901, Schalow, J. f. Orn. p. 414 (Min Tschou).   

Ph. holdereri abita le province di Shensi e Kan-su meridionale (dove, tuttavia, è evidentemente raro) e Ordos.

Non riesco a tracciarne i limiti con certezza. A nord-ovest e a nord i deserti di Ala-shan e Mongolia probabilmente formano il suo confine, sebbene nel Museo di San Pietroburgo vi sia un esemplare di questo fagiano, etichettato "Khara-Khere in Uliassutai 2*), giugno 1879" (ricevuto dal defunto signor Pewtzow, che, forse, lo aveva acquistato solo vicino a Uliassutai, Mongolia nord-occidentale, un luogo situato sulla strada carovaniera da Kuku-Khoto a Kobdo). A est le montagne di Shansi (abitate da Ph. reevesi) probabilmente formano un confine tra Ph. holdereri e Ph. kiangsuensis, il suo rappresentante orientale. A ovest si estende attraverso il sud Gansu dove, tuttavia, deve essere molto raro, poiché il signor M. M. Berezowsky non lo incontrò, e il signor Holderer procurò un singolo esemplare da Min-tchow*. Qui è più o meno sostituito dal Ph. strauchi senza collare e Ph. berezowskyi. A sud si estende fino alle rive dello Yang-tsi-kiang, ma non posso dire se il suo areale si fonda lì con quello del suo affine meridionale Ph. gmelini e Ph. decollatus.

I caratteri distintivi di questo fagiano (vedi la mia tabella sinottica sopra, pag. 384) furono indicati per la prima volta da David e Oustalet. Ho visto due esemplari nel Museo dell'Accademia, uno già menzionato e l'altro etichettato "Altan-Khorgoltai, S.W. da Kuku-Khota" (vicino alla curva nord-orientale di Hoang-ho). È molto probabilmente solo una sottospecie dei fagiani cinesi orientali dal collare stretto, privi di sopracciglia e più affini al Ph. kiangsuensis dalle ali grigie che al Ph. gmelini dalla colorazione leggermente più pallida. Il dott. Schalow lo ritiene specificamente distinto dal suo Ph. torquatus (senza menzionare la località di quest'ultimo); ma il suo Ph. torquatus probabilmente appartiene alla forma dell'Amoor (Ph. alpherakyi), che è senza dubbio specificamente distinto dal Ph. holdereri così come dal Ph. kiangsuensis e dal Ph. gmelini. 

* Un luogo con questo nome si trova ai confini dell'altopiano di Amdo e della pianura cinese; altri luoghi si trovano nel Kan-su meridionale.

1*) Commento personale:- dalle indicazioni dovrebbe trattarsi del sud dell'attuale provincia dello Shaanxi oltre al Gansu (Min-tchow = Lanzhou) e Inner Mongolia (Ordos)

                                                                                                                                                                                                                                                                                              2*) Commento personale:- Nonostante le apparenze, è impossibile che questa forma, riconosciuta successivamente come Ph. c. kiangsuensis, si potesse trovare nella località indicata.  La pelle in questione venne acquisita dalla spedizione di Pevtsov, ed etichettata come "Khara-here in Ulyasutai, giugno 1879" e, apparentemente, nel mese indicato, considerato il caldo, non poteva essere mantenuto a lungo, quindi si presumeva dovesse essere di origine locale.

Tuttavia non è chiaro se Petsov acquistò la pelle fresca o già congelata. Le temperature estive della zona in questione non sono eccessive, con massime di 22-25 gradi in estate, è quindi presumibile che possa essere stata portata ad Uliassutai uno o due mesi prima oppure fosse già trattata, condizione alla quale nessuno a mai pensato. Del resto se fosse stata fresca e non tassidermicamente preparata, come avrebbero potuto trasportarla in estate ?​ Era il 1879 ed il confine russo da Uliassitai dista circa 800 km., non considerando il proseguo. 

 

Occorre anche ricordare che nel resoconto del viaggio non vengono menzionati incontri con fagiani (M. V. Pevtsov "Saggio su un viaggio in Mongolia". Omsk, 1883). Inoltre, sia Pevtsov che altri esploratori, ricercatori ed ornitologi, non trovarono mai, per quanto in mia conoscenza, tracce di fagiani nell’area di Uliassutai, ma anche in epoche successive, perlomeno sino ai nostri giorni, non è giunta alcuna testimonianza in tale senso. Quindi potrebbero essere state mal interpretate le informazioni ricevute, forse a causa di errata tramandazione orale, con conseguente errore di trascrizione. Infatti, è probabile che si tratti del lago Wuliangsuhai, in Urad Front Banner a Bayannur, una delle principali zone umide, compresa nella vasta regione arida della provincia cinese della Inner Mongolia, costituita da un habitat particolarmente adatto alla vita di molte specie. Non lontano da Kweihwating o Hohhot (precedentemente Kuku-Koto) gamma del Phasianus c. kiangsuensis ed a quanto sembra anche sulla carovaniera che da quest'ultima località portava direttamente a Kobdo attraverso Uliassutai in Mongolia.  

24 - PHASIANUS HOLDERERI KIANGSUENSIS  subsp. nov. (Hast-Chinese Pheasant.)  

Ph. torquatus : 1861, Swinhoe, Ibis, p. 341 (pt., Pe-che-li) 1862, Lamprey, P. Z. 8. p. 221 (Shanghai) ; 1877, David et Oustalet, Ois. Chin. p. 409 (pt.); 1893, Ogilvie-Grant, Cat. pt. 831 (pt.) ; 1903, Dresser, Man. p. 665 (pt.).

“...Phasiano holdereri similis, coloribus corporis intensis, torque angusta antice saepe interrupta, macula alba postoculari nulia, uropygio olivascenti-cyaneo, sed pileo cerviceque obscurioribus, ex viridescenti-olivaceo magis fuliginosis, et colli colore metallice viridi diversus ; superciliis angustissimis lutescentibus (non autem deficientibus) alarumque tectricibus caerulesceuti - cyanis distinguendus. Habitat in China orientale...".

“...Simile al fagiano Holdereri, con colori del piumaggio intensi, collare stretto e spesso interrotto anteriormente, nessuna macchia postoculare bianca, groppone verde-oliva, ma corona e collo sono più scuri, più verde fuligginoso che verde-oliva, e verde metallico il collo; Si distingue per le sopracciglia molto strette e lucide (ma non assenti) e le ali tinte di blu. Vive nella Cina orientale..."

Il Phasianus kiangsuensis abita la Cina orientale dal delta dello Yang-tsi-kiang a Kalgan, e si estende a ovest almeno fino alle montagne dello Shanxi e alle gole di Ichang sullo Yangtsi-kiang, dove il suo areale si sovrappone a quello di Ph. reevesi. A nord non deve raggiungere la valle di Liau-khe, sul lato sinistro della quale si trova il Ph. karpowi molto più scuro e dal collare. A sud il suo areale si fonde con il Ph. gmelini molto più pallido ma  presumibilmente solo subspecificamente distinto. Diversi esemplari pregiati di questo fagiano da Shanghai nel Museo di Tring sono stati gentilmente confrontati con i miei esemplari di Ph. karpowi e Ph. alpherakyi dal Sig. Rothschild e dal Sig. Hartert, e nel Museo dell'Accademia ho esaminato un esemplare acquistato (congelato) dal defunto Dott. Radde nel 1856 a Kiakhta, dove evidentemente è stato portato da Kalgan, poiché il Sig. Lorenz (in "itt.) ha ricevuto esemplari simili da quella località.

È evidentemente solo una sottospecie di Ph. holdereri, poiché un esemplare da Uliassutai (menzionato sopra) è in qualche modo intermedio, con molto grigio sulle copritrici alari.​

25, PHASIANUS HOLDERERI GMELINI  subsp. nov. (fagiano di Gmelin)

Ph. torquatus: 1861, Swinhoe, Ibis, p. 49 (pt., HongKong) ; 1862, Swinhoe, Ibis, p. 259 (pt., Foo-chow) ; 1877, David et Oustalet, Ois. Chin. p. 409 (pt., var. “ B,” Fokien, Kiangsi) ; 1893, Ogilvie-Grant, Cat. p. 331 (pt.); 1903, Dresser, Man. p. 665 (pt.).

 “..Phasiano holdereri similis, torque angusta antice seepe interrupta, macula alba postoculari nulla, wropygio olivascentigriseo, pileo olivaceo-viridi rubiginoso minime imbuto ; cervice collo fere concolori; alarum tectricibus olivascenti-luteo-griseis, sed superciliis angustissimis albicantibus coloribusque corporis valde pallidioribus (quam in Ph. alpherakyi paulo saturatioribus) distinguendus. Habitat in China meridionali..".

“..Simile ad holdereri, con un collare stretto interrotto nella parte anteriore, senza macchia bianca postoculare, groppa da verde oliva a grigio chiaro, corona verde oliva con una sfumatura rossastra poco evidente; nuca quasi dello stesso colore del collo; Si distingue per le coperture alari giallo-oliva-grigie, le sopraciliari biancastre molto strette ed i colori della livrea molto più chiari (leggermente più saturi rispetto a quelli della Ph. alpherakyi). Habitat nella Cina meridionale.

Il Phasianus gmelini abita la Cina sud-orientale, a sud fino a Canton, a nord probabilmente fino alla baia di Hangchow e al centro dello Yang-tsikiang, dove il suo areale si fonde con quello del Ph. kiangsuensis. Verso ovest si estende attraverso la provincia di Hoo-nan (attuale Hunan), ma non posso dire se passa nelle parti orientali di Quei-chow e lì incontra il Ph. decollatus.

I caratteri distintivi di questa forma furono evidenziati tempo fa, nel 1877, da David e Oustalet con il nome di "« Ph, torquatus", ma, come ho osservato durante la trattazione del Ph. alpherakyi, è impossibile capire che tipo di individuo fosse realmente il Ph. torquatus di Gmelin. Il Museo dell'Accademia di San Pietroburgo ne possiede due esemplari ottenuti dal defunto I. Poliakow a Foo-chow (etichettati 20/12 83 N.71” e “ 24/12 883 N.71”). Poiché è possibile che il nome di Gmelin fosse in parte destinato a questa forma, propongo di chiamarlo Ph. gmelini.

​​26. PHASIANUS DECOLLATUS  Swinhoe (fagiano di Swinhoe)

Ph. decollatus: 1870, Swinhoe, P. Z. 8. p. 1385 (Chungking in Sze-chuan) ; 1877, David et Oustalet, Ois. Chin. p- 411 (pt., cum Ph. berezowskyi); 1893, Ogilvie-Grant, Cat. p. 331 (pt.) ; 1903, Dresser, Man. p. 663 (not shown to belong to the Palearctic Region).

Il Phasainus decollatus abita le parti orientali della provincia dello Yunnan, quelle occidentali di Quei-chow (attuale Guizhou) e forse le  sud-orientali di Sze-chuan, (attuale Sichuan) poiché l'esemplare tipo è stato acquistato al mercato di Chung-king (attuale Chongqing) sebbene il signor Swinhoe abbia tentato invano di procurarsene un altro esemplare.

Il signor Ogilvie-Grant (Handb. G. B. 1897, ii. p. 28) lo menziona come esistente nello "Yunnan occidentale", ma forse solo tramite un lapsus calami. Afferma (l. c.) anche che questo fagiano "si estende dallo Yunnan" verso nord fino allo Shensi (Shaanxi) meridionale, "verso est fino ai Monti Sin-ling e verso sud fino al Queichow occidentale". Ma, in effetti, i Monti Sin-ling (Qinling Shan) non sono situati a est dello Shensi (Shaanxi) meridionale, ma a nord e ovest della provincia, creando un confine tra lo Shensi (Shaanxi) meridionale e settentrionale e il Kansu; mentre il Quei-chow (attuale Guizhou) non si trova a sud, ma a nord-est dello Yunnan. I fagiani senza collare dello Shensi (Shaanxi) meridionale e dei Monti Sin-ling (Qinling Shan), menzionati dal Sig. Ogilvie-Grant (sull'autorità di David) non sono Ph. decollatus, poiché quella specie non è stata trovata da M. Berezowsky nemmeno nel Sze-chuan (attuale Sichuan) settentrionale, ma Ph. berezowskyi. I fagiani di Kastern Koko-nor e Moupin sono stati probabilmente giustamente considerati da Seebohm come Ph. strauchi (vedi P. Z. S. 1888, p. 267). I vicini di Ph. decollatus sono: Ph. elegans a ovest, Ph. gmelini a est, Ph. berezowskyi a nord e forse Ph. strauchi a nord-ovest.

1* Commento personale:- Questa parte zeppa di imprecisioni suggerisce quanto già menzionato ad inizio pagina, cioè che lo sbagliare da parte di Buturlin, in questo caso, è soprattutto dovuto alla troppa sicurezza che inevitabilmente porta ad un eccesso di presunzione. 

Ogilvie-Grant nel 1987 avevano una straordinaria visione, per il periodo, nei riguardi della distribuzione di questa forma, in buona sostanza già all'epoca avevano delineato, seppur con qualche imprecisione, o "lapsus calami", la gamma che conosciamo oggi di questa forma. Infatti, il Phasianus decollatus si trova nello Yunnan, ma orientale, non occidentale, ne Guizhou,  Chongqing, Sichuan orientale a raggiungere i Monti Qinling ed alcune aree confinanti dello Shaanxi.  Il fatto che M. Berezowsky non lo abbia trovato nel Sichuan settentrionale, non significa necessariamente che non vi fosse. Probabilmente aveva avuto modo di osservare o una variante di Phasianus strauchi o un ibrido tra quest'ultimo e Phasianus decollatus, ciò che ancora oggi non è stato completamente assodato. Però è certo che nel nord est del Sichuan e aree vicine dello Shaanxi orientale si trova il Phasianus decollatus.

​​27. PHASIANUS STRAUCHI  Przewalski (fagiano di Strauch)

Ph. strauchi: 1876, Przewalski, Mongolia and the Country of Tanguts (Russ.), 1. p. 119 (Tatung, Buhuk-gol) ; 1891, Berezowski and Bianchi, Birds of the Kan-su Exped. Potanin (Russ.), p. 18 (pt., cum Ph. berezowskyi) ; 1898, Ogilvie-Grant, Cat. p. 829; 1903, Dresser, Man. p. 663.                                                                                          Ph. decollatus : 1877, David et Oustalet, Ois. Chin. p. 411 (pt.: E. Koko-nor, ? Moupin).

Il Phasianus strauchi si trova nelle montagne della provincia di Kan-su fino a 10.000 piedi. Frequenta le parti boscose delle valli di Tatung e Buhuk-gol, i monti Tatung e le montagne dell'altopiano di Amdos (vicino a Si-ning), probabilmente estendendosi a sud fino a Moupin. Nella parte nord-orientale del Gansu, il signor Berezowsky non ha trovato questa specie; i suoi esemplari dal sud ovest di questa provincia (Ma-pua-san, circa 50 miglia a sud di Zan-chow) sono molto probabilmente Ph. strauchi, ma quelli del Gansu sud-orientale e del Sichuan settentrionale sono in parte o addirittura interamente Ph. berezowskyi. Gli esemplari si trovano nel Museo di Irkutsk e non sono stato in grado di esaminarli.​ 

1* Commento personale:- Questa parte zeppa di inesattezze suggerisce quanto già menzionato ad inizio pagina, cioè che lo sbagliare da parte di Buturlin, in questo caso, è soprattutto dovuto alla troppa sicurezza dovuta ad un eccesso di presunzione. 

Nonostante le incertezze e imprecisioni, o forse solo "lapsus calami", per dirla alla Buturlin, ma comunque facilmente correggibili, nel 1987 Ogilvie-Grant aveva suggerito, in una straordinaria elaborazione geografica per il periodo, la stessa distribuzione del Phasianus decollatus, confermata da successive ricerche sul campo, che attraverso la letteratura è poi arrivata sino ai nostri giorni. Quindi le eccezioni di Buturlin, in questo caso, sono del tutto arbitrarie. Infatti la specie si trova nello Yunnan, ma orientale, non occidentale, nel Guizhou, Chongqing, Sichuan orientale a raggiungere alcune aree confinanti dello Shaanxi ed i Qinlingshan. Il fatto che M. Berezowsky non lo abbia trovato nel Sichuan settentrionale, non significa necessariamente che non vi fosse. Probabilmente aveva avuto modo di osservare una variante di Phasianus strauchi oppure un ibrido tra quest'ultimo e Phasianus decollatus, ciò che ancora oggi non è stato completamente assodato. Però è certo che nel nord est del Sichuan e aree vicine dello Shaanxi orientale si trova il Phasianus decollatus.

2​8. PHASIANUS BEREZOvSKII  Rothschild (fagiano di Berezowskii)

Ph. decollatus : 1877, David et Oustalet, Ois. Chin. p. 411 (pt., S. Shensi) ; 1893, Ogilvie-Grant, Cat. p. 331 (pt., Sinling Mts.).                                                                               Ph. strauchi: 1891, Berezovski and Bianchi, Birds of the Kan-su Exp. Potanin (Russ.), p. 18 (pt., Hoi-sian).                                                                                                                  Ph. berezovskyi: 1901, Rothschild, Bull. B. O. C. xu. p. 20 (Hui-Tsian) ; 1903, Dresser, Man. p. 663 (subsp. of Ph, strauchi).

Il signor Rothschild descrisse questa specie basandosi su esemplari di Hui-Tsian (o Hoi-Sian), la parte più orientale del Gansu meridionale. Molto probabilmente i fagiani senza anello dello Shensi (Shaanxi) meridionale, compresi quelli dei monti Sin-ling, ne fanno parte, e forse anche quelli del Sichuan nord-orientale.

A giudicare dalle descrizioni (perché non ho visto esemplari) questo fagiano è in qualche modo intermedio nell'aspetto tra Ph. strauchi e Ph. decollatus, poiché è intermedio nell'areale.

29. PHASIANUS ELEGANS  Elliot (fagiano di Stone)

Ph. elegans: 1870, Elliot, Ann. & Mag. N. H. vi. p. 312 (Yun-ling Mts.) ; 1893, Ogilvie-Grant, Cat. p. 3829; 1898, Oates, Game B. Ind. 1. p. 299.                                               Ph. sladeni: 1870, Elhot, P. Z. 8S. pp. 404, 408; 1871, Anderson, P. Z. 8. p. 214 (W. Yunnan); 1877, David et Oustalet, Ois. Chin. p. 411.

Il Phasianus elegans è limitato alle montagne del Sichuan occidentale e dello Yunnan occidentale in Cina e agli stati Shan settentrionali della Birmania (attuale Myanmar), dove si estende a sud fino a 23° 45' latitudine nord.

Il suo vicino orientale è Ph. decollatus mentre Ph. strauchi. I signori Bianchi e Berezowsky affermano (l. c.) che alcuni esemplari di Ph. strauchi presentano così tanto verde sul petto e sul torace (sebbene non confluente con il verde sulla parte inferiore della gola) che sembrano, a questo riguardo, essere intermedi tra quella specie e Ph, elegans.

30. PHASIANS VLANGALI   Przevalski (fagiano dello Qaidam o Tsaidam)

Ph. vlangalii : 1876, Przewalski, Mong. and Tang. (Russ.), p. 116; 1893, Ogilvie-Grant, Cat. p. 330; 1899, Kozlow, Res. I. R. G. S. Exped. C. As. (Russ.), 1. pp. 198, 218, 286; 1903, Dresser, Man. p. 664.

L'areale del Phasianus viangalii è limitato alla parte orientale del Qaidam o Tsaidam con la valle di Bahin-hol (tibetana, non quella di Koko-nor) e Dsuhyn-hol.

I monti Koko-nor meridionali e il Nan Shan formano il suo confine settentrionale, dall'altro lato del quale si trova uno dei fagiani ad anello (Ph. satscheuensis) mentre a est il suo vicino più prossimo è Ph. strauchi. Il colore verde del torace in un esemplare di quest'ultimo proveniente dal Kansu sud-occidentale (Ma-pua-san) menzionato dai signori Berezowsky e Bianchi può mostrare una certa affinità del Ph. strauchi con il Ph. vlangali, ma non necessariamente con il Ph. elegans.

XXVIII. — Note aggiuntive sui veri fagiani (Phasianus). Di Sergius A. Buturlin, F.M.B.O.U.
VOL. II. N°6 aprile 1908. NONA SERIE. ( Buturlin – IBIS 1908 da pag. 576 )

Nei quattro anni trascorsi dalla pubblicazione del mio articolo sui veri fagiani ('Ibis', 1904, pp. 377-414) sono state descritte diverse nuove forme e sono stati esaminati alcuni importanti materiali aggiuntivi; inoltre, è stato pubblicato un interessante articolo sull'argomento, dei signori S. Alpheraky e V. Bianchi *. Questi stimati e attenti scrittori hanno opportunamente evidenziato alcuni dei miei errori e hanno in certi aspetti migliorato materialmente la nostra conoscenza di questo difficile gruppo di uccelli. Sebbene non possa accettare molte delle loro opinioni, sarebbe fuori luogo entrare in una critica dettagliata qui, poiché il loro lavoro è scritto in russo e nella stessa lingua lo recensirò.

Ora parlerò brevemente di quelle forme che sono state descritte di recente dal 1904, o che non sono state sufficientemente trattate nel mio primo articolo, e aggiungerò una tabella di nuova disposizione per l'identificazione di questi uccelli, poiché quella del 1904 è ora obsoleta.

* "Note preliminari sul genere Phasianus s. str.", in Ann. Mus, Zool. Acad. Imp. St. Pgtersb. t. xii. 1907 (pubblicato effettivamente nel 1908), pp. 42.5-462.

PHASIANUS TSHARDJUENSIS n. sub. (Fagiano di Chavdjui),                                                                                                                                                                  Simile al Ph. principalis, mostra coperture alari bianche, petto e collo con margini più larghi del piumaggio rosso-violaceo (circa 3 mm.), scapolari con bordi neri dorati larghi (circa 1-2 mm.), interscapolare giallo-oro;  piume vicino al collo che presentano la parte anteriore larga rosso porpora molto imbutiforme con bordi e macchie apicali triangolari congiunte in ampio nero; groppone e copritrici caudali superiori rame-rosso porpora molto distinguibile. Habitat: nei pressi di Tshardjui a Bochara, gennaio 1905 dal Sig. Petersen. in  Mus. Car. Harold V. Loudon, conservati a Lisden vicino a Wolmar, Livonia (due maschi ad.).   

Questa breve diagnosi sarebbe già sufficiente per l'identificazione, ma è consigliabile fornire una descrizione un poco più completa:- Testa e collo verde brillante con riflessi bluastri e viola; nessuna traccia esterna di collare bianco. Mantello color fuoco o arancio-dorato (più luminoso che in Ph. principalis e Ph. zerafshanicus), ma la parte superiore del dorso, vicino alle parti verdi del collo, è ampiamente soffusa di rosso violaceo, proprio come il petto (in Ph. principalis Ph. zarudnyi e P. zerafshanicus tutta la parte superiore del dorso è dorata, completamente o quasi senza rosso violaceo).                                                                                                                  Piume della parte superiore del dorso con margini laterali neri lucidi molto ampi e marcature cuneiformi apicali, ovviamente confluenti (in P. principalis e a fortiori in P. zerafshanicus queste marcature sono più strette e quelle laterali sono del tutto — o quasi interrotte vicino alla fine della penna, quindi non unendo — o molto strettamente — i cuneiformi apicali). Scapolari lucidi color oro fuoco, interno bianco crema e motivo nero diviso da una stretta linea nera a forma di U dalla parte marginale dorata delle penne nascoste da quelle sovrastanti; la maggior parte di esse non solo macchiata apicalmente ma anche ampiamente marginata — circa 1-2 mm. — con nero lucido (in Ph. zarudnyi, Ph. zerafshanicus e Ph. gordius scapolari senza, o piuttosto obsoleti, margini neri). Groppone e copritrici superiori della coda rosso-rame violaceo scuro (in Ph. principalis e Ph. zerafshanicus rosso mattone rossiccio).

Parti inferiori con colore di fondo dorato rossiccio chiaro (in Ph. principalis e Ph. zerafshanicus più pallido, quasi giallo paglierino dorato), penne dei fianchi con apice nero lucido, alcune di esse in rosso violaceo scuro, e lati del petto con margini neri lucidi. Tutte le penne, e la maggior parte di quelle immediatamente sotto, mostrano margini molto ampi in rosso porpora larghi circa 3 mm. al centro del petto (in Ph. principalis un po' più stretti, circa 2-2 mm., e in P. zerafshanicus molto più stretti, circa 1 mm., ma in Ph. gordius ancora più larghi, circa 3-4 mm.). Ventre marrone ruggine, bordato superiormente da violaceo lucido. Copritrici alari minori e mediane bianche.

Questa descrizione si basa su due esemplari maschi adulti procurati nel gennaio 1905 dal signor Petersen nell'Oxus Yalley vicino a Chardjui nel Medio Bokhara, e ora in possesso del mio amico Barone Harald V. Loudon a Lisden, vicino a Wolmar. Questa specie evidentemente abita le parti della valle del medio Oxus più a monte del fiume rispetto a Ph. zarudnyi di Khiva e Basso Bokhara, e più in basso rispetto a Ph. gordius, che si incontra nelle parti montuose di Bokhara.

2. PHASIANUS GORDIUS  (Fagiano di Karnas)                                                                                                                                                                                                                                  Ph. principalis: 1908, Alpheraky e Bianchi, Ann. Mus. Zool. Ac. St. Pet. xii. p. 440.

Questa forma così nominata dai signori Alpheraky e Bianchi in onore del mitico re (jordius), è noto da un singolo esemplare maschio adulto abbattuto il 5 (17) febbraio 1899 dal signor Iljiuykh a Karnas, a circa 50 miglia da Karki (Kerki) più a monte del fiume Oxus, e procurato da S. N. Alpheraky tramite Th. C. Lorenz, di Mosca. Ora è depositato nel Museo accademico di San Pietroburgo.

Gli autori non forniscono alcuna descrizione ma solo una breve diagnosi affermando che questo uccello è senza collare, presenta ampi margini viola (circa 3 mm.) sul petto e nessun margine nero sulle scapolari. Questi caratteri si adattano anche agli esemplari senza collare di Ph. zarudnyi *, ma esaminando l'esemplare tipo trovo sia, evidentemente, una specie ben marcata del gruppo dei fagiani dal petto violaceo, somigliante al Ph. tshardjuensis solo nella colorazione rosso-violacea del torace che si estende fino alla parte superiore del dorso e che lì sostituisce completamente il colore di fondo dorato. Da Ph. tshardjuensis Ph. gordius differisce nell'avere la maggior parte delle scapolari senza margini neri, solo con apice macchie, e nell'avere la colorazione rosso porpora ancora più ampiamente sviluppata sulle piume della parte superiore del dorso, così come su quelle del petto, del petto e dei fianchi.

Questo uccello abita la valle dell'Oxus nell'Alto Bokhara più a monte del fiume rispetto P. tshardjuensis, presumibilmente tra Karki e Kelif e forse un po' più in alto.

* Mi riferisco al vero Ph. zarudnyi Buturlin. (=Ph. medius Zarudny 1896 — non "1906", a proposito, come citato dai signori Alpheraky e Bianchi — nec Milne-Edw. 1870), un uccello con ampi margini di piume viola sul petto e sul petto. Signori Alpheraky e Bianchi {I. c. pp. 4.30, 436) la diagnosi di Ph. zarudnyi, si adatta esattamente agli esemplari di Ph. zerafschanicus con colorazione normale del petto {stretti margini violacei e nessuna striatura nera apicale del fusto) e collare meno sviluppato; e la diagnosi di Ph. zerafshanicus si adatta a tali esemplari di quest'ultima specie che mostrano il collare più sviluppato, ma sono aberranti nella colorazione del petto (con striature nere apicali del fusto, una caratteristica eccezionale in tutto questo gruppo di fagiani ma talvolta sviluppata in esemplari di zerafschanicus). "Ph. zarudnyi", Alpheraky e Bianchi intendono una forma sopradescritta con stretti margini del torace (come si può presumere dall'habitat da loro indicato: "Termez" sull'Amu-daria nell'Alto Bokhara, dove è improbabile che si trovi il vero Ph. zarudnyi), o solo un sinonimo di Ph. zerafshanicus (come si può anche presumere dal fatto che gli sportivi della valle dell'Oxus spesso etichettano i loro esemplari "Amu-daria", sebbene in realtà vengano procurati su Zerafshan, a qualche ora di treno, fide Bar. Har. V. Loudon)? Non posso decidere questo punto ora, ma il loro esemplare non è quello chiamato "Ph. zarudnyi" da me.

3. PHASIANUS MONGOLICUS   (Fagiano kirghiso)

Ph. mongolicus Brandt, Bull. Ac. Sc. S. Pet. iii. p. 51 (1844).

Ph. semitorquatus : 1875, Sewertzow, Ibis, 1875, p. 491.

Ph. mongolicus semitorquatus Buturlin, Ibis, 1904, p. 396.

Ph. mongolicus mongolicus : 1908, Alpheraky and Bianclii, Ann. Mus. Zool. Ac. St. Petersb. xii, p. 443.

I signori Alpheraky e Bianchi sottolineano che "Ph. semitorquatus" del dott. Severtzov è basato su una pelle di un individuo non ancora adulto e mal preparato, ma che altri esemplari di Dzungaria sono in tutto e per tutto identici a quelli del Tian-shan centrale e dei bacini di Issyk-kul, Balkhash, Ala-kul e Zaisan-nor, sebbene ovviamente diverso da Ph. turcestanicus del bacino di Syr-daria.

Accetto [tacito consensu) questa visione del ricercatori più recenti, finché non sarò in grado di confrontare una buona serie di questi uccelli provenienti da diverse località.

4. PHASIANUS SUEHSCHANENSIS  (fagiano del Sichuan o Sungpan)                                                                                                                                                                                     Ph. suehschanensis: 1906, Bianchi, Bull. Ac. I.Sc. San Pietrob. v. ser. T. xxiv. N. 1-2, pag. 83; 1908, Alpheraky e Bianchi, Ann. Mus. Zool. San Pet. xii. P. 446.

Venne scoperto da M. M. Berezovsky a Sungpan nel Sichuan settentrionale. Una coppia (maschio, 7/19 maggio 1894; femmina, 17/29 giugno 1894) si trova nel Museo Accademico di San Pietroburgo, mentre il terzo esemplare, un maschio, fu procurato dall'On. W. Rothschild.

Questa forma è stata descritta e denominata con l'impressione che Ph. elegans Elliot presenti un aspetto squamoso delle scapolari, come in Ph. decollatus (Swinhoe) e Ph. strauchi Przev. (e molti altri), dalla banda interna color camoscio a forma di V o U visibile esternamente sulla maggior parte di queste piume, mentre negli esemplari Sungpan le scapolari quando sono in posizione naturale presentano un aspetto generale uniforme come in Ph. vlangalii Przev. o Ph. tarimensis Pleske. Il petto e la parte centrale del petto di questa specie si presenta verde metallico, come in Ph. vlangalii Przev. e Ph. elegans Ell., e la colorazione generale è un castagno ramato intenso, simile a quello di Ph. strauchi Przev. e Ph. elegans Ell. Ora il signor H. E. Dresser mi ha inviato, con la sua solita gentilezza, una descrizione elaborata (tutte le descrizioni e le figure pubblicate sono in qualche modo contraddittorie e non del tutto sufficienti) fatta da lui al British Museum dell'esemplare tipo del Ph. elegans di Elliot (etichettato "maschio tipo. Sechuen, 72 . 10 . 30. 1, J. J. Stone"), e anche dell'esemplare di Wallis dagli Stati Shan. Confrontando questa descrizione con la descrizione del Dott. Bianchi del suo Ph. suehschanensis e le mie note tratte dal tipo di quest'ultima specie, vedo che gli esemplari del signor Stone e del signor Berezovsky sono in effetti simili nel modello delle scapolari come in altri particolari della colorazione generale. Ma Ph. elegans mostra punte un poco più chiare sulle piume del mantello e, a quanto pare, nessuna striscia apicale scura su quelle della parte superiore del dorso. In Ph. suehschanensis queste striature nere (verde metallico o blu) a forma di cuneo sono, al contrario, molto ben sviluppate, essendo lunghe circa 10 mm. e larghe 4 mm. al centro della regione interscapolare *. Pertanto Ph. suehschanensis Bianchi è una specie piuttosto distinta del Sichuan settentrionale (più vicina a Ph. vlangalii del Tsaidam orientale, per quanto molto più scura), sebbene la sua diagnosi originale si adatti anche a Ph. elegans.

* Questi marcature cuneiformi nere, presenti in tutte le specie di veri fagiani eccetto Ph. elegans, sono, naturalmente, menzionati nella descrizione molto completa del dott. Bianchi, ma omessi nella diagnosi e nelle tabelle.

5. PHASIANUS STRAUCHI   (Fagiano di Strauch)

Ph. holdereri: 1901, Schalow, J. f. Orn, 1901, p. 414 {nee Buturlin, Ibis, 1904, pp. 384, 406).

Ph. decollatus strauchi: 1908, Alpheraky e Bianchi, l. c. p. 447.

I signori Alpheraky e Bianchi sono stati in grado di esaminare, grazie alla gentilezza del dott. A. Reichenow, l'esemplare tipo di "Ph. holdereri" di Schalow da Min-Tschou, Gansu-orientale, e hanno scoperto che si tratta di un Ph. strauchi piuttosto tipico e che la descrizione originale e in particolare la figura di Ph. holdereri sono molto fuorvianti. Pertanto Ph. strauchi non abita solo nelle aree sud-occidentali, ma tutto il Gansu meridionale. Il dott. Schalow fu evidentemente tratto in inganno dalla presenza di tracce di un collare bianco, e perciò confrontò il suo esemplare di Min-tschou con quello che lui chiamò "P. torquatus". I signori Alpheraky e Bianchi sottolineano giustamente che la presenza o l'assenza del collare è una caratteristica molto variabile in grandi serie di Ph. strauchi, ma che le sopracciglia bianche o biancastre sono un carattere più affidabile: sono sempre del tutto assenti nelle forme occidentali (P. vlangalii, P. strauchi, P. decollatus, P. elegans, ecc.), ma sempre presenti, anche se solo in lievi tracce, nelle forme più orientali (P. satscheuensis, P. alpherakyi, P. gmelini, P. formosanus, ecc.) 1*).

Nel mio articolo sui fagiani ("Ibis" 1904, p. 407) sono stato indotto dalla sua descrizione e figura a identificare erroneamente con "Ph. holdereri " due soggetti del Museo di San Pietroburgo (da Kuku-Khota e da Uliassutai). Ma questi due uccelli appartengono in realtà a Ph. kiangsuensis, poiché le differenze tra loro (tonalità di colorazione del groppone, copritrici alari e nuca) e il fagiano cinese nord-orientale sembrano essere solo individuali. Oltre a "Ph. torquatus var. C " di David e Oustalet, che presi come sinonimo di "P. holdereri", potrebbe essere Ph. decollatus berezowskii.

6. PHASIANUS STRAUCHI SOHOKHOTENSIS  nov. subsp. (fagiano di Kozlov o Soho-Khoto)

Ph. decollatus strauchi : 1906, Bianchi, Bull. Ac. Sc. St.Pot. V. ser. xxiv. t. n. 1 & 2, p. 90 (in Russ.) (pt. : " var. from Soho-Choto ad ped. sept. jug. Nan-Schan ") ; 1908, Alpheraky and Bianchi, 1. c. p. 448 (pt.) (nee Przew.)

"..Phasianus strauchi similis, uropygio olivascente-cyaneo plumis filiformibus extimis aurantiacis, superciliis albicantibus nullis, jugulo medio non viridi, parte anteriore interscapulii seneo-rubra, sirigis apicalibus triangularibus raetallice nigris angustis ornata, — sed lateribus corporis aureo-rufis (vel   aureoferrugineis), non aeneo-rubris, maculis nigris apicalibus angustioribus distinguendus; in oase Soho-Choto ad urbera Tshen-fan in parte meridionali deserti Alaschanici januario 1900 a cl. P. K. Kozlow lectus..." 

"...Simile al Phasianus strauchi, ma con groppone e copritrici sopracaudali che mostrano una colorazione grigio azzurra soffusa di verde oliva e blu scuro con piume filiformi arancioni-marrone più esterne; assenza di strisce sopraccigliari biancastre; gola mediana non verde;  parte anteriore delle interscapolari rosso antico, bordi apicali triangolari in stretto nero metallico; lati del corpo dorato-rossiccio (o aureoferrugineis), non rosso ramato, con macchie apicali nere più strette; oasi di Soho-Choto vicino alla città di Tshen-fan nella parte meridionale del deserto Alaschanico Gennaio 1900 da cl. Il letto di P. K. Kozlow..."

Il fagiano di Kozlow differisce dal tipico Ph. strauchi per avere i lati del corpo più chiari, con le bande apicali scure delle piume di queste parti che non occupano tutta la larghezza delle piume e per avere una lucentezza più dorata e meno ramata sulla parte superiore del dorso. Esemplari di questa forma furono procurati dal colonnello P.K. Kozlow, il 10-12 (22-24) gennaio 1900, cinque maschi e due femmine, nella parte meridionale dell'Alashan, nell'oasi di Soho-Khoto vicino a Tshen-fan (o Chenfan) attuale Minqin (Gansu, Cina), a circa 100 chilometri dalle pendici settentrionali del Nan-Shan orientale.

Il dott. V. L. Bianchi per primo sottolineò i caratteri distintivi di questa forma, ma la considerò una varietà individuale di Ph. strauchi. I seguenti fatti, tuttavia, dimostrano, come mi sembra, che sia un rappresentante geografico di Ph. strauchi. Ph. sohokhotensis si incontra nel nord dei Nan-Shan, dove non è stato trovato un solo esemplare di Ph. strauchi tipico, sebbene Alashan sia stato ampiamente esplorato zoologicamente da Przevalski, Kozlov e altri. D'altro canto, a sud dei Nan-Shan, nelle valli di Tatung e Buhuk-gol, sull'altopiano di Amdos e nel Gansu meridionale, dove abbonda il Ph. strauchi tipico, ottenuto da Abbé David, Przevalski, Holderer e Kozlov in serie molto grandi, da nessuno è stato trovato il Ph. sohokhotensis.

Tra le due aree menzionate, sui pendii settentrionali della catena montuosa del Tatung settentrionale, si incontrano esemplari intermedi, sebbene molto più vicini al tipico Ph. strauchi (due maschi e una femmina, 10-11 febbraio 1900, Yarlyn-gol, dal colonnello Kozlov). Pertanto, considero il fagiano di Kozlov solo come una sottospecie o forma geografica di Ph. strauchi.

Il dott. Bianchi sottolinea (1907, Aves exped. Kozlowi, p. 200) che un esemplare del Sichuan settentrionale (Hwo-zsi-gou, a nord di Lun-ngan-fu, 9 gennaio 1894, procurato da M. M. Berezowski) è molto vicino agli esemplari di Soho-Khoto. Penso che questo non dimostri che Ph. sohokhotensis sia solo una varietà individuale di Ph. strauchi, come a Sichuan, così come a Soho-Khoto, il tipico Ph. strauchi evidentemente non si incontra *, e lo stesso Dr. Bianchi ammette che l'areale del fagiano di Kozlov può confinare con quello del tipico Ph. strauchi in un ampio semicerchio, da Soho-Khoto a nord-est, attraverso lo Shensi (attuale Shaanxi) occidentale a est fino allo Sze-chuan (attuale Sichuan) settentrionale a sud-est. Ma devo aggiungere che nel suo altro lavoro (1906, Bull. Acad. St. Petersb, v. ser. xxiv. t. n. 1 e 2, p. 90) il Dr. Bianchi cita questo singolo esemplare di Hwo-zsigou come "Ph. berezowskii" varietà di Ph. decollatus, non come una varietà di Ph. strauchi, e questa identificazione sembra essere la più corretta.

* I signori Bianchi e Berezowski (Aves exped. Potanini, 1891, p. 18) menzionano Ph. strauchi, un esemplare, dal fiume Hei-ho, a Nan-pin, N. Sze-chuan, luglio 1885. Ma Nan-pin è situata vicino ai limiti di Xan-su, circa 50' a nord di Lun-ngan-fu, e, inoltre, nel 1891 questi autori non distinguevano chiaramente tra Ph. strauchi e le forme affini. Questo esemplare non si trova ora nel Museo di San Pietroburgo.

7. PHASIANUS DECOLLATUS BEREZOWSKYI  (Fagiano di Berezowsky )

Ph. berezowskyi: 1901, Rothschild, B. O. C. xii. P. 20.                                                                                                                                                                                                                        Ph. decollatus, var. : 1906, Bianchi, Boll. Accade. St. Pet. v.ser. xxiv. t. n 1 & 2, pagg. 83, 90; 1907, Bianchi, Aves exp. Kozlowi, pag. 201 (var. indiv.).                                  Ph. decollatus decollatus: 1908, Alpheraky e Bianchi, 1. c. P. 451 (nec Swinh.).

I signori Alpheraky e Bianchi, nel lavoro appena pubblicato, trattano Ph. berezowskii come una varietà individuale di Ph. decollatus, dicendo brevemente che questo fatto è già dimostrato nell' "Aves expeditionis Kozlowi" del dott. Bianchi (in russo).  In quest'ultimo lavoro il dott. Bianchi afferma che Ph. berezowskii può essere considerato solo come una varietà individuale, non una forma geografica di Ph. decollatus, in quanto non presenta un areale separato, il tipico Ph. decollatus si incontra non solo a sud del cosiddetto Ph. berezowskii, ma anche molto a nord, nelle parti centrali della catena dell'Alashan.

Devo confessare che quando, nel 1906, ho esaminato la serie di fagiani senza collare nel Museo di San Pietroburgo con il dott. Bianchi, ero piuttosto propenso a condividere questa conclusione basata sui fatti che avevamo sotto gli occhi, e ad ammettere con riluttanza un caso di dimorfismo non noto in altre specie di fagiani. Ma la base della nostra conclusione, come pensavamo allora, che il Ph. decollatus abitasse i Monti Centrali dell'Alashan, si è rivelato un errore. Infatti, la forma dell'Alashan nonostante sia estremamente simile al tipico Ph. decollatus nell'aspetto generale, nonché ritenuto identificato come tale nel 1906 e nel 1907 dal  Dr. Bianchi, appartiene a un ramo  del genere completamente diverso avendo sempre sopracciglia bianche 1*), perciò è stato chiamato, come una nuova forma, Ph. alaschanícus dagli stessi signori Alpheraky e Bianchi (1908, I. c. pp. 434, 452). Ed è alquanto sorprendente che questi stimati zoologi desiderino mantenere le loro conclusioni dopo aver ritrattato, in quanto erronei, gli unici fatti sui quali queste conclusioni erano basate. In effetti, dopo aver esaminato gli esemplari del Gansu di M. M. Berezowski nel Museo di Irkutsk durante il 1905, posso affermare che il tipico Ph. decollatus è finora conosciuto solo dal Sichuan sud-orientale, Chung-king (attuale  municipalità ad amministrazione diretta di Chongqing), parte occidentale del Sichuan centrale, Ta-tsian-lu (attuale  Kangding, esemplari di Pratt), e, sembra, dal Quei-Chow occidentale (attuale provincia del Guizhou) nonché dal nord-est Yunnan (secondo l'abate David). Poiché David e Oustalet non distinguono tra P. decollatus e. P. strauchi (e P. berezowskii, ovviamente) e riconoscono nell’illustrazione di Ph. strauchi (Ois. Chin. pl. 100) il  Ph. decollatus, le altre loro affermazioni devono essere respinte 2*). Nessun esemplare di Ph. decollatus typicus è noto dal Sichuan settentrionale o più a nord di Ph. berezovskii, essendo, a quanto pare, solo una specie locale - una forma settentrionale più scura - di Ph. decollatus, fu raccolto da M. M. Berezowski nel Gansu  sud-orientale (Hui-tsian = attuale Hui County o Huixian ) e nel Sichuan settentrionale (villaggio di Mu-gua-chi nella valle di Hwo-tsi-gou, 30 aprile 1893, e forse, come detto sopra, un altro esemplare, da un'altra parte di Hwo-zsi-gou, 9 gennaio, 1894). Alcuni, se non tutti. Gli esemplari di Sin-ling (Qinling shan) e Shensi (Shaanxi) meridionale di "Ph. torquatus var. C" e di "Ph. decollatus" di David e Oustalet devono appartenere a questa forma.

Pertanto Ph. berezowskii e Ph. decollatus non si incontrano e sono forme distinte, una settentrionale e una meridionale, della stessa specie. Ma il fagiano di Berezowski vive spesso fianco a fianco co Ph. strauchi, poiché quest'ultimo è comune non solo nel Kan-su (Gansu) sud-occidentale, dove Ph. herezowskii non è ancora noto, ma anche nel Kan-su (Gansu) sud-orientale (tipo da Min-tschou di Ph. holdereri  (Schalow), e ancora più a est, Hoi-sian o Hui-tsian, proprio la "casa" dell'esemplare tipo di Ph. berezowskii).

Per Ph. strauchi con la sua sottospecie settentrionale più chiara Ph. sohokhotensis e Ph. decollatus con la sua sottospecie settentrionale più scura Ph. berezowskii sono abbastanza specificamente distinti, e Ph. berezowskii non forma un collegamento tra loro, sebbene sia più chiaro di Ph. strauchi e un po' più scuro di Ph. decollatus. Nel modello delle sue penne laterali è un vero "decollatus", avendole strettamente orlate di nero, mentre in Ph. strauchi queste bande nere occupano l'intera larghezza della penna. E per certi aspetti Ph. berezowskii è ancora più diverso da Ph. strauchi che da Ph. decollatus. Voglio dire che le macchie apicali nere a forma di cuneo sulle piume della parte superiore del dorso, che sono strette in Ph. strauchi (e Ph. sohokhotensis), sono larghe in Ph. decollatus e ancora più larghe in Ph. berezowskii. Le scapolari di quest'ultimo sono un poco più chiare che in Ph. decollatus e non più scure. Forse sarebbe meglio trattarlo come una forma specificatamente distinta, anche se le differenze rispetto a Ph. decollatus sono piuttosto di natura quantitativa.

1* Commento personale:-  Come può Buturlin sostenere che il Phasianus alaschanicus mostra sempre sopracciglia bianche dall'esaminazione di un solo esemplare che, tra l'altro era, ed è ancora, l'unico della sua specie trovato sino ad oggi ?                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                              2*) Commento personale:- Nella sua revisione del 1908 Buturlin, per un probabile eccesso di presunzione, cade nello stesso errore commesso qualche anno prima (1904). Come già precedentemente argomentato, e nonostante le incertezze e imprecisioni, o forse solo "lapsus calami", per dirla alla Buturlin, ma comunque facilmente correggibili, nel 1987 Ogilvie-Grant aveva suggerito, in una straordinaria elaborazione geografica per il periodo, la stessa distribuzione del Phasianus decollatus, confermata da successive ricerche sul campo, che attraverso la letteratura è poi arrivata sino ai nostri giorni. Quindi le eccezioni di Buturlin, in questo caso, sono del tutto arbitrarie. Infatti la specie si trova nello Yunnan, ma orientale, non occidentale, nel Guizhou, Chongqing, Sichuan orientale a raggiungere alcune aree confinanti dello Shaanxi ed i Qinlingshan. Il fatto che M. Berezowsky non lo abbia trovato nel Sichuan settentrionale, non significa necessariamente che non vi fosse. Probabilmente aveva avuto modo di osservare una variante di Phasianus strauchi oppure un ibrido tra quest'ultimo e Phasianus decollatus, ciò che ancora oggi non è stato completamente assodato. Però è certo che nel nord est del Sichuan e aree vicine dello Shaanxi orientale si trova il Phasianus decollatus.

8. PHASIANUS ALASCHANICUS  (Fagiano dell'Alashan)

Ph. torquatus: 1891, Berezowski e Bianchi, Aves exp. Potanini, pag. 18 (pt., nata Gra.).

Ph. decollatus: Bianchi, 1906, Boll. Ac. SC. San Pet. V. ser, xxiv. T. N. 1 e 2, pag. 90 {"tipico" \) ; 1907, Aves esp. Kozlowi, pag. 200 {" abbastanza tipico "") (partim, nee Swinhoe).

Ph. alaschanicus : 1908, Alpheraky e Bianchi, 1. c. pp. 434, 452.

Una coppia di questi uccelli fu procurata dal colonnello N. M. Przewalski nel gennaio 1884 in un'oasi vicino alle pendici occidentali delle parti centrali dei monti Alashan, nel sud-est del deserto dell'Alashan.

Ph. alaschanicus ha una sorprendente somiglianza con Ph. decollatus nell'aspetto generale, ma appartiene a un ramo completamente diverso del genere, avendo sempre tracce chiaramente distinguibili di sopracciglia biancastre. Ha un leggero collare bianco che abbraccia circa due terzi del collo, ma questo carattere non lo distingue sempre da Ph. strauchi e dal gruppo Ph. decollatus, poiché in quest'ultimo gruppo — come dimostrato dalla grande serie di Ph. strauchi nel Museo di San Pietroburgo — il collare è occasionalmente altrettanto sviluppato (anche se mai a tal punto) come in Ph. gmelini, Ph. karpowi  & c.

1*) Commento personale:- Come già sopra menzionato, Buturlin non può sostenere, perentoriamente, che il Phasianus alaschanicus mostra sempre sopracciglia bianche dall'esaminazione di un solo esemplare che, tra l'altro era, ed è ancora, l'unico della sua specie trovato sino ad oggi.  

9. PHASIANUS GMELINI KIANGSUENSIS  {Fagiano cinese nord-orientale.)

Ph. holdereri kiangsuensis : 1904, Buturlin, Ibis, pp. 383, 407 (spec. Kalgan).

Ph. holdereri : 1904, Buturlin, 1. c. p. 406 (pt., esemplari KukuKhota e Uliassutai; nee Schalow, 1901).

Ph. schensinensis : 1905, Buturlin, Psovaia i Ruzheinaia Okhota, febbraio, p. 50 (in russo) (ex litt.) (spec. Kuhu-Khota e Uliassutai).

Ph. gmelini pewzowi : 1908, Alpheraky e Bianchi, 1. c. p. 456 (spec. Kuku-Khota e Kalgan).

Quando ho trattato il fagiano dal collare stretto dai colori vivaci della Cina nord-orientale nel mio precedente articolo, ho commesso diversi errori, come è stato giustamente sottolineato dai signori Alpheraky e Bianchi.

Il primo è stato nel tracciare il limite geografico tra il Ph. kiangsuensis settentrionale dai colori vivaci e il Ph. gmelini meridionale dai colori chiari. I miei esemplari tipo di Ph. gmelini provenivano da Foo-chow a Fo-kien (attuale Fujian), Cina meridionale, e Ph. kiangsuensis è stato descritto da me da esemplari di Kalgan nella Cina settentrionale (gli esemplari del dott. Radde sono stati effettivamente esaminati da me, e gli esemplari del signor Lorenz sono stati descritti abbastanza correttamente da lui per me in litt.). Dall'ampia distesa di paese tra queste località (circa 15°) non avevo esemplari, e dalla descrizione degli esemplari di Shanghai ho presunto erroneamente che appartenessero alla forma settentrionale dai colori vivaci. Ma i signori Alpheraky e Bianchi sono stati in grado, grazie alla gentilezza del signor Rothschild e dottor Hartert, di esaminare diversi esemplari di Shanghai e Ching-kiang, scoprendo che appartenevano alla pallida specie meridionale -- e concordo con questa opinione, poiché ho esaminato io stesso questi semplari. Pertanto il limite tra le due forme si trova molto più a nord di quanto avessi supposto, e non è improbabile che tutte le pianure della Cina orientale (incluso il Basso Hoang-ho) siano abitate dal pallido Ph. gmelini. Non è stata, naturalmente, una felice ispirazione chiamare la forma brillante Ph. kiangsuensis, poiché ora è dimostrato che il suo areale non di nella provincia di Kiang-su (attuale Jiangsu), ma non si può cambiare, e poiché Squatarola helvetica non si riproduce in Svizzera e Xylocopus kamtchatkensis non si incontra mai in Kamtchatka, l'errore non rimarrà unico.

Il mio secondo errore, a quanto pare, è stato quello di suddividere ulteriormente la specie più settentrionale dai colori vivaci in due forme sulla base di caratteri che non reggono in una serie più ampia, almeno la maggior parte di essi, come sottolineano i signori Alpheraky e Bianchi, e del quale sono convinto io stesso.

Il mio Ph. kiangsuensis era in realtà basato su esemplari provenienti dalla parte montuosa nord-occidentale delle province nord-orientali della Cina (Pe-chi-li <attuale Hebei> e Shan-si <attuale Shanxi o Shaanxi>), che erano stati portati da Kalgan. Ma gli esemplari dai colori vivaci di Ordos nord-orientale (di M. V. Pevzov: S.W. da KukuKhota, vicino alla curva N.E. dell'Hoang-ho e dell'Uliassutai) differivano, come mi sembrava, nell'avere copritrici alari grigio-sabbia (non grigio-lavanda), groppone più verdastro, nuca più lucida e sopracciglia più scure. Ho identificato questi uccelli di Ordos con Ph. torquatus var. C (del noto lavoro di David e Oustalet) dello Shensi (Shanxi o Shaanxi), definendoli nelle mie lettere e mappa manoscritta della Distribuzione geografica dei veri fagiani "Ph. schensinensis", come menzionato nell'edizione russa del mio primo articolo sui fagiani. In seguito li identificai con "Ph. holdereri" di Schalow e descritti con quel nome.

Entrambe le identificazioni erano errate, poiché "Ph. torquatus var. C" è molto probabilmente Ph. berezowskii e "Ph. holdereri" è il tipico Ph. strauchi. Inoltre, la colorazione più lavanda o più grigio sabbia delle copritrici alari, così come il groppone più verdastro, sono caratteristiche puramente individuali, come si può vedere in una vasta serie di quasi tutte le specie del gruppo orientale di veri fagiani.  

La strettezza delle sopracciglia è anche dovuta in una certa misura all'abrasione delle piume. E, infine, anche le tonalità di colorazione della nuca sembrano non presentare una linea di demarcazione ben definita.

Posso aggiungere che negli esemplari Ordos del Col. Pevzov e nei tipi dei miei Ph. schensinensis e Ph. holdereri, le penne del petto sono vistosamente, anche se molto strettamente, marginate di nero, e nell'esemplare di Radde, tipo del mio Ph. khiangsuensis (che presumo ancora essere di origine Kalgan), questi margini sono quasi obsoleti. Ma poiché altri esemplari Kalgan esaminati da me nella collezione del signor Alpheraky possiedono questi margini, il carattere sembra non avere alcun valore anche in questa forma.

Pertanto in questo gruppo di fagiani dobbiamo ora ammettere due forme: la più meridionale Ph. gmelini, con il mantello e i fianchi giallo-oro ('Ibis,' 1904, p. 384) ("coloribus corporis valde pallidioribus,' ib. p. 409), e la più settentrionale Ph. kiangsuensis di N.E. Ordos e Kalgan, con il mantello e i fianchi arancio-oro ('Ibis,' 1904, p. 384) ('coloribus corporis iutensis," ib. p. 408). Dai signori Alpheraky e Bianchi è stato attribuito un nuovo nome a questa forma "Ph. pevzovi" basato sugli esemplari di Ordos del colonnello Pevzov, identici, come ammettono, agli uccelli di Kalgan, e mi dispiace molto che questo nome molto più appropriato debba essere respinto per motivi di priorità.

10. PHASIANUS KARPOWI BUTURLINI  (Fagiano di Tsushima)

Ph. torquatus : 1882, Blakiston e Pryer, Trans. As. Soc. Jap. X. p. 137 (nec Gm.).

Ph. karpowi buturlini : 1907, Austin H. Clark, Proc. U.S. Nat. Mus. xxxii. p. 468.

Questa forma è basata su un singolo esemplare maschio ottenuto il 21 maggio 1885 dal defunto P. L. Jouy, sull'isola di Tsushima nello stretto di Corea. È stato confrontato con una buona serie (sette maschi) di veri Ph. karpowi provenienti dalla Corea e si dice che differisca per avere mantello e fianchi più chiari, sopracciglia più larghe, groppone più grigiastro, timoniere centrali più olivastre e meno giallastre, non così fortemente barrate verso le punte, e becco leggermente più corto e più arcuato.

La maggior parte di questi caratteri, come la forma della collina e la quantità di grigio sul groppone, e, ancora di più, la quantità di barrature sulla metà apicale delle penne della coda, sono caratteristiche puramente individuali nei veri fagiani. Ma la tonalità del mantello, fianchi e forma delle sopracciglia sono veri caratteri diagnostici. Per questi aspetti Ph. buturlini evidentemente si avvicina un poco a Ph. ussuriensis, e sarà consigliabile confrontare attentamente la forma di Tsushima con esemplari di Ussuri, e anche con Ph. gmelini della Cina sud-orientale.

​Questa forma non mi è nota ex autopsia.​

Descrizioni e note critiche del Dr. Hartert Ernst in "NOTES ON PHEASANTS" del 1917 - da pag. 442 in ("NOVITATES ZOOLOGICAE" A Journal of Zoology. EDITED BY LORD ROTHSCHILD, E.R.S., Ph. D., Dr. ERNST HARTERT. and Dr. K. JORDAN. Vol. XXIV. N°1 del 1917.  

 - Nei lavori del Dr Hartert si evince innanzitutto che, per scelta personale ed in un certo senso precorrendo i tempi, nel 1917 viene già utilizzato il "trinominale ", cioè genere = Phasianus + specie = colchicus + sottospecie = colchicus, quindi considerando tutte le forme conosciute, ad eccezione del versicolor, come sottospecie del Phasianus colchicus.

Nelle recensioni dei veri fagiani di Buturlin (Ibis, 1904 e 1908) e di Alpheraki & Bianchi (Ann. Mus. Si. Petersbourg. xii. 1908), le varie forme sono raggruppate in un certo numero di specie, molte delle quali presentano diverse sottospecie. Non posso essere d'accordo con nessuno dei raggruppamenti, che mi sembrano un poco arbitrari *, anche se so che gli autori e molti altri ornitologi non saranno d'accordo con la mia opinione. Concordo con Rothschild, Laubniann e altri, che considerano tutti i veri fagiani sottospecie di una stessa specie. A mio parere, non può esserci alcun dubbio che tutte le forme nell'elenco seguente da Ph. colchicus a Phturcestanicus e Ph. bergii siano sottospecie affini; un altro gruppo affine è quello delle forme dal groppone grigio da Ph. elegans a Ph.satscheuensis, ma entrambi i gruppi sono collegati in qualche modo dal raro Ph. tarimensis. La transizione dal gruppo dei "colchicus" dalle ali marroni al gruppo dei "persicus" con ali bianche è splendidamente sviluppata.

Si possono avere opinioni diverse sul Phasianus versicolor, ma ho preferito trattarlo come una "specie".
*  Ad esempio, Alphraki & Bianchi mantengono Phasianus talyschensis specificamente distinto da Phasianus c. colchicus!

                                                                                                                                                                                                                                                                                          Elenco nomenclaturale delle forme di "veri fagiani".

Dopo uno studio approfondito del genere Phasianus, sono giunto al seguente elenco, ma, poiché non sono stato in grado di confrontare il materiale in altre collezioni europee e russe, diverse forme mi sono note solo tramite descrizioni, e si basa quindi principalmente sul materiale nei musei di Tring e Britannico, gli unici in Inghilterra che contengono una buona serie di fagiani, ed entrambi molto ricchi di esemplari.

Il mio elenco non differisce molto da quello pubblicato da Ogilvie-Grant del 1912 in British Game Birds and Wildfowl (Vol. 1. di The Gun at Home and Abroad), e sconosciuto alla maggior parte degli ornitologi

1. Phusianus colchicus colchicus Linnaeus 1758.  Coste sud-orientali e orientali del Mar Nero e da lì verso est lungo i fiumi Rion e Tchorok fino al Kura e all'Araxes e ai loro affluenti. Introdotto nella maggior parte dei paesi d'Europa, Nord America, Nuova Zelanda

Sinonimo: Ph. colchicus lorenzi But. 1904.

2. Phasianus colchicus septentrionalis Lorenz 1888. Pendici settentrionali del Caucaso, in particolare le valli di Kuban, Terek, Kuma, a sud fino ad Apcheron, a nord raggiunge le foci del Volga.

3. Phasianus colchicus talischensis Lorenz 1888. Le pianure di Talisch (Lenkoran) fino a Ghilan e Masanderan nella Persia settentrionale.

4. Phasianus colchicus persicus Severtzov. 1875. Persia nord-orientale e parti sud-occidentali della Transcaspia.

5. Phasianus colchicus principalis Sclater 1885. Pianure del Basso Murgab e Tcdjen, corsi d'acqua provenienti dal DarahGaz e dal Kalat-i-Nadiri, a nord in passato fino a Geok-tepe e Ahal-tekke, a est fino a Repetek, secondo Buturlin.

Sinonimi:                                                                                                                                                                                                                                                                                                          Ph. komarovii Bogdanov 1886.                                                                                                                                                                                                                                                                Ph. principalis bogdanowi Buturlin 1894.  

6. Phasianus colchicus zarudnyi Buturlin 1894. Valle del medio corso dell'Amu-Daria (Oxu.s), ma i limiti esatti della distribuzione non sono ancora certi.

? 7. Phasianus colchicus gordius Alpheraky. & Bianchi 1908. Sinonimo: Ph. tschardjuensis But. 1908. Vide antia. (Non visto.)

8. Phasianus colchicus zerafschanicus Tarnovski 1893. Valle di Zerafshan a Buchara e Samarcanda.

9. Phasianus colchicus chrysomelas Severtzov 1875. Delta di Amu-Daria (Oxus), almeno a Petro-Alexandrovsk.

10. Phasianus colchicus bianchii Buturlin 1904. Montagne di Buchara, lungo i fiumi Kafirnagan, Waksh e Surkhan, e vicino a Termes (Tarmys) sull'Alto Amu-Daria.

? 11. Phasianus colchicus jabae Zar.udny 1909. Sull'Amu-Daria, sopra "Tchardjui". Forse un esemplare nel Museo di Tring portato vivo dal "Turkestan afghano" potrebbe appartenere a questa forma, che è probabilmente un ibrido tra zarudnyi e bianchii; il tipo è stato ottenuto in un distretto dove si dice che viva "gordius", e dove si dice che zarudnyi apparire a volte da ovest e "jabae" da est!

12. Phasianus colchicus michailovski Zarudny 1909. Si dice che viva "nei distretti attorno al Pamir e probabilmente nel Pamir stesso". Secondo la descrizione, abbastanza distinto. (Non visto.)

13. Phasianus colchicus shawi Elliot 1870. Sinonimi; Ph. insignis Ell. 1870.

Ph. shawi Chrysomeloides Lorenz. 1909. Turkestan orientale da Yarkand e Kashgar al Basso Aksu e (Chotan-Daria).

14. Phasianus colchicus mongolicus Brandt 1844. Provincia di Semiretchensk e gran parte di Semipalatinsk nel Turkestan russo, e Kuldja, anche le depressioni dell'Issik-Kul, Balkash, AlaKul e Saissan-Nor con i loro affluenti. ("Ph. c. mongolicus" è un termine improprio, perché non si verifica nella vera Mongolia.)

Sinonimo:                                                                                                                                                                                                                                                                                                        Ph. brandli Rothsch. 1901

?15. Phasianus colchicus semitorquatus Severtzov. 1875. Parte meridionale della Dsungaria, a ovest della depressione dell'Ebi-Nor e a est, secondo Buturlin, fino a Gutchen. Ho esaminato pelli di Manas. (Dal materiale esaminato, questa forma sembra essere abbastanza riconoscibile, ma secondo i signori Alpheraky & Bianchi, che avevano il tipo davanti a loro, non separabile. Gli autori affermano abbastanza correttamente che Sewertzov confrontò il suo " semitorquatus " con esemplari di turcestanicus, e non del vero mongolicus, ma nonostante l’errore non significa  che la forma non sia separabile.)

16. Phasianus colchicus turcestanicus Lorenz 189(1. Dalle rive del Lago Aral attraverso la valle del Syr-Daria (Yaxartes) ad est fino a Gultsha (teste Buturlin), 5.000 piedi di altezza nell'Alia-Tag, 140 km., a sud di Osh.

17. Phasiamis colchicus bergi Zarudny 1914. "Sostantivo Kair e Isole Uialy nel Lago Aral". (Non visto.)

18. Phasianus colchicits tarimensis Pleske 1883. Valli Tarim e Chertchen nel Turkestan orientale, depressioni dei laghi Bagrash-Kul e Lob-Nor.

19. Phasianus colchicus elegans Elliot Montagne del Sichuan sudoccidentale, dello Yunnan nordoccidentale e degli Stati Shan settentrionali, sul fiume Salween, ad altitudini di circa 6.000 piedi.

20. Phasianus colchicus strauchi Przhevalski  1876. Kansu meridionale, a nord almeno fino al fiume Tatung, Shanxi medio-orientale, dove erano comuni nel Ta-pai-shan (Tsin-ling Mt.).

Sinonimi:                                                                                                                                                                                                                                                                                                          Ph. hohlereri Schalow 1901.                                                                                                                                                                                                                                                                Ph. berezovskyi Rothschild 1901.                                                                                                                                                                                                                                                            Ph. strauchi chonensis Ogilvie-Grant 1912.

21. Phasianus colchicus suheschanensis Bianchi 1806. Vicino a Sung-pan e Tung-pei a Siih-shan, Setchuan nord-occidentale. Quattro esemplari noti: 2 a San Pietroburgo, 1 Tring, 1 britannico Museo.

22. Phasianus colchicus sohokhotensis Buturlin 1908. Oasi di Soho-khoto vicino a Chen-fan, 100 km a nord della catena Nan-shan o Richthofen. Le differenze dichiarate esistenti da Buturlin sembrano essere lievi, e si dice che gli esemplari dei Monti Tatung siano intermedi, ma la località apparentemente isolata sembra essere a favore di una forma separata. (Non visto.)

23. Phasianus colchicus formosanus Elliot 1877. Formosa.

24. Phasianus colchicus kiangsuensis But. Kalgan e Kukai-khoto, un Uliassutai nella Mongolia nordoccidentale. Vedi antea!

Sinonimi:                                                                                                                                                                                                                                                                                                          Ph. schensinensis Buturlin 1905.                                                                                                                                                                                                                                                            Ph. gmelini pewzowi Alpheraky. & Bianchi 1908.

25. Phasianus colchicus decollatus Swinhoe 1870. Province cinesi di Koei-tchou, Hunan occidentale, Yunnan orientale e Setchuan fino a Ta-tsien-lu, forse anche nel Tonchino settentrionale.

26. Phasianus colchicus torquatus Gmelin 1789. Cina sud-orientale da Canton allo Hunan, in ogni caso fino al Basso e Medio Yang-tse-kiang, forse a nord fino a Shan-tung. (Introdotto in Europa, Sant'Elena, ecc.)

Sinonimi:                                                                                                                                                                                                                                                                                                    Ph. albo torquatus Bonnat 1791.                                                                                                                                                                                                                                                            Ph. holdereri gmelini Buturlin 1904.

27. Phasianus colchicus karpowi Buturlin 1904. Dalla Manciuria meridionale alla Corea e all'isola di Tsu-shima.

Sinonimo: Fasiano karpowi buturlini Clark 1907. 

28. Phasianus colchicus pallasi Rothschild 1903. Dall'Ussuriland all'Amur e alle coste del Mar del Giappone, della Manciuria settentrionale e centrale. (Vedi antea.)

Sinonimi:                                                                                                                                                                                                                                                                                                          Ph. alpherakyi But. 1904.                                                                                                                                                                                                                                                                        Ph. alpherakyi ussuriensis But. 1904.

29. Phasianus colchicus hagenbecki Rothschild 1901. Kobdo, Kara-ussu e Achit-Nor, a nord dell'Ektag Altai.

30. Phasianus colchicus alaschanicus Alpheraky & Bianchi 1908. Si dice che abiti in un'oasi vicino al versante occidentale della catena del Medio Ala-shan. Descritto da una coppia raccolta da Przewalski. Secondo le descrizioni, molto vicino a Hagenbecki. Richiede conferma. (Non visto.)

31. Phasianus colchicus vlangalii Przhevalski 1876. Tsaidam orientale, tra i monti Kuku-Nor meridionale e le catene Tolai-Ula e Burkhan-Budda.

32. Phasianus colchicus satscheuensis Pleske 1892. Kansu più occidentale a nord del Nan-shan, soprattutto nelle valli del Bulunzin e Dan-khe, sul Khala-tchi-Nor, nell'oasi di Satchu (Satcheu), vicino ad Ang-si (An-su), Shao-wan e Shanto-po.

33. Phasianus versicolor Vieillot. 1825. Isola di Hondo, Giappone.

Sinonimo:                                                                                                                                                                                                                                                                                                    Phasianus diardi Temm. 1830.

1. PHASIANUS COLCHICUS LORENZI = Phasianus colchicus colchicus.  

In IBIS del 1904, nella sua preziosa revisione del genere Phasianus, il signor Sergei Buturlin descrisse come una nuova sottospecie Phasianus colchicus lorenzi della Transcaucasia orientale, vale a dire i bacini dei fiumi Kura e Araxes. Non specifica se l'esaminazione è riferita ad un solo maschio o molti, neppure definisce un "tipo", né spiega se in possesso di esemplari con piumaggi autunnali, invernali o estivi appena mutati. Le femmine non sono menzionate.

Al Tring Museum sono conservati tre maschi e una femmina che mostrano un bellissimo e non abraso piumaggio, catturati nei mesi di dicembre, febbraio e marzo a Elisabetopol (Jelisawetpol), Tifiis e bacino di Kura. Un attento confronto di questi esemplari con il tipico colchicus rivela la loro assoluta identità. Si distinguono a colpo d'occhio dal loro affine geograficamente più vicino, Ph. c. talischensis, e da Ph. c. septentrionalis, ma non differiscono dal Ph. c. colchicus. Le piume giugulari non sono, come menziona il signor Buturlin, più strettamente marginalizzate di blu, né l'addome si presenta marrone mattone anziché nero; quest'ultima affermazione  suggerisce che il sopracitato autore possa aver avuto a disposizione pochissimi esemplari, se non uno solo, in quanto si tratta di carattere variabile - in un maschio di Ph. c. talischensis ad esempio, la parte centrale dell'addome è rosso mattone, in un altro nerastra, con iridescenze blu violacee. La frase "pectore medio non viridescente, sed cupreo-rubro valde differt", non si riesce a capirla, dato che nel Phasianus c. colchicus la parte centrale del petto non è "verdastra", ma "rame" come nei maschi del bacino del Kura. Le dimensioni sono le stesse e una femmina del Kura concorda assolutamente con altre di Ph. c. colchicus. Posso, quindi, ammettere solo tre forme nella regione del Caucaso:

1. Ph. colchicus colchicus L., in Transcaucasia, dalle coste orientali e sudorientali del Mar Nero, i bacini fluviali del Rion (l'antico Phasis) e del Tehorok (Tscharuch) ai bacini del Kura e dell'Araxes. Né questa distribuzione è molto peculiare e improbabile, poiché abbiamo le seguenti sottospecie:

2. Ph. colchicus septentrionalis Lor., che si estende attraverso i bacini del Kuban e del Terek, dal Mar Nero al Mar Caspio, sebbene ora estinto nella parte centrale del suo areale, tra Stavropol e Georgievsk.

3. Ph. colchicus talischensis Lor., da Lenkoran alla Persia settentrionale, Ghilan e Masanderan orientale.

2. PHASIANUS COLCHICUS KAMAROVI = Phasianus principalis.

Nell'Ibis, 1904. pp. 381, .388, Buturlin separa Phasianus principalis e komarovi. Il primo è stato descritto da Sclater, Proc. Zool. Soc. London. 1885. p. 322, da "Bala Murghab", sul fiume Murgab, il secondo da Bogdanov, Bull. Acad. St. Petersbovrg, xxx. p. 35G. 1886, da esemplari raccolti da Zarudny sul fiume Tejend o Heri-rud, ma non come distinto da Phasianus principalis, probabilmente perché l'autore non aveva ancora visto la descrizione di quest'ultimo.

Zarudny, che aveva raccolto fagiani lungo il corso di entrambi i fiumi, li considerava come una sola forma nei suoi scritti del 1889, 1890, 1896 e 1903. Ogilvie-Grant li unì entrambi nel 1893 e 1912, Alpheraky e Bianchi fecero lo stesso nel 1908. Evidentemente tutti questi autori hanno ragione e Buturlin torto. L'unica differenza tra i maschi delle due presunte forme riguarda, secondo quest'ultimo autore, le ampie estremità nerastre delle penne dei fianchi con lucentezza verdastra nel Phasianus komarovi, violacea nel Phasianus principalis. Questa sarebbe certamente l'unica differenza! Molto poco in effetti, ma — come dice Buturlin — abbastanza per separare le due forme, se costanti. Questo, tuttavia, non è il caso, poiché non tutti i maschi del Tejend mostrano la lucentezza verdastra sulle suddette piume, e alcuni di Merv, sul fiume Murgab, presentano anch’essi una distinta brillantezza verdastra. Sono stati confrontati quattro maschi della valle di Tedjen con quindici del bacino di Murgab. Buturlin afferma che Phasianus komarovi è separato da Phasianus principalis a est "da una stretta fascia di pianure senza acqua". Naturalmente intende il deserto tra i fiumi Upper Tejend e Murgab. Tuttavia, è probabile che questa arida fascia di terreno non sia sufficientemente ampia da costituire un efficiente confine, anche in considerazione all’asserzione di Buturlin che il Phasianus principalis si estende a nord-est fino a Repetek, per cui, più in profondità nel deserto rispetto alla larghezza della fascia compresa tra i fiumi Tejend e Murgab, e questi fiumi sono ampie distese d'acqua quando sono in piena o esondano nel periodo primaverile.

3. In merito a PHASIANUS ZARUDNYI, GORDIUS, TSCHARDJUENSIS e JABAE:

Se le ultime opinioni di Buturlin fossero corrette, almeno tre specie di Phasianus abiterebbero il corso medio dell'Amu Darja o fiume Oxus, oltre al Phasianus chrysomelas nel delta, vale a dire, Kiva (Chiva), "fino a Petro-Alexandrovsk".

Nel 1896 Zarudny descrisse (in russo!) come una nuova specie Phasianvs medius, che abitava la valle dell'Amu Darja da "Khiva a Chardjui". Sfortunatamente il nome medius fu invalidato da Phasianus medius Milne-Edwards 1870, e quindi Buturlin (Ibis, l894. p. 390) gli conferì, correttamente, un nuovo nome, chiamandolo molto giustamente Phasianus principalis zarudnyi, sebbene Phasianus colchicus zarudnyi sarebbe stato ancora meglio. Phasianus c. zaudnyi differisce dal Phasianus c. principalis per avere solo una macchia nera all’apice delle  scapolari o una stretta linea nera, più o meno larga 2 o 3 mm; solitamente sui lati del collo è visibile, anche se non sempre, una traccia di un collare bianco, che tuttavia non è mai completo, essendo ampiamente interrotto sopra e sotto, e talvolta del tutto assente. I bordi rame-viola delle penne del petto di norma sono abitualmente con una tonalità più scura, mentre i larghi apici neri delle penne dei fianchi si mostrano verdastri. Dai pochi esemplari esaminati, sembra anche che le penne della gola abbiano bordi da verdi a blu-verdi, invece che viola. Si presume che questa forma abiti la valle dell'Oxus centrale da Petro-Alexandrovsk a Chardjui, "e forse un po' più in alto lungo il fiume". Quest'ultima supposizione sembra giustificata, come testimonia un bel maschio di Kerki, cento miglia più a monte lungo il corso del fiume, che non ha traccia di un collare bianco, ma è evidentemente un tipico Phasianus zarudnyi. Secondo gli autori russi, Phasianus chrysomelas si trova anche fino a Petro-Alexandrovsk; poiché non può esserci dubbio, a mio parere, che sia Phasianus chrysomelas quanto il Phasinaus zarudnyi siano sottospecie di Phasianus colchicus, sono affermazioni soggette a dubbi. Possono essere basate sulla presenza di esemplari itineranti  o etichette inesatte. In senso stretto, nessun fagiano verrebbe, con tutta probabilità, catturato a Petro-Alexandrovsk, che è una fortezza o un forte, ma nelle vicinanze; quindi, se entrambe le forme si incontrano vicino a quel luogo, dove forse le condizioni naturali del delta dell'Amu Darja sostituiscono quelle del corso medio del fiume, gli esemplari collezionati  dieci o dodici miglia a nord e dieci o dodici miglia a sud potrebbero essere tutti etichettati Petro-Alcxandrovsk, sebbene non vivano negli stessi luoghi.

Nel 1908 {Ann. Mus. Zool. Acad. St. Petersburg. xii. " 1907." p. 440), i signori Alpheraky e Bianchi descrissero Phasianus gordius da un singolo esemplare maschio di Karnas, 50 miglia a monte del fiume da Kerki. La descrizione si adatta, come dice correttamente Buturlin {Ibis, 1908. p. 573), a esemplari di Ph. zarudnyi assolutamente senza collare, ma aggiunge che l'esemplare tipo differisce da quest'ultimo "nella colorazione rosso-violacea del petto che si estende fino alla parte più alta del dorso e lì sostituisce completamente il colore di fondo dorato". Nello stesso periodo {Ibis, 1908. p. 371) l'autore descrisse un'altra "nuova specie" come Phasianus tschardjuensis, del quale si dice che differisca da Ph. gordius per avere gli scapolari bordati da una linea nera larga da 1 a 2 mm, e la colorazione rosso-violacea non così sviluppata sulla parte superiore del dorso.

Il primo di questi due caratteri è senza dubbio variabile, e quindi non ha valore se si confrontano solo uno o due esemplari, l'altro ovviamente non è un carattere determinante. Non ho quindi dubbi che Ph. gordius e Ph. tschardjuensis siano la stessa forma, ciò che è stato chiaramente sottolineato anche da Zarudny l'anno seguente, ma non posso fare a meno di sospettare che non siano altro che dei Ph. aarudnyi. Se ci fosse un'altra sottospecie (non si può parlare di specie, considerando la natura delle differenze supposte e che tutte queste forme sono solo sottospecie di Ph. colchicus) più a monte lungo il fiume rispetto a Ph. zarudnyi, che si dice viva da Petro-Alexandrovsk a Chardjui "e forse un po' più a monte lungo il fiume", quindi, come può esserci una forma diversa a Chardjui e la stessa (o quasi la stessa) a Karnas, mentre non questa, ma Ph. zarudnyi si verifica a Kerki! Questi misteri di distribuzione scompaiono immediatamente nel momento in cui supponiamo che Ph. gordius e Ph. tschardjuensis non siano altro che dei Ph. zarudnyi, e credo che future ricerche imparziali lo dimostreranno. Ancora più a monte del fiume troviamo i Ph. bianchii, una specie molto distinta, più vicina ai Ph. chrysomelas del delta dell'Oxus, ma con bordi verdi molto più sviluppati nelle piume giugulari, del petto e fianchi, con barre subapicali dorate ridotte nelle piume di queste parti.

Oltre a questi, N. Zarudny ha descritto (vedi la traduzione del Barone Loudon dell'articolo originale in " Sem'ya okhotnikov", un giornale di caccia, in Ornith. Jahrb. 1910. p. 45) un soggetto che chiama Phasianus jabae. Di questo dice che raramente appare da est nel paese abitato dal Ph. gordius, ma solo come un visitatore occasionale, come Ph. zarudnyi, che eccezionalmente appare in quell'area arrivando da ovest. Questo "jabae'' è descritto come formante una transizione da Ph. bianchii a Ph."gordius", ma l'autore respinge l'idea che potrebbe essere un ibrido tra i due, perché bianchii non è stato trovato dove si è verificato. Sebbene io sia l'ultima persona a trarre la conclusione che un soggetto non concordante con le forme finora note possa essere un ibrido, avendo in effetti spesso ridicolizzato tali affermazioni avventate, non riesco a vedere la forza della prova di cui sopra, perché Zarudny evidentemente riuscì ad osservare solo qualche esemplare "randagio" (probabilmente non più di un singolo esemplare!), di cui dice espressamente che loro (o esso!) provenivano da "est", ed a oriente, rispetto al dove è stato trovato il suo "jabae" c'è la casa di Ph. bianchii. Ora, il Tring Museum possiede un maschio che concorda con la descrizione di ''jabae'' e che potrebbe essere descritto come intermedio tra Ph. zarudnyi e Ph. bianchii.

Fu portato vivo allo Zoological Gardens di Londra, dove morì, dal "Turkestan afgano", qualunque cosa ciò significhi. La questione deve rimanere aperta, cercando di stabilire se questo esemplare appartenga ad una sottospecie separata o sia un ibrido tra Phasianus bianchii e znrudnyi (o "gordius").

4. PHASIANUS COLCHICUS STRAUCHI

Dal 1876, quando il Ph. strauchi fu descritto per la prima volta, da Tatung e Buhuk gol nel Gansu, altre tre forme sono state nominate da questa provincia; tutte queste sono, a mio parere, sinonimi, cioè:

Ph. holdereri Schalow Journ. f. Orn. ​​1901. p. 414 pl. 4 da Mintchou, S.W. Gansu.

Ph. berezowskiji Rothschild, Bull. B.U. Club, xii. p. 20. 1901 da Hui-Tsian o Hoi-Sian nel S.E. Gansu.

Ph. strauchi chonensis Ogilvie-Grant, Bull. BO. Club, xxxi. p. 10. 1912, dal fiume Tau a Chone, S.E. Gansu.

Allo stesso tempo, considerando i pochi esemplari che Schalow, Rothschild e Ogilvie-Grant avevano a disposizione per il confronto, è abbastanza comprensibile e scusabile che abbiano pensato di avere nuove forme davanti a loro, sebbene i due primi autori avrebbero potuto essere messi in guardia dal fatto che avevano un solo esemplare della loro presunta nuova specie e che tutti provenivano dall'area abitata da Ph. strauchi, o non molto lontano. La descrizione di Ph. holdereri ha solo circa un mese di priorità su quella di Phasainus berezowskyi.                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                    Phasianus holdereri è stato principalmente separato da Ph. strauchi a causa del suo ampio collare bianco e della parte superiore, lati del petto e coda più chiari, supponendo che si trovasse tra Ph. torquatus e strauchi.

Phasianus berezowskyi venne separato da strauchi a causa dei suoi fianchi molto più chiari e per il "petto marrone dorato brillante", ed alcune piccole presunte differenze.

Phasianus strauchi chonensis: il signor Ogilvie-Grant, l'autore, aveva cinque o sei esemplari da confrontare, e certamente differiscono dagli altri esemplari di Ph. strauchi nel British Museum, che furono raccolti dagli esploratori russi più a nord nel Gansu, per la sfumatura bronzo-oro sul mantello, i margini bronzo-rosso verdastri scuri delle scapolari e, secondo il signor Ogilvie-Grant, anche per le barre più larghe sulle penne della coda.

Nessuno dei caratteri su cui si sono basati gli autori è costante e Ph. strauchi è nel complesso un uccello piuttosto variabile. Non sarei stato così fiducioso e così sicuro di questo, se non avessimo ricevuto dai collezionisti giapponesi del defunto Alan Owston una serie di non meno di 28 maschi adulti, da Ta-pai-shan al centro della catena montuosa Tsin-ling. Questa magnifica serie, che ho potuto confrontare con altre dodici nei musei di Tring e British, mostra chiaramente come varia il Ph. strauchi.

La sommità della testa è a volte piuttosto bronzata brunastra, ma per lo più di un verde scuro.

Il collare bianco posteriormente è a volte largo più di un centimetro e interrotto solo nella parte anteriore, solitamente più stretto e solo accennato, e spesso anche del tutto assente, senza traccia di esso.

L'intera parte superiore varia di colore, più o meno, il groppone principalmente a seconda della stagione, poiché le barre verdi e crema delle piume diventano molto più evidenti dopo il periodo riproduttivo, quando i bordi sono consumati.

Le lunghe timoniere centrali sono a volte molto più chiare, in altri casi più scure, più tinte di marrone rossiccio, e la larghezza delle barre nere non è costante. La parte inferiore è ugualmente variabile. I lati del petto sono a volte molto più chiari, più "marrone dorato fulvo", specialmente nel tipo di Ph. berezowskyi e piumaggi estivi consumati. Anche il colore del petto è variabile; a volte queste parti sono così fortemente lavate di verde con piume dai bordi verde scuro così ampi, che ricordano molto Phasianus c. vlangalii — che è ovviamente molto diverso sulla parte superiore. Più spesso c'è a malapena o molto poco verde sul petto, tranne lungo la parte centrale di quest'ultimo.

Tra i maschi di Tsin-ling ci sono esemplari che concordano assolutamente con altri raccolti nel Gansu dagli esploratori russi e ricevuti dal Museo di San Pietroburgo e dal tardo Th. Lorenz a Mosca, altri che concordano con il tipo di Ph. berezowskyi e chonensis, così come con Ph. holdereri, per quanto mi ricordo, avendo visto quest'ultimo alcuni anni fa, e a giudicare dalla descrizione di Schalow. A questo proposito, è notevole che l'autore abbia nominato un uccello abbattuto lo stesso giorno, e quindi non lontano — poiché non si viaggia velocemente su quelle montagne — P. strauchi.   

Non del Dr. Hartert.                                                                                                                                                                                                                                                          Il signor Ogilvie-Grant ha descritto un nuovo fagiano procurato dal signor George Fenwick-Owen nel Gansu sudoccidentale durante la sua recente spedizione in Asia centrale:                                                                                                                                                                                                                 Phasianus strauchi chonensis  subsp. n.  

Maschio adulto: molto simile a Phasianus strauchi (Przevalski), al quale assomiglia per il petto rosso bronzo, ma di una tonalità più scura; differisce principalmente per il colore bronzo-oro più scuro del mantello, i margini rosso bronzo verdastri scuri delle scapolari e le barre molto più larghe sulle penne della coda. In quest'ultimo aspetto si avvicina a Ph. suehshanensis (Bianchi), del nord ovest Sichuan e Ph. elegans del sud-ovest di Sichuan, Yunnan occidentale, ecc., ma si distingue facilmente da entrambe queste forme per il petto rosso bronzo anziché verde scuro e la parte centrale delle scapolari in gran parte bianco crema come nel Ph. strauchi. Si trova, infatti, in una posizione intermedia tra Ph. strauchi e Ph. suehshanensis, ma è più strettamente affine al primo.

Phasianus strauchi abita i monti Sining e i monti Tatung e la valle a est di Koko-nor,

Habitat:- Sponde e affluenti del fiume Tau nel distretto di Chone del Kansu sud-occidentale e tra le colline pedemontane dei monti Peling settentrionali, ad altitudini variabili da 1800 a 2800 metri sul livello del mare.

Tipo nel British Museum: fiume Maschio Tau, 7000 piedi. G. Fenwick-Owen coll.

Osserrvazioni:- Questo nuovo interessante fagiano, insieme agli esemplari di altre specie, è stato recentemente presentato al British Museum dal signor Fenwick-Owen. Era così numeroso in alcune valli che tre fucili avrebbero potuto facilmente uccidere cinquecento uccelli in un giorno. Si trovava sempre vicino alle coltivazioni, ma di notte si ritirava sulle colline ricoperte di cespugli e nelle cinture fluviali.

5. IN RELAZIONE AI "VERI FAGIANI":  

Non molto tempo fa si pensava che tutti i veri dell'Asia orientale fossero un unica forma, eccetto il fagiano di Formosa, Phasianus colchicus formosanus. Quando Ogilvie-Grant, nel 1893, pubblicò l'elenco delle specie cacciabili al British Museum, li unì tutti, non avendo abbastanza materiale per separarli. Fu Rothschild che, come in altri casi, ruppe per primo "l'incantesimo".

L'anno precedente (Bull. B.O. Club. xii. p. 21) usò per il fagiano dell'Ussuriano il nome "Phasianus torquatus mongolicus" nel 1903 {op. cit. xiii. p. 43) corresse il suo errore e lo chiamò Phasianus torquatus pallasi, descrivendo esemplari raccolti dai fratelli Dorries nel Lower Sidemi, Ussuriland. Poco dopo seguì Buturlin con una bella raffica di nomi. Aveva confrontato e studiato un buon numero di esemplari scoprendo per la prima volta diverse forme molto distinte, ma aveva esagerato e creato anche alcuni sinonimi inutili.

Ci sono tra i "fagiani dal collare" (definizione alquanto impropria derivata dalla lingua inglese) due gruppi: uno con ampie strisce sopraccigliari color crema, mentre l'altro ne è privo. A quest'ultimo appartiene Phasianus colchicus decollatus, e spesso formosanus, in cui sono strette e spesso assentii. Phasianus c. decollatus può sempre essere riconosciuto dalla mancanza di strisce sopraccigliari, mentre un'indicazione di un anello bianco al collo non è rara, e talvolta quest'ultimo è abbastanza distinto, essendo interrotto dietro e davanti, o anche, eccezionalmente, solo davanti! Phasianus c. decollatus vive a est dell'habitat del Phasianus c. torquatus (?1*) nelle province cinesi di Kwei-chou  (attuale Guizhou) Hunan occidentale, Yunnan orientale e Setchuan (attuale Sichuan) fino a Ta-tsien-lu, e apparentemente a sud nel Tonchino settentrionale (Vietnam).

Un'altra forma mostra una striscia sopracciliare biancastra, ma più stretta rispetto al torquatus e suoi affini. Questa forma è un mostro nomenclaturale senza paragoni. Buturlin {Ibis, 1904. pp. 383. 407. 408) lo nominò per primo:

Phasianus holdereri kiangsuensis, poiché immaginava che si trovasse nel Kiangsu (attuale Jiangsu), ma come dimostra la sua descrizione originale, e come dice espressamente in Ibis, 1908. p. 583, vide solo un maschio acquistato congelato da Radde a Kiachta supponendo che arrivasse da Kalgan, a nord-ovest di Pechino, perché era noto che i commercianti cinesi avevano l'abitudine di portare fagiani congelati da quei distretti a Kiachta. L'autore aveva ricevuto appunti, in litteris, sui fagiani dal Kiangsu (Cina occidentale 2*) ), e così accadde che a questa forma venne attribuito il nome specifico derivato da quello della provincia del Kiangsu, dove non abitava, e che il tipo kiangsuensis fosse un esemplare dall'origine incerta, comprato a Kiachta! L'anno seguente lo stesso autore, secondo la sua stessa dichiarazione {Ibis, 1908. p. 581), nominò la stessa forma Phasianus schensinensis, sul numero di febbraio di un periodico russo sulla caccia e pesca, intitolato Psovaia i Ruzheinaia Okhota, p. 50, e questa volta da informazioni in litteris su esemplari di Kuku-Khota e Uliassutai, cioè luoghi che non sono in Shensi (presumibilmente è inteso l'attuale Shaanxi) dove questo fagiano non si trova! 3*) Nel 1908 un altro nome è stato dato a questo uccello da Alpheraky & Bianchi, che (Ann. Mu.s. Zool. Acnd. St. Petersbourg, xii. " 1907." p. 456) hanno descritto un esemplare di Kuku-choto (Kuku-Khota) nella Mongolia sud-orientale come Phasianus gmelini pevzovi. Era certamente difficile sapere cosa intendesse Buturlin con i suoi Ph. kiangsuensis e Ph. schensinensis ma un'attenta lettura di tutta questa letteratura e le chiare osservazioni di Buturlin in Ibis, 1908, pag. 581, dimostrano che "pevzovi" è la stessa forma, nonostante la protesta di Alpheraky & Bianchi, come Ph. kiangsuensis, e quindi quest'ultimo nome deve essere utilizzato. Questo fagiano è finora noto solo agli autori russi, ma Lord Rothschild ha ricevuto dal professor M. Menzbier un fagiano di nome Phasianus pevzovi, che si dice sia stato ottenuto non lontano da Kalgan nella Mongolia orientale nell'agosto 1910. È stato montato ed è arrivato evidentemente tramite Th. Lorenz,, come l'eccellente preparazione dimostra. Credo che questo sia davvero pewzowi, rectius kiangsuensis. Questo uccello mostra le peculiarità evidenziate da Buturlin, ma la linea sopracciliare biancastra è molto stretta, essendo appena accennata, e i bordi rossicci delle scapolari sono molto più scuri che in Ph. c. torquatus, karpowi, pallasi e hagenbecki, essendo di un rosso intenso con una lucentezza violacea, un carattere sorprendente non menzionato dagli autori russi. Nel complesso il nostro uccello è così simile a Phasianus c. strauchi che si può dire che differisce da quest'ultimo solo per l'anello completamente bianco attorno al collo e le penne dei fianchi, che sono chiare al centro e scure sui bordi.

Questa forma deve vivere nei distretti di Kalgan e Kuku-choto nella Mongolia sud-orientale, secondo Buturlin anche vicino a Uliassutai nella Mongolia nord-occidentale, cioè molto lontano; si dice che sia stata abbattuta lì a giugno, quando gli uccelli congelati non possono essere trasportati!

Commento personale:- Nonostante la stima che nutro per il Dr. Hartert, e forse è solo una mia impressione, ma soprattutto in questa parte mi pare che emerga tutto l'astio che doveva provare nei confronti di Buturiln. Non enfatizza, ne, in un certo senso, perseguita, altri autori per i loro errori, o se li menziona,  come nel caso di Schalow, Ogilvie-Grant e Rothschild, quest'ultimo forse anche perchè il suo datore di lavoro, lo fa sempre in maniera pacata e scusabile.  

1*) Il Phasianus decollatus vive ad ovest (non est) dell'habitat del Phasianus torquatus. Imprecisione aggravata dal fatto di elencare anche le provincie coinvolte.

2*) Il Kiangsu (attuale provincia del Jiangsu) si trova ad est (non ovest) direttamente sul Mar Giallo.

3*) In questo caso parrebbe essere Hartert a peccare di presunzione, dato che il Phaisnaus c. kiangsuensis si trova, e sicuramente trovava, in questa provincia.

6. PHASIANUS COLCHICUS TORQUATUS Gmelin ex Latham                                                                                                                                                                                                    Area tipica limitata: Cina sud-orientale. Buturlin ha chiamato questa forma Phiasiauvs holdereri gmelini, perché è dell'opinione che il nome torquatus non possa essere circoscritto a nessuna forma, ma questa opinione non può essere sostenuta. I nomi del periodo Linneo non possono essere abbandonati alla leggera. Devono essere sostenuti se è possibile farlo 1*). Questa forma abita la Cina sud-orientale da Canton a Hunan e, senza dubbio, fino al corso inferiore e medio dello Yang-tse-kiang, forse a nord fino a Shantung (attuale Shandong).

1*) Commento personale:- Nonostante sia d'accordo, non senza qualche eccezione, con l'opinione generale espressa dal Dr. Hartert, ed in particolare nel riconoscere tutte le forme di Phasianus come sottospecie di una sola, forse per eccesso di precisazione, eccepisco su questo punto in quanto, lo stesso Dr. Hartert, in un certo senso, abbandona "il periodo Linneo" nel momento in cui attribuisce il trinominale alle specie, ciò che non fece Linnaeus il quale: introdusse, anche, un sistema di denominazione in due parti chiamato nomenclatura binomiale . Entrambi i nomi sono in latino, il nome del genere (il primo) è in maiuscolo e l'epiteto specifico (il secondo) in minuscolo. Il nome binomiale dovrebbe essere scritto in corsivo o sottolineato se scritto a mano.

 - Ma è giusto così ! L'evoluzione non comprende solo tutte le aree naturali, ma anche il nostro sociale quotidiano, quindi ciò che veniva proposto ed ampiamente accettato agli inizi del 1700, per quanto accurato potesse risultare, non dovrebbe essere inteso come immutabile o discutibile, ma soggetto soggetto ad analisi e giudizio nonché alla possibilità di essere modificato o adattato ad altri concetti ed epoche. 

 - Nello specifico trovo corretta la puntualizzazione, ed esclusivamente come tale, di Buturlin in quanto "torquatus" = con anello, collare ecc., non sembrerebbe, volendo sindacare, essere attribuibile ad una sola specie appartenente ad un gruppo che presenta altre forme con la stessa caratteristica ed in maniera anche molto più evidente.

7. PHASIANUS COLCHICUS KARPOWI  Buturlin                                                                                                                                                                                                                       Descritto da Oru. Monatsber, 1904. p. 3, da Te-lin nella Manciuria meridionale.

Molto simile al Phasianus c. torquatus ma le lunghe penne dei fianchi sono più scure, più brunastre o piuttosto più marrone-dorate.

Clark {U.S. Xat. 3Ius. xxxii. p. 468. 1907) separò il fagiano dall'isola di Tsu-shima come Ph. karpoiri buturlini. L'esaminazione di cinque maschi adulti di Tsu-shima indica che non differiscono dal karpowi tipico. Le presunte differenze evidenziate da Clark sono variabili o inesistenti. Un maschio adulto nel Museo di Tring mostra il collare bianco interrotto nella parte anteriore per circa 3,5 cm, mentre negli altri è completo.

Phasianus c. karpowi abita la Corea e Tsu-shima con la Manciuria meridionale, secondo Buturlin a nord fino a Kirin, a sud fino a Lao-yang; forse la distribuzione si estende molto più a sud di quanto creda Buturlin, e talvolta karpowi e torquatus non sono facili da separare.

8. PHASIANUS COLCHICUS PALLASI Rothschild

Sinonimi:                                                                                                                                                                                                                                                                            Ph. alpherakyi Buturlin (Ibis, 1904. p. 399)                                                                                                                                                                                                                        Ph. alpherakyi ussuriensis Buturlin (Ibis, 1904. p. 403).                                                                                                                                                                                        L'autore respinge il nome pallasi attribuito da Rothschild, in quanto quest'ultimo, a quel tempo, pensava che si trattasse del fagiano coreano (karpowi), ma pallasi si riferisce distintamente alla forma menzionata da Pallas come "varietà mongola", ed i tipi erano stati procurati lungo il fiume Sidemi inferiore. Buturlin afferma che il suo alpherakiji abita la Manciuria centrale vicino al fiume Sungari, mentre il suo alpherakyi ussuriensis si trovava intorno al fiume Ussuri vicino alle rive del Mar del Giappone; ma le due presunte forme non possono essere separate, poiché sono assolutamente identiche.

Ph. colchicus pallasi differisce da Ph. c. torquatus e karpowi nel suo anello bianco completo e più largo e nella colorazione generalmente più chiara, e abita l'Ussuriland e le parti settentrionali e centrali della Manciuria. Ho esaminato una bella serie, tra cui dieci bellissimi maschi adulti del fiume Sidemi, raccolti dai fratelli Dorries.

Una forma molto affine al Ph. pallasi è Ph. hagenbechi (Rothschild, Bull. B.O. Club, xii. p. 20. 1901). Fu originariamente descritto e separato da altri autori in base a impressioni errate, perché i tipi sono in piumaggio estivo fortemente usurato e le presunte differenze dal Ph. pallasi sono dovute al loro aspetto rispetto ai bei maschi in piumaggio fresco dell'Ussuriland e Manciuria. Tuttavia se ne distingue in quanto i bordi neri delle piume giugulari e petto sono continui e distintamente più larghi e la macchia bianca sotto le copritrici auricolari, sempre presente nel pallasi, è generalmente assente.

La distribuzione del Ph. hagenbechi non è nota, poiché gli unici esemplari di cui abbiamo conoscenza provengono da Kobdo, Kara-ussu e Achit-Nor, a nord dell'Ektag (cima bianca) Altai. È molto desiderabile confrontare una serie di piumaggi freschi e provenienti da altri luoghi.

Commento personale:- Non essendo in grado di vedere e confrontare le pelli delle specie in questione, posso solo basarmi su quanto argomentato da entrambi gli autori, e neppure considerare se corretto o meno il nome attribuito a questa forma, per il quale andrebbe, probabilmente, aperto un dibattito, ma trovo  assolutamente corretta l'eccezione del Dr. Hartert in riguardo al considerare le forme descritte in base a presunte differenze, come un unica specie.

9."PHASIANUS ALASCHANICUS" mi è noto solo dalle descrizioni di Alpheraki & Bianchi e Buturlin.

Studio del Dr. Hartert Ernst in "Gli uccelli della fauna paleartica del 1921. Revisione sistematica degli uccelli presenti in Europa, Asia settentrionale e regione del Mediterraneo.

FASIANO Linneo, Syst. Nat., ed. X, I, pag. 158 (1758 – tipo tramite tautonimia e successiva determinazione “Phasianus”—Phasianus colchicus).

 

I Phasianus, con la sola e condizionale eccezione del Phasianus versicolor, sono considerati sottospecie di una specie.

Nelle due nuove revisioni del genere di Buturlin (Ibis 1904 e 1908) e di Alpheraky e Bianchi (Ann. Mus. Petersbourg XII, 1908) le forme sono distribuite in un maggior numero di specie. Nessuno di questi gruppi è accettabile, ad esempio: non si comprende perché questi ultimi due autori considerino il Ph. talischensis una specie e non una sottospecie del colchicus; Il raggruppamento di Buturlin è arbitrario. Tutte le forme di Phasianus. e. colchicus, turcestanicus e bergii sono chiaramente sottospecie di una specie; Di fronte a loro si trovano i fagiani dalla groppa grigia, dal Phasianus elegans a satscheuensis, un secondo gruppo interconnesso di forma in forma. Tuttavia, questi due gruppi sono collegati da Phasianus tarimensis. Colpisce il passaggio dalle forme colchicus dalle ali brune a quelle dalle ali bianche attraverso persicus. L'ordine qui adottato è il più naturale, per ciò che è in mia conoscenza e posso giudicare la sottospecie. La descrizione dei nuovi fagiani è stata talvolta fatta in modo molto acritico; da quanto ne so, le forme multiple non si verificano regolarmente in nessun luogo, sono tutte rappresentative geografiche.

Commento personale:- Nonostante sia in gran parte d’accordo col Dr. Hartert, non posso esimermi dal sottolineare che, a mio parere, ritenere o meno, il Phasianus talischensis, o altre forme, una sottospecie del Phasianus colchicus, per quanto evidente e condivisibile, è pur sempre un opinione personale. Essendo esplicitamente riferito alla specie scoperta per prima dagli occidentali, ma evolutivamente non certo basale, eccepire, volendo, potrebbe non essere del tutto peregrino.  

1. PHASIANUS COLCHICUS COLCHICUS  Linnaeus (Fagiano comune)

Ph. colchicus Linneo, Syst. Nat., ed. X, I, pag. 158 (1758—“Habitat in Africa, Asia”. Errore! Terra tipica limitata: Rioni, già Phasis, da cui deriva il nome generico).

Phasianus marginatus Wolf, Meyer e Wolf. Libro Tascabile tedesco, Uccelli, pag. 291 (1510-nome migliore per colchicus, "Isole del Reno e del Danubio, Boemia, Wetterau").

Ph. colchicus macrorhynchos, microrhynchos A. E. Brehm, Verz., p. 11 (1866— Nomina nuda! secondo la collezione dei fagiani della Germania centrale).

Ph. colchicus lorenzi Buturlin, Ibis 1904, p. 386 (Valli Kura e Araxes, Transcaucasia orientale).

Inglese: pheasant — Francese: faisan — Italiano: fagiano — Svedese: fasan.

Maschio ad.:  Parte superiore della testa di colore verde bronzo scuro; fronte e striscia sopraccigliare verde più scuro, talvolta bluastro. Gola, lati della testa e collo viola-blu, in parte verde metallico iridescente sulla zona superiore, le singole penne sono nere con bordi terminali viola-blu. Collo e dorso, tenuti controluce leggermente al di sotto del livello degli occhi, di colore arancione dorato fuoco, le singole piume sono marrone-nero alla base con un bordo esterno come appena descritto e uno interno marrone-rossastro, e all'apice una macchia nera vellutata che sembra un ritaglio; Verso la metà del dorso le piume assumono prima una fascia nera, poi una fascia color giallo-rossastro o crema che corre parallela ai bordi all'interno della fascia marrone-rossastra. Groppa rosso rame con riflessi violacei, piume maculate di nero e giallo-marrone con ampi bordi lucidi rosso-rame-viola, copritrici superiori anch'esse più lunghe, lungamente sfrangiate ai bordi. 

Phasianus c. colchicus - Nestos Delta, Grecia 27-04-24 - www.hunters.gr Autore: Tsiopanoudis

Scapolari marroni con fasce maculate color crema. Copritrici superiori delle ali giallo-marroni con rachidi più chiari, marroni alla base con segni dell'arco color crema, quelle interne in parte con bordi esterni color rame. Timoniere centrali della coda giallo-marrone al centro con sfumatura color oliva, leggermente punteggiate di nero e con traverse strette che si allargano verso l'estremità. Prima sul lato si trova un bordo bruno-rossastro, più all'esterno un bordo largo, sfrangiato, rosso rame, viola lucido; Sulle laterali, più si trovano verso l'esterno più aumenta la screziatura nera, le bande e gli orli esterni lucidi diventano meno evidenti. Piume e fianchi del del gozzo e petto color rame dorato fuoco con iridescenze viola, ciascuna piuma è marrone alla base, marrone rossastro al centro, dorato fuoco lucido sub-apicale con bordo terminale nero vellutato profondo. Area ventrale marrone-nero, in parte con bordi terminali viola-blu. Copritrici sottocaudali rosso-marrone, nerastro alla base, solitamente con una macchia nera, verdastra, lucida davanti all'apice. Iride marrone ruggine chiaro. Becco giallo brunastro chiaro. Piedi color corno brunastro, ciascuna tarso con uno sperone spesso e affilato. Ala 238-256, coda 425-536, tarso  65-71 mm. 

Femmina ad.: parte superiore nera e brunastro sabbia; le singole penne sono bruno-nere con bordi esterni i color ruggine e giallo-sabbia-brunastro, sul collo posteriore e  nuca per lo più castano-rosso-marrone con iridescenze viola. Scapolari marroni con bande trasversali irregolari e larghe color crema, le secondarie più interne come il dorso. Le piume del groppone non sono visibilmente usurate. Piume della groppa non evidentemente usurate. Timoniere centrali irregolarmente marrone rossastro al centro, nere e strettamente striate con marrone-sabbia chiaro, color sabbia chiaro e marrone scuro macchiate sui lati, la maggior parte delle piume sui lati è uguale a quelle del centro. Mento e gola color crema. Piume del collo e del gozzo bruno-rossastre, approssimativamente al centro con macchie trasversali nere, bordi grigio-marroni rossastri chiari. Centro del petto e della parte inferiore del corpo giallo sabbia brunastro punteggiato di marrone e con sparse macchie marroni, spesso quasi senza macchie. Ali circa 210-220, coda 290-310 mm.

Pulcino: linea nerastra dalla fronte al vertice, vertice castano, tratteggiata nera ai lati della nuca, fronte e strisce sopraciliari giallo sabbia. Lati della testa color crema; dietro l'orecchio una macchia nera. Dorso rossastro marrone sabbia, lungo il centro una striscia larga, su ciascun lato una striscia nera non così nettamente definita e talvolta più stretta. Parte inferiore color crema.    Come per qualsiasi altro                                                                                                                                                                      

Bianco - Mary Evans Picture Library_edited.jpg

        animale che finisce nelle mani dell'uomo, e soprattutto per quelli che spesso vivono e vengono accuditi in condizioni innaturali, anche sui fagiani si conoscono tutti i tipi di aberrazioni. A parte gli albini e  pezzati a macchie bianche, femmine con penne da maschio e simili (in queste ultime le ovaie non devono necessariamente essere danneggiate o malate, ma talvolta sono semplicemente atrofizzate o molto grasse) non è rara una varietà chiamata fagiano "Turco", o "Boemo"; In questo caso, i colori bruno-rossastro e viola-dorato del maschio vengono sostituiti da colori isabella pallidi, solitamente con bordi argentati e lucenti, mentre la testa e il collo mantengono la colorazione consueta. Questa varietà è presente sia nel Ph. colchicus colchicus puro che nei fagiani europei ibridi e, secondo resoconti coerenti, spesso si riproduce in modo puro. Si riscontra anche nella zona d'origine e in genere nei fagiani originariamente selvatici, anche se raramente.                                                                                                    — Tutte le sottospecie di Ph. colchicus si mescolano facilmente tra loro e producono ibridi fertili. Gli ibridi vengono spesso prodotti anche con fagiani di altri generi e persino con polli domestici e selvatici.                                                                                                                                                                                                                          — In origine il Phasianus colchicus si diffuse spontaneamente in Europa e venne allevata a scopo venatorio solo nel VII secolo, ma è stata completamente perso a causa dell'introduzione di forme asiatiche con collari bianchi provenienti dalla Cina e, di recente, anche dalla Mongolia 1*), cosicché ovunque predominano i fagiani ibridi con collarei.

  o meno puro.

Colchicus - Nestos, Grecia 27-04-24 - www.hunters_edited.jpg

Fagiano ibrido: by Mary Evans Picture Library 

1*) Sarebbe interessante sapere cosa il Dr. Hartert intendeva con, Mongolia perchè non credo si riferisca al Phasianus hagenbeki

2. PHASIANUS COLCHICUS SEPTENTRIONALIS  Lorenz.

Ph. colchicus subspec. septentrionalis Lorenz, Journ. f, Orn, 1888, p. 572 (“Lato nord del Caucaso, dalla foce del Kaban al Mar Caspio”).

Il maschio è estremamente simile al Phasianus c. colchicus, ma generalmente un poco più chiaro con la parte anteriore e lati del petto senza l’evidente soffusione violacea del Phasianus c. colchicus; bordi delle piume nere su fianchi e petto prive della lucentezza viola-blu che invece spesso si mostra verde scuro. Anche la parte bassa della schiena è meno violacea. I bordi delle piume su groppone e copritrici caudali non si mostrano viola-porpora-rosso rame, ma più grigio-rossastri, addirittura verdastri se esposti alla luce. Ali del maschio d 242-255 mm. — Femmina apparentemente (solo 1 comparabile) notevolmente più brillante. (Con questa forma è stato osservato anche il brillante “fagiano turco”.)

Abita il versante settentrionale del Caucaso, in particolare le valli del Kuban e del Terek, e del Kuma, sulle coste occidentali del Mar Caspio a sud fino alla penisola di Apsheron, a nord fino alla zona delle foci del Volga. Sterminato nella parte centrale del suo areale tra Stavropol e Georgievsk, naturalizzato vicino a Guryev alla foce degli Urali dopo Severtsoff.

Per quanto è noto, tutte le uova della sottospecie di Phasianus colchicus sono simili tra loro.  ​​​​​​​​​​​​

3. PHASIANUS COLCHICUS TALISCHENSIS  Lorenz.

Ph. persicus Swz., sottospe. talischensis Lorenz, Journ. f. 1888, pag. 571 (Lenkoran in Talish).

Maschio ad.: parti superiori come nel Ph. c. colchicus, così come anche copritrici superiori delle ali e coda, anche se spesso si mostrano più scure. Gozzo e petto, soprattutto i loro lati, sono più chiari e con solo un leggerissimo riflesso viola, con i bordi neri delle piume notevolmente più stretti, e piume stesse un poco più appuntite. L'area centrale della parte inferiore del corpo è spesso, ma non sempre, rosso volpe anziché marrone-nero. Ali maschio 237 e 240 mm. — Femmina come la Phasianus c. colchicus o più scura. 

Pianure del Mar Caspio sudoccidentale da Talish (Lenkoran) a Ghilan e Massanderan nella Persia (Iran) settentrionale.

4. PHASIANUS COLCHICUS PERSICUS Severtzov.

Phasianus c. persicus Severtzov, Boll. Soc. Imp. Natur. Mosca 48, "1874" n. 3, p-208 (1875- „Hab. Littora meridionalia maris Caspii*).

Phasianus Komarovi Saruday, Boll. Soc. Imp. Natur. Mosca LXT, pag. 277, 322 (1885 - Errore! Nomen nudum! Menzionato dai fiumi Chirin-Tschai e Kisyl-kan, ma dove si trova il persicus e non il komarovi di Bogdanov). ).

Maschio ad.: A prima vista si differenzia da quello di Ph. c. colchicus e i suoi parenti più stretti Phasianus septentrionalis e talischensis dal colore chiaro delle copritrici alari superiori, che variano dal bianco grigiastro e bianco brunastro al cannella giallastro chiaro. Inoltre superiormente è più chiaro, con parte anteriore posteriore che è ancora più chiara e dorata che in Ph. septentrionalis; groppa più chiara, più rossastra, non così violaceo-bluastra. Gozzo e petto leggermente più pallidi di quelli mostrati dal Ph. c. colchieus e septentrionalis, i bordi neri sono generalmente un poco più stretti, ma variabili; Le penne sui fianchi mostrano bande anteapicali larghe, molto più chiare e assai più dorate con margini terminali neri, viola-blu lucidi, notevolmente larghi. L'area centrale della parte inferiore del corpo è solitamente marrone fucsia,  vagamente simile al Ph. talischensis, ma varia notevolmente. Ali del maschio 233—248 mm. — Femmina.: Apparentemente non distinguibile con sicurezza da quella del Ph. c. colchicus, tuttavia spesso è leggermente più luminosa.

Persia (Iran) nord-orientale e parti sud-occidentali della Transcaspia, vale a dire le pianure dei fiumi Atrek (Etrek) e Gürgen e dei loro affluenti, sulla costa del Mar Caspio fino ad Ashurada e forse oltre.

5. PHASIANUS COLCHICUS PRINCIPALIS Sclater.

Ph. principalis Sclater, Proc. Zool. Soc. Londra 1885, pag. 322, tavola XXII (BalaMurghab nel nord dell'Afghanistan).

Ph. komarowi Bogdanov, Boll. Imp. San Pietroburgo XXX, p. 356 (1886-Aschabad, raccolto da Sarudny).

Ph. principalis bogdanovi Buturlin, Ibis 1904, p. 390 (Nuovo nome per komarowii, se quest'ultimo può considerarsi anticipato dal nomen nudum di Zarudny - vedi sotto Ph. persicus).

Maschio.: Da Ph. persicus si distingue per il dorso più chiaro, le copritrici superiori bianche e penne inferiori sfrangiate più larghe. L'area centrale del dorso, groppa e parte superiore della coda ricoperte da arancio brunastro, tranne quest'ultima con margini terminali verde-neri e senza sfumatura viola ramata. È estremamente raro trovare tracce di collare bianco. L'ala superiore è ricoperta di bianco quasi puro, con solo una debolissima sfumatura grigiastra o color crema, ma mai brunastra. La gola varia dal marrone rame con bordi delle piume da viola al marrone-nero con bordi blu-verdi o verde-blu. Le penne del gozzo e del petto larghe, di colore arancio-dorato brillante all'estremità, separate dalla parte centrale bruno-rossastra da una sottilissima linea violacea e bordate di rosso-bruno. Gozzo, petto e fianchi con ampi bordi blu-neri e larga fascia dorata anteriormente. La zona centrale della parte inferiore del corpo e copritrici sottocaudali di colore rosso-marrone, solitamente con bordi di piume color viola chiaro o bluastro color ottone. Il centro delle penne di controllo è bruno-rossastro senza traccia di colore olivastro e senza giallo. Ali di 17 maschi - 234-245, una volta 248 mm. — Femmina.: Parti superiori poco diverse da quello del Ph. c. colchicus o leggermente più chiare, così come lo sono quelle inferiori come nel Ph. c.  septentrionalis. — Buturlin (Ibis 1904 p. 381, 388) distingue il fagiano della bassa valle del Tedjen da quello del Murgab affermando che quest'ultimo presenta bordi nero-viola-blu, il primo ha bordi nerastri-viola-verdi sulle penne, entrambi sono generalmente distinguibili e separati da una stretta fascia arida. Quest'ultima, tuttavia, deve essere molto stretta nel periodo in cui i fiumi del nord sono al massimo della loro portata, ed è presumibile che non possa costituire un confine; l'unica differenza riportata non è costante; I bordi delle penne dell'interruttore non sono grigiastri in tutti i pezzi di Tedjen e anche gli esemplari di Merw (Murgab) talvolta hanno una chiara lucentezza verdastra.

Abita le pianure lungo il corso inferire dei fiumi Murgab e Tedjen che scompaiono nel deserto transcaspico, così come le rive di quelli che scendono da Darah-Gaz e Kalat-i-Nadiri, a nord fino a Geoktepe e Akal-Tekke, dove però secondo Buturlin è ormai estinto a est di Repetek. In passato era spesso vicino ad Ashabad. In grandi quantità ravvivava i canneti del Murgab, dove però era già raro all'inizio del 1900, ma recentemente è tornato più comune grazie alla rigorosa protezione di gode. 

6. PHASIANUS COLCHICUS ZARUDNYI  Buturlin                                                                Ph. medius (nec. Milne-Edwards 1870!) Zarudny, Orn. Fauna Transcasp., pag. 481 (1896-russo! Sull'Amu-Darya, da Khiwa a Chardyui).                                                          Ph. principalis zarudnyi Buturlin, Ibis 1904, p. 390 (Amu-Darja = Oxus, da Khiwa a Chardjui).

Maschio ad.: Parti superiori come in Ph. c. principalis, ma con piume delle spalle prive del bordo terminale nero, solitamente largo 2-3 mm., tipico di questa sottospecie, ma solo una macchia nera vicino al rachideo all'apice della penna o linea terminale molto sottile. Ai lati del collo è solitamente presente uno stretto collare bianco non chiuso anteriormente ne posteriormente,  talvolta mancante o solo accennato. I bordi viola-rame delle penne del petto sono solitamente di una tonalità più scura, mentre gli apici neri delle penne sui fianchi sono più verdi. Le penne della gola non sembrano avere bordi viola, ma piuttosto verdi o blu-verdi.  

Questa forma abita le pianure del medio Amu-Darja (Oxus per gli Antichi), ma i confini non sono ancora fermamente stabiliti. Secondo Buturlin si estende da Petro-Alexandrovsk nella parte meridionale di Khiva  fino a Chardyui e forse anche più in alto a monte. Quest'ultima ipotesi è probabilmente corretta, perché abbiamo, per quanto si è potuto determinare, un tipico maschio, ma senza alcun accenno di collare, da Kerki. Phasianus chrysomelas ora si trova regolarmente vicino a Petro-Alexandrovsk, quindi i Phasianus zarudnyi che si suppone si trovano in quest'area potrebbero esserci arrivati in volo, oppure il confine è vicino a Petro-Alexandrovsk e uno o due esemplari non sono etichettati con precisione: un nome simile si riferisce quasi sempre all'area circostante, non letteralmente alla città o alla fortezza stessa. Si potrebbe rispondere che Phasianus chrysomelas e zarudnyi sono specie diverse, ma credo che ciò non sia corretto, e possano quindi convivere. Ma supponendo che così fosse, non potrebbe adattarsi a Ph. tschardjuensis e gordius, che differiscono molto poco da Phasiansu zarudnyi e si trovano a Tschardjui e Karnas, 80 km sopra Kerki.

Zarudnyi - www.ohotniki_edited.jpg

7. PHASIANUS COLCHICUS GORDIUS Alpheraky & Bianchi.

Ph. principalis gordius Alpheraky & Bianchi, Ann. Mus. Zool. Accade. San Poetsbourg XII “1907”, p. 440 (1908— Descrizione di un maschio di Karnas).                          Ph. tschardjuensis Buturlin, Ibis 1908, p. 571 (vicino a Chardyui nel mezzo dell'Amu Darya).

Gli autori descrivono l'unico maschio di Ph. gordius in loro possesso come simile al Ph. principalis, ma le piume al centro del petto anteriore all'estremità larghe 3 mm., sono rosso porpora, senza linea mediana nera, quelle ai lati del petto viola o nero verdastre, scapolari con marcatura triangolare all'apice delle penne ma prive del bordo terminale nero. Buturlin, Ibis 1908, p. 573, osserva molto correttamente che questa descrizione concorda con gli esemplari di Ph. zarudnyi senza colletto bianco, ma afferma che nel tipo la colorazione viola del proencefalo si estende fino alla parte anteriore del dorso, dove sostituisce il colore di fondo dorato. — Quindi pareva sufficientemente distinto, e poteva trattarsi di una forma "speciale" che vive più a monte dell'Amu-Darja, vicino a Karnas, 80 km sopra Kerki, apparentemente già in un terreno montuoso, se il Museo di Tring non avesse ricevuto un maschio di Ph. zaurdny senza collare da Kerki, ma senza la parte anteriore viola del "gordius", e se Buturlin non avesse anche descritto il Phasianus tschardjuensis da Tschardjui, dove, secondo lui e Sarudny, vive il Ph. zarudnyi. Se afferma che Ph. tschardjuensis, descritto da 2 maschi della collezione del barone Loudon, è estremamente simile al Ph. gordius, avendo margini neri larghi solo 1-2 mm., sulle scapolari e non altrettanto rosso porpora sulla parte anteriore. In considerazione dell'apparente variabilità del primo carattere citato e della differenza apparentemente minima nella colorazione dorsale, sono assolutamente certo che Ph. tschardjuensis sia sinonimo di Ph. gordius, ma anche fermamente convinto che entrambi siano solo Ph. zarudnyi aberranti, una forma che senza dubbio mostra una erta variazione. Se i miei sospetti saranno confermati, anche il quadro della distribuzione prima del tutto incomprensibile sarà del tutto chiaro e semplice. A proposito, Zarudny aveva già dimostrato l'identità di Ph. gordius e Ph. tschardJuensis nel 1908 (vedi Orn. ​​​​Jahrb. 1910, p. 45).

8. PHASIANUS COLCHICUS ZERAFSCHANICUS  Tarnovski. 

Ph. zerafschanicus sive klossowskii (sic) Tarnovski, Field (!) LXXVII, p. 409 (1891 – Vicino a Katta-Kurgan a Samarcanda, dove si dice che gli uccelli siano apparsi solo di recente).                                                                                                                                                                                                                                                                                        Ph. tarnovskii Seebohm, Proc, Zool. Soc. Londra 1892, pag. 271 (Sarafshan). Immagine: Ibis 1910, tav. XIII.

Maschio ad.: Copritrici superiori delle ali bianche; dal Phasianus c. zarudnyi e principalis si distingue  per il collare bianco che circonda il collo posteriormente e sui lati ma è ampiamente interrotto anteriormente; a volte si presenta interrotto posteriormente ed estremamente stretto, ma sempre visibile. Gozzo e petto più chiari, bordi bruno-rame, solo una breve linea blu-nera all'apice del rachide e su ciascun lato. Piume sui fianchi con bordi terminali blu-neri leggermente più stretti. Scapolari con marcature nere all'estremità del rachide, ma senza orli neri. Gola di norma completamente bruno-rossastra, occasionalmente con piume bordate di verde. Valle del Zarafshan a Bukhara e Samarcanda, geograficamente molto vicina a Phasianus c. zarudnyi, al quale è molto simile.

9. PHASIANUS COLCHICUS CHRYSOMELAS Severtzov.

Ph. chrysomelas Severtzov (“Söverzov”), Boll. Imp. Naz. Moseou XLVIII “1874”, n. Io, pag. 207, 208 (1875 – Nel basso Amu-Darja o Oxus).

Ph. oxianus e Dorrandti Severtsov Journ. f. 1875, pag. 225 (L'autore dice di “vacillare un po'” tra i nomi oxianus e dorrandti e poi chiama la specie chrysomelas). Immagine: Gould, B. Asia VIL (piastra 36).

Maschio ad.: stessa colorazione delle copritrici alari superiori presentata da Ph. principalis e zarıdnyı. Piume della parte anteriore del dorso in verde più puro e solitamente mostrano bordi un poco più larghi, mentre il dorso e groppone sono leggermente più scuri e presentano una distinta lucentezza verde metallico. Sulla parte posteriore del collo viene mostrata uno stretto collare bianco, solitamente interrotto a metà. Gola verde scuro, che diventa più blu verso la parte posteriore, gozzo e petto rosso rame con bordi molto ampi verde scuro, lucidi e metallici, fianchi dello stesso tipo, ma con ampie fasce subapicali dorate. Centro dell'addome bruno-nero.  Ali 236 —247 mm.

Abita il delta dell'Amu-Darja (Oxus) fino a Petro-Alexandrovsk; forse anche più a monte, ma le notizie a riguardo sono per lo più generiche e vaghe, quindi sono dubbie, oppure potrebbero trattarsi solo di soggetti isolati o arrivati in volo. (Secondo Zarudny, tale scadenza avviene a seguito di inondazioni, incendi, bonifica di tratti di terreno un tempo selvaggi, ecc.) 

10.  PHASIANUS COLCHICUS BIANCHII Buturlin.

Ph. chrysomelas bianchii Buturlin, Ibis 1904, p. 395 (Sui fiumi Kafiırnagan e Vakhsh).

Maschio ad.: Senza alcuna indicazione di collare bianco, altrimenti difficilmente distinguibile da Phasianus c. chrysomelas, per quanto sia un poco più marrone, soprattutto con bordi verdi leggermente più ampi sul dorso. Marcature sulle parti inferiori in verde più brillante e larghi, con fascia anteapicale rosso-oro più stretta, tanto che il gozzo e la parte anteriore appaiono quasi interamente di colore verde brillante; Sulle penne dei fianchi anche la fascia terminale verde scuro è leggermente più larga, quella anteapicale bruno-oro più stretta e la parte basale bruna più scura.

Sebbene Phasianus c. chrysomelas sia presente nello stesso sistema fluviale, risulta comunque molto distante dall'area abitata da Phasianus c. bianchii, separato da lunghi tratti in cui si trova una forma completamente diversa (zarudnyi, forse un'altra), precisamente nelle montagne di Bukhara, in le valli dei fiumi Kafirnagan, Wachsh e Surchan e a Termes (Tarmys) sull'alto Amu-Darja.

11. ? PHASIANUS COLCHICUS JABAE Zarudny.

Ph. jabae Zarudny, “Ssemja ochotnikov” 1909 (russo!); Tradotto da Loudon in Orn, anno 1910, p. 45-47 (Am Amu-Darya, molto al di sopra di Chardyui)

Zarudny descrive Ph. jabae come una nuova specie in un giornale di caccia russo (e il barone Loudon ha gentilmente fornito una traduzione delle sue omissioni). Il mento, petto e ventre sono descritti come in uniforme verde scuro, non viola; le marcature non sono larghe come nei Ph. bianchii, ma come in “gordius”. Centro del ventre color ruggine. Scapolari largamente bordate di verde scuro. “Il dorso appare nettamente squamato a causa dei bordi scuri molto larghi delle piume e per le  significative dimensioni delle macchie terminali." Questi bordi sono di colore verde scuro con una mescolanza bluastra. Nel complesso la forma è tra Ph. bianchi e “gordius”. Nel Museo di Tring c'è un maschio che in qualche modo corrisponde a questa descrizione e ricorda inevitabilmente un ibrido tra Ph. zarudnyi e Ph. bianchii. Fu portato vivo dal “Turkestan afghano”** a Londra, dove morì. Per buone ragioni sono molto raramente propenso a considerare un ibrido che non è conforme ad altre forme, ma qui vale la pena ponderare questa possibilità. Zarudny la rifiuta “perché in quella zona finora Ph. bianchi non è stato trovato”. Tuttavia Zarudny conosce il suo 'jabae' solo da parti (o forse solo da una!) dell'Amu-Darya, molto al di sopra di Chardjui, ma non al di sopra di Kilif; Secondo l'autore, "gordius" vive in questa zona, ma "zarudnyi dell'ovest" e jabae dell'est compaiono molto raramente, senza che lui sappia da dove provenga; Poiché Ph. bianchii  vive a est di esso, l'argomentazione di cui sopra non è valida. Si dice che questa dispersione di fagiani nella valle dell'Oxus sia avvenuta sia per cause geografiche, che come risultato di inondazioni, incendi, bonifiche di terre adiacenti ed, in misura minore, per pressione venatoria. Molto comprensibile con l’eccezione del punto 1. A causa di tali aberrazioni locali, ciò può accadere in casi eccezionali. Ha luogo un'ibridazione e deve essere lasciata ad ulteriori indagini per decidere se il Ph. jabae è tale o specificamente distinto, la cui effettiva patria è ancora discutibile.

** Da questa zona, precisamente vicino a Balkh (Balkh) nel nord dell'Afghanistan, a sud del Kilif sull'Amu-Darya, nella rivista di caccia russa “Semja Okhotnikov” (“Semia Okhotnikoff”) nel 1909, p. 141-143 proviene un fagiano, che Zarudny chiamò Phasianus non-ultimus. Purtroppo non riesco a trovare la rivista e non conosco una traduzione di questa descrizione. Zarudny ne aveva solo un esemplare, che secondo lo stesso (Mess. Orn. ​​​​1910, p. 105) è stato rubato a Tashkent nel 1909 durante una mostra agricola! — Il nostro esempio sarebbe quindi probabilmente questo “non-ultimus”, ma sembra concordare anche con la descrizione di Ph. jabae.

12. PHASIANUS COLCHICUS MICHAILOWSKI  Zarudny

Ph. mikhailowski Zarudny, “Ssemya Okhotnikov” 1909 (russo); Trad.: Orn. Anno 1910, pag. 46, 47 (“Pamir”, ubicazione esatta sconosciuta).

Secondo Zarudny assomiglia a Ph. c. bianchi, ma il verde della parti inferiori è ancora più esteso. Si dice che “i bordi usurati delle penne posteriori, della zona delle spalle e della parte anteriore della groppa” abbiano macchie terminali molto grandi e bordi usurati molto larghi (?). Copritrici sottocudali prevalentemente nere. Quasi tutto il petto è verde scuro, con una stretta striscia dorata ai suoi lati, dietro la quale il resto delle piume è nero, mentre nei Ph.bianchii è presente solo un'estesa fascia rosso ruggine opaco. Area ventrale come in Ph. bianchii.

Questo forma mi è sconosciuta, secondo la descrizione deve essere facilmente riconoscibile, e si dice che abiti nelle “zone attorno al Pamir e forse al Pamir stesso”, cosa non improbabile visto che in quell'area deve esserci qualche fagiano.

13. PHASIANUS COLCHICUS SHAWI  Elliot                                                                                                                                                                                              Ph. shawii Elliot, Proc. Zool. Soc. Londra 1870, pag. 403 (Jarkand).                                                                                                                                                      Ph. insignis id., t. e., pag. 404 (Jarkand).                                                                                                                                                                                                      Ph. shawi subsp. crisomeloides Lorenz, Orn. Zona mensile 1909 (Am Kashgar Darya vicino a Maral-Bashi).                                                                                  Illustrazioni: Elliot, Monogr. Phasian. II, Tav. 1, 3; Gould, B. Asia VII, Tav. 35.

Maschio ad.: Senza collare bianco o con solo tracce. Molto simile al Phasianus crysomelas, ma le penne del dorso presentano bordi nero-verdi più stretti, a volte appena visibili e le stesse ampie macchie sul rachide a forma di cuneo sulle punte. Piume della groppa di colore verde fortemente iridescente. Ala più scura come nel Phasinaus chrysomelas. Margini delle piume del petto e gozzo significativamente più stretti, ma alquanto variabili; piume sui fianchi con margini apicali leggermente meno larghi e molto bluastri, quasi blu-violacei, verdastri solo se tenuti in ombra. Il maschio mostra un piumaggio più luminoso di quello del Phasianus c. colchicus, ed ancora più metallico sulle parti superiori rispetto a quelle del Phasinaus c. principalis, che appare più o meno uguale su quelle inferiori. Elliot descrisse i soggetti con marcature più strette sul petto e fianchi come Phasianus shawi, e quelli che li presentavano più ampie come Phasinus insignis. Lorenz chiamò nuovamente quest'ultimo Phasianus chrysomeloides. Senza dubbio chrysomeloides è uguale a insignis, ma entrambi sembrano rappresentare una variazione individuale e non geografica di Phasianus shawi. I tipi provenivano sicuramente dalla parte occidentale di Jarkand, dalle vicinanze della stessa città o da Kashgar, mentre Lorenz considera tipici gli esemplari del Turkestan orientale, del basso Khotan Darya e dell'Aksu.

Turkestan orientale da Jarkand e Kashgar al basso Aksu e Khotan Darya.

Come molte altre sottospecie di Phasainus colchicus, questa forma preferisce abitare canneti più secchi, erba alta e cespugli. A Maralbaschi si dice che siano particolarmente numerosi,

14. PHASIANUS COLCHICUS MONGOLICUS  Brandt

Ph. mongolicus Brandt, Bull. Classe Physico-Math. Acad . Imp. St. Petersbourg III, p.51 (1844, aprile—“Patria regiones altaicae et Mongolia”).                                    Ph. brandti Rothschild, Bull. B.O. Club XII, p. 20 (1901 – Nuovo nome per mongolicus, che l'autore considerava derivato da 'mongolicus' di Pallas, sebbene il termine 'mongolicus' di Pallas non sia utilizzato in senso nomenclaturalmente).                                                                                                                                                      Immagini: Gould, B. Asia VIl, Tav. 41; Elliot, Monogr. Phasian. II, Tav. 4.

Maschio ad.: Si differenzia da tutte le forme precedenti di fagiano per l'ampio collare bianco che si interrompe anteriormente. La parte superiore della testa e posteriore del collo sono di colore verde scuro metallizzato; penne del dorso marrone castagna con marcature nere o allungate, al centro del dorso anche con macchie color crema sulla parte nascosta, ampiamente bordate di verde ottone, questi ampi bordi sono rosso-oro in una certa luce (tra la fonte luminosa e l'occhio con la pelle disposta trasversalmente), separati dalla parte centrale bruno-rossastra della penna da una sottile linea viola, all'apice del rachide una macchia nera, nessun bordo nettamente nero, solo un sottile accenno. Groppa e copritrici superiori della coda marrone castano scuro con macchie nere, i bordi larghi sono fortemente verdi e in certa luce (in controluce) anche viola brillante. Piume della coda screziate di giallo-marrone, marrone scuro e bruno-rossastro, le linee trasversali nere accompagnate da sottili linee chiare, i bordi sfrangiati da viola al verde. Gola e parte anteriore del collo bronzo-rosso-marrone con riflessi violacei, lati del collo in alto fino al viola-blu. Zona del gozzo e petto bruno-rossastri, le penne con ampi bordi verde-metallico scuro, mantenuti fino al chiaro ma focoso rosso-bruno dorato, strettamente bordati di nero sulle punte; — Piume laterali più chiare, più dorate, con ampi margini terminali neri e verde brillante. L'area centrale della parte inferiore del corpo è per lo più verde scuro perché le piume mostrano ampi bordi verdi, sebbene ci siano anche esemplari in cui questa parte è quasi interamente bruno-rossastra.

Eccezionalmente il colletto bianco è quasi completamente chiuso davanti. Ali di 26 d 250-267, per lo più 253-262 mm.                                                                          La  femmina assomiglia a quella del Phasianus c. principalis, solo la gola è solitamente più gialla.

Provincia di Semirechensk e gran parte di Semipalatinsk nel Turkestan russo e nella provincia cinese di Kulja, ovvero le depressioni dei laghi Issik-Kul, Balkash, Ala-Kul e Saissan-Nor con i fiumi che vi sfociano. Il Tian-Shan separa questa forma dal Phasianus shawi, la catena Alexander e il Karatau da Zurcestanirus, le catene Ala-tau e Boro-choro da Phasianus semitorguatus, l'Ektag o Altai dalla punta bianca dalla zona del Phasianus hagenbecki. (Mongolicus non vive in “Mongolia”) (S. Ph. c. semitorquatus!)

15.? PHASIANUS COLCHICUS SEMITORQUATUS  Severtzov

Ph. semitorquatus Severtzov, Ibis 1875, p. 491 (1875-Kytin, a nord-est di Kulja).

Maschio ad.: Il collare bianco è interrotto anteriormente tanto quanto nel Ph. c. mongolicus o anche più largo, a volte un po' più stretto o solo accennato. Parti superiori come nel Ph. c. mongolicus, ma solitamente un poco più verdi. Gozzo e petto più pesantemente verdi. Area centrale della parte inferiore del corpo è di colore verde brillante. — Queste differenze sono molto evidenti negli esemplari esaminati, ma secondo Alpheraky e Bianchi (1908) la forma non è distinguibile. Gli autori che avevano a disposizione questo tipo di testo notarono, correttamente, che Severzov paragonò il suo Ph. semitorguatus a individui di Ph. turcestanicus, che considerava tipici Ph. mongolicus. 

Parte meridionale della Dzungaria, a ovest della depressione dell'Ebi-Nor e ad est fino a  Buturlin e Gutschen. Sono in possesso di 6 esemplari da Manas.

16. PHASIANUS COLCHICUS TURCESTANICUS  Lorenz                                                                                                                                                                            Ph. mongolicus turcestanicus Lorenz, Orn. Monatsber.. 1896, pag. 189 (Syr-Darya).

Maschio ad.: Molto simile a Ph. c. mongolicus, ma col collare un poco più largo, molto meno aperto nella parte anteriore e talvolta non è affatto interrotto. Il dorso è generalmente un poco più scuro, così come la groppa, la prima in particolare, ma con qualche variazione. Area del gozzo e petto sempre notevolmente più scuri e con una lucentezza leggermente più verdastra. Tutte le altre presunte differenze non sono costanti.

Dalle rive del Lago d'Aral attraverso la valle del Syr Darya (il Jaxartes degli antichi), a est fino a Buturlin fino a Gulcha, 5000 piedi di altezza nel giorno di Alai, 140 km a sud di Osh.

17PHASIANUS COLCHICUS BERGI  Zarudny

Ph. mongolicus bergii Zarudny, Mess. Orn. V., pag. 277 (1914—“Isole Kair e Uialy” nel Mare di Aral, russo!).

Secondo Zarudny, il maschio di questa forma, che non ho visto, è molto simile al Ph. colchicus turcestanicus, ma le marcature scure delle piume su gozzo, petto e fianchi sono più larghe, spesso due o tre volte più ampie sul petto, dalla colorazione verde verde scuro o con apice blu. Le tacche agli apici delle penne del gozzo sembrano essere più profonde. "Isole Noun Kair e Uialy" nel Lago d'Aral.

18.  PHASIANUS COLCHICUS TARIMENSIS  Pleske

Ph. tarimensis Przevalski, Da Qaidan attraverso il Kham al Tibet, p. 95 (1883 — Nomen nudum! Russo!); Pleske, Proc. Zool. Quindi. Londra 1888, pag. 415 (Da Karashar nella bassa valle del Tarim e dal Cherchen Darya al Lob Nor).

Maschio ad.: Molto diverso da Phasianus c. shawi, che abita lo stesso sistema fluviale nel tratto superiore; senza tracce di collare. Piume, della parte superiore anteriore bruno-dorate, con strette macchie cuneiformi blu-nere agli apici, senza bordi scuri, più profonde e appuntite rispetto alle forme ad oggi conosciute. Piume della groppa alquanto  diverse, verdi e giallastre (oliva); groppone e copritrici caudali, ad eccezione della parte radicale lanuginosa, bruno scuro, si mostrano bruno giallastro chiaro, più o meno marcatamente maculate e punteggiate di nero. Segue una fascia metallica verde-bluastra scura all’apice con la parte terminale sfrangiata giallo-brunastro verdastro chiaro. Solo le copritrici superiori più piccole delle ali si presentano leggermente grigio-bluastre, bruno-giallastre e con una leggera soffusione verdastra le restanti; copritrici delle cosce più lunghe non così estese e solitamente di colore castano scuro come nel Phasianus c. shawi. Parte alta del petto verde scuro, non così esteso come nel Phasinus c. shawii e piuttosto nettamente separato dal rosso-marrone fuoco del petto, con piume più strette e appuntite che mostrano una sottile linea solo agli apici, ma senza bordi scuri. Allo stesso modo, le piume sui fianchi sono caratterizzate da macchie terminali blu-nere e assenza di bordi. L’area blu-verde al centro della parte inferiore sembra estendersi regolarmente sopra la metà del torace; queste piume blu-verdi mostrano lateralmente una soffusione blu-verde, mentre la parte centrale è marrone-nera. Ali del maschio da 236 a 247 mm.                                                                                La femmina assomiglia a quella del Phasinus c. shawi.

Turkestan orientale, vale a dire il corso inferiore del Tarim e del Cherchen Darja, nonché i laghi Bagrash-Kul e Lob-Nor. (Il fatto che il Ph. tarimensis incontri Ph. shawii “da qualche parte nel mezzo di Tarim” è solo una congettura; il confine a ovest non è noto. 1*)

19. PHASIANUS COLCHICUS ELEGANS  EIliot

Ph. elegans Elliot, Ann. & Mag. Nat. Hist. (4) VI, p. 312 (1870— Jun-ling-Shan nellìovest Sichuan).                                                                                                        Ph. sladeni Elliot, Proc. Zool. Soe. Londra 1870, p. 404, 408 (Nomen nudum! Ex Anderson Ms. Grenze von Junnan).                                                                            Illustrazioni.: Elliot, Monogr. Phasian. Il, Tav. 8.

Maschi ad.: Testa, collo e parte anteriore del dorso approssimativamente come in Ph. c. shawii, ma i bordi larghi delle piume della parte anteriore e posteriore sono di uno strano marrone rossiccio pallido intrisi di riflessi giallo-verdastri, che se visti attraverso la luce brillano di un rosso dorato, dagli apici profondamente e fortemente tagliati con strisce nere sul rachide, ma solo le piume vicino al collo presentano anche bordi laterali neri. Penne del groppone e copritrici superiori della coda sono nere al centro con una stretta banda bianca verso l'apice, segue una banda verde scuro più larga e infine una larga banda grigio chiaro con riflessi blu-verdi; Sulle copritrici superiori della coda, più lunghe, queste bande sono più irregolari con penne che appaiono grigio-blu-verdastro molto chiaro. Una grande area color ruggine su ciascun lato della groppa. La timoniere centrali della coda mostrano molto marrone ruggine al centro con larghe bande trasversali nere. Piccole e medie copritrici delle ali superiori grigio-bluastro con riflessi verdi. Collare bianco mancante o solo accennato. Gola, gozzo, parte superiore e centrale del petto verde metallizzato scuro, solo le parti terminali delle penne ai lati del petto sono in ampio marrone rossiccio con apici viola iridescente e stretto bordo apicale nero, le penne dei fianchi sono sempre verde scuro, l'area centrale della parte inferiore (ventre) è marrone scuro.

La femmina è simile a quella del Ph. c. colchicus, ma la gola è bianca pura, con gozzo e petto chiaramente macchiati di nero.

Montagne del Sichuan sudoccidentale (montagne “Jun-ling”, probabilmente appena a ovest dei torrenti Min e Ja-lung), Yunnan nordoccidentale e stati Shan settentrionali (Myanmar), sul fiume Salwin, ad altitudini di 1800 metri sul livello del mare.

20. PHASIANUS COLCHICUS STRAUCHI  Przevalski.                                                                                                                                                                              Ph. strauchi Przevalski, Mongol i Strana Tangut II, p. 119, tavola XVII (1876: russo! Tatung e Buhuk-gol nel Kansu); UTraduzione: Rowley's Orn. Mise. II, p-417.

Ph. holdereri Schalow, Journ, f. 1901, pag. 414, tavola 4 (Mintschou, SW-Kansu).

Ph. berezowskyi Rothschild, Boll. B. OÖ. Club XII, pag. 20 (1961—Hui-Tsian o Hoi-Sian nel sud-est del Kansu).

Ph. strauchi chonensis Ogilvie-Grant, Bull. Club XXXT, pag. 16 (1912—Sul fiume Tau, distretto di Chone nel sud-est del Kansu),

Maschio ad.: Parte superiore della testa verde-bronzo, solitamente senza, a volte (raramente) con un accenno di stretta striscia bianca sopraccigliare. Collare bianco solitamente indicato, a volte ben sviluppato, ma sempre ampiamente interrotto nella parte anteriore, non di rado completamente assente. Il collo e la parte anteriore del dorso sono bordati in rosso-marrone dorato infuocato, all'apice delle piume è presente una macchia verde-nera lucida cangiante in blu quando viene illuminata dalla luce, e stretti bordi laterali dello stesso colore. Scapolari di colore marrone rossastro scuro, bordate da una fascia esterna viola scintillante. Groppone verde al centro con bande trasversali verde scuro di larghezza variabile, lati del groppone grigio-bluastro, su ciascun lato delle copritrici caudali superiori si evince una grande macchia color ruggine brillante. Le penne centrali della coda presentano solitamente una sfumatura bruno-rossastra piuttosto marcata, ma molto variabile; le bande trasversali nere sono solitamente ampie. Parte centrale del gozzo e petto solitamente in verde molto scuro, a volte poco visibile, in altre del tutto assente; bordi delle penne solitamente molto stretti, ma variano, quindi a volte si mostrano notevolmente più larghi. Le lunghe penne laterali sono di colore bruno-rossastro con ampi terminali oro-arancio ed apici verde-blu. Centro dell'addome marrone-nero.     

— Le denominazione di Ph. holdereri, berezowskyi e chonensis erano comprensibili e scusabili, ma a parte il fatto di non avere una distribuzione geografica intelligibile, diventano non validi confrontando i nostri 34 maschi, 29 dei quali provengono da Ta-pai-shan nei Monti Tsin-ling (Qinling). Questa serie mostra che la lucentezza verde petrolio delle spalle, che a prima vista colpisce nei tipi di "chonensis", la presenza o l'assenza del collare bianco, la lucentezza verdastra delle copritrici alari superiori, il colore del dorso più chiaro o più scuro, il marrone rossastro al centro delle timoniere centrali della coda e soprattutto la colorazione verde metallico sul gozzo e petto, sono altamente individuali e dipendono dalla stagione: la parte anteriore del dorso è molto sbiadita dopo il periodo riproduttivo, le lunghe penne laterali sono quindi notevolmente più chiare. Oltre ai 34 maschi  e una dozzina di femmine del Tring Museum, sono stati confrontati alcuni esemplari del British Museum e visto all'epoca anche il tipo Ph. holdereri.

La femmina non è distinguibile con sicurezza dalla Ph. c. colchicus  ma a volte è leggermente più scura, soprattutto nella parte inferiore.

Gansu meridionale, almeno a nord fino al fiume Tatung, a est fino allo Shensi (Shaanxi) centrale e meridionale, dove è molto comune sul massiccio Ta-pai-shan nella catena Tsin-ling (Qinling), nel bacino del Sichuan fino all'Hubei occidentale.

Abitanti dei pendii montuosi boscosi e ricoperti di cespugli, fino ad altitudini di 3000 metri. Il cibo preferito in autunno sono le bacche di diverse rosacee, in particolare del Cotoneaster.

Commento personale:- Come già prima menzionato, probabilmente è una mia impressione, però anche in questa parte il Dr. Harter appare come molto indulgente e scusante nei confronti dei tre autori, oltretutto molto noti, che per un motivo o l'altro descrissero la stessa specie in ben tre forme diverse oltre alla nominale. Mi sembra quantomeno arbitrario. Anche in Questo caso si potrebbe utilizzare il..."mostro nomenclaturale"!

21. PHASIANUS COLCHICUS SUEHSCHANENSIS  Bianchi

Ph. süehschanensis Bianchi, Bull. D. Se. Pietroburgo, 5a ser., XXIV, p. 83-89 (1906—Sung pan nel Sichuan settentrionale. Russo!).

Maschio ad.: Molto simile a Ph. c. strauchi, ma l'area del gozzo ed il centro del petto sono ininterrottamente verde scuro metallizzato lucido; fianchi bruno-rossastri con bordi terminali verde scuro; traverse verde scuro lucido sulla groppa leggermente più larghe, timoniere centrali generalmente più bruno-rossastre. Senza collare bianco.                                                                                                                                                                                                                                                          — Distinguibile a prima vista da Ph. elegans per le penne meno profondamente segnate sulla parte anteriore, che mostrano anche macchie del rachide molto più larghe e blu scuro sulle punte. Alquanto diverso da Ph. vlangalii  per il dorso e scapolari molto più scuri: la forma più prossima è generalmente il Ph.strauchi.

Vicino a Sung-pan e Tung-pei a Süeh-shan, nel Szetschwan nordoccidentale. Finora conosciuto in 4 esemplari: i due tipi nel Museo di Pietroburgo e un d in Tring, tutti e tre raccolti da Beresowsky, e 1 CS di Tung-pei nel British Museum.  

22. PHASIANUS COLCHICUS SOHOKHOTENSIS  Buturlin

Ph. strauchi sohokhotensis Buturlin, Ibis 1908, p. 576 (oasi di Soho-Khoto, a 100 km dalle pendici settentrionali del Nan-shan orientale),

Secondo Buturlin il maschio differisce da quella di Ph. c. strauchi in quanto i lati del corpo sono più chiari, sui quali i bordi terminali scuri non occupano tutta la larghezza degli apici delle penne, e da riflessi più dorati e meno ramati sul dorso anteriore. (Non conosco questo fagiano, ma sembra molto plausibile che una forma separata viva in una località piuttosto isolata, ma si dice che esemplari provenienti dai Monti Tatung siano intermedi.)

Oasi Soho-khoto vicino a Tschen-fan (attuale contea di Minqin) 100 km a nord-est dei monti Nan-shan o Richthofen orientali.

23. PHASIANUS COLCHICUS FORMOSANUS  Elliot

Ph. formosanus Elliot, Proc. Zool. Soe. London 1870, p. 406 (Formosa).

Illustrazione.: Elliot, Monogr. Phasian 11, Tav. 6.

Maschio ad.: Molto simile al Ph. c. torquatus, ma il giallo della parte anteriore e posteriore è solitamente un po' più chiaro, quello dei lati del corpo ancora più pallido, quasi bianco. La striscia sopraccigliare è solitamente più stretta, a volte indistinta. Nel Ph. c. torquatus le bande verde metallico molto strette davanti alle estremità grigiastre delle piume del groppone sono considerevolmente più larghe e bluastre se osservate controluce, e quindi risaltano molto. Più piccolo del Ph.c. torquatas, ali da 6 e 220-237 mm.                            La femmina è leggermente più scura sulle parti superiori. Isola di Formosa (Taiwan).

24. PHASIANUS COLCHICUS KIANGSUENSIS  Buturlin.

Ph. holdereri kiangsuensis (sic!) Buturlin, Ibis 1904, p. 383, 407, 408. (Come espressamente affermato dall'autore Ibis 1908, p. 583 ed emerge anche dalla descrizione originale, l'autore aveva solo un maschio acquistato da Radde a Kjachta, che presume provenisse da Kalgan, nord-ovest di Pechino. Poiché l'autore conosceva le informazioni sugli esemplari del  Kiangsu (attuale Jiangsu) solo tramite lettere, è perlomeno singolare che abbia chiamato la forma, basandosi come tipo sull'esemplare, kiangsuensis!)  

Ph. schensinensis id., Psovaia i Ruzheinaia Okhota, febbraio 1905, p. 50 (russo! Secondo informazioni epistolari su brani di Kuku-choto = Kwei-hwa-tschöng e Uliassutai!).

Ph. gmelini pevzovi Alpheraky & Bianchi, Ann. Mus. Zool. Acad. St. Petersbourg XIl „1907“, p.456 

Nonostante l'obiezione di Alpheraky e Bianchi, dobbiamo andare a Buturlin, Ibis 1908, pag. 581, si può supporre la suddetta sinonimia. — Questa forma nomenclaturalmente maltrattata 1-6*) ha le larghe frange delle piume sui fianchi ancora più scure del karpowi (descritto da Buturlin come “simili a una carota”), collare bianco completo 2*), ma più stretto che in Ph. pallasi e hagenbecki; la striscia sopracciliare bianca è più stretta che in altri fagiani cinesi (ad eccezione ovviamente del Ph. decollatus, in cui manca completamente), interrotta o completa davanti o dietro, il collo e l'anteriore sono più scuri, più dorati marrone, i bordi delle piume verde-nere sul gozzo e petto si mostrano molto stretti, ma in una certa misura variabili. — Un maschio conservato (in muta) di Menzbier, che a quanto pare ottenne da Lorenz e fu catturato a Kalgan, nell'agosto 1910, mostra tutte queste peculiarità, ma la striscia bianca sopracciliare è solo accennata, e i bordi delle scapolari sono significativamente più scuri che in Ph. torquatus, karpowi, pallasi e hagenbecki, cioè bruno rossastro intenso con riflessi violacei; Nessuno degli autori russi menziona questa caratteristica, che distingue in modo così sorprendente il nostro pezzo dalle forme citate!

In generale, il nostro esemplare è così simile al Ph. strauchi che potrebbe far parte di questa forma, solo il collare bianco è completo, le lunghe penne laterali più chiare al centro e più scure ai bordi, il petto senza iridescenze verdi -  tuttavia, ci sono anche degli Ph. strauchi che gli sono uguali! 3*).

Poiché l’esemplare è stato catturato in estate, non poteva provenire da molto lontano. Non è probabile un'etichettatura errata, poiché anch'esso differisce dallo Ph. strauchi, ma solo nei piccoli dettagli sopra menzionati  4*)

Questa forma deve probabilmente verificarsi nell'area di Kalgan e Kuku-choto

In patria, tuttavia, la loro distribuzione è ancora del tutto oscura. Secondo quanto riferito, un soggetto è stato catturato a giugno vicino a Uliassutai, nella Mongolia nordoccidentale, altri ad agosto vicino a Kalgan (ora Zhangjiakou, ed attualmente compresa nella provincia degli Hebei). Tuttavia, entrambe le località sono distanti l'una dall'altra. In inverno i fagiani congelati vengono portati in lungo e in largo dai commercianti cinesi, anche a Kjachta, ma in estate questo è probabilmente fuori discussione. Nel Kiangsu Kiangsu (attuale Jiangsu) dal quale questa forma prese il nome per la prima volta, non è presente, solo torquatus! Se il tipo di Ph. kiangsuensis non fosse identico a quello del Ph. pevzovi, quest'ultima forma dovrebbe essere chiamata Ph. schensinensis, anche se non vive nemmeno nel Schensi (dovrebbe essere riferito alla parte che attualmente fa parte della provincia dello Shaanxi 5*) - in ogni caso è un mostro nomenclaturale 6*). 

Commento personale:-                                                                                                                                                                                                                                                  1-6*) Quindi, secondo il Dr. Hartert si tratta di una forma "nomenclaturalmente maltrattata"...."in ogni caso un mostro nomenclaturale" mentre nei riguardi dell'appena sopra citato Ph. strauchi, o di altri, più o meno "mostruosamente simili", solo di un errore del tutto scusabile. Alquanto arbitrario direi, se non prevenuto !

2*) Se per completo intende chiuso, ed ammesso che tutte le immagini siano state mal interpretate, o che le pelli viste (solo fotograficamente per ora) di San. Pietroburgo e americane non siano classificate in maniera errata, ciò che comunque è accaduto più spesso di quello che si potrebbe presumere, il Phasianus kiangusensis mostra un collare alquanto variabile sia in ampiezza che interruzioni che possono, queste ultime, evidenziarsi sia anteriormente quanto posteriormente. 

3*) Considerata la variabilità, e che il Ph. kiangsuensis all'epoca era da poco descritto e piuttosto controverso, siamo sicuri che il Dr. Hartert, tra l'altro avendo visto ben pochi esemplari, lo distinguesse correttamente ?

4*) Oltre alla variabilità individuale, il "mistero" di Uliassutai nella Mongolia, dove il Phasianus kiangsuensis certamente non viveva e neppure si trova attualmente, ed acquistato a giugno nella suddetta località, così come le molte pelli (non solo di Phasianus), che si trovano nelle collezioni  dei musei di tutto il mondo, spesso etichettate in maniera palesemente errata, suggeriscono che tutto è possibile e quanto riportato sulle etichette, soprattutto se compilate all'epoca da mercanti o altri personaggi locali, può dimostrarsi ben poco attendibile. Quindi, se l'esemplare tipo da Kalgan di Buturlin è "sospetto", lo potrebbe essere, nonostante le sue eccezioni, anche quello dalla stessa località del Dr. Hartert.  

5*) Appena qualche riga sopra, afferma che in patria la distribuzione di questa specie è del tutto oscura, ma precisa, perentoriamente, che non si trova nel Schensi. Strano veramente! Per varie ragioni, lo Schensi, dovrebbe essere riferito alla parte che attualmente fa parte della provincia dello Shaanxi dove, tra l'altro, il Phasianus kiangsuensis vive e si trovava sicuramente anche in epoche passate

25. PHASIANUS COLCHICUS DECOLLATUS Swinhoe

Ph. decollatus Swinhoe, Proe. Zool. Soc. Londra 1870, pag. 135 (Descritto da un esemplare acquistato al mercato di Chungking (Chóngqìng) nel Sichuan. Tipo attualmente al British Museum).

Illustrazione: Elliot, Monogr. Phasian. Il, Tav. VII.

Maschio ad.: Differisce dal Ph. c. torquatus per la parte superiore del capo di colore verde scuro e puro e l'assenza della striscia sopracciliare biancastra. Inoltre il collare manca oppure è solo accennato, in quanto occasionalmente viene mostrato uno stretto anello interrotto davanti e posteriormente, a volte anche solo anteriormente..

Vive a ovest di Ph. c. torquatus, nel Kwei-chou (attuale Guizhou), nell'Hunan occidentale e nel Junnan orientale. Zappey e Wilson trovarono questa forma nelle basse colline su entrambi i lati del Jang-tse-kiang da Wan Hsien a Sui Fu e sul fiume Min a Kiating Fu, più comunemente sulle colline a sud di Chung-king

26. PHASIANUS COLCHICUS TORQUATUS Gmelin

Ph. colchicus 3. torquatus Gmelin, Syst. Naz. I, 2, pag. 742 (1789— Ex Latham, Gen. Synops. B. II, 2, p. 715: Cina; è stato anche aggiunto che si verificano sul Mar Caspio, ecc., ecc., ma che si basa su notizie false e confusioni, non è più raro nelle voliere inglesi ed è stato introdotto a Sant'Elena Terra typica limitata: Cina meridionale).

Ph. Albo-torguatus Bonnaterre, Tabl. Meth. 1, pag. 184 (1791-Cina).

Ph. holdereri gmelini Buturlin, Ibis 1904, p. 408 (Nuovo nome per torquatus auct. “Habitat in China meridionali”, più precisamente nel testo inglese: SE-China).

Ph. colchicus hemptinnii La Touche, Bull. Club XL, pag. 51 (dicembre 1919—“Mopanchow, distretto di Sungtze, basse colline a sud del medio Yangtze*).

Illustrazione: Gould, B. Asia VII. Tav. 39.

Maschio ad.: testa superiore da giallo-marrone verdastro lucido a verde oliva oleoso, fronte verde scuro metallizzato, strisce sopracciliari bianche piuttosto larghe, bianco crema, che di solito si estendono sulle copritrici auricolari verde-blu metallico, ma a volte sono solo accennate o mancanti! Collare sempre presente, ma può variare molto in altezza e ampiezza, di norma aperto anteriormente, eccezionalmente non interrotto o del tutto assente. Piume del mantello in ampio giallo brunastro, questo bordo circoscritto di blu-nero e separato dal centro della piuma da bianco a bianco brunastro da una striscia nera, e una macchia blu-nera all'apice. Scapolari largamente orlate di bruno-rossastro, il bordo esterno mostra un riflesso viola-rossastro ed è delimitato all'interno da una stretta linea viola. Le copritrici della groppa e coda sono di colore grigio-bluastro chiaro, talvolta più scure, con riflessi violacei se viste in controluce, la parte centrale del dorso è verdastra, le penne sono grigio-verdastre, verso la radice e al centro giallo-marrone chiaro, macchiato di nero e ondulato. Le copritrici posteriori caudali giallo-verdastre, con una grande e vivida macchia giallo ruggine su ciascun lato. Tronco e petto ampiamente "focosi", con bordo bruno-rossastro più dorato sui lati e bordi molto stretti, con una macchia triangolare allungata all'estremità. Fianchi giallo paglierino, con macchie blu-nere arrotondate all'estremità, ma senza bordi. Centro della parte inferiore (area ventrale) nero con bordi blu acciaio verdastri. Le larghe fasce nere delle timoniere centrali sfumano in color castano sui lati. Durante la stagione riproduttiva, i bordi esterni neri della parte anteriore e ancor più quelli azzurri e verdastri della groppa e dorso si consumano, così che la parte centrale delle penne rimane esposta, il colore giallo-brunastro sbiadisce leggermente - il lato superiore assume quindi un aspetto molto diverso.   

La femmina è simile a quello di P. c. colchicus, solo il marrone sulla parte superiore è un poco più rosso e vivace. — Ala 3 ad.: 240-254 mm. (Le presunte differenze di Ph. c. hemptinnii sono individuali e non costanti. Si dice che gli esemplari di Shilipu siano intermedi, ma anche questi appartengono al Ph. c. torquatus).

La Cina sud-orientale da Canton all'Hunan, al Jang-tse-kiang inferiore e medio e al nord dello stesso, apparentemente fino a Shantung (Shandong). — Questa forma (o la sua vicina settentrionale?) fu introdotta in Inghilterra a partire dalla fine del XVIII secolo, dove si mescolò con l'antico Phasianus colchicus, che è ormai quasi scomparso. I fagiani dal collare furono introdotti anche a Sant'Elena, in America, ecc. Dall'Inghilterra purtroppo raggiunsero l'Europa continentale e inquinarono la specie ormai consolidata del vero Phasianus colchicus.

Uova e stile di vita come quello di Ph. c. colchico. Abitanti delle pianure e delle zone collinari, amano particolarmente i canneti vicino a fiumi e laghi, spesso in terreni molto paludosi. Diventati rari e fatti sparire in molti distretti  dai cinesi dove vengono catturati o sparati per i mercati delle grandi città dove vivono gli europei.

27. PHASIANUS COLCHICUS KARPOWI Buturlin.

Ph. karpowi Buturlin, Orn. Zona mensile 1904, pag. 3 (Te-lin nella Manciuria meridionale); Ibis 1904, pag. 385, 406.

Ph. karpowi buturlini Clark, nazionale statunitense Mus. XXXII, pag. 468 (1907-Isola di Tsushima).

Maschio ad.: Estremamente simile al Ph. c. torquatus, ma le penne laterali lunghe sono decisamente più brune, la parte anteriore posteriore nel piumaggio fresco è un poco più scura, più bruno dorata. Collare bianco solitamente non interrotto. — Le differenze indicate da Clark nella presunta forma di Tsu-schima non sono, come dimostra l'esame di 5 vecchi maschi, non valide e la descrizione dell'autore è fuorviante; In un maschio nel Museo Tring l'anello bianco del collo è rotto di 3,5 cm di larghezza nella parte anteriore, ma negli altri è completo.

Corea con l'isola di Tsu-chima e la Manciuria meridionale. Dopo Buturlin a nord fino a Kirin, a ovest fino al fiume Laokho, a sud fino a Liau-jang (Lao-jang); Questa distribuzione è probabilmente solo presupposta, tuttavia il Phasianus colchicus karpowi si estende fino al Tschili,, dove è ancora comune nella zona collinare di Tsching-wangtau.

28. PHASIANUS COLCHICUS PALLASI Rothschild.

Ph. torquatus mongolicus Pall.” Rothschild, Boll. 21 (1901 – Pallas non nomina un fagiano “mongolicus”, ma parla solo di una varietà mongola dando la “descriptio varietatis mongolicae*).

Ph. torquatus pallasi id., op. XIII, pag. 43 (1903—Nuovo nome per l'uccello descritto da Pallas, per il motivo sopra esposto. L'autore lo chiama “forma siberiana”. Terra tipica ristretta: fiume Sidemi inferiore, da cui solo l'autore ebbe le pelli).

Ph. alpherakyi Buturlin, Ibis 1904, p. 399 (“Habitat in Manciuria centrale, circa Sungari fluvium”).

Ph. alpherakyi ussuriensis id., t. c., p.403 (“Habitat circa Ussuri fluvium et litora maris Japoniei”).

Maschio ad.: Simile a Ph. e. torquatus e karpowi, ma se ne differenzia per il collare completo, molto largo davanti e non interrotto. Parte anteriore del dorso e spalle leggermente più chiare, groppa più chiara; Sempre una macchia bianca sotto la zona delle copritrici auricolari 1*). Gozzo e petto più chiari, meno rossastri e solitamente con meno riflessi violacei. Copritrici delle ali superiori di solito un po' più chiare, più grigio-bluastre, soprattutto la coda; un poco più luminoso.                  La femmina mostra una livrea leggermente più vivace rispetto a quella delle Ph. e. colchicus e torquatus.

Ussuriland, fino all'Amur e le coste del Mar del Giappone, dalla Manciuria settentrionale e centrale fino al Cile settentrionale. — Le presunte differenze tra “ussuriensis” (pallasi) e alpherakyi non esistono affatto. (C'è una serie di 10 magnifici maschi del basso Sidemi e della baia dell'Amur, oltre a pezzi che furono portati in Inghilterra congelati e si dice provenissero dalla zona di Kharbin. In inverno vengono al mercato di Chingwangtau , nella zona attorno alla quale vive Karpowi, e probabilmente anche a Pechino).

Commento personale:- Come già precedentemente precisato, affermare che il Phasianus pallasi mostri sempre la macchia bianca post-oculare è, in un certo senso, come ammettere che Buturlin avesse ragione a separare il Phasianus alpherakyi. In un certo senso perché, ad oggi, non è ancora chiara la distribuzione degli esemplari che presentano la particolare macchia bianca sotto alle copritrici auricolari, e se questa sia in qualche modo da considerarsi caratteristico di un certa popolazione oppure puramente individuale senza una particolare definizione di località.  

27. PHASIANUS COLCHICUS HAGENBECKI   Rothschildi                                                                                                                                                                                                              Ph. hagenbecki Rothschild, Bull. B. O. Club XII, p. 20 (1901— Valle di Kobdo).

Sebbene descritte sulla base di presupposti errati, in quanto le differenze indicate si basano su tipi che presentano un piumaggio estivo molto usurato confrontati con esemplari freschi di Ph. pallasi, i bordi neri delle penne della testa e petto sono continui e notevolmente più ampi rispetto a quest'ultima sottospecie. Di solito la macchia bianca sotto l'orecchio sembra mancare!                                                                                                                                                                                                                        La femmina simile alla Ph.  pallası.

Kobdo, Kara-ussu e Atschit-Noor, a nord dell'Ektag o Picco delle Donne dell'Altai. Una ulteriore distribuzione è sconosciuta, sarebbe opportuno confrontare serie di uccelli freschi. Finora sono stati esaminati solo 3  maschi dal piumaggio molto usurato

28. PHASIANUS COLCHICUS ALASCHANICUS  Alpheraky & Bianchi

Ph. alaschanicus Alpheraky & Bianchi, Ann. Mus. Zool. Poettersbourg XII, 4, p. 434, 452 (1908—Oasi vicino al versante occidentale della catena Ala-shan—russo!); vedere Buturlin, Ibis 1908, p. 580, 591).

Non lo so per esperienza personale, ma sembra corrispondere alla descrizione.

Secondo alcuni è simile al Ph. c. hagenbecki, ma apparentemente con una striscia sopracciliare più sottile e collare bianco significativamente più stretto ed ampiamente interrotto nella parte anteriore. — Poiché ne esiste solo una coppia, sono necessarie ulteriori indagini per confermare la forma. Se la si confronta non con la specie più vicina, che sembra essere Ph. hagenbecki, ma con Ph. decollatus o satscheuensis, appare certamente molto diverso.

Oasi vicino al versante occidentale della catena media dell'Ala-shan, dove Przewalski ne catturò una coppia.

29. PHASIANUS COLCHICUS VLANGALII  Przewalski Nikolaj Michajlovič 

Ph. colchicus vlangalii Przew.

Ph. vlangalii Przevalski, Mongol i Strana Tangut, p. 116, tav., 16 (1876-Tsaidam. Russo!); Trad. Orn. of Rowley. Mise. II, p. 386. 

Maschio.: si distingue a prima vista dalle forme affini per la groppa grigia, dorso e scapolari molto più chiari, sebbene queste parti non siano così pallide come nel Phasianus c. satscheuensis; Il colore predominante del piumaggio è bruno-ruggine giallastro con i bordi chiari, non castani come nel Phasianus c. strauchi, o bruno chiaro sabbia come nel Phasianus c. satscheuensis. Copritrici superiori delle ali come nel Phasianus c. elegans. Collare assente o indicato solo sulla parte posteriore. Le piume nell'area del gozzo e centro del petto presentano bordi verdi stretti e iridescenze verdi, che, tuttavia, sono completamente verdi solo lungo il centro su alcune parti liberamente visibili delle piume, ed il verde non è così scuro come in Phasianus c. suehschanensis. Le zone più larghe relative agli apici delle piume sui fianchi sono molto più luminose che nel Phasianus c. strauchi e suehschanensis, cioè oro brunastro con bordi terminali neri, ma non così brillanti come nel Phasianus c. satscheuensis, le barrature sulla coda generalmente più strette che nel Phasianus c. strauchi.                                            La femmina adulta mostra parti superiori più chiare con macchie nere meno estese rispetto alla congenere Phasianus c. colchicus; parti inferiori anch’esse più chiare, biancastre, gola bianco puro. Bacino del Qaidam orientale, tra i monti Kuku-Nor meridionale e le catene montuose Tolai-Ula e Burchan-budda.

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30. PHASIANUS COLCHICUS SATSCHEUENSIS  Pleske.

Ph. satscheuensis Przewalski, Da Zaisan attraverso il Kham al Tibet, p. 95 (1883-russo! Nomen nudum!); Pleske, Bull. San Pietroburgo, nuova ser. ILL (XXXV), p. 136 (pubblicato nel 1892, a nord dei monti Nan-shan).

(Ogilvie-Grant, Oat. B. Brit. Mus. XXII, p. 333, scrisse “satscheunensis”, Dresser, Man. Palaearet. B, p. 667, satschuensis).

Maschio ad.: Molto diverso da tutte le forme fin qui descritte, e appartenente al gruppo dei fagiani settentrionali (pallasi) con collare,  ma in questa forma oltre a non essere molto alto, si mostra largamente interrotto anteriormente, i bordi ampi delle scapolari e loro copritrici non sono di colore marrone rossastro lucido, ma marrone chiaro, dal sabbia al marrone cannella rossastro pallido, tenuti in controluce da un leggero luccichio rosso-oro. Le copritrici superiori delle ali sono leggermente bluastre con i bordi delle penne secondarie interne notevolmente più chiari, di un bruno-rossastro; contorni delle penne delle ali anteriori leggermente più chiari, l'intera parte superiore presenta quindi un aspetto più chiaro, che ricorda maggiormente i colori degli uccelli del deserto. La parte inferiore non è significativamente diversa da quella del fagiano cinese (Phasianus torguatus), solo il gozzo e petto sono leggermente più chiari, gli apici delle penne laterali leggermente chiari e con iridescenza verdastra. I bordi delle piume nell'area centrale della parte inferiore del corpo sono piuttosto verdastri, non blu puro, mentre la zona centrale del ventre è piuttosto marrone rossastro.  Ali del maschio da 237-251 mm. 

La femmina adulta mostra le parti superiori ancora più chiare che nella Ph. shawii con le penne del collo bruno-rossastre molto vivaci.

A nord dei Monti Nan-shan, in particolare nel Gansu più occidentale nelle valli del Bulunzir e del Dan-khe, sul Chalachi-Nor, nelle oasi Satscheu (Satsu) ad Ang-si (An-su), Shao-Wan e Shanto-Po. Informazioni biologiche da Koslow 1899 in russo.

1 Nominale - Prefettura di ShimaneIzumoImaichicho -   www.yamazakigawa org  +.jpg

32. PHASIANUS VERSICOLOR VERSICOLOR Vieillot.

Ph. versicolor Vieillot, Gal. Ois. II, pag. 23, tavola 205 (1825 “Java”, errore, corretto Giappone.)

“Phasianus diardi”' - nel testo che accompagna l'illustrazione di Ph. versicolor, Pl. Col. 486, 493, 1830, Temminck dice che i tipi erano etichettati Ph. diardi, ma Vieillot non se ne accorse e neppure si rese conto che veniva chiaramente indicato il Giappone, sebbene gli esemplari fossero stati acquistati a Giava.

Si può discutere se anche Ph. versicolor debba essere considerato una sottospecie di Ph. colchicus, ma ritengo che la parte inferiore verde scuro, ad eccezione della zona centrale dell'addome, e la parte anteriore verde rendano la forma più diversa da tutte le altre di quanto non lo siano tra loro. In generale, anche la distanza tra le estremità delle secondarie e punte delle primarie è maggiore,  una caratteristica  che è comunque fortemente influenzata dal tipo di preparazione, soprattutto quando il tassidermista rimuove le secondarie dall'osso, come fanno, tra gli altri, i colleghi  americani".

Maschio.: Parte superiore della testa verde bronzo scuro, solitamente con alcune strette piume bianche ai bordi che danno una leggera indicazione di una striscia sopraccigliare **).                 

A ampia fascia viola-blu sul collo; collo e dorso color bronzo-verde scuro, sulla parte posteriore di quest'ultimo i bordi verdi diventano un poco più stretti e le linee di demarcazione della parte centrale nera, di colore giallo ruggine chiaro o crema, diventano più evidenti e sono visibili anche agli apici. 

A ampia fascia viola-blu sul collo; collo e dorso color bronzo-verde scuro, sulla parte posteriore di quest'ultimo i bordi verdi diventano un poco più stretti e le linee di demarcazione della parte centrale nera, di colore giallo ruggine chiaro o crema, diventano più evidenti e sono visibili anche agli apici; in casi eccezionali, il collare viene indicato da alcune piume bianche sulla parte posteriore. Dorso grigio-bluastro, nella parte centrale più o meno nettamente verde bronzo chiaro. Scapolari con ampi margini bruno-rossastri, stretti margini terminali verdi e macchie sul rachide, le prime spesso indistinte o assenti. Timoniere centrali della coda grigio-verdastre con bande trasversali nere piuttosto larghe e naturalmente variabili, i bordi sono rosso-brunastri con riflessi violacei, grigio-verdastri-marroni rivolti lontano dalla luce. Gola verde, fascia golare viola-blu, il resto della parte inferiore, ad eccezione del centro del ventre marrone-nero e delle copritrici sottocaudali marrone-nero, solo parzialmente bordate di verde, è verde scuro, il petto con riflessi bronzo, i fianchi con riflessi blu. Le copritrici superiori delle ali sono grigie, quelle delle posteriori mostrano iridescenze verde chiaro. Ali del maschio 232-235, coda 370-420mm.                                                                  Nella femmina le parti superiori sono molto scure, similarmente alla Phasianus colchicus formosanus e strauchi, con piume nere dai bordi marrone abbastanza scuro non molto larghi. Ali non superiori a 210 mm. (Descrizione basata quasi esclusivamente sulla posizione esatta!)

La parte più grande dell'isola giapponese di Hondo.

Le uova assomigliano a quelle di P. c. colchicus, ma sembra che di solito non siano così color oliva ed anche mediamente più piccole.

Verde - www.wingsndthings_edited.jpg

**) Secondo Kuroda, le forme di Hondo ne mostrano una, mentre kiusiuensis ne è privo!  In nessuno dei 5 maschi esaminati è presente ! 

33. PHASIANUS VERSICOLO ROBUSTIPES Kuroda.

Ph. versicolor robustipes Kuroda, Dobutsu-gaku-zasshi (Rivista zoologica) XXXI, p. 309 (1919—Honsu nordoccidentale e isola di Sado).

Nel complesso significativamente più grande, con il tarso che misura in media 74,1 mm., anziché i 68,5 mm., del Ph. v. versicolor, ali 235, coda 372 mm. Iridescenza viola sulla parte anteriore del dorso e petto è più estesa. Esaminati 11 esemplari adulti. (Secondo Kuroda, a me sconosciuto, ma la maggior parte dei pezzi che ho non hanno una posizione esatta! Alcuni dei nostri esemplari sono più grandi dei Ph. robustipes di Kuroda!)

34. PHASIANUS VERSICOLOR KIUSIUENSIS Kuroda.

Ph. versicolor kiusiuensis Kuroda, Dobutsu-gaku Zasschi (Zool. Magazin) XXXI, p. 309 (1919-Isola Kiushiu).

Maschio ad.: simile a P. v. versicolor, ma la parte superiore della testa è quasi monocromatica verde brillante invece che verde bronzo, in certe luci con riflessi violacei, senza la striscia sopracciliare bianca! Il viola metallizzato del collo è più vivido, mentre il verde della schiena è più scuro e quasi senza riflessi violacei, così come il petto e ventre con una sfumatura blu scuro. La groppa e parte superiore della coda si presentano verde oliva anziché grigio-marrone. Coda più scura. Ala 230, coda 385, tarso 71 mm.  Nella femmina le parti superiori presentano una colorazione verde metallico più scuro, macchie verde metallico della parte inferiore del corpo ben distinte e più grandi. Le parti superiori sono generalmente più scure. Esaminati 15 esemplari. (Secondo Kuroda)

35. PHASIANUS COLCHICUS TANENSIS Kuroda.

Ph. versicolor tanensis Kuroda, Dobutsu-gaku Zasschi XXXI, p. 310 (1919-Isola di Tanega o Tanegashima a sud di Kiushiu).

Maschio: Molto diverso da Ph. v. kiusiuensis per la distintiva soffusione violacea su interscapolari e petto, più estesa che nel Ph. robustipes. Senza striscia sopraccigliare bianca. Parte superiore della testa e della coda scure come nel Ph. kiusiuensis. Ala 225mm. 

La femmina è molto simile a quella del Ph. kiusiuensis, ma le macchie verdi sulle parti superiori sono meno evidenti e assenti sui fianchi. Si dice che sia raro su Tanega, solo 1 maschio e 1 femmina esaminati.

(Nei musei europei manca il materiale per valutare queste forme. Nessun museo dispone di serie sufficienti con luoghi e date affidabili di tutte le isole giapponesi e delle loro parti!)

Di seguito alcune descrizioni di forme non riconosciute proposte da altri autori e commenti personali.

PHASIANUS COLCHICUS EUROPEUS 

Descrizione di una nuova forma di fagiano dei Balcani ( Da: L'Oiseau et la Revue francaise d'ornithologie 1937 )

 

Considerazioni e descrizione del Marchese Hachisuka 

Da un interesse per i fagiani, in generale, e un viaggio in Bulgaria, sono stato incoraggiato ad interessarmi del Phasianus colchicus che si trova allo stato selvatico in questo paese, e che aveva attirato anche l'attenzione del defunto dottor Hartert. Non c'è traccia d’introduzione di fagiani in Bulgaria da parte dei romani, ed è naturale supporre che sia autoctono della regione.

La collezione di Lord Rothschild a Tring conteneva la migliore serie di Phasianus colchicus colchicus del Caucaso; era quindi auspicabile confrontare quelli della Bulgaria con questi esempi per determinarne il valore sottospecifico. Quindi vi furono mandati un paio di questi fagiani selvatici che vennero esaminati da Lord Rothschild e Hartert, i quali concordarono che appartenevano ad una razza non ancora descritta. Sfortunatamente, si verificò la morte del dottor Hartert, e la collezione fu trasferita da Tring a New York, inclusa la coppia unica proveniente dalla Bulgaria; non è stata fornita alcuna descrizione.

Il Dott. P. Pateff, direttore del Giardino Zoologico di S.M. il Re di Bulgaria, a Sofia, mi fornì le seguenti note riguardanti la distribuzione di questo fagiano, e conclude che allo stato selvatico è endemico dei Balcani,

“Il Phasianus colchicus è conosciuto fin dall’antichità come sedentario in Bulgaria. La sua area di distribuzione comprende le montagne Strandjaplanina nel sud-est, e in questa regione ci sono ancora luoghi in cui è comune. Non è raro a sud di Burgas e intorno a Jambol e Elhovo (Kasul- Agach), è piuttosto abbondante, così come lungo il fiume Tunja, tra queste due città. Anticamente era sedentario a Sliven (Skorpil in Sbornik za narodni umotvorenia, Sofia, VIT, 1892, pp. 37-39), ma da tempo è stato sterminato. Reiser (Materialien zur einer Ornis Balcanica, IT, Bulgerien, Wien, 1894) trovò la distribuzione di questo Taisan approssimativamente simile a quella sopra riportata.

“ Il fagiano è presente anche in altre zone della penisola balcanica. La Collezione Reale di Sofia possiede un esemplare proveniente dai dintorni di Costantinopoli. Nella Tracia greca è molto abbondante nei pressi di Gjumjurdjina, Porto Lagos e nel distretto chiamato Sary-Shaban, sulla Bassa Mesta.

“Secondo Hartert, il Fagiano fu introdotto in Grecia in tempi antichi, e da allora si è diffuso nei Balcani e in Europa. Ma se consideriamo che molte piante ed animali orientali comprendono nella loro distribuzione la penisola balcanica, si può ammettere, con ogni probabilità, che questa forma sia autoctona in questo paese.»

È vero che il Phasianus c. colchicus venne introdotto in Europa, forse dai Greci; Tuttavia, non esiste una sola prova chiara a sostegno dell’ipotesi che la distribuzione del fagiano bulgaro sia stata influenzata dall’intervento umano.

È un fatto riconosciuto che i fagiani si ibridano facilmente, ma ciò non prova che in certe parti del mondo non possano esistere forme pure. Verso la fine del secolo scorso, nei pressi di Yokohama, vennero effettuati degli incroci tra Phasianus colchicus e Phasianus versicolor con la produzione di ibridi. Successivamente alcuni ornitologi affermarono che dopo questo in Giappone non si poteva più trovava dei Phasianus versicolor puri. Da allora, però, il dottor Kuroda ha descritto diverse sottospecie perfettamente valide tra i Phasianaus versicolor. Infatti, dove prevale la razza autoctona, la stirpe ibrida, se non costantemente rafforzata, si estingue nel giro di poche generazioni. Questo è vero per la Bulgaria, dove negli ultimi anni sono state introdotte molte forme affini nella caccia. Ma è naturale supporre che, nelle località dove si trova la forma autoctona, quest'ultima sia rimasta pura.

Ho esaminato un'altra copia, inviata dal dottor I. Buresch, direttore del Museo reale di storia naturale di Sofia, il quale, nel 1934, dichiarò che, poiché i fagiani stavano diventando sempre più rari in Bulgaria, la caccia a questa specie sarebbe stata chiusa per due anni. Ho confrontato questo esemplare bulgaro con il tipico colchico del British Museum. Anche se ho potuto studiare solo una quantità abbastanza limitata di materiale, sono giunto alla stessa conclusione di Tring, cioè che il fagiano bulgaro costituisce una specie locale distinta. Di conseguenza, lo descrivo come segue:

Phasianus colchicus europæus, subsp. nov.

Questa nuova forma si distingue dalla Phasianus c. colchicus per la colorazione generale del maschio, che presenta un tono metallico verdastro su tutto il corpo, anziché brunastro. Questa colorazione è particolarmente evidente sulle parti superiori e frange delle penne caudali.

Tipo: proveniente dai pressi del villaggio di Kurschumlii, non lontano dalla città di Elchowo, nel sud della Bulgaria, 20 novembre 1930. Museo reale di storia naturale, Sofia.

È interessante notare che la forma orientale europea è più verde di quella caucasica, con il verde raggiunge la sua massima intensità nel Phasianus mut. tenebrosus, dell'Europa occidentale.

È abbastanza certo che Phasianus c. europoeus è confinato alla sponda occidentale del Mar Nero, mentre la sottospecie tipica è quella orientale, e le loro aree di distribuzione sono discontinue, non essendo mai stato segnalato alcun fagiano a nord o a sud di questo mare.

Il presente articolo è il primo ad affermare l'esistenza di un Fagiano autoctono in Europa.

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Delacour

Beebe

Johnsgard

McGowan P.

Howman K.

Madge S.

Hennache A.

Ottaviani M.

Bernar F.

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