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Chrysolophus pictus

Chrysolophus pictus gruppo..... da - www.birdnet.cn   Autore: Son of the three gorges

Dorato - Figlio delle tre gole -  2 - Co

LUOGO DI ORIGINE

STATO DI CONSERVAZIONE IN NATURA

ESTINTO     |    |   |   |   |   |   |   |   |   |   |   |   |   |   |   |   |   |   |   |   |   |    NON A RISCHIO

Chrysolophus pictus gruppo... da : www.birdnet.cn   Autore:  Big cat in the jungle                                      Chrysolophus pictus femmina..da - www.birdnet.cn Autore: Glacier One        

Dorato - by 丛林的大猫 ( = Grande gatto nella
4 Dorato - Pingdingshan City, Henan Prov

                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                          GENERE  CHRYSOLOPHUS  ( GRAY J.E.  1834 )     

 

CHRYSOLOPHUS  PICTUS   ( LINNAEUS,   1758 ) 

FAGIANO DORATO ROSSO o REALE

                                                                                                                                                                  

ORDINE...............GALLIFORMES.

FAMIGLIA............PHASIANIDAE.

GENERE..............CHRYSOLOPHUS.

SPECIE................PICTUS.

 

Il nome è dato dall'unione di due parole greche: chryseos = dorato e lophus =  cresta dorata, e dal latino pictus = dipinto, screziato, ornato ecc.

 

ITALIANO = Fagiano dorato  o  reale | INGLESE = Golden pheasant | FRANCESE  = Faisan dorè | SPAGNOLO = Faisan dorado | TEDESCO = Goldfasan.

 

SPECIE: Monotipo  < CHRYSOLOPHUS  PICTUS >  ( NO-CITES )

 

SOTTOSPECIE: Nessuna sottospecie sino ad oggi classificata.

 

LUOGHI DI ORIGINE: Cina centrale. Il suo areale si estende dal Qinghai sud-orientale e Gansu alla catena montuosa dei Qinling nello Shaanxi, ed a sud, attraverso il Sichuan orientale, l'Hubei, il Guizhou e l'Hunan fino a raggiungere lo Yunnan nord-orientale e Guangxi settentrionale. E' stato diffusamente introdotto, nell'avicoltura ornamentale, in gran parte del Mondo, nonché rilasciato nelle aree  in cui le condizioni ambientali e climatiche riflettono quelle dei territori di origine. 

HABITAT NATURALE e COMPORTAMENTO: Durante  l'estate   prediligono  soggiornare  entro  boschi  di   latifoglie decidue o miste  a  sempreverdi  non troppo  fitte né umide, ad altitudini comprese tra 800 e 1800 metri, e anche più in alto se necessario, mentre  in  inverno o  comunque nei periodi caratterizzati  da abbondanti nevicate gli esemplari  che  solitamente vivono  a quote  più alte tendono  a scendere verso  valle fermandosi  in foreste  secondarie o zone alberate  miste a boschetti di bambù. Tuttavia in alcune aree sono costretti loro malgrado a frequentare anche zone incolte scoperte e terreni agricoli coltivati dove la ricerca del cibo risulta meno difficoltosa, e che a seconda della stagione o disponibilità è per lo più composta da vegetali, semi, bacche e frutta integrati da vari tipi di insetti e piccoli vertebrati. Pur essendo molto appariscenti immersi nel gioco di luci ed ombre del loro ambiente naturale divengono praticamente invisibili, e molto difficili da avvicinare, reso ancora più improbabile dalla loro abitudine a pedinare o correre via in assoluto silenzio piuttosto che volare, ma nel caso di pericolo improvviso partono a grande velocità alzandosi in verticale con un rumore d'ali molto distintivo. Sono animali piuttosto sedentari che difficilmente si allontanano dai loro territori abituali, e quando non impegnati nella riproduzione il carattere sociale che contraddistingue la specie li porta a riunirsi, soprattutto durante i mesi invernali, in gruppi anche molto numerosi senza un rapporta preciso fra i sessi, in una sorta di mutuo assistenzialismo. Alla sera si appollaiano sui rami di grossi alberi nel tentativo di ripararsi dal freddo e difendersi dai numerosi nemici naturali. Verso la fine di marzo i maschi determinano dei loro territori che solitamente comprendono anche alcune femmine, esibendosi in parate spettacolari al centro di piccoli spiazzi in modo da essere perfettamente visibili ed accoppiarsi con quante più partner possibili, che immediatamente dopo si allontanano in cerca di luoghi adatti alla nidificazione, o per appartarsi a deporre, mentre loro rimangono a difendere la sovranità dell'area prescelta combattendo anche furiosamente contro qualsiasi invasore. Di norma il nido viene posto a terra nel folto della vegetazione, e consiste in una piccola depressione grossolanamente rifinita con materiali morbidi ed asciutti reperiti nelle immediate vicinanze. Occasionalmente può anche trovarsi su rialzi naturali come ceppi, termitai ecc, oppure sulla biforcazione di rami bassi o cespugli, sui quali viene costruita una rudimentale piattaforma, tuttavia non è chiaro se sia la stessa femmina a farlo oppure sfrutti il nido iniziato da qualche altro grosso uccello, e abbandonato ancora prima di essere ultimato. La deposizione consiste in 6-12 uova di colore bianco crema incubate per 22-23 giorni dalla femmina che da sola si occupa anche dell'allevamento dei pulcini, mentre il maschio assolutamente indifferente alle questioni famigliari continua imperterrito a pavoneggiarsi all'interno del suo dominio. Trascorse due settimane i piccoli sono già in grado di compiere brevi voletti e seguire la madre sui posatoi notturni più bassi. Rimangono uniti sino all'inizio di una nuova stagione riproduttiva, o comunque finché non raggiungono le dimensioni adulte, cioè a circa quattro mesi.

 

STATO DI CONSEVAZIONE IN NATURA: Nonostante la distruzione degli habitat naturali verificatisi in molte aree in cui solitamente vive, l'espansione demografica a macchia d'olio, la caccia sia per la carne che le stupende penne, ed i numerosi predatori, grazie alla forte adattabilità ecologica che la contraddistingue associata  ad un alto successo riproduttivo, almeno per ora la specie può essere considerata come non in pericolo.

 

CARATTERISTICHE PRINCIPALI e DIMORFISMO SESSUALE: Il maschio è sicuramente uno degli animali più splendidamente colorati e spesso la popolarità che circonda questa specie fa passare in secondo piano la spettacolare bellezza del suo piumaggio. Purtroppo durante la muta estiva perde gran parte del fascino che lo contraddistingue divenendo molto simile alla femmina, ma per fortuna questo periodo “eclissale” è circoscritto solo ad alcune settimane.

Il dimorfismo sessuale è estremamente accentuato con il MASCHIO che sulla sommità del capo presenta una cresta ( ciuffo ) composta da lunghe piume filiformi giallo dorato ricadenti sul collo. Mento, gola e le zone di pelle nuda attorno ad anelli oculari sono giallo chiaro; mantellina ampia e arrotondata composta da piume di colore giallo arancio con apici bordati di nero, le ali si presentano con una colorazione rossa e blu cangiante in nero; parte alta del dorso verde metallico mentre schiena e groppone con le lunghe piume setiformi delle copritrici caudali sono giallo oro; timoniere centrali picchettate in cannella con apici castano-cannella e sfumature rosse alla attaccatura. Iride, becco e zampe giallo dorato con tarsi dotati di acuminati speroni. I colori del maschio, riferiti anche a quelli delle mutazioni sotto descritte, tendono a sbiadire se troppo esposti alla luce solare diretta.

Segni distintivi di possibile ibridazione con AMHERST riguardano iris, becco, parti nude attorno ad anelli oculari e zampe se non specificatamente del colore sopracitato, eventuale tracce di verde sul petto o di bianco sulle parti inferiori, rosso quand'anche appena evidente sulla parte bassa della schiena e groppone, coda con sfumature diverse da quelle che contraddistinguono il maschio DORATO puro. Inoltre nonostante venga spesso annoverato come caratteristica riguardante alcuni esemplari "mutati", la fascia più o meno evidente presente nella parte centrale del petto, si è pressoché sempre in presenza di un ibrido con il LADY.

La FEMMINA è generalmente bruno giallastra con sfumature tendenti al castano e variegature nere su tutta la livrea che risultano più marcate sulle parti superiori e inoltre manca di cresta e mantellina. Iride bruno scuro; zone di pelle nuda attorno ad anelli oculari, becco e zampe giallastri con i tarsi privi di speroni o solo minimamente visibili.

Viene fatta una certa confusione tra femmina AMHERST e di DORATO, pur essendo facilmente distinguibili in presenza di esemplari geneticamente puri. La femmina di DORATO anche se molto simile è più piccola con iris, becco, parti nude attorno ad anelli oculari e zampe giallastri, non azzurrognolo-grigiastri come nella AMHERST, ed in genere le parti superiori del corpo di quest'ultima risultano più barrate e maggiormente marcate. Inoltre la femmina di DORATO pura manca sempre della colorazione bianca o biancastra del ventre che invece è di sovente presente nella AMHERST.

I GIOVANI possono essere sessati molto presto ( Dopo circa un paio di mesi ) osservando l'iride che nelle femminucce è bruno scuro - marrone, mentre quelle dei maschietti sono molto più chiare, quasi giallognole o bluastre-verdi. Oltre a questi tratti distintivi gli allevatori esperti riescono a cogliere sfumature per quanto impercettibili del piumaggio, forma e/o portamento che differenziano già precocemente i sessi.

I MASCHI IMMATURI finché non compiono la prima muta, e cioè a circa un anno di vita, assomigliano molto alle femmine adulte, tuttavia si differenziano da queste ultime per avere l'iris giallastra, le picchettare sulle code che pur essendo notevolmente più corte, evidenziano già il caratteristico disegno adulto, oltre ad alcune sfumature rosse sul piumaggio che iniziano a comparire intorno ai due mesi di vita.

NOTA:

Secondo Delacour, quindi nel prendere in esame quanto da lui dichiarato è necessario considerare anche il periodo, esistono solo tre mutazioni spontanee avvenute in cattività : MORO - GIALLA e CANNELLA. 

Tuttavia è ormai pressoché dimostrato che nessuna di queste, è da considerare spontanea, ma bensì il il frutto di incroci più o meno mirati, e successiva selezione. Nel corso dei decenni oltre alle tre già menzionate sono apparse diverse altre varietà che si ritiene siano anch'esse il risultato di incroci sia determinati quanto fortuiti ( probabilmente anche con P. colchicus e S. reevesi ). Le teorie sono molteplici e diverse, alcune addirittura fantasiose, ma sapendo quanto si possono manipolare i geni, è possibile che non sia tutto dovuto al caso.

CHRYSOLOPHUS P. OBSCURUS ( dorato moro ) è la prima mutazione apparsa in Francia nel 1860 e descritta per la prima volta da Schlegel nel 1865, tuttavia si inizia a dubitare che si tratti di una mutazione naturale.  Può manifestarsi in due varianti, una più chiara ed un altra più scura.                                                                                                Il MASCHIO è simile alla forma nominale pur essendo tendenzialmente più scuro, con zone di pelle nuda attorno agli anelli oculari, viso, mento e gola che sono grigio scuro o nero fumo, con alcune piume di quest'ultima che possono presentare deboli iridescenze, ma senza alcuna traccia di verde che indicherebbe ibridazione con AMHREST. Copritrici auricolari argentee e becco giallo scuro. Dorso e groppa come nella forma nominale, ma possono essere anche più scuri; parte superiore del petto senza nessuna presenza di verde metallico, che indicherebbe ibridazione con AMHERST, mentre nella zona di confine tra nero e scarlatto si evidenziano riflessi, per quanto impuri, in giallo dorato; parte inferiore del petto scarlatto scuro. Copritrici delle ali più scure che non nella forma nominale, così come per le remiganti primarie e secondarie ma con il marrone-castano delle parti esterne più chiaro, con marcature poco evidenti che si riducono ad una variegatura indistinta. Timoniere centrali della coda nere con striature ( per quanto non definite ) cannella scuro, non picchettata come nella forma nominale mentre le rimanenti caudali  sono  uguali a quelle di quest'ultima con copritrici rosso scarlatto. Le striature della coda che contraddistinguono questi mutanti, sono anche uno dei principali motivi di dubbio riguardanti la possibilità di una mutazione spontanea. Zampe giallo scuro con tarsi dotati di speroni, piedi solitamente dello stesso colore, cosi come a volte possono presentarsi nerastri.

Nella FEMMINA la sommità del capo è privo di cresta ( ciuffo ), pelle nuda attorno  ad  anelli  oculari,  viso  e  copritrici  auricolari  nere, mento e gola in grigio molto scuro quasi nerastro con sfumature marroni agli apici delle piume; becco giallastro. La livrea è  generalmente  più scura e distinguibile dalla forma nominale per il colore di fondo marrone rossastro scuro  con  barrature nere o comunque molto scure e  variegature  indistinte, addome dello stesso colore ( Nell'insieme risulta molto simile alla femmina di Phasianus colchicus tenebrosus ). Coda con  marcature simili a quelle della femmina nominale, mentre le penne laterali si presentano  prevalentemente marrone rossastro  privo  di brillantezza. Zampe  giallastre così come i piedi che tuttavia a volte possono essere nerastri.                                                                                                                                        I PULLUSS,  devono  presentare una colorazione marrone  cioccolato con macchia bianca sotto la gola.

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CHRYSOLOPHUS P. LUTEUS  ( dorato giallo ) si tratta di un gene recessivo semplice apparso per la prima volta in Germania nel 1953, mentre in seguito A. Ghigi pur allevandone solo una cinquantina di esemplari, riuscì a fissarne i caratteri (1957, Ghigi e Taibel, presso la stazione di ricerca avicola di Rovigo).

Nel MASCHIO la cresta cresta ( ciuffo ), pelle nuda attorno ad anelli oculari, mento, gola e collo sono di colore giallo apparentemente più scuro, che non nelle forma nominale, tendente all'arancione in alcuni soggetti. Becco e iris giallo corneo; parte superiore del dorso verde scuro sfumante in arancione o rosso-ruggine con ogni piuma del resto di dorso e groppa che si presentano giallognole, parti inferiori giallo oro, più chiare al centro dell'addome. Ali e scapolari giallastre con apici marrone. Terziarie e loro copritrici che si presentano marrone scuro o camosciato, tuttavia caratterizzate da una grande variabilità individuale. Primarie giallo chiaro. Timoniere centrali marrone chiaro con macchie giallo brillante, copritrici superiori della coda e quelle inferiori gialle, quest'ultime con colorazione molto meno brillante; cosce giallo pallido; zampe giallo corneo con tarsi dotati di acuminati speroni. In generale i colori della forma lutina appaiono più lucidi e brillanti che non in quella nominale.

La FEMMINA risulta facilmente distinguibile dalla forma nominale per la livrea che nel suo complesso si presenta giallo paglierino con barrature marrone o cannella. Testa e collo giallastri macchiati di bruno, viso e gola giallo paglierino chiaro; remiganti primarie e secondarie marrone chiaro, terziarie e copritrici delle ali grossolanamente barrate di marrone. Copritrici superiori della coda giallo paglierino striate di marrone, mentre quelle inferiori presentano barrature marroni. Timoniere centrali di colore paglierino con barrature irregolari marrone che tende a sfumare verso gli apici delle stesse. Zampe giallo corneo con tarsi non dotati di speroni o solo minimamente accennati.

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CHRYSOLOPHUS P. INFUSCATUS ( dorato salmone ) si tratta di una mutazione fissata da A. Ghigi nel 1969. Testa, collo, dorso e groppa si presentano solitamente uguali alla forma lutina, ma possono essere anche con colorazione più scura. Petto salmone striato e irregolarmente chiazzato di verde scuro; parti inferiori del corpo salmone irregolarmente striate o chiazzate di scuro. Tuttavia esiste una grande variabilità individuale. Timoniere striate obliquamente come nella forma dorato moro, però più chiare rispetto a quelle di quest'ultimo, con copritrici della coda di colore salmone. 

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LE MUTAZIONI e VARIETA di COLORE PIU' NOTE: comunque soggette a notevole variabilità cromatica individuale che si evince sia nella tonalità dei colori di base, quanto dalla disposizione irregolare degli stessi. Ciò si evince soprattutto nella varietà splash ( arlecchino o mosaico ). Solo tre variazioni sono state considerate vere "mutazioni", perlomeno in passato, ed hanno assunto appellativi binominali: obscurus - luteus - infuscatus.                                                                                                              

Chrysolophus p. < syn. > obscurus.... Dorato moro...........Dark throat golden pheasant.........( Schlegel H. ...1865 )

Chrysolophus p. < syn. > luteus..........Dorato giallo...........Yellow golden pheasant.................( Ghigi A. ........1956 )

Chrysolophus p. < syn. > infuscatus...Dorato salmone......Salmon golden pheasant...............( Ghigi A. ........1962 )

Chrysolophus p. argento.......Dorato argento........Silver golden pheasant   

Chrysolophus p. cannella......Dorato  cannella.....Cinnamon golden pheasant  

Chrysolophus p. mogano......Dorato  mogano......Mahogany golden pheasant                                                                                                                                                      Chrysolophus p. pesca.........Dorato pesca...........Peach golden pheasant  

Chrysolophus p. mosaico......Dorato mosaico......Splash golden peaheasant 

Chrysolophus p. fiammante..Dorato fiammante....Flame golden pheasant

Chrysolophus p. alba............Dorato bianco..........White golden pheasant  ( vedera alla pagina Chrysolophus pictus: Le mutazioni di colore ) 

Chrysolophus p. fasciato.......Dorato  fasciato.......Banded golden phesant  ( vedera alla pagina Chrysolophus pictus: Le mutazioni di colore

Chrysolophus p. mandarino..Dorato mandarino...Mandarin o tamarine golden pheasant  ( vedera alla pagina Chrysolophus pictus: Le mutazioni di colore ) 

Chrysolophus p. ananas.......Dorato ananas........Pinneapple golden pheasant  ( vedera alla pagina Chrysolophus pictus: Le mutazioni di colore ) 

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VALORI FISICI:

MASCHIO: Lunghezza totale 90 -120 cm.......lunghezza della coda 60-90 cm.......peso 0,700-0,800 kg.

FEMMINA: Lunghezza totale 60 - 70 cm.......lunghezza della coda 30.40 cm.......peso  0,500-0,650 kg.

 

STATO DI CONSERVAZIONE IN CATTIVITA': Sono fagiani molto popolari e comuni, spesso lasciati in regime di semi-libertà all'interno di parchi e giardini. Purtroppo bisogna constatare che la maggior parte dei soggetti presenti in cattività sono stati incrociati, più o meno involontariamente, soprattutto con il L. AMHERST,  ma anche con altre specie compreso il COLCHICO nelle varie tonalità di colore, ed hanno qualche ascendente ibrido più o meno remoto, mentre sul mercato vengono spesso spacciati per puri, o come il risultato di qualche spettacolare mutazione, da persone con pochi scrupoli che badano solo al proprio interesse.

 

CARATTERE ed ADATTAMENTO ALLA CATTIVITA': Sono uccelli tanto rustici quanto spettacolari che grazie alla loro adattabilità e resistenza risultano ideali per i principianti. Sono sempre in movimento, dimostrando, nonostante decenni di cattività, un carattere poco socievole, quasi selvatico, preferendo spesso mantenere le distanze, standosene isolati nel folto di qualche cespuglio o sopra ad un posatoio. Tuttavia pur essendo animali piuttosto schivi, non sono rari i casi cui famigliarizzano tanto da arrivare a prendere il cibo direttamente dalle mani, così come i maschi possono divenire alquanto coraggiosi quando si tratta di difendere il loro spazio e le compagne. Iperattivi soprattutto durante il periodo riproduttivo, passano le giornate a controllare e corteggiare le femmine esibendosi in spettacolari parate, ed a proposito di questo, sembra che i maschi non riescano ad accoppiarsi se prima non si sono esibiti nel rituale di corteggiamento, o semplicemente allargando la mantellina,  ma possono anche dimostrare una certa aggressività nei confronti delle compagne, per cui è preferibile mantenerli in regime di poligamia in modo che non abbiano continuamente ad infierire sull'unica partner alla quale vengono associati. Come tutti i fagiani provenienti dalle aree montane tollerano molto bene i rigori invernali potendosi accontentare di un rudimentale rifugio, che oltre a difenderli dalle intemperie, li protegga anche dalla luce intensa che può determinare un rapido sbiadimento degli stupendi colori. Inoltre non bisogna sottovalutare il fatto che gli adulti risultano relativamente sensibili alle malattie respiratorie, mentre pulcini e giovani alla coccidiosi. Tutte patologie facilmente debellabili mantenendo gli animali in condizioni igienico/sanitarie adeguate,  all'interno di ambienti asciutti e ben areati. Se per esigenze ornamentali si rendesse necessario tenere più maschi adulti nella stessa voliera e dovessero dare segni di intolleranza o iniziare a combattersi, si può cercare di distrarli mettendo una femmina, anche di altra specie,  in una voliera o gabbione adiacente in modo che possano vederla, sperando che nel tentativo di raggiungerla dimentichino per un po di azzuffarsi. Tuttavia una pratica di questo tipo può dimostrarsi estremamente stressante per i maschi e deve essere attuata per brevi periodi ( ad esempio per fiere, esposizioni, lavori in allevamento ecc. ) e comunque mai durante il periodo riproduttivo. La specie convive solitamente molto bene con altri volatili come: colombi, tortore, pappagalli purché resistenti ai nostri climi, fringillidi, turdidi, ecc.

 

ETA' RIPRODUTTIVA: Entrambi i sessi possono essere atti a riprodursi entro il primo anno di vita. Tuttavia la piena maturità sessuale, come il completamento dei colori della livrea maschile, è raggiunto solo nel secondo.

 

TIPO DI ACCOPPIAMENTO: Possono anche essere tenuti in coppia, ma in considerazione della già citata focosa aggressività dei maschi, è consigliabile la poligamia, assegnando ad un maschio almeno tre femmine. Nel caso di trio composto da 1 M x 2 F,  è probabile che una delle femmine prenda il sopravvento sull'altra divenendo dominante ed inizi a perseguitarla, ben presto imitata dal maschio ancora più eccitato dal trambusto che si è  venuto a creare. In merito a ciò, se per questioni personali o di spazio non fosse possibile tenere un numero adeguato di femmine è preferibile, salvo verifica comportamentale dell'eventuale trio, la soluzione monogama, monitorando attentamente il maschio affinché non stressi troppo la compagna con le sue continue richieste amorose. Situzione in parte risolvibile adottando alcuni accorgimenti descritti in: PARTE GENERALE - Come gestire l'aggressività del maschio.

 

PERIODO RIPRODUTTIVO: Solitamente si verifica verso la fine di marzo inizio aprile, ma può anche anticipare se le condizioni climatiche sono favorevoli, e protrarsi sino alla fine di maggio inizi di giugno quando le uova vengono regolarmente levate. 

 

TIPO DI NIDO: Le femmine sono generalmente dotate di un buon istinto materno, ed essendo anche estremamente adattabili sono solite utilizzare qualsiasi tipo di nido artificiale venga loro messo a disposizione, posti sia a terra che sollevati dal suolo. In mancanza di questi è molto probabile che depongano in buche poco profonde scavate in un angoli tranquilli e riparati di voliera e/o rifugio. Può altresì succedere che alcune femmine prima di usare i nidi appositamente preparati o di approntarseli, oppure perché non predisposte alla cova, depongano le uova in giro per tutta la voliera o rifugio.

( Approfondimenti in: PARTE GENERALE - Tipi di nido )

 

UOVA DEPOSTE STAGIONALMNTE: Quando lasciate alla cova naturale vengono solitamente deposte 6-12 uova, mentre se levate regolarmente se ne possono ottenere anche 30/40, sia con deposizione quotidiana che a giorni alterni.

 

PERIODO DI INCUBAZIONE e SCHIUSA: Di norma l'incubazione delle uova si protrae per circa 22-23 giorni, e solitamente le femmine dimostrano non solo di essere ottime covatrici, ma anche stupende madri accudendo amorevolmente la prole. Trattandosi di coppia i maschio durante cova e allevamento dei piccoli deve essere allontanato, o perlomeno isolato in un grosso gabbione o serraglio che in caso di necessità, e sempre che le misure della voliera lo consentano, può essere realizzato all'interno della stessa utilizzando dei telai in rete metallica, ammesso che non si dimostri tollerante nei confronti della compagna intenta a covare, e successivamente non aggressivo con i piccoli. Tuttavia sia con l'incubazione artificiale <  temperatura pari a 37, 5 gradi, con il 45-50% di umidità  >, che utilizzando gallinelle nane o fagiane di altre specie, si possono ottenere eccellenti risultati.I pullus sono da subito vispi e curiosi, tanto che vengono spesso associati a quelli di specie notoriamente difficili, affinché vengano stimolati ad alimentarsi autonomamente. Pur essendo meglio separare i sessi appena si rendono riconoscibili, cioè a circa 2-3 mesi di vita, in caso di necessità possono rimanere in voliera con la madre o entrambi i genitori sino all'inizio del nuovo periodo riproduttivo, è tuttavia consigliabile toglierli prima o perlomeno entro la fine di dicembre, essendoci la possibilità che il maschio adulto ( così come la femmina ), stimolato dalla presenza di parecchi individui, anticipi l'estro sessuale ed inizi ad attaccarli, accanendosi specialmente nei confronti dei maschi immaturi. ( Approfondimenti in: PARTE GENERALE - Incubazione e schiusa )

 

ALIMENTAZIONE PER PULCINI e FAGIANOTTI: Non presenta nessuna difficoltà potendosi attuare attraverso normali composti commerciali ( mangimi bilanciati ) da somministrare a seconda dei tipi, ed in relazione ai periodi di vita. Con aggiunta di cereali, erbe, verdure e frutta, oltre a proteine, integratori alimentari e vitamine quando e se ritenuti necessari. A 3-4 mesi di vita è altresì possibile cambiare il tipo di dieta in uso portandola inizialmente ad essere mista, cioè composta da mangime e granaglie spaccate o un buon mix per piccioni, in parti più o meno uguali in base alle preferenze personali, e successivamente, ammesso che ci si voglia orientare verso questo tipo di alimentazione, costituita esclusivamente da cereali spaccati e/o interi o dal mix per piccioni.

( Approfondimenti in: PARTE GENERALE - Alimenti e alimentazione )

 

ALIMENTAZIONE PER ADULTI e RIPRODUTTORI: A circa 4-5 mesi di vita, ma volendo anche prima per questa specie, si inizia a fornire quello che sarà l'alimento base per la maggior parte dell'anno, che soprattutto per praticità è solitamente costituito da un buon mangime granulare o pellet da mantenimento o riposo per fagiani, integrato da una manciata di granaglie spezzate e/o intere, del solo grano, oppure un mix per piccioni. Come già precedentemente esposto è altresì possibile una dieta mista o costituita esclusivamente da cereali o dal mix per piccioni. Con l'approssimarsi, e durante il periodo riproduttivo è preferibile sostituire il mangime in uso con un tipo specifico per ovaiole di fagiano. In tutti i periodi dell'anno e/o tipi di alimentazione, una buona integrazione a base di erbe, verdure e frutta, è necessaria al loro benessere psico-fisico. ( Approfondimenti in: PARTE GENERALE - Alimenti e alimentazione - Progetti e  attrezzature )

                                                                                                                                                                                                                     

PULCINAIA e PARCHETTI PER SVEZZAMENTO: Approfondimenti in: PARTE GENERALE - Pulcinaia e parchetti per svezzamento.

 

VOLIERE PER ADULTI: Quando si tratta di specie molto adattabili non esistono delle particolari regole riguardanti le misure della voliera, se non quelle dettate dal buon senso, e pur potendo vivere più o meno bene in strutture molto diverse e nel contempo riprodursi apparentemente bene, è preferibile che la voliera in cui vengono alloggiati sia di almeno 15-16 mq, ed alta non meno di 2, 50-3, 00 metri, se non altro per cercare di preservare la lunga coda del maschio, tenendo tuttavia ben presente che più spazio assegneremo ai nostri DORATI, migliore sarà la loro esistenza, ed il comportamento molto più naturale ed equilibrato. Tollerano bene i rigori invernali,  ciò nonostante è necessario annettere alla voliera un grossolano rifugio che può anche consistere in una semplice tettoia chiusa almeno su tre lati che li possa comodamente ospitare e nel contempo difendere dalla luce diretta, così come da vento e pioggia, oppure durante i lunghi periodi di maltempo particolarmente umidi e uggiosi, con al suo interno alcuni posatoi sistemati ad adeguate altezze in modo che le lunghe code dei maschi non tocchino il pavimento, sopra i quali indugeranno a lungo durante le afose giornate estive.   ( Approfondimenti in: PARTE GENERALE - Voliere per adulti - Gestione della voliera - Tipi di rifugio )

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