

- Ithaginis cruentus : Research - Study & Revision -
Ithaginis cruentus holoptilis sui Gaoligongshan

Ricerca - Studio e Revisione relativi ad alcune sottospecie di Ithaginis cruentus - ( Research - Study and Revision of some subspecies of Ithaginis cruentus ) aggiornato al 16/02/2023.
Per una più ampia esposizione fotografica e informazioni vedere alla pagina: Ithaginis c. sottospecie
Testi, quando non specificatamente dichiarati di altra fonte.....- Autore: Giuliano Forni
Grafica ed elaborazione delle immagini...........................................- Di........: Giuliano Forni
Ricerche relative alle varie sottospecie descritte..........................- Di.........: Giuliano Forni
Ricerche relative alla sottospecie Ithaginis c. kuseri....................- Di.........: Giuliano Forni e Njal Bergè
Conclusioni, osservazioni e supposizioni........................................- Di.........: Giuliano Forni
Nota.- Questo genere comprende 11 sottospecie riconosciute più 3 in contestazione. Una delle quali, come vedremo nel proseguo della disamina, viene mantenuta forse per leggerezza, incompetenza e scarso interesse, in una sorta di comune errore letterario.
Precisazione.- Per i meno esperti, o del tutto profani, credo sia corretto precisare che nella letteratura, ed in generale sul Web, vengono solitamente citate 15 sottospecie in quanto, come per altri generi e specie, è compresa la specie, o meglio, il binominale, comprendente il nome del genere e quello della specie, al quale deve essere aggiunto l'epiteto, cioè il nome, a riconoscere la specie, in questo caso cruentus a formare il trinominale Ithaginis (genere) cruentus (specie) cruentus (sottospecie) di quella che rappresenta il genere al quale appartiene, cioè la nominale. Per cui, tutte le altre sottospecie che comprendono il genere avranno lo stesso binominale, ma l'epiteto diverso.
ll genere Ithaginis comprende 11 sottospecie riconosciute più 3 in discussione - I. c. affinis - I. c. annae - I. c. holoptilus.
In rosso le sottospecie analizzate in questo studio:
* Ithaginis c. cruentus.............Hardwicke...............1821
* Ithaginis c. sinensis..............David........................1873
* Ithaginis c. geoffroyi............Verreaux J. P. ..........1867 ( considerato solo marginalmente in questo studio )
* Ithaginis c. michaelis............Bianchi.....................1903
* Ithaginis c. berezowskii.......Bianchi.....................1903
* Ithaginis c. affinis.................Beebe........................1912
* Ithaginis c. kuseri..................Beebe.......................1912
* Ithaginis c. tibetanus...........Baker E. C. S. ...........1914
* Ithaginis c. clarkei.................Rothschild...............1920
* Ithaginis c. rocki....................Riley,.........................1925
* Ithaginis c. holoptilus..........Greenway,................1933
* Ithaginis c. beicki..................Mayr & Birckhead....1937
* Ithaginis c. annae..................Mayr & Birckhead....1937
* Ithaginis c. marionae............Mayr.........................1941
Specifiche più dettagliate relative ai luoghi di origine in allegato ad ogni singola sottospecie.
** Occorre sottolineare che in molte, se non tutte, le regioni cinesi si trovano località, montagne, fiumi ecc., con lo stesso nome, spesso ripetuto anche più volte, e ciò, correlato al fatto che i fotografi cinesi, solitamente, non specificano la regione, distretto ecc., come se tutti, conterranei compresi, dovessero conoscere la località menzionata, complica moltissimo sia il ritrovamento che l’identificazione di una determinata area. Lo Yunnan, cioè la provincia cinese che più delle altre è coinvolta nello studio in questione, abbonda di queste semplicisticamente definibili "contraddizioni", che però rendono particolarmente arduo il delineamento, quand'anche approssimativo, delle gamme.
Ad esempio: quando vediamo menzionale le LaojunShan (Shan in cinese = montagna, montagne ecc.), senza ulteriori specifiche, viene da chiedersi a quale sistema montuoso sia riferito in quanto in Cina non poche catene montuose e/o cime sono conosciute con questo appellativo. Infatti troviamo "Laojunshan" nelle provincie del Gansu, Shaanxi, Hebei, Sichuan, Henan, Hubei e, ovviamente, quelle interessata in questo studio, cioè le Laojunshan, prefettura di Lijiang o Likiang nello Yunnan. Forse le meno conosciute e "antenate di tutte le montagne dello Yunnan".
"...Il sito del Parco Nazionale Laojun Shan (Monti Laojun) offre una vista mozzafiato su un insieme di vertiginosi rilievi carsici con una dominante tonalità ocra sullo sfondo di una lussureggiante vegetazione, che diventa più rada a seconda dell'altitudine. Il tutto in perfetto contrasto con il cielo azzurro sopra le pinete. Quest'area protetta è la seconda in Cina per biodiversità e ricchezza culturale. La sua superficie di 1085 km² è abitata dalla minoranza etnica Lisu. Il parco ospita anche 168 specie di animali e piante a rischio di estinzione, tra cui le scimmie dorate dello Yunnan.
Qui si trova il 10% delle specie di rododendri presenti al mondo. Da non perdere anche le impressionanti formazioni naturali che ricordano il guscio delle tartarughe, che hanno fatto guadagnare al parco il soprannome di "montagne delle tartarughe...".
Prima di iniziare con la disamina ed esposizione dei lavori di noti autori del passato, ritengo corretto inserire alcune le brevi note da: "Status Survey and Conservation Action Plan 1995-1999 Pheasants Compiled by Philip J.K. McGowan and Peter J. Garson on behalf of the WPA/BirdLife/SSC Pheasant Specialist Group" da considerare come una aggiunta, per quanto opinabile, al contenuto di questa disamina.
"Ithaginis cruentus clarkei/ kuseri/ rocki/ holoptilus/ marionae:
Stato di conservazione: Mace-Lande - Vulnerabile; CITES
Appendice II (per tutte le specie); Stato di protezione nazionale 2° classe (Cina), Tabella 1 (India).
Stato tassonomico: Johnsgard (1986) include I. holoptilus in I. rocki ed elenca 13 sottospecie in tutto. Queste quattro formano un gruppo geografico ristretto.
Distribuzione attuale:- Storicamente queste sottospecie sono descritte come presenti nello Yunnan nella Cina meridionale, Sikkim, Arunachal Pradesh nel nord-est dell'India e nord-est del Myanmar. Ci sono recenti registrazioni di Ithaginis kuseri dal nord-est dell'Arunachal Pradesh (Singh 1992, Kaul et al. 1995, M. Katti in litt.) 1*).
La sottospecie holoptilus è stata identificata sul divario Mekong-Salween nello Yunnan (He Fen-qi et al. 1990, He Fen-qi e Lu Tai-chun 1991) e nel Tibet sud-orientale (Zheng Guang-mei in litt.). Si trova nelle foreste di abeti e nella macchia subalpina di bambù e rododendri (He Fen-qi in litt.) 2*) In India, kuseri è stato trovato a 2.750-4.500 metri di altitudine in habitat simili (R. Kaul in litt.) 3*) Non ci sono informazioni recenti dal Myanmar 4*). Stato della popolazione: data l'estensione e la frammentazione dell'habitat adatto, si stima che queste sottospecie siano più di 10.000 se combinate, ma sono probabilmente in declino ovunque tranne che in Bhutan 5*). Popolazione in cattività: né l'ISIS né la WPA registrano queste sottospecie. Non si sa se nessuna di loro sia in cattività.
Minacce: la caccia per procurarsi il cibo è diffusa in India, ma si pensa che la deforestazione abbia un impatto maggiore in alcune zone della Cina (He Fen-qi in litt.)
Aree protette: la sottospecie holoptilus è registrata nella riserva naturale di Goaligong Shan (1.200 km2) nello Yunnan 6*)(Zheng Guang-mei in litt.) e kuseri si trova nel santuario faunistico della valle di Dibang (4.149 km2) nell'Arunachal Pradesh 7*) (P. Singh in litt.)..
Azione futura: è necessario un lavoro tassonomico per determinare la validità di tutte le sottospecie attualmente proposte. Questo gruppo di sottospecie richiede indagini approfondite per determinare la loro distribuzione e rappresentanza attuale nelle aree protette.
Considerazioni personali: in buona sostanza nel testo di questo articolo vengono menzionate 5 sottospecie, ma argomentate solo due, Ithaginis c. holoptilus e kuseri .
1-3*) L'altitudine è del tutto irrilevante, perlomeno non importante come il sapere a quale fenotipo di kuseri si riferiscono (vedere al punto B), e se come forma di paragone è stato considerato il kuseri di Beebe.
2*) Distribuzione molto più ampia di quella menzionata. A tale proposito vedere nelle rispettive parti dedicate alle specie in oggetto della disamina.
4-5*) Non è cambiato molto, anche attualmente le informazioni che pervengono da India e Myanmar in riguardo allo stato della specie non sono molte, pressoché nessuna da quest'ultimo, tranne alcune immagini scattate da foto-trappole nelle quale, eccetto una incerta, è senza dubbio ritratto Ithaginis c. holoptilus. Per contro in Cina, ed in particolare nello Yunnan, grazie ad efficaci programmi di protezione, sia degli animali che dell'ambiente, molte specie, compresi gli Ithaginis, con particolare riferimento all'Ithaginis c. holoptilus, dimostrano una buona ripresa riapparendo in aree storiche nelle quali sembravano estinti e/o colonizzando nuovi territori.
6*) Probabilmente nel 1995-99, epoca nella quale è stato approntato lo studio, qui estrapolato solo nella parte dedicata agli Ithaginis, gli autori non erano al corrente, oppure non è stato considerato, che l'Ithaginis c. kuseri (tibetano) si trova soprattutto nella prefettura di Nyingchi o Linzhi, provincia del Tibet (Cina). Gli individui dell'Arunachal Pradesh dalle Shi Yomi Mountain alla Dibang Valley (Mishmi Hills), perlomeno dalle pochissime immagini ad oggi trovate, tra l'altro per vari motivi, di scarsa qualità, per quanto siano di difficile identificazione, parrebbero attribuibili all'Ithaginis c. kuseri tibetano.
A) Sempre in relazione allo studio sopra esposto, sottolineo che non condivido le conclusioni di Paul Austin Johnsgard ritenendoli privi di un qualsiasi fondamento (vedere argomentazioni in merito nella parte dedicata a questa forma) considerando Ithaginis c. holoptilus, oltre che specificatamente distinto, basale all'Ithaginis c. kuseri tibetano e "marionae". Il primo potrebbe rappresentare una forma regionale non ancora completamente stabilizzata, mentre Ithaginis marionae solo una variazione fenotipica di Ithaginis c. holoptilus che occasionalmente può palesarsi sia singolarmente, quanto in gruppetti composti da alcuni esemplari, oppure formazioni comprendenti entrambe le specie in aree diverse dei Gaoligongshan (Yunnan, Cina). Convinzione derivante dal credere che l’espansione degli Ithaginis sia avvenuta da est verso ovest, e che il “tutto” abbia avuto inizio da qualche parte in Cina. Successivamente, proprio a causa della loro particolare attitudine alle grandi altezze, l’espansione, oltre che latitudinale, per mancanza di alternativa, attribuibile ad adeguate montagne nelle aree orientali, deve essersi necessariamente indirizzata verso occidente seguendo le grandi catene montuose. Presumibile, come nel caso dei Phasianus, che senza l’insormontabile barriera antropica, comunque, sicuramente meno determinante rispetto ai primi proprio grazie alla predilezione di questi piccoli galliformi per aree solitamente evitate dagli esseri umani, probabilmente la distribuzione generale sarebbe più ampia favorendo, nel contempo, l’evoluzione di altre sottospecie. Non per ultimo, che Ithaginis holoptilus, nella la sua variabilità, riassume gran parte dei caratteri mostrati sia dall’Ithaginis c. kuseri tibetano che da marionae. Ammesso che quest'ultimo sia specificatamente distinto.
B) Se dovessimo considerare la coppia raffigurata nell'illustrazione del 1916 di Stuard Baker (inclusa nella parte dedicata all'Ithaginis c. marionae), dallo stesso definita kuseri di Beebe, per quello che sembra, si potrebbe senz'altro affermare, contraddicendo l’autore, che nell’Arunachal Pradesh si trova l’Ithaginis c. marionae e non kuseri. Ovviamente, discordanza con l'autore espressa solo come forma, dato che nella sostanza marionae, non ancora descritto, era del tutto sconosciuto a Baker. Quindi, se ciò che venne raffigurato fosse stato speculare al modello originale 1*), soprattutto, un carattere fenotipico piuttosto evidente lo differenzia dal kuseri tibetano. rendendo ciò che è rappresentato molto simile al kuseri di Beebe. Nella sua dettagliata descrizione Baker, purtroppo, menziona solo vagamente il collare bianco sulla parte posteriore e lati del collo definendolo una “macchia quasi completamente bianca”, il ché, di suo, parrebbe già sufficientemente indicativo, tuttavia non al punto da confutare del tutto quanto raffigurato. In definitiva, ciò che differenzia l’illustrazione dalla forma tibetana, impropriamente inclusa nel kuseri di Beebe, è il citato collare biancastro poco evidente, mentre il resto del fenotipo non è determinante potendo essere indifferentemente attribuito all’una o altra forma.
Precisazione. – Sia per convinzione personale, quanto allo scopo di non creare ulteriore confusione, le immagini scattate nelle aree indiane vengono attribuite all’Ithaginis kuseri seguito dalla puntualizzazione tibetano/indiano, a volte anche solo tibetano.
1*) Considerata l'emblematica raffigurazione della testa di kuseri del 1915, è possibile che anche l'illustrazione del 1916 (entrambe incluse in questa disamina) non sia del tutto fedele all'originale servito come modello.
Ithaginis c. geoffroyi (fagiano insanguinato di Geoffroy).....Verreaux J.P. .....1867
Questa sottospecie non è espressamente implicata nello studio in questione in quanto la sua posizione sottospecifica non presenta contraddizioni. Lo diventa invece come più che probabile forma coinvolta negli incroci che verranno argomentati nella presente disamina, nonché per segnalare che la sua distribuzione è ben più ampia di quanto menzionato nella letteratura comprendendo le province cinesi del Sichuan occidentale, estremo est e sud-est del Qinghai, est Tibet (?) e Yunnan perlomeno sino alle Jiaozi Snow Mountain, il cui picco principale si eleva al confine tra il distretto di Dongchuan e la contea di Luquan, prefettura Kunming, ed ancora più ad ovest a raggiungere il WuliangShan che, perlomeno ad oggi, ne segna l'estremo confine sud occidentale.
Ithaginis c. geoffroyi definibile tipico del Sichuan ( Cina )
Foto da: www.birdnet.cn Autori 1 Blow shadow - 2 Leshan - Xuefeng - 3 Daocheng ( tutte le foto sono state scattate nel Sichuan occidentale, Cina )
1 - Ithaginis c. geoffroyi 2 - Ithaginis c. geoffroyi 3 - Ithaginis c. geoffroyi



Ithaginis c. geoffroyi ( fotografati sulle Jaozi Mountain, Yunnan, Cina )
Le successive 5 immagini, ed in particolare le due scattate sul monte Wuliang, costituiscono la prova dell’ampliamento verso sud ovest di questa sottospecie delineando nuovi confini che in un certo senso avvallando le mie supposizioni riguardanti il suo coinvolgimento negli incroci argomentati in questa disamina. Come ben si evince, sia gli esemplari fotografati sulle Jaozi Mountain quanto quelli del Wuliang Mountain, parrebbero, perlomeno fotograficamente, più piccoli rispetto ai loro conspecifici che vivono a nord, e con cresta notevolmente più corta (vedere in: Ithaginis c. sottospecie - Ithaginis c. wilsoni ).
Foto da: www.birdnet.cn Autori 1-2 Chu Tianshu - 3 Tōngtōng ( località indicate dai fotografi: 1-2-3 Jaozi Mountain prefettura di Kunming Yunnan 03-03 -2016 Cina )
1 - Ithaginis c. geoffroyi 2 - Ithaginis c. geoffroyi 3 - Ithaginis c. geoffroyi



Ithaginis c. geoffroyi ( fotografati sul Wulinang Mountain, Yunnan, Cina )
Foto da: www.douyin.com Autore: 江湖影视 ( località indicata: Wuliangshan 1*) Yunnan 08-02-2022 Cina )
1*) Il Wuliangshan, precedentemente noto come Mengleshan, si trova a ovest della Contea Autonoma di Jingdong Yi, città di Pu'er, provincia dello Yunnan, tra i 23° 57' - 24° 44' N e i 100° 22' - 101° 04' E. La Contea Autonoma di Jingdong Yi copre un'area di 2581 chilometri quadrati. Il Wuliangshan si eleva dalla Contea Autonoma di Nanjian Yi a nord-ovest, estendendosi fino a Zhenyuan, Jinggu e altre località a sud-ovest, fino al fiume Lancang a ovest e fiume Chuanhe ad est.
Il WuliangShan era noto anticamente come MengleShan, traducibile in: "imponente tra le nuvole, infinito nel territorio". I rami della montagna si estendono verso est e ovest a formare una sorta di ventaglio. La struttura geologica comprende calcare, arenaria, scisto, basse valli, dighe pianeggianti e colline. Qui crescono foreste di conifere, latifoglie e miste. Oltre al pino Simao, ampiamente diffuso, si trovano anche alberi rari e preziosi. Nella foresta primaria si trovano tigri, leopardi, orsi, cervi, cinghiali, scimmie, asini, pecore delle rocce, cervi d'acqua, pavoni, fagiani argentati e altri animali.
La Riserva Naturale Nazionale di Wuliangshan è ubicata nel sud-est della contea di Nanjian, occupando le aree centrali e superiori della citata montagna, mentre la parte occidentale costituisce la valle del fiume Lancang. Una stretta striscia di terra lunga 33 chilometri da nord a sud e 6 chilometri da est a ovest. La superficie totale della riserva è di 7583 ettari coprendo un'area di 230 chilometri quadrati, estendendosi per 50 chilometri da nord a sud e 7 chilometri da est a ovest. Situata all'incrocio tra la catena montuosa di Hengduan e l'altopiano dello Yunnan-Guizhou, la Riserva Naturale dei Monti Wuliang è compresa nell'area sub-vallese della parte meridionale della catena montuosa di Hengduan.
1 - Ithaginis c. geoffroyi 2 - Ithaginis c. geoffroyi
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Ithaginis c. geoffroyi ( fotografati nella provincia del Tibet, Cina )
Come ben si evince dall'indicazione del fotografo, le tre foto sotto poste, sono state scattate nella provincia cinese del Tibet o Xizang, ed in un area molto vicina alla gamma dell'Ithaginis c. kuseri tibetano
Foto da: 1-2-3 www.aitp.com.cn Autore: Shadow ( località indicata dal fotografo: 1-2-3 Anba, municipalità di Gula, contea di Zayu, Nyingchi, Tibet 09-07-2024 Cina )
1 - Ithaginis c. geoffroyi 2 - Ithaginis c. geoffroyi 3 - Ithaginis c. geoffroyi



Provincia dello Yunnan - Cina:- La successiva mappa è relativa alle sole prefetture del nord-ovest della provincia comprendenti la maggior parte delle gamme storiche attribuite alle forme esaminate in questo studio:
Nota: molte delle località cinesi nel corso dei decenni hanno cambiato nome e/o vengono menzionate in modi diversi sia per questioni geografiche/ambientali che di lingua locale o estera potendo creare non poca confusione.
La breve presentazione è stata necessaria ad introdurre all’argomento principale di questa disamina, sintesi, non facile, del lavoro di ricerca iniziato nel 2018 ed intensificatosi circa 4 anni fa, riguardante 5 forme per certi aspetti definibili emblematiche, I. c. kuseri di Beebe – I. c. marionae – I. c. holoptilus – I. c. clarkei e I. c. rocki. Studio che, pur potendosi considerare concluso relativamente agli scopi prefissati, non lo può essere per tutte le aree di studio che necessiterebbero di un intenso lavoro sul campo ed analisi mitocondriali serie allo scopo di ottenere ulteriori conferme ai risultati ottenuti, che comunque, dato lo stato molto avanzato raggiunto, oltre alle certezze suggeriscono la formulazione di interessanti, quanto intriganti teorie. Supposizioni certo, ma sostenute da ricerca approfondita e prove fotografiche. Del resto, volendo essere critici, gran parte della letteratura, se non tutta, è costituita da opinioni personali più o meno fondate. Soprattutto nei secoli scorsi, sino alla metà del "900", le pratiche descrittive si basavano quasi esclusivamente sull’analisi visiva correlata alla bravura ed esperienza dell’autore. Spesso il lavoro non veniva eseguito sul campo, ma in qualche museo, studio o laboratorio privato aiutandosi, all’occorrenza, coi lavori dei colleghi, così come per determinare le gamme, non di rado, si basavano sulle testimonianze delle genti locali ecc., ecc. Con questo non voglio certo sminuire il grande e minuzioso lavoro fatto dagli autori del passato, per i quali nutro grande stima e rispetto, ma avendo accertato non poche contraddizioni tra illustrazioni, testi e quanto ho potuto constatare, mi è parso corretto renderli noti. Probabilmente questi sono anche parte dei motivi per i quali ai nostri giorni molte specie e sottospecie sono in accertamento e/o contestazione. Nulla di strano a mio avviso in quanto, oltre agli errori commessi, stiamo semplicemente assistendo al processo evolutivo che induce a continui mutamenti più o meno avvertibili nel corso della nostra breve esistenza, se paragonata all'infinito corso che ne regola i cambiamenti, siano essi correlati alle caratteristiche fisiche oppure ambientali delle specie, anche se in quest’ultimo caso l’espansione antropica, in tutti i suoi aspetti, ha contribuito ad accelerarne di molto i ritmi. Quindi, la scelta di un criterio univoco e universalmente inteso all’identificazione degli esseri viventi, siano essi animali o vegetali potrebbe, in un certo qual modo, non essere del tutto corretto, soprattutto se parametrato ad epoche diverse in quanto il meccanismo evolutivo, in continuo fermento, non si arresta nel tempo ad uno specifico momento. Pertanto, ciò che è stato osservato, studiato e classificato nei decenni o secoli scorsi, appartiene ad una frazione di questo inarrestabile processo naturale in costante mutazione che ai nostri occhi potrebbe anche sembrare parzialmente o profondamente diverso.
Nota: come per la precedente, le mappe sottoposte riguardano solo alcune prefetture del nord ovest dello Yunnan, che comprendono la gran arte delle aree considerate su questa pagina, raffigurate, per una migliore comprensione geografica, in verde ( study area ), mentre il resto della provincia è colorata in grigio.

Ithaginis cruentus kuseri......Beebe...... 1912
- Tutto ebbe inizio nella primavera del 2020, anche se cronologicamente già dal 2018 mi stavo interessando attivamente a questo genere poco conosciuto, quando, controllando il mio archivio fotografico, mi imbattei nell'illustrazione di Ithaginis c. kuseri tratta dalla Monografia di William Beebe (descrittore della sottospecie). Qualcosa che prima non avevo notato attirò la mia attenzione e nel contempo dare modo di formulare una sorta di esclamazione mentale, “questo non è kuseri” !. Di certo non l'Ithaginis c. kuseri che, perlomeno come fenotipo, conosciamo oggi descritto da Baker, e Delacour, ad esempio. Stavo disquisendo sul lavoro di uno degli autori più conosciuti, quindi avevo bisogno di prove. In seguito ricordai che Stuart Baker, tra il 1914-1916 aveva pubblicato eccellenti lavori riguardanti questa forma. Anche Ernst Walter Mayr, nella sua descrizione di Ithaginis marionae mise, senza però rendersene quasi conto, in dubbio la legittimità dell'Ithaginis il kuseri di Beebe, e questo mi fece capire d'essere sulla giusta strada, cioè che i miei dubbi avevano fondamento.
Ad ogni modo non fu semplice come si potrebbe pensare. Più mi addentravo nella storia di questa forma, in un certo senso, maggiori erano gli interrogativi rispetto alla risposte, alcune delle quali ancora insolute. Ciò nonostante, credo di essere l'unico, o comunque uno dei pochi, ad aver sollevato le anomalie relative a queste bistrattate forme, spesso confuse, ed a mio parere ancora molto lontano dall’essere del tutto comprese.
Prima parte in sintesi: dedicata all'analisi del lavoro di William Beebe contrapposto a quanto indicato da altri autori, e Stuart Baker in particolare.
- L'apparente arcano relativo all'asimmetria tra testo descrittivo e raffigurazione necessita di alcune precisazioni:
Molto strano, che prima in: “ZOOLOGICA SCIENTIFIC CONTRIBUTIONS OF THE NEW YORK ZOOLOGICAL SOCIETY VOLUME I, NUMBER 10. NEW BLOOD PHEASANTS By C. WILLIAM BEEBE (pag.190). Curator of Birds Published August 17 August 1912, seguito da: "A MONOGRAPH OF THE PHEASANTS" Vol. 1 di 5 del 1918 sempre di William Beebe, con inalterata la descrizione alla quale è aggiunta un'illustrazione apparentemente difforme, o comunque fuorviante, rispetto al testo, gli autori sia contemporanei di Beebe, quanto i successivi ed attuali non abbiano, a quanto sembra, notato l'incongruenza tra illustrazione e descrizione, seppur estremamente succinta e poco dettagliata. Che significato abbia, ed il perché Beebe solo nel 1918, cioè 6 anni dopo la prima descrizione di kuseri, decise di dare un "volto" alle sue scarne note descrittive, è poco comprensibile. Se non altro, la magistrale raffigurazione fece conoscere al modo ornitologico quale fosse la specie in oggetto. Ciò nonostante, Greenway nel 1933 non sembra rendersene conto, o forse venne sviato dall'esaminazione di una delle non poche variazioni che la caratterizzano, nomina la stessa forma come Ithaginis holoptilus. Incredibile che sia Beebe, quanto gli altri autori, non solo ne accettarono lo status, ma descrissero a loro volta entrambe le specie riuscendo anche a “trovare” distintive difformità.
Durante la lettura dei diari di viaggio e relative descrizioni ad opera di William Beebe si ha spesso la sensazione che l’autore tendi molto più a romanzare la narrazione delle sue esplorazioni piuttosto che concentrarsi sulle descrizioni le quali spesso, se non sempre, a differenza dei resoconti esageratamente lunghi e noiosi, probabilmente intesi ad esaltare soprattutto la sua persona, sono generalmente troppo sintetiche e prive dei particolari necessari alla determinazione di una specie. A volte addirittura contradditori, o apparentemente tali, come nel caso dell’Ithaginis kuseri. Vero, come afferma lo stesso autore, che la pelle molto vecchia si mostrava notevolmente tarlata ed in cattivo stato di conservazione, ma certi caratteri, che possono essere distintivi tra una forma e l’altra, un autore avveduto li deve necessariamente menzionare, ed il più dettagliatamente possibile. Forse, proprio a questa mancanza è dovuta la discrepanza che si avverte tra illustrazione e descrizione nella quale Beebe non menziona particolari importanti come il cannella aranciato alla base della cresta, le copritrici auricolari biancastre ed il collare, anch'esso biancastro, sulla parte posteriore e lati del collo poco ampio e definito, ben visibili nella raffigurazione. Inoltre, non descrive in nessun modo la fattura delle piume che costituiscono la cresta, cioè se composte o scomposte, ma neppure il modello e colorazione di quelle che formano il sopracitato collare biancastro sulla parte posteriore del collo, tutti caratteri estremamente importanti ai fini della determinazione e/o differenziazione tra le sottospecie.
A questo punto, sembra palese che il riferimento principale debba essere proprio l’illustrazione. Nel dubbio, tuttavia, l’esaminazione, seppur solo fotografica, della pelle olotipo (vedere a seguito indicazioni) permette facilmente di accertare alcuni importanti particolari fenotipici, non citati nel testo, che confermano senza alcun dubbio, oltre la bontà della raffigurazione, che si tratta della forma nominata da Greenway nel 1933 come Ithaginis c. holoptilus.
Occorre ricordare che all’epoca non erano ancora state descritte specie fenotipicamente simili, quindi gli artisti non possono essersi confusi o aver aggiunto particolari autonomamente, bensì illustrato quello che vedevano, o riportato in ogni dettaglio relativamente alla pelle (o pelli) servita a Beebe per la descrizione di kuseri del tutto corrispondente, come già precedentemente menzionato, alla forma descritta nel 1933 da Greenway. Del resto se gli illustratori avessero “esagerato” alterando il fenotipo della pelle in oggetto, Beebe avrebbe sicuramente obiettato e costretto gli artisti a correggere i loro errori.
Brevissimo sunto della narrazione e descrizione originale tratta dalle due opere sopra citate:
- "..Un giorno, nel dicembre del 1910, nello Yunnan nord-occidentale, notai un cinese che passava lungo il sentiero guidando un certo numero di cavalli someggiati con merce pesante. Sotto le cinghie che assicuravano uno di questi carichi si intravedeva una massa di piume trasandate. Un luccichio scarlatto catturò la mia attenzione, quindi fermai l'uomo per esaminare il piumaggio. Vidi subito che erano i resti di un fagiano insanguinato consistenti in una grande macchia di piume pettorali quasi completamente scarlatte e nere, oltre a due ali staccate con le tipiche lunghe, larghe copritrici verde brillante dell'Ithaginis geoffroyi. Mi assicurai il piumaggio e appresi che l'uomo lo aveva ottenuto da un nativo più a nord. Non poteva dire con certezza se provenisse tutto da un singolo individuo e, sebbene mi rendessi conto del suo grande interesse, era impossibile dargli un'interpretazione esatta in quel momento.
Un anno e mezzo dopo, mentre studiavo gli esemplari di fagiani nel museo del Jardin des Plantes di Parigi, mi sono imbattuto in due esemplari montati che mostrano quanto l’Ithaginis dell'estremo nord-ovest Yunnan sia una forma molto ben marcata, di gran lunga la più bella e brillantemente colorata del suo genere. In mancanza di dati sugli esemplari intermedi, gli ho concesso un rango specifico completo .
La conferma di questa decisione, ed un'estensione della gamma dell’Ithaginis kuseri, è stata resa possibile dal Capitano F. W. Bailey, che ha trovato la specie anche nelle Mishmi Hills, cioè molto a ovest della località da me conosciuta, tra 2400 e 3650 metri di altitudine. In totale sono stati catturati altri dieci esemplari, sette maschi e tre femmine. Tutti questi sostengono la validità dei caratteri sui quali ho basato la determinazione della specie. All’inizio di maggio, sono state raccolte anche tre uova, abbastanza simili a quelle del congenere Ithaginis c. geoffroyi, ad un’altezza di 3650 metri, adagiati sulla nuda terra sotto un ciuffo di bambù, non lontano dal manto nevoso.."
Ithaginis kuseri (Beebe 1912)
Descrizione sotto riportata da: "A MONOGRAPH OF THE PHEASANTS" Vol. 1 di 5 del 1918 di William Beebe
Nome. - Specifico: kuseri dal colonnello Anthony R. Kuser di Bernardsville, New Jersey.
Località. - "Nei pressi di Tsekon, Yunnan", Beebe, Zoologica, I. 1912, p. 190. Il tipo si trova al Musee Nationale d'Histoire Naturelle di Parigi.
Distribuzione geografica. - "Dito" nord-occidentale dello Yunnan e verso ovest fino alle colline di Mishmi.
Ithaginis kuseri Beebe, Zoologica, I. 1912, p. 190.
Ithagenes cruentus kusert Baker, Bull. Brit. Orn. Club, XX XIII. 1913, p. 83.
Ithagenes kuseri Baker, Bull. Brit. Orn. Club, XX XV. 1914, p. 18 ; Baker, Ibis, 1915, p. 122; Baker, Jour. Bomb. Nat. His. Soc., XXIV. 1916, p. 395.
"Ho avuto un grande piacere nel nominare questo bellissimo fagiano in onore del colonnello Anthony R. Kuser, il cui interesse e generosità hanno reso possibili queste ricerche.
Nome Specifico: kuseri in onore del colonnello Anthony R. Kuser di Bernardsville, New Jersey.
Località tipo: "area Tseku o Tsekou 1*) – attuale distretto di Yanmen ( Diqing Tibetan Autonomous Prefecture ) nord-ovest Yunnan - Cina", Beebe, Zoologica, I. 191 2, p. 190. L’esemplare tipo si trova al Musee Nationale d'Histoire Naturelle di Parigi ( immagini allegate a seguito ).
Distribuzione geografica. - Estremo nord-ovest dello Yunnan sino a raggiungere le Mishmi Hills ( Nord est India ).
Nel maschio, la fronte, mento, gola e lati della testa sono cremisi; parte superiore del petto attraversata da uno stretto collare di piume nere con frange cremisi che ai lati si unisce al blu-grigio del mantello; parte bassa del petto, quella superiore del ventre e le corrispondenti del corpo sono cremisi intenso, marcato solo sul rachide da linee verde chiaro molto strette; parte inferiore del ventre ed i fianchi, fino alla coscia, sono in verde mela brillante e chiaro. L'intera testa è principalmente nera, senza colore bianco o crema, tranne qualche traccia sulla nuca; parte superiore del corpo uniformemente blu-grigio, con vistose strisce bianche sul rachide senza alcuna sfumatura verde; copritrici alari uniformemente in verde chiaro luminoso; copritrici medie e maggiori molto lunghe con punte ricurve e decomposte. Sulla parte visibile di queste copritrici, il nero manca del tutto, l'unica caratteristica di rilievo è la striscia verde leggermente più chiara. Le basi nascoste mostrano una sfumatura bruno-rossastra, mentre ancora più basalmente le piume diventano grigio-blu con strette linee nere che delimitano il rachide; frange nascoste, così come quelle della coda, si presentano ben sviluppate e di colore cremisi che sulle copritrici inferiori assume una tonalità brillante.
La descrizione è dell'esemplare designato come tipo ed è un maschio completamente adulto . N° 179A nella collezione montata del Musee Nationale d'Histoire Naturelle. È contrassegnato con "Yunnan. Prince H. d'Orleans, 1896". Le misure di questo esemplare sono: culmen, 1,2 cm.; ala, 21,59 cm.; coda, 13,20 cm.; tarso, 6,35 cm.; dito medio e artiglio, 5,33 cm. Ci sono due speroni sulla gamba destra e un unico a sinistra, ciascuno lungo circa mezzo pollice. L'esemplare è notevolmente tarlato e in cattivo stato di conservazione.
Un secondo esemplare di Ithaginis kuseri, il n. 179B, della stessa collezione, è un giovane soggetto nel suo primo anno di vita, con speroni che si presentano come semplici noduli piatti. Corrisponde in tutto e per tutto al tipo, tranne per il fatto che c'è un'infusione di nero ancora maggiore in tutto il piumaggio. La coda, più perfetta che nell'altro maschio, è leggermente più lunga. Sull'etichetta è riportato ''Tsekon”, Yunnan. R. P. Soulie, 1897. Questa località si trova nel "dito", cioè un’area molto stretta ed allungata che caratterizza il nord-ovest dello Yunnan, sul fiume Mekong, a 28 ° di latitudine nord e longitudine di circa 99 ° est, dando così una posizione precisa per la specie.
Successivamente, il signor Eagle Clarke fu tanto gentile da mandarmi un Ithaginis maschio piuttosto giovane in piena muta che sull'etichetta recava la località "Yunnan". Dopo un attento esame sono giunto alla conclusione che si trattava, senza dubbio, di Ithaginis kuseri, ma un individuo anormale. In nessuna specie compresa in questo genere vi è di norma un aumento dello scarlatto pettorale dopo la prima muta post-giovanile, ma in due o tre sub-adulti avevo già riscontrato una condizione anormale di pigmentazione sotto forma di macchie color ruggine sul piumaggio del petto, sostituite da cremisi nella muta successiva.
Uno di questi è un maschio dal piumaggio eccessivamente consumato a causa della muta autunnale del secondo anno. La gola ed il petto sono un misto di colore scamosciato e grigio blu, con numerose macchie cremisi semi nascoste sulle nuove piume in crescita. La metà delle primarie è evidente, mentre la coda mostra qualche mutilazione dato che restano solo le due timoniere destre. Per cattiva alimentazione o per qualche altra causa, l'uccello è entrato nella sua muta post- giovanile con una colorazione molto impura e sembra che stia recuperando in parte i colori normali nella muta attuale. Due giovani uccelli maschi del Nepal che ho esaminato mostrano la stessa cosa, un eccesso di color cuoio al posto del cremisi.
La femmina di Ithaginis c. kuseri differisce dalla conspecifica I. c. cruentus per essere generalmente più scura. Il rossiccio della forma nominale è sostituito dal marrone, ed il petto, invece di essere semplicemente marrone ruggine o rossiccio, è vermicolato con marrone e color scamosciato. L’ardesia di testa e nuca è molto più scuro, quasi nero, ed il castagno di fronte e lati della testa è molto più ricco e profondo 2*).
1*) Come Toponimo, sembrerebbe che Tseku o Tsekou coincida all’attuale Cigu, nei pressi di Cizhong (contea di Deqin, prefettura autonoma tibetana di Diqing, provincia dello Yunnan) un piccolo villaggio che sorge sulla riva destra del fiume Mekong, non lontano dal confine con la provincia del Tibet, incastonato nella regione dei "Tre Fiumi Paralleli". Per contro, latitudine 28° nord e longitudine circa 99° menzionati da Beebe corrispondono al, comunque, vicino comune di Yanmen ubicato nella parte meridionale della contea di Deqin, prefettura autonoma tibetana di Diqing, provincia dello Yunnan. Nonché confinante con la Baima Snow Mountain National Nature Reserve ad est, Badixiang nella contea di Weixi a sud, Pudang e Bingzhongluo nella prefettura autonoma di Nujiang Lisu ad ovest e con il comune di Yunling a nord. Il punto più alto è il monte Guolai con una altitudine di 5030,5 metri, quello più basso lungo il fiume Lancang a 1840 metri.
Tskou, nonostante il comprendere questa località nella distribuzione della forma in oggetto si sia dimostrata corretto, è stata da Beebe, apparentemente, del tutto presunta in quanto riportata sulla targhetta identificativa del secondo maschio giovane. Difficile attualmente definire le varie gamme, servirebbero nuovi ed approfonditi studi sul campo in considerazione a nuove e, non di rado, contradditorie informazioni rispetto a quanto argomentato in passato. Tuttavia, da quello che raccontano le immagini sembrerebbe che, costantemente, o solo occasionalmente, le sottospecie interagiscano tra loro in alcuni, o più punti, dando origine a forme ibride. James C. Greenway Jr., in: "Bulletin of Museum of Comaparative Zoology at Harward College, in Cambridge Mass. USA Vol. LXXIV del febbraio 1933" menziona Rothschild che cita questa località come area di Ithaginis c. holoptilus.
2*) Brevi note descrittive pressoché interamente tratte dal lavoro di Stuart Baker relativo al kuseri "indiano" che risulta, o risulterebbe, come la forma tibetana, innominato a tutti gli effetti. Quindi interspecifici al kuseri cinese (Yunnan) di Beebe.
Particolare dell'illustrazione (painted by Lodge and Thorburn - Monograph of the Pheasants, Volume 1 pag. 27 del 1918 by William Beebe ) di "Ithaginis c. kuseri " ( ? ) descritto da Wlliam Beebe. In realtà, un ottima rappresentazione dell'Ithaginis c. holoptilus.

Illustrazione originale ( painted by Lodge and Thorburn - Monograph of the Pheasants, Volume 1 by William Beebe ) di "Ithaginis c. kuseri " ( ? ) descritto da Wlliam Beebe, con evidenziati i particolari che non corrispondono alla forma che, soprattutto, si osserva nella provincia cinese del Tibet o Xizang.

Pelle olotipo, originalmente montata, di Ithaginis descritta e denominata Ithaginis c. kuseri da Wlliam Beebe nel 1912 - Numero di catalogo MO-1896-640 - Registrato da Henri-Philippe (Principe) d'Orléans tra il 02/1895 e 12/1895 - Provenienza, Yunnan, Cina - Nella collezione del Muséum national d'Histoire Naturelle (MNHN - Parigi, Francia)


Targhette identificative della pelle, originalmente montata, descritta e denominata Ithaginis c. kuseri da Wlliam Beebe ( Museo d'Histoire Naturelle Paris - Francia )



In breve: nonostante la sensazione di apparente difformità tra testo e illustrazione di kuseri pubblicata nella Monografia di Beebe del 1918, presumibilmente causata proprio dalla scarsità di dettagli forniti dall’autore, la precisione e ricchezza di particolari con la quale è stata realizzata quest'ultima circa 6 anni dopo il riconoscimento specifico di Ithaginis kuseri del 1912, nonché un attenta analisi della pelle olotipo, indica, senza alcun dubbio che l'autore descrisse la forma successivamente nominata da Greenway Ithaginis holoptilus. Strano, che i colleghi non lo abbiano rimarcato. Probabilmente neppure se ne accorsero. Infatti, Baker riconosce i “suoi” esemplari “indiani” come kuseri di Beebe nonostante le evidenti difformità che li differenziano. Per cui è evidente che questi, come la forma tibetana, erano, e sono tuttora, innominati. Neppure Greenway sembra rendersene conto, descrivendo la stessa forma nel 1933 con l’epiteto holoptilus. Probabilmente venne fuorviato dall'esaminazione di una delle variazioni. Mayr intuisce qualcosa, però non approfondisce, ed a sua volta nel 1941 riconosce una forma molto dubbia potendosi, in realtà, trattare di variazione occasionale o mutazione dell'Ithaginis holoptilus.
Serve innanzitutto precisare che Beebe non commise nessun errore in quanto descrisse una forma all’ora sconosciuta. Lo sbaglio, se così lo si può definire, lo commisero Greenway e tutti quelli che esplicitamente o tacitamente confermarono il riconoscimento specifico di Ithaginis holotilus il quale, per questioni di priorità nomenclaturale, dovrebbe assumere l’epiteto kuseri ed il titolo di descrittore attribuito a William Beebe. Allo stato di fatto attuale la forma tibetana, così come gli esemplari “indiani” di Baker, se confermati intraspecifici alla prima ed erroneamente ritenuti come kuseri di Beebe, risultando innominati per ovvie ragioni di affinità descrittive, e forse, mancanza di alternativa, potrebbero essere inclusi in Ithaginis marione di Mayr.
Particolare della desta della pelle olotipo sopra esposta nella quale sono indicate: (1) le coperture auricolari bianco grigiastre e (2) il cannella aranciato alla base della cresta non menzionati da Beebe nella descrizione. Quindi si tratta della forma riconosciuta da Greenway come I. holoptilus

- Qualche passaggio riguardante le osservazioni del Allo stato di fatto attuale la forma tibetana, così come gli esemplari “indiani” di Baker, se confermati intraspecifici alla prima e con questa, erroneamente attribuiti al kuseri di Beebe, risultando innominati per ovvie ragioni di affinità descrittive, e forse, mancanza di alternativa, potrebbero essere inclusi in Ithaginis marione di Mayr. riproposto anche in seguito, nella quale vengono menzionati alcuni uccelli, ed in particolare un maschio, che potrebbe essere il "kuseri" tibetano, com’anche marionae:
“Gli esemplari descritti da Beebe, entrambi maschi, vennero collezionati nello Yunnan (Cina), ad una considerevole distanza dalle Mishmi Hills, ed il maschio inviatomi da quest'ultimo luogo differisce da loro in diversi particolari. In generale, i colori sono più profondi e vividi, il grigio è ovunque più scuro e il cremisi più ricco e ancora più esteso nelle parti inferiori. Le strie bianche sul dorso sono più strette e meno cospicue, mentre quelle sulle penne delle ali sono più larghe. Quest’ultime sembrano ancora più scure, mentre le secondarie, specialmente quelle più interne, presentano bordi meno larghi in color cuoio biancastro. Nel kuseri di Beebe, le penne interne sono molto screziate, mentre nel presente esemplare sono immacolate tranne che per le ampie strie bianche, mentre le screziature color cuoio sono generalmente più scure. Il bruno rossastro di I. c. cruentus in I. c. kuseri è sostituito da brunastro e, il petto è vermicolato da un instabile marrone e cuoio quasi un semplice color ruggine. L’ardesia di testa e nuca è molto più scuro, quasi nero, e il castano della fronte e lati del capo di un colore più ricco.
Nella pelle fresca le zampe del maschio sono di un vivido scarlatto con due corti speroni neri su ciascun tarso; becco brunastro quasi nero. Nella femmina le zampe sono marrone corno opaco, forse più color carne in vita; becco praticamente nero”.
La dimensione di entrambi i sessi (delle pelli da Mishmi Hills) sembra essere la stessa di I. c. cruentus.
Prime osservazioni di Edward Charles Stuart Baker del 1913, cioè circa un anno dopo la descrizione di William Beebe, e colui che più di tutti, a mio parere, fece conoscere questa specie alla comunità ornitologica internazionale. Reputo anche molto strano che Mayr, descrittore di Ithaginis c. marionae, ed altri colleghi, non abbiano minimamente tenuto in considerazione lo stupendo lavoro di Sturat Baker, con particolare riferimento all'illustrazione del 1916.
Da: XVII. ON A SMALL COLLECTION OF BIRDS FROM THE MISHMI HILLS, N. E. FRONTIER OF INDIA By E. C. Stuart Baker, F.Z.S ., F.L.S., M.B.O.U. 1913.
Ithagenes kuseri (Beebe).
No. 25380. Maschio, Upper Matun Valley, Mishmi Hills, 8000 ft, 28-iii-13.
Questo bellissimo fagiano sanguigno è stato recentemente descritto da Beebe da due pelli nel Museum d’Histoire Naturelle de Paris. Queste due pelli, entrambe di maschi, sono state ricevute da Tsekon 1*), Yunnan, e sono state raccolte da R. G. Soulie; una è ancora nel Museo di Parigi e la seconda è ora nella collezione del British Museum. Rispetto a quest'ultima pelle, l'esemplare presente è notevolmente più luminoso, il nero è più intenso, il cremisi sia del petto che di altre parti è più vivido e forse più esteso nell'addome, il verde è più ricco e il grigio del dorso è più profondo e più chiaro nella tinta. Tutte queste differenze, tuttavia, sono probabilmente dovute solo al fatto che la pelle attuale è fresca mentre le altre sono un po' sbiadite.
C'è, tuttavia, un'altra differenza che merita di essere notata, e riguarda le striature bianche sulle parti superiori. Nella pelle del Mishmi queste sono molto strette, poco più di strisce di gambo, mentre nelle pelli dello Yunnan le striature sono decisamente più larghe, in alcuni casi fino a 2 pollici. Un esame della serie di Ithaginis cruentus cruentus nel Museo mostra che gli individui di questa specie variano molto considerevolmente sotto questo aspetto, e non sono quindi in grado di supporre che questa caratteristica sia altro che individuale anche nel caso presente. Tuttavia, se in futuro si ottenessero più esemplari e scoprissimo che le striature sono costantemente strette come in questo uccello, ciò, combinato con la colorazione generale più intensa, sarebbe sufficiente a dividerlo subspecificamente da cruentus kuseri. È un fatto davvero notevole e interessante che la stessa specie, o sottospecie, possa essere trovata in aree così distanti tra loro come lo Yunnan e Mishmi Hills, ed è un grande fiore all'occhiello del capitano Kennedy garantire una rarità così grande. Egli scrive a proposito dell'esemplare come segue: "L'uccello è stato abbattuto nell'Upper Matun Valley, Mishmi Hills, a un'altitudine di 2450 metri, latitudine 29° 20' e longitudine 96° 20' (circa).
"In quella parte delle Mishmi Hills questa forma era presente in numero considerevole, e spesso si vedevano i loro escrementi o graffi quando cercavamo il takin.
"Non sono diffidenti e un bel po' di loro vennero uccisi dalle varie fazioni: costituivano un'aggiunta molto gradita alla dispensa, essendo buoni da mangiare. Credo che il capitano Bailey abbia inviato un paio di pelli di femmina alla Bombay Nat. Hist. Society.
"Non ricordo di averne visto le ad un'altitudine inferiore a 1950 metri, e penso che si possa dire che si trovino, in inverno, da circa 1800 metri, fino alla linea della neve, che, in queste colline, è ovviamente relativamente bassa.
"Il takin, i monal di Slater (Lophophorus sclateri) ed i tragopani mostrano un raggio d'azione simile, anche se forse i monal e tragopani rimangono un po' più bassi. Le colline in cui si trovano sono dominate da foreste, in gran parte, anche se non interamente, composte da abeti e pini con sottobosco di rododendri. In alcuni punti la foresta cede il passo a pendii erbosi, e su questi pendii i fagiani insanguinati si recano per nutrirsi, mattina e sera; ed è allora che si possono facilmente cacciare. Formano grandi stormi fino a 30-40 individui. Quando sono spaventati scappano nel fitto della boscaglia. Se spaventati si alzano in volo e possono anche attraversare i ruscelli, tuttavia, solitamente preferiscono non farlo e devono essere abbattuti a terra.
“Il loro richiamo è lo stesso del comune fagiano insanguinato che vive nella valle di Chumbi.”
Riflessioni e commenti personali: per ora, dalle osservazioni/descrizioni sia del capitano Bailey che di Baker traspare la fisionomia piuttosto incerta di una forma che potrebbe sì, essere il vero Ithaginis c kuseri, o meglio, la forma tibetana, com'anche Ithaginis c. marionae o una variante del primo, come vedremo in seguito. Purtroppo entrambi, cioè Bailey e Baker, si sono concentrati soprattutto sui cromatismi dorsali, importanti sicuramente, però al fine di differenziare gli esemplari da loro esaminati, dalle pelli descritte da Beebe, ma che risultano di poco aiuto per determinare, con una certa sicurezza, a quale sottospecie appartenessero.
1*) Non è esatto in quanto Tsekon o Tsekou era, ed è, indicato sull'etichetta del maschio definito giovane. Mentre su quella della pelle servita per la descrizione era, ed è, riportato solo Yunnan, senza ulteriori precisazioni di località.
Un breve estrapolato delle osservazioni relative agli Ithaginis, e kuseri in questo caso, pubblicate in: THE GAME BIRDS OF INDIA, BURMA AND CEYLON del 1915 - V. Note on the Genus Ithagenes. By E. C. Stuart Baker, M.B.O.U.:
"..In Ithaginis cruentus troviamo la fronte, sopracciglio, redini e una linea sotto l'occhio neri. In Ithaginis kuseri e tibetanus la fronte è cremisi, e in entrambi anche redini e sopracciglio sono di questo colore, ma in Ithaginis kuseri gli ultimi due sono in una certa misura mischiati al nero. Questo è un punto fortemente contrario alla teoria secondo cui queste forme sono sottospecie, in quanto Ithagins kuseri e Ithaginis cruentus sono i più distanti geograficamente, e quindi ci si aspetterebbe di trovare sopracciglio e redini intermedi in Ithaginis tibetanus, che occupa un'area geografica transitoria tra le altre due forme. Tutte e tre le specie mostrano una certa quantità di macchie nere sulle piume del collo anteriore e posteriormente alle copritrici auricolari e lati del collo; ma negli esemplari tipici Ithaginis kuseri questo nero forma una gorgiera quasi perfetta attorno al cremisi della gola, che si estende attraverso e dietro le copritrici auricolari fino alla cresta grigia. Qui, di nuovo, la forma che dovrebbe essere intermedia, Ithaginis tibetanus, presenta la minor quantità di nero, anzi praticamente niente.."
Illustrazione, con un "kuseri" piuttosto fuorviante, pubblicata in: “THE IBIS” VOL. III. 1915.
V. — Note on the Genus Ithagenes. By E. C. Stuart Baker, M.B.O.U. - (Plate III.)

"..In haginis kuseri l'intero petto è praticamente cremisi, con le striature verde chiaro al centro delle penne molto strette e non spatolate come in Ithaginis cruentus. Inoltre, non vi è alcuno spazio chiaro tra la gola e il petto, l'unica interruzione è la gorgiera nera, che in alcuni casi è mescolata al cremisi.."
"..Negli esemplari tipici (definiti perfetti da Baker) di Ithaginis kuseri questo nero forma una gorgiera quasi perfetta attorno al cremisi della gola, estendendosi attraverso e dietro le copritrici auricolari fino alla cresta grigia..
"..Ithaginis kuseri, originariamente ottenuto sul fiume Mekong nel nord-ovest dello Yunnan, è oggi noto per estendersi dalle colline Mishmi e Abor a est del Dihong Round attraverso le catene montuose più elevate della Birmania e dello Yunnan fino al nord degli stati Shan settentrionali.
Riflessioni e commenti personali: nel 1914-15 Stuart Baker, seppur attraverso brevi note, descrive piuttosto esaustivamente il fenotipo della forma che vive nelle aree indiane attribuendola al kuseri di Beebe nonostante, prescindendo dal testo, l'illustrazione resta inspiegabile e fuorviante. Incomprensibile anche il perchè un autore attento come Baker non si sia, apparentemente, accorto delle difformità tra l’olotipo, oppure la perfetta raffigurazione della forma descritta e nominata da Beebe come kuseri, ed i suoi esemplari “indiani". Sottolineo questo passaggio: "In Ithaginis kuseri e tibetanus la fronte è cremisi, e in entrambi anche redini e sopracciglio sono di questo colore, ma in Ithaginis kuseri gli ultimi due sono in una certa misura mischiati al nero", dato che lo riprenderò nei commenti riguardati la successiva ed esaustiva descrizione, sempre dello stesso autore, del 1916.
Come ben si evince nella rappresentazione il kuseri (Baker) raffigurato mostra il sopracciglio pressoché solo nero, qualche piuma grigiastra delle coperture auricolari e la pelle nuda che circonda le aperture oculari con una strana colorazione carniccio, anziché gialla o giallastro aranciato. Per contro, nella successiva rappresentazione, cioè del 1916 (visibile nella parte dedicata all’Ithaginis marionae), sopracciglio e redini sono interamente rossi, mentre la pelle nuda che circonda le aperture oculari è arancione. Il perché di queste strane colorazioni, quando nelle descrizioni vengono indicate correttamente, non è spiegabile.
Sotto proposta l'accurata descrizione, e note, di Stuart Baker del 1916:
Testo tratto da: Journal of the Bombay Natural History Society.
June 1916. Vol. XXIV n° 3.
Consesting of Five Parts and containing Six Coloured Plates, Twenty-nine Lithographed Plates, Diagrams and Maps and Thirty-four Blocks from 1915-1916-1917.
THE GAME BIRDS OF INDIA, BURMA AND CEYLON, BY Stuart Baker, F.L.S., F.Z.S., M.B.0.U. PART XX - With Colowred Plate. PHASIANIDAE. Genus—ITHAGENES.
Ithaginis kuseri........— Beebe, Zoologica, I., No. 10, p. 190 (1912); N. W. Yunnan; F. M. Bailey, Journal B. N. H. S., XXIV., p. 76. Ithagenes kuseri......— Stuart Baker, Bull. B. O. C., XXXV., p. 18 (1914); Id, ibid (1915), p. 122. Ithagenes cruentus.— Oustalet Bull. Mus. Paris, p. 185 (1896) Yunnan; Ingram, Nov. Zoo., XIX., p. 270 (1912) Yunnan. Nomi vernacolari.....— Seri (Tibetan) ; Chiku (Mishmi) ; Seto (Kkong-Mo).

Maschio adulto.— Fronte, ampia striscia sopracciliare, mento, guance e copritrici auricolari anteriori cremisi; piume del sopraccigliare con apici più o meno neri; redini generalmente nere, quasi interamente di quest’ultimo colore oppure mescolate con cremisi. Occipite giallo ocra 1*) che cambia in grigio ardesia scuro sul sincipite e nuca (riferiti alla cresta); le piume più o meno centrate più chiare; lati della testa che includono piume semi-erettili nere accanto al cremisi, il nero che si estende attraverso le copritrici auricolari posteriori alla gorgiera che circoscrive il cremisi della gola. Petto in vivido rosa cremisi o cremisi, le piume con strette striature centrali giallo-verdastre, che aumentano di larghezza sui fianchi posteriori e sul petto inferiore fino a quando il cremisi praticamente scompare; anche qui il verde si intensifica nella tinta e alcune delle piume hanno bordi neri verdastri scuri; il centro dell'addome, il ventre, le cosce e i fianchi sopra il verde grigio opaco; le cosce e l'addome più o meno punteggiati di fulvo nerastro; sotto le copritrici della coda cremisi con macchie terminali di colore giallo verdastro.
Parti superiori: nuca grigia con numerose linee più sottili di bianco giallastro, che aumentano di larghezza sui lati del collo, facendolo sembrare una macchia quasi completamente bianca, tutte le restanti parti superiori sono grigie, con linee bianche del fusto, queste più larghe sulla groppa, sulle copritrici superiori della coda e sulle secondarie più interne, e con il bianco strettamente bordato di nero; le copritrici superiori della coda più lunghe sono bordate di cremisi; la coda grigio-marrone è bordata di grigio più chiaro e puro e, ad eccezione di una o due delle coppie più esterne, è ampiamente bordata di cremisi su tutte le penne tranne quella terminale.
Ithaginis c. kuseri (tibetano) - Foto da: www.ebird.org Autore: Su Li (località indicata: Highway 318, Nyingchi , Autonomous Region Xizang, meglio conosciuto come Tibet 30-01-2022 Cina )
Le penne delle ali sono marrone scuro bordate di biancastro su tutte tranne le prime tre primarie, le copritrici maggiori sono verde erba con striature centrali chiare, le altre copritrici sono sul dorso.
I colori delle parti molli: iride gialla o marrone chiaro; spazio nudo attorno agli occhi giallo, tendente all'arancione dietro l'occhio: becco nero con narici e cera scarlatte; zampe scarlatte, artigli marrone scuro corneo; speroni come quelli del maschio, con la punta nera o completamente neri.
Femmina adulta.—Differisce dalla femmina di I. cruentus per essere molto più scura in tutto il corpo. Il rossiccio di I. cruentus è sostituito dal marrone in I. kuseri, e il petto è vermicolato di marrone e camoscio, invece di essere quasi semplicemente rossiccio ruggine come in quell'uccello.
Il colore ardesia della testa e della nuca è molto più scuro, quasi nero, e il castagno della fronte e dei lati della testa sembra essere piuttosto più ricco di tinta.
Colori delle parti molli.—Non sono ancora stati registrati, ma a giudicare dalla pelle, le zampe sembrano essere state di un marrone chiaro, probabilmente tinto di color carne in vita. La cera e la pelle orbitale sono state evidentemente rosso-arancio e il becco praticamente nero.
Ithaginis c. kuseri (tibetano) - Foto da: www.cnbird.org.cn Autore: Niaolin Whispering (località indicata: contea di Linzhi o Nyingchi , regione autonoma di Xizang, meglio conosciuto come Tibet 30-03-2022 Cina )

Misure.— La femmina è più piccola del maschio; l'ala varia da 183,9 mm., a 190,1 mm., con le altre misure in proporzione corrispondente.
Distribuzione.— Originariamente ottenuto nelle colline dello Yunnan sul fiume Mekong, ora si sappiamo che si estende dalle colline Mishmi e Abor a nord e ad est del fiume Dihong o Brahmaputra nelle catene montuose più elevate della Birmania (Myanmar), dello Yunnan e nord degli stati Shan (Myanmar).
Nidificazione.— L'unica descrizione relativa alla nidificazione di questa forma è contenuta in una lettera scrittami dal capitano F. M. Bailey, come segue: —
"..Ti mando due uova di fagiano sanguigno, che sono state raccolte da Morshead che ha scoperto il nido sulle colline Mishmi a circa 3650 metri di altitudine all'inizio di maggio. Conteneva tre uova fresche poste direttamente al suolo sotto una striscia di bambù, il terreno circostante era coperto di neve.."
Le due che mi sono state inviate sembrano normali uova di Lagopus e difficilmente si potevano distinguere da alcune di quest'ultima specie.
Colore di fondo arancione pallido o camoscio rosato abbondantemente ricoperte su tutta la loro superficie da punti e piccole macchie irregolari di un intenso marrone terra di Siena, in entrambe le uova le macchie sono un poco più numerose attorno al centro degli ego che altrove.
Il guscio è molto robusto con una consistenza compatta e soda caratterizzato da lucentezza distinta. Nella forma le uova sono ovali regolari, cioè con i poli pressoché uguali.
Per quanto riguarda le abitudini del fagiano insanguinato dello Yunnan, queste sembrano non differire in alcun modo da quelle dell'uccello nepalese.
Sono stati visti di recente frequentemente da vari membri dei diversi sondaggi delle colline Mishmi e Abor, e tutti concordano sul fatto che gli uccelli sono notevoli principalmente per la loro impavidità e letargia.
Il capitano Bailey mi scrive:
«"..Sono straordinariamente comuni in alcune parti del paese che abbiamo visitato, si mantengono vicino alla linea delle nevi muovendosi, apparentemente, in verticale tra 2400 e 3650 o 4250 metri sul livello del mare, mentre la neve aumenta o si ritira con le stagioni fredde e calde. Si trovano spesso ben al di sopra della linea delle nevi e frequentemente anche dove la coltre nevosa è piuttosto alta..". "..Si muovono in stormi composti da dieci a venti individui. Volano con molta riluttanza, e quando sono costretti a farlo, si riposizionano quasi immediatamente scappando di velocemente di pedina..".
“..Ho convissuto con questi fagiani per un certo periodo e ho constatato che la carne è buona, ma le cosce molto dure; ho degli appunti da qualche parte sul contenuto del loro gozzo, che ti manderò se riesco a trovarli..".
“..Il loro richiamo è lo stesso degli altri congenere, come quello di Ithaginis geoffroyi, che conosco meglio, una specie di fischio, difficile da descrivere..".
“« Li ho trovati nella valle superiore di Dihong e anche a Po Me, almeno, penso che l'uccello in quest'ultimo posto sia lo stesso, anche se in realtà non ho catturato nessun esemplare in queste località.
“..Mai visti allo scoperto, ma sempre in aree forestali piuttosto fitte..”
Nel diario della Società, il capitano Bailey aggiunge a questi appunti alcune informazioni aggiuntive come segue:— "Molto comune e confidente nell'Upper Dibang Valley. Comune anche nel Po Me. Vive ad altitudini più elevate del Lophophorus e Tragopan, ed è stato spesso osservato in aree coperte dalla neve, ma sempre all'interno di foreste prediligendo quelle con fitto sottobosco. Si raduna in stormi di dieci o venti. Non vola facilmente.
"Alcuni fagiani sanguinari, probabilmente di questa specie, sono stati visti sulle colline sulla riva destra del Tsangpo sotto Pemakochung a circa 3350 metri di altitudine. Ci riferirono che i fagiani insanguinati si trovavano nella valle di Tsari, e sono stati visti anche sul Péshing Poshingla La a Ményul, probabilmente Ithaginis tibetanus, descritto dal Sig. Stuart Baker da un esemplare ottenuto dal Capitano Molesworth (Bull. of the B.O.C., vol. XXXV., p. 18). I Mishmis intrappolano i fagiani nel loro territorio e anche le pernici di collina ( Arborophila torqueola) nel modo seguente: — Nella foresta, solitamente ai piedi di una collina, approntano una leggera recinzione costituita da ramoscelli alti circa 50 cm., nella quale vengono realizzati dei cancelletti mantenuti aperti quanto basta per far entrare un esemplare, ed in queste aperture è posizionato un cappio fatto di radici sottili fissato ad un bambù elastico piegato. Quando sono alla ricerca di cibo inevitabilmente vagano verso la recinzione senza volare o saltarla, ma la seguono finché non raggiungono uno dei cancelli, e solitamente il primo uccello che passa viene catturato.'
Un altro autore mi disse che - "generalmente li ha trovati alla ricerca di cibo nella foresta di bambù non lontano dalle nevi perenni, ma occasionalmente, specialmente al mattino presto e tarda sera, sul pendio aperto accanto ai bambù. Sulla neve erano molto evidenti, le femmine si presentavano come macchie marroni, mentre i maschi sembravano piccoli ciuffi di vegetazione dai quali spuntavano fiori cremisi. Non si muovevano finché non venivano colpiti, e anche allora spesso si rimettevano quasi a portata di tiro. A volte li trovavamo in stormi di circa quaranta, o anche di più numerosi, nonostante, di norma, si trovano in gruppetti con circa una dozzina di soggetti.
"Quelli abbattuti si stavano nutrendo con semi e altra materia vegetale mescolata a insetti".
Commento personale: contrariamente a quello del 1915, in questo più che esaustivo lavoro Stuart Baker descrive tutte le parti necessarie ad identificare la specie e diversificarla, senza dubbio, dall'Ithaginis kuseri di Beebe, ciò nonostante, anche in questo caso l'illustrazione (inclusa nella parte dedicata all'Ithaginis c. marionae) sia in alcuni particolari si mostra difforme dal testo descrittivo. Sopracciglia e redini interamente rosse; pelle nuda che circonda le aperture oculari arancione e collare sulla parte posteriore e lati del collo non particolarmente ampio e definito, cioè come nel kuseri di Beebe, induce inevitabilmente a chiedersi quale forma, dell’Arunachal Pradesh, descrisse effettivamente Baker.
Più simile all’Ithaginis c. holoptilus, quindi riconducibile all’allora sconosciuto Ithaginis c. marionae, oppure affine alla popolazione tibetana ? Il perché di queste strane rappresentazioni, quando la descrizione del 1916 risulta del tutto conforme alla specie in oggetto, è inspiegabile. Considerato anche che prima della pubblicazione venne sicuramente esaminata e avvallata dallo stesso autore. 1*) Il giallo ocra sull'occipite è presumibilmente riferito all'occipite-frontale dato che la colorazione indicata si evince alla base della cresta ed appena sopra la fronte cremisi, quindi indicativamente tra il frontale e parietale. Per il resto, come già sopra citato, la descrizione molto accurata mette in evidenza la variabilità di questa specie con alcuni individui che mostrano le stesse caratteristiche che dovrebbero contraddistinguere Ithaginis c. marionae, ad eccezione del collare bianco sulla parte posteriore e lati del collo che in questi soggetti, anche i meno pigmentati, si mostra costantemente ampio e molto definito suggerendo la non praticabilità della sinonimia e che la popolazione tibetana, e probabilmente anche quella indiana, siano tuttora innominate.
Tuttavia, come già precedentemente citato, sembra, che neppure Sturat Baker si fosse accorto, oppure non abbia dato peso, delle anomalie facilmente riscontrabili nell'illustrazione pubblicata sulla Monografia di Beebe del 1918, se comparate alle sue informazioni, descrizione e raffigurazione.
- Alla fine della disamina letteraria/descrittiva dedicata a questa forma ritengo sia utile proporre due brevissimi sunti del lavoro di altrettanti conosciuti autori del passato che includono, soprattutto, dati tecnici e località di raccolta dei campioni dai quali si evince la necessità di dare un ordine sia specifico che letterario alle forme alberganti nelle citate aree, così come nelle province e/o paesi che ne comprendono le gamme. I due estrapolati riguardano Ithaginis kuseri e rocki, quest’ultimo inserito nella parte dedicata alla sottospecie e marginalmente Ithaginis clarkei. Oltre a brevissime note descrittive di Delacour.
Primo estrapolato da: NOVITATES Z00L0GICAE Vol. XXXIII. -
EDITED BY LORD ROTHSCHILD, ERNST HARTERT, and EARL JORDAN. CONTENTS OF NO. Ill
DECEMBER 1926. No. 3.
ON THE AVIFAUNA OF YUNNAN, WITH CRITICAL NOTES.
By LORD ROTHSCHILD, F.R.S.
Ithaginis cruentus kuseri Beebe.
Ithaginis kuseri Beebe, Zoologica, i, p. 190 (1012) (Yunnan).
L'esemplare tipo di questa eccellente sottospecie è quello registrato da Oustalet come Ithaginis c. cruentus nel suo elenco di uccelli del Principe H. d'Orléans. Anche il frammento di pelle di Beebe proveniva dallo Yunnan, e al British Museum si trovano esemplari dello Yunnan. Infine, al Museo di Parigi si trova un giovane soggetto appartenete a questa specie raccolto da M. R. P. Soulie a Tsekou, Yunnan, nel 1897. Gli esemplari del British Museum sopra menzionati sono 1 maschio di Tengyueh, E. B. Howell; e 1 maschio ad. Tsekou, Yunnan, R. P. Soulie (ex Museo di Parigi).
Nell'ultima collezione procurata da Forrest nel 1925 si trovano 7 esemplari di questa forma, 3 maschi, 4 femmine, tutti provenienti dalla catena montuosa Shweli-Salwin Divide a 3660 metri di altitudine, boschetti di bambù e prati alpini, agosto 1925. Pelle che circonda le aperture oculari in intenso rosso arancio; becco marrone scuro; zampe e piedi cremisi brillante, artigli marroni; iride cremisi. Mentre l'intera serie di 48 esemplari di Ithaginis geoffroyi clarkei i è stata raccolta sulla catena montuosa Lichiang.
Secondo estrapolato da: THE JOURNAL OF THE BOMBAY NATURAL HISTORY SOCIETY - VOL. XXXVII
EDITED BY SIR REGINALD SPENCE, kt., M.L.C., J.P., S. H. PRATER, C.M.Z.S., M.L.C., J.P. & C. MCCANN, F.L.S.
Dates of Publication
Part I. (Pages 1 to 244 ) .....15th April…....1934. Part. ll. (Pag… 245 to 512) ... 15th August...1934.
ON THE BIRDS OF THE ADUNG VALLEY, NORTH-EAST BURM 1930
BY N. B: KINNEAR. [Assistant Keeper, British Musewm (Natural History)]
Ithaginis cruentus kuseri Fagiano insanguinato dello Yunnan.
Raccolte: 74 femmine il 3 marzo 1930, Valle di Adung: 28-1107 N97 40° H, 2440 metri; 126 maschi il 20 aprile, 142 maschi, 145 femmine il 10 luglio, Valle di Adung 28°45’ N., 97°45’ E., 3660 metri.
In “Fauna”, viene affermato che questo fagiano insanguinato viva nella provincia cinese dello Yunnan nel Shweli Salwin Divide; estendendosi a ovest fino alle colline Mishmi e Abor a nord ed ad est dei fiumi Dihong e Brahmapootra. Nel British Museum sono collezionati i seguenti esemplari: maschio Tsekou, Yunnan 1* (P. R. Soulce); Tenguyeh (attuale contea di Tengchong), Yunnan (EK. B. Howell); femmina (ottenuti anche 2 maschi) vicino alle colline Htawgaw (nord Myanmar), tra le colline Kachin e lo Yunnan, clima freddo 1914 (F. C. Lowis) 4 maschi, 1 femmina Hipmau, distretto di Myitkyina (Stato del Kachin, nord Myanmar), ottobre 1925 (ovest); 2 maschi, 1 femmina Valle di Seinghku 3050 metri, 98°8' N., 97°24' H., maggio, giugno e ottobre 1926 (F. Kingdon Ward); 6 maschi, 1 femmina, Tsu R., Mishmi Hills e Sumdo, Tibet meridionale (F. M. Bailey).
Due maschi di Ithaginis c. clarkei raccolti da Forrest sulla catena montuosa del Lichiang si avvicinano a Ithaginis c. kuseri e presentano gola e petto color camoscio, intervallati da numerose piume rosse. Ritengo sia corretto seguire Lord Rothschild nel considerare tutte le forme di fagiani insanguinati come sottospecie di Ithaginis cruentus (Hardwick) del Nepal.
1* Come Toponimo, sembrerebbe che Tseku o Tsekou coincida all’attuale Cigu, nei pressi di Cizhong (contea di Deqin, prefettura autonoma tibetana di Diqing, provincia dello Yunnan) un piccolo villaggio che sorge sulla riva destra del fiume Mekong, non lontano dal confine con la provincia del Tibet, incastonato nella regione dei "Tre Fiumi Paralleli". Per contro, latitudine 28° nord e longitudine circa 99° menzionati da Beebe corrispondono al, comunque, vicino Yanmen ubicato nella parte meridionale della contea di Deqin, prefettura autonoma tibetana di Diqing, provincia dello Yunnan. Nonché confinante con la Baima Snow Mountain National Nature Reserve ad est, Badixiang nella contea di Weixi a sud, Pudang e Bingzhongluo nella prefettura autonoma di Nujiang Lisu ad ovest e con il comune di Yunling a nord. Il punto più alto è il monte Guolai con una altitudine di 5030,5 metri, quello più basso lungo il fiume Lancang a 1840 metri.
Tskou, nonostante il comprendere questa località nella distribuzione della forma in oggetto si sia dimostrata corretto, è stata da Beebe, apparentemente, del tutto presunta in quanto riportata sulla targhetta identificativa del secondo maschio giovane. Difficile attualmente definire le varie gamme, servirebbero nuovi ed approfonditi studi sul campo che dessero significato alle attuali informazioni spesso in forte contraddizione a quanto definito in passato. Tuttavia, da quello che "raccontano" le immagini sembrerebbe che, costantemente, o solo occasionalmente, le sottospecie interagiscano tra loro in alcuni, o più punti, dando origine a forme ibride. James C. Greenway Jr., in: "Bulletin of Museum of Comaparative Zoology at Harward College, in Cambridge Mass. USA Vol. LXXIV del febbraio 1933" menziona Rothschild che cita questa località come area di Ithaginis c. holoptilus. Entrambi, non si resero conto che stavano argomentando la stessa forma descritta da Beebe nel 1912 come Ithaginis kuseri. Ciò può essere spiegato, ma non scusato, soprattutto per quel che riguarda Greenway, dal fatto che l'autore abbia con tutta probabilità esaminato una delle variazioni mostrate da questa specie.
Considerazioni personali.- Nel primo estrapolato, innanzitutto, ed al solo titolo di cronaca, parrebbe evincersi che la pelle olotipo descritta da Beebe ed alla quale attribuì il nome Ithaginis kuseri, era stata precedentemente registrata da Oustalet come Ithaginis c. cruentus nel suo elenco di uccelli del principe H. d'Orleans, e che nel 1926 al British Museum si trovavano solo due pelli attribuite al Kuseri di Beebe, una della quali era, oppure è, dato che dovrebbe essere ancora presente nella collezione, la seconda pelle esaminata dall’autore sopra citato e considerata appartenente ad un esemplare giovane.
Altra intrigante nota riguarda la pelle nuda attorno alle aperture oculari che Rothschild cita come un intenso rosso arancio, quando in kuseri, o meglio, la forma tibetana/indiana, marionae e non di rado anche in holoptilus, si presenta giallo intenso o giallo aranciato, inconsapevolmente confermando quanto stabilito in questo studio, cioè che Beebe esaminò e distinse specificatamente la forma successivamente descritta da Greenway (1933) alla quale attribuì l'appellativo holoptilus. Quindi, come già argomentato, sembra palese che per questioni di priorità holoptilus dovrebbe assumere l’epiteto kuseri ed il titolo di descrittore attribuito a Beebe.
Il secondo elenca, soprattutto, alcune, località di raccolta dei campioni, dalle quali si evince che in realtà con l’appellativo "kuseri" potrebbero essere state classificate almeno tre, se non 4, forme: Ithaginis c. holoptilus, marionae, kuseri tibetano/indiano e ibridi. Si potrebbe disquisire sostenendo che holoptilus venne descritto nel 1933 mentre marionae nel 1941, quindi sconosciuti sino a queste date. Tuttavia, innanzitutto, sarebbe lecito chiedersi il perché nessun autore ritenne di approfondire la natura delle differenze fenotipiche che senza dubbio riscontrarono, e nel contempo considerare la possibilità di variazioni e/o presenza di ibridi in un’area relativamente ristretta nella quale, come era noto, albergavano più specie. Beebe sarebbe stato indotto a porsi qualche domanda, Greenway non avrebbe descritto holoptilus e Mayr approfondito ulteriormente il tema prima di riconoscere specificatamente marionae. Inoltre, nonostante l’elenco riporti date antecedenti a quelle sopra citate, la raccolta di campioni nella Adung Valley (Stato del Kachin, nord Myanmar) da parte di N. B: Kinnear avvenne nel 1930, ma la pubblicazione, sopra estrapolata, è del 1934, quindi un anno dopo il riconoscimento sottospecifico di Ithaginis holoptilus.
Per cui, se dovessimo accettare a prescindere ed incondizionatamente queste informazioni, dovremmo considerare, essendo la specie di riferimento il kuseri di Beebe, cioè a tutti gli effetti Ithaginis holoptilus, che gli esemplari di Kinnear appartenessero a quest’ultimo.
Tuttavia, come già sopra citato, nel gran numero di esemplari raccolti dovevano essere incluse almeno 3-4 specie: Ithaginis c. holoptilus, marionae, kuseri tibetano e/o sue varianti e forme ibride menzionate anche da Humayum Abdulali (esemplare n° 13396 di Htawgaw Nord Myanmar) in "Journal of the Bombay Natural History Society Vol. 66 – N°1 – Aprile 1969".
Brevissime, quanto scarne note di Delacour riguardanti questa forma:
Il maschio è simile al conspecifico Ithaginis c. tibetanus, ma ne differisce nei colori rosso e nero ancora più estesi; fronte, gola e petto rosso cremisi quasi puro; sopracciglio, copritrici auricolari, lati della testa e del collo completamente neri 1*) con una larga fascia, sempre, nera, tra il rosso della gola e del petto.
1*) Note di non facile interpretazione, scheletriche e poco identificative, quasi, fossero estrapolate dai lavori di colleghi. Inoltre viene menzionato il sopracciglio completamente nero, non suggerito da altri autori, perlomeno quelli da me citati. Ad eccezione della prima descrizione di Stuart Baker del 1915, nel quale l’autore, stranamente indica il sopracciglio nero visibile anche nell’emblematica illustrazione in seguito corretta, con il testo, nel lavoro che lo stesso autore pubblica nel 1916. Descrizioni, ed entrambe le illustrazioni, inclusi in questa disamina.
Come più volte precisato sulle pagine di questo sito, fotograficamente, a causa di un effetto ottico il rosso e nero caratterizzanti alcune parti si fondono facendo sembrare le aree interessate come solo nere o nerastre, ma è mera illusione. Ciò accade, soprattutto, quando il sopracciglio e/o redini, ad esempio, sono originariamente rosse più o meno spruzzate di nero. Determinanti anche le condizioni di luce che possono inficiare la reale colorazione facendo apparire nera la fronte rossa. Ovviamene, per escludere questa sgradita conseguenza risulta fondamentale la bravura del fotografo. Tuttavia, tra le molte immagini viste, solo alcune, pochissime per la verità, sembrano, e sottolineo il sembrano, mostrare il sopracciglio completamente nero e mancanza del cannella aranciato alla base della cresta. Quindi, se così fosse, occasionale forse, ma certamente non comune, perlomeno non al punto da essere designati come caratteri tipo.
Seconda parte in sintesi: con foto, interamente, o quasi, dedicata alla forma tibetana erroneamente definita Ithaginis c. kuseri.
Ithaginis cruentus kuseri
- Il “kuseri”, o meglio, soprattutto la forma tibetana che conosciamo oggi, corrisponde alla sottospecie di Ithaginis ritenuta più bella e colorata, con caratteristiche particolarmente distintive riguardanti soprattutto la fronte cremisi; base della cresta, il più delle volte, fulvo ocraceo; bande sopraorbitali con apici più o meno neri; redini generalmente nere, quasi interamente di quest’ultimo colore oppure mescolate con cremisi; parte posteriore del collo sulla quale spicca un ampio ed evidente “collare” bianco quasi puro; più o meno ampia gorgiera nera, che tuttavia può presentarsi appena accennata o quasi del tutto assente; petto in un più o meno esteso rosso cremisi; pelle nuda che circonda l'apertura oculare gialla o giallastro aranciato. Quindi tutte particolarità facilmente riscontrabili anche attraverso le immagini.
Ernst Walter Mayr descrive Ithaginis c. marionae con banda sopraccigliare rossa o macchiata di nero; ciuffi auricolari neri, aggiungendo un particolare importante: "Quest’ultima caratteristica e la notevole quantità di rosso nel piumaggio, distingue marionae da tutti conspecifici”. Incredibile, che Mayr nel 1941, cioè quanto tutti gli Ithaginis erano già noti, non conoscesse le specie comprese in questo genere, com’è presumibilmente impossibile che gli siano sfuggite descrizioni e osservazioni di Baker relative alla forma indiana impropriamente riconosciuta dallo stesso come Ithagenes kuseri di Beebe, così come quelle di altri autori, ma il perchè non tenne nella giusta considerazione le informazioni che anche allora erano facilmente raggiungibili è un mistero che, tuttavia, portò al riconoscimento specifico molto dubbio di marionae. Ancora più strano che altri autori, compresi i più famosi, sia esplicitamente quanto tacitamente, ne avvallarono lo status.
Mappa con, indicativamente, circoscritte le aree delle sottospecie prese in oggetto nella presente disamina.
Nonostante la mappa sotto esposta debba essere intesa come indicativa, in base alle mie informazioni attuali, supportate da un buon numero di immagini, non dovrebbe discostarsi molto dalla realtà. Relativamente all'Ithaginis c. holoptilus, ad oggi non è dato sapere quanto a sud ovest dello Yunnan si spinga. Incerta l’area compresa nel tratto del Shweli-Salween (vedere mappa nella parte dedicata all'Ithaginis c. marionae) nello Yunnan sud occidentale dove Geoge Forrest il 01-08-1925 ad una altitudine di 3657 metri collezionò due maschi e tre femmine che classificò come Ithaginis c. kuseri. Tuttavia, se l’autore per riconoscere e classificare gli esemplari collezionati si basò sulla descrizione e illustrazione del kuseri di Beebe, è palese che in realtà si trattasse di Ithaginis c. holoptilus. Non per ultima l’ipotesi Ithaginis c. marionae che, comunque, nello Yunnan potrebbe rappresentare solo una variante occasionale di Ithaginis c. holoptilus in quanto l'unica vera differenza tra le due forme riguarda le copritrici auricolari nere nel primo, più o meno grigiastre in quest'ultimo. Tutte le altre presunte difformità parrebbero più letterarie che reali. Quindi, pur non avendo certezze in riguardo agli esemplari procurati da Forrest, l’area viene comunque assegnata all’Ithaginis c. holoptilus, ma con tutti i distinguo del caso. Per contro, dalla descrizione l'esemplare N° 13396 di Htawgaw dell'alta Birmania (Myanmar) è senza dubbio ascrivibile ad una delle varianti ibride riconosciute come Ithaginis c. rocki 1*).
A - In Verde circoscritta l'area attribuita all'Ithaginis c. kuseri (tibetano/indiano) comprendente tutte le località indicate dai fotografi che per la gran parte si trovano nella prefettura di Linzhi o Nyingchi nella provincia cinese del Tibet o Xizang. Di circa un centinaio di foto, probabilmente alcune con gli stessi soggetti, solo due sono state scattate nella contea di Dêngqên, prefettura di Qamdo 2*), a nord-nord est della precedente, i cui confini settentrionali si uniscono a quelli sud orientali della provincia cinese del Qinghai con la contea di Nangqên o Nangchen amministrata dalla prefettura autonoma tibetana di Yushu dove si trova una popolazione di Ithaginis c. geoffroyi.
Purtroppo solo il 20%, forse anche meno, dei fotografi ha ritenuto di dover precisare la località degli scatti fotografici, mentre nella maggior parte dei casi si limitano ad indicare la prefettura di Linzhi o Nyingchi in generale. Quindi, la provincia del Tibet, ed è già molto, considerato che senza dubbio costituisce, l’attuale, epicentro della gamma di questa forma. Per contro con le, seppur non molte, precise indicazioni è possibile cercare di presumere, per quanto solo a grandi linee, una distribuzione generale. Ed è ciò che delinea l’area in verde sulla mappa comprendente, oltre alla Dibang Valley, nell’Arunachal Pradesch, che confina con le contee tibetane di Medong o Motuo e Milin o Mainling, anche il distretto di Shi Yomi (nord Arunachal Pradesch) confinante con i limiti sud occidentali della contea tibetana di Milin, come alcune immagini scattate da foto trappole suggeriscono.
Località della prefettura indicate dai fotografi. Per non creare confusione, salvo in un caso, vengono indicate solo le contee. Quindi, in realtà, le località, riferite a distretti, montagne ecc., sarebbero più di quelle elencate.. Contea di Medong con alcuni distretti e la National Nature Reserve of Yarlung Tsangpo Grand Canyon 3*), compresa in 4 contee, e alcuni distretti interessati, sono sicuramente quelle con più scatti fotografici. Seguite dal Sejila Forest Park nel distretto di Bayi, la contea di Bomè o Bomi, la contea di Milin o Mainling ed a nord la contea di Dêngqên, prefettura di Qamdo, l'unica, oltre a quella di Linzhi o Nyingchi, perlomeno da quanto risulta ad oggi, dove sono state scattate foto di Ithaginis c. kuseri nella provincia del Tibet.
B - In Giallo delimitata l'area attribuita all'Ithaginis c. holoptilus, nella provincia dello Yunnan e nord Myanmar, che comprende tutte le località indicate dai fotografi così come la probabile sovrapposizione delle gamme di di Ithaginis c. rocki e clarkei reputandoli entrambi, in particolare quest'ultimo, degli ibridi tra Ithaginis c. geoffroyi e holoptilus. Argomentazioni in tal senso consultabili nelle parti dedicate alle rispettive forme.
C - In Arancione l'area stabilita per l'Ithaginis c. geoffroyi seppur non espressamente implicato nello studio in questione in quanto la sua posizione sottospecifica non presenta contraddizioni. Lo diventa invece come più che probabile forma coinvolta negli incroci che verranno argomentati nella presente disamina, nonché per suggerire che la sua distribuzione è ben più ampia di quanto menzionato nella letteratura comprendendo le province cinesi del Sichuan occidentale, estremo est e sud-est del Qinghai, Tibet orientale, quasi a lambire le aree in cui vive il kuseri tibetano e Yunnan perlomeno sino alle Jiaozi Snow Mountain, il cui picco principale si eleva al confine tra il distretto di Dongchuan e la contea di Luquan, prefettura Kunming, ed ancora più ad ovest a raggiungere il WuliangShan 4*) che, perlomeno ad oggi, da quanto in mia conoscenza, ne segna l'estremo confine sud occidentale. Non è escluso, anzi appare come piuttosto verosimile, che si possa estendere anche più a sud rispetto alle citate località.
D - In Azzurro la gamma attribuita a Ithaginis c. rocki e clarkei, che, in base alle mie ricerche e supposizioni, dovrebbe sovrapporsi in alcune località a quelle di Ithaginis c. geoffroyi e holoptilus.
E - In Viola delineata un'area incerta dalla quale, ad oggi, sono pervenute solo alcune note, comunque non utili all'identificazione di una qualsiasi specie, ma verosimilmente utilizzato in passato per la migrazione verso ovest di una o più specie appartenenti a questo genere.
Nota: non è stata indicata una gamma per l'Ithaginis c. marionae in quanto, a mio avviso, non è possibile con le informazioni attuali circoscrivere nessuna superficie che abbia un qualsiasi senso geografico corrispondente a questa forma. Quand'anche fosse solo approssimativo. Nel nord est dell'Arunachal Pradesh sia dalle immagini, quanto la maggior parte degli autori, contemporanei compresi, ritiene vi sia l'Ithaginis c. kuseri e che Ithaginis c. marionae possa essere suo sinonimo, ciò di cui dubito fortemente, come argomentato nel proseguo di questa disamina. Occorre comunque ricordare che Baker non conosceva l'Ithaginis c. marionae, descritto nel 1941, e neppure Ithaginis c. holoptilus, o meglio, gli era noto, ma con le “sembianze” del kuseri di Beebe, quindi considerava, a prescindere, tutti gli Ithaginis simili a quest’ultimo, come appartenenti questa forma. Dal nord del Myanmar, quindi compresa anche la gamma storica attribuita a Ithaginis c. marionae, le pochissime immagini trovate, perlomeno sino ad oggi, ritraggono sempre e solo Ithaginis c. holoptilus, ad eccezione di una che, a causa della postura e pessima qualità della foto, non è possibile determinare la specie. Per contro, nella confinante provincia dello Yunnan, sui Gaoligongshan, alcune immagini, purtroppo anch’esse non buone, parrebbero ritrarre Ithaginis c. marionae. Il condizionale è d'obbligo in quanto stabilire fotograficamente alcuni caratteri è piuttosto complicato, ancor più se attraverso immagini non ottimali. Inoltre, il fatto che questi pochi soggetti siano stati fotografati in alcune località della citata catena montuosa, suggeriscono una distribuzione estremamente frammentata, come fosse occasionale, e l'apparente promiscuità territoriale con il ben più numeroso e distribuito Ithaginis c. holoptilus, fa sorgere non pochi dubbi sulla validità sottospecifica di Ithaginis c. marionae.
1*) Da: "..Journal of the Bombay Natural History Society Vol. 66 – N°1, april 1969.." by Humayum Abdulali. Nel breve articolo l'autore cerca di capire se gli esemplari delle Mishmi Hills (Arunachal Pradesh, India) siano da ascrivere all'Ithaginis c. kuseri (di Beebe a quanto sembra) o marionae: in riguardo all’Ithaginis c. kuseri afferma che: “..Questa forma dovrebbe presentarsi nelle Mishmi Hills, e Assam, ma l'unico maschio delle stesse aree sembra concordare maggiormente con la descrizione di Ithaginis c. marionae (q.v.)..”. Mentre in riguardo a Ithaginis c. marionae: “..I maschi presentano molto più rosso sul petto rispetto al singolo esemplare tibetano (probabilmente si riferisce all’Ithaginis c. tibetanus) distinguendosi anche dalle sottospecie vicine per le copritrici auricolari nere con sopracciglio e fronte rossi (tranne nel n. 13396). In questo passaggio non è comprensibile a quale forma si riferisca, in quanto le sottospecie vicine possono mostrare caratteri del tutto simili o misti. L'esemplare 13396 di Htawgaw nell’alta Birmania (Myanmar), differisce da un altro a*) della stessa area per avere la fronte nera, il sopracciglio quasi nero e le copritrici auricolari striate. Anche le piume rosse del mento sono bordate di crema, presentando un aspetto maculato assente negli altri esemplari. Probabilmente rappresenta un piumaggio intermedio..”.
Oltre all’impreparazione dell’autore nei riguardi di questo genere, occorre ricordare che nel 1969 tutte le forme di Ithaginis era già state da tempo descritte, e dalla letteratura, per quanto non particolarmente dettagliata, si potevano ricavare tutte le indicazioni per, almeno, cercare di approfondire la conoscenza di queste forme. In ogni caso è interessante per gli esemplari registrati e le ultime annotazioni in particolare riguardanti l'esemplare 13396 di Htawgaw nell’alta Birmania, più che un intermedio, a mio parere, si tratta di un ibrido (vedere le immagini e considerazioni nella parte dedicata all’Ithaginis c. rocki) tra Ithaginis c. geoffroyi e holoptilus). Un altro prodotto di quest’incrocio, a queste latitudini, sempre a mio parere, è appunto Ithaginis c. rochi, che esibisce le stesse caratteristiche del n° 13396, ma con fronte rossastra. Probabilmente l’avere la fronte rossa o nera, e più o meno pigmentazione, rossa in particolare, dipende dal tipo di sesso coinvolto inteso come maschio o femmina rispetto all’una o altra forma.
a*) Non è chiaro se l’autore si stia riferendo alla forma da lui considerata più simile a marionae, oppure a qualche altro fenotipo, comunque, diverso dall’esemplare n° 13396.
2*) La prefettura di Qamdo o Chamdo, è ubicata a nord-nord est della prefettura di Linzhi o Nyingchi. Con quest'ultima, le uniche dove nel Tibet, perlomeno secondo le mie informazioni attuali, vengono regolarmente scattate foto con Ithaginis c. kuseri in alcune varianti fenotipiche. I confini settentrionali della prefettura di Qamdo si uniscono a quelli meridionali della contea di Nangqên o Nangchen amministrata dalla prefettura autonoma tibetana di Yushu che si trova nel sud-est della provincia cinese del Qinghai e dove sono state scattate alcune serie di immagini con Ithaginis c. geoffroyi.
3*) La Riserva Naturale Nazionale del Grand Canyon di Yarlung Tsangpo o Zangbo si sviluppa lungo la grande ansa del fiume Yarlung Tsangpo, nel distretto di Pailong, contea di Nyingchi, e omonima prefettura, in Tibet. Si estende in quattro contee: Milin (o Mainling), Nyingchi, Bomi e Medong (o Motuo), nell'area di Nyingchi, a nord del villaggio di Daduka (2880 metri sul livello del mare) e a sud del villaggio di Bashika (115 metri sul livello del mare) nella contea di Medog (Motuo). Con una lunghezza di 504,9 chilometri e una profondità media di 5000 metri (il punto più profondo è di 6009 metri), il Grand Canyon di Yarlung Tsangpo è il canyon più lungo e profondo del mondo.
4*) Il Wuliangshan, precedentemente noto come Mengleshan, si trova a ovest della Contea Autonoma di Jingdong Yi, città di Pu'er, provincia dello Yunnan, tra i 23° 57' - 24° 44' N e i 100° 22' - 101° 04' E. La Contea Autonoma di Jingdong Yi copre un'area di 2581 chilometri quadrati. Il Wuliangshan si eleva dalla Contea Autonoma di Nanjian Yi a nord-ovest, estendendosi fino a Zhenyuan, Jinggu e altre località a sud-ovest, fino al fiume Lancang a ovest e fiume Chuanhe ad est.
Il WuliangShan, noto anticamente come MengleShan, traducibile in: "imponente tra le nuvole, infinito nel territorio" si dirama estendendosi verso est e ovest a formare una sorta di ventaglio. La struttura geologica comprende calcare, arenaria, scisto, basse valli, dighe pianeggianti e colline. Qui crescono foreste di conifere, latifoglie e miste. Oltre al pino Simao, ampiamente diffuso, si trovano anche alberi rari e preziosi. Nella foresta primaria si trovano tigri, leopardi, orsi, cervi, cinghiali, scimmie, asini, pecore delle rocce, cervi d'acqua, pavoni, fagiani argentati e altri animali.
La Riserva Naturale Nazionale di Wuliangshan è ubicata nel sud-est della contea di Nanjian, occupando le aree centrali e superiori della citata montagna, mentre la parte occidentale costituisce la valle del fiume Lancang. Una stretta striscia di terra lunga 33 chilometri da nord a sud e 6 chilometri da est a ovest. La superficie totale della riserva è di 7583 ettari coprendo un'area di 230 chilometri quadrati, estendendosi per 50 chilometri da nord a sud e 7 chilometri da est a ovest. Situata all'incrocio tra la catena montuosa di Hengduan e l'altopiano dello Yunnan-Guizhou, la Riserva Naturale dei Monti Wuliang è compresa nell'area sub-vallese della parte meridionale della catena montuosa di Hengduan.
A = Ithaginis c. kuseri (tibetano/indiano - B = Ithaginis c. holoptilus - C = Ithaginis c. geoffroryi - D = Ithaginis c. rocki e clarkei - E aree senza riscontri fotografici e info.

Riflessioni, considerazioni e note personali.- Fotograficamente, come già suggerito più volte, non è possibile stabilire con certezza sia le misure, quanto la reale colorazione di alcune parti del piumaggio, quindi ci si può solo attenere a quelle che sono le caratteristiche più evidenti e distintive che in alcuni casi riguardano soltanto uno o due, seppur importanti particolari, comunque forse troppo pochi per poter definire questi soggetti varianti o intermedi. Quella in oggetto è una specie nei confronti della quale, stranamente, gli autori sia del passato, quanto i moderni, hanno avuto, e mantengono, uno starno atteggiamento, sostenendo una sorta di tacito parallelismo tra il kuseri di William Beebe, in realtà Ithaginis c. holoptilus, e la forma tibetana/indiana per la quale, ad oggi, e perlomeno da quanto in mia conoscenza, non sono stati eseguiti studi sul campo e analisi mitocondriali al fine di stabilire le relazioni inter e/o intraspecifiche riguardanti questa forma. Quindi non sappiamo, ed ancor meno siamo in grado di stabilire quale, come, e con che frequenza la variazione individuale si presenta. Ciò premesso, in merito al "quale", presumo di aver fotograficamente contribuito nel dare ottime indicazioni, ed in riguardo al "come" e "frequenza", sembrerebbe che gli esemplari con sopracciglio rosso cremisi spruzzato di nero e fronte rossa sfumante in cannella aranciato alla base della cresta, prevalgano di gran lunga su quelli con fronte apparentemente solo rossa ed assenza del citato cannella aranciato. Solo in alcuni soggetti, pochissimi in verità, il sopracciglio parrebbe, perlomeno fotograficamente, pressoché solo nero. Anche la gorgiera nera si presenta piuttosto variabile sia in ampiezza che uniformità di colore, a volte del tutto o quasi assente, ciò vale anche per l'area rosso cremisi sulle parti inferiori che si propone in diverse intensità cromatiche e ampiezza. Quindi, quale fenotipo considerare come tipico, ammesso che di tipicità, in una forma altamente variabile, si possa parlare ?
Nonostante l’indubbia somiglianza, dubito che Ithaginis marionae possa essere sinonimizzato alla forma tibetana/indiana impropriamente definita kuseri, in quanto quest’ultimo è facilmente identificabile dall’ampio collare bianco quasi puro che in marionae risulta appena visibile ed identico a quello mostrato dall’Ithaginis holoptilus. Mentre altre piccole difformità, suggerite da alcuni autori, come non di rado succede in questo tipo di narrazione, sembrano talmente poco significative da far presumere che esistano solo sulla carta.
Quindi, è probabile che in realtà Ithaginis marionae sia solo una variante naturale occasionale di Ithaginis c. holoptilus, questo spiegherebbe il perché sui Gaoligongshan vi siano fenotipi riconducibili all'una o altra forma, a volte anche in apparente promiscuità territoriale, e nel nord del Myanmar, compreso l'area tipo di marionae, vi si trovi anche Ithaginis c. holoptilus.
Sia la "ristretta" gamma, quanto ciò che risulta dalle ricerche, suggeriscono che l’Ithaginis c. kuseri ttibetano/indiano possa essere strettamente correlato all'Ithaginis c. holoptilus. In passato, per motivi geografici e/o ambientali, è probabile che una piccola popolazione, forse già mutata, sia rimasta isolata nelle aree tibetane. Ciò ha favorito l'acquisizione dei caratteri che portano a contraddistinguere una specie come locale assumendo, in questo caso il morfo-feno-tipo della forma impropriamente definita Ithaginis c. kuseri. Alcune caratteristiche, tuttavia, parrebbero ancora non ben fissate potendo mostrare, a seconda dell’individuo, perlomeno fotograficamente, sopracciglio e redini neri, oppure molto più frequentemente sopracciglio rosso più o meno spruzzato di nero e redini nere o spruzzate di rosso, sopracciglio e redini rossi o sopracciglio rosso e redini nere. Nella maggior parte dei casi si evince un vistoso cannella aranciato alla base della cresta come in Ithaginis c. holoptilus e “marionae”, mentre la gorgiera nera, descritta più o meno da tutti come ampia ed uniforme, in realtà si presenta estremamente variabile, sino all'essere quasi o del tutto assente come, a volte, in Ithaginis c. holoptilus.
Le immagini di quest'ultimo scattate nel nord del Myanmar, non lontano dal confine con la gamma dell'Ithaginis c. kuseri tibetano/indiano avvalorano la supposizione precedentemente esposta.
Ithaginis cruentus kuseri ( tibetano )
Nelle prime 4 immagini, ed in particolare le prime 2, il maschio, fotograficamente, potrebbe corrispondere alla descrizione di Delacour. Condizionale d'obbligo in quanto, a causa di un comune effetto ottico nella maggior parte dei casi il nero delle strisce sopracciliari e redini è solo mera illusione essendo in realtà rosso o più verosimilmente, rosso spruzzato di nero come nelle foto sotto poste. Comunque da considerare come caratteristica del tutto individuale.
Foto da: 1-2 www.toutiao.com ( Località indicata : 1-2 solo Tibet 26-07-2022 - Cina )
1 - Ithaginis c. kuseri (tibetano) 2 - Ithaginis c. kuseri (tibetano)


Ithaginis cruentus kuseri ( tibetano )
Foto da: 1 www.inturalist.org Autore: Vincent Wang - 2 mwww.cnbird.org-cn Autore: Niaolin Whispering (Località indicate dai fotografi : 1 Passo Sejila,, distretto di Bayi, Prefettura di Linzhi o Nyingchi, Tibet o Xizang 27-01-2021 Cina - 2 prefettura di Linzhi o Nyingchi, Tibet o Xizang 30-03-2022 Cina)
1 - Ithaginis c. kuseri (tibetano) 2 - Ithaginis c. kuseri (tibetano)


Ithaginis cruentus kuseri ( tibetano )
Nelle immagini sotto poste si evince la variabilità individuale che interessa l'Ithaginis kuseri (tibetano), in questo caso riferita alla gorgiera nera che si mostra in tre gradi diversi di intensità. Nel primo sufficientemente completa, nel secondo centralmente incompleta e nel terso aperta al centro come anche si evince nella successiva serie di foto. Il maschio della foto 3 è stato fotografato nella contea di Medong che si trova al confine con l'Arunachal Pradesh (India) e quindi anche della Dibang Valley.
Foto da: 1 www.weibo.com Autore: Cute Bird - 2 www.x.com Autore: 春兰秋菊 - 3 Autore: Lin Hillside (Località indicate dai fotografi: 1 Passo Sejila, Prefettura di Linzhi o Nyingchi, Tibet o Xizang 26-11-2023 Cina - 2 prefettura di Nyingchi 09-04-2023 Cina - 3 Contea di Medong, Prefettura di Linzhi o Nyingchi, provincia del Tibet o Xizang 20-07-2024 Cina)
1 - Ithaginis c. kuseri (tibetano) 2 - Ithaginis c. kuseri (tibetano) 3 - Ithaginis c. kuseri (tibetano)
Ithaginis cruentus kuseri ( tibetano no Beebe )

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Ithaginis cruentus kuseri ( tibetano )
La contea di Medong indicata dal fotografo si trova al confine con l'Arunachal Pradesh (India) e quindi anche della Dibang Valley. I due maschi delle foto N° 1 e 2 sottoposta, come quello della N° 3 nella precedete serie, fanno parte di un piccolo gruppetto composto da maschi e femmine con i primi che mostrano una certa variabilità individuale soprattutto riferita alla gorgiera che, come si evince, si presenta sia molto frammentata che pressoché inesistente, rappresentata solo da alcune rade piume esattamente come, a volte, mostrato anche in Ithaginis c. holoptilus. Tuttavia, nonostante la scarsa pigmentazione nera, il collare bianco puro risulta comunque ben evidente e ampiamente definito escludendo, a prescindere, che si possa trattare di Ithaginis marionae.
Appare verosimile che esemplari con tali caratteristiche riproducendosi procreino individui più o meno analoghi a loro perpetuando questa peculiarità potendo, nel contempo, formare anche piccole popolazioni con soggetti presentatiti le stesse particolarità che probabilmente, in determinate situazioni o contesti, verrebbero riconosciuti come appartenenti ad una nuova specie.
Foto da: 1-2 Autore: Lin Hillside (Località indicata dal fotografo: 1-2 Contea di Medong, Prefettura di Linzhi o Nyingchi, provincia del Tibet o Xizang 20-07-2024 Cina)
1 - Ithaginis c. kuseri (tibetano) 2 - Ithaginis c. kuseri (tibetano)
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Ithaginis cruentus kuseri ( tibetano )
Come è facilmente constatabile, i tre maschi delle foto sottoposte presentano un fenotipo che impersona quanto menzionato nelle descrizioni in riguardo a ricchezza di colori e ampiezza della gorgiera nera.
Foto da: 1-2-3 www.cnbird.org.cn Autori: 1 Zhang Guolao - 2 KC Lee - 3 Jonchan ( Località indicate dai fotografi: 1-2-3 Contea di Linzhi o Nyingchi, provincia del Tibet o Xizang 05-03-2011 -14-05-2005 - 13-04-2017 Cina )
1 - Ithaginis c. kuseri (tibetano) 2 - Ithaginis c. kuseri (tibetano) 3 - Ithaginis c. kuseri (tibetano)

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![Kuseri - Linzhi o Nyingchi, county 13-04-17 Tibet - www.cnbird.org.cn Autore [Jonchan].jp](https://static.wixstatic.com/media/3ebe19_9a02297d66424b44813ddf3a9dd6f4cb~mv2.jpg/v1/crop/x_198,y_135,w_854,h_891/fill/w_312,h_319,al_c,q_80,usm_0.66_1.00_0.01,enc_avif,quality_auto/Kuseri%20-%20Linzhi%20o%20Nyingchi%2C%20county%2013-04-17%20Tibet%20-%20www_cnbird_org_cn%20Autore%20%20%5BJonchan%5D_jp.jpg)
Ithaginis cruentus kuseri ( tibetano )
Foto da: 1-2 www.szbird.org.cn Autore: 1 Lark - 2 Zeng Kaixin (Località indicate dai fotografi: 1-2 prefettura di Nyingchi o Linzhi - provincia del Tibet 27-01-2021 - 25-01-2021 Cina )
1 - Ithaginis c. kuseri (tibetano) 2 - Ithaginis c. kuseri (tibetano) femmina


Ithaginis cruentus kuseri ( tibetano )
Foto da: 1-2-3 www.ebird.org Autore: Guangfeng Shao ( località indicata dal fotografo: 1-2-3 Sejila o Sekila Mountain Pass, parte orientale della contea di Nyingchi, compresa nell'omonima prefettura, Tibet o Xizang 12-04-2025 Cina)
1 - Ithaginis c. kuseri (tibetano) 2 - Ithaginis c. kuseri (tibetano) 3 - Ithaginis c. kuseri (tibetano)



Ithaginis cruentus kuseri ( tibetano )
Foto da: 1-3 www.ebird.org Autore: Guangfeng Shao - 2 www.inaturalist.org Autore: Vincent Wang ( località indicate dai fotografi: 1-3 Sejila o Sekila Mountain Pass, parte orientale della contea di Nyingchi, compresa nell'omonima prefettura, Tibet o Xizang 12-04-2025 Cina - 2 Sejila Pass, distretto di Bayi, contea di Nyingchi, prefettura Nyingchi, Tibet o Xizang 27-01-2021 Cina )
1 - Ithaginis c. kuseri (tibetano) femmina 2 - Ithaginis c. kuseri (tibetano) maschio giovane 3 - Ithaginis c. kuseri (tibetano) femmina



Ithaginis cruentus kuseri ( tibetano )
Foto di scarsa qualità (la due, ingrandimento della uno), ma già sufficiente ad analizzare alcune parti fenotipiche del piumaggio maschile che appaiono piuttosto anomale in relazione all’area, cioè in piena gamma Ithaginis kuseri tibetano, nella quale sono avvenuti gli scatti fotografici. Il collare poco ampio ed evidente, così come qualche piuma bianca sulle copritrici auricolari ed altri particolari, seppur meno rilevanti, rendono questo esemplare, perlomeno fotograficamente, intermedio tra Ithaginis c. marionae e holoptilus. Occorre comunque sottolineare che relativamente alla data indicata dal fotografo, le piume bianche visibili sulle copritrici auricolari, così come le altre apparenti anomalie, potrebbero essere dovute alla muta delle piume. Un soggetto con questi requisiti, che sia in muta o meno, potrebbe dare un senso all’illustrazione di Baker del 1916.
Foto da: 1-2-3 www.ebird.org Autore: Shuangqi Liu ( Località indicata dal fotografo: 1-2-3 Rinchenpung Monastery, prefettura Nyingchi, provincia del Tibet o Xizang 09-06-2025 Cina )
1 - Ithaginis c. kuseri (tibetano) 2 - Ithaginis c. kuseri (tibetano) 3 - Ithaginis c. kuseri (tibetano) femmina con due pulcini



Ithaginis cruentus kuseri ( tibetano )
Il maschio, lo stesso, ritratto nelle foto sottoposte, con altre non pubblicate, parrebbe essere privo di speroni, quindi, in base a quanto asserito da William Beebe, dovrebbe trattarsi di un soggetto nel suo primo anno di vita quando gli speroni si presentano ancora come semplici noduli piatti. Non essendoci elementi ai quali riferissi, eccetto alcune brevissime note di Beebe, e considerata la completezza del piumaggio presentata da questo maschio, così come quello delle successive immagini, nonostante in questo il cremisi sulle parti inferiori appaia come poco distribuito, ed il nero ai lati del collo di entrambi ancora abbondantemente "spruzzato" di bianco, sarebbe interessante sapere a quale età assumono la livrea adulta e, soprattutto quando iniziano ad evidenziarsi gli speroni completamente formati.
Foto da: 1-2 www.birdnet.cn Autore: by 0529 ( Località indicata dal fotografo: 1-2 Highway 318, prefettura di Nyingchi, provincia del Tibet o Xizang 23-03-2023 Cina )
1 - Ithaginis c. kuseri tibetano (maschio giovane) 2 - Ithaginis c. kuseri tibetano (machio giovane)


Ithaginis cruentus kuseri ( tibetano )
Nelle foto sottoposte lo stesso maschio che mostra la fronte rosso-cremisi con base della cresta sfumante in biancastro, apparentemente, non delimitato da cannella-aranciato, o solo presente in una leggerissima soffusione; cresta grigio scuro quasi nerastro; nero sopraccigliare costituito da macchie sparse su fondo rosso; redini anch’esse spruzzate, seppur più intensamente, di nero su fondo rosso-cremisi: copritrici auricolari con evidenti piume grigiastre; pelle nuda attorno alla aperture oculari di colore giallastro; collare sulla parte posteriore e lati del collo ampio e bianco quasi puro; gorgiera nera che appare non uniforme e poco ampia inframmezzata da alcune piume rosso-cremisi. Purtroppo non si vede se i tarsi siano dotati di speroni, tuttavia la data indicata dal fotografo, 30-01-2021, esclude che possa trattarsi di un maschio in muta, quindi, anche in questo caso, si tratta di un soggetto giovane.
Foto da: 1-2 Autore: Su Li ( Località indicata dal fotografo: 1-2 - la stessa foto , con prospettiva diversa - Strada Nazionale 318, prefettura di Nyingchi o Linzhi Tibet 30-01-2022 - Cina )
1 - Ithaginis c. kuseri tibetano (maschio, apparentemente, giovane) 2 - Ithaginis c. kuseri tibetano (maschio, apparentemente, giovane)


Ithaginis cruentus kuseri nell'Arunachal Pradesh - India
Lo stesso maschio ripreso da una foto trappola. Come si evince la località indicata è, secondo la letteratura, compresa nella gamma dell'Ithaginis c. kuseri di Beebe, tuttavia, come ben si evince dalle immagini, per quanto non di buona qualità, si tratta con tutta probabilità della forma tibetana impropriamente attribuita al kuseri di Beebe. Il collare bianco verosimilmente ampio e definito, esclude che si possa trattare di Ithaginis marionae. Ciò significa anche che buona parte delle pelli museali o presenti in collezioni private, in realtà sono state “riconosciute” e catalogate non giustamente. O meglio, correttamente in riguardo alla forma, ma sbagliata come sostanza, in quanto riferite alla specie descritta e nominata da William Beebe.
Foto da: 1-2 foto trappola - pubblicate da: Pasang Dorjee Sona ( Località indicata: 1-2 distretto di Shi-Yomi < Shi-Yomi Mountain> Arunachal Pradesh 08-09-2021 - India )
1 - Ithaginis c. kuseri (?) 2 - Ithaginis c. kuseri (?)


Ithaginis cruentus kuseri nell'Arunachal Pradesh - India
In base a quanto affermato da Philip J. K. McGowan e Peter J. Garson nel loro breve "vademecum" pubblicato anche su questa pagina, la località indicata dal fotografo è compresa nella gamma di Ithaginis c. kuseri. Sarebbe interessante sapere quale forma è intesa dai due autori per Ithaginis c. kuseri avendo il dubbio che nel 1995-1999 non avessero ancora notato, o comunque ben compreso, la differenza tra il "kuseri" di Beebe e la forma che gli stessi definiscono "kuseri". Infatti nel loro breve "rapporto" non menzionano il Tibet come gamma per questa specie, e neppure accennano a qualche differenza fenotipica tra i due, ed ancor meno che in realtà Beebe descrisse la forma che successivamente Greenway nominò come Ithaginis holoptilus. Questo, induce a presumere che potrei essere stato il primo, non solo a notare le difformità, già argomentate, riguardanti l'illustrazione e descrizione di Beebe, ma anche ad affermare che la popolazione tibetana/indiana è attualmente innominata. Ciò premesso, in queste immagini piuttosto crude, e non uniche, in grado di dar adito ad altrettante dure considerazioni, che tuttavia non intendo commentare, se non per chiarire che la loro pubblicazione si è resa necessaria a testimonianza della località indicata, gli esemplari ritratti di primo acchito parrebbero da riferire a all'Ithaginis c. kuseri (tibetano). Occorre comunque ricordare che nel nord del Myanmar, oltre al dubbioso Ithaginis c. marionae, ed in aree confinanti con l'Arunachal Pradesh, si trova anche Ithaginis c. holoptilus come confermano alcune immagini pubblicate nella parte dedicata a questa sottospecie.
Foto da: 1 by Pasang Dorjee Sona - 2 by Janmejay Sethy ( Località indicata: 1 Acheshan, distretto di Anini, Dibang Valley- Arunachal Pradesh 08-09-2021 - India - 2 Namdapha National Park & Tiger Reserve nord-est Arunachal Pradesh < no data >- India )
1 - Ithaginis c. kuseri (?) 2 - Ithaginis c. kuseri (?)


Ithaginis cruentus marionae........Mayr Ernst Walter ........1941
Luoghi di origine:- La località tipo di questa sottospecie è stata identificata nel Myanmar nord-orientale (Nyetmaw Pass) al confine con la provincia cinese dello Yunnan, tuttavia la distribuzione di I. c. marionae in questo paese ed in generale, è molto incerta, quindi, ed ammesso che sia sottospecificatamente distinto, potrebbe trovarsi anche in zone lontane da quella storica.
Molto interessante, e non meno complesso, anche quanto è emerso dalle ricerche riguardanti Ithaginis c. marionae, che in molti testi della letteratura classica ( Delacour, per citare uno dei più famosi autori) è ritenuto, seppur con punto interrogativo, distribuito solo, perlomeno in base alle conoscente di quel tempo, nel nord-est Myanmar (Nyetmaw Pass - nei pressi del confine con lo Yunnan - Cina ), mentre esemplari fenotipicamente simili a questa forma sono osservabili anche nel nord dell’Arunachal Pradesh (Mishmi Hills - Nord-est India), lambendo e, apparentemente occupando in completa promiscuità anche le aree storiche attribuite a Ithaginis c. kuseri di Beebe, come non poche immagini parrebbero indicare. Così come in quella più recente o moderna nella quale, oltre alle località appena citate, vengono anche menzionati i Gaoligongshan catena montuosa nell'ovest dello Yunnan (Cina) con osservazioni ascrivibili a questa forma, perlomeno sino ad oggi, definibili occasionali, che suggeriscono piccole, quanto ipotetiche, popolazioni estremamente frammentate all'interno di un vasto areale, anche, in apparente promiscuità con il congenere Ithaginis c. holoptilus. Condizione, che se accertata, farebbe sorgere non poche domande, non per ultima, quella di stabilire se Ithaginis c. marionae sia da considerare specificatamente distinto oppure, più verosimilmente, solo una variazione accidentale di Ithaginis c. holoptilus.
Nella raffigurazione a sinistra dal: "Chinese National Geography" www.birdingbeijing.com - si nota che nella letteratura cinese Ithaginis c. marionae (cioè, Ithaginis c. holoptilus) viene rappresentato con coperture auricolari biancastre e pelle nuda arancio, anziché gialla, a circoscrivere le aperture oculari.
Da quanto è in mia conoscenza, non esiste una rappresentazione storica figurata di marionae, l'unica immagine (a destra) che apparentemente mostra questa forma, è quella dell'illustrazione sottoposta (anche alla pagina "Ithaginis cruentus: sottospecie") tratta da: Journal of the The Bombay Natural History Society. June 1916. Vol. XXIV n° 3. "THE GAME BIRDS OF INDIA, BURMA AND CEYLON, by Edward Charles Stuard Baker, F.L.S., F.Z.S., M.B.0.U.- PART XX - With Coloured Plate.
In realtà, come anche si evince dall'indicazione sulla stessa, è riferita all’Ithaginis c. kuseri (indiano), tuttavia, alcuni particolari, siano essi corretti, errati o confusi, portano inevitabilmente a considerare l’Ithaginis c. marionae, all'epoca non ancora descritto. Non so su quali basi sia stata realizzata, ma presumibilmente dall'osservazione di una (o più) delle pelli esaminate da Baker, quindi, come mai l'area che circonda le aperture oculari di entrambi è aranciato anziché gialla, e la striscia sopraccigliare completamente cremisi compreso le redini ? Da Baker vengono menzionate anche queste variazioni, ma sia nelle descrizioni, quanto dalle immagini, parrebbero da considerare piuttosto occasionali e non come riferimento tipico. L'essere dovuta a poca attenzione sia del pittore che dell'autore, sembra inverosimile, anche perchè Stuard Baker nella sua descrizione di Ithaginis kuseri, menziona queste parti come gialle, ed il reso sempre con tracce di nero più o meno evidenti, quindi è probabile che il soggetto "modello" presentasse proprio tale colorazione aranciata, oppure l'autore non reputava significativo questo carattere.
Ciò premesso, il risultato conseguito potrebbe indifferentemente ritrarre sia Ithaginis c. marionae, nella forma e fenotipo descritto da Mayr, ad eccezione della pelle nuda aranciata anziché gialla a circoscrivere le aperture oculari, quanto, in ogni particolare, all’Ithaginis c. holoptilus. E ciò, aprirebbe a nuovi scenari.
Il perché Mayr, Greenway e forse anche Beebe non abbiano tenuto i debito conto le difformità è inspiegabile. Il primo avrebbe evitato di descrivere "marionae", il secondo capito che nella suo riconoscimento specifico c’era qualcosa di anomalo e Beebe, probabilmente, avrebbe iniziato a porsi qualche domanda soprattutto in riguardo dell'illustrazione. Così come Delacour, ed altri autori, esentati dall'avvallare lo status specifico di marionae.
Principali particolari in contrasto tra l'illustrazione di kuseri in IBIS del 1916, sottoposta, e 1915, nella quale si evince il sopracciglio perlopiù nero, mentre la pelle nuda che circonda le aperture oculari, addirittura, color carniccio, non aranciato come in quella sotto posta, ma neppure gialla o gialla tendete all'aranciato come da norma per questa forma. Stranissima discrepanza tra entrambe le illustrazioni e descrizioni, dato che in queste Baker ne definisce correttamente la colorazione.


Prima della descrizione originale, ritengo sia interessante proporre brevi, ma interessantissimi, estrapolati che mettono in evidenza, a mio parere, contraddizioni ed errori commessi in passato.
In: THE JOURNAL OF THE BOMBAY NATURAL HISTORY SOCIETY VOL. XLII – 1942
Dates of Publication Part I. (Pages 1........to 232)... December 1940. Part II. (Pages 2353 to 454)… April……......1941.
INDEX AND TITLE PAGE: SOME ORNITHOLOGICAL RESULTS OF THE VERNAY/CUTTING EXPEDITION OF 1938/39 TO NORTHERN BURMA, Pag. 242
By Major J. K. STANFORD, O.B.E, M.C., F. R. G.S., Indian Civil Service (Retired).
“..La mattina seguente attraversammo il Nyetmaw Pass 1* ( 3109 metri) per entrare nel bacino dell’Imaw; lungo il cammino catturammo tre fagiani insanguinati (Ithaginis c. kuseri 2*) e un esemplare della rara cincia dai sopraccigli gialli (Syluviparus modestus) che, in seguito, si scoprì essere non rara in questa foresta..”
Per contro in: BULLETIN OF THE AMERICAN MUSEUM OF NATURAL HISTORY VOLUME 150: ARTICLE 3 NEW YORK: 1973 by Greenway
Ithaginis cruentus marionae Mayr, in Stanford e Mayr, 1941, p. 510 (Passo Nyetmaw, confine tra Birmania e Yunnan) 3*)
Ora Ithaginis cruentus marionae Mayr. Vedi Delacour,
1951a, p. 52; Vaurie, 1965a, p. 297.
OLOTIPO: AMNH 305905, maschio adulto, raccolto sul Nyetmaw Pass (2950 m) al confine tra Birmania e Yunnan, Cina, il 16 gennaio 1939 dal Maggiore J. K. Stanford della Spedizione Vernay/Cutting.
Sull'etichetta originale l'iride è registrata come giallo-marrone, la pelle nuda gialla che circonda le aperture oculari, la cera rosso-arancio e il becco nero.
La sottospecie è simile a kuseri, come ha osservato Vaurie (loc. cit.).
1*) Il Nyetmaw Pass, nel nord est del Myanmar, al confine con la provincia cinse dello Yunnan, venne indicato da Ernst Walter Mayr (Kempten, 5 luglio 1904 – Bedford, 3 febbraio 2005) come località tipo per Ithaginis c. marionae da lui descritto e specificatamente distinto nel 1941.
2-3*) Come ben si evince il maggiore J. K. Stanford riteneva gli Ithaginis catturati in questa area come Ithagini c. kuseri (sicuramente gli esemplari indiani di Baker)
Commento personale: per i motivi ampiamente argomentati in seguito sia relativi a questa forma, che alle altre trattate in questo studio non posso che essere d’accordo con il maggiore Stanford.
Gli esemplari esaminati da Mayr erano gli stessi, ma per qualche motivo trovò delle difformità che lo indussero a riconoscere questi soggetti come nuova specie denominandola Ithaginis c. marionae. Quindi: nel 1938-39 Stanford riconosce questi Ithaginis come kuseri, mentre Mayr nel 1941 li descrive ed eleva allo status sottospecifico attribuendo l'epiteto "marionae".
Difficile comprendere i motivi che indussero Mayr ad una tale decisione, tuttavia è, perlomeno a me, palese che l’argomento andrebbe ulteriormente indagato al fine di chiarire le relazioni intraspecifiche tra Ithaginis marionae e holoptilus in quanto entrambi si trovano, non di rado anche in gruppetti misti, sui Gaoligongshan, con presenza confermata di quest’ultimo anche nel nord del Myanmar. Non so se, per i motivi argomentati precedentemente, possa essere considerato sinonimo della forma indiana descritta da Baker, o tibetana/indiana così come rappresentare solo una variazione occasionale di Ithaginis holoptilus ma è, perlomeno a me, palese che lo status sottospecifico di marionae sia piuttosto dubbio. Probabilmente, l’errore “originale” commesso da Mayr è quello di aver considerato come specie di paragone per il confronto il kuseri di Beebe, ed in particolare l’illustrazione, come lo stesso autore cita nella sintetica descrizione, nonostante corrispondesse in ogni dettaglio fenotipico all'Ithaginis c. holoptilus descritto da Greenway nel 1933, sottolineando, tra l'altro, che Ithaginis marionae si differenzia da tutti i conspecifici per le copritrici auricolari nere e la quantità di rosso-cremisi sul petto, dimostrando così, quanto tutte le forme di Ithaginis conosciute oggi erano già state descritte, sia la scarsa preparazione, quanto di non aver neppure approfondito il tema studiando il lavoro degli altri colleghi, Baker in particolare. Ciò è particolarmente grave, ma lo è ancor di più per chi, in un modo o nell’altro, ne avvallò il riconoscimento sottospecifico.
Focalizzandosi sul lavoro di Beebe, e del suo kuseri con ciuffi auricolari bianco-grigiastro, pelle nuda che circonda le aperture oculari arancione ecc., così come l’illustrazione di Baker del 1915, con raffigurato un kuseri non di Beebe, bensì indiano, ma comunque atipico anche in relazione alle descrizioni dello stesso autore, cioè con sopracciglio pressoché solo nero, coperture auricolari sulle quali si evincono alcune piume bianco-grigiastro e strana colorazione carniccio pallido della pelle nuda che circonda le aperture oculari, l’errore era invitabile. Probabilmente se non si fosse fermato alle prime impressioni e approfondito l’argomento, avrebbe visto l’illustrazione del 1916, sempre di Baker, raffigurante una coppia col maschio attribuibile all’Ithaginis marionae, nonché constatato che Greenway nel 1933 aveva descritto una forma del tutto identica al kuseri di Beebe.
Ernst Walter Mayr, da quanto in mia conoscenza, descrisse tre specie di fagiani insanguinati: Ithaginis c. marionae, presumibilmente sinonimo di kuseri, inteso come forma tibetana/indiana; Ithaginis c. annae che Vaurie (1965) elencò come sinonimo di Ithaginis c. berezowskii, supportato dalla maggior parte degli autori, e Ithaginis c. beiki. Quest'ultimo sembra sia l'unico riconosciuto pressoché all'unanimità.
Non è certo una novità ! La “corsa” alla descrizione o di chi arriva prima a pubblicarla costringeva, e costringe, all'identificazione di asimmetrie, non di rado, talmente poco significative da far presumere che esistano solo nella mente dell’autore e/o sulla carta.
Descrizione originale, purtroppo anche in questo caso estremamente sintetica, di Ithaginis marionae pubblicata da Ernst Walter Mayr nel 1941:- “Simile all'Ithaginis c. kuseri di Beebe ma, con sopracciglia interamente rosse, o rosse con alcune macchie nere; gorgiera nera più o meno interrotta al centro della gola, ed anche le penne nere sparse di quella regione sono in parte rosse; striature bianche sul dorso più strette e quasi obsolete sulla parte superiore della schiena; petto con una maggiore estensione del rosso; ala più corta, 190-200, contro 200-208 mm. Si differenzia dai conspecifici per avere i ciuffi auricolari completamente neri e la notevole quantità di rosso nel piumaggio .
Un confronto della presente serie di pelli con l’illustrazione dell’esemplare tipo di Ithaginis c. kuseri (Beebe, "Monograph of Pheasants, vol. io. pl. i.) e con illustrazioni aggiuntive ( Ibis, 1915, tav. iii. ) e descrizioni (Greenway, 1933, Bull. Mus. Comp. Zool. lxxiv. p. 115 ) evidenzia che due diverse forme sono state incluse in "kuseri ". Un esemplare con sopracciglia prevalentemente nere e l’altro con sopracciglia prevalentemente rosse. La descrizione originale di Ithaginis c. kuseri purtroppo non è molto dettagliata, ma le illustrazioni mostrano chiaramente che l’esemplare tipo presenta sopracciglia più o meno nere. Un soggetto quasi topotipico (la tipologia è Tseku – Località del nord-ovest Yunnan) raccolto da Rock sul Mt. Uombala presenta sopracciglia completamente nere, ed è quindi ovvio che l'esemplare con le sopracciglia rosse è senza nome. Un solo maschio adulto della valle di Adung è esattamente intermedio tra Ithaginis c kuseri e Ithaginis c. marionae. Una serie più ampia deve essere esaminata, in considerazione della variazione individuale riscontrata in questa specie, prima che la popolazione della valle di Adung ( nord Myanmar al confine con il Tibet ) possa essere assegnata a una delle due forme. Nel colore del viso sembra più simile a Ithaginis c. marionae, ma con larghe strisce dorsali tipiche di Ithaginis c. kuseri di Beebe. Gli Ithaginis delle colline di Mishmi sembrano appartenere a Ithaginis c. kuseri, a giudicare dall’illustrazione iii. in ("Ibis", 1915 (p. 122”)
Alcune note di Mayr, riguardanti i due esemplari (pelli originali) descritti da Beebe come Ithaginis “kuseri” raccolte e donate al M.N.H.N de Paris, da R. G. Soulie: La descrizione è dell'esemplare designato come tipo ed è un maschio adulto No. 179A della collezione montata del Musee Nationale d'Histoire Naturelle di Parigi. Contrassegnato con "Yunnan”. Prince H. d'Orleans, 1896. "Le misure di questo esemplare sono: culmen, 12; ala, 215; coda, 132; tarso, 64; dito medio e artiglio, 53 mm. Presenta due speroni sulla zampa destra e solo uno sulla sinistra, ciascuno lungo poco più di un centimetro. L'esemplare è notevolmente tarlato e in cattivo stato di conservazione. Referenze e note riguardanti le pelli sopra citate sono comprese nella Monografia di Willam Beebe.
Un secondo esemplare di Ithaginis c. “kuseri” è il n. 179B della stessa collezione. Si tratta di un giovane maschio di circa un anno, con speroni che appaiono come semplici noduli piatti. Corrisponde in tutto e per tutto al tipo, tranne per il fatto che c'è un'infusione di nero ancora maggiore in tutto il piumaggio. La coda, più perfetta che nell'altro esemplare, è leggermente più lunga. L’ etichetta riporta ''Tsekon, Yunnan. RP Soulie, 1897. "Questa località si trova nel “dito” nord- occidentale dello Yunnan, sul fiume Mekong, a 28 ° di latitudine nord e longitudine circa 99 ° est, dando così una posizione precisa per la specie.
Considerazioni, riflessioni e note.- Sulla targhetta della prima pelle (olotipo N° 179A) descritta da Beebe è riportato solo Yunnan (come si evince anche dalle immagini sopra esposte), mentre sulla seconda Tsekon o Tseku (nord-ovest Yunnan) che, guarda caso, oltre ad essere gamma (confinante) di Ithaginis c. holoptilus/"marionae" è considerata area tipo per Ithaginis c. rocki. Come già menzionato l’esemplare raffigurato come kuseri di Beebe per ovvi motivi fenotipici non può essere attribuito alla forma tibetana e indiana che conosciamo né tantomeno all'Ithaginis c. rocki, ma bensì all'Ithaginis c. holoptilus. Tra l’altro, all’epoca della descrizione di kuseri, questa specie, così come altre che si trovano soprattutto nello Yunnan, non erano ancora note, o meglio, confuse con forme descritte successivamente.
In riguardo al maschio esattamente intermedio tra Ithaginis c. kuseri di Beebe e marionae della valle Adung 1*) citato nella descrizione di Mayr, è probabile che si trattasse di Ithaginis c. holoptilus, considerato che alcune immagini confermano la presenza della specie in queste aree, oppure una variante dell'Ithaginis c. "kuseri" tibetano/indiano. Tuttavia la precisazione di Mayr: “ Nel colore del viso sembra più simile a I. c. marionae, ma con larghe strisce dorsali tipiche di I. c. kuseri di Beebe” suggerisce che potrebbe anche trattarsi di uno degli ibridi menzionati nella letteratura e fotograficamente riscontrabili. Va altresì detto che le strisce sulle parti superiori in Ithaginis holoptilus parrebbero, perlomeno fotograficamente, simili a quelle degli individui tibetani e indiani, quindi compreso anche Ithaginis marionae, ed in apparente contraddizione con la pelle descritta da Beebe. Come anche argomentato in seguito, ciò potrebbe anche essere dovuto a variazione individuale e/o età .
1*) Estremo nord del Myanmar, al confine col Tibet e l'area in cui vive il "kuseri" tibetano.)
Tutte le informazioni vertono in un unica direzione suggerendo che questa forma non meriti il rango sottospecifico in quanto, ed a seconda della località, sembra manifestarsi in aree abitate da altro congenere.
Difficile ritenere questa forma sinonimo del kuseri tibetano/indiano, ammesso che alcune difformità fenotipiche non vengano considerate in quanto è presumibile che Ithaginis c. marionae sia semplicemente una variazione occasionale di Ithaginis c. holoptilus. Fotograficamente non è possibile considerare le misure di marionae e kuseri, ed a tale proposito non aiutano neppure le descrizioni, perlomeno ad oggi non ne ho trovato che esaustivamente elenchino tutti i parametri. Quindi, l’unica differenza fotograficamente riscontrabile con certezza riguarda la costante ampiezza e ricchezza del collare bianco sulla parte posteriore del collo riscontrabile anche negli esemplari di kuseri tibetano/indiano meno pigmentati o addirittura con gorgiera nera quasi del tutto assente. Tutte le altre presunte caratteristiche distintive, in realtà, possono essere ravvisate sia su quest’ultimo che holoptilus. Troppo poco o sufficiente a differenziare una specie non spetta me dirlo, allo stato di fatto però induce a ritenerlo si, specificatamente molto affine, ma non sinonimo di Ithagins kuseri tibetano/indiano. In ogni caso, solo seri studi mitocondriali potrebbero accertarlo.
E' probabile che il maschio esattamente intermedio menzionato da Mayr, potesse essere Ithaginis c. holoptilus o costituire una delle varianti dell'Ithaginis c. kuseri tibetano/indiano. Vedere foto e didascalie nella parte dedicata a questa forma.
Non è chiaro se per la sua descrizione Delacour abbia esaminato personalmente le pelli, soprattutto quali, oppure si sia basato sul lavoro di altri colleghi, Beebe compreso. Infatti menziona le striature bianche sul nero delle parti superiori come più strette in marionae rispetto a kuseri, il ché è corretto se riferito alla forma tibetana/indiana in quanto sia Baily che Baker, citano queste striature, oltre che rade, anche molto sottili e quasi obsolete, più larghe solo sulle ali.
Sintetica descrizione di Delacour:- Il maschio è simile a I. c. kuseri, tuttavia se ne distingue per la fronte meno rossa e più aranciata; fascia bianca attorno al collo con colorazione meno intesa e definita; bande sopraccigliari interamente rosse, o rosse con alcune (poche) macchie nere; gorgiera nera più o meno interrotta nella parte centrale della gola, le penne sparse in quella regione sono parzialmente rosse; striature bianche sul nero più strette, rispetto al conspecifico Ithaginis c. kuseri, e quasi inesistenti sulla parte superiore del dorso; petto ampiamente colorato di rosso-cremisi.
La femmina è molto simile alla conspecifica I. c. kuseri.
Commento personale.- Strana descrizione di Delacour che parrebbe estrapolata dai lavori di Beebe e Baker facendone una sorta di mix, infatti, cita le striature bianche sul nero delle parti superiori come più strette in marionae rispetto a kuseri, il ché sarebbe corretto se riferito alla specie descritta da Beebe, ma sbagliata rispetto alla forma tibetana/indiana in quanto sia Baily che Baker, menzionano, anzi, sottolineano, queste striature, oltre che rade, anche molto sottili e quasi obsolete, più larghe solo sulle ali
Foto da: 1 www.toutiao.com by Gaoligong regno segreto - 2 www.ershicimi.com - 3 da: Njal Bergè ( Località indicata dal fotografo: foto 1 Gongshan Nu River Yunnan 11-01-2019 - Cina - 2 nessuna informazione - 3 nessuna informazione sia per la località quanto la data, tuttavia, la foto, facendo parte di una più ampia serie di immagini, dall'ambiente che circonda gli esemplari, con tutta probabilità si tratta dei Gaoligonshan, e più precisamente di un area compresa tra i fiumi Irrawaddy, o Ayeyarwady, e Nu )
Nota:- Purtroppo sia Mayr che Delacour propongono descrizioni molto stringate e poco dettagliate, dalle quali non è possibile raffigurare una determinata forma, in particolare se molto simile a conspecifici. Nelle tre immagini sottoposte, nonostante non siano di buona qualità, il fenotipo in generale è attribuibile all'Ithaginis c. marionae, ammesso che lo si voglia considerare sottospecificatamente distinto. Tuttavia sopra il cremisi della fronte non sembra scorgersi il fulvo cannella, eccetto, forse, per la 2, dove parrebbe evincersi una leggerissima sfumatura di questo colore.
1 - Ithaginis c. marionae (?) 2 - Ithaginis c. marionae (?) 3 - Ithaginis c. marionae (?)


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- Alla fine di questa, comunque, non lunga analisi, per rimanere in tema con lo studio in questione, è doveroso ricordare che nel 1925 e 1926 George Forrest classificò come Ithaginis kuseri, alcuni esemplari raccolti in un area non ben precisata dello Yunnan occidentale compresa tra i fiumi Salween e Shweli (Salween/Shweli divide) che potrebbe far parte sia della prefettura di Nujiang, quanto trovarsi più a sud di quest’ultima. In ogni caso una località assolutamente "fuori luogo" per Ithaginis c. kuseri, perlomeno la forma tibetana/indiana descritta da Bailey e Baker. Palese che Foster si riferisse al kuseri di Beebe, ma sia lui, quanto Rothschild e altri autori, non notarono, o diedero peso alle evidenti difformità fenotipiche che sicuramente avevano notato, a conferma di come facilmente gli autori, esploratori ed ornitologi, per quanto noti, potessero, e possano, cadere in gravi contraddizioni.
Considerata l’area in questione, e che sia negli articoli di Rothschild relativi alle spedizioni di George Forrest, quanto tra le note di quest’ultimo non viene proposta un esaustiva descrizione del "loro" kuseri, è lecito presumere che anche gli esemplari collezionati nel tratto del Salween/Shweli (Yunnan) rispecchiavano fenotipicamente la forma descritta da Beebe, quindi, come già ampiamente argomentato, riferiti alla specie descritta da Greenway nel 1933 come Ithaginis holoptilus. Tuttavia sui Gaoligonshan, sia in riguardo alla riscontrata promiscuità territoriale, quanto l’evidente occasionalità con la quale “marionae” sembra manifestarsi, oltretutto, senza un preciso riferimento geografico all’interno della gamma del ben più numeroso e ampiamente distribuito Ithaginis c. holoptilus, inducono a ritenere che "marionae" sia solo una variazione casuale del primo. Il Nyetmaw Pass (nord-est del Myanmar al confine con lo Yunnan), località indicata come tipica per Ithaginis c. marionae, e più a nord l'Isu Razi Pass nella contea di i Gongshan Derung e Nu, ad esempio, danno modo all'Ithaginis c. holoptilus di spostarsi con relativa facilità nel confinante Myanmar, come la letteratura ed alcune recenti immagini confermano.

Le nostre cognizioni in materia si basano su quanto menzionato nella bibliografia che di prassi cita come tipica la località in cui una determinata specie viene scoperta, indicando anche come morfo-feno-tipo gli esemplari trovati in quella determinata area. Ciò però non significa che si sia evoluta proprio in quel luogo, e neppure che quelli addotti ad esemplari tipo lo siano realmente, in quanto possono aver raggiunto l'area indicata come tipica da quello che era il vero sito di origine, nel corso di più o meno lunghe migrazioni per effetto delle quali anche il loro aspetto potrebbe essersi modificato. Oppure costituire solo una variante più o meno occasionale della forma basale. Ciò permette altresì di ipotizzare, con una certa plausibilità, che Ithaginis c. marionae non possa essere sinonimizzato all'Ithagins c. kuseri tibetano/indiano, a causa dell'evidente, nonché distintivo, collare bianco quasi puro mostrato da quest'ultimo ed alcune altre piccole difformità. Com'anche che Ithaginis c. holoptilus potrebbe essere basale tra ai due. Se ciò fosse provato scientificamente, come anche già precedentemente argomentato, il “kuseri” tibetano/indiano risulterebbe innominato, e quindi, potrebbe per varie ragioni, compresa la mancanza di alternativa, se non quella di nominare ex novo la specie, assumere il tri-nominale Ithaginis c. marionae, ed il titolo di descrittore attribuito ad Ernst Walter Mayr.
Ithaginis cruentus holoptilus .......Greenway.........1933
Holoptilus / Holoptilides – Greco antico: ὅλος, solus; πτίλον, ala – hólos = unico, globale, totale – ptílon = piuma, piumino ala ecc.
Come già citato ad inizio disamina, non condivido in nessun modo le conclusioni di Paul Austin Johnsgard (1986) che incluse Ithaginis holoptilus in Ithaginis rocki ed elenca 13 sottospecie in tutto ritenendo holoptilus specificatamente distinti come quanto sotto esposto prova, a mio parere, senza dubbio. Ancor più incomprensibile come le autorità possano aver accettato una simile diagnosi a prescindere quando sarebbe bastata una semplice ricerca, neppure troppo articolata, per comprendere l'errore.
Luoghi di origine:- Tipo. — N. 160, 786 Museo di zoologia comparata di Chou-yug-ko, sopra Tao-mung-chung, sud-ovest di Lu-tien o Li-tien (Area Laojun Mountain), distretto di Likiang; pendici orientali dello spartiacque Yangtze-Mekong, da 3960 a 4572 metri, procurate nell'aprile 1931. Secondo Rothschild, venne catturato a Tseku, dove il suo areale confina con quello di Ithaginis c. rocki, la Salween Valley, Tengueh e lo Shweli-Salween Divide; Ithaginis c. rocki a nord sulle montagne di Ho-fuping e Ithaginis c. clarkei nei monti Likiang a ovest 1*)
Più recentemente in: “Status Survey and Conservation Action Plan 1995-1999 Pheasants” Compiled by Philip J.K. McGowan and Peter J. Garson, viene sostenuto che la distribuzione di questa specie (nel 1995-1999) è stata identificata nel divario Mekong-Salween nello Yunnan (He Fen-qi et al. 1990, He Fen-qi e Lu Tai-chun 1991) e Tibet sud-orientale (Zheng Guang-mei in litt.). Si trova nelle foreste di abeti e nella macchia subalpina di bambù e rododendri (He Fen-qi in litt.).
Mentre all'interno di aree protette la sottospecie è registrata nella riserva naturale di Goaligong Shan (1.200 km2 ) nello Yunnan (Zheng Guang-mei in litt.).
Commento personale e considerazioni:- Entrambe le affermazioni sono solo parzialmente corrette, per quanto non sia ben chiaro cosa intendano McGowan e Garson con: “ la distribuzione di questa specie (nel 1995-1999) è stata identificata nel Mekong-Salween Divide nello Yunnan”. Molto strano, e piuttosto generico come suggerimento, ammesso che non si tratti di “Lapsus calami”. Infatti, l’area indicata come tipo da Greenway ricavata dalle note di Rock (vedere a fondo pagina), si trova più ad est, nelle pendici orientali dello spartiacque Yangtze-Mekong. Inoltre, è intesa come distribuzione generale, o solo storica ? Da quanto risulta dalle mie ricerche, ampiamente supportate dalle immagini e località menzionate dai fotografi, questa forma risulta ben rappresentata in tutto il nord ovest dello Yunnan raggiungendo a sud est la contea Dali e soprattutto i Cangshan (catena montuosa), dove sembrano relativamente numerosi, nonché le aree che si trovano a sud e sud-est della omonima città. L’espansione verso ovest ha permesso a questa forma di colonizzare varie zone dei Gaoligongshan (catena montuosa che si estende lungo il confine con il Myanmar) indicativamente dal nord della prefettura di Lincang, sino a raggiungere le parti settentrionali della citata catena montuosa spingendosi, se le indicazioni dei fotografi sono corrette, sino alle Meili Snow Mountain, cioè a lambire, se non sovrapporsi alle gamme di Ithaginis c. rocki e ithaginis c. geoffroyi. Quindi anche, e non solo, il Mekong e Salween Divide (Salween = Nujiang o solo Nu, in Cina).
Registrazioni fotografiche ne confermano la presenza, anche, nel nord del Myanmar a rasentare, e probabilmente oltrepassare i confini della provincia cinese del Tibet avvicinandosi, o forse interagire, con l’Ithaginis c. kuseri tibetano. Quanto si sia spinto ad ovest, e se abbia raggiunto L'Arunachal Pradesh (India nord orientale) per ora non è stato possibile accertarlo. Quindi, perlomeno finchè nuovi aggiornamenti non muteranno l'attuale stato, mi attengo a quanto affermato dagli autori sopra citati, menzionato anche nella letteratura storica (Baker ad esempio), e cioè che in quest’area, comprendente la Dibang valley e le Mishmi Hills, si trova, o dovrebbe trovarsi l’Ithaginis c. kuseri tibetano. Serve comunque precisare che Baker non conosceva l’Ithaginis c. holoptilus e neppure marionae, all'epoca non ancora descritti, e quindi associava tutti gli esemplari simili al kuseri di Beebe come appartenenti a questa forma.
1*) Secondo James C. Greenway Jr., in: "Bulletin of Museum of Comaparative Zoology at Harward College, in Cambridge Mass. USA Vol. LXXIV del febbraio 1933", Rothschild cita Tseku (vedere info riguardanti questa località nella parte dedicata a kuseri) come area, anche, di Ithaginis c. holoptilus. Certo, Rothschild precisa che amente molto strano, in quanto già proposta, seppur solo presunta, da Beebe come area tipo per il suo kuseri. Così come resta un piccolo mistero il perché un autore tanto esperto, così come altri altrettanto sagaci, non abbiano notato, o non considerato, l'eccezionale somiglianza tra l'illustrazione di Beebe relativa al suo kuseri, con Ithaginis c. holoptilus essendo, senza alcun dubbio, la stessa forma.
Stato tassonomico > vedere anche a fondo pagina in: "Conclusioni".- Quindi, come già argomentato all'inizio di questo lavoro, Paul Austin Johnsgard nel 1986 include Ithaginis c. holoptilus in Ithaginis c. rocki ed elenca 13 sottospecie in tutto. Come Johnsgard sia riuscito a trovare sinonimia tra le due forme resta, a me, ma dopo aver consultato questa disamina credo che sarà incomprensibile a molti, spiegabile solo dal fatto che abbia tratto le sue conclusioni dalla sola esaminazioni delle pelli, probabilmente non classificate correttamente, senza avere, nel contempo, la necessaria conoscenza di queste specie e/o mal interpretando sia quello che vedeva che le descrizioni.
Ora, per poter comprendere a fondo questo lavoro, diviene indispensabile una breve, quanto doverosa, cronistoria della trattazione dalla quale, ovviamente, è stato estrapolato quanto precedentemente citato in relazione a I. c. geoffroyi - kuseri e "marionae". Studio che nel corso dei mesi, con la continua acquisizione di ulteriori informazioni ha cambiato spesso "volto", dando vita a nuove supposizioni ed ipotesi. Attualmente, essendo stato uno dei primi, se non il primo, perlomeno come semplice appassionato, ad interessarsi attivamente a questo genere, intenzionato come nel caso di altri, a dare una reale fisionomia a sterili nomi scientifici o comuni, iniziai la non facile ricerca. relativamente ad alcune, le più conosciute, non fu troppo complicato, per le altre invece, potendomi basare solo su descrizioni spesso troppo sintetiche ed approssimative, quindi non adatte alla formulazione di valutazioni o confronti attendibili, non è stato affatto semplice. Ci sono voluti alcuni anni per completare la serie di immagini con tutte le sottospecie di Ithaginis, visibili alla pagina < Itahginis c. sottospecie >, ma alla fine del 2017 potevo affermare che il mio sito, gbp.bio, era, ed è rimasto, l’unico a poterle mostrare fotograficamente. Tutte, tranne I. c. holoptilus, ma ero per così dire tra l’incudine ed il martello, tra la mia voglia di chiarire il mistero ed i “corridoi” del web, sempre stracolmi saggi o presunti tali, e pseudo esperti, che mi facevano capire di non perdere tempo nella ricerca dell’inesistente.
Per fortuna, mia, sono una persona piuttosto indipendente, soprattutto mentalmente, e la contrarietà, quando reputo ingiustificata, è un ulteriore stimolo a perseverare. Nonostante tendessi a voler concentrare la ricerca sui Gaoligongshan < Shan in cinese = montagna/e > (Yunnan - Cina), il più delle volte trovavo immagini di soggetti, che in un primo momento attribuii all'Ithaginis c. marionae, sui Changshan cioè nella prefettura di Dali Bai - Yunnan nord-occidentale, geograficamente confinate con il sud del Distretto di Lijiang indicato nella letteratura sia classica che moderna, come area, anche, di I. c. holoptilus e, relativamente lontano dai Gaoligogshan. Immagini che, aimè, pubblicai sul Web senza troppo approfondire come Ithaginis c. marionae. Tuttavia nessuno, neppure gli autori e/o allevatori più conosciuti, ebbe da obiettare. A dire il vero, mi accorsi di alcune differenze di colorazione del piumaggio e dei ciuffi auricolari biancastri, ma li considerai come naturale variazione. Solo quando, come menzionato nella parte dedicata a Ithaginis c. kuseri, notai la difformità tra l’illustrazione di Beebe ed il kuseri tibetano, o meglio, la forma innominata, qualcosa si accese nella mia mente, ed in un attimo tutto, o quasi, mi fu chiaro. Certo, a voler essere pignoli, la gamma storica di Ithaginis c. holoptilus si trova un poco più a nord ovest, nel Distretto di Lijiang, ma come avevo, ed ho, potuto constatare in molte altre occasioni, sono distanze non certo proibitive. Particolari che possono sembrare di poco conto, che però mi sono bastati a formulare una serie di ragionamenti in netto contrasto con la letteratura, ed a concentrare le ricerche proprio nell’area menzionata.
A questo punto era ormai evidente che gli uccelli di Dali non appartenevano all’Ithaginis c. marionae come asserito dagli autori cinesi. Certezza dovuta sia ad evidenti differenze fenotipiche quanto all'iniziale presumere che per questioni geografiche, rarità, l'assenza di una gamma ben definita ecc., ed ammesso che questa forma sia specificatamente distinta, non avesse mai oltrepassato i fiumi Nu-Jang e Lancang per poi espandersi ad est sino alla contea di Dali ed i Changshan. Più logico e semplice presumere il contrario, cioè che l'Ithaginis c. holoptilus avesse raggiunto i Gaoligongshan e vicine aree del Myanmar, compreso la gamma attribuita come tipica all’Ithaginis c. marionae. Esaminando la mappa dello Yunnan (a seguito) si evince una topografia piuttosto complessa ma regolare che si sviluppa pressoché solo in verticale (longitudine) con imponenti catene montuose intercorse da vallate nelle quali scorrono ampi ed impetuosi fiumi. Quindi inizialmente pareva arduo, seppur non impossibile, che uccelli adattati alle alte ed altissime quote, poco inclini al volo, il cui limite a eventuali migrazioni, eccetto le verticali, fossero proprio queste loro particolari caratteristiche, potessero intraprendere lunghi spostamenti verso l’ignoto. Tuttavia, Ithaginis c. holoptilus, in questo caso, sembra aver sfatato il pregiudizio. Probabilmente, utilizzando “corridoi” in quota, e passi montani, evitando così di scendere verso valle, ebbe inizio l’esodo verso occidente alla ricerca di nuovi territori da colonizzare come anche confermato da immagini e registrazioni.
Da rilevare che il nord del Myanmar confina con le aree tibetane dove vive l’unica popolazione, o comunque la più numerosa, di Ithaginis c. kuseri tibetano, ed al confine con la Dibang Valley e Mishmi Hills in particolare.
Ithaginis c. holoptilus - www.birdnet.cn Autore: Aichimù ( Dali - Yunnan - Cina)

Descrizione di Delacour: il maschio è intermedio tra i conspecifici I. c. marionae e I. c. rocki (n.b., per altri autori assomiglia a I. c. kuseri). Differisce da I. c. rocki nell'avere la banda sopraccigliare e redini neri e rossi anziché solo neri; piume dei lati e del collo bianche delineate da stretta orlatura grigia, piuttosto che grigie con linee del fusto bianco scamosciato caldo; lati della parte superiore del petto più luminoso, di colore rosso e verde, senza la presenza di colore scamosciato; cresta composta da piume corte e lunghe più o meno come le circostanti. Somiglia molto anche al conspecifico I. c. marionae, al quale è del tutto identico nelle parti inferiori; ma se ne distingue per le copritrici auricolari biancastre non completamente nere; strie sopraccigliari rosse più mescolate al nero con macchia color cannella cuoio alla base della cresta che posteriormente sbiadisce in biancastro. La femmina è simile alla conspecifica I. c. kuseri.
Commento personale:- Dopo aver esaminato non poche pubblicazioni riguardanti le specie considerate in questo studio è a me palese che descrittori e autori del passato non tennero in nessun conto le variazioni naturali più o meno presentate da ogni specie. Non so se sia dovuto a leggerezza, disinteresse, indifferenza, incuria o fatto apposta al fine di raggiungere comunque lo scopo, ma credo che questo sia tra i principali motivi degli “errori” e “accavallamenti” descrittivi argomentati nella presente disamina. Così come è inspiegabile, a mio parere, il tacito consenso da parte delle autorità contemporanee che, con tale comportamento, indicono alla continua reiterazione degli stessi sbagli.
Com’anche precedentemente affermato ritenendo Ithaginis c. holoptilus, come forma, specificatamente distinto, e nel contempo considerando marionae una variazione occasionale del primo, così come Ithaginis rocki un più che probabile ibrido naturale, non posso essere d’accordo nel ritenerlo "intermedio" tra le due specie menzionate. Di fatto, assomiglia specularmente a marionae, l’unica sostanziale differenza, perlomeno fotograficamente, riguarda le coperture auricolari nere in quest’ultimo, bianco grigiastre in Ithaginis c. holoptilus, mentre il resto delle difformità segnalate da Delacour appaiono più letterarie che reali. Al tempo stesso è sufficientemente diverso dall'Ithaginis c. rocki da renderne impossibile la sinonimizzazione.
Contrariamente a quanto si potrebbe presumere, Ithaginis c. holoptilus mostra un fenotipo definibile stabile che lo rende riconoscibile a prima vista, con variazioni perlopiù riferite alla quantità ed uniformità del nero della gorgiera, a volte appena accennata o del tutto assente, alla quantità di nero presente sulla striscia sopraorbitale e redini nonché alla colorazione della pelle nuda che circonda le aperture oculari che può essere arancio, arancio giallastra, giallastra o gialla. Arancio giallastra sicuramente quella più comune, seguita dall’arancio e poi la gialla. Per il resto del piumaggio, fotograficamente, non è possibile, o comunque molto difficile, trarre delle obiettive conclusioni. Da rilevare che gli esemplari più pigmentati e riccamente colorati parrebbero più propensi a mostrare le coprici auricolari quasi e, probabilmente, anche del tutto nere, così come altri particolari non rilevabili attraverso le immagini.
Descrizione molto simile a quella di Greenway, dalla quale parrebbe che Delacour abbia attinto quanto necessario a redigere la sua. In riferimento ad una certa approssimazione che sembra trasparire dalle sintetiche note, si potrebbe presumere che Delacour non abbia avuto modo, tempo, o l’opportunità di vedere personalmente esemplari vivi o pelli sia fresche che collezionate nei Musei o da privati, dovendosi quindi basare sul lavoro portato a termine da altri colleghi. Ciò è possibile, dato che attingere a quanto composto da altri, era, ed è prassi piuttosto comune tra gli autori. Il che, di suo, non è poi così deprezzabile, tutti più o meno lo facciamo, il grave è reiterare negli errori senza neppure rendersene conto.
Foto da: 1-2 Autore: Aichimù ( Località indicata dal fotografo: 1-2 solo Contea di Dali ma è più che probabile che si tratti dei Cangshan, Yunnan 17-05-2022 - Cina )
1 - Ithaginis c. holoptilus 2 - Ithaginis c. holoptilus


Ithaginis cruentus holoptilus
Foto da: www.flickr.com 1 Autore: Myngs Chen - 2 Autore: Chou Mo Yin Chu ( Località indicata dai fotografi: 1 Laojunshan, Lijiang 13-06-2021 - Cina - 2 Cangshan, città contea di Dali, Yunnan 31-10-21 - Cina )
1 - Ithaginis c. holoptilus 2 - Ithaginis c. holoptilus


Ithaginis cruentus holoptilus
Foto da: 1 www.flickr.com Autore: Chou Mo Yin Chu - 2 www.tuchong.com Autore: Wang Jian ( località indicata dai fotografi: 1 Cangshan, città contea di Dali, Yunnan 31-10-21 - Cina - 2 Laojunshan, Ninety-nine Dragon Lakes, contea di Lijiang, Yunnan no data - Cina )
1 - Ithaginis c. holoptilus 2 - Ithaginis c. holoptilus ( femmina con becco rossastro )


Confronto: i caratteri dissimili rispetto al congenere Ithaginis c. rocki rendono impossibile sinonimizzarlo con quest'ultimo. Per cui, se dobbiamo ritenere valida la distinzione sottospecifica tra Ithaginis c. sinensis, michaelis e berezoskyi, ad esempio, pur essendo pressoché indistinguibili l’uno dall’altro al punto che la loro classificazione fece sorgere non pochi dubbi, è incomprensibile il perché caratteristiche molto più distintive tra Ithaginis c. holoptilus e rocki, non permettano al primo di essere, definitivamente, elevato al rango che gli compete. Un'altra conferma, se così la si può definire, viene involontariamente menzionata da J. H. Riley nella sua descrizione di Ithaginis c. clarkei, del 1927 riguardante la femmina del congenere Ithaginis c. rocki: <…"Nella femmina di Ithaginis clarkei il becco e le cere si presentano nero opaco ( nella pelle ); rosso, solo con cere e base estrema nerastra in Ithaginis rocki"...>. Avendo avuto la possibilità di esaminare un gran numero di immagini mi risulta che l’elemento distintivo menzionato da Forrest sia riscontrabile nella femmina di Ithaginis c. rocki quanto in quella di Ithaginis c. holoptilus, così come nelle altre sottospecie (foto a seguito ). Probabilmente, come anche menzionato successivamente, tale caratteristica è semplicemente dovuta all'età. Per contro, il fatto che si evinca in diversi periodi dell’anno, anche in soggetti apparentemente adulti, ed esclusivamente nelle femmine, il dubbio permane ed induce a qualche riflessione. Comunque non considerabile come elemento distintivo dell'una o altra forma.
Non dobbiamo dimenticare che gli autori del passato, per quanto potessero essere esperti, ciò che nessuno potrebbe mettere in dubbio, non avendo a disposizione le moderne tecnologie d’analisi e l’impossibilità di esaminare notevoli quantità di foto o video, anche, in alta definizione, dovevano il più delle volte basare i propri lavori sull’osservazione di pelli, spesso vecchie e logore, conservate nei Musei o collezioni private, esemplari tenuti negli zoo o presso qualche avicoltore e meno frequentemente attraverso soggetti da poco cacciati o appena catturati. Quindi, nella maggior parte dei casi, non in grado di effettuare i necessari confronti e parametrazioni attraverso la verifica di un adeguato numero di individui al fine di ottenere risultati che fossero il più veritieri possibile e nel contempo capire se, e quanta, variazione individuale poteva presentare la forma oggetto di analisi.
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Ithaginis cruentus holoptilus - Autore della foto: Chou Mo Yin Chu
Principali differenze fenotipiche che distinguono questa forma dal congenere Ithaginis c. rocki.
1 ) Striscia sopraorbitale, redini ed area che circonda l’apertura oculare rosse o rosse punteggiate di nero, non nere come in Ithaginis c. rochi, clarkei e geoffroyi.
Pelle nuda che circonda l’apertura oculare che può mostrarsi arancio, arancio giallastra, giallastra o gialla come in Ithaginis c. kuseri e "marionae", non rosso magenta, arancio. più o meno intenso come in Ithaginis c. rocki, clarkei e geoffroyi. Da rilevare che gli esemplari più pigmentati e brillanti, nella maggior parte dei casi presentano questa parte arancio giallastra o gialla, seppur quest'ultimo sia relativamente poco frequente.
2 ) Composizione, struttura e forma delle piume ai lati della testa del tutto simili a quelle presentate da Ithaginis c. kuseri e "marionae" (con i debiti distinguo, esibiti anche dalle sottospecie del nord ), ed in particolare le ampie zone ricoperte da piume nere che, quando erette, formano evidenti ciuffi laterali sufficientemente difformi da quelli visibili in Ithaginis c. rochi ma completamente diversi dagli stessi presentati da Ithaginis c. clarkei e geoffroyi. Copritrici auricolari bianco grigiastro che celano solo minimamente quelle nere sottostanti, ne sono più lunghe di queste ultime, come invece mostrato da Ithaginis c. rocki, clarkei e geoffroyi; fronte ampiamente rosso cremisi; cresta composta, costituita da piume corte, pressoché della stessa misura di quelle circostanti, anziché essere lunga e con piume scomposte come in Ithaginis c. rocki, clarkei e geoffroyi; base della stessa fulvo cannella più ampiamente distribuito rispetto all'Ithaginis c. rocki.
3 ) Piume sulla parte posteriore del collo bianche che visivamente appaiono ampie e ben delineate da un sottile bordo grigiastro, spesso fotograficamente non rilevabile, anziché essere grigie pervase da leggerissima sfumatura scamosciata con evidente rachide biancastro come in Ithaginis c. rocki; striature bianche sul nero strette e quasi inesistenti sulla parte superiore del dorso come in Ithaginis c. kuseri tibetano no Beebe e Ithaginis c. marionae
4 ) Gorgiera nera nella maggior parte dei casi ben evidente, nonostante ciò, in alcuni soggetti può essere solo accennata ed in forma rudimentale, o del tutto assente. Tuttavia, considerato che questa alterazione fenotipica parrebbe piuttosto limitata, il non mostrare la gorgiera nera, oppure essere solo accennata, potrebbe dipendere da naturale variazione o caratteristica di una determinata popolazione.
5 ) Parti inferiori del tutto identiche a quelle presentate da Ithaginis c. marionae con il petto ampiamente contraddistinto da luminoso rosso cremisi, non cannella camosciato più o meno ampio ed intenso come in Ithaginis c. rochi.
Ithaginis cruentus holoptilus
Le due immagini mettono ancor meglio in evidenza quanto argomentato al punto 4 della precedente disamina relativamente alle piume della parte posteriore e laterale. Foto 1, piume mostrate da I. c. holoptilus, kuseri sia di Beebe che tibetano e "marionae". Foto 2, piume sulle stesse parte, presentate da I. c. geoffroyi, clarkei e rocki.
Foto da: www.flickr.com 1 Autore: Chou Mo Yin Chu - 2 Autore: Henry Koh ( Località indicata dai fotografi: 1 Cangshan, città contea di Dali, Yunnan 31-10-21 - Cina - 2 prefettura di Garzè provincia del Sichuan 09-04-2018 - Cina ) )
1 - Ithaginis c. holotilus con pelle orbitale giallastra 2 - Ithaginis c. geoffroyi


Ithaginis cruentus holoptilus
In evidenza fronte rosso cremisi, colorazione della cresta (foto 2), base della stessa cannella arancio che sfuma in bianco visibile soprattutto quanto le piume sono sollevate (foto 1) com'anche in Ithaginis c. marionare e kuseri tibetano. Seppur raramente, in quest'ultimo la fronte può mostrarsi anche solo rosso cremisi circoscritto dal bianco basale alla cresta grigiastra. Foto 2, oltre ad evidenziare ulteriormente le parti del piumaggio già argomentate, mette in risalto la colorazione di fronte, cresta e coperture auricolari.
Foto da: 1 www.birdnet.cn Autore: Ping Heng - 2 www.flickr.com Autore: Chou Mo Yin Chu ( Località indicata dal fotografo: 1 non indicata ma dovrebbe essere la Contea di Dali - Yunnan 06-03-2023 - Cina - 2 Cangshan, città contea di Dali, Yunnan 31-10-21 - Cina )
1 - Ithaginis c. holoptilus 2 - Ithaginis c. holoptilus


Ithaginis cruentus holoptilus
Anche in queste immagini in bell'evidenza oltre al modello e composizione delle piume, la fronte rosso cremisi, cresta e base della stessa cannella arancio, sono visibili nel dettaglio la picchettatura nera sulla banda sopracciliare rosso cremisi, a formare delle strie più o meno regolari, redini, coperture auricolari e le ampie zone costituite da piume nere che contraddistinguono in maniera inequivocabile la parti laterali della testa diverse da quelle mostrate dall’Ithaginis c. rocki, così come il collare bianco che delinea la parte posteriore del collo.
Foto da: 1 www.birdnet.cn Autore: Li Daming ( Località indicata dal fotografo: 1-2 solo Yunnan 28-03-2023 Cina )
1 - Ithaginis c. holoptilus 2 - Ithaginis c. holoptilus


Ithaginis cruentus holoptilus
Nelle immagini sottoposte le principali colorazioni presentate dall'area priva di piume che circonda le aperture oculari. Dal giallo uniforme, per altro non definibile frequente, all'arancio e giallo-giallastro, sicuramente le più comuni. Soprattutto quest'ultima, solitamente associata ad esemplari che esibiscono una pigmentazione piuttosto intensa, in particolare del nero. Nella foto 2 vengono ulteriormente evidenziare le parti del piumaggio già sopra argomentate, e nel contempo viene messa in risalto la sottile bordura grigiastra delle piume biancastre sulla parte posteriore e laterale del collo. Il maschio della foto 3 (visibile anche nella parte dedicata all'Ithaginis c. rocki), ai lati del rosso cremisi sulle parti inferiori, mostra una colorazione fulvo cannella chiaro piuttosto evidente. Tuttavia, considerato che anche il nero parrebbe non completamente definito, potrebbe trattarsi di un giovane che non ha ancora assunto il completo piumaggio adulto dato che in maschi chiaramente maturi e ben pigmentati non si evince nessuna colorazione fulvo cannella o tuttalpiù solo accennata su qualche piuma, ma anche in questo caso, e la quantità di tale colorazione, probabilmente dipende dall'età del soggetto in questione.
Foto da: 1 www.bbs.tianya.cn Autore: Huihui 919 - 2-3 www.birdnet.cn Autori: 1 Aichi - 2 Brother Ming ( Località indicata dal fotografo: 1 Cangshan Nature Center, contea di Dali, Yunnan 01-02-2025 Cina - 2 Contea di Dali, quindi è probabile che si tratti dei Cangshan,Yunnan 14-01-2023 Cina - 3 Città di Xiaguan, contea di Dali, Yunnan 12-04-2014 Cina )
1 - Ithaginis c. holoptilus 2 - Ithaginis c. holoptilus 3 - Ithaginis c. holoptilus



Ithaginis cruentus holoptilus e geoffroy - creste a confronto.
Le due immagini con testa e collo in primo piano mostrano le evidenti difformità spesso argomentate su questa pagina:
1 ) Cresta composta, in I. c. holoptilus - kuseri e "marionae" - Decomposta in I. c. geoffroyi - rocki e clarkei. Si intende composta o normale, quando il vessillo è rappresentato da barbe e barbule unite le lune alle altre a formare un unica struttura. Decomposta quando il vessillo è costituito da barbe, ed in parte le barbule, lunghe non agganciate le une alle altre dando a tutto l'insieme un aspetto scomposto e disordinato.
2 ) Maschera facciale a sinistra, con le stesse caratteristiche generali in I. c. holoptilus, kuseri (sia tibetano che di Beebe) e "marionae". A destra con lo stesso disegno in I. c. geoffroyi, clarkei e rocki. A differenza degli altri due, quest'ultimo mostra la fronte rossa ed una maggiore soffusione di cremisi su gola e petto rispetto all'Ithaginis c. clarkei.
3 ) Copritrici auricolari che in I. c. holoptilus, kuseri (sia tibetano che di Beebe) e "marionae", si presentano con forma, lunghezza e colore diverso rispetto a quelle mostrate da I. c. geoffroyi e clarkei e, seppur meno evidentemente, anche da I. c. rocki. Nelle prime tre forme menzionate, dette copritrici celano solo parzialmente le piume nere sottostanti.
Foto da: 1-2 www.birdnet.cn Autori: 1 Ping Heng - 2 Henry Koh ( Località indicate dai fotografi: 1 solo Yunnan 09-05-2025 Cina - 2 prefettura di Garzè provincia del Sichuan 09-04-2018 Cina )
1 - Ithaginis c. holoptilus ( esempio di cresta composta ) 2 - Ithaginis c. geoffroyi ( esempio di cresta scomposta o disintegrata )

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Ithaginis cruentus holoptilus
Purtroppo l’editor (site builder) utilizzato non permette di poter visualizzare le foto come in originale, riducendo notevolmente il formato e pregiudicandone la qualità. Quindi, una volta pubblicate, anche la possibilità di cogliere alcuni importanti dettagli viene meno. Ciò premesso, Dall’osservazione di una grande quantità di immagini relative a questa forma, sempre più spesso in alta definizione, si evince, come già precedentemente menzionato, che i caratteri variabili sono, soprattutto, riferibili alla gorgiera nera; colorazione cremisi del petto più o meno intensa; striscia sopracciliare e redini più o meno spruzzati di nero; quantità del bianco grigiastro sulle coperture auricolari: colorazione della pelle nuda che circonda le aperture oculari. Tuttavia, mai significativamente tali da potersi considerare instabili.
Nelle due foto sottoposte come esempio, i maschi, pur non potendo essere confusi con nessun' altra forma, oltre a presentare entrambi una colorazione generale piuttosto intensa, mostrano alcune delle difformità fenotipiche sopra menzionate.
Foto da: 1-2 www.flickr.com Autore: Chou Mo Yin Chu ( Località indicata dal fotografo: 1-2 catena montuosa dei Cangshan, contea di Dali, Yunnan 31-10-2021 Cina )
1 - Ithaginis c. holoptilus 2 - Ithaginis c. holoptilus


Ithaginis cruentus holoptilus
In queste immagini (la due un ingrandimento della uno) sono messe in evidenza le coperture auricolari con il bianco grigiastro apparentemente limitato agli apici delle piume. Tuttavia ciò potrebbe essere dovuto al fatto di essere in piena crescita post muta. Per contro, il resto della livrea perfettamente completa, fa sorgere qualche dubbio.
Foto da: 1-2 stessa foto www.birdnet.cn Autore: 良好的光影摄影 (Località indicata dal fotografo: 1-2 contea di Dali, provincia dello Yunnan 31-10-2021 Cina )
1 - Ithaginis c. holoptilus 2 - Ithaginis c. holoptilus


Ithaginis cruentus holoptilus
I tre maschi delle foto in primo piano, che mostrano gli evidenti caratteri fenotipici dell’Ithaginis c. holoptilus, fanno tutti parte di un folto gruppetto fotografato nella stessa area. Come ben si evince i tre esemplari, presi ad esempio tra le moltissime immagini di questa specie, pur facendo parte della stessa brigata, mostrando alcune difformità correlabili alla variazione individuale che contraddistingue, solitamente, più o meno tutte le specie viventi. In questo caso perlopiù riferite alla colorazione della testa e gorgiera. Fattore piuttosto importante, a mio parere, non menzionato in nessuna descrizione, riguarda la colorazione della pelle nuda che circonda le aperture oculari nella maggior parte dei casi in evidente aranciato giallo rispetto all'arancione rossastro presentato da Ithaginis c. rocki, clarkei e geoffroyi. Ad ulteriore conferma dell'affinità con Ithaginis c. kuseri tibetano/indiano e “marionae”. Tuttavia queste parti possono anche presentarsi solo aranciate, giallastre e addirittura uniformemente gialle, per quanto quest’ultimo colore non sia comune
Foto 1: gorgiera molto pronunciata in una sorta di V rovesciata; rachidi grigiastri piuttosto visibili; al centro della V, piume biancastro-verdastro bordate di nero sul lato esterno. Piumaggio in generale piuttosto vecchio, sicuramente prossimo alla muta.
Foto 2: gorgiera nera poco evidente costituita da solo alcune piume nere; copritrici auricolari quasi interamente nere; sopracciglio più o meno sprizzato di nero, redini piuttosto significativamente contraddistinte da questo colore. Pigmentazione in generale molto intensa, ed il rossa-cremisi in particolare.
Foto 3: gorgiera nera frammentata al centro; copritrici auricolari, bianco grigiastro, molto evidenti; nero laterale alla testa contraddistinto da piume con apici bianchi come, a volte, in Ithaginis c. kuseri tibetano/indiano.
Foto da: 1-2-3 www.flickr.com Autore: Chou Mo Yin Chu (Località indicata dal fotografo: 1-2-3 Catena montuosa dei Cang [Cang-shan <shan = montagna in cinese> conosciuti anche come Diancang], che si eleva appena ad ovest della città contea di Dali, provincia dello Yunnan 31-10-2021 Cina )
1 - Ithaginis c. holoptilus 2 - Ithaginis c. holoptilus 3 - Ithaginis c. holoptilus



Ithaginis cruentus holoptilus
Nelle immagini sottoposte i primi due maschi mostrano che la variabilità, in questo caso riferita alla gorgiera nera, è del tutto individuale potendosi mostrare all’interno dello stesso gruppetto. Il più delle volte, se non sempre, questi soggetti presentano la pelle nuda che circonda le aperture oculari arancio rossastro. La quasi totale assenza di gorgiera nera è mostrata anche dall'Ithaginis c. kuseri tibetano/indiano.
Foto da: 1 www.birdnet.cn Autore: Li Daming - 2 www.24vs.com (località indicate dai fotografi : 1 solo Dali, Yunnan 31-03-2023 Cina - 2 Laojunshan, prefettura a livello di città di di Lijiang o Likiang 24-05-2023 Cina - 2 solo Dali, Yunnan 03-03-2023 - Cina )
1 - Ithaginis c. holoptilus 2 - Ithaginis c. holoptilus

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Ithaginis cruentus holoptilus sui Gaoligongshan - Yunnan - Cina
Foto da: 1 foto trappola pubblicata da www.toutiao.com ( Località indicata : 1 Gaoligongshan Yunnan 04-01-2011 - Cina )
1 - Ithaginis c. holoptilus

Ithaginis cruentus holoptilus/marionae sui Gaoligongshan - Yunnan - Cina
Provincia meravigliosa lo Yunnan, con una biodiversità unica. Luoghi ancora poco esplorati che hanno ancora molto da raccontare, talmente varia, da creare, a volte, qualche difficoltà nel riconoscimento tra specie. In particolare sulla catena montuosa dei Gaoligong ( Gaoligong-shan = shan in cinese = monte, montagne ). Qui pubblicate un piccolo esempio delle molte immagini scattate in aree diverse. Con alcuni esemplari attribuibili sia all'Itahginis c. holoptilus che a marionae in quanto mostrano quello che, apparentemente, parrebbe essere l'unico carattere distintivo, cioè, le coperture auricolari nere. In base alla letteratura, Ithaginis marionae dall’area tipica nel nord est del Myanmar, apparentemente condivisa con Ithaginis holoptilus, si sarebbe diffuso verso oriente ad occupare le aree dei Gaoligongshan ad ovest del fiume Salween (Nu Jiang o solo Nu in Cina). Per contro, da quanto risulta dalle mie ricerche, nonché dalla semplice logica, è perlomeno a me palese che l’espansione abbia avuto un moto opposto rispetto a quello sopra indicato, e la “differenziazione” che indusse al molto dubbio riconoscimento specifico di Ithaginis c. marionae nel Myanmar, abbia avuto origine da qualche parte sui Gaoligongshan come variazione naturale occasionale e nel contempo, grazie alla propagazione di Itahginis c. holoptilus, anche in altri paesi, manifestarsi casualmente in luoghi diversi senza un ordine preciso.
Variabilità occasionale che fotograficamente può essere riassunta a seconda di casi in: 1) Sopracciglio rosso o rosso più o meno spruzzato di nero con ciuffi auricolari neri. 2) Sopracciglio rosso o rosso più o meno spruzzato di nero ma con ciuffi auricolari bianco-grigiastro. 3) Fronte rossa e base della cresta cannella-scamosciato nella maggior parte dei casi. 4) Fronte rossa priva della sfumatura cannella-scamosciato alla base della cresta che, perlomeno per quanto sino ad ora constatato, coinvolge una minima parte dei soggetti.
5) Perlomeno da quello che si evince dalle immagini, Ithaginis c. marionae, ammesso che sia sottospecificatamente distinto, sembra rappresentato da pochi individui forse distribuiti in piccole ed estremamente frammentate popolazioni, perlomeno da quello che sino ad oggi "raccontano" le immagini. Ciò che parrebbe non realistico e nel contempo dare un senso all'ipotesi che coinvolge una delle varianti dell'Ithaginis c. kuseri (tibetano - no Beebe).
Nota:- Le 4 foto sotto poste, prese ad esempio, sono state scattate in aree comprese nella catena montuosa dei Gaoligong.
Foto da: 1 www.zi.media - 2 www.toutinao.com ( Località indicata : 1 solo Gaoligongshan Yunnan <no data> - Cina - 2 Gongshan Nu River Yunnan 11-01-2019 - Cina ).
I maschi delle foto 1-2 a prima vista parrebbero presentare ciuffi auricolari neri che fanno presumer si possa trattare di Itahginis c. marionae. Tuttavia, l’esemplare della foto 1 parrebbe mostrare la pelle nuda che circonda l'apertura oculare arancio-giallastro, mentre, tenuta in debito conto la bassa qualità della foto, quindi non senza dubbi, il maschio della foto 2, anch'esso attribuibile all’Ithaginis c. marionae, non sembra mostrare piume fulvo cannella alla base della cresta. Va altresì detto che sui Gaoligongshan, salvo ulteriori aggiornamenti, esemplari con queste caratteristiche, vale a dire ciuffi auricolari neri ed assenza di fulvo cannella alla base della cresta sono, perlomeno sino ad oggi, non comuni.
1 - Ithaginis c. holoptilus/marionae ( ? ) 2 - Ithaginis c. holoptilus/marionae ( ? )


Ithaginis cruentus holoptilus/marionae sui Gaoligongshan - Yunnan - Cina
Come si può ben vedere dalle immagini, i due maschi presentano caratteri attribuibili sia all'una che all'altra sottospecie:
1 ) Sopracciglio e redini rosse solo minimamente spruzzate di nero; pelle nuda aranciato giallastra; copritrici auricolari biancastre.
2 ) Sopracciglio e redini sicuramente spuzzato di nero; pelle nuda che circonda le aperture oculari, fotograficamente, arancio giallastro; copritrici auricolari apparentemente nere.
Foto da: 1 Autore: Zeng Xiangle - 2 by Birdman a Baihualing ( Località indicata : 1 Yingjiang Hengduan Mountain Dehong (villaggio di Gaoshan Shenhe Shiti Village popoli Jingpo e Lisu - 2 Baihualing Gaoligongshan Yunnan 06-12-2018 - Cina )
1 - Ithaginis c. holoptilus/marionae ( ? ) 2 - Ithaginis c. holoptilus/marionae ( ? )


Ithaginis cruentus holoptilus/marionae sui Gaoligongshan - Yunnan - Cina
Il maschio raffigurato (foto 1 ingrandimento della 2) rappresenta, perlomeno fotograficamente, un perfetto esempio della presumibile relazione sottospecifica tra Ithaginis c. holoptilus, marionae e kuseri tibetano/indiano, infatti mostra caratteristiche attribuibili alle tre forme:
Di Ithaginis c. holoptilus e Ithaginis c. "marionae": sopracciglio rosso e minimamente spruzzato di nero, in particolare le redini.
Di Ithaginis c. holoptilus: pelle nuda arancione che circonda le aperture oculari. Gialla o giallastra in Ithaginis c. marionae e Ithaginis c. kuseri tibetano/indiano. Di Ithaginis c. holoptilus, "marionae" e kuseri tibetano/indiano: fronte rosso cremisi. Di Ithaginis c. kuseri tibetano/indiano variante: base della cresta biancastro, non cannella aranciato come in Ithaginis c. holoptilus e marionae e nella variante più classica dell'Ithagins c. kuseri tibetano/indiano. Di Ithaginis c. "marionae" e Ithaginis c. kuseri tibetano/indiano: copritrici auricolari nere. Dato il periodo indicato, e la posizione basale, è pressoché certo che il bianco visibile sia costituito dalle cere delle piume in crescita. In ogni caso che siano cere, o piume bianco-grigiastre, non è rilevante in quanto andrebbero comunque a costituire, con il resto, l'insieme di caratteri misti sopra menzionato.
Di Ithaginis c. holoptilus e Ithaginis c. "marionae": sia la gorgiera nera che il collare bianco sulla parte posteriore e laterale del collo poco sviluppati. Molto più ampi in Ithaginis c. kuseri tibetano/indiano.
Foto da: 1-2 www.isenlin.cn Autore: Wang Bing (località indicata dal fotografo: 1-2 Prefettura Autonoma di Nujiang Lisu, Yunnan 27-05-2022 Cina)
1 - Ithaginis c. holoptilus/marionae ( ? ) 2 - Ithaginis c. holoptilus/marionae ( ? )


Ithaginis cruentus holoptilus/marionae sui Gaoligongshan - Yunnan - Cina
Immagini non certo di buone, comunque il miglior risultato ottenuto dal fermo immagine di un video di per sé già di cattiva qualità registrato sui Gaoligongshan, Yunnan, Cina. Tuttavia, già sufficientemente nitide per stabilire con relativa sicurezza che in uno dei maschi presenta le copritrici auricolari bianco grigiastre di Ithaginis c. holoptilus, mentre l’altro completamente nere come in Ithaginis c. maronae. Parrebbe da escludere la possibilità di effetto fotografico in quanto i due maschi per tutto il video, ed almeno una quindicina di fermo immagini nelle quali le loro teste risultano a varie altezze ed angolazioni di luce, mostrano sempre i due caratteri ben distinti. Inoltre, tale “anomalia”, per quanto poco comune, non è rara, visibile anche nella successiva serie. Presumere che Ithaginis c. marionae abbia raggiunto queste località e viva in aree separate oppure in una sorta di comunanza con Ithaginis c. holoptilus, parrebbe quantomeno improbabile. Anche se personalmente credo che “l’anomalia” delle copritrici auricolari nere sia dovuta ad una variazione occasionale di Ithaginis c. holoptilus (senza dimenticare che si trova anche nel Nord del Myanmar), servirebbero comunque analisi mitocondriali serie e lavori sul campo per determinare i livello sottospecifico di entrambe le forme al fine di chiarire definitivamente questo piccolo mistero.
Nota: nel caso il nero delle copritrici auricolari dovesse risultare dovuta ad effetto fotografico, farebbe inevitabilmente presumere che anche tutte, o comunque gran parte, delle altre immagini non pubblicate per ragioni di spazio, così come quelle rintracciabili in futuro, possano essere altrettanto illusorie ed in un certo senso suggerire che si tratta di un "anomalia" occasionale presentata da Ithaginis c. holoptilus.
Foto da: 1-2 www.douyin.com Video source: Lushi Management and Protection Branch pubblicato da: Secret Gaoligong ( Località indicata dal fotografo: 1-2 contea autonoma derung e nu di Gongshan, Yunnan 20-11-2024 Cina )
1 - Ithaginis c. holoptilus/marionae ( ? ) 2 - Ithaginis c. holoptilus/marionae ( ? )


Ithaginis cruentus holoptilus/marionae sui Gaoligongshan - Yunnan - Cina
Foto da: 1-2 www.douyin.com Video source: Lushi Management and Protection Branch pubblicato da: Secret Gaoligong ( Località indicata dal fotografo: 1-2 contea autonoma derung e nu di Gongshan, Yunnan 20-11-2024 Cina )
1 - Ithaginis c. holoptilus/marionae ( ? ) 2 - Ithaginis c. holoptilus/marionae ( ? )


Ithaginis cruentus holoptilus/marionae sui Gaoligongshan - Yunnan - Cina
Anche in questo caso immagini non certo di buone, comunque il miglior risultato ottenuto dal fermo immagine di due video di per sé già di cattiva qualità. La località è la stessa per entrambi i video nonché quella delle precedenti immagini, e come in queste, nel primo video (foto da fermo immagine a destra) il maschio parrebbe fenotipicamente attribuibile all’Ithagins c. marionae, mentre nel secondo (foto da fermo immagine a sinistra con gruppetto) sono ritratti senza dubbio degli Ithaginis c. holoptilus.
Nota: nella foto 1 il sopracciglio nerastro è dovuto ad effetto fotografico dato che in alcuni fermo immagine dello stesso video, si evince piuttosto chiaramente la colorazione pressoché solo rossa come le redini o comunque appena spruzzati di nero.
Foto da: 1-2 www.douyin.com Video source: Lushi Management and Protection Branch pubblicato da: Secret Gaoligong ( Località indicata dal fotografo: 1-2 contea autonoma derung e nu di Gongshan, Yunnan 13-12-2024 e 14-12-2024 Cina )
1 - Ithaginis c. holoptilus/marionae ( ? ) 2 - Ithaginis c. holoptilus/marionae ( ? )


Ithaginis cruentus holoptilus nel nord Myanmar
Sotto poste rarissime immagini (foto trappola) scattate nel Khakaborazi National Park ubicato nel nord del Myanmar e confinante con la Adung Valley menzionata da Mayr in riguardo all'esemplare perfettamente intermedio tra Ithaginis c. kuseri di Beebe ed il suo, dubbioso, Ithaginis c. marionae. Quindi non lontano dal confine con la provincia del Tibet e prefettura di Nyingchi o Linzhi (Cina) dove alberga la forma tibetana impropriamente definita kuseri. Ciò induce a presumere che il sopra citato intermedio fosse Ithaginis holoptilus o qualche forma ibrida menzionata anche nella letteratura. Occorre anche ricordare che, perlomeno ad oggi, le uniche con fagiani insanguinati scattate a queste latitudini ritraggono, eccetto una indefinibile a causa sia della postura che per la scarsa qualità dell’immagine, inequivocabilmente Ithaginis c. holoptilus.
Foto da: 1-2-3 foto trappola - pubblicate da: Branhaung Shaung ( Località indicata : 1-2 -3 Khakaborazi National Park 28-06-2022 nord Myanmar )
1 - Ithaginis c. holoptilus 2 - Ithaginis c. holoptilus 3 - Ithaginis c. holoptilus



Ithaginis cruentus holoptilus nel nord Myanmar
Altre immagini che nonostante la bassa qualità permettono di identificare Itahginis c. holoptilus scattate in un area nella quale dovrebbe invece trovarsi l'Ithaginis c. marionae. Nella foto 2, ingrandimento della 1 e del maschio in secondo piano, sono visibili le copritrici auricolari bianco grigiastre mentre nell’altro esemplare, ed ammesso che non sia dovuto ad effetto fotografico considerato il tipo di immagine, parrebbero del tutto nere, ad eccezione forse di qualche accenno biancastro.
Foto da: 1 www.inaturalist.org <foto trappola> - n° 2 ingrandimento della 1 pubblicata da: Aung Ko Lin ( Località indicata dai fotografi: 1 Distretto di Myitkyina, Stato del Kachin 01-12-2019 pubblicato il 01-11-2022 nord Myanmar )
1 - Ithaginis c. holoptilus 2 - Ithaginis c. holoptilus


Ithaginis cruentus holoptilus nel nord Myanmar e mappa
Dall’autore della foto viene citato lo Stato del Kachin e come sito Putao, cioè nel nord ovest del Myanmar. Tuttavia, la mappa interattiva allegata alla foto evidenzia ben altra località che orientativamente, non essendoci indicazioni precise, nella carta sottoposta è stata compresa nell’area delineata dal rettangolino nero. Mentre, risultano circoscritte in rosso le altre località del nord Myanmar dove sono state scattate le foto con Ithaginis holoptilus pubblicate in questa parte della presente disamina, nonché la Adung Valley, menzionata da Mayr relativamente all’esemplare perfettamente intermedio ed il Nyetmaw Pass, località tipo per Ithaginis marionae.
Nella foto 1 il maschio citato nel primo commento relativo alle immagini provenienti dal Myanmar, l'unico indefinibile a causa sia della postura che per la scarsa qualità dell’immagine. Tuttavia ciò è di relativa importanza in quanto, anche se avesse copritrici auricolari nere, non proverebbe, o comunque rimarrebbe in serio dubbio, la specificità di marionae per i motivi già ampiamente argomentati in questo studio, e nel contempo rafforzerebbe il convincimento che in realtà si tratti solo di variazione tanto occasionale, quanto casuale, di Ithaginis holoptilus.
Foto da: 1 www.inaturalist.org Autore: Winnaing-oo ( Località indicata dal fotografo: 1 Stato del Kachin, Distretto di Putao 24-12-2018 Myanmar - 2 mappa di Google relativa al nord del Myanmar )
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1 - Ithaginis c. holoptilus ? 2 - Mappa del nord Myanmar
Ithaginis cruentus holoptilus/marionae nel nord-ovest Myanmar
Immagini crude in grado di dar adito ad altrettante dure considerazioni, che tuttavia non intendo commentare, se non per chiarire che la loro pubblicazione si rende esclusivamente necessaria a testimonianza della località indicata. Ciò premesso, da foto come queste non è possibile stabilire con certezza se sia Itaginis c. "marionae" oppure Ithaginis c. holoptilus. In ogni caso, reputando "marionae" sinonimo o, tuttalpiù, una variante occasionale di holoptilus, il problema non sussiste
1) Ciuffi auricolari che sembrano, sottolineo il sembrano, neri, ma nel contempo pare di scorgere anche qualche piuma bianco-grigiastra. 2) Base della cresta apparentemente cannella scamosciato.
3) Sopracciglio probabilmente spruzzato di nero e redini nerastre.
Foto da: 1-2 by Putao Outdoor Adventures ( Località indicata : 1-2 distretto di Putao, senza ulteriori precisazioni, 04-12-2017 nord ovest Myanmar ).
1 - Ithaginis c. holoptilus o marionae ( ? ) 2 - Ithaginis c. holoptilus o marionae ( ? )


Ithaginis cruentus ( con becco rosso )
Ithaginis cruentus holoptilus ( con becco rosso )
Un'altra conferma, se così la si può definire, viene involontariamente offerta da J. H. Riley nella sua descrizione di Ithaginis c. clarkei, del 1927 riguardante la femmina del congenere Ithaginis c. rocki: <.."Nella femmina di Ithaginis clarkei il becco e le cere si presentano nero opaco ( nella pelle ); rosso, solo con cere e base estrema nerastra in Ithaginis rocki..">.
Commento personale: avendo la possibilità di esaminare decine di immagini risulta evidente che, in realtà, il becco rosso è riscontrabile in tutte le sottospecie, quindi non considerabile come carattere distintivo dell'una o altra forma in quanto dovuto, come in altre specie e generi, all'età. In relazione a quest’ultima, non avendo ancora sufficienti elementi per poterlo confermare con certezza, è difficile stabilire so se possa dipendere dalla sottospecie, ma sembra evidente che i maschi assumono la colorazione nerastra del becco molto prima rispetto alle femmine. Senza escludere, a prescindere, che qualcuna di loro potrebbe mostrare più a lungo, o sempre, questa colorazione. Ciò giustificherebbe il perché tale carattere si evince in diversi periodi dell’anno, anche in soggetti apparentemente adulti, ed esclusivamente nelle femmine.
Precisazione: apparentemente le femmine di Ithaginis c. holoptilus con becco rosso, giovani o adulte che siano, potrebbero sembrare più numerose rispetto alle congenere, tuttavia ciò è solo dovuto al fatto che quest'ultimo è rappresentato da popolazioni più numerose, o comunque più fotografate, vivendo in aree molto più frequentate da fotografi professionisti e turisti, rispetto alle altre sottospecie prese in esame nello studio in oggetto.
Foto da: 1 www.meipian.cn Autore: Xiao Wuge - 2 www.meipian.cn Tīng fēng ( località indicata dai fotografi: 1-2 Laojunshan, contea di Lijiang Yunnan 23-11-2021 e 08-11-2022 - Cina ).
1 - Ithaginis c. holoptilus con becco rosso 2 - Ithaginis c. holoptilus con becco rosso
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Ithaginis cruentus holoptilus ( con becco rosso )
Foto da: 3 www.cnbird.org.cn Autore: Hóng zuǐ lán xǐquè - 4 www.meipian.cn Tīng fēng ( località indicata dai fotografi: 3-4 Laojunshan, contea di Lijiang Yunnan 03-11-2022 e 08 -11-2022 - Cina

3 - Ithaginis c. holoptilus con becco rosso ( 2 femmine con becco rosso - 1 nerastro ) 4 - Ithaginis c. holoptilus con becco rosso

Ithaginis cruentus rocki ( con becco rosso )
Foto da: 5 www.birdmet.cn Autore: Guo Liang - 6 www. flickr.com Autore: Ugly ( località indicata dai fotografi: 5 Baima Snow Mountain no data Yunnan - Cina - 6 Baima Snow Mountain 16-10-2018 Yunnan - Cina, ma, è pressoché certo, come nel caso della gran parte delle foto scattate in questo territorio, che sia la Baima Snow Mountain Nature Reserve - Yunnan - Cina. ).
5 - Ithaginis c. clarkei con becco rosso 6 - Ithaginis c. rocki con becco rosso


Ithaginis cruentus geoffroyi ( con becco rosso )
Foto da: www.birdnet.cn Autori: 7 Lanting - 8 Lao Niu 5588 ( località indicata dai fotografi: 9 Jiagenba, Kangding, Ganzi, Sichuan 16-11-2018 - Cina - 10 Sichuan occidentale no data - Cina ).
7 - Ithaginis c. sinensis con becco rosso 8 - Ithaginis c. geoffroyi con becco rosso


Ithaginis cruentus cruentus ( con becco rosso ) Ithaginis cruentus tibetanus ( con becco rosso )
Foto da: 9 Autore: Leki Wangdi - 10 Autore: Aaron Lang ( località indicata dai fotografi: 9 Khangchendzonga N.P. - Phedang Camp, West Sikkim, 01-12-2021 - India - 10 Bumthang 20-11-2022 - Bhutan )
9 - Ithaginis c. cruentus con becco rosso 10 - Ithaginis c. tibetanus con becco rosso


Ithaginis cruentus sinensis ( con becco rosso ) Ithaginis cruentus berezowskii ( con becco rosso )
Foto da: 11 www.baike.baidu Autore: Guanke - 12 www.birdnet.cn Autore: Peng Gang ( località indicata dai fotografi: 7 Qinling Mountain , sud Shaanxi no data - Cina - 8 Lanzhou, Gannan, Gansu 11-03-2019 - Cina ).
11 - Ithaginis c. sinensis con becco rosso 12 - Ithaginis c. berezowskii con becco rosso

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A proposito di becchi rossi......
Immagini con pulcini nei quali il becco appare completamente rosso.
Foto da: 1-2 www.360doc.com - 3 www.sohu.com
1 - Ithaginis c. geoffroyi ( femmina con pulcino ) 2 - Ithaginis c. geoffroyi 3 - Ithaginis ( non identificato, probabile I. c. sinenis )



A proposito di becchi rossi......
Altre immagini con pulcini e pulcinotti nei quali il becco appare, ancora, pressoché completamente rosso.
Foto da: 1 www.news.cn Autore: Jiao Rongchao - 2 www.inselin.cn Autore: Xiang Dingqian - 3 www.Rongke.WRC.NEFU
1 - Ithaginis c. sinensis ( femmina con prole ) 2 - Ithaginis c. sinensis ( maschio on pulcino ) 3 - Ithaginis ( non identificata probabile I. c. holoptilus )


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A proposito di becchi rossi......
Foto n° 1 ( Ithaginis c. geoffroyi), quelli che dovrebbero essere due giovani maschi, presentano, soprattutto allargando l’immagine, il rosso limitato alla punta delle mandibola superiore, inferiore e cere, mentre il nerastro è già presente sulla parte centrale del becco.
Nella foto n° 2 invece (Ithaginis c. holoptilus) solo la femmina giovane mostra il becco con punta rossa, mentre nei due maschi giovani, certamente fratelli della femmina, è già completamente nerastro con cere rossastre/corno.
Non so se può dipendere dalla sottospecie, ma sembra evidente che i maschi assumono la colorazione nerastra del becco molto prima rispetto alle femmine, e forse qualcuna di loro rimane più a lungo, o sempre, con questa colorazione.
Foto da: 1-2 www.360doc.com - 3 www.sohu.com
1 - Ithaginis c. geoffroyi ( maschio adulto con due, apparenti, maschi giovani ) 2 - Ithaginis c. holoptilus ( due maschi adulti con tre subadulti )
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Ithaginis cruentus rocki........Riley........1925
Prime note descrittive di J. H. Riley.
Ithaginis rocki Riley
Ithaginis rocki Riley, Proe. Biol. Soc. Wash., vol. 38, 1925, p. 9 (Hofuping Mountains, Mekong Valley, Yunnan).
Tre maschi e tre femmine, Hofuping Mountains, Mekong Valley, novembre.
Simile a Ithaginis kuseri Beebe, ma ne differisce per le copritrici auricolari ampiamente striate di bianco-grigiastro 1*) e redini nere anziché rosse.
Non ci sono esemplari di Ithaginis kuseri disponibili per il confronto, quindi ho dovuto basarmi sulle descrizioni e raffigurazione della testa fornite da S. Baker 2*). Gli uccelli di cui sopra non corrispondono ad entrambe e, poiché non sembra 3*) esserci alcuna forma descritta a cui fare riferimento, attribuisco a questa forma il nome del suo scopritore.
Uno degli esemplari contrassegnati come femmina presenta il becco nero, rosso alla base della mandibola inferiore. Dovrebbe trattarsi di un giovane maschio, poiché i tarsi sono più massicci rispetto a quelli della femmina e mostrano uno sperone in boccio. La femmina assomiglia alla clarkei, ma la parte posteriore del collo è meno ampiamente contraddistinta da grigio neutro; fronte, guance e gola sono color cannella-rossiccio, non fulvo-oliva; becchi più piccoli e rossi 4*), neri solo alla base, ma non del tutto. Le specie appartenenti a questo genere risiedono in regioni di alta montagna e sembrano incapaci di attraversare valli calde. Parrebbe che ogni massa isolata di alta montagna sufficientemente antica, all'interno della distribuzione di queste specie, possa essere abitata da una sua specie sua locale. Quando la stessa forma si verifica su due o più catene montuose non direttamente collegate, tende a dimostrare una passata connessione e, più o meno, vicine alla stessa età geologica. Distribuzione e relazioni tra le varie forme sono ancora troppo imperfettamente note perché qualcuno possa dogmatizzarle.
Un solo maschio è stato catturato sul Monte Gomba-la o Kenichunpo, nel Tibet sudorientale, a un'altitudine compresa tra 4.200 e 4.800 metri, a giugno.
Altra, e più dettagliata, descrizione di J. H. Riley.
Tipo, maschio adulto. U.S. National Museum, N° 296085, Ho-fi-ping Mountains Mekong Valley Yunnan – November 1923. Collected by J. F. Rock (Original N° 1351) - Simile all'Ithaginis c. kuseri di Beebe, ma con copritrici auricolari largamente striate di bianco grigiastro e redini nere non rosse.
Maschio, con fronte rosso cremisi e cresta delimitata posteriormente da alcune penne grigie striate di cannella; cresta complessivamente grigio neutro con striature bianco grigiastre bordate di nerastro su ogni lato; parti superiori, copritrici delle remiganti minori e mediane grigio neutro con striature bianche lungo il rachide delimitate da nerastro su ogni lato; mento gola rosso cremisi; redini e piume che circondano la porzione di pelle nuda attorno all'apertura oculare nere; copritrici auricolari nere con ampie striature grigiastro biancastre lungo il rachide che, anteriormente, assumono una colorazione cannella chiaro; gorgiera nera che si estende da dietro le copritrici auricolari sino alla parte anteriore del collo con alcune striature molto fini sui lati dello stesso; collo anteriore e parte alta del petto con alcune striature rosse e cannella; petto rosso cremisi, con striature cannella sulla parte anteriore delle penne e verde crisolito (verde chiaro) bordate da una sfumatura dello stesso colore su quella posteriore; parte centrale del petto verde erba (crescione) chiaro con striature verde crisolito lungo il rachide; piume della parte inferiore del petto basalmente grigio neutro con striature lungo il rachide delimitate da nerastro su ogni lato; ventre grigio neutro chiaro; fianchi grigio neutro con striature bianche lungo il rachide mentre posteriormente risultano bordate di nero su ogni lato, con alcune sfumature e centrate di biancastro; copritrici sottocaudali rosso cremisi con rachide e apici bianchi; porzione esposta delle copritrici alari maggiori e scapolari più lunghe verde erba (crescione) con striature lungo il rachide in verde crisolito, posteriormente bordate di nerastro su ogni lato; primarie e loro copritrici, grigio topo profondo con rachide bianco; secondarie grigio topo profondo con vessillo esterno fulvo dorato e rachide bianco; copritrici caudali superiori grigio neutro con striature bianche lungo il rachide bordato, su ciascun lato, da nerastro, e vessillo esterno ampiamente delimitato da rosso cremisi; coda grigio fumo pallido screziato di grigio topo scuro che, basalmente, diventa di questo colore, vessillo esterno orlato di rosso cremisi ad eccezione della coppia più esterna; cosce grigio neutro con striature bianche ; becco nero con cere salmone ocraceo; zampe rosso corallo (nella pelle ); iris rosso pesca. La femmina assomiglia alla conspecifica I. c. clarkei, ma la parte posteriore del collo non è così ampiamente contraddistinta da grigio neutro; fronte, guance e gola color cannella rossastra, non fulva oliva; becco rosso più piccolo, nero solo basalmente.
Osservazioni: il dottor Rock ottenne tre maschi e tre femmine di questo interessante forma. Un maschio assomiglia al tipo, tranne per il fatto che il rosso sul petto presenta più piume centrate sul verde mentre l'altro non ha il nero che si estende lungo la parte anteriore del collo, ma il rosso della gola continua senza interruzione a raggiungere il petto con alcune penne della coda che si presentano grigio fumo senza screziature, diventando biancastre agli apici. L’esemplare tipo e il secondo maschio hanno due speroni sul tarso, il terzo, senza gorgiera nera sulla parte anteriore del collo, ne è privo; altrimenti sono essenzialmente simili.
Descrizione di Ithaginis c. rocki che, seppur velatamente, contraddice in un certa misura le prime note descrittive di Riley e, nel contempo, a mio parere, conferma l'impossibilità di sinonimia con Ithaginis holoptilus in: NOVITATES ZOOLOGICAE A Journal of Zoology IN CONNECTION WITH THE TRING MUSEUM - EDITED By LORD ROTHSCHILD, F.R.S., Vol. XXXIII, 1926. BIRDS of YUNNAN
Descrizione e note di Rothshild F.R.S ( Birds of Yunnan )
Ithaginis cruentus rocki Riley.
Ithaginis rocki Riley, Proc. Biol. Soc. Washington, vol. xxxviii, p. 9 (1925) (Hofuping Mts., Mekong Valley Il dott. Richmond, gentilmente, mi prestò due paratipi di questa nuova forma, e da essi è evidente che la descrizione originale di Riley è un poco fuorviante probabilmente perché fu in grado di confrontarlo solo con Ithaginis c. kuseri (Beebe) e non con Ithaginis c. clarkei e tibetanus. Come già precedentemente affermato, rocki è esattamente intermedio tra tibetanus e clarkei; differisce da clarkei e concorda con tibetanus per la fronte rossa, non nera. Corrisponde a clarkei e diverge da tibetanus per la lunga cresta grigia uniforme che con piume più lunghe rispetto a quelle presentate da tibetanus, ma molto meno scomposte, ed ancor meno che in clarkei, senza traccia delle strisce bianche sul rachide così evidenti in tibetanus.
Ithaginis c. rocki - Autore/foto: Staffan Widstrand

Ithaginis c. holoptilus - Autore/foto: Chou Mo Yin Chu

Base della cresta nella quale si evince il camoscio cannella, per quanto sia meno esteso che nel tibetanus; copritrici auricolari più corte che in clarkei, con la maggior parte delle piume che mostrano una larghezza normale, la metà inferiore con macchie bianche più grandi che nel tibetanus, mentre quella superiore è nera come in nessuna delle due; parti superiori e coda concordano esattamente con clarkei, mentre la gola e i due terzi superiori del petto corrispondono a tibetanus, piume scomposte e semi tali dell'addome e fianchi sono grigie come in clarkei, non color camoscio brillante come in tibetanus; piume verdi della parte inferiore si presentano intermedie tra le due. Il dott. F. Rock raccolse 3 maschi e 3 femmine sui monti Hofuping, novembre 1923.
Descrizione di Delacour: nel complesso il maschio assomiglia all'I. c. tibetanus, ma con colorazione generalmente più chiara, con meno rosso sul petto, più verde sull'ala; cresta grigia moderatamente lunga e scomposta, rossastro fulvo alla base; fronte rossa; redini e sopracciliari neri; copritrici auricolari nere con rachidi bianchi e fulvi, mentre il rosso di gola e guance risulta striato con colorazione fulvo-cannella; copritrici alari interamente verdi con rachide chiaro; parte superiore del petto verde grigiastro con rosso, più fulvo che in I. c. tibetanus; piume del dorso e della groppa grigie senza sfumature verdi, con margini grigio scuro fino a rachide bianco; coda grigio chiaro. La femmina è simile alla conspecifica I. c. tibetanus ma più chiara, più grigiastra e più maculata.
Commento personale e osservazioni.- A mio parere, queste note descrittive costituiscono un'altra testimonianza della leggerezza con la quale, a volte, venivano riconosciute forme che non meritavano in nessun caso lo status specifico in quanto solo variazioni fenotipiche o ibridi naturali, nonché la confusione sia degli autori del passato, quanto moderni ed attuali, nei riguardi di questo genere. Era il 1925, quindi in molte pubblicazioni si potevano trovare descrizioni più o meno dettagliate di “kuseri”, e congeneri, così come molto altro materiale che gli avrebbe permesso di approfondire le sue conoscenze in riguardo a queste forme.
1*) Se lo considerava simile al kuseri di Beebe, perché afferma che il suo rocki presenta copritrici auricolari largamente striate di bianco grigiastro e redini nere, non rosse. D’accordo, in parte, per quest’ultime, tuttavia, anche il kuseri di Beebe mostra copritrici auricolari grigio biancastre. Forse intendeva la lunghezza ? Non credo, ma se così fosse, avrebbe dovuto precisarlo.
2*) Non ha l’opportunità di esaminare esemplari di Ithaginis kuseri per il confronto (mi domando a quali si riferisse [!?] ), e che quindi dovette basarsi sulle descrizioni e raffigurazione della testa fornite da Stuart Baker nel 1915 mentre non considera, oppure non ha visto l’illustrazione del 1916 del tutto diversa dalla precedente.
3*) Dato che i “suoi” esemplari non corrispondono sia al kuseri di Beebe che di Baker, e sembra non esserci altre forme descritte a cui fare riferimento decide che questo basti per riconoscere specificatamente rocki.
4*) L’apparente particolarità dei becchi rossi delle femmine è stata sopra argomentata al termine della parte dedicata all’Ithaginis holoptilus. Tuttavia, la possibilità che potesse trattarsi di un soggetto giovane con piumaggio non ancora del tutto completo e ciò, di fatto, renderebbe invalida la descrizione, o comunque non del tutto attendibile. Come già precedentemente argomentato, questa caratteristica solitamente contraddistingue i giovani individui di molte specie, e quindi anche quelle comprese nel genere Ithaginis. In ogni caso, non è per nulla chiaro fino a che età rimanga di questo colore o se in alcuni soggetti perduri per tutta la vita.
Leggenda.- A sinistra indicato i rosso l’area del Kawakarpo mountain (ulteriori info post mappe). Sulla destra la Baima Snow Mountain National Nature Reserve che si trova tra la contea di Dêqên, nella Prefettura Autonoma Tibetana di Diqin o Diqing, a volte indicata come Dêqên, e la contea di Markam, nella Regione Autonoma del Tibet. Situata nella parte centrale dei Monti Hengduan, la Baima Snow Mountain National Nature Reserve si estende sui pendii del del tratto compreso tra il Baima Snow Mountain, la vetta principale a nord dei Monti Yunling, ed il Renzhi Snow Mountain. Le altitudini maggiori si verificano a nord, mentre a sud, nella zona di transizione tra l'altopiano del Qinghai-Tibet e quello dello Yunnan-Guizhou diminuscono gradualmente.


Il Kawakarpo *, spesso citato dai fotografi come nel caso delle immagini sotto poste, si eleva sulla riva orientale del fiume Nujiang o solo Nu, al confine tra la contea di Dêqên, Yunnan, e le contee di Zogang e Zayü della regione autonoma del Tibet o Xizang, e con i suoi 6740 m., risulta la vetta più alta dello Yunnan e tra le più sacre per i tibetan. Spesso viene anche identificato come Nyainqênkawagarbo allo scopo di mostrare la sua sacralità ed evitare l’ambiguità con l'altro Kawagarbo nella contea di Gongshan. A causa di un errore commesso dall'esercito cinese negli anni '50 del secolo scorso venne trascritto il nome di una catena montuosa più bassa a nord in un'area molto più ampia che includeva anche il Kawa Karpo. In tibetano il nome di questa catena è Menri (sistema Wylie; Sman-ri nel sistema Wade-Giles; nome che letteralemnet significa “Montagne delle Erbe Medicinali”), ma è più ampiamente conosciuto con la sua traslitterazione cinese, Meili Xue Shan o Montagna innevata di Meili *. Questo è il nome più ampiamente applicato alla catena da fonti cinesi e occidentali. La catena Meili è un piccolo massiccio facente parte del molto più esteso Hengduan Shan, il principale complesso montuoso con andamento nord-sud che si erge lungo il margine orientale dell'altopiano tibetano nel Tibet orientale , nello Yunnan nord-occidentale, nel Sichuan occidentale e nell'estremo nord del Myanmar . Il Kawa Karpo forma parte dello spartiacque tra i fiumi Salween (Nujiang) e Mekong (Lancangjiang).
** L'esplicitazione si è resa necessaria in quanto il fotografo non ha ritenuto di precisare ulteriormente la località, tuttavia ciò non è rilevante in quanto entrambe così come Baima Snow Mountain National Nature Reserve, sono comprese nell'area tipica per l'Ithaginis c. rocki.
Ithaginis cruentus rocki
Nel maschio in primo piano della foto 3 la fronte visivamente nerastra potrebbe essere dovuta ad effetto fotografico, come, più verosimilmente, risultare di questa colorazione, similarmente alle successive immagini con soggetti in apparente promiscuità ad altri “tipici".
Già nel 1968, citato anche precedentemente, in “Journal of the Bombay Natural History Society Vol. 66 – N°1” “Catalogue of the Birds in the Collection of the Bombay Natural History Society”, Humayum Abdulali menziona "l’esemplare 13396 di Htawgaw (alta Birmania, attuale Myanmar) che differisce da un altro della stessa area (probabilmente variante marionae) per avere la fronte nera, il sopracciglio quasi nero e le copritrici auricolari striate. Anche le piume rosse del mento sono bordate di crema, presentando un aspetto maculato assente negli altri esemplari. Probabilmente rappresenta un piumaggio intermedio".
Foto da: 1-2 www.naturepl.com Autore Dong Lei - 3 www.zt.shangri-la.cn Autore Peng Jiansheng (ocalità indicata dai fotografi: 1-2 Lancang-Mekong river, Kawakarpo Mountain, Meili Snow Mountain National Park, Yunnan 17-04-2015 Cina - 3 Baima Snow Mountain National Nature Reserve, Yunnan 19-07-2011 Cina )
1 - Ithaginis c. rocki 2 - Ithaginis c. rocki 3 - Ithaginis c. rochi


Ithaginis cruentus rocki
Foto da: 1 www.naturepl.com Autore: Dong Lei ( località indicata dal fotografo: come sopra per le foto 1 e 2 )
1 - Ithaginis c. rocki



Ithaginis cruentus rocki
Foto da: 1-2-3 www.wildwondersofchina.com Autore: Staffan Widstrand ( località indicata dal fotografo: 1-2-3 Baima Snow Mountain Nature Reserve - Yunnan 24-10-2017 - Cina - Quindi confinante, se non a sovrapporsi, alle gamme tipiche di Ithaginis c. holoptilus e Ithaginis c. clarkei )
1 - Ithaginis c. rocki 2 - Ithaginis c. rocki 3 - Ithaginis c. rochi

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Ithaginis cruentus rocki
Nelle tre immagini sotto poste, una parte della serie fotografica che include anche alcune delle precedenti, così come per le successive, effetto fotografico o meno la fronte nera parrebbe di gran lunga più comune rispetto alla rossa o rossastra come da descrizione per questa forma.
Foto da: 1-2-3 www.naturepl.com Autore: Dong Lei ( località indicata dal fotografo: 1-2-3 Lantsang Mekong river, Kawakarpo Mountain, Meri Snow Mountain National Park, Yunnan ( gennaio ) pubblicato 17-04-2015 )
1 - Ithaginis c. rocki (?) 2 - Ithaginis c. rocki (?) 3 - Ithaginis c. rochi (?)



Ithaginis cruentus rocki
Ciò che sembra sempre più realistico, come anche supposto in passato, è che l’estremo nord ovest dello Yunnan, e la Baima Snow Mountain National Nature Reserve in particolare, sia una sorta di crocevia dove si incontrano Ithaginis c. geoffroyi e holoptilus/"marionae" dando origine ad alcune forme ibride, due delle quali descritte e riconosciute come distinte, cioè Ithaginis c. rocki e clarkei, ed altre apparentemente intermedie tra questi e le sottospecie originali.
Prendendo come riferimento l’area tipo assegnata all’Ithaginis c. rocki, potremmo indicativamente delineare un range generale con ad ovest di questa, o meglio, in tutto il nord ovest, Ithaginis c. holoptilus, mentre a nord appena ad ovest, nord, nord-est, est ed est verso sud perlomeno sino al nord di Kunming, si trova l’Ithaginis c. geoffroyi con le gamme di entrambe le sottospecie che da nord verso sud, sud est, o viceversa, si propagano più o meno parallelamente sovrapponendosi, molto verosimilmente, in alcune aree. In tutto il nord e nord est dello Yunnan la distribuzione menzionata per Ithaginis c. geoffroyi, sostanzialmente, comprende anche quella di Ithaginis c. rocki e senza alcun dubbio di Ithaginis c. clarkei, come alcune immagini inequivocabilmente suggeriscono.
Se così fosse, e non ho motivo per dubitare, l’incapacità d’attribuzione con sicurezza all’una o all’altra sottospecie riscontrabile fotograficamente in gran parte dei casi, costituisce un’ulteriore prova della natura ibrida di Ithaginis c. rocki e clarkei, così come in quelle sopra esposte, oppure nella successiva serie di 7 foto, ad esempio, parrebbero contraddizioni o caratteri intermedi, troverebbero la loro giustificazione.
Innanzitutto serve sottolineare che le immagini sono di buona qualità, quindi parrebbe da escludere eventuali effetti fotografici in relazione, soprattutto, alla colorazione della fronte che appare più che altro nerastra leggermente sfumata di camoscio, altrimenti, non sarebbe spiegabile il perchè in tutte la gola si presenta in rosso cremisi anziché nera o comunque scura. Tuttavia, per le successive 7 non è chiaro se si tratta di una coppia oppure siano due o tre maschi ed una femmina. Il condizionale è d’obbligo in quanto nelle foto 1 e 2 il maschio, probabilmente lo stesso, ad eccezione della fronte visivamente nerastra, e la cresta forse troppo scomposta, mostra caratteristiche associabili all’Ithaginis c. rocki, mentre nelle foto 3 e 4 il soggetto, perlomeno fotograficamente, parrebbe presentare caratteristiche assegnabili all'Ithaginis c. clarkei. Circa le medesime considerazioni per il maschio delle foto 5 e 7, presumibilmente lo stesso delle foto 3 e 4, senonché in queste rispetto alle foto 1 e 2, la cresta pare più corta e composta, o meglio, più composta che scomposta, e ciò non sarebbe considerabile per Ithaginis c. clarkei.
Insomma, una sorta di piccolo enigma, che comunque si dissolve, o non prende neppure consistenza, nel momento in cui si ritengono entrambi ibridi naturali.
Foto da: 1-2 www. flickr.com Autore: Ugly (località indicata dal fotografo: 1-2 Baima Snow Mountain, Yunnan 16-10-2018 Cina)
1 - Ithaginis c. rocki (?) 2 - Ithaginis c. rocki (?)


Ithaginis cruentus rocki o clarkei ?
Foto da: 3-4 www. flickr.com Autore: Ugly (località indicata dal fotografo: Baima Snow Mountain 16-10-2018 Yunnan - Cina)
3 - Ithaginis c. rocki ? 4 - Ithaginis c. rocki ?


Ithaginis cruentus rocki o clarkei ?
Foto da: 5-6-7 www. flickr.com Autore: Ugly (località indicata dal fotografo: Baima Snow Mountain 16-10-2018 Yunnan - Cina)
5 - Ithaginis c. rocki (?) 6 - Ithaginis c. rocki femmina con becco rosso 7 - Ithaginis c. rochi (?)
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Ithaginis cruentus rocki o intermedio ?
Il giovane maschio di circa un anno, a giudicare dal nodulo che costituisce lo sperone, e da altri particolari del piumaggio, lo stesso, nelle due successive foto nonostante siano con tutta probabilità ritoccate ed accentuata l’intensità dei colori, a giudicare, anche, dal verde sulle ali dei soggetti in secondo, terzo piano e quarto piano, offre comunque un buon esempio di variabilità essendo sicuramente attribuibile all’Ithaginis c. rocki, ma, nel contempo, con caratteri riconducibili all’Ithaginis c. holoptilus. Purtroppo non è neppure possibile stabilire con certezza se la colorazione della fronte sia soggetta al solito effetto fotografico con il rosso che appare nero, oppure, più verosimilmente, nerastra con la base della cresta sulla quale si evincono alcune sfumature rosse e fulvo cannella. Anche il modello delle piume che compongono il collare biancastro sulla parte posteriore del collo sembra una via di mezzo tra quello mostrato da Ithaginis c. rocki e holoptilus. ma comunque non indicativo trattandosi di un soggetto giovane.
Foto da: 1-2 www.naturepl.com Autore: Dong Lei ( località indicata dal fotografo: 1-2 Meili Lantsang Mekong river, Kawakarpo Mountain, Meri Snow Mountain National Park, Yunnan Province 15-03-2017 Cina )
1 - Ithaginis c. rocki o intermedio ? 2 - Ithaginis c. rocki o intermedio ?
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Ithaginis cruentus rocki, clarkei o intermedio ?
Aaltre immagini definibili emblematiche, ancora una volta a suggerire l’incertezza sottospecifica di Ithaginis c. rochi e Ithaginis c. clarkei. I 4 maschi ripresi nelle foto, ad eccezione della n° 5 con Ithaginis c. holoptilus, ed in particolare la n° 1 e 2 scattate nella stessa località della precedente, dovrebbero, in base alle indicazioni, convivere con i congenere Ithaginis c. rocki. Per tutti, data la ricchezza ed uniforme intensità del nero che compone la maschera facciale, con qualche dubbio per il maschio della foto 4, mentre la gola mostra il rosso cremisi, parrebbe sia da escludere il solito effetto fotografico, quindi con caratteri attribuibili, perlomeno da quello che risulta dalle immagini, non mi stancherò mai di ripeterlo, sia ad Ithaginis c. rochi quanto all’ithaginis c. clarkei facendone, se così fosse, dei potenziali ibridi .
Nelle foto 1 e 2 dei maschi apparentemente simili all'esemplare 13396 procurati nell'alta Birmania (Myanmar) menzionato da Humayum Abdulali nel 1969, citato anche nella parte dedicata all'Ithaginis c. kuseri. Descrizione delle caratteristiche di questi due esemplari: gola rosso cremisi come in entrambe le forme; maschera facciale, compresa la fronte, che appare in un uniforme nero come nell'ithaginis c. clarkei, mentre in ithaginis c. rochi quest'ultima è rossastro cannella. Va detto che in entrambe le foto, in particolare la 1, parrebbe di scorgere una leggera sfumatura camoscio alla base della cresta. Quest'ultima che, in entrambe le foto, oltre a sembrare non eccessivamente lunga (in Ithaginis c. clarkei si presenta piuttosto sviluppata), quindi in linea con quella dell'Ithaginis c. rochi, si mostra con fattura diversa. In entrambe le forme dovrebbe essere scomposta, tuttavia nella foto 1 è palesemente corta e apparentemente una via di mezzo tra composta e scomposta, o comunque non del tutto scomposta, mentre nella foto 2 è del tutto scomposta; copritrici auricolari piuttosto lunghe come in entrambe le forme, soprattutto in Ithaginis c. clarkei. Nella foto 1, si evince l'assenza della, o comunque solo accennata, gorgiera nera, cioè come nell'Ithaginis c. rocki, mentre nella foto 2, viene mostrata una gorgiera nera ben evidente, difforme da entrambe le forme, più simile a quella presentata, solitamente, dall'Ithaginis c. holoptilus. I due maschi, come già sopra menzionato, sono stati fotografati nella stessa area e gruppo, ciò si evince, anche, sia dalla località indicata dal fotografo, che dall'habitat circostante quanto dalla sequenza delle immagini (qui pubblicate solo alcune. Vedere serie precedenti dello stesso autore e non solo).
Foto da: 1-2 www.naturepl.com Autore: Dong Lei ( loclità indicata dal fotografo: 1-2 Lancang Mekong river, Kawakarpo Mountain, Meili Snow Mountain National Park, Yunnan ( gennaio ) pubblicato 17-04-15 )
1 - Ithaginis c. rocki , clarkei o intermedio ? 2 - Ithaginis c. rocki, clarkei o intermedio ?

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Ithaginis cruentus clarkei, rocki.....o intermedio ?
Nelle foto 3-4 vengono mostrati gli caratteri argomentati per i due precedenti maschi. In questo caso data la postura, non è possibile analizzare le parti inferiori e constatare la presenza o meno della gorgiera nera che, comunque, parrebbe non esserci. L'unico dubbio riguarda la colorazione della fronte del maschio nella foto n°4 che potrebbe essere soggetta al solito effetto fotografico, ma se anche così fosse non sarebbe rilevante Non facile neppure stabilire l'ampiezza del collare biancastro sulla parte posteriore e lati del collo, ma per struttura generale della testa, coperture auricolari, cresta, quest'ultima, tuttavia, apparentemente più composta che scomposta, e colorazione nera della barra sopraorbitale, parrebbero più simili all'Ithaginis c. clarkei. In ogni caso, caratteri piuttosto misti che rendono difficile l'attribuzione all'una o altra sottospecie.
L'Ithaginis c. holoptilus nella foto 5 è stato volutamente inserito in questa parte, in quanto come postura è simile a quella assunta nelle altre due, ma come ben si evince, la fronte risulta chiaramente rossastra sfumata di cannella aranciato; copritrici auricolari grigio biancastre poco pronunciate e meno numerose; cresta visibilmente composta e relativamente breve con colorazione diversa; collare biancastro ben delineato sulla parte posteriore del collo.
Foto da: 3 by IBE - 4 www.lcj.yn.gov.cn - 5 www.cnbird.org.cn Autore: Whispering Birds ( località indicata dai fotografi: 1-2 solo Yunnan, ma dall'ambiente circostante con tutta probabilità di tratta delle Baima Snow Mountain Nature Reserve no data - Cina - 3 Dulong River, Nu River, Gongshan, Yunnan 26-04-2020 - Cina )
3 - Ithaginis c. rocki o intermedio ? 4 - Ithaginis c. rocki o intermedio ? 5 - Ithaginis c. holoptilus
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Ithaginis cruentus clarkei (fagiano insanguinato di Kalrke).....Rothschild L.W. .....1920
Luoghi di origine: Nord-ovest dello Yunnan nella contea autonoma di Yulong Naxi, prefettura di Lijiang, o Likiang Yunnan – Cina (Jade Dragon Snow Mountain o Yulong Xueshan 1*), tuttavia la distribuzione di questa specie è tutt'altro che chiara. Infatti, inequivocabili prove costituite da foto e video suggeriscono che gli areali occupati dall'Ithaginis c. clarkei, siano ben più vasti estendendosi dalle Meili Snow Mountains (area Ithaginis c. rocki) ad occupare gran parte dell'est della prefettura autonoma tibetana di Diqing o Diqin, Yunnan, Cina, area Shangri-La in particolare e verso sud a raggiungere l'area tipica. Da rilevare che la maggior parte delle, comunque non molte immagini (e video) trovate, sono state scattate e video-registrate (video) in area Meili Snow Mountains (contea di Dêqên, amministrata dalla prefettura autonoma tibetana di Dêqên o Diqing) se confermate, e Shangri-La. Gli stessi cinesi non menzionano registrazioni ascrivibili all'Ithaginis c. clarkei sulle Jade Dragon Snow Mountain, ma di un ibrido prodotto dall'incrocio tra Ithaginis c. kuseri (ovviamente si tratta del "kuseri" di Beebe) e Ithaginis c. geoffroyi in un area compresa tra Diqing e Shangri-La area dove, tra l'altro, sono state scattate pressoché tutte, se non tutte, le foto di Ithaginis c. clarkei. Proprio in relazione alla posizione geografica indicata una delle due forme coinvolte, anziché Ithaginis rocki, potrebbe essere holoptilus/marionae,. Palese invece palese, che l'ibrido menzionato dai cinesi sia Ithaginis c. clarkei, così come l'incrocio da loro suggerito non faccia altro che dare maggior senso e supportare le ipotesi riguardanti questa forma e Ithaginis c. rocki.
1* ) Le Jade Dragon Snow Mountains o Yùlóng Xuěshān, conosciuto anche come Monti Yulong o Yulong Snow Mountains. Si tratta di massiccio o piccola catena montuosa che si erge nella contea autonoma di Yulong Naxi , Lijiang ( Yunnan - Cina ). La sua vetta più alta è il shanzidou o Shan-Tzu-tou. In lingua Naxi le Jade Dragon Snow Mountains sono conosciute come Monti Satseto. Con i suoi 5596 metri lo Shanzidou ne è la cima più elevata.
Commento personale:- Da rilevare, quasi a confermare la sua natura ibrida, che od ovest della gamma tipo di Ithaginis c. clarkei si trova l’Ithaginsi c. holptilus mentre ad est Ithaginis c. geoffroyi. Alcune inequivocabili immagini, come quelle visibili alla fine della parte dedicata a questa forma, confermano la presenza di Ithaginis c. holoptilus in piena gamma Ithaginis c. clarkei.
Di seguito riportati per esteso 3 "momenti" storici riferiti a questa forma. Dalla sua scoperta e riconoscimento specifico, alla declassazione da parte dello stesso Rothschild a sottospecie di Ithaginis geoffroyi.
All'inizio è incluso un lungo resoconto del quale, per ovvi motivi, vengono considerati solo gli uccelli appartenenti al genere Ithaginis con descrizioni ed osservazioni allegate alle specifiche parti:
BULLETIN OF THE BRITISH ORNITHOLOGISTS’ CLUB. N°. CCXLVII. ( 25-02-1920 )
"..Nel corso della duecentoquarantaquattresima Assemblea del Club tenutasi presso il Pagani's Restaurant, 42-48, Great Portland Street, West, mercoledì 14 gennaio 1920 il presidente Lord Rothschild F.R.S., presenta una nuova specie di fagiano sanguigno, che descrive come segue.."
Ithaginis clarkei, sp. nov.
Maschio tipo.- Fronte nera; corona bianco-brunastro sporco striata di grigio; cresta occipitale e copritrici auricolari lunghe, grigie, con piume decomposte come in Ithaginis geoffroyi. Collo con lunghe penne appuntite di colore grigio biancastro con bordi grigio ardesia; dorso e gran parte del groppone grigio-ardesia chiaro, piume con rachide bianco e ampie strisce sullo stesso;; scapolari più o meno intensamente soffuse di verde mela, lunghe penne inferiori del groppone bordate di cremisi; timoniere grigio-biancastre pallide anch'esse bordate di cremisi; copritrici alari grigio-ardesia con strisce bianche sul rachide, i due terzi esterni fortemente saturati di verde mela; primarie e secondarie grigio ardesia scuro con strisce bianche sul fusto e bordi esterni biancastri; redini e ampia fascia sopraccigliare nere; guance, mento e gola cremisi scuro, ogni penna con una linea del rachide color cuoio opaco; parte superiore del petto color cuoio marroncino terroso, metà esterna di ogni penna e bordi della metà basale delle stesse grigio pallido; parte inferiore del petto, fianchi e addome grigio cuoio verdastro soffuso e bordato di verde mela; sulla metà superiore del petto sono presenti ampie macchie sparse color cremisi; cosce grigio ardesia, ciascuna penna con un'ampia linea bianca del rachide; crissum (area cloacale) e sotto le copritrici caudali cremisi con apici biancastri e rachidi bianchi.
2° maschio.- Fronte, sommità del capo, redini e gola nere, guance e gola leggermente sfumate di rossastro e con strisce più chiare sui rachidi; superficie superiore grigio ardesia più scura; petto grigio ardesia, alcune penne leggermente sfumate di camoscio verso la base, solo deboli tracce di due macchie rosse; addome e parte inferiore del petto interamente soffusi di verde mela.
3° e 4° maschio.- Fronte e redini nere; sommità e cresta grigio ardesia, gola e guance leggermente soffuse di rossiccio.
Femmina.- Fronte e sommità rossicce bordate di marrone; Occipite e cresta grigio ardesia leggermente sfumati di marrone; dorso, groppone, ali e timoniere marrone sfumato di grigio e fittamente punteggiato di grigio chiaro, primarie marrone scuro; parte inferiore marrone grigiastro, punteggiata di lentiggini più chiare; mento rossiccio.
Iris giallo-arancio; becco nero; zampe e piedi scarlatti; artigli marrone scuro.
Habitat.- Catena del Likiang o Lijiang, 3.650-4.270 metri di altitudine, angolo nord-occidentale dello Yunnan, latitudine 27° 20', longitudine 100° 2' est.
Maschio tipo, luglio 1918, al British Museum; raccolto dal Sig. George Forrest per il Colonnello Stephenson Clarke. 4 maschi e 1 femmina.
Questa è una scoperta molto interessante, poiché apprendiamo che due specie di Ithaginis possono essere presenti nello stesso territorio; Questa nuova specie si trova nella medesima area di Ithaginis kuseri Beebe. Credo, tuttavia, che alla fine si scoprirà che Ithaginis kuseri abita una zona faunistica della catena montuosa diversa da quella in cui si trova iIthaginis clarkei 1*)
NOVITATES ZOOLOGICAE A Journal of Zoology IN CONNECTION WITH THE TRING MUSEUM Vol. XXVIII (pag. 14) del 1921
ON A COLLECTION OF BIRDS FROM WEST-CENTRAL AND NORTH-WESTERN YUNNAN.
By lord Rothschild F.R.S 1921
Questa collezione fu procurata dal noto collezionista botanico George Forrest per il Colonnello Stephenson Clarke, durante gli anni 1918-1919, e consiste di 1.442 esemplari di 278 specie e sottospecie. Il Colonnello Stephenson Clarke sta generosamente donando i tipi di nuove forme e metà del resto al British Museum e l'altra metà al Tring Museum.
I principali luoghi in cui furono raccolti i campioni riguardano la catena montuosa del Likiang nonché colline e valli che circondano Tengyueh (meglio conosciuta come Tengchong, contea nella prefettura di Baoshan, Yunnan, Cina). Gli altri luoghi della raccolta furono TongShan, la valle dello Yangtze, dorsale Shweli-Salwin e valle dello Shweli.
La catena del Likiang o Likiang si trova nello Yunnan nord-occidentale e l'area della raccolta si trova a circa 27,20° di latitudine nord e 100,22° di longitudine est. Tengyueh e il suo distretto sono ubicati a circa 25° di latitudine nord e 98,28° di longitudine est, la dorsale Shweli-Salwin a circa 25,40° di latitudine nord e 98° di longitudine est. Il carattere dell'avifauna è spiccatamente himalayano, ma molti migratori provenienti dal nord svernano nello Yunnan, e i distretti di Tengyueh e Shweli mostrano una netta preponderanza birmana.
Di recente sono state pubblicate due liste sugli uccelli dello Yunnan. Una da Collingwood Ingram nel 1912 sulle Novitates Zoological, in cui includeva tutte le registrazioni aggiornate, e la seconda nel 1914, da Outram Bangs e John C. Phillips, nel Bulletin of the Museum of Extrative Zoology del 1914, che fornisce solo un resoconto della raccolta effettivamente trattata. Ingram enumera 352 forme e Outram Bangs 238; 78 di queste ultime non sono contenute nella prima, cosicché fino al 1914 erano state registrate 430 forme nello Yunnan, di cui 7 sono indubbiamente registrate per errore, cosicché ne rimangono 423. S. Uchida e N. Kuroda, in Annotationes Zoologicae Japonenses, 1916, registrano altre 46 forme, di cui 33 erano già state registrate, poiché gli autori avevano trascurato l'articolo di Bangs e Phillips, cosicché il numero totale fino al 1921 era di 436. Il numero di forme presenti nella presente collezione, nuove per l'avifauna dello Yunnan, è di 59, quindi attualmente conosciamo 496 forme dello Yunnan.
Considerando la quasi totale assenza di uccelli di grandi dimensioni in questa collezione e la piccolezza della serie a cui si mira, la proporzione di 278 delle 496 specie note è notevolmente elevata. Nella seconda raccolta inviata c'erano 192 uccelli con etichette cinesi, o in alcuni casi senza. A causa di malattia e partenza per una nuova spedizione, il signor Forrest non è stato temporaneamente in grado di etichettarli; e poiché provengono tutti dal distretto di Tengyueh (incluso lo spartiacque Shweli-Salwin), li ho qui registrati semplicemente come provenienti dal distretto di Tengyueh.
Ithaginis clarkei Rothsch.
Itliaginis clarkei Rothschild, Bull. B.O.C. xl. p. 67 (1920) (Lichiang Range, Yunnan). Si tratta di una scoperta molto interessante, poiché proviene dallo stesso paese di Ithaginis kuseri Beebe.
1 maschio adulto, 3 giovani, 1 femmina Luglio 1918 - Altitudine tra 3650 e 4260 metri, pineta. (Iride giallo-arancio; becco nero; zampe e piedi scarlatti; nuche marrone scuro.)
Le principali differenze di questa specie da Ithaginis cruentus riguardano la cresta più lunga, copritrici auricolari lunghe e appuntite e, negli esemplari più giovani, la maschera nera nei maschi; superficie superiore e inferiore più grigia ed uniforme nelle femmine.
NOVITATES ZOOLOGICAE A Journal of Zoology IN CONNECTION WITH THE TRING MUSEUM Vol. XXX., N° 1 – (pag. 33) 21/03/1923.
ON A SECOND COLLECTION SENT BY MR. GEORGE FORREST FROM N.W. YUNNAN
By lord Rothschild F.R.S.
Ithaginis clarkei Rothsch.
Ithaginis clarkei Rothschild, Bull. B.O.C. xl. p. 67 (1920) (Lichiang Range, Yunnan).
George Forrest riuscì a catturare 4 maschi e 1 femmina in questo viaggio, con piumaggio completo, a 3.300-4.000 metri di quota, in foreste di conifere, tra novembre e dicembre del 1921. Credo che sarà interessante fornire una nuova descrizione del piumaggio integro.
Maschio: fronte nera, sommità della testa e cresta piuttosto lunga grigio-cenere bluastro, leggermente sbiadita con camoscio all’apice, piume molto disintegrate; guance nude, ampia fascia sopra l'occhio nera, piume sotto la parte nuda del viso nere e rosse; Copritrici auricolari lunghe, strette e appuntite, grigio chiaro bordate di fosco e più o meno sfumate di carminio chiaro; mantelline del collo lunghe e appuntite, grigio-biancastre bordate di grigio-bluastro. Dorso e groppone grigio-bluastro-cenere con una striscia biancastra sul rachide bordata di nero fuliggine; queste strisce sul rachide si allargano verso il groppone e diventano molto larghe sulle copritrici caudali superiori. Penne della coda grigio-cenere bordate di cremisi, che divengono più chiare verso l’apice. Remiganti primarie esterne bordate di grigio-biancastro, il resto delle remiganti esterne e interne grigio scuro, secondarie grigio-marroncino scuro bordate tutt'intorno di grigio-biancastro, quelle esterne anche sfumate grigio chiaro verso l'apice; strisce sul fusto grigio-biancastro pallido. Copritrici alari esterne e inferiori leggermente disintegrate, verde mela. Parti inferiori: gola e mento da biancastri a grigio cenere, più o meno intensamente saturi di arancione, camoscio e cremisi; petto grigio cenere sfumato con striature camoscio scure molto strette biancastre sul rachide; parte inferiore del petto e addome grigi, più o meno intensamente saturi di verde mela e con, nella maggior parte dei casi, macchie cremisi sul petto. Copritrici sottocaudali cremisi intenso con linee del rachide biancastre strette ed apici biancastri. Becco nero, cera scarlatta, piedi e zampe scarlatti. Iride giallo-arancio, pelle nuda delle guance scarlatta. Ali 202-212 mm.
Femmina:- Fronte color cannella-marrone; corona, cresta e parte posteriore del collo grigio-bluastro-cenere; resto della parte superiore grigio-brunastra finemente vermicolata di fosco. Coda marrone scuro vermicolata di grigio. Primarie marrone fosco sfumate di grigio. Mento e gola color cannella sfumati di grigio sul collo; resto della parte inferiore grigio-marrone sfumato di cannella e finemente vermicolata di fosco scuro. Copritrici sottocaudali più tinte di grigio cenere. Becco nero; cera rosso opaco. 4 maschi - 1 femmina - Areale di Lichiang 3350-3960 metri, novembre-dicembre 1921, foresta di conifere.
NOVITATES ZOOLOGICAE
A Journal of Zoology IN CONNECTION WITH THE TRING MUSEUM Vol. XXX., N° 2 (pag. 247—267) – 30/10/1923.
ON A THIRD COLLECTION OF BIRDS MADE BY MR. GEORGE FORREST IN NORTH-WEST YUNNAN
By lord Rothschild F.R.S
Ithaginis geoffroyi clarkei Rothsch.
Ithaginis clarkei Rothschild, Bull. B.O.C. xl. p. 67 (1920) (Lichiang Range, Yunnan).
La meravigliosa serie inviata da Forrest, composta da 29 maschi e 9 femmine, getta una luce completa nuova sullo stato di questa specie e, tra l'altro, dimostra che entrambe le mie precedenti conclusioni sono errate. Nel mio articolo sulla prima raccolta ho avanzato l'affermazione che l'uccello dalla testa rossa fosse il maschio completamente adulto, mentre gli uccelli con gola e faccia nere fossero maschi più giovani. Nell'articolo sulla seconda collezione ho descritto il piumaggio che ho interpretato come piumaggio appena mutato, e così facendo ho insinuato che il colore variabile della gola e della testa nel lotto precedente fosse dovuto all'usura.
Ora è abbastanza chiaro, da 33 maschi in ottime condizioni e non usurati, che Ithaginis clarkei è una sottospecie di Ithaginis geoffroyi, che differisce dalla forma estrema, completamente priva di colorazione rossa, solo nella cresta più corta e meno disintegrata e nelle copritrici auricolari più corte; ma ancor più straordinario che dei 37 esemplari inviati da Forrest nelle sue tre collezioni, solo 5 sono completamente privi di rosso, i restanti 32 mostrano ogni sfumatura di gola rossa, petto biancastro o color camoscio, macchiato di rosso anziché completamente grigio cenere, e quindi fortemente somiglianti ad alcuni esemplari di Ithaginis cruentus. Le femmine apparentemente presentano poche variazioni e differiscono da Ithaginis geoffroyi principalmente per la tinta più brunastra del ventre e per la quantità variabile di rossiccio sulla testa. 29 maschi - 9 femmine, febbraio-novembre 1922, 4270 metri, versante nord-occidentale della catena montuosa del Lichiang.
Commento personale.- A mio avviso Ithaginis c. clarkei non può essere considerato una sottospecie di Ithaginis c. geoffroyi, contraddicendo alla conclusione di Rothschild, per quanto non da escludere, soprattutto a causa del rosso cremisi presentato sia sotto che ai lati della gola nonostante, seppur raramente, alcuni esemplari ne possano essere privi. Tra le centinaia di foto esaminate ritraenti esemplari di Ithaginis c. geoffroyi, occasionalmente si notano maschi che presentano sulle parti inferiori (zona alta di petto e fianchi) alcune piume rosso-cremisi più o meno acceso o cannella camosciato (vedere immagini a seguito) di intensità variabile, però mai sulla gola e/o lati della stessa. E' altresì possibile che soprattutto in alcune aree, fotograficamente, Ithaginis c. clarkei possa essere scambiato per Ithaginis c. rochi o viceversa.
Di seguito le osservazioni di J. H. Riley del 1931 riguardanti i 4 maschi e 1 femmina già esaminati da Rothschild e facenti parte della seconda collezione di Geoge Forrest: Quattro maschi ed una femmina provenienti dai Jade Dragon Snow Mountains <vedere al punto 1 sopra argomentato> (Likiang o Lijiang ,città-prefettura nella provincia dello Yunnan - Cina) Lat. 27° - 20' - Lung. 100° - 2' Est. Catturati dal Sig. George Forrest per il Colonnello Stephenson Clarke ad un'altitudine di circa 4000 metri nei mesi di maggio e giugno. Nessuno dei maschi è esattamente uguale. Solo uno di questi manca di rosso su gola e petto, per quanto in un esemplare il rosso sul petto sia molto ridotto, mentre in un altro gola e mento risultano profondamente tinti di rosso che si estende sino alle guance. Tutti i maschi presentano la zona pettorale più o meno contraddistinta da colorazione cannella che, in tre soggetti, si propaga anche alla parte anteriore di collo e gola. Il maschio con gola e guance fortemente tinte di rosso assomiglia all'Ithaginis rocki, ma il becco è più grande, la cresta più lunga e scomposta; fronte nera e cere (nella pelle) rosse. La tonalità rossa della gola è più profonda e ristretta mentre quella del torace appare ridotta a più o meno tracce e le striature cannella sulla parte anteriore del collo e sul petto sono intensificate anche nell'Ithaginis clarkei. L'unico maschio di Ithaginis geoffroyi disponibile per il confronto presenta molto meno rosso sulle copritrici sottocaudali rispetto agli esemplari di Ithaginis clarkei esaminati, tuttavia, il soggetto appartenente a quest'ultima forma privo di rosso su gola e petto, è simile all'Ithaginis c. geoffroyi. Inoltre, il maschio di Ithaginis clarkei presenta un becco più grande e pesante rispetto a quello dell’Ithaginis rocki così come le cere e pelle nuda attorno alle aperture oculari sono (nella pelle) rosse, crema camoscio in Ithaginis rocki. Nella femmina di Ithaginis clarkei il becco e le cere si presentano nero opaco (nella pelle); rosso, solo con cere e base estrema nerastra in Ithaginis rocki 2*).
Rothschild considera l'Ithaginis clarkei una sottospecie dell'Ithaginis geoffroyi, mentre Ithaginis rocki un "collegamento" con l'Ithaginis cruentus, quindi, se così fosse, anche l’Ithaginis geofroyi dovrebbe essere ridotto a variante della forma nominale o trattarle tutte in modo binomiale; io ho adottato quest'ultimo corso per il momento.
1*) Occorre ricordare che all'epoca (ma anche ai giorni nostri) come Ithaginis kuseri era, inconsapevolmente, inteso l'ancora sconosciuto Ithaginis c. holoptilus. Beebe descrisse una forma basandosi sulla pelle collezionata in Francia che denominò Ithaginis kuseri. O meglio, vi è una sorta di, più o meno inconscio, parallelismo tra quest'ultimo e la forma tibetana descritta da Baker e Delacour. La supposizione di Rothschild riguardante due forme di Ithaginis che convivono nella stessa area, avvalora ulteriormente la mia ipotesi ibrida di Ithaginis c. clarkei ed in considerazione alle nuove aree nelle quali, fotograficamente, ne è stata confermata la presenza, parrebbero da escludere altre possibilità. Inoltre, è pressoché certo che nella gamma di Ithaginis c. clarkei si trovano anche Ithaginis c. holoptilus e geoffroy, come forme primarie, oltre a Ithaginis c. rochi ed intermedi a seconda della località interessata.
2*) Caratteristica che Riley considera in maniera, apparentemente, errata, non menzionata da Rothschild ne da latri autori, e ampiamente argomentata nella parte dedicata all'Ithaginis c. holoptilus.
Breve ma interessante nota estrapolata da: Kelly-Roosevelts Expedition:
È un peccato che Stevens abbia catturato un solo esemplare, poiché quello collezionato sembra essere alquanto intermedio e tendente all’Ithaginis c. geoffroyi. La gola è rossa, esattamente come nell’Ithaginis c. clarkei, ma al centro della parte inferiore del collo le lunghe piume sono più grigie e molto meno lucide, più simili a quelle dell’Ithaginis c. geoffroyi. Il petto, inoltre, è molto meno chiazzato di rosso e le macchie rosse stesse sono più piccole.
Sintetica descrizione di Delacour:
Il maschio assomiglia a I. c. rocki ma con colorazione generalmente più chiara, con meno rosso e cresta più lunga; parte superiore maggiormente marcata, con strie bianche che presentano bordi più larghi, pesanti e neri; fronte nera; gola e guance in rosso-fulvo, più pallido e meno brillante; copritrici auricolari e collo, grigi striati di bianco sfumato di rossastro alla base; parte superiore del petto con meno rosso rispetto a I. c. rocki; coda grigio biancastro. In generale la colorazione rossa è leggermente meno brillante rispetto a quest’ultimo.
La femmina è marcatamente grigia su cresta e collo, l'intero piumaggio è minuziosamente sfumato di grigio, ma completamente vermicolato di nerastro e marrone grigiastro chiaro; viso più pallido e colore generale meno fulvo rispetto alla conspecifica I. c. rocki.
Commento personale.- Sia nei lavori nei lavori sopra esposti, che nelle brevi note tratte da Kelly-Roosevelts Expedition si evince l'incertezza nel considerare Ithaginis c. clarkei specificatamente distinto. Tuttavia, oltre a quanto già argomentato da vari autori, personalmente reputo quest'ultimo un ibrido naturale e non una variante, o sottospecie di Ithaginis c. geoffroyi come ritenuto da Rothschild. Tra gli Ithaginis questa è per me la forma più emblematica nel senso stretto del termine, probabilmente anche tra le “meno” sottospecie, con una gamma (Jade Dragon Mountain a Yulong Naxi Autonomous County, prefettura di Lijiang, Yunnan – Cina), ben più vasta di quella attribuitagli nella letteratura, più o meno circoscritta alle Le Jade Dragon Mountain, o Yulongshan, a Yulong Naxi Autonomous County, prefettura di Lijiang, Yunnan – Cina, che in realtà condivide con Ithaginis c. holoptilus e geoffroyi come forme originali, oltre a Ithaginis c. rochi ed intermedi in base alla località interessata. Promiscuità che crea i presupposti per l’interazione ed incrocio occasionale tra queste ultime due sottospecie, dando primariamente origine ad ibridi di varia natura, probabilmente, a seconda del tipo di sesso coinvolto, e re-incroci tra ibridi stessi e/o con le forme originali. Ad esempio, un crossback tra Ithaginis c. rocki (di per se già ibrido) e Ithaginis c. geoffroyi o holoptilus.
Senza dimenticare che le nidiate ibride, così come quelle pure, per quanto possano essere più o meno numerose, andranno comunque a formare piccoli gruppi famigliari con esemplari che se fecondi, e ne avranno l’occasione, durante il periodo riproduttivo si accoppieranno principalmente tra loro dando vita a piccole popolazioni ibride ecc., ecc. Ciò sarebbe un ulteriore giustificazione sia per l’alquanto instabile fenotipo sia di Ithaginis c. clarkei e rocki, che per la difficoltà fotografica del loro riconoscimento. Tra l’altro, Ithaginis c. clarkei è stato, e viene ancora mantenuto in tale status tassonomico nonostante lo stesso Rothschild, colui che lo descrisse, lo ritenesse una sottospecie di Ithaginis c. geoffroyi (considerazione che non mi trova d’accordo per i motivi già precedentemente argomentati). Convinzione, la sua, probabilmente dovuta anche al fatto di non avere altre opzioni credibili così come la conoscenza di questo genere era ancora molto precaria. Tuttavia, la sua stessa indicazione riguardante Ithaginis c. clarkei che condivideva, e condivide, la gamma con Ithaginis c. kuseri (ovviamente si tratta del "kuseri" di Beebe cioè, in realtà Ithaginis c. holoptilus) avrebbe dovuto far riflettere sia lo stesso Rothschil ed i suoi colleghi del passato, quanto gli autori contemporanei.
Foto da: 1-3 www.163.com - 2 www.xgll.com.cn ( località indicata dai fotografi: 1-3 Padacuo, Shangri-La, Yunnan 29-12-2020 Cina - 2 Solo Sangri-la )
1 - Ithaginis c. clarkei 2 - Ithaginis c. clarkei 3 - Ithaginis c. clarkei



Ithaginis cruentus clarkei
Foto da: 1-2 www.inselin.cn Autori: 1 Peng Jiangsheng - 2 Gema Jiang ( località indicata dai fotografi: 1-2 White Horse Mountain, Yunnan 07-12-2022 Cina - 3 senza indicazioni , solo Yunnan )
1 - Ithaginis c. clarkei 2 - Ithaginis c. clarkei 3 - Ithaginis c. clarkei
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Ithaginis cruentus clarkei/geoffroyi ?
Nelle due foto sotto poste, di primo acchito, potrebbe sembrare lo stesso maschio. Tuttavia, nella 1 è chiaramente Ithaginis c. clarkei, mentre nella 2 parrebbe Ithaginis c. geoffroryi non presentando alcun cenno di rosso sulla gola. Sembrerebbe da escludere un qualsiasi effetto fotografico nonostante la foto non sia di buona qualità. Per la 1 non è stata fornita nessuna indicazione, sia di luogo che temporale, tuttavia, in base all'ambiente circostante che si riesce a scorgere, è presumibile che il luogo sia lo stesso menzionato per la 2, e che dovrebbe essere antecedente alla data indicata per per quest'ultima in quanto archiviata molto prima. Così come non è possibile stabilire con certezza se in quest'ultima sia ritratta una delle varianti di Ithaginis c. clarkei senza, o quasi, il rosso su gola e petto, oppure Ithaginis c. geoffroyi. Non ce né bisogno, ma se così fosse, come sembra, costituirebbe un altra conferma del fatto che in tutto il nord ovest dello Yunnan le gamme si sovrappongono in più luoghi e le uniche due forme specificatamente distinte parrebbero Ithaginis c. geoffroyi e holoptilus, mentre Ithaginis c. rocki e clarkei ibridi prodotti dall'incrocio delle prime due e/o re-incroci.
Foto da: 1-2 www.inselin.cn Autori: 1 Peng Jiangsheng - 2 Gema Jiang ( località indicate dai fotografi: 1 nessuna info, ma considerato l'ambiente è presumibile che sia la stessa della foto 2 - 2 White Horse Mountain o Baimang Snow Mountain contea autonoma lisu di Weixi, Deqen, prefettura di Diqing Yunnan 07-12-2022 Cina )
1 - Ithaginis c. clarkei 2 - Ithaginis c. geoffroyi (?)


Ithaginis cruentus clarkei/geoffroyi ?
Nota: nella successiva sequenza fotografica, parte di una serie composta da 15 immagini, purtroppo senza alcuna indicazione di località, è ritratto un gruppetto con soggetti che, sembra, presentino piumaggi misti, o nucleo famigliare con individui, se riferiti ai maschi, entro l’anno di vita a giudicare, dal poco che si può scorgere a causa della mediocre qualità fotografica, dagli speroni appena accennati visibili in un paio di immagini qui non pubblicate per questioni di spazio, dei quali, perlomeno fotograficamente, 3 o 4 senza dubbio attribuibili all'Ithaginis c. clarkei, ed altri, ad eccezione della foto 4, per la quale è impossibilità stabilire con certezza la presenza del rosso su gola e petto, sono da considerare, perlomeno fotograficamente, come Ithaginis c. geoffroyi. Tuttavia ciò non sarebbe determinante nel caso si trattasse di gruppetto fenotipicamente misto, quindi con individui attribuibili all'una o altra forma a conferma della loro natura ibrida.
Immagini:
1 - 2 ) Ithaginis c. clarkei................... : Probabilmente lo stesso maschio di Ithaginis c. clarkei.
3 ) Ithaginis c. clarkei/geoffroyi : Apparentemente senza traccia di rosso gulare e sul petto (ma potrebbe dipendere da effetto fotografico)
4 - 6 ) Ithaginis c. clarkei/geoffroyi : Apparentemente senza traccia di rosso gulare e sul petto (ma potrebbe dipendere da effetto fotografico)
5 ) Ithaginsi c. clarkei.................. : Apparentemente, allargando l'immagine, sembra di scorgere qualche sfumatura rossa sotto alla gola (realtà o illusione ?)
7- 8 ) Ithaginis c. clarkei.................. : Prima immagine in assoluto con ritratti due maschi di questa forma
9 ) Ithaginis c. clarkei/geoffroyi : Apparentemente il maschio sembra presentare tracce di rosso sotto alla gola (realtà o illusione?). Le femmine inclassificabili, quindi da ritenere come Ithaginis c. clrkei.
Foto da: 1-2-3 www.douyin.com Autore: @kuomailuoruo ( località indicata: nessuna , ma è evidente che si tratta dello Yunnan in data 14-02-2022 Cina )
1 - Ithaginis c. clarkei 2 - Ithaginis c. clarkei 3 - Ithaginis c. clarkei/geoffroyi (?)
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Ithaginis cruentus geoffroyi/clarkei ?
Foto da: 4-5-6 www.douyin.com Autore: @kuomailuoruo ( località indicata: nessuna , ma è evidente che si tratta dello Yunnan in data 14-02-2022 Cina )
4 - Ithaginis c. geoffroyi/clarkei ? 5 - Ithaginis c. geoffroyi/clarkei ( ?) 6 - Ithaginis c. geoffroyi/clarkei (?)
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Ithaginis cruentus clarkei/geoffroyi ?
Foto da: 7-8 www.douyin.com Autore: @kuomailuoruo ( località indicata: nessuna , ma è evidente che si tratta dello Yunnan in data 14-02-2022 Cina )
7 - Ithaginis c. clarkei 8 - Ithaginis c. clarkei
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Ithaginis cruentus clarkei/geoffroyi ?
Foto da: 9-10 www.douyin.com Autore: @kuomailuoruo ( località indicata: nessuna , ma è evidente che si tratta dello Yunnan in data 14-02-2022 Cina )
9 - Ithaginis c. clarkei (?) 10 - Ithaginis c. clarkei (?)
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Ithaginis c. geoffroyi < o clarkei nella foto 1 ? >
Altre due interessantissime immagini (foto trappola) non tanto per i soggetti immortalati, ma in quanto scattate sulle Jade Dragon Snow Mountain, e che, nonostante la pessima qualità offerta, potrebbero costituire una concreta testimonianza sullo status sottospecifico di alcune forme.
Il maschio in primo piano della foto n° 1 parrebbe, sottolineo il parrebbe, un Ithagins c. clarkei mentre gli altri sullo sfondo, sia maschi che femmine, dovrebbero essere degli Ithaginis c. geoffroyi. Per cui, eccetto la precedente serie, dato che ad oggi le pochissime immagini, in gran parte di scarsa qualità, ritraevano un solo esemplare, nel caso si trattasse di un gruppetto di Ithaginis c. clarkei, o intera nidiata non ancora separatasi, fotografato nell'area tipo, costituirebbe una certa novità. Tuttavia, supponendo l’origine ibrida di questa forma, è molto più verosimile che si tratti di uno o due esemplari all’interno di un gruppetto fenotipicamente ancestrale o che gli altri siano Ithaginis c. clarkei senza rosso su gola e petto. Meno difficile, ma non per questo scevro da dubbi, il riconoscimento dell’esemplare raffigurato nella foto n° 2 che, comunque, dovrebbe essere un maschio di Ithaginis c. geoffroyi.
A quale sottospecie appartengono, pur essendo importante, non è in questo caso prioritario dato che si tratti di una o altra forma, oppure entrambe nella stessa località costituirebbe la prova che più sottospecie sono presenti nella stessa area. In questo caso le Jade Dragon Snow Mountain Reserve, contea autonoma di Yulong Naxi, prefettura di Lijiang, provincia dello Yunnan, Cina.
Particolare della foto n° 1 - Potrebbe anche trattarsi di effetto fotografico, ma nonostante la pessima qualità, sembra di scorgere del rosso sotto alla gola

Foto da : 1-2 www.article.xuexi.cn Autori: Gu Jinrong He e Wenqing He Wenxing ( località indicata dal fotografo: 1-2 Jade Dragon Snow Mountain Reserve, prefettura di Lijiang, Yunnan 15-05-2024 Cina )
1 - Ithaginis c. geoffroyi o clarkei ? 2 - Ithaginis c. geoffroyi o clarkei ?


Ithaginis c. geoffroyi (?) in area Ithaginis c. clarkei
Come per le precedenti, anche nel caso di queste foto la località indicata, Yulong Snow Mountain area panoramica - Yulong Naxi Autonomous County, prefettura di Lijiang, Yunnan Cina, è considerata gamma tipo per Ithaginis c. clarkei. Essendo foto/trappole la qualità lascia molo a desiderare, tuttavia nella 1 è senza dubbio Ithaginis c. geoffroyi, perplessità per la seconda, a testimonianza che quest'ultimo si trova anche in quest’area. Non sono ancora riuscito a trovare immagini di Ithaginis c. holoptilus scattate sulle, Yulong Snow Mountain, molte in aree vicine, ma non espressamente in questa, quindi devo fare riferimento a quanto affermato da Rothschild che sosteneva, con ragione, che la gamma di Ithaginis clarkei vivevano due forme, quest’ultimo e Ithaginis kuseri. Ovviamente si riferiva al kuseri di Beebe, in realtà Ithaginis holoptilus. Lo strano è che il noto autore, così come altri di pari esperienza, non si siano accorti della straordinaria somiglianza tra Ithaginis holoptilus e l’illustrazione di Beebe del suo kuseri. Forrest, reiterando nell’errore, continuò a collezionare esemplari in altre aree della provincia dello Yunnan classificandoli con lo stesso appellativo.
Riassumendo: da quanto risulta sia dalle ricerche bibliografiche quanto dalle immagini, nella menzionata gamma storica attribuita a Ithaginis clarkei, albergano non due, ma bensì tre forme, Ithaginis c. holoptilus, geoffroyi e clarkei. Quest’ultimo, un ibrido prodotto dall’incrocio dei primi due.
Foto da : 1 www.lijiang.cn Ufficio di gestione della riserva naturale provinciale del Jade Dragon Snow Mountain o Yulong Xueshan - 2 www.toutiao.com - 3 www.douyin.com by: LijiangMedia Autori: Gu Jinrong - Wen Qing e Wen Xing ( località indicate dai fotografi: 1 Jade Dragon Snow Mountain o Yulong Xueshan, Lijiang, Yunnan 08-04-2024 Cina - 2 Yulong Snow Mountain area panoramica, Yulong Naxi Autonomous County, prefettura di Lijiang 19-04-2022 Cina - 3 Yulong Snow Mountain, prefettura di Lijiang 15-05-2024 Cina )
1 - Ithaginis c. geoffroyi 2 - Ithaginis c. geoffroyi 3 - Ithaginis c. geoffroyi



Ithaginis c. geoffroyi (?) in area Ithaginis c. clarkei
Anche per le successive foto (una allegata alla precedente serie), la località indicata, Yulong Snow Mountain area panoramica, più comunemente conosciute come Jade Dragon Snow Mountain - Yulong Naxi Autonomous County, prefettura di Lijiang, Yunnan Cina, è ubicata in piena gamma tipo per Ithaginis c. clarkei. Come nel caso delle precedenti immagini sia la coppia, quanto i due maschi, sono riferibili all'Ithaginis c. geoffroyi a testimonianza che la specie è presente anche in quest’area. Inoltre, nella località sopra citata sono stati registrati alcuni video/trappola, purtroppo di bassa qualità, con thaginis geoffroyi, in gruppi costituiti, anche, da oltre 20 individui. Il riferimento specifico è indicato dagli stessi autori di uno dei video. Non è stato ancora possibile a trovare immagini di Ithaginis c. holoptilus scattate sulle Yulong Snow Mountain, però molte in aree vicine della contea autonoma di Yulong Naxi, e questo è già un ottimo indizio riguardante la possibile interazione tra geoffroyi e holoptilus, anche, in queste aree, incrociarsi e dare origine all’Ithaginis c. clarkei. Sono assolutamente convinto che sulle Jade Dragon Snow Mountain si trova anche Ithaginis holoptilus e che presto sarò in grado di mostrare le immagini.
Foto da : 1-2-3 www.douyin.com by: LijiangMedia Autori: Gu Jinrong - Wen Qing e Wen Xing ( località indicate dai fotografi: 1-2-3 Jade Dragon Snow Mountain o Yulong Snow Mountain, prefettura di Lijiang 15-05-2024 Cina )
1 - Ithaginis c. geoffroyi 2 - Ithaginis c. geoffroyi 3 - Ithaginis c. geoffroyi



Ithaginis c. geoffroyi ( con piume rosso cremisi e/o cannella scamosciato sulla parte alta di petto e fianchi )
Nelle tre foto sotto poste, così come in altre non pubblicate per ragioni di spazio/pagina, scattate nella provincia del Sichuan (Cina), sono raffigurati dei maschi che presentano tracce di rosso sulle parti inferiori, né più né meno come mostrato nella maggior parte delle immagini trovate sino ad oggi di Ithaginis c. clarkei. Unica ma sostanziale differenza, come già menzionato, riguarda il fatto che negli Itahginis c. geoffroyi queste tracce di rosso sono esclusivamente limitate a petto e, parzialmente, fianchi, mai sulla gola o guance.
Foto da: 1-3 www.163.com - 2 www.swild.cn Authorr Guo Liang ( le tre foto sotto poste, così come altre non pubblicate per ragioni di spazio/pagina, sono state scattate nella provincia del Sichuan. Quindi da escludere la condizione ibrida di questi soggetti che, data la località indicata, non potevano, in modo naturale, entrare in contatto con dei congenere dal petto e gola rossi )
1 - Ithaginis c. geoffroyi 2 - Ithaginis c. geoffroyi 3 - Ithaginis c. geoffroyi



Principali, nonché più evidenti, differenze tra le sottospecie di Ithaginis cruentus menzionate in questa pagina con aggiunto, come termine di confronto, anche Ithaginis c. geoffroyi:
Precisazione: nel proporre I particolari di testa e collo delle sottospecie esaminate, si è cercato di selezionare le immagini di esemplari che più corrispondono alle descrizioni originali, tuttavia non bisogna dimenticare che Ithaginis c. rochi e clarkei sembrano caratterizzati da una certa variabilità sempre e comunque se ritenessimo corrette le informazioni e/o descrizioni menzionate nella letteratura. In realtà, perlomeno da quello che raccontano le immagini, Ithaginis c. rocki e clarkei, soprattutto, fotograficamente sono spesso indistinguibili. Difficoltà che aumenta in considerazione della promiscuità riscontrata all'interno dei gruppetti che rende molto complicato il riconoscimento di una o l'altra forma oppure se siano soggetti intermedi. Servirebbe altresì chiarire lo stato specifico degli individui che pur vivendo nella gamma di Ithaginis c. rocki, ad esempio, con piumaggio generalmente identico a quello di quest'ultimo, presentano invece la fronte e sopracciglio ampiamente neri come in Ithaginis c. clarkei e Ithagins c. geoffroyi. Per contro I. c. holoptilus pur essendo contraddistinto da una certa variabilità riferibile ad alcune parti della livrea, in particolare la gorgiera nera e ricchezza del rosso cremisi del petto, generalmente mostra una buona uniformità fenotipica che lo rende riconoscibile di primo acchito anche fotograficamente nella maggior parte dei casi.
Di tutte le forme comprese nel genere Ithaginis, geoffroyi ed i più che probabili inbridi, rocki e clarkei, sono gli unici a mostrare la cresta scomposta, per quanto il rocki lo sia meno rispetto agli altri due così come altre parti e modelli del piumaggio che vengono sfoggiati solo da Ithaginis c. geoffroyi e clarkei ed in una certa misura anche da Ithaginis rocki.
Foto da: 1 www.birdnet.cn Autore: Blow shade - 2 www.douyin.com Autore: @kuomailuoruo - 3 www.naturepl.com Autore: Dong Lei
1 - Ithaginis c. geoffroyi 2 - Ithaginis c. clarkei 3 - Ithaginis c. rocki


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Foto da: 4 www.toutiao.com - 5 Njal Bergé - 6 www.flickr.com Autore: Chou Mo Yin Chu
4 - Ithaginis c. kuseri 5 - Ithaginis c. marionae (?) 6 - Ithaginis c. holoptilus

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Nota: Come già precedentemente menzionato, il riconoscimento fotografico delle femmine Ithaginis e, nello specifico, le sottospecie considerate in questo studio, è piuttosto difficoltoso se non illusorio. Condizioni di luce diverse e/o angolazione della fotografia, possono far apparire la livrea cromaticamente diversa rispetto a quella che è in realtà, come si evince dalle immagini sottoposte. Oltre a ciò, può anche dipendere dal periodo dell'anno, stato delle piume, bravura del fotografo, eventuali ritocchi alle immagini, nostra percezione dei colori e altro ancora.
Tuttavia, e con i dovuti distinguo del caso, confrontando le immagini scattate più o meno nello stesso periodo dell'anno, quindi in analogo ambiente, condizioni di luce e stato del piumaggio, risulta, perlomeno fotograficamente, che le Ithaginis c. kuseri, marionae e holoptilus, siano cromaticamente piuttosto simili, mentre la Ithaginis c. rocki appare come una via di mezzo tra queste e le Ithaginis c. geoffroyi e clarkei. * Da notare le cresta estremamente lunga presentata dalla femmina di Ithaginis c. geoffroyi.
Foto da: 1 www.m.weibo.cn Autore: sandielii007@163.com - 2 www.iselin.cn Autore: Song Xuebao - 3 Autore: Staffan Widstrand
1 - Ithaginis c. geoffroyi 2 - Ithaginis c. clarkei 3 - Ithaginis c. roki


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Foto da: 4 www.cnbird.org.cn Autore: Zeng Kaixin - 5 Autore: Rajesh Panwar - 6 www.flickr.com Autore: Chou Mo Yin Chu
4 - Ithaginis c. kuseri 5 - Ithaginis c. marionae 6 - Ithaginis c. holoptilus
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Conclusioni
Introduzione.- Osservazioni, resoconti, considerazioni e note in generale suggeriscono che sia in passato, quanto ai nostri giorni, nei confronti di questo genere regnava non poca confusione presumibilmente dovuta alla poca uniformità di analisi e giudizio da parte di ornitologi e autori, particolarmente riferita alle specie considerate in questo studio. Descrizioni spesso troppo approssimative da non essere determinati nell'identificazione di una forma; leggerezza ed approssimazione nel riconoscere sottospecie, o ignorare evidenti caratteri distintivi in altre, particolari importanti tralasciati o non valutati, forsanche perché passati inosservati ecc., permisero di aggiungere alle collezioni, sia museali che private, esemplari non appartenenti alla specie/sottospecie indicata nella documentazione che ad oggi, rimanendo tali, reiterano all’infinito l’errore “originale”, perlomeno finché non verrà fatta chiarezza. Ancor più evidente, se consideriamo che descrizioni ed assegnazioni sottospecifiche, venivano in gran parte realizzate mediante l’esaminazione di pochissimi esemplari, pressoché solo in pelle e/o a seguito del lavoro di colleghi, avendo quindi una percezione cognitiva estremamente limitata della forma presa in esame.
Visivamente, soprattutto se a seguito attraverso l’analisi delle immagini, i caratteri distintivi che differenziano le varie sottospecie di Ithaginis riguardano soprattutto: testa, collo, parti inferiori e marginalmente la colorazione verde o marrone delle ali. Visti da tergo le parti superiori di tutte le forme mostrano caratteristiche molto simili. Volendo puntualizzare, è possibile disquisire sulla tonalità più o meno scura del grigio, presenza di soffusione verdastra su groppa e groppone (Ithaginis c. michaelis) oppure l’ampiezza delle strisce bianche sul rachide, tutte peculiarità comunque molto difficili da identificare sia sul campo che fotograficamente.
Ancora da definire, ammesso che mai si riesca a farlo, dove e da quale forma abbia avuto origine questo genere. In riguardo al dove, dando credito alle sensazioni oppure più scientificamente a quanto appurato, diverrebbe lecito presumere che il tutto abbia avuto inizio da qualche parte in Cina. Successivamente, proprio a causa della loro particolare attitudine alle grandi altezze, l’espansione, oltre che latitudinale, per mancanza di alternativa, attribuibile ad adeguate montagne nelle aree orientali, deve essersi necessariamente indirizzata verso occidente seguendo le grandi catene montuose. Presumibile, come nel caso dei Phasianus, che senza l’insormontabile barriera antropica, comunque, sicuramente meno determinante rispetto ai primi, proprio grazie alla predilezione di questi piccoli galliformi per aree solitamente evitate dagli esseri umani, probabilmente la distribuzione generale sarebbe più ampia favorendo, nel contempo, l’evoluzione di altre sottospecie. Mentre relativamente a quale, tre, potrebbero essere le principali teorie:
A) La prima suggerisce che Ithaginis c. geoffroyi possa essere basale in questo genere. Definibile fenotipicamente unico, ritenendo Ithaginis c. clarkei un ibrido naturale, così come non meno singolare si mostra la conformazione lunga e alquanto scomposta della cresta, caratteristiche che rendono questa forma molto diversa da tutti i congenere ritenuti specificatamente distinti, quasi anomala, con una gamma che, in un certo senso, si colloca al centro della distribuzione generale degli Ithaginis a formare una sorta di ampissimo divisorio, tra i congenere del nord con “ala marrone” e quelli del a sud, sud-ovest, compreso lo stesso Ithaginis c. geoffroyi, ad "ala verde” e petto più o meno ampiamente rosso cremisi. Da rilevare che in Ithaginis c. cruentus e tibetanus, il verde alare è appena accennato a volte obsoleto. Oltre a ciò, la gamma di Ithaginis c. geoffroyi parrebbe essere anche tra le più estese, se non essere la più vasta, comprendendo da nord, le province cinesi del Sichuan occidentale, estremo sud-est del Qinghai, est Tibet (?) e Yunnan perlomeno sino alle Jiaozi Snow Mountain, il cui picco principale si eleva al confine tra il distretto di Dongchuan e la contea di Luquan, prefettura Kunming, ed ancora più ad ovest a raggiungere il WuliangShan che, perlomeno ad oggi, ne segna l'estremo confine sud occidentale. Occorre sottolineare che, stranamente, le specie ad ala marrone, nonostante siano divise dai congeneri meridionali dalla gamma dello stesso Ithaginis c. geoffroyi, generalmente, si presentano più simili, soprattutto nella disposizione delle piume sulla testa, ai congeneri che vivono nelle aree sud occidentali, cioè Ithaginis c. holoptilus, marionae, kuseri (tibetano), tibetanus e cruentus. Ithagini c. rocki non è considerato in quanto come possibile ibrido mostra caratteri definibili intermedi. Che significato abbia e quali siano i rapporti intraspecifici che legano le varie forme, solo un approfondito studio sul campo e relativi esami mitocondriali potrebbero accertarlo. Ma credo che rimarrà solo un’utopica speranza.
B) La seconda teoria contempla la possibilità che la forma primaria si possa essere originata nel nord della Cina, cioè dove albergano le forme ad ala marrone. L'espansione verso sud indusse, per cause varie, ad inevitabili mutamenti morfo-feno-tipici ed assumere le sembianze di Ithaginis c. geoffroyi del tutto diverso dal progenitore primordiale. Da quest'ultimo deve essersi evoluto l'Ithaginis c. rocki, con alcune caratteristiche, non ancora ben fissate riscontrabili, soprattutto, nella colorazione di certe aree della testa e tipologia del piumaggio sulla stessa che ricordano sia Ithaginis c. geoffroyi quanto la forma primaria. A sua volta, Ithaginis c. rocki, avrebbe originato Ithaginis c. holoptilus e così via fino alla forma nominale. Supposizione plausibile, ma con non pochi punti interrogativi.
C) Per la terza ipotesi prevede, più o meno specularmente, l’opposto di quanto argomentato al punto B, cioè che la specie si sia origianariamenete evoluta nello Yunnan e poi propagatasi in altre province cinesi e paesi confinanti. In questo caso la sequenza evolutiva, distributivamente in verticale e verso occidente, prevede come forma primordiale Ithaginis c. holoptilus dal quale si dovrebbe essere evoluto prima rochi, poi geoffroyi e successivamente le forme del nord ad ala marrone. Ithaginis holoptilus, come per le altre supposizioni, potrebbe essere basale anche per le specie che si trovano ad ovest dello Yunnan. Teoria plausibile, che associa alle proprie caratteristiche, alcune della prima e seconda ipotesi. Presumere è più che lecito, soprattutto se a fronte di ricerche approfondite, del resto gran parte della letteratura è basata sul criterio della supposizione, tuttavia, qualunque possa essere la loro origine In ogni caso, solo un approfondito studio mitocondriale potrebbe accertarlo.
D) Inverosimile, per quanto non impossibile, che tutto abbia avuto inizio all’estremità occidentale della gamma di questo genere, cioè da quella che è stata designata come forma nominale Ithaginis c. cruentus. Quindi, un assegnazione solo “nomenclaturale” non certo dovuta all’evoluzione.
Discussione:
Contrariamente a quanto suggerito nella letteratura e da più o meno recenti studi, delle 5 forme comprese in questa disamina: Ithaginis c. kuseri (tibetano), marionae, holoptilus, rocki e clarkei, ne ritengo valide specificatamente solo due, con una piccola incognita nei confronti di Ithaginis c. rocki. Nessun dubbio invece in riguardo alla natura ibrida di Ithaginis clarkei .e sul fatto che Ithaginis c. marionae dovrebbe essere trattato come sinonimo di Ithaginsi kuseri (tibetano) quand'anche quest'ultimo, quindi anche marionae sinonimo, derivino con tutta probabilità da una originaria mutazione di Ithaginis c. holoptilus.
Ithaginis c. geoffroyi
Solo alcune brevi considerazioni in riguardo a questa specie coinvolta solo marginalmente nello studio in oggetto, ma che per la sua unicità necessiterebbe di ben più approfondimenti.
Non so quanti abbiano abbiano notato la straordinaria difformità morfo-fenotipica tra Ithaginis c. geoffoyi e tutti i suoi congenere specificatamente distinti, quindi non considerando Ithaginis c. clarkei reputandolo un ibrido naturale. Colorazione e modello in generale del piumaggio, così come l'unicità della lunga e scomposta cresta suggeriscono non poche domande alle quali, comunque non sarà facile rispondere. Soprattutto il perchè un forma, con una gamma che si estende, in un certo senso, al centro della distribuzione generale di questo genere, si sia evoluta completamente diversa da tutte le altre.
Ithaginis c. kuseri
Riepilogo.- La pelle conservata nel Museo d'Histoire Naturelle de Paris - Francia, esaminata da William Beebe nel 1912 che servì da base per la descrizione di Ithaginis c. kuseri ritenuto come tale all’epoca, quanto tuttora da autori ed ornitologi, non corrisponde all’attuale realtà sottospecifica e tassonomica delle forme coinvolte sia specifiche che “innominata”. In effetti Beebe, seppur inconsapevolmente, descrisse la forma (pelle) alla quale Greenway nel 1933 attribuì l’appellativo holoptilus. Avendo sicuramente esaminato il lavoro di Beebe riguardante il suo kuseri, così come quelli di Baker relativi a degli Ithaginis catturati nell'Arunachal Pradesh (India) anche da lui definiti "kuseri" probabilmente non avendo una valida alternativa, è strano che, soprattutto dall’osservazione dell’illustrazione del kuseri di Beebe, non si siano accorti, soprattutto Greenway, di alcuni evidentissimi caratteri che accomunavano il suo “holoptilus” alla forma descritta da Beebe. Del resto anche Baker sembra non accorgersene o darvi peso. Non è altresì chiaro quando e se, gli autori loro contemporanei quanto i successivi, ne presero atto. Inoltre, dalla sintesi della ricerca e studio, comunque ampiamente argomentati su questa pagina, salvo nuovi aggiornamenti, risulta che la forma a tutt’oggi erroneamente identificata come Ithaginis c. kuseri, perlomeno il "kuseri" descritto da Baker e Delacour, sia soprattutto circoscritta ad alcune aree sud orientali della provincia cinese del Tibet e marginalmente nell’Arunachal Pradesh ma assente dallo Yunnan.
Evidente difformità tra l'illustrazione e descrizione.- Molto strano che prima in: “ZOOLOGICA SCIENTIFIC CONTRIBUTIONS OF THE NEW YORK ZOOLOGICAL SOCIETY VOLUME I, NUMBER 10. NEW BLOOD PHEASANTS By C. WILLIAM BEEBE (pag.190). Curator of Birds Published August 17 August 1912, seguito da: "A MONOGRAPH OF THE PHEASANTS" Vol. 1 di.- 5 del 1918 sempre di William Beebe, nella quale il testo è rimasto inalterato però “sostenuto” da una inaspettata quanto enigmatica illustrazione in contraddizione con la descrizione stessa, gli autori sia contemporanei di Beebe, quanto i successivi ed attuali pur non abbiano, apparentemente, notato, o comunque puntualizzato, perlomeno io non ne ho trovato traccia, la significativa incongruenza tra illustrazione e descrizione, seppur estremamente succinta e poco dettagliata. Infatti, dalla parte scritta ne traspare una sagoma che ricorda la forma tibetana o marionae, tuttavia, la puntualizzazione dello stesso Beebe sulle strie biancastre molto ampie sul dorso esclude che la pelle (pelli) potesse appartenere ad una di queste due forme, mentre in quella figurata, ed anche magistralmente, è senza alcun dubbio ritratto Ithaginis holoptilus. Che significato abbia, ed il perché Beebe nel 1918, cioè circa 6 anni dopo la prima descrizione di kuseri, ritenette di pubblicare un illustrazione che ritraeva e ritrae senza alcun dubbio Ithaginis holoptilus, credo rimarrà un mistero. A questo punto la domanda è d'obbligo: "Quale sarebbe il kuseri di Beebe, quello della succinta descrizione, o la forma ritratta nell'illustrazione ?"
Domanda apparentemente banale, alla quale però una concreta risposta potrebbe cambiare nomenclaturalmente alcuni stati di fatto. Nel caso venisse provato che la pelle servita a Beebe per la descrizione di kuseri apparteneva all'Ithaginis holoptilus o una sua variante, quest'ultimo per questioni di priorità dovrebbe assumere l'epiteto kuseri, ed il titolo di descrittore andrebbe a William Beebe, così come la forma tibetana, in tutta la sua distribuzione e varianti, diverrebbe Ithaginis c. marionae di Mayr.
Come già sopra citato, non è possibile dalla schematica descrizione di Beebe, messa anche in dubbio da una contrastante illustrazione, figurare una qualsiasi forma che abbia una reale corrispondenza con la realtà. Tuttavia nella breve esposizione dei caratteri fenotipici vengono citate le strisce bianche del rachide molto ampie sulle parti superiori, mentre nelle loro osservazioni Baily, Baker e Mayr menzionano queste come presenti in numero inferiore e molto più strette così come altri altri particolari del piumaggio mostrati dagli esemplari procurati sulle Mishmi Hills, chiariscono e nel contempo confermano, a mio avviso, che la pelle (pelli) esaminata e descritta da Beebe non apparteneva al kuseri tibetano, ma ad una delle varianti, o mutazione, di Ithaginis c. holoptilus anche attualmente osservabili sui Gaoligongshan e che, con tutta probabilità, diedero origine al kuseri tibetano
Una spiacevole sensazione che traspare nella lettura dei diari di viaggio e relative descrizioni ad opera di William Beebe, è che l’autore tendi molto più a romanzare i suoi viaggi piuttosto che concentrarsi sulle descrizioni le quali, a differenza dei resoconti spesso, se non sempre, esageratamente lunghi da renderli noiosi ed intesi soprattutto ad esaltare la sua persona, sono generalmente troppo sintetiche e prive dei particolari necessari alla determinazione di una specie. A volte addirittura contradditori, o apparentemente tali, come nel caso dell’Ithaginis kuseri. Vero che, come affermato dallo stesso autore, la pelle, molto vecchia, si mostrava notevolmente tarlata ed in cattivo stato di conservazione, ma certi caratteri, che possono essere distintivi tra una forma e l’altra, un autore avveduto li deve necessariamente menzionare, ed il più dettagliatamente possibile.
Come già sopra citato, non è possibile dalla schematica descrizione di Beebe, messa tra l’altro anche in dubbio da una contrastante raffigurazione, rappresentare una forma che sia il più corrispondente possibile alla realtà.
Purtroppo, infatti, l’autore non menziona particolari importanti come la colorazione biancastra delle copritrici auricolari, ed il cannella aranciato alla base della cresta ben visibili nell’illustrazione. Inoltre, non descrive la fattura delle piume che costituiscono la cresta, cioè se composte o scomposte, ma neppure modello e colorazione di quelle che compongono il collare biancastro sulla parte posteriore del collo, tutte peculiarità estremamente importanti ai fini della determinazione e/o differenziazione tra le sottospecie.
Tuttavia nella seppur breve esposizione dei caratteri l’autore perlomeno cita le strisce bianche molto ampie sulle parti superiori, in netta contrapposizione alle osservazioni di Baily, Baker e Mayr che oltre ad altri particolari distintivi, citano queste come presenti in numero inferiore e molto più strette, a volte quasi obsolete sul piumaggio mostrato dagli esemplari procurati sulle Mishmi Hills, che a mio avviso spiegano e nel contempo confermano, che la pelle (pelli) esaminata e descritta da Beebe non apparteneva ad una forma simile a quella che vive nelle aree tibetane, bensì all’Ithaginis c. holoptilus, nel caso dovessimo dar credito all’illustrazione, oppure, se prendessimo atto del testo, alla variante apparentemente simile all’Ithaginis c. marionae osservabile, tuttavia, sia singolarmente, quanto in gruppetti misti con Ithaginis c. holoptilus sui Gaoligongshan (Yunnan, Cina).
Nonostante la notevole quantità di materiale bibliografico esaminato, purtroppo ad oggi non è stato ancora possibile trovare una dettagliata descrizione di Ithaginis holoptilus che, tra le altre cose, menzionasse anche la quantità e ampiezza delle strisce bianche sulle parti superiori. Greenway stesso, nonostante menzioni con un certo rammarico la scarsità di dettagli proposti da Beebe per il suo kuseri, non si è certo sprecato per la descrizione di Ithaginis holoptilus.
A questo punto, sembra che il riferimento principale debba essere proprio l’illustrazione. Mayr lo fece, e presumo anche altri autori, però solo come paragone in riguardo alla specie che doveva descrivere, Ithaginis marionae, ma non indica nessuna difformità tra il testo di Beebe e la raffigurazione. All’epoca non erano ancora state descritte forme fenotipicamente simili, quindi Lodge and Thorburn, gli autori della tavola col kuseri di Beebe, non potevano confondersi o aver aggiunto particolari di loro iniziativa, ma illustrato quello che vedevano, o riportato nei minimi particolari in riguardo alla pelle (o pelli) servita per la descrizione di kuseri che corrisponde in ogni particolare all'Ithaginis al quale nel 1933 Greenway attribuì l'epiteto holoptilus. Del resto se gli illustratori avessero “esagerato” aggiungendo particolari non riferibili alla pelle esaminata, Beebe avrebbe sicuramente obiettato e costretti a correggere quanto non conforme.
In ogni caso, volendo ipotizzare, o meglio, estremizzare, se anche fosse più veritiera la descrizione rispetto all’illustrazione, potrebbe costituire la conferma senza appello dell’inutile riconoscimento specifico di Ithaginis c. marione.
Sia la circoscritta gamma, quanto il risultato delle mie ricerche, suggeriscono che Ithaginis c. kuseri (tibetano) sia strettamente correlato all'Ithaginis c. holoptilus. E' supponibile che, per motivi geografici e/o ambientali una piccola popolazione di Ithaginis c. holoptilus, probbailmente già mutata, o mista a soggetti tipici, si sia trovata isolata nelle aree tibetane favorendo l'evoluzione morfo-fenotipica, comunque con caratteri non ancora del tutto fissati, mostrati dall’Ithaginis c. kuseri (tibetano) che successivamente si espanse anche nelle aree confinanti dell’ Arunachal Pradesh, potendosi presentare a seconda dei casi, più simile alla forma studiata da Baker rispetto a quella descritta da Delacour, così come risultare, fotograficamente, indistinguibile dall’Ithaginis c. marionae. Va comunque detto che tali mutazioni nel kuseri (tibetano) rispetto al tipico Ithaginis c. holoptilus, riguardano soprattutto, o solo, le coperture auricolari completamente nere, ampiezza del collare bianco sulla parte posteriore del collo e, apparentemente, le misure. Quindi non molto, e comunque tutte difformità individuali soggette a grande instabilità. Quindi, escludendo sgraditi effetti fotografici, comunque possibili, relativamente alla variabilità appena menzionata, si tratta di stabilire quale sarebbe il fenotipo da nominare, ammesso che specificatamente ce ne sia motivo. La forma esaminata da Baker oppure quella considerata da Delacour che, ad ogni modo, parrebbe in netta minoranza, anzi, occasionale, rispetto alla prima menzionata così come ad altre variazioni ?
Sia per esclusione che da alcune prove fotografiche, nonostante la scarsa qualità delle immagini, è presumibile che sulle Mishmi Hills e aree circostanti vi si trovi la forma nominata come Ithaginis c. marionae, o più simile a quest'ultima, che sia per fenotipo, quanto per motivi cronologici, invece dovrebbe essere considerata sinonimo di Ithaginis c. kuseri (tibetano). Ammesso che, come già prima suggerito, non si voglia revisionare la nomenclatura di queste forme. In questo caso holoptilus dovrebbe assumere l’epiteto kuseri ed il titolo di descrittore assegnato a Beebe, mentre il “kuseri” tibetano, a tutti gli effetti "innominato", diventerebbe per questioni di affinità e priorità nomenclaturale Ithaginis marionae di Mayr.
L’aver trovato immagini di Ithaginis c. holoptilus nel nord del Myanmar al confine con la provincia cinese del Tibet ed area Ithaginis c. kuseri (tibetano - no Beebe) danno maggiore credibilità alla supposizione che quest’ultimo possa essere basale alla forma tibetana e conseguentemente anche allo specificatamente dubbioso Ithaginis c. marionae.
Nota: non che attraverso le immagini si possa, nella maggior parte dei casi, valutare particolari come l’ampiezza delle strisce bianche sui rachidi delle parti superiori che potrebbe, anche, dipendere da età e stato delle piume. Ovviamente è solo una sensazione, ma in esemplari giovani di Ithaginis kuseri (piumaggio estivo) queste strisce parrebbero ben evidenti. Mentre nei maschi adulti (piumaggio invernale) sembrano, soprattutto sulla parte alta della schiena, quasi obsolete ed in generale piuttosto strette.
Ithaginis c. marionae
Sempre più verosimile l'ipotesi che in realtà si tratti solo di una variante naturale occasionale di Ithaginis c. holoptilus. O meglio, rimasto allo stato di variante sui Gaoligongshan (Yunnan), sui quali si osserva un fenotipo attribuibile all'Ithaginis marionae sia singolarmente che in promiscuità col più numeroso e ampiamente distribuito Ithaginis holoptilus. Probabilmente alcuni soggetti già mutati o gruppetti misti con tipici e non, dal nord ovest dello Yunnan, attraverso il sud-est del Tibet e/o nord del Myanmar raggiunsero la non lontana prefettura di Nyingchi o Linzhi dove, per motivi non noti, forse ambientali o perchè circoscritti alle stesse montagne, si trovarono isolati dando origine alle variazioni oggi riscontrabili nell'Ithaginis c. kuseri tibetano che espandendosi, senza però abbandonare la stessa catena montuosa, raggiunse anche il nord dell'Arunachal Pradesh nell'India nord orientale. Se questo corrispondesse alla realtà, e non ho motivo per dubitare, perlomeno finchè inconfutabili quanto serie analisi mitocondriali e studi sul campo proveranno il contrario, significherebbe che Ithaginis c. marionae è stato descritto ed elevato al rango di sottospecie pur non avendone apparentemente diritto.
In realtà Beebe descrisse la stessa specie che nel 1933 Greenway chiamò Ithaginis c. holoptilus, ma non commise nessun errore, perlomeno in questo caso, dato che nominò una forma allora sconosciuta. Lo sbaglio, se così lo si può definire, lo fece innanzitutto Greenway e verosimilmente anche Mayr, nonché tutti quelli che ne avvallarono il lavoro. Al primo sarebbe bastata un attenta analisi dell’illustrazione del kuseri di Beebe per rendersi conto che stava descrivendo la stessa specie, o una sua variante, mentre Mayr nel 1941, quando già tutti gli Ithaginis che oggi conosciamo erano noti, con una più accurata lettura dei lavori di altri colleghi come Beebe, Baker, Greenway ed alcuni altri, avrebbe probabilmente capito che stava trattando una forma non distinta, bensì una variazione di Ithaginis holoptilus.
Tutto ciò, ed in un certo senso, è anche comprensibile nel momento in cui pensiamo che i riconoscimenti specifici venivano solitamente effettuati attraverso l’analisi di pochissimi esemplari, spesso solo due o tre, quindi senza considerare possibili variazioni ne poter avere un riscontro fenotipico attendibile. E’ presumibile che proprio in questo modo, o meglio, per questo motivo, Greenway ritenne di dover nominare holoptilus, cioè attraverso uno dei fenotipi presentati da questa forma che ai suoi occhi deve essere sembrata, in alcuni particolari, diversa da quella descritta da Beebe. Non è certamente una scusante, un professionista deve andare oltre le evidenze, capire da piccoli particolari la natura di una specie, varianti comprese, e tutto ciò che ai non esperti può sembrare irrilevante. Stessa riflessione per Mayr.
Si potrebbe obiettare che se dovessimo attenerci a quanto argomentato nelle descrizioni, di Delacour ad esempio, Ithaginis c. marionae presenta alcuni caratteri che lo diversificano dall'Ithaginis c. kuseri (tibetano). Tuttavia, come non di rado succede in questo tipo di esposizioni letterarie, tali difformità sembrano talmente poco significative da suggerire che esistano solo sulla carta. Inoltre Delacour pare non tener conto delle variazioni, dato che, ancora una volta, le immagini parrebbero smentire quanto menzionato nella letteratura, con alcuni esemplari fotografati nelle aree tibetane che potrebbero essere indifferentemente ascritti all'Ithaginis c. kuseri o marionae.
Oppure, che da Ithaginis holoptilus si sia evoluto primariamente marionae e quest’ultimo dato origine al kuseri tibetano in quanto, l’unica vera difformità che parrebbe distinguere marionae da holoptilus riguarda le copritrici auricolari nere nel primo, bianco grigiastro nel secondo. Serve comunque precisare che in non pochi esemplari di holoptilus il bianco grigiastro in questione è piuttosto ridotto o appena percepibile. Per contro, il collare bianco quasi puro mostrato dall'Ithaginis kuseri tbetano lo separa, senza dubbio, da entrambi i precedenti congenere menzionati. A questo proposito, sia in riferimento al fenotipo, quanto temporalmente, marionae dovrebbe, presumibilmente, essere considerato sinonimo di holoptilus. Ciò darebbe un senso al perché entrambe le specie si trovano nelle stesse aree, a volte apparentemente anche in gruppi promiscui, sui Gaoligongshan, e probabilmente anche nel nord del Myanmar dove la presenza di holoptilus è provata dalle immagini. Sarebbe molto interessante poter esaminare gli esemplari catturati nelle aree in questione dalle spedizioni menzionate in questa disamina al fine di chiarire quali, e quante, specie vennero collezionate, avendo nel contempo un’indicazione temporale relativa al quando marionae e kuseri tibetano si sono palesati in questi luoghi, così come per l’espansione di holoptilus verso gli stessi.
Ithaginis c. holoptilus
Anche per questa forma solo alcune brevi considerazioni riassuntive a ribadire che non condivido i risultati Johnsgard ritenendoli privi di un qualsiasi fondamento (vedere argomentazioni in merito nella parte dedicata a questa forma) e suggerisco che Ithaginis holoptilus possa essere basale rispetto al kuseri (tibetano - no Beebe) reputando quest'ultimo una sua variante clinale non ancora completamente stabilizzata, mentre Ithaginis marionae solo una variante fenotipica occasionale che, a seconda del e luogo in cui si presenta, può essere attribuita all’Ithaginis c. holoptilus o kuseri. Convinzione che, tra le altre cose, deriva dal fatto di credere che l’espansione degli Ithaginis sia avvenuta da est verso ovest e, non per ultimo, il fatto che Ithaginis holoptilus nella la sua variabilità riassume perfettamente tutti i caratteri mostrati sia dal kuseri (tibetano) quanto da "marionae". Inoltre, e non per ultima, considerando che in realtà venne descritto già nel 1912 da William Beebe, seppur col nome di Ithaginis c. kuseri, anche temporalmente la sinonimia con Ithaginis c. rocki non sarebbe praticabile.
Non intendo dilungarmi sulla apparente leggerezza con la quale, spesso, venivano, e vengono tuttora, proposte certe conclusioni, ma nello specifico, sia perché senza senso, quanto per porre l’accento sulle evidentissime difformità che distinguono le due forme, il tacito consenso sarebbe oltremodo fuori luogo. Così come è lecito chiedersi il perchè di simili errori. Soprattutto quando commessi da autori di fama internazionale.
Inoltre, dalle informazioni raccolte, per il fenotipo presentato e da ciò che "raccontano" le immagini sembra sempre più evidente che l’Ithainis c. rocki, al pari di clarkei, sia solo un ibrido naturale prodotto dall’incrocio tra Ithaginis c. geoffroyi e holoptilus.
Ithaginis c. rocki e clarkei
Ben poco da aggiungere a quanto già ampiamente argomentato per entrambe le forme se non per riaffermare la loro origine ibrida. In particolare per Ithaginis c. clarkei, mentre per Ithaginis c. rocki sussiste qualche, pochissimi, dubbi che però, purtroppo, solo un serio studio molecolare potrebbe accertare. Per quest'ultimo il "condizionale" è del tutto formale in quanto, nella sostanza, sono convinto, perlomeno sino a prova contraria, che anche Ithaginis c. rocki sia il prodotto dell'incrocio tra Ithaginis c. geoffroyi e holoptilus.
Epilogo e suggerimenti:
Quello che risulta ben chiaro dalle mie ricerche è una situazione tassonomica molto confusa, con errori ed incomprensibili avvalli specifici senza senso da parte delle autorità ornitologiche di tutti i tempi.
1) Perché Ithaginis c. marionae non può essere considerato sinonimo di Ithaginis c. kuseri:- Semplice, per due motivi direi fondamentali. Il primo, in quanto il kuseri di Beebe, è a tutti gli effetti Ithaginis c. holoptilus, come esaustivamente chiarito nelle parti dedicate ad entrambe le sottospecie. Mentre nel secondo caso serve ricordare che la forma tibetana, e quindi anche gli individui dell’Arunachal Pradesh, erroneamente riconosciuti come kuseri di Beebe, sono a tutti gli effetti innominati e, non è possibile sinonimizzare ciò, o chi, è sistematicamente riconosciuto, a qualche altro che invece risulta innominato o erroneamente attribuito ad altra specie.
2) Prima di qualsiasi altra considerazione servirebbe chiarire la posizione della popolazione che vive nella provincia del Tibet (Cina), erroneamente attribuita all’Ithaginis c. kuseri di Beebe, come ampiamente provato in questa disamina, ed allo stato attuale del tutto innominata.
3) Stabilire, attraverso approfonditi studi sul campo e mitocondriali, la posizione delle popolazioni di Ithaginis c. kuseri dell’Arunachal Pradesh che, contrariamente a quanto menzionato nella letteratura sia del passato, quanto attuale, non possono in nessun modo essere assegnati alla forma descritta da Beebe, come ampiamente dimostrato in questa disamina. Quindi, se ascrivibili alla forma tibetana (innominata) o da considerare Ithaginis c. marionae, oppure se quest’ultimo sia da ritenere sinonimo dell’Ithaginis c. kuseri (tibetano e innominato).
4) Definire la condizione sottospecifica dei soggetti attribuibili all’Ithginis c. marionae che albergano sui Gaoligongshan in quanto, non di rado, vengono osservati in condizione di promiscuità col più numeroso ed ampiamente distribuito Ithaginis c. holoptlus. Ciò induce a presumere che Ithaginis c. marionae, anche in relazione ad inequivocabili immagini attestanti la presenza di Ithaginis c. holoptilus nel Nord del Myanmar, sia una mutazione/variazione occasionale di quest'ultimo. Serve quindi approfondire al fine di chiarire le relazioni interspecifiche, sia tra le due forme citate, quanto tra il presunto marionae dei Gaoligongshan ed il probabile kuseri dell'Arunachal Pradesh.
5) Escludendo Ithaginis c. cruentus e tibetanus, non considerati in questo studio, nell’area compresa tra le province cinesi dello Yunnan e Tibet, il nord Myanmar e nord est Arunachal Pradesh vivono, secondo la letteratura, 5 sottospecie di Ithaginis. In base ai risultati di questo studio, sistematicamente ne vengono riconosciute solo due, tre nel caso siano rivisti i rapporti specifici e intraspecifici menzionati al punto 1. Per cui servirebbe riconoscere, per una questione di priorità descrittiva, holoptilus come Ithaginis c. kuseri e il titolo di descrittore attribuito a William Beebe, mentre, nel caso non si volesse nominare “ex novo” la specie, l’alternativa è quella di includere le forme che albergano nel Tibet e Arunachal Pradesh, dopo aver chiarito le relazioni interspecifiche di quest'ultima, nell’Ithaginis c. marionae di Mayr. In questo modo verrebbe assegnata una posizione specifica alle forme innominate e nel contempo corretto il più che probabile errore commesso da Mayr.
Quindi Ithaginis c. geoffroyi e Ithaginis c. holoptilus ai quali aggiungere, come sopra argomentato, Ithaginis c. marionae.
Mappa del nord-ovest Yunnan - Cina, con località indicate da Rock seguita da tabelle identificative.
Bulletin of Museum of Comaparative Zoology at Harward College, in Cambridge Mass. USA Vol. LXXIV – 1932
A COLLECTION OF BIRDS FROM THE PROVINCES OF YUNNAN AND SZECHWAN, CHINA, MADE FOR THE NATIONAL GEOGRAPHIC SOCIETY BY DR. JOSEPH F. ROCK
Sunto dell'articolo di James C. Greenway Jr (18/04/1932)
Haba-ndsher-nvulu Snow Range: nord-ovest della grande curva dello Yangtze, sopra i 4.267 metri, abeti e abeti rossi con Arundinaria in crescita gennaio 1932.
Hasiao-wei-hsi: nord di Wei-hsi, sponde del fiume Mekong, settembre 1931. Kenichunpo, Mt: ( vedi Mt. Gomba-la ) La-shi-pa: ovest di Likiang, risaie, settembre 1931.
Na-dza-gko: prato alpino, pendici del monte Satseto

Ithaginis cruentus kuseri Beebe 1912, p. 190 (Yunnan).
Un singolo esemplare maschio è stato prelevato sul monte Gomba-la o Kenichunpo (attuale Gongshan - nord ovest Yunnan) corrispondente al sud-est del Tibet Plateau, ad un'altitudine compresa tra 4267 e 4876 metri nel giugno 1931. 1*)
Ithaginis cruentus holoptilus subsp. nov.
Tipo. — N. 160, 786 Museo di zoologia comparata di Chou-yugko, sopra Tao-mung-chung, sud-ovest di Lu-tien (Li-tien), distretto di Likiang; pendici orientali dello spartiacque Yangtze-Mekong, da 3960 a 4572 metri, collezionato nell'aprile 1931.
Intermedio tra Ithaginis c. kuseri Beebe e Ithaginis c. rocki Riley. Nel confronto con Ithaginis c. rocki le redini risultano rosse punteggiate di nero anziché essere completamente di questo colore, così come per la striscia sopracciliare; piume sulla parte posteriore e lati del collo bianche delimitate da stretta bordura grigia, anziché grigie con strette linee bianche sul rachide; parte superiore del petto con colorazione rossa e verde, piuttosto che rossa inframmezzata da cannella scamosciata, o solo di quest’ultima tonalità. Il carattere principale per il quale ho ritenuto di separata questa sottospecie, riguarda la trama delle piume della cresta, che si presentano con fattura normale e non scomposta come in Ithaginis c. clarkei, rocki e kuseri 2*).
Il dottor Joseph F. Rock inviò tre maschi adulti e tre esemplari riconosciuti come femmine (Ithaginis c. holoptilus). Penso però che due di questi siano maschi immaturi poiché presentano accenni di piume rosse su collo e petto; tutti catturati a Chou-yu-gko, distretto di Likiang.
La gamma di queste sottospecie è ovviamente, molto poco conosciuta. Per quanto si sa, tuttavia, questa nuova forma ha una distribuzione intermedia. L'Ithaginis c. kuseri Beebe secondo Rothschild, è stato prelevato a Tseku, dove il suo areale confina con quello di Ithaginis c. rocki, la Salween Valley, Tengueh e lo Shweli-Salween Divide; Ithaginis c. rocki a nord sulle montagne di Ho-fuping e Ithaginis c. clarkei nei monti Likiang a ovest.
Oltre ad un singolo esemplare di Ithaginis c. clarkei (Rothschild) catturato nei pressi dei monti Likiang nel mese di maggio, ho esaminato due maschi e una femmina, sempre di questa forma, provenienti dalla stessa località, gentilmente prestati dal Museo Nazionale degli Stati Uniti (United States National Museum), nonché due maschi e una femmina di Ithaginis c. rocki dal monte Ho-fu-ping.
Ithaginis cruentus clarkei Bull. Rothschild. B.O.C, 40, 1920, p. 67 (Catena del Likiang, Yunnan).
Dieci maschi sono stati catturati a Mt. Satseto in gennaio e febbraio e uno a Gyi-na-loko in ottobre o novembre, due da Shwe-men-kam (gennaio) e uno ad A-dshwa in maggio. Sei femmine provengono dal Monte Satseto (gennaio o febbraio). Uno da Mt. Gyi-na-loko (ottobre o novembre) e uno da Shwe-men-kan (gennaio).
1*) Nella località indicata si trovano, o possono trovarsi, essendo area, anche, di confine, Ithaginis c. marionae, holoptilus e rocki. Escludendo quest’ultimo e holoptilus, in quanto presentano copritrici auricolari bianco grigiastro, quello che Greenway e Rock definiscono kuseri di Beebe è in realtà Ithaginis marionae, o variazione di holoptilus, senza tenere minimamente in considerazione le coperture auricolari e alcune altre difformità ben visibili nell'illustrazione raffigurante il kuseri di Beebe. Quindi anche la tabella sotto esposta è da considerare con la necessaria attenzione. La forma tibetana, e probabilmente anche nell'Arunachal Pradesh, impropriamente definita kuseri di Beebe, dovrebbe rappresentare la specie di Ithaginis più grande, perlomeno nei riguardi della specie che albergano nel sud, sud ovest della gamma di questo genere. 2*) Importantissima, per quanto strana, affermazione di Greenway con la quale sottolinea che Ithaginis kuseri presenta la cresta scomposta. Di certo le uniche forme appartenenti a questo genere che mostrano questa caratteristica sono Ithagiis geoffroryi, clarkei e parzialmente rocki. Quindi è probabile che l'autore, non avendo un adeguata conoscenza di queste specie, abbia in realtà esaminato quest'ultimo ritenendolo kuseri semplicemente perché riconosciuto come tale solo in base alla località di raccolta e non per tipo. In nessuna descrizione, perlomeno quelle da me esaminate, di Ithaginis kuseri viene menzionata la fattura della cresta. Neppure in quella approntata di Baker, che reputo la più dettagliata. Tuttavia, anche in questo caso, le immagini, seppur non di buona qualità, offrono la più immediata delle soluzioni. La cresta di Ithaginis c. kuseri è, ovviamente, composta. Non comprensibile neppure il perchè l'autore affermi di aver separato Ithaginis holoptilus principalmente per la cresta composta quando non pochi altri caratteri, molti dei quali anche da lui descritti, sono significativamente identificativi di questa forma.
Così come è difficile, ed al tempo stesso curioso, cercare di capire cosa abbia visto l’autore quando afferma che Ithaginis holoptilus è intermedio tra il kuseri di Beebe e rocki. Forse gli sarebbe bastato studiare con maggiore attenzione l’illustrazione del kuseri di Beebe per capire che stava descrivendo la stessa forma. Tuttavia, va ricordato che Ithaginis holoptilus, come del resto tutti i congenere, mostra una certa variabilità, quindi è altresì probabile che Greenway abbia osservato una pelle poco pigmentata senza o quasi, gorgiera nera ecc., e ciò gli è bastato per separala specificatamente dal kuseri di Beebe non presupponendo che in realtà stava esaminando una variazione della stessa forma
Nota: sotto esposte alcune delle immagini, per quanto di non buona qualità, eccetto la n° 3, dalle quale è comunque facilmente riscontrabile il modello composto della cresta.
Foto da: 1 www.weibo.com - 2 www.cnbird.org.cn Autore: Jonchan - 3 www.ebird.org Autore: Su Li ( località indicate dai fotografi: 1-2-3 prefettura di Nyingchi Tibet, Cina. Date e precisazioni riguardanti le località alla parte dedicata a questa forma )
1 - Ithaginis c. kuseri (tibetano) 2 - Ithaginis c. kuseri (tibetano) 3 - Ithaginis c. kuseri (tibetano)



Nelle tabelle sotto esposte (clicca per ingrandire), a sinistra il riassunto dei caratteri distintivi relativi a 4 sottospecie di Ithaginis, considerati da James C. Greenway Jr., nelle sue annotazioni originali. A destra la traduzione con evidenziate in in rosso quanto a mio avviso parti che non corrispondono al fenotipo delle forme elencate, o quelle che dovrebbero rappresentare, dato che il kuseri incluso da Greenway, come già prima menzionato, in realtà era Ithaginis marionae o variante di holoptilus, quindi, già di suo, "difforme" sia dal kuseri di Beebe quanto dal kuseri indinao descritto da Baker, mentre a destra, nell'esposizione dei caratteri, è stato rappresentato il kuseri tibetano. Purtroppo la continua ripetizione dell'epiteto si rende necessaria al fine di non creare ulteriore confusione ed incertezza.
Dopo aver esaminato centinaia di immagini posso essere solo marginalmente d'accordo con questa descrizione dei caratteri a volte, non comprensibili se riferiti alla specie elencata, come se l'autore avesse in un certo senso osservato più forme e "mischiato" o "confuso" alcune caratteristiche.


