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- lerwa lerwa : sottospecie -

Illustrazione:  Lerwa l. lerwa  

Lerwa lerwa x sito - 31-08-2025 -.jpg

Genere Lerwa  ( Bonaparte..... 1786 )  

La specie, a seconda dei testi presi in considerazione, è monotipica o suddivisa in due sottospecie: 

* Lerwa l. lerwa......................................Hodgson...........................1833 - Nord-nord-ovest Pakistan ed aree di frontiera dell'India settentrionale, sud-sud-est Sud dell'altopiano tibetano ed estremo nord ovest dello Yunnana ( Cina ).  La presenza della specie nell'est Afghanistan necessita di ulteriori conferme, anche se apparentemente si trovano nelle regioni di confine con l'adiacente Pakistan.

* Lerwa l. major.......................................Meinertzhagen R. ...........1927  -   Sichuan occidentale. ( Non da tutti ritenuta valida ed inclusa con la forma nominale )

** Lerwa lerwa callipigia......................Stegmann.........................1938  - Gansu meridionale e Sichuan nord occidentale(Cina). Non valida  in quanto ritenuta conspecifica della sottospecie nominale.

Descrizione e comportamento:  questa specie fu descritta per la prima volta da Brian Houghton Hodgson nel 1833 che la classificò come Lerwa, basandosi sul termine con cui i Bhutia (antica popolazione nepalese) definivano questi uccelli. Inizialmente la incluse nel  genere Perdix come Perdix lerwa. Una sottospecie, L. l.  major venne descritta da Richard Meinertzhagen nel 1927, mentre L. l. callipigia del sud Gansu è stata proposta da Stegmann durante il 1938. Tuttavia queste ultime due forme, ed in particolare L. l callipygia, non vengono generalmente riconosciute. La specie è stata mantenuta in questo genere monotipico a causa di varie peculiarità tra le quali i tarsi piumati e la mancanza di un chiaro dimorfismo sessuale nella colorazione della livrea. 

La IOC Osservazioni include L. l. major e L. l.  callipygia nella forma nominale - Madge & McGowan, 2002; McGowan, 1994.   

Misura mediamente 35-40 cm di lunghezza, con un peso di 550-700 gr per i maschi, e 450-580 gr le femmine. I sessi sono simili, tuttavia le femmine sono prive di speroni tarsali, mentre i maschi ne presentano uno spuntato e talvolta un secondo incipiente. 

Il piumaggio in generale si presenta completamente grigio con “gessati” bianchi e nerastri, sulla parte superiore del corpo; testa, collo, dorso, ali e coda marrone chiaro; petto bianco attraversato da larghe e sagomate strisce marroni. Iris bruno-rossastro; becco cremisi; zampe rosso-arancio. Le tre sottospecie risultano molto difficili da distinguere in natura.

La forma Lerwa lerwa major è "distinguibile" dalla nominale per le maggiori dimensioni, le parti superiori meno fulve e quelle inferiori mediamente più chiare, ma presumibilmente questo cromatismo non è costante  e probabilmente dovuto solo a variazioni territoriali 1*)

Lerwa lerwa gamma da: : Bulletin of the British Ornithologists  Club Vol. 120 N° 1 - marzo 2000

New information on the Snow Partridge Lerwa lerwa (Hodgson 1833) and its systematic position by R. L. Potapov ( Received 11 September 1998 )

[ Fig. 1 = I limiti di distribuzione noti a nord-ovest e nord-est sono: (a) Alta valle di Hundjerab (Roberts 1991), 75°E, 37°N; (b) Parachinar (Baker 1934), 70°10'E, 34°05'N; (c) Dintorni del Nanga-Parbat (Baker, 1934), 74°40'E, 35°N; (d) Garhval—Baratoli (Baker 1934), 79°E, 31°N; (e) Distretto di Sigu (Beresovski & Bianchi 1891), 103°30'E, 3°3'N; (f) Distretto di Lungan-Fu, 104°10'E, 32°30'N (coll. Zool. Institute Russian Ac. Sci., San Pietroburgo); (¢) Monti Longmen, 103°30'-104°30'E e 31°30'-32°30'N (Li & Lu 1991). Altri punti nel territorio cinese - secondo Li & Lu 1991 ]

Lerwa range -  Potapov.PNG

1*) Infatti, com'anche indiscutibilmente confermato dalle molte immagini analizzate, la colorazione del piumaggio appare come puramente individuale e non distingue le due forme. Probabilmente un cromatismo più accentuato, soprattutto sulle parti inferiori, oltre che carattere sessuale (maschi solitamente più colorati delle femmine), potrebbe anche essere dovuto all'età e/o periodo, come ad esempio quello riproduttivo. Ovviamente fotograficamente non è possibile stabilire le proporzioni corporee.    

Le pernici delle nevi sono distribuite principalmente nell'Himalaya, altopiano del Qinghai-Tibet e parti centrali e meridionali della Cina. Piuttosto comuni nei prati alpini ed aree ghiaiose ad altitudini, in base alla stagionalità,  di 2000-5500 metri. Si nutre principalmente di vegeta ed insetti. 

Nomi vernacolari: Larwa, Nepal; Jungooria, Kumaon; Quoir-moonal, Koor-moonal, Garhwal; Golabi, Bhair, Ter-tetur, Busahir e altri stati collinari; Barf-ka-tetur, Kulu ; Biju, Chamba.

                                                                                                                                                                                                                                                                                                                            L'ambiente naturale in cui vivono, estremamente aspro, è costituito per la maggior parte da arbusti, prati alpini e aree rocciose nude ad un'altitudine di 3000-5500 metri. Il clima in questi luoghi già di per sé rigido, è spesso ulteriormente inasprito da violente bufere di neve. A queste latitudini l'inverno si protrae per 8-9 mesi ma le gelate pressoché tutto il corso dell’anno così come abbondanti nevicate possono verificarsi nel mese di giugno. In primavera e autunno predilige albergare in aree di roccia nuda al di sopra del limite delle nevi e zone dove si accumulano detriti franati mentre di notte in fessure rocciose o sotto sporgenze naturali. In un simile ambiente anche i nemici naturali non sono molti, e ciò li favorisce nel quotidiano vivere. Durante la stagione riproduttiva è per lo più attivo sui prati alpini sotto la fascia rocciosa dove il clima è fresco con precipitazioni abbondanti che favoriscono crescite vegetali rigogliose e varie. In inverno si trova principalmente all’interno di aree cespugliose alpine, nei prati durante i pendii soleggiati e/o zone umide pedemontane dove il clima secco è relativamente più mite con presenza di arbusti radi (Spiraea < o Spirea> , Rododendri ecc.) che costituiscono un luogo ideale, per loro, di svernamento  Durante il periodo invernale, l’attività principale si svolge su pendii rocciosi ripidi con piante alpine caratterizzati dalla presenza di rododendri, felci, muschi, licheni, ecc. In estate, si trova prevalentemente in zone rocciose sopra i 4.000 metri sul livello del mare, mentre in inverno scende, a seconda degli habitat, a circa 4.000-3.000 metri, ma può essere visto anche a 2.000 metri. A Longshan nella prefettura di Lijiang, Yunnan (Cina) anche a gennaio lo si incontra ad altitudini di 4700-4800 metri sul livello del mare.

Vivono spesso in gruppo. Nonostante la camminata sembri piuttosto goffa, ondeggiante e barcollante, tanto da farli sembrare ridicoli, preferiscono pedinare e/o planare “scivolando” da un pendio all'altro per sottrarsi ad un pericolo. La colorazione altamente mimetica del piumaggio, in perfetta armonia con l’ambiente che li circonda, contribuisce ulteriormente ad aumentarne le difese nei confronti dei predatori. Inoltre, queste zone sono spesso avvolte da fitta nebbia che li costringe a comunicare tra loro tramite grida, quindi, il più delle volte vengono solo sentiti. I richiami di questa specie sono striduli e brevi. I maschi li emettono in maniera continua e crescenti di tono, mentre nella femmina risultano più bassi e meno vocali.

Sono caratterizzati da forte adattabilità alle condizioni naturali di alta montagna con le attività quotidiane generalmente svolte soprattutto in due periodi di punta, uno al mattino presto e l'altro alla sera. Fatta eccezione per la stagione riproduttiva, la ricerca del cibo, così come altre incombenze, vengono svolte in gruppo. Solitamente non temono gli esseri umani che, non di rado, lasciano avvicinare anche troppo. Infastidito, si invola repentinamente, emettendo un grido rapido ed acuto durante il decollo. Si nutre a terra. Il cibo è principalmente costituito da oltre 40 tipi di muschi, felci, erbe e arbusti, foglie, germogli, fiori e semi integrando con una piccola quantità di proteine costituita da insetti vari ecc.  

La formazione delle coppie e successiva attività riproduttiva avviene tra aprile e maggio. I nidi, solitamente ben nascosti, vengono approntati in piccole grotte, anfratti, sotto a sporgenze rocciose o massi, cespugli, erbe alte e quant'altro possa servire a tale scopo e rifinito con muschi, licheni, steli d’erba ecc. La covata è costituita da 2-5 uova (massimo 7) di colore bianco crema o giallo scuro, densamente ricoperte di punti e macchie rossastre incubate dalla sola femmina. Uova: dimensione media è di 48,2-51,8 x 37,7-39,3 mm; peso medio è di 35,4-36 grammi.  

Il loro numero varia notevolmente a seconda delle diverse aree di distribuzione ma complessivamente sono ancora relativamente numerosi ed in particolare nelle zone centrali della sua distribuzione, mentre in quelle marginali, comprese nel sud del Gansu e nord-ovest dello Yunnan (Cina), è molto raro. Comunque, ad oggi, le popolazioni di Lerwa lerwa appaiono stabili e distribuite su vasti areali, quindi non si avvicinano ai valori critici di sopravvivenza e/o vulnerabilità riferibili alle specie in pericolo o via di estinzione (cioè quando la gamma o l'intervallo di fluttuazione è inferiore a 20.000 chilometri quadrati, qualità dell'habitat, dimensione della popolazione e l'area di distribuzione risulta frammentata). Ciò premesso, serve considerare che, nonostante l’altitudine nella quale alberga, la sopravvivenza di questa forma, è sempre più gravemente minacciata dalle crescenti attività dei residenti locali. Inoltre, le ridotte dimensioni della covata e l'habitat estremamente duro e povero, costituisco ulteriori ed importanti ragioni che ne potrebbero  limitare l’incremento di numero nel prossimo futuro.  

Lerwa lerwa lerwa  ( Pernice delle nevi )............Hodgson.......1833 

Foto da :  1  Autore:  Aseem Kothiala  -  2  Autore:  Vivek Sarkar   -  3  www.igoterra.com  Autore:   Paul Matson   ( località indicate dai fotografi:  1  Tungnath, Rudraprayag, Uttarakhand 04-04-2014 India   -  2  Tungnath, Rudraprayag, Uttarakhand 15-12-2023 India  -  3  Sela pass, Arunachal Pradesh, Arunachal Pradesh 13-04-2022 India ) 

1 -  Lerwa l. lerwa maschio                                                                 2 -  Lerwa l. lerwa  femmina                                                            3 -  Lerwa l. lerwa maschio

Lerwa l. major maschio - Tungnath, Rudraprayag, Uttarakhand 04-04-14 India - Aseem Kothial
Lerwa l_edited.jpg
Lerwa lerwa - Sela pass, Arunachal Pradesh, India, Arunachal Pradesh 13-04-22 - Paul Matso

Lerwa lerwa major ( Pernice delle nevi maggiore )........Meinertzhagen R. .......1927

Foto da :  1-3 www.birdnet.cn Autori:  1 Duancheng Birdman - 3 Xia Yu Dong Xue  -  2  Autore: Koel ko  ( località indicate dai fotografi:  Wolong, contea di Wenchuan, Aba Tibetan e Qiang, Sichuan 08-05-2020  Cina   -  2   Balangshan Pass, Sichuan 23-06-2011 Cina  - 3   Rilong, contea di Xiaojin, Aba Tibetan e Qiang,  Sichuan 02-05-2020 Cina )

1 -  Lerwa l. major maschio                                                                2 -  Lerwa l. major femmina  in primo piano                               3 -  Lerwa l. major maschio

Lerwa l. lerwa - Wolong, contea di Wenchuan, Aba Tibetan e Qiang, Sichuan 08-05-20 - Duanc
Lerwa l. lerwa - (Balangshan [General Area]), Sichuan, China 23-06-11 - Koel Ko search - C
Lerwa l. lerwa pare  - Rilong, contea di Xiaojin, Aba Tibetan e Qiang,  Sichuan 02-05-20 -

Lerwa lerwa < presumibilmente: major >

Foto da :  1-2  Autore:  - Dr. Ealit Photography www.lalitventures.blogspot.com  ( località indicate dai fotografi:   nessun dato eccetto, India ) 

1 -  Lerwa lerwa < nido con uova >                                                                                                              2 -  Lerwa lerwa  < pulcino > 

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Lerwaerwa lerwa pulcino - Dr. Ealit Photography www.lalitventures.blogspot_edited.jpg

A seguire alcuni interessanti ed esaustivi lavori, relativi a questa specie, pubblicati in passato:

 - Descritto per la prima volta da Hodgson nei "Proceedings of the Zoological Society" del 1833, con il nome di Perdix Lerwa, e successivamente eretto nel genere Lerwa nel "Madras Journal of Literature and Science" del 1837

Sunto delle note e descrizione originale tratta da: Perdix Lerwa Hodgson, 1833 in "Proceedings of the Zoological Society of London Part 1 no.9 p.107".

"..Questi uccelli mostrano abitudini e comportamenti più simili ai Tetraoni rispetto a quelli del Pernici. Sono gregari, nidificano sotto rocce sporgenti, si nutrono di aromi, semi e insetti della regione himalayana, che non abbandonano mai, e tra i ghiacciai, dove trovano un rifugio impenetrabile quando vengono disturbati. Evitano completamente le zone alberate, prediligendo, solitamente, le sporgenze più piatte e quasi completamente ricoperte di erica, sulle pendici innevate himalayane. I Lerwa entrano in muta, credo, due volte l'anno, in primavera e autunno; certamente durante quest'ultimo periodo, mentre il loro piumaggio si presenta imperfetto ed usurato nel mese di agosto.  Costituiscono una selvaggina splendida, dal volo vigoroso, timidi e per dimensioni e forza pari a quelli di un gallo cedrone. La loro carne è bianca, succulenta e dotata di un sapore molto intenso. I sessi si assomigliano essendo pressoché uguali. I giovani differiscono, sostanzialmente, per mostrare una tonalità più opaca, soprattutto sul petto e fianchi, che negli esemplari più vecchi brillano di un intenso marrone castagna o rosso ocra.  

I giovani presentano il becco e zampe rosso scuro. La seguente breve nota su questa specie si trova in "Himalayan Journals" del Dr. Hooker, vol. II, p. 118, ed è citata a conferma delle osservazioni del signor Hodgson sulla sua somiglianza con le caratteristiche sia del gallo cedrone che della pernice: "..Ho aspettato che l'ultima striscia di neve fosse nascosta alla mia vista, quando sono sceso a fare colazione con il gallo cedrone dell'Himalaya (Tetrao Perdix nivicola), un piccolo uccello gregario che abita  le montagne rocciose più elevate e pronuncia una breve fila di "Quiok, quiok"; per carattere e aspetto è intermedio tra il gallo cedrone e la pernice, ed è commestibile sebbene sia coriaceo."

Il signor Hodgson afferma che il peso è di  520 g.

"..Testa, collo, gola, superficie superiore, ali e coda barrati alternativamente da strette strisce ondulate di colore grigiastro o bianco-camoscio e nero-brunastro, macchiate qua e là sui lati del dorso e delle ali di color castagna; primarie marrone scuro, con strette macchie bianco-fulvo sui margini; secondarie con ampie punte bianche; timoniere con bande grigie interrotte dal rachide scuro, le stesse sono doppie, o con una macchia marrone lungo il centro; petto, parte superiore dell'addome e fianchi di color castagna molto scuro, con una macchia color camoscio sul bordo di alcune scapolari. Questa macchia diventa molto evidente sui fianchi; parte inferiore dell'addome, cosce e addome di color castagna, ma soffuse di una tonalità rossiccia; copritrici sottocaudali rosso castagna, con una linea nera al loro interno, apici color camoscio; iridi marrone chiaro; becco e zampe di un intenso rosso corallo.."

Sintesi da: THE JOURNAL OF THE “BOMBAY NATURAL HISTORY SOCIETY” - VOL. XXX - PARTS 1 & 2.

JANUARY, 1925. VOL XXX, N°. 2.

“THE GAME BIRDS of INDIA, BURMA AND CEYLON. BY K. C. Stuart Baker, F.LS., F.ZS., M.B.0.U., C.F.A.0.U Part. XXXIX, ( Continued from page 11 of this Volume. )”

JANUARY, 1925. VOL XXX, N°. 2.

Genus—LERWA.

By Stuart Baker

Lerwa Hodgson, Madras. Journ. L. & S., V., p. 300 (1837). Tipo Perdix lerwa.

Località tipo, Nepal.

Il genere Lerwa comprende una sola specie il cui piumaggio è costante in tutto il suo areale; l'ala è appuntita e piuttosto corta; la seconda ala primaria è solitamente la più lunga, la prima e la terza sono uguali e di poco più corte; in alcuni esemplari, tuttavia, la prima ala primaria è la più lunga e in altri le prime tre sono praticamente uguali; le secondarie arrivano fino a circa 2,5 cm dalla punta dell'ala. I tarsi sono corti e piumati per circa metà della loro lunghezza anteriore; la coda è composta da quattordici penne ed è leggermente arrotondata all'estremità.

I sessi sono simili nel piumaggio, ma il maschio possiede uno sperone, generalmente corto e smussato, occasionalmente ben sviluppato e affilato, solo in rari casi, con tracce di un secondo sperone.

LERWA LERWA (Pernice delle nevi) 

Sinonimi:

Perdix lerwa Hodgson, P.Z.S. 1833, p. 107 (Nepal) ; Gray, Ill. Ind. Zool. If. pl. 44, fig. 1 (1834).                                                                                                                                        Lerwa nivicola Hodgs., Madras Journ. L. &S., 1837, p. 301; Gould, B. of Asia, VI., pl. 75 (1855) ; Jerdon, B. of India, III. p. 555 (1863); Beavan, Ibis, 1868, p. 382 ; Swinhoe, P. Z. 8. 1871, p. 400 (Moupin) ; Hume, Nests & Egg. Ind. B., p. 536, (1873) ; Hume & Marshall, Game B. Ind., II, p. 1. pl. (1879) ; Marshall, Ibis, 1884, p. 423 (Chamba) ; Oates ed. Hume’s Nests & Eggs. Ind. Birds, III, p. 428 (1890); Seebohm, Ibis, 1891, p. 380 (W. Sze-chuen) ; Blanford, Fauna. Brit. Tid? KEV: 145 (1898) ; Walton, Ibis, 1906, p. 249 (S. Tibet) : Ward, J ourn. Bomb. N. H.Soc., XVII, p. 945 (1907) (Kashmir) ; Whitehead, Ibis, 1909, p. 714 (Kaghan Valley); Whymper, Journ. Bomb. N. H. Soc., XIX, p. 990 (1910), (Garhwal) ; Whymper, ibid, XX., p. 1160, (1911), (Garhwal) ; Whymper, Bull B.O.C., XXXV, p. 56 (1915), (Eggs) ; Hingston, Journ. Bomb. N. H. Soc., XXVII, p. 571 (1921), _ (Dharmsala); Osmaston, ibid, XXV11I, p. 160 (1921), (Garhwal).

Tetraoperdix (Lerwa) nivicola Hodgson, in Gray’s Zool. Mise. p. 85, (1844).

Lerva nivicola Adams, P.Z.S., 1858, p. 501 (High Ranges of Cashmere) ; Adams, P. Z. S., 1859, p. 186. Ladak.

Lerwa lerwa Ogilvie-Grant, Cat. Birds B. M.,X XII, p. 100 (1895) ; Ogilvie-Grant, Handb. Game B., I, p., 80 (1895) ; Oates, Man. Game Birds, I, p. 196 (1898); Bailey, Journ. Bomb. N. H. Soc., XXI, p. 178 (1911), (Chumbi); Kinnear, Ibis, 1922, p. 500 (Mt. Everest) ; Whistler, Ibis, 1923, p. 628. 7

Nomi vernacolari:  Lerwa (Bhutea); Janguria (Kumaon); Quoir or Kur Monal (Garhwal); Golabi Bhair, Ter Titar (Bashahr, etc.) ; Barfka-Titar (Kulu); Biju (Chamba).

Descrizione: l'intera testa, collo e piumaggio superiore risultano barrati di nero e bianco-fulvo, quest'ultimo soffuso di un color castagna rossiccio in misura variabile, soprattutto su scapolari e secondarie più interne; primarie marroni, con apici e macchie bianco opaco sui margini dei vessilli esterni; primarie più esterne a volte immacolate, probabilmente negli uccelli selvatici; secondarie marroni maculate e barrate di bianco su entrambi i vessilli e con largo apice bianco più puro su tutte tranne quella più interna; coda con barre  marrone nerastro e altre maculate di bianco; nella parte inferiore del collo, color castagna scuro, le basi delle penne sono marcate di nero e bianco. Sul petto il bianco è appena visibile, mentre sui fianchi e parte inferiore dell'addome appare in larghe strisce bianco-fulvo, che si estendono a tutti i vessilli esterni delle piume interne dei fianchi; copritrici cloacali e delle cosce barrate di nero, bianco e castagna; copritrici sotto caudali color castagna con strisce nere sul rachide e ampi apici bianchi o bianco crema.

Colori delle parti molli: iride da rosso bruno a rosso sangue; becco rosso corallo brillante; zampe e piedi da rosso arancio a rosso intenso, più intenso e brillante durante la stagione riproduttiva.

Misure: lunghezza totale da circa 375 a 400 mm; ali da 180 a 205 mm; coda da 118 a 138 mm; becco da 18 a 20 mm; tarso da 38 a 40 mm.

La femmina presenta, circa, le stesse dimensioni del maschio.

"Peso da 453 a 16 once a 624 g. "Un esemplare è stato annotato come 710 g." (Hume.)

Giovani: penne al centro del petto castane, più raramente, bordate di nero. Nel primo piumaggio appaiono screziati superiormente di marrone opaco e bianco acceso; rachidi bianchi, in evidenza sulle scapolari e secondarie più interne; inferiormente l'intero piumaggio è screziato di marrone chiaro e bianco acceso con striature centrali bianche su petto e fianchi.

Pulcini: centro della sommità della testa e nuca, intorno all'apertura oculare e guance posteriori in nero vellutato; resto della testa, gola e lati del collo di colore bianco argenteo; piumaggio superiore marrone castagna, una macchia nerastra al centro del dorso e delle cosce; inferiormente da camoscio chiaro a camoscio castagna.

Distribuzione: l'Himalaya, dai confini del Belucistan e Afghanistan, a est attraverso il Sikkim e Tibet fino a Moupin (attuale contea di Baoxing, prefettura di Ya'an, Sichuan, Cina) e Ta-tsien-lu (attuale contea di Kangding, prefettura di Garzé, Sichuan, Cina) nella Cina occidentale. Questa pernice delle nevi sembra essere confinata a una striscia di territorio relativamente stretta che si estende per un'immensa distanza da est a ovest lungo le prime due o tre catene nevose esterne dell'Himalaya; è tuttavia possibile che nel Tibet orientale il suo habitat possa ampliarsi notevolmente, poiché il Col. F. M. Bailey ha incontrato, e sentito parlare più spesso, di quello che ritiene essere questo uccello su un'area molto sparsa. È assente dalle ampie pianure coltivate del Tibet centrale, sebbene comune nel Sikkim e nelle catene adiacenti a sud.

Nidificazione: la pernice delle nevi si riproduce in tutto il suo areale tra i 3.000 e i 4.500 metri, sembra, tuttavia, molto più spesso sopra i 3.600 metri che al di sotto di questa quota. Nel Garhwal, dove il signor L. Whymper ha osservato diversi esemplari nidificanti, sono stati quasi tutti rinvenuti a circa 4.200 metri; il capitano C. H. T. Whitehead ha trovato nidi con uova nella valle del Khagan, tra i 3.800 e i 4.200 metri, e il colonnello R. H. Rattray vicino a Mongtha a circa 3.000 metri. Nel Ladak le uova sono state deposte a circa 4.200 metri e in Tibet si riproducono certamente fino a 4.500 metri. Ho anche un uovo nella mia collezione, raccolto da Buchanan a Parachinar a un'altitudine di circa 3.300 metri. Il sito scelto per il nido sembra essere invariabilmente un pendio ripido o addirittura scosceso, privo di alberi ma con una vegetazione sparsa di erba,  forse qualche cespuglio, più o meno disseminato di rocce, massi e pietre sparse. Di norma, un nido di buona fattura è costituito da muschio, erba, foglie, ecc., posto in una cavità protetta da qualche roccia o da un ciuffo d'erba rigoglioso. La cavità può essere naturale o scavata dagli stessi uccelli, ma, in entrambi i casi, è quasi sempre situata vicino alla cresta della collina e costantemente sul lato sottovento.  

Occasionalmente le uova vengono deposte in una cavità priva di nido, come quella di Whitehead nella valle di Khagan, ma sembra essere un caso eccezionale.

I nidi risultano ben nascosti, essendo spesso completamente occultati da sporgenze rocciose, una sicurezza in più per la femmina in cova, tuttavia il signor Whymper afferma che il sito è generalmente rivelato dall'ansia del maschio all'avvicinarsi di qualcosa che considera pericoloso. Anche quando non è ansioso, tuttavia, annuncia il fatto che la sua compagna, ed il nido, non sono lontani, chiamandola e pavoneggiandosi nelle sue vicinanze.

La stagione riproduttiva sembra essere lunga. Whitehead ha ottenuto pulcini, in fase avanzata di sviluppo, e uova fresche rispettivamente il 2 e l'8 luglio sulla frontiera afghana, e Whymper ha trovato uova fresche tra la fine di maggio e di giugno.

Le uova sono da tre a cinque, forse in alcuni casi sei o sette, poiché Wilson registra un numero simile di pulcini da lui visti nelle covate. L'aspetto è molto simile alle piccole uova di fagiano Koklas (Pucrasia macrolopha), scarsamente macchiate. Il colore è un camoscio piuttosto caldo, disseminato fini lentiggini e minuscole macchie rossastre distribuite abbastanza uniformemente su tutta la superficie dell'uovo. In alcuni casi le macchie diventano piccole chiazze e sono meno numerose, sebbene solo in una o due uova siano piuttosto marcate o evidenti. Alcune uova mostrano anche segni e macchie secondarie di color lavanda chiaro e grigio, ma queste sono difficilmente visibili se non osservate attentamente. La forma delle uova è ovale allungata, in alcune alquanto appuntita ma nella maggior parte piuttosto ottusa.

Cinquanta uova hanno una media di 54,6 x 35°0 m; massime 57°2 x 35°6 e 54,7 x 37°0 m; minime 48°6 x 31°6 m.

Abitudini generali: la pernice delle nevi abita, essenzialmente, le catene montuose innevate, i cui pendii inferiori sono ben ricoperti di foresta e dove, nella regione ripida e rocciosa al di sotto della linea delle nevi, cresce una certa quantità di erba, muschi, cespugli e altra vegetazione evitando gli ampi altopiani desertici, più o meno pianeggianti o ondulati, pressoché privi di vegetazione a causa della mancanza di pioggia. Ciò è molto ben dimostrato dall'elenco del Colonnello Bailey dei volatili cacciabili abbattuti durante quattro anni a Chambi e Gyantse, che non contiene una singola segnalazione di Lerwa. Questa specie vive ad altitudini elevatissime e in estate raramente si trova sotto i 3600 metri. Occorre notare che i membri della spedizione sull'Everest, secondo Wollaston,  non la osservarono sotto i 5300 metri nemmeno in questa stagione. Si crede che nel corso dei mesi invernali scenda fino a 2100 metri, ma presumibilmente si tratta di un'eccezionalità.

Pur essendo vegetariana, integra la dieta con proteine derivate dagli insetti, soprattutto durante le varie fasi della crescita della prolei. 

Il loro richiamo è un fischio forte e aspro, ripetuto costantemente, e sia la nota d'allarme che il richiamo normale, l'uno rispetto all'altro, sembrano variare solo in intensità e asprezza. Quando sono con i piccoli, entrambi i sessi emettono una nota più bassa e dolce, e i pulcini rispondono con un "pigolio" molto simile a quello dei pulcini dei polli. 

Da: Bulletin of the British Ornithologists  Club Vol. 120 N° 1 - marzo 2000

New information on the Snow Partridge Lerwa lerwa (Hodgson 1833) and its systematic position

by R. L. Potapov ( Received 11 September 1998 )

La pernice delle nevi (Lerwa lerwa) è una delle specie meno conosciute comprese nella sottofamiglia Perdicinae, se non dell'intera famiglia Phasianidae. Dalla sua descrizione scientifica nel 1833, sono state pubblicate solo tre pubblicazioni sulla specie, due delle quali erano brevi note tassonomiche che proponevano nuove sottospecie. L'unica pubblicazione sulla sua ecologia è apparsa solo nel 1992 (Li & Lu 1992). Le uniche altre informazioni si limitano a note su distribuzione e habitat raccolte durante indagini avifaunistiche generali. Esistono alcuni riferimenti bibliografici contenuti nelle faune ornitologiche regionali (Ali 1962, Ali & Ripley 1969, Vaurie 1972, Roberts 1991) e le informazioni più complete sulla distribuzione e la storia naturale della Pernice delle nevi fino ad oggi sono quelle di Baker (1935). Le informazioni e persino frasi complete contenute in questa pubblicazione sono state ripetute in tutte le successive descrizioni della specie.

Sebbene la sua distribuzione remota possa spiegare la scarsità di informazioni sull'ecologia e la totale mancanza di dati comportamentali, è piuttosto sorprendente che non sia stato condotto alcuno studio museale per indagarne più chiaramente le relazioni sistematiche. Questo genere monotipico è sempre stato elencato con tre o quattro generi di pernici di montagna paleartiche (Ammoperdix, Alectoris, Tetraogallus e Tetraophasis) all'inizio di tutte le liste tassonomiche della sottofamiglia Perdicinae, nonostante l'assenza di significative somiglianze con questi (Ogilvie-Grant 1893, Peters 1934).                                      Classificazione probabilmente basata sull'intuizione di ciascun autore piuttosto che su un'analisi sistematica, e non fornisce dati a supporto di tale sequenza tassonomica.

In questo articolo, utilizzo i dati provenienti da esemplari museali e dalla letteratura per formulare proposte sulla storia evolutiva della specie e quindi per valutare la validità del raggruppamento tassonomico tradizionale. A mia volta, ho considerato habitat e distribuzione geografica, colorazione del piumaggio, forma delle ali, muta delle piume e adattamenti al freddo.

Distribuzione geografica e habitat

L'esaminazione della letteratura e collezioni museali fornisce le seguenti località nord-occidentali confermate per la distribuzione della pernice delle nevi: i monti Safed-Koh al confine tra Afghanistan e Pakistan; i dintorni del Nanga Parbat e le sorgenti del fiume Hunza nel Pakistan orientale (Baker 1935, Roberts 1991). Questa specie non penetra nella catena dell'Hindu Kush o nel Pamir, dove le zone subalpine e alpine sono più aride.

Le località più a nord-est sono le creste settentrionali dei monti Sino-Tibetanici, sulla riva destra del fiume Huang (Giallo). Non si espande a nord a causa delle condizioni climatiche più aride. Queste affinità distributive suggeriscono che la pernice delle nevi abbia un'origine meridionale: il grado di umidità dell'Asia centrale è un fattore importante che limita la distribuzione di piante e animali. Ad esempio, l'areale del gallo delle nevi dell'Himalaya Tetraogallus himalayensis, una specie adattata a un clima arido, è limitato da un forte aumento dell'umidità nelle zone subalpine e alpine a est del Nepal (Potapov 1966).

 

Gli habitat preferiti della pernice delle nevi si trovano nelle zone subalpine e parzialmente alpine al di sopra del limite della vegetazione arborea. Si tratta di pendii ricoperti di erba, muschio, rododendri e altri arbusti, rocce licheniche e campi pietrosi con chiazze di neve. Sembra esserci una sovrapposizione di habitat con il gallo delle nevi del Tibet Tetraogallus tibetanus, con la specie dominante che varia da luogo a luogo. Per il resto, le pernici delle nevi evitano l'habitat principale dei gallo delle nevi: i pendii brulli al di sopra del limite della vegetazione arborea con scarsa vegetazione. L'importanza dell'esposizione dei pendii per le pernici delle nevi non è nota ed è possibile che alle latitudini meridionali le differenze tra l'esposizione dei pendii a sud e a nord non siano così significative come a nord. La principale caratteristica climatica degli habitat frequentati da questa specie in tutto il suo areale è l'elevata umidità, con precipitazioni più intense in estate e poca neve durante l'inverno. La maggior parte di queste aree di "foraggiamento" è priva di neve, evitando così le migrazioni altitudinali. L'unica indicazione in letteratura che le pernici delle nevi scendano a quote inferiori durante l'inverno di circa 2.500 m sul livello del mare durante gli inverni rigidi (Baker 1935).

La relazione tra le pernici delle nevi e un clima umido spiega i confini settentrionali del suo areale. Le fasce subalpina e alpina circondano l'altopiano tibetano con un'interruzione a nord. L'umidità in queste zone è sufficientemente elevata a causa dell'influenza dei monsoni estivi, ma questi non influenzano significativamente le condizioni climatiche nell'area a nord del Karakorum a ovest e nelle montagne sino-tibetane a est (Fig. 1 = Mappa/Gamma sopra esposta)

Colorazione del piumaggio

Tutte le specie di Ammoperdix, Alectoris e Tetraogallus presentano una colorazione molto chiara, soprattutto sulle parti superiori. Ciò conferisce un effetto altamente criptico negli habitat aperti e semidesertici che tutte prediligono. Alcune popolazioni (di specie) di gallo delle nevi, tuttavia, presentano una colorazione più scura delle parti superiori; queste vivono in aree con substrati più scuri e maggiore umidità. Ciononostante, in tutte le forme si osserva una completa assenza di strisce o macchie evidenti nella colorazione delle parti superiori. I Tetraophasis presentano una colorazione grigio-marrone scura con lo stesso effetto criptico negli habitat forestali che prediligono. Al contrario, le parti superiori della pernice delle nevi sono molto scure e barrate da strette strisce bianche e nere (Tavola 2 a fianco). Questa colorazione è unica tra i perdicini, sebbene esistano alcune specie di pernici del Sud e Sud-est asiatico (ad esempio la pernice bambù cinese Bambusicola thoracica, la pernice panciacastana Arborophila javanica, la pernice di Formosa Arboriphila crudigularis e la pernice delle colline Arborophila torqueola) in cui le parti superiori sono barrate da strisce nere o scure (esclusa la testa).

Anche le parti inferiori della pernice delle nevi sono in marrone molto scuro con strisce longitudinali bianche formate da macchie laterali bianche sulle piume marrone scuro. Tali schemi di colorazione sono comuni in alcune specie di perdicine e possono essere osservati, ad esempio, in alcuni francolini (Francolinus squamatus, F. nahani e F. jacksoni). La pernice delle nevi sembra preferire habitat di prateria al di sopra del limite degli alberi e tende a evitare ampie distese di terreno brullo e aperto. La colorazione della sua parte superiore sembra essere il risultato di un adattamento criptico allo sfondo scuro di questi habitat, con il piumaggio striato che permette all'uccello di mimetizzarsi tra i fili d'erba. La sua colorazione scura suggerisce che il suo precedente sviluppo evolutivo sia avvenuto in condizioni climatiche calde e umide o che si tratti di un recente adattamento a condizioni e vegetazione caldo-umide.

Un'altra caratteristica importante di questa specie è la colorazione lanuginosa dei giovani. È completamente diversa da quella del gruppo Ammoperdix—Alectoris—Tetraogallus, ma simile alla colorazione dei giovani del fagiano sanguigno Ithaginis cruentus e, in misura minore, a quella dei giovani lanuginosi delle pernici montane Arborophila e dei Lophophorus impejanus. Negli uccelli galliformi, la colorazione dei giovani lanuginosi è stata utilizzata nelle analisi filogenetiche insieme ad altre caratteristiche, ed è stata considerata di significato utile ma non decisivo (Short 1967, Potapov 1985). La colorazione dei giovani suggerisce che la pernice delle nevi abbia una parentela più stretta con i fasianidi del Sud-est asiatico piuttosto che con il gruppo Ammoperdix—Alectoris—Tetraogallus. Le pernici delle nevi mostrano una certa somiglianza nella colorazione con le femmine del fagiano sanguigno, entrambe completamente marrone scuro con una stretta barratura nera.

Forma alare e muta

La forma della punta alare dipende dalla posizione della primaria più lunga rispetto al bordo anteriore dell'ala. Più la primaria più lunga è vicina al bordo anteriore dell'ala, più appuntita è l'ala; più la primaria più lunga è lontana dal bordo anteriore dell'ala, più appare arrotondata. La forma alare della pernice delle nevi è simile a quella del gallo delle nevi Tetraogallus, in contrasto con la punta alare più arrotondata delle pernici delle foreste (Fig. 2 - sotto esposta).  

Tavola 2 - Schema di colorazione di alcune specie di Perdicinae: Vista dall'alto; (a) Lerwa lerwa (sessi simili), (b) Ammoperdix griseogularis, maschio, (c) Ammoperdix griseogularis, femmina, (d) Alectoris chukar (sessi simili), (e) Tetraophasis szechenyi (sessi simili), (f) Tetraogallus himalayensis (sessi simili).  Vista laterale nello stesso ordine.

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Questo carattere non ha alcun significato filogenetico, poiché è più influenzato dall'ecologia che dalla storia evolutiva ma è un adattamento al volo ad alta velocità con un rapido decollo orizzontale, in contrasto con il volo più lento e il decollo verticale delle pernici delle foreste e fagiani. L'ampiezza delle ali dei Lerwa lerwa (74- 75% della lunghezza alare anziché del 68-70% nelle pernici delle nevi e nelle coturnici) indica una significativa capacità di volo planato. Come nei gallo cedrone (Potapov 1992), il volo planato in discesa in alta montagna potrebbe far risparmiare una considerevole quantità di energia alle pernici delle nevi che si spostano da un pendio all'altro. Spero che ulteriori osservazioni dettagliate dimostrino questa ipotesi.

La muta delle pernici delle nevi è la stessa di altre pernici, con una principale eccezione. Le tre ali primarie giovanili esterne, che compaiono nei pulcini durante le ultime fasi di crescita, non vengono sostituite dalle ali primarie adulte, come le altre primarie alari giovanili, fino all'autunno successivo (ovvero al secondo anno di vita), come nei gallo cedrone. Si tratta molto probabilmente di un adattamento a condizioni specifiche in alta montagna, con periodi molto brevi adatti allo sviluppo delle ali dei giovani. Tali adattamenti potrebbero essersi sviluppati indipendentemente nel gallo cedrone e pernici delle nevi.   

Adattamento al freddo

Studi recenti confermano che la pernice delle nevi vive stabilmente ad altitudini elevate (3.500-5.000 m sul livello del mare) (Li & Lu 1992). Anche in estate si riscontrano alcune chiazze di neve negli habitat principali e occasionali nevicate, e luglio è l'unico mese senza gelate. La temperatura media invernale varia tra -10 e -25 °C, con una minima di circa -40 °C. Non ci sono dati sulla qualità del piumaggio invernale della pernice delle nevi o sulle riserve di grasso corporeo invernali. Tuttavia, gli esemplari presenti nelle collezioni forniscono una buona prova dell'adattamento al clima freddo.

Innanzitutto, la pernice delle nevi presenta i tarsi più piumati tra tutti i Fasianidi (Potapov 1985). In media, il 42% della lunghezza del tarso (fino al 55% in alcuni esemplari) è piumato. Questa percentuale è superiore a quella di alcune specie di tetraonidi come il tetraone cinese (Bonasa sewerzowi). Anche i tarsi dei pulcini appena nati sono piumati (Meinertzhagen 1927). In secondo luogo, le piume ricoprono le narici attorno all'opercolo (la palpebra cerosa che ricopre le narici) come nei monal Lophophorus sp., ma non sono atrofizzate come nei tetraonidi, in cui l'opercolo è completamente sostituito dalle piume (Potapov 1985).

Figura 2 - Parte superiore dell'ala e posizione delle primarie più lunghe in: (a) Pernice delle nevi Lerwa lerwa, subadulto, (b) Pernice delle nevi Lerwa lerwa, adulto, (c) Pernice delle nevi tibetana Tetraogallus tibetanus, adulto, (d) Pernice delle colline Arborophila torqueola, adulto.

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Infine, anche la massa corporea della pernice delle nevi mostra un adattamento agli inverni freddi. La massa corporea, che supera i 700 g all'età di 160-170 giorni (all'inizio di dicembre) (Li & Lu 1992), è piuttosto elevata per un uccello di tali dimensioni (lunghezza alare: 185-205 mm). Questi dati sono stati ottenuti da soggetti allevati in cattività, ma dimostrano la loro capacità di accumulare depositi di grasso all'inizio dell'inverno. Rispetto ad alcuni tetraonidi con la stessa lunghezza alare (all'inizio dell'inverno), la pernice delle nevi è molto più pesante. Il gallo cedrone Bonasa umbellus ha una lunghezza alare di circa 190 mm e una massa corporea media solo in autunno di 660 g; la pernice bianca Lagopus mutus degli Urali settentrionali ha una lunghezza alare di 187 mm e una massa corporea in autunno di circa 500 g. È noto che i tetraonidi aumentano significativamente il loro peso corporeo con l'inizio dell'inverno (Potapov 1985). La pernice delle nevi sembra fare lo stesso, accumulando depositi di grasso in autunno.

Discussione

Le colorazioni degli adulti e dei giovani con lanugine, la distribuzione e la selezione dell'habitat suggeriscono affinità filogenetiche della pernice delle nevi con le pernici dell'Asia meridionale, comprese quelle dell'Himalaya. Abitando gli habitat marginali lungo le montagne dell'Himalaya e del Tibet meridionale, la forma ancestrale di questa specie penetrò più in alto nelle zone subalpine, dove la competizione con altre pernici era notevolmente inferiore rispetto agli habitat forestali delle colline pedemontane e pianure. Questo processo di penetrazione negli habitat aperti al di sopra del limite del bosco raggiunse un'intensità particolare durante i periodi freddi del Pleistocene. La glaciazione wurmiana (circa 25.000 anni fa) ebbe probabilmente un'influenza globale e portò a una marcata riduzione della vegetazione forestale, anche ai tropici (Hamilton 1976, Shacleton 1977). In montagna, il limite del bosco si abbassò significativamente e l'area degli habitat aperti al di sopra di tale limite aumentò. Naturalmente, processi simili si verificarono in ogni epoca fredda durante il Pleistocene. Un altro fattore importante nella storia evolutiva della pernice delle nevi è il sollevamento dei sistemi montuosi himalayani e adiacenti. Esistono prove che il sollevamento dell'altopiano tibetano e delle creste montuose circostanti si intensificò verso la fine del Pliocene, ma raggiunsero un'altitudine sufficiente a sviluppare una zona subalpina solo all'inizio del Pleistocene, circa 1.000.000 di anni fa (Sinitzin 1962). Questo è un periodo sufficientemente lontano da consentire l'evoluzione di una nuova specie molto sofisticata e specializzata come la pernice delle nevi. Al contrario, la maggior parte delle specie di tetraonidi (Tetraonidae) sono significativamente più giovani e le specie recenti di Tetraogallus, probabilmente, si sono originate non più di 50.000-80.000 anni fa (Potapov 1985, 1992). Davison (1982), nel suo articolo sulla sistematica delle pernici di collina Arborophila, suggerisce che vi sia stata una serie di quattro invasioni verso sud dall'Asia continentale alla subregione della Sonda, tra il Pleistocene medio e superiore. Sulla base di un'indagine sulle relazioni intrageneriche, Davison ha concluso che le specie provenienti da invasioni progressivamente più recenti si trovano a quote sempre più basse. Gli intrusi più antichi sono la pernice pettorosso (Arborophila hyperythra), la pernice beccorosso (Arborophila rubrirostris) e Arborophila javanica, che vivono nelle foreste montane superiori ai 1.500 m., rispettivamente nel Borneo, Sumatra e Giava. Davison non ha collegato queste invasioni ai periodi di glaciazione del Pleistocene, ma ha affermato che "in futuro potrebbe essere possibile correlare queste quattro invasioni con la tempistica di quattro periodi interpluviali, la manifestazione tropicale delle glaciazioni pleistoceniche". In ogni caso, l'influenza delle glaciazioni del Pleistocene sulle regioni tropicali non è in dubbio (Hamilton 1976, Shacleton 1977).

Le implicazioni di questa influenza sulla storia evolutiva delle pernici sono considerevoli. Solo eventi di tale portata globale potrebbero spiegare l'esistenza di quattro gruppi di Arborophila nelle Isole della Sonda, così come la posizione sistematica e geografica unica della Quaglia delle Montagne Nevose (Anurophasis mononorthonyx) della Nuova Guinea. Si tratta di una specie d'alta quota che vive nelle praterie aperte delle creste montuose, tra i 3.100 e i 4.000 metri sul livello del mare. La sua ecologia è attualmente sconosciuta. In generale, la colorazione della parte superiore dell'uccello adulto è simile a quella della pernice delle montagne innevate: sequenze di barre chiare e nere.

Nella quaglia delle montagne innevate queste strisce sono meno evidenti e, inoltre, sono divise da una linea nera lungo il gambo della penna. Questa somiglianza potrebbe essere il risultato di una convergenza, nel ruolo mimetico dei motivi negli habitat erbosi, e potrebbe essersi evoluta in modo indipendente in entrambe le specie. L'analisi di cui sopra è lungi dall'essere completa, ma indica che la storia evolutiva dei Lerwa lerwa rivela affinità più strette con specie che albergano più a sud di quanto suggerisca il suo attuale raggruppamento con le pernici di montagna paleartiche. Per chiarire queste relazioni, abbiamo bisogno di nuovi dati sull'ecologia di questa specie nelle parti centrali e occidentali del suo areale di distribuzione. L'unica pubblicazione citata sopra (L1 & Lu 1992) si basa su indagini sull'ecologia dei Lerwa lerwa vicino al confine nord-orientale di quest'area. Sono necessari dati a fini comparativi su habitat, routine quotidiana, corteggiamenti, dinamiche di popolazione e soprattutto sull'ecologia invernale. Inoltre, informazioni sulla coesistenza della pernice delle Nevi con altri uccelli galliformi, in particolare con specie di Tetraogallus, chiarirebbero ulteriormente queste relazioni.

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Bernar F.

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