
- Lophura ignita : sottospecie -
Illustrazione con: Lophura i. nobilis

Lophura ignita ( fagiano crestato del Borneo )........Raffles........1822
Distribuzione generale in base alla letteratura: distribuito in gran parte del Borneo. Sarawak e Sabah (Borneo - Malesia) , tutti i Kalimantan ( Borneo - Indonesia ) e Brunei ( Borneo ) e isola di Bangka, al largo di Sumatra, dove probabilmente venne introdotto . Era ancora localmente comune in Sabah e Kalimantan all'inizio del secolo attuale (Madge e McGowan 2002). Può essere osservato nelle piantagioni di palme da olio, così come nelle foreste rimanenti (M. Iqbal in litt. 2020), ma si sospetta che sia diventato notevolmente più raro a causa dell’elevata pressione venatoria nonché della notevole perdita e degrado dell’habitat (Symes et al. 2018).
Politipica - 2 sottospecie attualmente riconosciute:
* Lophura i. ignita....................Shaw..................1798 - Distribuito nel Kalimantan ( Borneo, eccetto il nord ) e l'isola di Bangka, al largo di Sumatra meridionale.
* Lophura i. nobilis..................Sclater P. L. .......1863 - Distribuito nel nord Borneo ( Sarawak e Sabah )
* * Lophura i. macartneyi......Temminck ..........1813 - Non più riconosciuto. In base alla letteratura, doveva trovarsi in alcune aree del sud-est di Sumatra, da Palembang Sul a Lampung. Dalla provenienza tassonomica incerta, il maschio maschio presenta la coda bianca,, zampe grigio-biancastro ed una quantità variabile di fulvo-rossiccio sulla parte inferiore. Poiché questa forma è caratterizzata da grande variabilità, dall'Handbook of Birds of the Worldgli ( Manuale degli uccelli del mondo ) viene considerato un ibrido tra Lophura rufa e una possibile popolazione relitta o introdotta di Lophura ignita. Nel 2023 l'International Ornithological Congress ( Congresso ornitologico internazionale ) ha ufficialmente riconosciuto la specie come rappresentante d uno sciame ibrido tra Lophura ignita e Lophura rufa includendolo all'interno di quest'ultimo. Per foto e info, vedere alla pagina Lophura rufa.
Nota: Il Borneo, la 3° isola al mondo per grandezza è anche l'unica divisa tra tre paesi, Brunei, Malesia e Indonesia. Alla Malesia appartengono le regioni di Sarawak e Sabah, mentre all'Indonesia le 5 province in cui è suddiviso il Kalimantan.
Diatribuzione della sottospecie Lophura ignita nel Borneo e isola di Bangka da : www.iucnredlist.org Isola del Borneo - mappa da Wikipedia


Soprattutto in passato si è scritto molto al riguardo di queste specie, a volte senza un vera cognizione di causa, un sorta di corsa al riconoscimento specifico non avendo, apparentemente, ben compreso il tipo di specie che stavano trattando. Per contro, a seguito una dettagliata disamina, o saggio, come lo definisce l’autore, che nonostante alcune considerazioni e convincimenti specifici non più validi in base all’attuale letteratura, resta a mio avviso, anche in considerazione all’epoca in cui è stato prodotto, un eccezionale lavoro per ricchezza di dettagli, sia descrittivi che critici, riguardanti le forme in oggetto.
Da: NOTES FROM THE LEYDEN MUSEUM founded by the late by Prof. H, SCHLEGEL,
Continued by Dr. F. A. JENTINK Director of the Museum.
Vol. XVII. 1895/6.
ON PHASIANUS IGNITUS AND ITS NEAREST ALLIES
BY Dr. J. BÜTTIKOFER.
Mentre elaboravo i risultati ornitologici della spedizione olandese nel Borneo centrale, ho dovuto decidere quale nome dare al Dorso di fuoco crestato del Borneo, generalmente noto come Euplocamus nobilis Scl., ma in seguito unito a E. ignitus Lath da Elliot (Ibis 1878, p. 414) e, di recente, anche da Ogilvie Grant nel suo Catalogo degli uccelli selvatici del British Museum.
Un confronto tra gli esemplari del Borneo del Museo di Leida e i nostri interessantissimi altri rappresentanti del genere 1) mi ha convinto che dobbiamo riconoscere non solo due, come propone Elliot (l. c.), ma quattro specie ben definite, come verrà spiegato in dettaglio in seguito nella legenda delle specie.
1) Il signor Grant, per motivi di priorità, ha sostituito il nome generico Euplocamus, con cui il gruppo è generalmente noto, con il nome più antico Lophura Fleming, nel genere Lophura. Il signor Grant comprende i fagiani dal dorso di fuoco con una cresta nera sulla testa, tra cui L. Diardi del Siam e della Cocincina. Per comodità, propongo, tuttavia, di limitare il nome generico Lophura ai fagiani dal dorso di fuoco crestati con faccia blu e penne centrali della coda bianche o fulve. Il Lophura Diardi differisce così notevolmente dagli altri fagiani dal dorso di fuoco che non è mai stato confuso con la sinonimia di questi ultimi. Ha le parti nude della testa rosse anziché blu e la coda del maschio è completamente nera. Inoltre, il modo di colorazione del piumaggio, sia nel maschio che nella femmina, è così completamente diverso che vi sono più che sufficienti ragioni per separarlo genericamente sotto il nome di Diardigallus Bp.
LEGENDA DELLA SPECIE (MASCHI).
A. Quattro timoniere centrali della coda fulve.
a. Petto nero, solo i fianchi castani, variegati con nero.....................ignita
b'. Petto e fianchi castani uniformi………………………………......................nobilis
B. Quattro timoniere centrali della coda bianchi.
b. Fianchi e più o meno anche il petto castani, variegati di nero…….sumatrana
c. Fianchi blu acciaio o neri, con striature bianche sul fusto…………...veilloti
RIFERIMENTI DUBBI
Fire-backed Pheasant Lath. Gen. Syn. Suppl. II, p. 274 (1801), Java?i). Phasianus rufus (Female) Raffles, Trans. Linn. Soc. XIII, p. 321 (1822), Sumatra 2). Sumatran Pheasant Lath. Gen. Hist. VIII, p. 204 (1823), Sumatra 3). Phasianus ignitus Gray in Griffith' ed. Cuv. Ill, p. 30 (1829), Sunda Isl. 4). Phasianus rufus » » »»»............................................................»»28» Loc. ? 5). Houppifer ignitus Guérin Méneville, Icon. Règ. Anim. Ois. pi. 48, f. 3 (1829-38) 6). Euplocamus ignitus Gray , List Spec. Birds Br. Mus. Ill , Gallinae , p. 26 , with the exception of specimen a , which belongs to L. sumatrana (1844).
1. LOPHURA IGNITA
The Fire-backed Pheasant Staunton, in Macartney's Embassy to China, I, p. 79, pi. XIII (1797).
Phasiamis Ignitus Shaw and Nodder, Nat. Misc. IX, pi. 321 (about 1800); Lath. Ind. Orn. Suppl. p. LXI (1801). Gallus Macartneyi Temm. (part.) Pig. et Gall. II, p. 273 (1813) and III, p. 663 (1815); Steph. in Shaw's Gen. Zool. XI, p. 218 (1819); Schinz (descr., nee tab. 93), Naturg. und Abb. d. Vogel, p. 248 (1833); id. (letterpress, nee tab. 70), Naturgesch. d. Vög. p. 147 (1853). Lophura ignita Flem. Philos, of Zool. II, p. 230 (1822). Macartneya Macartneyi Less. Traite d'Orn. p. 493 (1831). Gallus ignitus Vieill. (part.) Gal. Ois. II, p. 29, nee pi. 207 (1834). Gallophasis ignitus G, R. Gray, Gen. B. Ill, p, 498 (1845). Macartneya ignitus (part.) Reichenb. Synopsis Avium, pi. CCXXXIX, fig. 2029 (1848). ? Euplocamus sumatranus (Female) Dubois, Bull. Acad. Belg. (2) XLVII, p. 825 (1879) 1).
1) ILa femmina dalla coda nera qui descritta e che si dice sia stata ottenuta a Sumatra, potrebbe appartenere alla specie in oggetto.
Maschio adulto. Colore generale nero, le piume corte su testa e mento senza alcuna lucentezza; cresta, tutto il collo, mantello, scapolari, copritrici caudali superiori, gola, petto e parte superiore del petto blu violaceo lucido, questo colore copre la parte terminale esposta delle piume, mentre la parte basale nascosta è nero opaco. Parte inferiore del dorso e groppone bronzo fuoco lucido; parte inferiore del petto nero, le piume marginate e più o meno ampiamente orlate di verde acciaio; addome, ano, cosce, sotto le copritrici alari e sotto le copritrici caudali nero fuligginoso con scarsa lucentezza metallica; piume dei fianchi nere, le parti esposte di esse verde acciaio o blu acciaio, questo colore è, in misura maggiore o minore, sostituito da uno spazio di giallo ruggine pallido. Su alcune penne quest'ultimo colore ricopre l'intera parte terminale, su altre forma solo una macchia romboidale più o meno ampia, fiancheggiata o addirittura interamente circondata da verde acciaio o blu acciaio. Su tutte queste penne lo spazio ruggine si allunga lungo il gambo verso la base a forma di cuneo. Gli spazi giallo ruggine potrebbero non essere identificati con le striature ruggine del gambo che si trovano sui fianchi nei giovani esemplari di L. Vieilloti, poiché in realtà danno l'impressione di essere il colore predominante dei fianchi, cosa che non accade mai con le strette striature a fusto in quest'ultima specie.
Le ali sono di colore nero fuliggine, le membrane esterne delle primarie di colore marrone terroso, le copritrici alari superiori hanno ampie punte blu acciaio con una lucentezza verdastra sotto una certa luce. La coda è fortemente graduata, con il paio più esterno più corto, il secondo dal centro più lungo. Le sei paia più esterne sono interamente di colore nero fuliggine e dritte, le due più interne fortemente piegate verso l'esterno, rispettivamente verso il basso, quando la coda è compressa lateralmente come nel genere Gallus, e di colore uniforme fulvo o avana. Iride rossa, becco bianco corneo, bargigli e spazio nudo che ricopre tutti i lati della testa blu smalto, zampe rosse. Ali 28 cm, timoniere esterne 11, timoniere interne 23, tarso 10,5, culmine 3,5.
Femmina adulta. Non si conosce una femmina autentica di questa specie, ma ci si può aspettare che le femmine di entrambe le specie, in cui le timoniere centrali dei maschi sono fulve anziché bianche (L. ignita e L. nobilis), siano caratterizzate da timoniere nere. Poiché L. nobilis è sconosciuta a Sumatra, possiamo supporre che le femmine di Sumatra con timoniere nere appartengano a questa specie.
Attualmente conosco solo tre esemplari femminili di Euplocamus sumatraniis registrati come ottenuti a Sumatra, vale a dire la femmina descritta da Dubois con il nome di Euplocamus sumatraniis, nel Museo di Bruxelles, e due esemplari che fanno parte delle collezioni del Giardino Zoologico di Amsterdam, gentilmente prestatimi, insieme a tutti gli altri Euplocamus-Stecimens in suo possesso, dal Direttore, Dr. Kerbert. Sfortunatamente in nessuno di questi tre esemplari si può fare affidamento in modo incontestabile sull'habitat menzionato, il primo essendo stato probabilmente ottenuto, come mi è stato informato dal Dr. Dubois, dal Maggiore Henrici, che ha anche raccolto nel Borneo, mentre gli ultimi due sono morti nel Giardino di Amsterdam e si suppone siano stati portati solo da Sumatra.
La femmina di Euplocamus sumatranus di Bruxelles è descritta da Dubois come segue: rosso vivo, più scuro sulla superficie superiore che su quella inferiore, copritrici alari superiori, secondarie e copritrici caudali superiori vermicolate di marrone; gola biancastra, le piume del collo e della parte superiore del petto più o meno bordate lateralmente di bianco, le piume rosse sul resto della superficie inferiore interamente bordate di bianco; sotto le copritrici caudali nere, con la punta marrone; remiganti caudali nere.
Secondo il Dr. Dubois, questo uccello (il tipo femminile del suo Euplocamus sumatranus) differisce dalla femmina della specie affine di Boruea, L. nohilis^ per avere il centro delle piume su petto, addome e fianchi rosso vivo invece che marrone fuligginoso, e per avere le vermicolazioni marroni sulla parte inferiore del dorso e sulle ali meno pronunciate rispetto a quest'ultima specie. Infatti, uno dei due uccelli della collezione di Amsterdam, che si dice provenga da Sumatra, è perfettamente identico a quello di Bruxelles, mentre l'altro ha le piume sulla superficie inferiore nere anziché rosse. Quest'ultimo esemplare differisce inoltre da tutte le nostre femmine dalla coda nera per avere le due paia più interne di timoniere rossicce come nella femmina di L. Vieilloti, e il paio successivo rossiccio sulla parte interna, nero sulla membrana esterna, mentre tutte le timoniere nere della coda sono notevolmente bordate di rossiccio. Le piume su gola e petto sono nere con bordi laterali bianchi e una barra terminale marrone-castagna non molto ampia, così che gola e petto danno l'impressione di essere neri, barrati di castagna, mentre in tutti i nostri esemplari del Borneo il rosso è il colore principale del petto, mentre il nero è ridotto alla parte basale delle piume.
Per quanto riguarda i centri rossi sulle piume del petto e dei fianchi, che Dubois ritiene formino il carattere distintivo per cui questa specie è invariabilmente distinta dalla L. nobilis dal petto nero, non posso considerarlo molto affidabile, poiché la collezione di Leyden contiene una femmina dalla coda nera del Borneo in cui le piume nere fuligginose sul petto e sui fianchi sono ampiamente barrati trasversalmente con una colorazione rossiccia sulla metà terminale. Tra le femmine dalla coda rossa esiste anche una forma dal petto rossiccio rappresentata da un esemplare nella collezione di Amsterdam. Non sono in grado di dire se questa colorazione rossa su petto e fianchi indichi semplicemente una variazione individuale o un certo stadio di sviluppo del piumaggio di questi uccelli. E se fosse davvero così, quale dei due, il rosso o il nero, rappresenterà il piumaggio completamente sviluppato della femmina adulta?
In realtà, non ci sono due delle numerose femmine, anche della stessa località, una uguale all'altra, e bisogna raccogliere materiale molto più autentico prima di poter risolvere definitivamente questa difficile questione. Habitat. Sconosciuto.
L'unico esemplare di questa specie, attualmente conosciuto in un museo, è il maschio adulto sopra descritto, che faceva già parte della vecchia collezione privata di Temminck prima della fondazione del Museo di Leydeu. Sotto il supporto, reca il nome, scritto di pugno da Temminck, "Lophophorus Macartneyi Chine". Non ci sono dubbi che questo esemplare sia il tipo descritto da Temminck del maschio adulto del suo Houppifer (Gallus) Macartneyi in Pig. et Gall. II, pp. 275-277. Considerando la forma anomala dei suoi speroni straordinariamente grandi e smussati, deve essere stato tenuto in cattività, e questo è stato anche il caso dell'uccello di Macartney, che, come apprendiamo da Staunton, è stato portato da Batavia in Inghilterra ed esaminato da Shaw, ho pensato per un attimo che il nostro uccello potesse essere il tipo di quello di Staunton e Shaw, e anche di quello di Latham (Suppl. Ind. Orn.). L'uccello di Macartney, tuttavia, aveva la coda mutilata, mentre il nostro esemplare no, di conseguenza quest'ultimo deve avere un'altra origine.
Un altro esemplare Molto probabilmente appartenente a questa specie, è un maschio vivo nel Giardino Zoologico di Amsterdam. Ha il petto nero e i fianchi marrone-castano come in L. sumatrana, quindi un po' più scuri rispetto alla nostra L. ignita sopra descritta. Le penne centrali della coda sono di un fulvo leggermente più chiaro rispetto al nostro uccello. Non si sa da dove provenga l'uccello.
2. LOPHURA NOBILIS
Euplocamus ignitus S. Mull., Verb, Land- en Volkenk. p, 376 (1839 — 44); Low, Sarawak, p. 411 (1848)-, Elliot, Ibis 1878, p. 414 (conclusion); Sharpe, Ibis 1879, p. 270; Pelz. (part.) Verb. Z. B. Ges. Wien, XXIV, p. 531 (1880); Sharpe, P. Z. S. 1881, p. 800; Nicholson, Ibis 1883, p. 90; Elliot, Auk, VIII, p. 15 (1891); Hose, Ibis 1893, p. 422. Euplocamus nohilis Sclat., P. Z. S. 1863, p. 119, pi. XVI; id. List of Phas. p. 7 (1863); Gray, List of Gallinae Br. Mus. p. 35(1867); Sclat. P. Z. S. 1868, p. 261; Gray, Hand-List B. II, p. 259 (1870); Elliot, P. Z. S. 1871, p. 138; Elliot, Phas. pL XXVII (1872); Wald. Ibis 1872, p. 382; Salvad. ücc. Born. p. 306 (1874); Sclat. P. Z. S. 1875, p. 380; Sharpe, Ibis 1879, p. 234; Sclat. Ibis 1880, p. 371; Guillemard, P. Z. S. 1885, p. 416; Everett, List of Birds Born. p. 199 (1889); Sclat. Ibis 1894, p. 310; Remy Saint-Loup, Ois. des Pares, p. 313, f. 41 (1896). Lophura ignita Grant, Cat. B. Br. Mus. XXII, p. 288 (1893); Sharpe, Ibis 1894, p. 544.
Maschio adulto. Simile per dimensioni e colore alla specie precedente, con le seguenti eccezioni: il colore metallico sulla parte inferiore del dorso e sul groppone è costantemente e molto più scuro, bronzo ramato piuttosto scuro; una fascia molto larga, che copre la parte inferiore del petto, la parte superiore dell'addome e interi fianchi, di un rosso bronzo fuoco uniforme, la metà terminale di ogni penna, con poche eccezioni, è interamente di quel colore, senza macchie nere. Nella maggior parte degli esemplari la larga fascia trasversale è interrotta posteriormente dal centro esposto del ventre che è nero, ma la fascia non è mai interamente divisa da quest'ultimo colore. Il colore rosso della fascia trasversale sul petto è molto più scuro e più lucido dei fianchi di L. ignita e molto simile al colore della parte inferiore del dorso e del groppone di quest'ultima specie. Il colore delle penne centrali della coda non differisce da quello riscontrato in L. ignita ed è generalmente più ampiamente distribuito, poiché in alcuni esemplari non solo la più interna e la seconda, ma anche la terza coppia di penne centrali della coda sono più o meno, o addirittura interamente, fulve color ruggine. In uno dei nostri esemplari di Banka, la terza coppia è interamente fulva color ruggine, così come la membrana interna della quarta coppia. Fatico a credere che questa maggiore estensione del colore fulvo sia dovuta all'età più avanzata dell'uccello, poiché questo esemplare ha il mento bianco come la femmina anziché nero e, quindi, non è affatto un uccello molto vecchio. Iride rossa, pelle nuda ai lati della testa blu, becco bianco corneo, piedi rossi. Ali 26 cm, coda 21-23, tarso 10-11, culmine 3-3,5.
Femmina adulta. Tutta la superficie superiore, gola e petto castano, il collo anteriore e in alcuni esemplari anche il collo posteriore, con orli laterali bianchi alle penne. Questi orli bianchi si trovano anche sul petto, sul quale, peraltro, sono visibili alcune macchie nere, prodotte dalla grande parte basale delle penne, a volte non completamente nascosta, che è nera. Dorso, groppone, copritrici alari superiori e della coda come il collo e il mantello posteriori, o anche più scuri, con strette vermicolazioni nere, che sono piuttosto deboli su dorso, scapolari e copritrici minori del groppone, ma molto più forti su groppone e copritrici caudali superiori. Remiganti nero fuligginoso, le membrane esterne delle primarie uniformemente marrone terroso, delle secondarie vermicolate di marrone ruggine; ali da sotto e sotto le copritrici alari grigio ardesia; remiganti della coda nere, le due paia più interne fortemente vermicolate di marrone ruggine. Tutto il petto, i fianchi, l'addome e le cosce sono di colore nero fuligginoso, con margini e punte ampiamente bianchi. In alcune penne, soprattutto sui fianchi e sulle cosce, i centri neri sono più o meno vermicolati con il marrone vicino alla punta. In uno dei nostri esemplari del Borneo, queste vermicolazioni marroni sono molto ampie e non si trovano solo sulle penne dei fianchi, ma anche sul petto. In questo esemplare, i margini bianchi sono quasi interamente limitati al bordo laterale delle penne. L'addome inferiore di tutti i nostri esemplari femminili è quasi completamente bianco, le penne posteriori dei fianchi e le copritrici sottocaudali sono sempre nere con un bordo terminale piuttosto ampio color castagna. Le penne del mento e della parte superiore della gola sono bianche con punte castagna più o meno grandi. Gli occhi e le parti nude non differiscono da quelle del maschio, ad eccezione dei piedi, che sono giallo cera. Ali 23-25 cm, coda 17, tarso 8,5, culmine 3-3,5.
Habitat. Borneo (diffuso su tutta l'isola) e Banka.
In possesso del Museo di Leida ci sono i seguenti esemplari. Dal Borneo: Maschio adulto, Doeson, fiume Barito (S, Muller); maschio adulto, Pleyharie, Borneo meridionale (Semmelink 1867); maschio adulto, Borneo (Coll.? 1875); maschio e femmina adulti, Borneo occidentale (Teysmann 1878); Femmina adulta, Monte Kenepai, Borneo Occidentale (Büttikofer 1898).
Da Banka: Maschio adulto (Teysmann 1872); maschio e femmina adulti (Vosmaer 1872). Gli esemplari di Banka non sono in alcun modo distinguibili da quelli del Borneo.
3. LOPHURA SUMATRANA ( specie attualmente non riconosciuta )
Fire-backed Pheasant Lath. Gen. Hist. VIII, p. 184 (1823) »Malay coast» . Gallus ignitus (part.) Vieillot, Gal. Ois. II, p. 29, nee pi. 207 (1834) Sumatra». Euplocamus ignitus Jard. Nat. Libr. , Orn. Ill, p. 214,? pis. XIX and XX (1836); G. R. Gray, List of Spec, of Birds, III, p. 26 (1844) (as far as specimen a is concerned); Sclater (nee Latham), P. Z. S. 1863, p. 119; id. Ibis 1894, p. 310. Euplocamus Vieilloti = nobilis Elliot, Ibis 1878, p. 411. Euplocamus sumatranus Dubois , Bull. Ac. Belg. (2) XLVII , p. 825 (1879) 1); von Pelz. Verh. zool. bot. Ges. Wien, XXIX, p. 531 (1880); id. Vorderman, Nat. Tijdschr. Ned. Ind. XLIX, p. 98 (1890). Lophura sp. Grant, Cat. B, Br. Mus. XXII, p. 289, footnote (1893.
1) Dubois ha descritto un maschio e una femmina adulti come appartenenti a questa specie, ma poiché la femmina ha la coda nera e non essendo fuori dubbio che sia stata realmente portata da Sumatra, la considero, a causa della sua coda nera, come appartenente a L. ignita o L. nobilis (vedere la sinonimia di L. ignita, antea p. 171, e testo, p. 173).
Maschio adulto. Simile nel colore a L. ignita, ad eccezione delle penne centrali della coda, che sono bianco puro con una leggera sfumatura ocra sulla parte basale fino a quando è nascosta dalle copritrici caudali superiori. In uno dei due esemplari del Museo di Leida solo la coppia più interna è bianco puro, mentre il secondo è bianco solo sulla sua membrana interna; nell'altro esemplare le due coppie più interne sono interamente bianche, così come la membrana interna del terzo paio. Il colore rosso delle penne sui fianchi è più scuro che in L. ignita, ma un po' più chiaro che in L. nobilis e si estende più o meno sui lati del petto, ma non lo copre mai completamente come nel caso di L. nobilis. Iride rossa, pelle nuda ai lati della testa blu, becco giallo corneo, piedi rossi. Ali 27,5 — 28,5 cm.; Coppia di penne della coda più esterna 14, la più lunga 24,5; tarso 11; culmine 3,8.
Femmina adulta (secondo la descrizione del Dr. Vordermau in Nat. Tijdschr. Ned. Ind. 1890, p. 100). Sopra bruno-rossastro, uniforme su testa e collo, vermicolato di nero sul resto; penne sull'antecollo bruno-rossastro, bordate di bianco su entrambi i lati, sul petto nere, bordate di bianco e con una punta stretta di bruno-rossastro; penne su petto e fianchi nere con ampi margini bianchi, sulla parte posteriore dei fianchi nero opaco con bordi indistinti di marrone e bianco. Il colore predominante sull'addome è il bianco, interrotto qua e là da macchie nere fulve; cosce nere con bordi bianchi alle penne; sotto le copritrici della coda nere con macchie terminali marroni sul fusto e bordi marroni; Remiganti della coda castano-marrone con vermicolazioni nere sulle coppie centrali. Iride rossa, spazio nudo ai lati della testa blu, becco scuro, mandibola inferiore color corno chiaro, zampe color carne chiaro. Ali 25,5 cm; coda 15,7; tarso 8,2; culmine 3,5. Habitat. Residenza di Palembang, Sumatra sud-orientale.
Il Museo di Leida è in possesso di due maschi adulti di questa specie. Uno di questi è, per quanto riguarda l'imbottitura, di epoca molto antica e reca, nella grafia di Temminck, il nome Lophophorus Macartneyi, sebbene nel suo "Pigeons et Gallinaees" non sia menzionato alcun uccello dai fianchi rossi con penne centrali della coda bianche. Non viene menzionata alcuna località per questo esemplare. L'altro esemplare è molto prezioso poiché sappiamo con certezza che fu ottenuto nei pressi di Moeara Dua, Komering, Residenza di Palembang, dal Sig. G. C. van Schuylenburcb, Assistente Residente a Komering, che inviò la pelle all'Esposizione Internazionale di Amsterdam nel 1883 e in seguito la donò, insieme a numerose altre pelli di uccelli dello stesso distretto, al Museo di Leida.
Un terzo esemplare che sono propenso ad attribuire a questa specie, soprattutto per la tonalità ocra sulla parte basale delle penne centrali della coda bianche, è un uccello con piumaggio anomalo, facente parte del collezione del Giardino Zoologico di Amsterdam sopra menzionata. Questo uccello, uno splendido maschio adulto, differisce dalla forma normale per avere le piume sui fianchi bianche anziché rosse, quest'ultimo colore è limitato ai bordi interni rosso bronzo sulle punte più interne e alle punte delle penne bianche più posteriori dei fianchi. Questo colore bianco predominante è, in questo caso, da considerarsi albinismo. D'altra parte, non si esclude la possibilità che l'uccello in questione, tenuto in cattività, possa essere un ibrido tra L. sumatrana e L. Vieilloti.
Il tipico esemplare maschio di questa specie è conservato al Museo Reale di Storia Naturale di Bruxelles. Questo uccello che ho avuto recentemente l'opportunità di esaminare, insieme all'esemplare dalla coda nera descritto da Dubois come la femmina di questa specie (vedi antea, pp. 171 e 173), è sotto ogni aspetto simile ai due esemplari del Museo di Leida. Il colore rossiccio sui fianchi non è affatto limitato a striature del fusto, e quindi questa specie è erroneamente classificata nella sinonimia di L. rufa sive Vieilloti dal signor Grant (Cat. B. Br. Mus. XXII, p. 287, nota a piè di pagina).
La tonalità ocra sulla parte basale nascosta delle penne bianche della coda è fortemente sviluppata e pertanto il dott. Dubois suggerisce che questo sia il colore originale delle penne centrali della coda e che il bianco delle parti esposte sia il risultato dell'influenza sbiancante della luce. Questo è il motivo per cui il Dr. Dubois ha usato l'espressione: "Queue noire, les quatre rectrices médianes d'un blanc roussatre, la barbe interne de la paire suivante egalement d'un blanc roussatre" (Bull. Ac. Belg. (2) XLVII, p. 825). [“Coda nera, le quattro timoniere centrali bianco-rossastre, la barba interna della coppia successiva anch'essa bianco-rossastra"]
Un altro esemplare, pienamente conforme al tipo e ai nostri due esemplari di Leida, è conservato presso il Museo Zoologico Imperiale di Vienna. Fu ottenuto in cambio dal Museo di Leida e si dice provenga da Sumatra (vedi von Pelzeln, Verb. 1880, p. 531). Infine, va ricordato, come indubbiamente appartenente a questa specie, l'esemplare del British Museum, menzionato dal Sig. Grant nella Cat. XXII, p. 289, nota a piè di pagina, sotto il nome di Lophura sp., con la seguente breve ma sufficiente descrizione: "Assomiglia a il maschio di L. ignita (il nostro L. nobilis), ma differisce in quanto ha le piume al centro della parte inferiore del petto e del ventre completamente nere, quelle sui lati con margini o in gran parte mescolate con il nero, solo la parte centrale in alcuni è castagna rossiccia, e le penne centrali della coda sono bianche." Questo è lo stesso uccello descritto dal Dr. Sclater in P. Z. S. 1863, p. 119, sotto il nome di Euplocamus ignitus nei seguenti termini: » Niger, purpureo splendens, dorso imo igneo-ferrugineo, lateribus pallide castaneis, uigro varus: rectr. 4 mediis albis. [“Nero, lucente di porpora, il dorso inferiore rosso fuoco, i fianchi castagna pallido, screziati di nero: timoniere. 4 con centro bianco”].
Gamma.- Probabilmente Sumatra." Si dice che questo esemplare sia stato inviato dal signor Reeves dalla Cina; sembra che sia stato tenuto in cattività.
Un'ampia descrizione di questa specie (maschio e femmina) è pubblicata con il nome di Euplocomus sumatranus dal dottor Vorderman (l. c.), che aveva ricevuto gli uccelli vivi da Palembaug, la stessa località in cui era stato ottenuto il nostro esemplare presentato dal signor van Schuylenburch.
L'esemplare femmina aveva la coda rossa. Poiché possiamo essere certi che maschio e femmina ottenuti nello stesso luogo appartengano alla stessa specie, la femmina di L. sumatrana ha la coda rossa, e la femmina dalla coda nera descritta dal Dr. Dubois come appartenente al suo E. sumatranus deve appartenere a L. nobilis o a L. ignita, ogni volta che la femmina di quest'ultima specie potrebbe risultare avere una coda nera. Gli uccelli vivi sopra menzionati erano probabilmente stati catturati nella foresta e non allevati in un pollaio, poiché l'autore ci dice che all'inizio erano molto timidi, che la femmina morì molto presto e che dopo un po' il maschio divenne più addomesticato. Possiamo quindi liberamente respingere l'ipotesi che questo uccello debba essere considerato un ibrido, come dice Elliot dell'uccello di Reeves, tra E. ignitus (sive nobilis) ed E. Vieilloti.
Nota: la parte dedicata a Lophura rufa ( Lophura vieilloti ), oltre ad essere pubblicata nella pagina dedicata a questa specie, per dovere di cronaca, in quanto facente parte del saggio in oggetto, viene anche qui incluso.
4. LOPHURA VIEILLOTI ( Lophura rufa )
Gallus Macartneyl (part.) Temm. Pig. et Gall. 11, p. 277 (1813) 1); Schinz, Nat. n. Abb. d. Vög. (nec letterpress on p. 248), pi. 93 (1833); id. Naturg. d. Vög. (nee letterpress on p. 147), pi. 70 (1853). Phasianus Ignitus Raffl. Trans. Linn. Soc. XIII, p. 320 (1822); Vieill. Tabl. Encyclop. Méth. , Ois. pi. 237, f. 2 (1823). Phasianus castaneus Gray in Griffith' ed. Cuv. Ill, p. 28 (1829) 2). Gallus ignitus (nec. descr.) Vieill. Gal. Ois. pi. 207 (1834). Euplocamus ignitus J. E. Gray, Illustr. Ind. Zool. II, pi. 39 (1834); Blyth, Cat. Mus. As. Soe. p. 243 (1849); G. R. Gray (part.), Hand-List, II, p. 259 (1870); Elliot (part, synon.) Mon. Phas. II, pL 26 (1872); Blyth and Wald. Cat. Mamm. a. Birds Burma, p. 149 (1875). Euplocamus Vieilloti G. R. Gray, List Speeim. Birds, III, p. 26 (1844); Gould, B. As. VIII, pi. 15 (1852); Sclat. P. Z. S. 1863, p. 118; Sclat. and Wolf, Zool. Sketches, 2, pi. 36 (1867); Gray, List Gallinae, p. 35 (1867); Schleg. Jaarb. K. Zool. Gen. Nat. Art. Mag. Amsterd. 1869, p. 133 (with plate); G. R. Gray, Hand-List, II, p. 259 (1870); Hume, Str. F. II, p. 481 (1874), id. id. Ill, p. 324 (1875); Sclat. P. Z. S. 1875, p. 380; Hume, Str. F. V, p. 119 (1877); Hume and Marsh., Game B. Ind. I, p. 213, pi. (1878); Elliot, Ibis 1878, pp. 124 and 414; Hume and Davison, Str. F. VI, p. 438 (1878); Wardlaw Ramsay, P. Z. S. 1880, p. 15; von Pelz. Verb. zool. bot. Ges. Wien , XXIX, p. 532 (1880); Kelbain, Ibis 1881, p. 532; Oates, B. Burmah, II, p. 320 (1883); Muller, J. f. 0. 1885, p. 160; Vorderman , Nat. Tijclscbr. Ned. Ind. XLIX, p. 101 (1890); Hagen, Tijdscbr. Aardrijksk. Genootsch. Amst. 1890, p. 163; Sclat. Ibis 1894, p. 311; Remy St.-Loup, Oiseaux des Pares, p. 310 (1896). Gallophasis Vieilloti G. R. Gray, Gen. B. Ill, p. 498 (1845). Macartneya Vieilloti Reicbenb. Syn. Av. Gallinacea , pi. 239 , figs. 2031—33 (1848). Euplocamus rufus Hume, Str. F. V, p. 121 (1877). Lophura rufa 3) (part.) Grant, Cat. B. Br. Mas. XXII, p. 286 (1893).
1) Solo l'esemplare descritto come una varietà con fianchi striati di bianco e penne centrali della coda bianche.
2) Basato su una femmina, evidentemente di L. Vieilloti, con Penang come habitat indicato.
3) Non posso essere d'accordo con il signor Grant nell'adottare, a causa della sua priorità, questo nome per la specie in questione. Il nome Phasianus rufus è attribuito da Raffles a una femmina, ottenuta dai suoi raccoglitori "nell'isola di Sumatra e nelle sue vicinanze". Gli stessi raccoglitori hanno anche ottenuto un maschio incontestabile di L. Vieilloti, descritto da Raffles con il nome di Phasianus ignitus, e da ciò potremmo concludere che entrambi gli uccelli debbano appartenere alla stessa specie. Non vi è, tuttavia, alcuna certezza assoluta che entrambi gli esemplari siano stati trovati insieme nella stessa località, e poiché le descrizioni di Raffles si adattano anche alla femmina di L. sumatrana di Vorderman, l'ho inserita tra i riferimenti dubbi.
Maschio adulto. Si differenzia dalla specie precedente per i fianchi blu lucido con striature bianche pure sul fusto, in netto contrasto con la superficie inferiore blu lucido. Le due paia più interne di timoniere sono bianco puro, ad eccezione della base estrema che è nera; sulla coppia successiva solo la membrana interna è bianca, o bianca con macchie nere. Iride rossa, parte nuda del viso blu, zampe rosse, in particolare la parte anteriore dei tarsi. Ali 27-28 cm, timoniere più corte (più esterne) 13, più lunghe 26; tarso 10-11; culmine 4.
Maschio immaturo. Uno stadio di piumaggio molto interessante è rappresentato da un esemplare che fa parte della collezione del Giardino Zoologico di Amsterdam. Il colore generale di questo uccello è il nero, ma le piume di cresta, collo, mantello, parte superiore del dorso, scapolari, piccole copritrici alari, gola, petto e in parte anche dei fianchi hanno già assunto la lucentezza blu acciaio dello stadio adulto. Sulla parte inferiore del dorso e sul groppone molte delle piume mostrano il colore pieno dell'adulto, essendo nere alla base e largamente ornati di marrone-bronzo, mentre altri sono neri alla base e rossicci con vermicolazioni marroni sulla metà terminale, su cui inizia a comparire la lucentezza bronzea. Lo stesso cambiamento di colore senza muta può essere osservato sulle copritrici caudali superiori, che dapprima diventano completamente nere e poi blu acciaio lucido alle punte. La maggior parte delle penne ha già assunto il colore nero dello stadio adulto, mentre altre sono marroni con vermicolazioni nere come nella femmina, alcune altre sono in uno stadio di transizione, avendo assunto parzialmente il colore nero dell'adulto. Il paio più interno di penne della coda è bianco puro con steli neri, il paio successivo come il più interno, ma strettamente frangiato su entrambe le membrane con nero sulla metà basale; del terzo paio solo la membrana interna è bianca con bordo nero, mentre la membrana esterna è nera come il resto delle penne della coda e ha una punta rossiccia. La superficie inferiore è nera. I bordi bianchi delle piume, molto ampi nella femmina e nel maschio giovane, nel nostro esemplare sono ridotti a frange molto strette o sono completamente scomparsi, sostituiti dalla lucentezza blu acciaio del maschio adulto. Alcune piume sui fianchi presentano già una punta più o meno larga di blu acciaio e presentano strette striature bianche sul fusto, che si tingono di rossiccio. Le copritrici sottocaudali sono di un nero opaco uniforme, senza punte blu lucide, che sono molto evidenti nell'uccello completamente adulto. Lo sperone è solo debolmente sviluppato. Un altro maschio immaturo, in uno stadio di piumaggio simile ma leggermente più avanzato, appartiene alle collezioni del Museo di Leida. Presenta striature bianche sul fusto sui fianchi più sviluppate, ma ancora leggermente tinte di rossiccio.
Femmina adulta. Non sono in grado di trovare differenze sostanziali tra le femmine di questa specie e quelle della specie precedente. Entrambi hanno le penne della coda di un uniforme marrone ruggine con nero fuligginoso vermicolato sulle due paia centrali, mentre la parte posteriore della superficie superiore è più chiara del mantello e fortemente vermicolata di marrone fuligginoso.
Le collezioni del nostro Museo contengono tre femmine dalla coda rossa che appartengono a questa o eventualmente alla specie precedente. Una di queste, che si dice provenga dall'India britannica, ha il mento e la parte superiore della gola color ruggine fulvo e le piume del collo anteriore e posteriore e del mantello bordate di bianco su entrambi i lati. Le piume sulla superficie inferiore sono ampiamente bordate di bianco, conferendo a questa parte un aspetto palesemente bianco. Infatti, le macchie centrali sono così piccole e quasi ridotte a larghe striature sul petto e sui fianchi, che il colore bianco è decisamente predominante. In un esemplare di Sumatra, anch'esso conservato nel Museo di Leida, il mento e la parte superiore della gola sono color ruggine chiaro e il petto e i fianchi marrone fuligginoso con ampie bordature bianche; sul mantello si notano solo poche strisce bianche.
Un altro esemplare con la coda rossa ha il mento e la parte superiore della gola color ruggine bianco e la parte centrale delle piume sul petto e sui fianchi nera; sul mantello si notano pochissime strisce bianche. Questo uccello è etichettato come "S. Muller, Borneo", ma sebbene il British Museum sia anche in possesso di una femmina di gallo coda rossa che si dice provenga dal Borneo, l'indicazione di questa località potrebbe essere errata e l'uccello in questione apparterrebbe a L. sumatrana o Vieilloti.
Inoltre, ho davanti a me due femmine di gallo coda rossa che erano state tenute vive nel Giardino Zoologico di Amsterdam e di cui non si conosce il luogo di origine. Entrambe hanno mento e parte superiore della gola di un bianco puro e il collo e il mantello posteriori di un marrone castagna uniforme. In uno di questi due esemplari, le piume su tutta la superficie inferiore, ad eccezione dell'addome e dell'ano bianchi puri, sono di un marrone castagna senza macchie nerastre e ampiamente bordate di bianco, come di consueto, ad eccezione delle copritrici inferiori della coda che sono di un marrone castagna uniforme. L'altro esemplare è simile al primo, ma ha il centro delle piume sul petto e sui fianchi posteriori tinto di marrone fuliggine.
Tra le cinque femmine di gallo coda rossa che ho davanti, non ce n'è una simile. l'altro, ma non so proprio se dichiarare che queste differenze siano individuali o geografiche, oppure dovute all'età degli uccelli.
Gamma.- Questa specie sembra essere l'unica rappresentante del genere sul continente, dove si trova in Siam, Tenasserim e in tutta la penisola malese, comprese Salauga e Penang. Inoltre, si trova a Sumatra occidentale e settentrionale (Carl Bock, Highlands of Padang, e Dr. Hagen, Deli).
I seguenti esemplari di questa specie fanno parte della collezione del Museo di Leida: un maschio adulto del Tenasserim, di epoca molto precoce; un maschio adulto tenuto in cattività e, dopo la sua morte, donato al Museo dal Sig. J. N. Blaauw a Ryswyk (Olanda) nel 1885; un maschio più giovane, che non ha ancora assunto completamente il piumaggio dell'adulto, Sumatra, 1858; una femmina dal continente; un'altra femmina, probabilmente appartenente anch'essa alla specie attuale, Sumatra, 1858. Inoltre ho avuto la fortuna di confrontare due maschi adulti, un maschio immaturo, sopra descritto, e due femmine, tutti provenienti dal Tenasserim, i cui cinque esemplari fanno parte della collezione di uccelli del Giardino Zoologico di Amsterdam.
OSSERVAZIONI CRITICHE SULLA LETTERATURA FINORA PUBBLICATA riguardanti questo ARGOMENTO.
Come apprendiamo dalla complessa sinonimia delle diverse specie, la letteratura su questo genere ha una storia piuttosto lunga, e non è privo di interesse ripercorrerla attraverso una breve rassegna delle pubblicazioni più importanti sull'argomento 1), tanto più che questa rassegna spiegherà come sono arrivato a riconoscere quattro specie diverse invece di solo due (Elliot e Grant) o tre (Sclater).
La prima specie di questo genere fu pubblicata da Sir George Staunton in "Embassy to China" di Macartney con il nome di Fagiano alato. L'uccello in questione, un esemplare con la coda mutilata era stato donato a Lord Macartney, ambasciatore britannico in Cina, durante la sua visita a Batavia. Purtroppo non sappiamo da dove provenisse questo uccello, che era stato tenuto in un serraglio a Batavia, ed è tutt'altro che probabile che Giava fosse l'habitat di questa specie.
Non potendo consultare personalmente l'opera di Staunton, il dottor Sharpe mi ha gentilmente fornito una copia della descrizione originale, che inizia così: ... » L'ospite dell'ambasciatore possedeva una collezione molto curiosa nei vari dipartimenti di Storia Naturale. Fece dono ai suoi ospiti di diversi esemplari. Tra questi c'era un bellissimo fagiano, che, inviato in Inghilterra, fu mostrato a un gentiluomo di riconosciuta eminenza in tutti i rami della zoologia: il dottor Shaw del British Museum. Era dell'opinione che questo superbo fagiano fosse un uccello che, da ogni esame degli autori di argomenti ornitologici, appariva ancora indescritto. Dopo una descrizione lunga e un po' confusa, dalla quale apprendiamo che l'esemplare aveva una coda molto mutilata, i suoi caratteri essenziali sono riassunti come segue: "Si può chiamare fagiano dal dorso di fuoco, e i suoi caratteri essenziali possono essere delineati nei seguenti termini: fagiano nero con una lucentezza blu acciaio; i lati del corpo rossicci; la parte inferiore del dorso ferruginosa di fuoco, la coda arrotondata; le due penne centrali: marrone giallo pallido."
Da ciò possiamo concludere che l'uccello in questione con le penne centrali della coda fulve aveva solo i fianchi rossi e quindi non può essere identificato con il L. nobilis dal petto rosso.
Qualche anno dopo, intorno al 1800, Shaw e Nodder, in Nat. Misc. pi. 321, descrissero senza dubbio lo stesso esemplare con il nome di Phasianus ignitus. Descrivono "i lati del corpo rossicci, le due penne centrali della coda marrone giallastro". Sulla tavola le penne centrali della coda sono rappresentate color cannella o castagna pallida.
Lo stesso uccello è ancora, con il nome di Fagiano dal ciuffo, oggetto di una descrizione nella Sinossi generale degli uccelli di Latham, Suppl. II, p. 274 (1802), ma qui si afferma che solo i fianchi sono rossi, e non si dice nulla sul colore della coda, che, come dice Latham, era mutilata, tanto da rendere impossibile accertare la sua lunghezza originaria.
Qualche tempo dopo, nel suo Suppleraentum Indicis Ornithologici, p. LXI 2), lo stesso autore descrisse l'uccello con il nome di Phasianus ignitus come segue: "Ph. niger, chalybeo nitens, lateribus corporis rufis, dorso imo igneo-ferrugineo, rectricibus intermediis subfulvis. Hab. in Java?" [“Ph. nero, lucente come l'acciaio, con i lati del corpo rossi, la parte inferiore del dorso color ruggine-fuoco, con pinne dorsali intermedie sub-giallastre. Ab. a Giava?"]
Nella sua Histoire Naturelle des Pigeons et des Gallinacés, Vol. II, p. 273 (1813), Temminck descrisse questa specie con il nome di Gallus Macartneyi. La parte essenziale della descrizione del maschio adulto è contenuta nelle seguenti parole: ..”la poitrine et le ventre sont d'un noir a reflets violets, les plumes des flancs ont leurs extrémités d'un roux tres brillant, . . . . les quatre pennes implantées au centre de la queue forment Tarcboutant, elles sont d'un roux clair. [ “Il petto e il ventre sono neri con riflessi viola, le piume dei fianchi hanno le punte di un rosso molto brillante, le quattro piume impiantate al centro della coda formano il contrafforte, sono di un rosso chiaro."]
Più avanti, a p. 277, Temminck descrive come una varietà di questa specie un uccello con "tutto il piumaggio di una tinta più violacea, le piume dei fianchi terminanti in bianco e le quattro penne dell'ambiente della coda di un bianco puro". Questa "varietà" può essere relativa solo a Lophura Vieilloti, e la "femmina", la cui descrizione segue immediatamente a p. 278, non è la femmina di L. ignita sive Macartneyi, ma molto probabilmente quella di L. Vieilloti o di L. sumatrana. L'uccello, descritto a p. 279 come il giovane maschio di Gallus Macartneyi, con “tutte le penne della coda rosse", sono Acomus erythrophthalmus, mentre gli uccelli, descritti a p. 280 come "giovani uccelli che mostrano la livrea degli adulti", con le penne della coda "metà rosse e metà nere”, appartengono ad Acomus pyronotus. Questa confusione di G. Macartneyi (L. ignita) con altre specie del genere e persino con il genere affine Acomus
è la ragione per cui Temminck poteva affermare di aver ricevuto successivamente più di venti esemplari di questa specie, mentre attualmente ne è presente un solo esemplare al Museo di Leida.
L'articolo su Gallus Macartneyi in Shaw, Gen. Zool. XI, p. 218 (1819), è una mera ripresa della descrizione di Temminck sopra menzionata, con l'inclusione di tutti i suoi errori.
Nel 1822, Fleming, Philos. of Zool. II, p. 230, descrisse lo stesso uccello come Lophura ignita e, poiché il genere Lophura deve essere tenuto separato sia da Gallus che da Phasianus, questo nome, in quanto più antico, deve essere accettato.
Latham, nel suo Gen. Hist. VIII, p. 184 (1823), descrive il suo Fagiano dal dorso di fuoco come avente la parte superiore del ventre ferruginosa, che varia dall'arancione intenso e "le quattro penne centrali della coda bianche". Aggiunge: "ce ne sono due a forma di falce, lunghe quattordici pollici; queste sono bianche, con le estremità nere". Sebbene questa diagnosi non sia del tutto corretta, non vi può essere dubbio che questo uccello sia il nostro L. sumatrana, che viene qui menzionato per la prima volta in letteratura. L'habitat citato "Costa malese" è evidentemente errato.
Nella stessa opera, p. 204, troviamo un uccello descritto con il nome di Sumatran Pheasant, con le penne del petto ferruginose con bande nere, e quelle dell'addome bianche e scure, e la coda simile al dorso, "Sumatra". Questo uccello è una femmina e appartiene, per via della coda castagna, a L. sumatrana o Vieilloti.
Non sono in grado di decidere sotto quale specie collocare Phasianus rufus e ignitus Gray in Griffith' ed. Cuv. III, pp. 28-30 (1829). Il primo è una femmina, il secondo un maschio; entrambi sono descritti in modo molto insufficiente. Ph. castaneus, menzionato nella stessa opera, si basa su una femmina di Penang e quindi appartiene a L. Vieilloti. Lesson, nel suo Trattato di Ornitologia, p. 493 (1831), fornì al Gallus Macartneyi di Temminck (il nostro L. ignita) un nuovo nome generico, chiamandolo Macartneya Macartneyi.
La descrizione di Gallus Macartneyi in Schinz, Nat. Abb. Vög. p. 248 (1833), è una mera traduzione della descrizione di Temminck del maschio adulto del suo Gallus Macartneyi in Pig. e Gall. II, p. 276, e deve quindi essere riferito a L. ignita, mentre nella tavola 93, appartenente alla stampa tipografica, è rappresentato L. Vieilloti al posto di L. ignita.
Vieillot, Gal. Oh. 11, p. 29 (1834), ci ha fornito, con il nome di Gallus ignitus, una compilazione basata su due diverse descrizioni, in cui descriveva l'uccello come avente le piume dei fianchi "terminanti in una tinta arancione molto brillante" e le remiganti centrali della coda "di un rosso chiaro o bianco". Inutile dire che solo gli uccelli con le remiganti centrali della coda rosse, così come la sua diagnosi latina, possono essere attribuiti a L. ignita e quelli con quelle bianche appartengono a L. sumatrana, mentre la tavola 207 rappresenta L. Vieilloti. La diagnosi latina menzionata per il maschio è copiata dal Supplemento di Latham all'Index Ornithologicus; quella della femmina, che descrive la coda come rossa, deve essere attribuita a L. Vieilloti o a sumatrana.
In Guerin Meneville, Icon. Keg. Anim. Oh. ft. 43, f. 3 (1829-38), viene utilizzato il nome Houppifer ignitus, ma non viene aggiunta alcuna descrizione (vedi un articolo alla voce "riferimenti dubbi", p. 170).
Nel suo Generi di uccelli, Vol. III, p. 498 (1845), G. R. Gray distingue due specie: Gallophasis ignitus, di cui considera Phasianus rufus Raffles la femmina, e Gallophasis Vieilloti, che basa sulla tavola 207 della Galerie des Oiseaux di Vieillot.
Reichenbach, nella sua Synopsis Avium, elenco delle Gallinaceae (1848), distingue anche due specie: Macartneya Ignitus e M. Vieilloti. Il primo si basò sull'uccello di Macartney e aggiunse come sinonimi Gallus Macartneyi Temm., Phasianus rufus Raffl. e Houppifer Diardi. Vengono aggiunte due figure, i numeri 2029 e 2030 della tavola 239, ma nessuna di esse è una rappresentazione fedele di alcuna specie conosciuta. Il numero 2030 rappresenterebbe una femmina di Lophura dalla coda rossa se non fosse per il colore del muso nudo, che è rosso anziché blu. La seconda specie, M. Vieilloti, appartiene in realtà alla specie con penne caudali interne bianche e striature bianche sui fianchi, ed è correttamente rappresentata dalle figure n. 2031-33. Da questa data fino ad oggi non si è più fatta menzione della vera L. ignita, sebbene il suo nome sia stato erroneamente utilizzato per le altre tre specie in molte occasioni e dagli autori più diversi.
Nel suo »List of the specimens of Phasianidae" (P. Z. S. 1863, pp. 118 e 119) Sclater riconobbe tre specie come appartenenti alla sua sezione Euplocamus: E. Vieilloti, E. ignitus ed E. nobilis. La prima di queste tre specie, distinta dai fianchi striati di bianco e dalle penne centrali della coda di un bianco puro, è stata menzionata per la prima volta da Temminck in Pig. and Gall. II, p. 277 (1813) come una varietà del suo G. Macartneyi (vedi antea, p. 187). Con quest'ultimo nome Schinz (Heinrich Rudolf Schinz - Naturgeschichte und Abbildungen der Reptilien. 1833) ha raffigurato la stessa specie sulla tavola 93 del suo Nat. u. Abb. der Vög. (1833), e di nuovo sulla tavola 70 3*) del suo Naturgesch. der Vög. (1853), ma le descrizioni a p. 248 della prima, e a p. 147 della seconda opera sono semplici traduzioni della descrizione di Temminck del maschio adulto di G. Macartneyi e, di conseguenza, devono essere riferite a L. ignita
A L. Vieilloti deve essere riferito anche l'uccello maschio descritto da Raffles in Trans. Linn. Soc. XIII, p. 320 (1822) come Phasianus ignitus, mentre la femmina, non avendo cresta, non appartiene affatto al genere. Successivamente, nel suo Ph. ignitus, Raffles, nella stessa opera a p. 32 i, descrisse Phasianus rufus come una nuova specie. Questa è ovviamente la femmina di L. Vieilloti o L. sumatrana, ma non essendo in grado di decidere a quale delle due specie appartenga, sono stato costretto a classificare questo nome tra i riferimenti dubbi.
Nella sua Tabl. Encyclop. Meth. Oh. ft. 237 (1823) Vieillot identificò L. Vieilloti con il nome di Ph. ignitus, e di nuovo in Gal. Oh. ft. 207 (1834) con il nome di Gallus ignitus, mentre la descrizione relativa a quest'ultima tavola, come già spiegato (antea p. 189), non può essere attribuita a L. Vieilloti.
J. E. Gray, 111. lud. Orn. II, pi. 39 (1844), menziona L. Vieilloti con il nome di Euplocamus ignitus.
Suo fratello, G. R. Gray (List Specimens Birds, III, p. 26, 1844) fu il primo a separare questa specie da L. ignita, dandole il nome Euplocamus Vieilloti. Da allora, L. Vieilloti è stata generalmente considerata, con poche eccezioni, una specie distinta. Nel suo Generas of Birds, III, p. 498 (1845) G. R. Gray la menziona con il nome generico Gallophasis, Reichenbach (l. c.) come Macartneya Vieilloti.
La seconda specie del saggio di Sclater è E. ignitus. Sfortunatamente questo nome non è attribuito all'uccello di Macartney, ma a un esemplare conservato al British Museum, ricevuto da un certo signor Reeves e che si dice provenga dalla Cina. Questo uccello, che evidentemente era stato tenuto in cattività, non corrisponde al vero Phasianus ignitus descritto da Staunton, Latham e altri, ma ne differisce per avere le penne caudali centrali di un bianco puro anziché fulve e, per questo motivo, appartiene alla specie successivamente descritta da Dubois con il nome di Sumatranus. Il vero E. ignitus con fianchi castani e penne caudali centrali fulve non è menzionato da Sclater nel suo saggio.
La specie dai fianchi rossi con penne caudali centrali bianche deve probabilmente essere riferita al Fagiano crestato dal dorso di fuoco.
Latham, in Gen. Hist. VIII, p. 184 (1823), dove si dice che l'uccello ha, come sono stato gentilmente informato dal Dr. Sclater, "la parte superiore del ventre ferruginosa, che varia in un arancione intenso, e le quattro penne centrali della coda bianche". Come già notato in precedenza, Vieillot, nella sua Galerie des Oiseaux, dice nella descrizione che le penne centrali della coda sono "d'un roux clair ou blanches"; quest'ultimo colore si adatterebbe al nostro L. sumatrana. La stessa specie è descritta di nuovo da Jardine in Nat. Libr. Orn. Ill, p. 214, sotto il nome di E. ignitus; sulla tavola allegata, che rappresenta il maschio, le penne centrali della coda sono bianche, ma sui fianchi non si vedono né piume rosse né striature bianche. La femmina è rappresentata sulla tavola con la coda rossa e quindi appartiene a L. Vieilloti o L. sumatrana.
Come terza specie di Euplocamus, Sclater nel suo saggio stabilì E. nobilis. La tavola aggiunta alla descrizione rappresenta appieno le caratteristiche di questa nuova specie. E. nobilis, l'unica specie presente nel Borneo, era precedentemente menzionata solo da S. Muller, Verb. Land- en Volkenk. p. 376, e da Low, Sarawak p. 411, con il nome di Euplocamus ignitus.
La visione del Dr. Sclater, sviluppata nel suo saggio, fu generalmente adottata per diversi anni, fino alla pubblicazione della monografia di Elliot sui Phasianidae (1871). In questa monografia Elliot riconobbe solo due specie di questo genere: E. ignitus ed E. nobilis. Sotto E. ignitus sono raggruppati sia E. ignitus che E. Vieilloti, il primo essendo considerato uno stadio immaturo del secondo, e non viene fatta alcuna menzione dell'uccello di Reeves nel British Museum. Dopo la pubblicazione di questa monografia, alcuni autori hanno adottato la visione di Elliot, mentre altri hanno continuato a seguire l'idea di Sclater.
Hume, Stray Feathers 1877, p. 119, criticando la visione di Elliot e difendendo quella di Sclater, dimostra chiaramente che E. ignitus non può essere identico a E. Vieilloti e chiede cosa pensare dell'uccello del British Museum, descritto da Sclater come E. ignitus.
Nella sua risposta alle osservazioni di Hume, Ibis 1878, p. 124, Elliot dichiara di non conoscere alcun uccello che concordi con la descrizione di E. ignitus fatta da Sclater in P. Z. S. 1863; suggerisce inoltre che l'uccello, descritto da Latham come Ph. ignitus, potrebbe essere identico a E. nohilis del Borneo. Più avanti, nello stesso volume p. 411, Elliot, che nel frattempo aveva avuto modo di esaminare l'uccello di Reeves al British Museum, sottolinea la sua differenza dal Ph. ignitus di Latham e lo considera un ibrido tra E. nobilis ed E. vieilloti, con il colore castano sui fianchi del primo e le timoniere mediane bianche del secondo. Questa ipotesi è supportata dalla prova che l'uccello era stato tenuto in cattività e dalla nota che lo aveva ricevuto dalla Cina. Alla fine delle sue osservazioni, Elliot riassume la sua opinione modificata sulle diverse specie nei seguenti termini: "Come avevo precedentemente suggerito, ora considero P. ignitus di Latham uguale a P. nohilis di Sclater, quest'ultimo nome divenuto sinonimo; e la seconda specie, da me chiamata P. ignitus, dovrebbe essere conosciuta come P. Vieillofi; poiché, a giudicare dall'esemplare del British Museum, non riesco a percepire alcuna indicazione che dimostri l'esistenza di una terza specie di questa sezione del genere Euplocamus".
Quest'ultima opinione di Elliot è stata adottata dal signor Grant nel Catalogo XXII degli Uccelli del British Museum (1893), solo che il nome L. Vieilloti è stato modificato in L. rufa, nome quest'ultimo già proposto da Hume (Str. Feath. 1877, p. 121) in base alla sua priorità 4). Per quanto riguarda l'uccello di Reeves Il signor Grant sembra dubitare della sua ibridazione, poiché la descrive separatamente in una nota a piè di pagina a p. 289, suggerendo che potrebbe appartenere a una specie diversa.
In effetti, l'uccello di Reeves appartiene a L. sumatrana, creato da Dubois in Bull. Ac. Belg. (2) Vol. 47, p. 825 (1879), che descrisse un maschio adulto di Sumatra, che concorda pienamente con l'esemplare di Reeves nel British Museum. Un altro maschio di questa specie, ottenuto dal Museo di Leida, è detto da von Pelzeln, Verb. zool. bot. Ges. Wien, XXIX, p. 531 (1880), per far parte dell'Imperial Mus. di Vienna. In questo articolo von Pelzeln, accettando l'opinione di Elliot, aggiunge come terza specie E. sumatranus Dubois; L'uccello di Reeves, descritto come ibrido da Elliot (Ibis 1878, p. 413), non è riconosciuto come E. sumatranus ma aggiunto alla sinonimia di E. ignitus (in senso lato, con inclusione di E. nobilis), mentre G. Macartneyi Temm. è erroneamente considerato sinonimo di E. sumatranus.
Prima di concludere questo saggio, mi dispiace dire che la nostra conoscenza di questo genere è tutt'altro che sufficiente e che molte questioni spinose rimangono ancora irrisolte.
Per quanto riguarda la distribuzione geografica, scopriamo che l'unica specie nota del continente, incluse le isole di Salanga e Penang, è L. Vieilloti, che è diffusa anche nella parte nord-orientale e occidentale di Sumatra (vedi antea p. 185). Di fronte agli altopiani di Padang, nella residenza di Palembang, sulla costa orientale dell'isola, è sostituita da L. sumatrana, finora l'unica specie presente in quel distretto. Dalla parte più meridionale dell'isola, i Lampong, non è stata ancora segnalata alcuna Lophura.
Di fronte alla costa di Palembang, e separata da essa solo da un canale piuttosto stretto, si trova l'isola di Banka che, come abbiamo visto in precedenza, è abitata da L. nobilis. Poiché quest'ultima specie è l'unica presente nel Borneo, dove è diffusa su tutta l'isola, e poiché finora non è stata trovata a Billiton, è un fatto piuttosto strano trovarla a Banka, che è orituzionalmente più strettamente imparentata con Sumatra che con il Borneo.
Considerando i rapporti commerciali tra Banka e Palembang, non si esclude la possibilità di introdurre a Palembang esemplari di L. nobilis da Banka da una parte e di L. Vieilloti dagli altopiani di Padang dall'altra, e di un'ibridazione tra le due specie come suggerito da Elliot, sebbene sia piuttosto improbabile.
L'estate scorsa si è avuta la possibilità di risolvere sperimentalmente quest'ultima questione presso il Giardino Zoologico di Amsterdam, dove un maschio di L. Vieilloti è stato allevato insieme a una gallina dalla coda nera (quindi molto probabilmente L. nobilis). Il risultato dell'incrocio è stata una coppia di pulcini, che purtroppo sono morti di freddo molto presto. Spero che un'altra volta l'esito di questo esperimento sia più favorevole e faccia luce su questa spinosa questione. Se L. sumatrana potesse effettivamente rivelarsi un ibrido tra L. Vieilloti e L. nobilis, la stessa possibilità potrebbe essere adottata anche per L. ignita, di cui non conosciamo affatto l'habitat e di cui gli stadi femminili e immaturi del piumaggio sono assolutamente sconosciuti.
Ciò che desideriamo inoltre sapere con grande interesse è come avviene il cambiamento di colore del piumaggio nei maschi e nelle femmine. Come abbiamo già visto nelle descrizioni della specie, tra le femmine dalla coda rossa e quelle dalla coda nera ci sono esemplari con diverse gradazioni tra il centro rosso e quello nero delle piume sulla superficie inferiore, ma non siamo assolutamente in grado di spiegare il motivo di questa incostanza. Si basa forse su una differenza di età? E in tal caso, quali di questi sono i più giovani, quelli dal centro rosso o quelli dal centro nero?
Non ci sono mai stati giovani maschi scambiati per femmine adulte? E la differenza di colore delle femmine, come descritta nella nostra letteratura, non può essere in parte causata da tali errori? Vale certamente la pena richiamare l'attenzione dei direttori dei giardini zoologici e degli allevatori privati su queste questioni, che in gran parte possono essere risolte in modo soddisfacente solo riproducendo e incrociando le diverse specie e osservando attentamente i prodotti durante le diverse fasi, dal pulcino all'uccello adulto.
È indubbio che le nostre attuali collezioni siano del tutto insufficienti per risolvere questi problemi, che non possono essere studiati su esemplari recanti sull'etichetta solo la dicitura "India", "Sumatra", o persino "Giava" o "Cina". Ciò di cui abbiamo bisogno è un gran numero di maschi e femmine ben sessati, di diverse età e provenienti da diverse località affidabili, e l'allevamento e l'osservazione accurata di ibridi tra le diverse specie, in particolare tra L. Vieilloti e L. nobilis, L. Vieilloti e L. sumatrana, e tra L. sumatrana e L. nobilis.
Museo di Leida, dicembre 1895.
1) Purtroppo la letteratura su questo argomento è piuttosto incompleta nelle nostre biblioteche olandesi e sono quindi molto grato al Dr. P. L. Sclater, al Dr. R. Bowdler Sharpe e al Prof. Th. Studer per avermi gentilmente fornito estratti da pubblicazioni che non ho potuto consultare personalmente.
2) Questo supplemento porta la data del 1801, ma poiché l'autore ha citato qui l'articolo dell'App. II della sua Sinossi generale, che è datato 1802, il «Supplementum» deve essere stato pubblicato successivamente.
3) In entrambe queste piastre le penne centrali della coda sono di un bianco puro sulla parte interna e color salmone su quelle esterne; ciò non è corretto poiché Hume ha affermato in un gran numero di esemplari che le penne centrali della coda sono sempre, anche nei maschi più giovani, di un bianco puro su entrambe le membrane.
4) Non ritengo corretto accettare questo nome, che è stato attribuito da Raffles (Trans. Linn. See. XIII, p. 321) a una femmina di Sumatra dalla coda rossa, che può appartenere sia a L. Vieilloti che a L. sumatrana e pertanto deve essere considerato un sinonimo dubbio
A seguire, alcune interessanti note tratte da: "A Monograph of the Pheasant" di William Beebe 1918, riguardanti la specie considerata su questa pagina.
Lophura ignita
Distribuzione geografica
Il fagiano crestato del Borneo sembra essere generalmente distribuito in tutto il Borneo ( Malesia ) e la presenza della specie sull'isola di Banka, separata da Sumatra solo da uno stretto canale, deve essere considerata senza dubbio dovuta all'introduzione da parte dell'uomo. Altrimenti, sarebbe difficile spiegare il perché non viva anche sull’isola di Billiton, sulla quale non vi è traccia di questa forma, oltre al fatto che in generale la fauna generale di Banka è del tutto sumatrana, non del Borneo.
Se ciò fosse confermato, ma è comunque molto plausibile, si può facilmente presumere che i nativi incrocino gli esemplari tenuti in cattività producendo ibridi, oppure individui selvatici che si incrociano con la specie indigena Lophura rufa. Ciò suggerisce una spiegazione alternativa agli esemplari aberranti che hanno dato origine alle varie discussioni sul numero di specie di questo gruppo come la sumatrana di Bùttikofer ( vedere alla pagina Lophura rufa ). In base alle osservazioni personali ed esperienza, Beebe era convinto che in realtà si trattava di sole variazioni di una o l'altra delle due specie strettamente imparentate Lophura rufa e ignita.
Note descrittive. - Nel maschio adulto le parti piumate della testa, ad eccezione della cresta, di colore marrone molto scuro e opaco. Cresta composta da un certo numero di penne, ciascuna delle quali mostra un denso ciuffo di barbe terminali lunghe e sciolte all'estremità di un rachide nudo allungato. Il piumaggio del collo presenta la stessa struttura sciolta piuttosto disintegrata e, come la cresta, fortemente lucidate con blu acciaio. Petto, mantello, scapolari, copritrici alari, secondarie interne e copritrici superiori della coda di colore nero opaco sulla porzione basale, fortemente lucidate con blu violaceo metallico sulla parte distale delle penne. La maggior delle piume che fanno parte del piumaggio dorsale mostrano una frangia terminale più o meno distinta con riflessi blu acciaio, questo carattere essendo particolarmente marcato sulle copritrici superiori della coda dove la frangia è piuttosto lunga e disintegrata.
Quando si esamina una singola copritrice superiore, la frangia terminale sciolta sembra essere separata dalla parte prossimale principale della penna da una stretta linea nera vellutata. Tuttavia, la manipolazione mostra che si tratta semplicemente di un effetto ottico causato da una diversa incidenza e rifrazione dei raggi luminosi. Ciò risulta da una forte piegatura verso l'alto dell'aletta nel suo complesso: una stretta piega trasversale chiaramente evidente sia alla vista che al tatto. Posteriormente a questa curvatura la penna è normale, strettamente connessa ad una solida aletta. Quella parte delle barbe che formano la frangia, in prossimità della piega fino all’apice della piuma, pur possedendo il consueto numero di barbule, sono completamente prive di amuli ( uncini ), le barbe quindi si presentano separate in modo sciolto e distaccato, caratteristico in questa parte della piuma di molte altre specie di fagiani.
Dorso e groppa color bronzo ramato metallico, decisamente più scuro che nella forma malese, più rosso che dorato. Una tipica piuma della groppa misura circa 80 mm. in lunghezza. Di questi quaranta, ovvero poco più della metà, sono costituiti dalla peluria grigia basale disintegrata bruscamente seguita dalla bordatura di circa 20 mm. marrone scuro tendente al nero, la porzione distale lucidata di blu acciaio. Il citato terminale di 20 mm. risulta diviso in una porzione più breve in marrone scuro e opaco, che repentinamente lascia il posto alla lunga frangia (7 mm.) rosso bronzo brillante. Non vi è traccia della piega post-fimbria (appendici sottili simili a peli). Procedendo verso l'esterno, le secondarie perdono prima la lucentezza bluastra, per poi passare dal nero opaco al bruno scuro. Le primarie sono ancora più chiare, bruno fuligginose. Le due paia interne di timoniere, il vessillo interno e gli apici della terza coppia sono di un color cuoio chiaro e scuro con basi interne scure, mentre tutte le rimanenti penne della coda si presentano nero opaco.
Sulla parti inferiori, la zona del petto di colore blu violaceo termina bruscamente, cosicché l'intera parte inferiore di quest’ultimo ed i fianchi si mostrano dello stesso fiammeggiante rosso bronzo metallizzato visibile sulla groppa, solo più chiaro. Negli individui estremamente colorati le piume di tutta questa zona mancano di pigmento nero, la porzione principale della piuma è castano scuro. Tuttavia, solitamente, le piume lungo la linea mediana sono perlomeno metà nere, con variazioni di questo colore fino al punto in cui il castano e rosso metallizzato risulta confinato alle macchie sui fianchi.
La quantità di pigmento nero presente in queste penne ventrali è del tutto individuale. In due uccelli maschi della stessa nidiata, con uova covate e prole allevata dalla madre, alla muta nel piumaggio del primo anno, uno mostrava un castano solido sulla superficie ventrale posteriore con solo estreme chiazze nere basali; l'altro aveva solo i margini castani, paragonabili in estensione ai margini bianchi sul piumaggio ventrale della femmina. Ciò, soltanto sui fianchi, essendo le penne al centro di petto e addome interamente nere o con due piccole macchie laterali castane. Cosce e copritrici inferiori di colore nero opaco, lucidate di blu-verdastro sulla parte terminale delle penne.
Iridi rosse; zampe e piedi rossastri nella stagione riproduttiva, che sfumano in rosa carnoso durante altri periodi 1*); pelle del viso di colore blu brillante nella stagione del corteggiamento, notevolmente più chiara durante il resto dell'anno; mandibole cornee bianche; speroni e artigli corno giallastro; speroni insolitamente forti, lunghi e leggermente ricurvi che raggiungono una lunghezza di 35 e più mm. Peso circa 2 kg. Lunghezza, 650 mm; in estensione, 845 mm; becco dalla narice, 21; ala, 271; coda, 253; tarso, 111; dito medio e artiglio, 58 mm.
1*) Sarebbe interessante capire a quale periodo dell'anno si riferisce Beebe dato che a queste latitudini il clima equatoriale, solitamente, favorisce un'attività riproduttiva che non segue la stagionalità delle specie che vivono più a nord. Suggerito anche dalle moltissime immagini nelle quali, ed in diversi periodi dell'anno, vengono immortalati maschi e femmine con zampe che mostrano tutte le tonalità di rossastro, ardesia, grigio giallastro, bianco grigiastro ecc. Spesso riuniti in gruppetti nei quali si evincono soggetti che mostrano diverse tonalità di colore. Purtroppo l'autore, nella sua dettagliata descrizione sia degli adulti, quanto dei giovani, non menziona la colorazione di tarsi e piedi nei vari stadi della crescita, dato che le riscontrate difformità cromatiche delle zampe potrebbero anche essere semplicemente dovute all'età.
Variazioni del piumaggio maschile . – Per dimostrare la variabilità anche di un solo carattere negli uccelli che si suppone siano sufficientemente omogenei e distinti da formare una specie separata, viene considerato il bianco delle timoniere dei maschi sulle quali Bùttikofer basa il suo Lophura sumatrana.
Come caratterizzazione specifica risulta simile nel colore a Lophura ignita, ad eccezione delle penne centrali della coda, che sono di colore bianco puro, con una lieve sfumatura ocra sulla parte basale fin dove è nascosta dalle copritrici superiori ( "Appunti dal Museo di Leida", XVII. 1895, p. 178).
(A) Esemplare del Museo di Leida. – Coppia centrale di timoniere e vessilli interni della seconda coppia bianca. – Nessuna località.
(B) Esemplare del Museo di Leida. Due paia centrali di timoniere e vessilli interni della terza coppia bianca: Palembang, Sumatra.
(C) Un maschio “albinismo” proveniente dal giardino zoologico di Amsterdam. Nessuna menzione del bianco sulle penne della coda.
(ZD) Maschio tipo nel Museo di Bruxelles. — Dubois descrive il colore della coda come segue: " Coda nera, le quattro penne mediane della coda sono bianco-rossastre, anche la barba interna della coppia successiva è bianco-rossastra " ("Bull. Ag. Belg." (2) XLVIL., p. 825). La tonalità ocracea della parte basale nascosta delle penne è così pronunciata che Dubois ritiene che l'area esposta più bianca sia stata sbiadita fino al colore attuale.
(E) Esemplare del Museo di Vienna. Si dice che sia simile ai due esemplari di Leida, il che è ovviamente impossibile, poiché differiscono nella quantità di timoniera bianca.
(F) Esemplare del British Museum. – Questo individuo molto descritto (Sclater, “Proc, Zool. Soc.”, 1863, p. 119; Grant, “ Brit. Mus. Cat. Birds”, XXII. 1893, p. 289 ; Grant, “Hand-book Game-birds”, 1895, p. 247) è classificato da Bùttikofer sotto il suo sumatrana. In riguardo al bianco nella coda Sclater dice: “vectr. 4 mediis albis”; Grant, “coppia centrale di timoniere bianche”, ma entrambe sono sbagliate, poiché la coppia interna e la terza coppia sono bianche e la seconda manca, le tre paia interne di timoniere erano senza dubbio originariamente di questo colore. L'altro carattere, il rosso sui fianchi, sembra essere quasi altrettanto variabile e dal fatto che nell’esemplare del British Museum la tonalità dorata dei fianchi è quasi bianca sulla porzione anteriore, Beebe è propenso a credere che l'”albinismo” del campione (c) sia causato da aberrazione estrema dovuta a ibridismo o variazione anomala.
Femmina adulta. – Parti superiori, collo e petto castani; la parte anteriore del collo e occasionalmente anche quella superiore di quest’ultimo e del mantello che presentano margini laterali bianchi alle piume. Piume terminali della cresta come nel maschio, ma con rachidi, basali, nudi molto più corti, e testa in castano leggermente più scuro; piume brevi di testa, parte superiore del collo, mento e gola alquanto ricurve; mento e gola bianchi. Sulla parte posteriore di mantello e copritrici alari si evince una chiazzatura e vermicolazione in crescita costante di pigmento nero, che fa apparire il castano sempre più scuro man mano che si procede verso la coda. Sui vessilli esterni di secondarie, primarie e copritrici superiori più corte e mediane, sia il castano quanto il nero sono in proporzioni più o meno uguali. Vessilli interni delle remiganti marrone scuro, più pallido sulle primarie. Timoniere abbastanza variabili; a volte le due paia centrali e copritrici caudali più lunghe sono fortemente lentigginose o screziate di castano scuro - sebbene questo sia sempre subordinato al nero (il disegno inverso della superficie dorsale anteriore) - mentre ancora una volta quasi non si evince traccia del colore più chiaro colore, essendo tutte le timoniere uniformemente nere.
Tutta la parte inferiore del petto, addome, fianchi e parte anteriore delle cosce di colore nero fuligginoso, circondati da larghi margini bianchi. Sulle piume disintegrate e lanuginose del basso ventre il margine bianco invade i centri neri, trasformandoli in marrone impuro, restringendoli ad una piccola area centrale. Copritrici inferiori e lati posteriori delle cosce di colore nero opaco, con apici più o meno marcati di castano scuro.
Iride rossa; zampe e piedi bianco-giallastri; pelle del viso blu, più opaca che nel maschio; becco bianco-corneo; speroni affilati ma abortivi, lunghi solo circa 3 mm. Peso 1,500 Kg. Lunghezza, 580; in estensione, 778; becco dalla narice, 18; ala, 258; coda, 190; tarso, 89; dito medio e artiglio, 50.
Pulcino di quattro giorni. - Corona e nuca in caldo rossiccio, che diviene nero su scapolari e l’intero dorso. Barra rossastra al centro dell'ala. Bande longitudinali laterodorsali quasi obsolete. Faccia pallida e rossiccia; linea nera che obliquamente e posteriormente all'orbita oculare, attraverso le copritrici auricolari, termina appena oltre. Mento, gola e ventre di colore bianco cuoio; forte sfumatura arancione su petto, lati e fianchi. Le primarie compaiono appena dalle punte delle guaine.
Pulcino di tre settimane. – Più o meno lo stesso del precedente, ad eccezione del grande sviluppo delle ali che ricoprono tutto il corpo, estendendosi ben oltre la coda. Copritrici e remiganti di colore nero-brunastro scuro, le prime con apici camoscio e fascia subterminale nero corvino. Secondarie interne con lievissimi bordi color cuoio, altre penne alari senza segni. A questa età, sette primarie e otto secondarie sono funzionali. Primaria n. 8, anche se superiore a 13 mm. di lunghezza, è ancora inguainata, mentre la N° 9 e 10 sono ancora invisibili. Le penne della coda si mostrano appena dal fodero, portando in alto la pallida peluria rossastra.
Transizione tra il piumaggio giovanile e quello del primo anno. - Negli esemplari maschi esaminati le lunghe e rossicce penne della corona si fermano bruscamente sulla parte posteriore della stessa, ed i loro bordi posteriori sovrastano le penne posteriori più corte come fossero un berretto. Direttamente sul bordo posteriore spuntano le prime penne della cresta. Penne dell'occipite, nuca, mento, gola e collo corte e ricurve; quelle dell'occipite, copritrici e parti laterali del collo bruno scuro; mento e gola bianchi, con una spolverata di nuove piume nere. Sulla nuca e parte posteriore del collo viene mostrato un ampio bordo in brillante blu verdastro, non il blu violaceo dell'adulto completo. Il cambiamento mostrato dalla muta delle copritrici alari e delle remiganti è brusco, dalle vecchie penne marrone sbiadito, con la punta screziata, a quelle nuove nero-brunastre. Le parti inferiori presentano ancora pochi cambiamenti rispetto al caotico, quasi femminile, marrone, grigio e bianco del piumaggio giovanile, tranne lungo i lati, dove il rossiccio dorato si evince come due larghe bande uniformi.
Femmina immatura. – I sessi sono ben marcati dapprima nel piumaggio giovanile, quando il mantello ed il petto cominciano a mostrare una preponderanza di colore scuro nel maschio, o rossiccio nella femmina. Testa, nuca, mantello e parte inferiore della gola, nella femmina, mutano in castano quasi solido, sfumando in bianco sulla parte superiore della gola e mento. Gli ocelli neri o fascia subterminale sulle scapolari e copritrici alari sono molto più evidenti che nel maschio, a causa del loro castano chiaro e ricco. Anche le secondarie mostrano la screziatura castana molto più evidente nella femmina.
La zona ventrale della femmina immatura è colorata in modo più deciso, il disegno regolare mostra centri marrone scuro, larghe frange laterali bianche ed una fascia terminale castagna altrettanto ben marcata. Questo disegno si estende in modo evidente lungo i lati del corpo, ma sulla parte inferiore del petto il bianco inizia ad eclissare tutte le altre tonalità, finché sul ventre le sostituisce completamente. Tutte mostrano la stessa muta graduale dall'esterno verso l'interno come nei maschi.
Sinonimi:
Phasianus ignitus Shaw and Nodder, Nat. Misc., IX., pl. 321; Gray, in Griff. ed. Cuv., III. 1829, p. 30. Fire-Backed Pheasant Lath., Gen. Syn. Suppl., II. 1801, Pp. 274,
Gallus macartneyi Temm., Pig, et Gall., II. 1813, p. 273; Temm., Pig, et Gall., III. 1815, p. 663.
Gallus macartnyi Steph., in Shaw's Gen. Zool., XI. 1819, p. 218 [Part].
Flouppifer ignitus Guérin-Méneville, Icon. Rég. Anim. Ois. 1829-38, p. 26, pl. 3, fig. 3.
Euplocomus macartneyi Temm., Pl. Col. V. in text of genus Lophophorus, 1830, p. 3.
Euplocomus ignitus Gray, List of Birds, Part III. 1844, p. 26; Muller, Verhandl. Land-en, Volkenk, 1839-44, p. 376 [Banjarmasin]; Low, Sarawak, 1848, p. 411; Sharpe, Ibis, 1879, p. 270 [Lawas and Mengalong Rivers] ; v. Pelz, Verh. Ges. Wien, XXIX. 1880, p. 531; Sharpe, Proc. Zool. Soc., London, 1881, p. 800 [Sandakan] ; Nichols, Ibis, 1883, p. 90 [Silam]; Elliot, Auk, VIII. 1891, p. 15 [Kinabataugan R., N.E. Borneo].
Gallophasis ignitus Gray, Gen. Birds, III. 1845, p. 498.
Euplocamus nobilis Sclater, Proc. Zool. Soc., London, 1863, p. 118, pl. XVI.; Sclater, List of Phas. 1863, p. 7; Gray, List Gallinae Brit. Mus. 1867, p. 351; Sclater, Proc. Zool. Soc. London, 1868, p. 261; Gray, Handlist Birds, IT, 1870, p. 259; Elliot, Proc. Zool. Soc., London, 1871, p. 138; Walden, Ibis, 1872, p. 382; Elliot, Mon. Phas. II. 1872, pl. 27; Salvad., Ucc. Borneo, 1874, p. 306; Elliot, Ibis, 1878, p. 414; Sharpe, Ibis, 1879, p. 234 [Sarawak]; Sclater, Ibis, 1880, p. 371; Guillem., Proc. Zool. Soc., London, 1885, p. 416 [Silam, Sandakan] ; Everett, List of Birds, Borneo, 1889, p. 199 [N. and S. Borneo].
Lophura ignita Ogilvie-Grant, Cat. Birds Brit. Mus. XXII. 1893, p. 288.
Lophura ignita ignita ( fagiano nobile minore ).............Shaw G. ......1798
Descrizione: Il maschio presenta bargigli blu cobalto molto simili nell'aspetto quelli del Lophura nycthemera, cioè con lobi di grandi dimensioni che formano un semicerchio sopra l'occhio mentre quelli inferiori si sviluppano in avanti. Testa con cresta a forma di pennello, collo, petto, mantellina, dorso, copritrici e sopra-cosce di colore blu violaceo scuro; copritrici alari blu scuro con frange iridescenti blu mare, primarie e secondarie nere-bluastre; piume della parte bassa del dorso con basi blu-nere nascoste da frange marrone-nerastro-ramato brillante che formano una grande macchia, comunque più ridotta rispetto al conspecifico L. i. nobilis; groppa e copritrici della coda con grandi frange blu-metallico, coda corta larga e piatta in cui le tre coppie di penne centrali sono di colore cannella-castano e leggermente arcuate mentre le rimanenti cinque coppie sono generalmente nere. Tuttavia esiste una notevole individualità nella distribuzione dei colori, la terza coppia a volte si presenta nera sulla rete interna, la quarta può essere con variegature castano-fulvo sulla rete esterna così come occasionalmente anche la quinta può evidenziare variegature castano-fulvo sulla rete esterna; parte inferiore del petto e fianchi in castano-ramato brillante, addome nero. Iride rosso e zampe, che nella colorazione tipica si presentano grigio chiaro o ardesia, ma che, a complicare il riconoscimento possono essere anche grigiastre con sfumature giallognole o rossastre, con tarsi dotati di forti e acuminati speroni.
Ai lati della testa e sul capo della femmina spicca una cresta pennelliforme di colore castano-fulvo, ali e copritrici della coda finemente variegati di nero, penne della coda nere con bordi finemente variegati di marrone scuro, mento e gola bianchi; piume del petto, fianchi e sopra-cosce con variegature molto più fini castano-marrone-nerastro con bordi bianchi che producono un effetto sagomato, addome bianco. Bargigli uguali come forma e colore a quelli del maschio pur essendo notevolmente più piccoli; zampe e becco uguali a quelli del maschio, con quest'ultimo che però alla base si presenta marrone così come le zampe che a volte risultano con sfumature marrone-rossastro. I pulcini con sommità della testa fulva, parte superiore del corpo bruno-nerastra, ali caratterizzate da strette barre castano-fulvo; bande laterodorsali biancastre, parte inferiore della testa fulvo con bianco-nero che parte dall'occhio e arriva alle copritrici auricolari; parti inferiori del corpo bianche, petto e fianchi fulvo molto chiaro. Gli immaturi sono generalmente marrone scuro ed in linea di massima assomigliano alle femmine adulte, tuttavia i maschi presentano grandi macchie nere sulle copritrici alari che sono nettamente più scure. A quattro mesi completano il finissaggio del piumaggio da adulti, con le femmine che però presentano tonalità meno brillanti, tuttavia la piena maturità viene raggiunta solo al secondo anno di vita ed in alcuni casi si arriva anche al terzo.
Foto da : 1 www.media.featherbase.info Autore: Jo Kuyken - 2 www.zooinstitutes.com - 3 Autore: www.dody94-wordpress.com ( nota: foto 1 e 3 senza precisazioni ulteriori da parte di entrambi gli autori , tranne che si tratta di maschi di Lophura i. ignita in cattività - foto 2 scattata nel 2022 al Weltvogelpark Walsrode < parco ornitologico di Walsrode è un giardino zoologico situato al centro della landa di Luneburgo nella Germania settentrionale )
1 - Maschio 2 - Femmina 3 - Maschio
.jpg)


Lophura ignita ignita
Foto da : 1-3 Autore: Alenthien - 2 www.junglemikey.blogspot.com Autore: Michael Lo ( Località indicate dai fotografi: Borneo, Kalimantan senza ulteriori precisazioni ).
Nota: fotograficamente, soprattutto con immagini di scarsa qualità, non potendo constatare le misure corporee, e senza la possibilità di osservare la macchia marrone ramato sulla groppa, non è possibile distinguere con certezza le due sottospecie, tuttavia gli autori delle foto indicano che si tratta di Lophura i. ignita.
1 - Maschio 2 - Femmina 3 - Maschio



Lophura ignita nobilis ( fagiano nobile maggiore )....Sclater P. L. .......1863
Descrizione: Entrambi i sessi simili al conspecifico Lophura i. ignita e se ne distinguono in quanto più grandi, per la maggior presenza di marrone ramato sulla parte bassa della schiena, nonché la colorazione di piedi e tarsi che nella forma tipica si presentano color carniccio, ma soggetti a variabilità e che, a seconda dei casi, si possono mostrare nella forma classica, cioè carniccio o giallognolo rossiccio, cosi come ardesia o ardesia giallastre. Entrambe, le ultime due colorazioni, fortemente predominanti sulle altre con la tonalità rossastra, come da standard della specie, che appare piuttosto rara. Anomalia che potrebbe essere spiegata dall'esiguo numero di esemplari che costituirono la base con la quale venne descritta la specie. Probabilmente furono catturati in pieno periodo riproduttivo, cioè quando mostrano, oltre a piumaggio e carrucole più brillanti, anche le zampe rossicce in varie gradazioni, presumibilmente in relazione al periodo, stato ormonale ed età. Verosimilmente, gli autori del passato credettero che questa fosse un carattere della forma "nobilis" e la descrissero come avente le zampe di questo colore. Esattamente l'opposto per Lophura i. ignita. Il grave, se così fosse, e le immagini parrebbero confermarlo, è che l'errore continua ad essere perpetuato sia dagli autori del recente passato quanto da quelli contemporanei.
Foto da : Autori: 1-3 Charmain Ang - 2 Xiwen Chen ( località indicate dai fotografi: 1-3 Telupid, Sabah 08-072022 Malesia - 2 Telupid, Sabah, 26-04-23 Malesia )
1 - Maschio 2 - Femmina 3 - Maschio



Lophura ignita nobilis
Foto da : Autori: 1-3 Kenneth Cheong - 2 Peter Ward ( località indicate dai fotografi: 1-3 Danum Valley Field Centre, Sabah 16-08-2023 Malesia - 2 Danum Valley Borneo Rainforest Lodge, Sabah16-01-2015 Malesia )
1 - Maschio 2 - Femmina 3 - Maschio



Lophura ignita nobilis
Foto da : 1 www.downbelowadventures.com Autore: Richard Swann - 2 www.inaturalist.org Autore: Ben Tsai - 3 Autore: Charmain Ang ( località indicate dai fotografi: 1 Solo Borneo senza ulteriori indicazioni - 2 Distretto di Lahad Datu, Sabah 21-11-2021 Malesia - 3 Telupid, Sabah 08-07-2022 Malesia )
1 - Coppia 2 - Maschio 3 - Coppia



Lophura ignita nobilis ( in area Lophura ignita ignita )
Foto da : 1-2-3 Autore: Isdianto Malay ( località indicata dal fotografo: 1-2-3 Kebun Raya Balikpapan ( Giardino Botanico di Balikpapan ) Kalimantan Timur, Kalimantan 26-03-2022 Indonesia )
Nota: come ben si evince dalla località indicata, le foto scattate in piena gamma Lophura i. ignita, non sono certo tra le migliori, tuttavia sufficientemente buone per scorgere sia le zampe color carniccio ( foto 2 ) quanto l'ampia zona marrone rosso ramato brillante sul groppone che dovrebbe distinguere, se considerati sottospecificatamente distinti, le due forme ed in questo caso Lophura i. nobilis dalla forma nominale.
1 - Gruppo di maschi 2 - Maschio ( zampe rossicce ) 3 - Maschi



Lophura ignita nobilis ( in area Lophura ignita ignita )
Foto da : 1-2 www.jokar.com.au Autore John Boyd Macdonald ( località indicata dal fotografo: 1-2 Kebun Raya Balikpapan ( Giardino Botanico di Balikpapan ) Kalimantan Timur, Kalimantan 18-11-2018 Indonesia )
1 - Maschio 2 - Femmina


Lophura ignita ignita e nobilis a confronto
Nota: nel Lophura i. nobilis entrambi i sessi sono simili al conspecifico Lophura i. ignita. Se ne distinguono in quanto più grandi, per la maggior presenza di marrone ruggine ramato sulla parte bassa della schiena, nonché la colorazione di piedi e tarsi che nella forma tipica si presentano color carniccio, ma soggetti a variabilità e che, a seconda dei casi, si possono mostrare nella forma classica, cioè carniccio o giallognolo rossiccio, cosi come ardesia o ardesia giallastre. Entrambe, le ultime due colorazioni, fortemente predominanti sulle altre con la tonalità rossastra, come da standard della specie, che appare piuttosto rara. Anomalia che potrebbe essere spiegata dall'esiguo numero di esemplari che costituirono la base con la quale venne descritta la specie. Probabilmente furono catturati in pieno periodo riproduttivo, cioè quando mostrano, oltre a piumaggio e carrucole più brillanti, anche le zampe rossicce in varie gradazioni, presumibilmente in relazione al periodo, stato ormonale ed età. Verosimilmente, gli autori del passato credettero che questa fosse un carattere della forma "nobilis" e la descrissero come avente le zampe di questo colore. Esattamente l'opposto per Lophura i. ignita. Il grave, se così fosse, e le immagini parrebbero confermarlo, è che l'errore continua ad essere perpetuato sia dagli autori del recente passato quanto da quelli contemporanei.
Non vengono considerate e femmine in quanto fotograficamente non distinguibili ( vedere pelli a seguito ). Nello schema sottoposto è iteso ad evidenziare le caratteristiche visivamente più evidenti. Ammesso che si voglia ritenere le due forme come sottospecificatamente distinte.
Lophura i. ignita tipico: si possono apprezzare le più significative differenze ( soprattutto in riguardo ad un eventuale riconoscimento fotografico, comunque non sempre facile, non potendo valutare le misure corporee ) che diversificano, o dovrebbero farlo, la forma nominale dal conspecifico Lophura i. nobilis:
1 ) Zampe, che nella letteratura classica si presentano grigio chiaro o ardesia, ma che, come si evince dalle numerose immagini, possono mostrarsi anche grigiastre con sfumature giallognole o rossastre in varie gradazioni di colore.
2 ) Groppone, con colorazione marrone ramato brillante significativamente meno esteso ( tendo conto anche di una certa variabilità ) rispetto al conspecifico L. i nobilis.
3 ) Fotograficamente le femmine delle due sottospecie sono pressoché indistinguibili.
Lophura i. nobilis: si possono apprezzare le più significative differenze ( soprattutto in riguardo ad un eventuale riconoscimento fotografico, comunque non facile, non potendo valutare le misure ) che diversificano questa sottospecie dalla forma nominale:
1 ) Zampe, che nella letteratura vengono descritte color carniccio o rossastro giallastro ( esemplari tipici ). Tuttavia, come già ampiamente argomentato, ciò non corrisponde alla realtà, o perlomeno non è più così, dato che gli esemplari con zampe grigio ardesia in varie gradazioni di colore, sono significativamente più numerosi rispetto a quelli dalla colorazione classica. Anzi, risulta piuttosto difficile trovare immagini con soggetti che presentano il carniccio o rossastro giallastro tipici. Ciò è confermato anche da quanto si legge in gran parte della letteratura attuale dedicata a questa specie. Il maschio, delle foto sotto poste, presenta zampe grigiastro giallastro rossicce o rosa carniccio
2 ) Groppone, con colorazione marrone ramato brillante molto più estesa rispetto alla forma nominale
3 ) Fotograficamente le femmine delle due sottospecie sono pressoché indistinguibili.
Foto da: 1 www.wpacz-sk.com - 2 Autore: Charmain Ang ( località indicate dai fotografi: 1 maschio in cattività, probabilmente nello Zoo di Plzen - 2 Telupid, Sabah 08-06-2022 Malesia )
1 - Lophura i. ignita 2 - Lophura i. nobilis ( grigio-gialalstro rossiccio )
.jpg)

Lophura ignita nobilis ? ( simili nel fenotipo a Lophura maccartyi e sumatrana che, in ogni caso, rappresentano la stessa forma e nel contempo tutte le altre descritte aventi le stesse caratteristiche )
Nota: come si evince dalle immagini e località indicata, si tratta, o dovrebbe essere, Lophura i. nobilis, tuttavia, in entrambe le immagini, oltre a mostrare zampe ardesia, un maschio della foto 1 ed entrambi nella foto 2, presentano un certo numero di timoniere bianche o biancastre come in Lophura rufa o altre forme non riconosciute, alcune delle quali si trovano sull'isola di Sumatra. Ciò costituisce sicuramente una novità in quanto nel nord del Borneo ( Sabah, Malesia ) sia nella letteratura, quanto nel pensiero comune, non si fa menzione o presuppone, che vi siano esemplari con tali aberrazioni. Quindi, mutazione o ibridazione ?
Foto da : Autori: 1 Pete Read ( località indicata dal fotografo: 1-2 Danum Valley--Borneo Rainforest Lodge, Sabah 25-10-2011 e 07-07-2019 Malesia )
1 - Lophura i. ignita trio con un amschio che presenta alcune timoniere bianche 2 - Lophura i. nobilis due maschi con alcune timoniere bianche


Lophura ignita nobilis ( adulti e giovani in alcuni stadi della loro vita )
Foto da : 1-2-3-4-5 Autore: Lim Ying Hien ( località indicata dal fotografo per tutte le foto : Kampung Botition, Sabah 02-07-2023 Malsia )
1 - Pulcino 2 - Coppia con prole costituita da maschio e femmina


Lophura ignita nobilis ( adulti e giovani in alcuni stadi della loro vita )
3 - Maschio adulto e maschio giovane 4 - Maschio giovane 5 - Femmina adulta e femmina giovane



Lophura ignita nobilis ( adulti e giovani in alcuni stadi della loro vita )
Nota: il maschio della foto n° 1 sembrerebbe nel primo piumaggio da subadulto - maschi delle foto n° 2 e 3, perlomeno a giudicare dagli speroni, parrebbero nel primo statdio da adulti.
Foto da : 1 Autore: Peter Ward - 2-3 www.flickr.com Autori: Chien C. Lee e Lee Teck Seng ( località indicata dal fotografi: 1 Danum Valley--Borneo Rainforest Lodge, Sabah 13-01-2015 Malesia - 2 Danum Valley Conservation Area, Sabah, Borneo <no data> Malesia - 3 Sabah , Borneo 19-05-2010 Malesia )
1 - Maschio 2 - Maschio 3 - Maschio

.jpg)

Lophura ignita ignita e Lophura ignita nobilis ( Maschi ) differenze:
Foto pelli da : 1- 2- 3 James Pfarr
1 - Lophura i. ignita sopra - Lophura i. nobilis sotto 2 - Lophura i. ignita sopra - Lophura i. nobilis sotto 3 - Lophura i. ignita maschio particolare /copritrici della coda



Lophura ignita ignita e Lophura ignita nobilis ( Femmine ) differenze:
Foto pelli da : 1- 2- 3 James Pfarr
1 - 2 Lophura ignita ignita femmina sopra e Lophura ignita nobilis femmina sotto 3 - Lophura i. nobilis maschio particolare/copritrici della coda





