top of page

- pica - plumofagia - cannibalismo -

                                                                                                                                                                                                                                                                                      PICA – PLUMOFAGIA – CANNIBALISMO:

 

Nel complesso delle problematiche che possono riscontrarsi durante l'allevamento dei galliformi sono da annoverare fra dei disturbi più frequenti, e troppo spesso sottovalutati, potendo assumere toni anche drammatici dai quali non ne sono esenti neppure i piccoli di pochi giorni di vita, quindi merita di essere trattato con una certa attenzione. Per molteplici ragioni non ancora del tutto chiarite, riguardare disagi fisici e/o mentali derivanti da temperature troppo elevate sia interne quanto esterne, ossigenazione non adeguata con forti esalazioni ammoniacali o di altro genere, dovuti ad una lettiera poco curata e/o ambiente eccessivamente polveroso all'interno di strutture chiuse, spazio insufficiente, carenza di mangiatoie e/o abbeveratoi ecc, possono stressarli a tal punto da portarli al cannibalismo. Solitamente iniziano a beccarsi quasi distrattamente ( PICA, dal francese picage ) su dorso, testa, e regione anale ( a volte anche sul petto ) senza però affondare i colpi o comunque ferirsi, a questa manifestazione apparentemente poco grave, ma che è già un chiaro sintomo di disagio, può far seguito la PLUMOFAGIA determinata dal fatto che oltre a strapparsi le piume le inghiottono, e può succedere che eccitati dal sangue di cui ne è intrisa la base, si scatenino in una sorta di drammatica frenesia CANNIBALESCA beccando ripetutamente e violentemente gli individui più deboli e remissivi sino a formare dei buchi nei loro crani o  profonde lacerazioni sulla groppa, così come arrivare ad eviscerare i malcapitati attraverso l'apertura anale, per poi mangiarne le interiora mentre sono ancora vivi. In questa sorta di film dell'orrore, o bolgia orgiastica, lo strano è che i perseguitati dopo le prime beccate e tentativi di fuga, non cerchino più di sottrarsi ai loro aguzzini, e come vittime sacrificali predestinate si rifugiano in qualche angolo con la testa appoggiata ad una parete e/o nascosta il più possibile fra le piume di collo e petto forse in un ultimo quanto disperato tentativo di proteggerla, oppure per non vedere i carnefici all'opera, rimanendo nel contempo in una irreale quanto assurda immobilità, e senza più un lamento offrono tutta la parte posteriore alle impietose beccate, attendendo mestamente che si compia il loro destino. In avicoltura amatoriale, quindi solitamente con gruppi relativamente esigui, inizialmente il colpevole, o comunque quelli che danno il via a simili manifestazioni, sono pressoché sempre uno, massimo due esemplari, che se prontamente individuati e tolti potrebbe decretare la fine del problema. Per contro se lasciati liberi di agire in breve tempo coinvolgeranno anche tutti gli altri, e mentre “banchettano” con i poveri resti del malcapitato/i, non perdono occasione per rifilarsi qualche beccata ( comportamento riscontrabile in quasi tutti i veri carnivori, compresi i loro antenati dinosauri, che mentre si cibano danno sfogo ai loro istinti con gesti intimidatori e/o arrivando alle vie di fatto ). Pur se PICA e/o PLUMOFAGIA possono rimanere anche fini a se stessi, cioè senza arrivare a manifestazioni estreme, il più delle volte non sono altro che l'anticamera del CANNIBALISMO, che può rimanere latente finché qualche soggetto, anche se in realtà ne basta uno solo particolarmente nervoso e/o stressato, non dia il via al drammatico spettacolo. Innanzitutto bisogna riflettere sul fatto che possono esserci individui caratterialmente molto diversi con alcuni di loro più portati all'aggressività ( com'anche tra gli esseri umani ) che se messi in particolari condizioni di disagio riescono meno di altri a tollerarle dando spesso sfogo ai loro istinti violenti nei confronti dei più deboli e sottomessi, anche perché solitamente non hanno altro con cui prendersela.                                                                                                                                                                                                                                                                      Oltre a quanto già ampiamente esposto in altre pagine, e che sostanzialmente riguardava condizioni igienico/sanitarie e ambientali adeguate, taglio del becco ecc, una soluzione per quanto fuori dagli schemi usuali pur se già sperimentata più volte, consiste nel variare in modo dinamico l'ambiente delle voliere, reso possibile dall'utilizzo in modo alternato di materiali, più vari possibile, reperibili a seconda della disponibilità e/o stagioni. In buona sostanza si tratta di arredare/attrezzare le voliere con fasci di erbe sia appesi che a terra, fascine di legna, saggina, erica, cumuli di foglie quando disponibili, covoni di grano o altri cereali, stocchi di mais, fronde di piante diverse, balle di paglia e/o fieno, ecosol ecc, oltre a spargere sul terreno anche frutta, verdura, granaglie, semi vari, pane ecc., ( la somministrazione di alimenti a terra è solitamente sconsigliata, ma in casi limite servono decisioni estreme, soprattutto se possono contribuire a migliorare la situazione ) compreso materiali e oggetti artificiali purché non potenzialmente pericolosi, insomma si deve utilizzare tutto ciò che può contribuire distrarli tenendoli occupati, rendendo nel contempo meno noioso l'ambiente. Stabilito un certo numero di materiali, li si dovranno alternare, perlomeno quelli rimasti integri o comunque in  buono stato e non deperibili,  da una voliera all'altra ogni 3-4 giorni, o secondo necessità, in base al comportamento degli animali, così che risultino più o meno sempre diversi, o apparentemente tali ai loro occhi e, non abbiano il tempo di assuefarvisi. Una volta completata la rotazione si ricomincia da dove si era partiti quasi certi che non si renderanno conto di quello che sta succedendo all'interno del loro spazio. Frutta, verdura, granaglie, pane ecc, si dovrebbero distribuire a giorni alternati ed in piccole quantità per evitare possibili deterioramenti, ciò non toglie che le verdure possano essere somministrate nelle apposite quanto pratiche rastrelliere appese in più punti della voliera, così come la frutta e le granaglie in grossi e bassi contenitori in modo che non tocchino il terreno.

bottom of page