- PolyplectroN : allevamento -
Polyplectrono napoleonis
GENERE POLYPLECTRON ( TEMMINCK, 1813 )
SPERONIERI o FAGIANI PAVONE
Il < genere > comprende 8 specie:
Polyplectron bicalcaratum.............................speroniere grigio chiquis o birmano......................................................LINNAEUS................................1758.
Polyplectron malacensis …...........................speroniere malese o malacense..........................................................SCOPOLI...................................1786.
Polyplectron chalcurum …............................speroniere coda di bronzo o di Sumatra...............................................LESSON....................................1831.
Polyplectron napoleonis …............................speroniere di Palawan..........................................................................LESSON ...................................1831.
Polyplectron germaini ...................................speroniere di Germain.........................................................................ELLIOT........................................1866.
* Polyplectron schleiermacheri......................speroniere del Borneo..........................................................................BRUGGEMANN.........................1877.
Polyplectron inopinatum................................speroroniere di Rothschild....................................................................ROTHSCHILD............................1903.
* Polyplectron katsumatae….........................speroroniere di Hainan.........................................................................ROTHSCHILD............................1906.
N.B.
* Il POLYPLECTRON SCHLEIERMACHERI, da alcuni Autori a volte viene ritento una sottospecie del POLYPLECTRON MALACENSE.
* Il POLYPLECTRON KATSUMATAE, in origine veniva considerato come una sottospecie del P. BICALCARATUM.
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La specie < P. BICALCARATUM > comprende 4 sottospecie:
Polyplectron bicalcaratum bicalcaratum.......speroniere grigio chinquis o birmano ................... [ nominale. ] .........LINNAEUS.................................1758.
Polyplectron bicalcaratum ghigii....................speroniere grigio di Ghigi ….................................................................DELACOUR & JABOUILLE.......1924.
Polyplectron bicalcaratum bakeri ..................speroniere grigio himalayano o di Baker .............................................LOWE........................................1925.
Polyplectron bicalcaratum bailyi …................speroniere grigio di Lowe.......................................[ contestato ] .........LOWE........................................1925.
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POLYPLECTRON MALACENSE: Monotipo ( non comprende nessuna sottospecie )
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La specie < P. CHALCURUM > comprende 2 sottospecie:
Polyplectron chalcurum chalcurum …...........speroniere coda di bronzo del sud Sumatra ........ [ nominale.. ] .........LESSON....................................1831.
Polyplectron chalcurum scutulatum...............speroniere coda di bronzo del nord Sumatra.......................................CHASEN & HOOGERWERF.....1941.
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POLYPLECTRON NAPOLEONIS................ monotipo ( non comprende nessuna sottospecie )
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POLYPLECTRON GERMAINI......................monotipo ( non comprende nessuna sottospecie )
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POLYPLECTRON SCHLEIERMACHERI.....monotipo ( non comprende nessuna sottospecie )
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POLYPLECTRON INOPINATUM:.................monotipo ( non comprende nessuna sottospecie )
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POLYPLECTRON KATSUMATAE.................monotipo ( non comprende nessuna sottospecie )
POLYPLECTRON ALLEVAMENTO
Essendo un gruppo di fagiani che in allevamento presenta esigenze piuttosto simili, permette di essere trattato con una certa uniformità, pur sottolineando di volta in volta le varie differenze che contraddistinguono le diverse specie in riguardo a carattere, adattamento, riproduzione, alimentazione, voliere e rifugi.
CARATTERE e ADATTAMENTO ALLA CATTIVITA': Un deplorevole carattere che più o meno a seconda della specie, accomuna tutti i POLYPLECTRON, ad eccezione dei CHINQUIS che essendo fra i più tranquilli, se non i più miti rappresentanti del loro genere, solitamente non dimostrano aggressività nei confronti dei propri simili o di altre specie, ed in misura se pur minore GERMAINI, riguarda l'aggressività dei maschi che soprattutto durante il periodo riproduttivo può essere manifestata nei confronti delle femmine, arrivando a ferirle gravemente e persino ad ucciderle, se non si interviene prontamente. Situazione resa ancora più drammatica dall'ambiente circoscritto e quasi sempre privo di nascondigli naturali e/o artificiali in cui vengono costretti a vivere, ulteriormente aggravata dal fatto che i maschi spesso entrano in estro sessuale prima delle compagne che non potendosi ancora accoppiare li rendono ancora più nervosi e aggressivi. Atteggiamenti di questo tipo possono manifestarsi se pur occasionalmente e apparentemente senza motivo, anche in coppie ben consolidate. Allo stato naturale la femmina non è costretta a convivere con il maschio e può facilmente sottrarsi ai suoi attacchi o al contrario concedersi a quest'ultimo quando ne sente il bisogno e per il tempo necessario ai rituali di corteggiamento e copula. Secondo molti un comportamento così violento è da collegarsi in qualche modo alla loro storia ecologico ambientale che li induce a vivere un'esistenza solitaria per gran parte dell'anno. Personalmente non sono molto convinto da una teoria di questo tipo, ed essendoci ormai pochi dubbi sul fatto che favoriti dalle condizioni climatico-ambientali possono riprodursi anche durante tutto l'arco dell'anno, o comunque per gran parte di esso, il concetto di “solitudine” se applicato alla specie e/o genere perde di significato divenendo relativa, e subordinata al carattere e forza fisica di ogni singolo individuo. Molto probabilmente andrebbe rivista anche la presupposta monogamia in riguardo alla maggior parte delle specie comprese in questo genere, che invece potrebbero praticare una poligamia sequenziale o promiscua, ed essere monogami solo come scelta individuale, teoria in parte avvalorata sia dal comportamento aggressivo dei maschi ( prerogativa dei soggetti dominanti e caratterialmente poligami ), che da quello delle femmine solitamente intolleranti l'una nei confronti dell'altra rendendo impossibile nella maggioranza dei casi la formazione in cattività di famiglie.
Gli allevatori più esperti consigliano di alloggiare la femmina nella voliera a lei assegnata e dopo circa un mese presentarle il maschio. Di norma dovrebbero andare d’accordo, tuttavia per i primi giorni vanno costantemente monitorati. Se ciò non funzionasse, si può cercare di risolvere il problema dell'aggressività maschile, o perlomeno attenuare il costante stress nel quale viene a trovarsi la femmina, spuntando le penne di un ala del maschio, o entrambe se fosse necessario, oppure fermandole con delle fascette di plastica, del tipo comunemente venduto nelle ferramenta e negozi similari, in modo che non possa seguire la compagna sui posatoi più alti, tuttavia non sempre si raggiunge lo scopo e può accadere che la femmina sia talmente spaventata da non scendere neppure per alimentarsi, arrivando a deporre l'uovo, spesso infecondo, stando in quella scomoda posizione, oppure dividendo la voliera con telai in rete metallica alti tanto da non permettere al maschio di scavalcarli, avendo le ali spuntate o fermate, consentendo però alla femmina di raggiungerlo quando ne sente la necessità, similarmente a quanto avviene in natura. ( Approfondimenti in: PARTE GENERALE - Voliere per adulti - Spazio-Rip ).
Un’altra pratica relativamente più semplice dei precedenti, prevede che per le specie solitamente più aggressive: malacense, schleiermacheri, chalcurum, inopinatum ecc., i partners vengano tenuti separati e la femmina portata, o ancora meglio, per evitare inutili stress, accompagnata e fatta passare attraverso uno sportello o porta nella voliera dove alloggia il maschio, ogni giorno durante il periodo riproduttivo. Di norma bastano solo 5 minuti perché avvenga la copula, dopodiché la si farà rientrare nella propria. Questo esercizio, tra l’altro, consente di utilizzare il maschio, se vigoroso, con più femmine e salvaguardare quest’ultime dalle possibili angherie del/i partners.
Un altra possibile soluzione al problema, senza per questo essere costretti a separare i partner, nel caso la voliera non fosse divisibile, oltre che dal posizionamento all'interno di quest'ultima e rifugio di un numero adeguato di nascondigli artificiali, se dovessero mancare quelli naturali, può derivare dalla costruzione di una o più piattaforme non raggiungibili dal maschio, sulle quali posizionare cibo, acqua e alcune ceste in vimini e/o piccole cassette nido. Tuttavia quando lo spazio in cui vengono alloggiati è sufficientemente ampio, ben arredato e ricco di vegetazione, molto difficilmente si verificano situazioni analoghe a quelle descritte. Si è potuto anche constatare come i maschi MALACENSE quando messi in condizioni adeguate, non solo lasciano in pace le compagne, ma costituiscono delle aree di corteggiamento come fossero allo stato naturale, entro la quale le femmine arrivano solo quando sentono il bisogno di accoppiarsi. Purtroppo ci si può anche imbattere in soggetti che indipendentemente dal periodo riproduttivo e/o condizione, uccidono sistematicamente tutte le femmine alle quali vengono accoppiati. In casi di questo tipo non c'è molto da fare, e dopo essersi accertati che non si tratta di incompatibilità caratteriale o disagio per l'ambiente poco adatto, non ci resta che isolare il soggetto in questione, ed anche per tutto il resto della sua vita se fosse necessario. Pur essendosi ben adattati alla cattività rimangono comunque sensibili al freddo, soprattutto per quanto riguarda GERMAINI, NAPOLEONIS, MALACENSE e CHALCURUM, con possibili congelamenti di tarsi, piedi e becco. Ad ogni modo, è necessario proteggere dai rigori invernali anche specie considerate più rustiche come CHINQUIS e ROTHSCHILD. Nel pensare di accasare questi fagiani bisogna tener conto oltre al fatto che non è un genere adatto ai principianti, considerate le molteplici difficoltà che possono insorgere durante il loro allevamento, anche dei richiami più o meno potenti a seconda della specie, udibili comunque a notevole distanza, lanciati dai maschi soprattutto durante il periodo riproduttivo all'alba ed al tramonto, che potrebbero infastidire vicini permalosi. Solitamente tollerano bene la convivenza con altre specie quali pernici rosse, starne, quaglie del Madagascar, Rollulus rouloul ( roul roul ), pappagalli, turachi, colombi, tortore, fringillidi ecc.
ETA' RIPRODUTTIVA: Pur raggiungendo la completa maturità sessuale solo nel secondo anno di vita, sono molto spesso in grado di riprodursi già nel corso primo.
TIPO DI ACCOPPIAMENTO: Di norma vengono tenuti in coppia, ad eccezione di CHINQUIS e GERMAINI con i quali è possibile formare delle famigliole composte solitamente da un maschio e due femmine, e MALACENSE che per alcuni pare possa essere tenuto in regime di poligamia sia tradizionale che sequenziale, mentre per altri solo in monogamia. Ad eccezione dei CHINQUIS che solitamente non danno problemi di accoppiamento, accettando quasi sempre i partner ai quali vengono associati, ed in misura per quanto inferiore la specie GERMAINI, la formazione di coppie o famigliole è il momento che presenta le maggiori difficoltà, incertezze e anche delusioni. Come per altri generi di fagiani piuttosto aggressivi è consigliabile che queste vengano composte per tempo, con soggetti giovani compatibili caratterialmente e non consanguinei, piuttosto che tentare di formare coppie o ri-accoppiamenti con esemplari adulti. Tuttavia dovendo necessariamente praticare la prima ipotesi, bisogna innanzitutto che venga stabilito una sorta di pre-contatto mettendo gli animali in voliere o gabbioni adiacenti in modo che possano vedersi e socializzare ed anche a far capire all'allevatore se possono esserci speranze di pacifica convivenza. Mentre nella seconda eventualità, cioè di ri-accopiamento, per morte o particolare aggressività di uno dei partner, bisogna togliere il superstite o l'aggressore dalla voliera abituale, lasciandovi il nuovo arrivato in modo che tranquillamente famigliarizzi e prenda possesso dell'ambiente, trascorsi alcuni giorni si può tentare di unirli reimmettendo il soggetto precedentemente rimosso. Per raggiungere più facilmente lo scopo, o perlomeno cercare di farlo, è meglio attendere quando gli animali si trovano lontani dal periodo riproduttivo ed hanno appena completato o stanno ultimando la muta, che tra l'altro nei MALACENSIS può verificarsi in ogni periodo dell'anno. Inoltre è sconsigliato formare coppie o ri-accoppiare maschi adulti a femmine giovani dato che i primi solitamente vanno in estro sessuale molto prima ed è probabile, se non scontato, che infieriscano selvaggiamente sulle compagne non ancora pronte ad accettare le loro focose richieste amorose. Un aspetto da non sottovalutare riguarda la compatibilità caratteriale dei partner che dovrebbe essere raggiunta, soprattutto nel caso di individui costretti alla monogamia, attraverso un unione per simpatia e non forzata, questo lo sanno molto bene i vecchi allevatori di starne e pernici, che pur essendo specie naturalmente monogame, con l'accoppiamento per simpatia, dov'è la femmina solitamente a scegliere il maschio, si raggiungono risultati di gran lunga superiori rispetto alla pratica forzata, che può comportare la perdita di esemplari caratterialmente non compatibili, e inferiore fecondità delle uova. Tuttavia una volta formata la coppia è necessario che venga monitorata soprattutto durante i primi giorni, affinché non si compia qualche dramma. Come non si può essere assolutamente certi che questo genere di fagiani in natura sia monogamo, lo si può essere ancor meno sul fatto che la coppia, soprattutto per le specie più aggressive, debba rimanere unita durante tutto l'anno, o se invece non sia più giusto basare la riproduzione sulla poligamia sequenziale/alternata. ( Approfondimenti in: PARTE GENERALE - Accoppiamento )
PERIODO RIPRODUTTIVO: Non esiste una vera e propria stagione riproduttiva, dipendendo molto dal clima e/o ambiente in cui si viene a trovare la coppia, e come già ampiamente descritto può avvenire durante tutto l'arco dell'anno, o comunque per gran parte di esso. Non a caso i risultati migliori si ottengono in strutture climatizzate che mantengono temperatura e umidità molto simile a quelle che si riscontrano nelle serre in cui vengono coltivate piante tropicali. Tuttavia in cattività il periodo riproduttivo per tutti i rappresentanti del genere POLYPLECTRON, ad eccezione del MALACENSE con i maschi che come allo stato naturale possono entrare in estro già a fine dicembre primi di gennaio e uova circa un mese dopo, inizia con le prime dimostrazioni di corteggiamento, a seconda della specie, solitamente intorno alla fine di gennaio inizio di febbraio, con le prime uova verso la fine febbraio metà di marzo, mentre la deposizione può protrarsi sino ad agosto inoltrato, ed andare anche oltre in alcuni casi, quando le uova vengono levate.
TIPO DI NIDO: Le femmine appartenenti a questo genere, non dimostrano particolari preferenze a riguardo del tipo di nido, adattandosi ad utilizzare ogni tipo di cassetta nido o contenitore venga loro messo a disposizione, ed a seconda della specie possono essere indifferentemente posizionati sia a terra che non lontano dal suolo, e comunque non oltre i 100-120 cm, in modo da semplificarne il controllo giornaliero e/o la raccolta delle uova, con posatoi o rami che ne facilitino l'accesso alla fagiana. In mancanza di strutture artificiali e trovandosi in un ambiente adatto e ricco di vegetali, è molto probabile che depongano in buche poco profonde scavate a ridosso di un folto cespuglio, tronco, ceppo o roccia, utilizzando i materiali trovati o appositamente sparsi sul fondo per rifinirle. Può altresì succedere che alcune femmine prima di utilizzare i nidi preparati o di approntarseli, oppure perché non predisposte alla cova, depongano le uova in giro per tutta la voliera. ( Approfondimenti in: PARTE GENERALE - Tipi di nido )
UOVA DEPOSTE STAGIONALMENTE: Ad eccezione dei P. MALACENSIS con le femmine che producono di norma un solo uovo, tutte le altre congenere ne depongono 1-2 per covata, più facilmente 2, solitamente a due giorni uno dall'altro. Nel caso le uova vengano levate possono seguire, a seconda della specie altre 3-5 ed anche 6 deposizioni, con un intervallo fra una e l'altra di circa 3-6 settimane.
PERIODO DI INCUBAZIONE e SCHIUSA: L'incubazione delle uova a seconda della specie si protrae in medi 18-22 giorni, e nel caso di cova naturale il maschio deve essere solitamente allontanato, o perlomeno isolato in un grosso gabbione o serraglio che in caso di necessità, e sempre che le misure della voliera lo consentano, può essere realizzato all'interno della stessa utilizzando dei telai in rete metallica, ammesso che non si dimostri tollerante nei confronti della compagna intenta a covare, e successivamente non aggressivo nei confronti dei piccoli, cosa per altro molto improbabile. L'incubazione artificiale non pone particolari problemi <temperatura pari a 37,6 - 37,7 gradi, con circa il 50-55% di umidità> potendo ottenere anche buoni risultati. Tuttavia in considerazione delle difficoltà che solitamente si incontrano nell'allevamento dei piccoli soprattutto durante i primi giorni di vita che oltre ad essere molto delicati, devono essere letteralmente imbeccati porgendo loro con una pinzetta dei pezzettini di tarme della farina nella fase in cui sono più tenere, cioè quando sono in muta, passate prima nel mangime sfarinato, oppure associati a pulcini di altre specie altrettanto piccoli come GALLUS, DORATI, LADY, che con la loro iperattività li stimolino ad alimentarsi, ciò nonostante è molto probabile che soprattutto durante il primo giorno di vita sia comunque necessario stimolarli nel modo sopra descritto ad alimentarsi. Nel malaugurato caso in cui schiudesse un solo pulcino lo si deve sistemare in una piccola scatola di cartone, compensato, faesite o meglio ancora in lamiera zincata, e per evitare che continui a pigolare e nel contempo si stressi troppo, potendo lasciarsi anche morire per il fatto di essere solo, si può provare col posizionare uno specchio all'interno della scatola e/o appendere un mazzetto realizzato con penne e piume morbide, che simulando il più possibile la coda della madre, tranquillizzino il piccolo solitario, permettendogli di trovare rifugio e conforto. In alternativa alle piume si possono utilizzate anche mazzetti di erica o altro vegetale, spazzoloni tipo “mocio”, spolverini, piccole scope o grossi pennelli molto morbidi ecc, insomma qualsiasi cosa sia composto da materiali abbastanza lunghi e soprattutto morbidi da permettere al pulcino di nascondersi al loro interno. Ciò premesso, ed in considerazione a tutte le difficoltà alle quali si può andare in contro con l'incubazione artificiale, la cova naturale è vivamente consigliata, o perlomeno quella semi-naturale utilizzando gallinelle particolarmente piccole date le misure dei pulcini, ma soprattutto perché questi anche con la madre adottiva si comportano esattamente come se si trovassero con quella naturale, stando continuamente sotto alla sua coda, e non sotto le ali come invece sono soliti fare i pulcini della maggior parte dei galliformi, e dato il vizio delle galline di razzolare, esiste il serio pericolo che possano involontariamente ferirli, se non ucciderli. In genere il sessi sono difficilmente distinguibili prima di aver raggiunto, a seconda delle specie, i 4-6 mesi di vita, ed ammesso che non si voglia utilizzare l'analisi del DNA, è necessario attendere quando le caratteristiche che contraddistinguono i sessi comincino a palesarsi. E' tuttavia possibile che avicoltori molto esperti, e che allevano questi fagiani da parecchi anni, riescano a cogliere impercettibili differenze del piumaggio, così come caratteriali, e/o comportamentali, da permettere loro un sessaggio relativamente precoce. Dato che indipendentemente dalla specie la maturità sessuale per questioni non ancora ben chiarite, può anticipare rispetto a quelli che dovrebbero essere i tempi naturali, si consiglia di non lasciere i giovani assieme oltre i 8-9 mesi, nonostante sia preferibile dividere i sessi appena si rendono riconoscibili. Questo è forse anche il momento migliore per formare nuove coppie o piccole famigliole di riproduttori. ( Approfondimenti in: PARTE GENERALE - Incubazione e schiusa )
PERIODI di INCUBAZIONE delle UOVA:
Specie Giorni di incubazione N° uova x covata
Bicalcaratum.....................21-22 giorni..........................2 x covata.
Malacensis........................22-23 giorni.......................1-2 x covata.
Chalcurum........................21-22 giorni...........................2 x covata.
Napoleonis........................18-20 giorni..........................2 x covata.
Germaini...........................22-23 giorni..........................2 x covata.
Schleiermacheri................21-22 giorni..........................1 x covata.
Inopinatum........................19-20 giorni..........................2 x covata.
Katsumatae.......................21-22 giorni..........................2 x covata.
Nel caso in cui le uova vengano raccolte si possono ottenere altre 3-5, ed occasionalmente anche 6 deposizioni, con un intervallo fra una e l'altra di circa 3-6 settimane.
ALIMENTAZIONE PER PULCINI e FAGIANOTTI: Ad esclusione dei soggetti nati con incubazione artificiale, che per motivi vari non si sono potuti associare a piccoli di altre specie notoriamente più intraprendenti, e che quindi durante i primi giorni di vita necessitano di essere stimolati ad alimentarsi, in generale non presenta particolari difficoltà potendosi attuare attraverso normali composti commerciali ( mangimi bilanciati ) da somministrare a seconda dei tipi, ed in relazione all'età, con aggiunta di proteine, cereali, erbe, verdure e frutta, oltre ad integratori alimentari e vitamine se e quando ritenuti necessari. Si inizia fornendo per circa 7-10 giorni un buon mangime possibilmente pre-starter, per poi passare allo sfarinato primo periodo o starter per fagiani, integrato da qualche pezzettino di tarme della farina ( soprattutto quelle che si trvano in uno stadio tale da risultare particolarmente morbide ), oppure paté per insettivori o omogeneizzato di carne, pesce ecc, per uso umano, mentre a 15-20 giorni dalla schiusa si può iniziare ad aggiungere alla normale razione con un mix composto da semi di miglio, scagliola, panico e canapa oltre a frutta tagliata a pezzettini o grattugiata. Dopo di ché si deve modificare la dieta e le dosi in base all'età sino a che non sono pressoché adulti, cioè intorno ai 100-120 giorni di vita. Ulteriori spunti e/o precisazioni possono essere trovate nella scheda relativa agli ARGUSIANUS ARGUS, avendo i due generi un alimentazione molto simile. ( Approfondimenti in: PARTE GENERALE - Alimenti e alimentazione )
ALIMENTAZIONE PER ADULTI e RIPRODUTTORI: A circa 4-6 mesi di vita, in relazione alla specie trattata, si inizia a fornire quello che sarà l'alimento base per la maggior parte dell'anno che soprattutto per praticità è solitamente costituito da un buon mangime granulare da mantenimento o riposo per fagiani, tuttavia nel caso di un genere come quello trattato che abbisogna d'un cospicuo apporto proteico, si può sia mantenere in uso il composto granulare terzo periodo, integrandolo con qualche tarma della farina ecc, una manciatina di granaglie spezzate e/o intere ( considerare le piccole misure di questi fagiani ), del solo grano oppure un mix per piccioni, senza dimenticare i vegetali e soprattutto la frutta ben matura, quanto il sopracitato mangime granulare da mantenimento o riposo che avendo di norma un contenuto proteico piuttosto modesto deve essere compensato, oltre che da tutto ciò già elencato per il terzo periodo, con un adeguata aggiunta di prodotti di origine animale.
Sempre tenendo conto di questa necessità, è altresì possibile sostituire il composto commerciale utilizzato, tuttavia non consigliato, adottando una dieta mista, oppure costituita esclusivamente da cereali o mix per piccioni. Sia all'approssimarsi, che durante il periodo riproduttivo, è preferibile sostituire l'alimento in uso con un mangime specifico per ovaiole di fagiano.In tutti gli stadi della vita, periodi dell'anno e/o tipo di alimentazione, una buona integrazione a base di erbe, verdure e soprattutto frutta a pezzetti, è necessaria al loro benessere psico-fisico. Per evitare l'assuefazione ai prodotti integrati alla normale razione, quasi sempre molto appetiti, si dovrebbero som ministrarli non più di 2-3 volte la settimana. Ulteriori spunti e/o precisazioni possono essere trovate nella scheda relativa agli ARGUSIANUS ARGUS, avendo i due generi un alimentazione molto simile. ( Approfondimenti in: PARTE GENERALE - Alimenti e alimentazione - Progetti e attrezzature )
PULCINAIA e PARCHETTI PER SVEZZAMENTO: Approfondimenti in: PARTE GENERALE - Pulcinaia e parchetti per svezzamento.
VOLIERE PER ADULTI: Pur non necessitando di grandi ambienti, anche in relazione alle loro piccole dimensioni, è preferibile che la voliera in cui vengono alloggiati sia almeno 14-15 mq, ed alta non meno di 2,00 - 3,00 metri dando la preferenza ad una forma rettangolare, cioè molto più lunga che non larga, tenendo comunque sempre presente che più spazio assegneremo ai nostri POLYPLECTRON, soprattutto in considerazione del carattere particolarmente aggressivo dei maschi, migliore sarà la loro esistenza ed il comportamento molto più naturale ed equilibrato, favorendo nel contempo anche la riproduzione. Possibilmente ricca di vegetali e ben arredata con grosse rocce, ceppi di varie altezze, tronchi contorti e/o cavi e rami ben modellati, o più semplicemente posizionando al suo interno una serie di nascondigli sia artificiali che naturali costituiti da cassette nido, pannelli di varia forma e materiale, fascine di legna, di stocchi di mais, saggina, erica, frasche preferibimente di conifere che oltre ad ingentilire un poco l'ambiente, durano anche molto più a lungo rispetto a quelle di altre piante. Un altro errore che solitamente si commette nei riguardi di questo genere di fagiani, è quello di considerli soprattutto specie di pianura, amano invecece anche le pareti ripide e dunque il verticale, quindi nella loro voliera, che oltre ad essere di adeguata altezza, sarà opportuno posizionare qualche piattaforma o strutture similari. Provenendo dalle zone tropicali non tollerano, soprattutto durante il loro primo inverno, le basse temperature, quindi necessitano di un rifugio preferibilmente coibentato, che oltre a poterli ospitare comodamente e nel contempo difendere dalla luce troppo intensa, li protegga anche dal gelo delle interminabili giornate invernali, così come durante i lunghi periodi di maltempo particolarmente umidi e uggiosi, o più semplicemente quando sentono il bisogno di isolarsi in cerca di tranquillità, con al suo interno almeno un posatoio.Inoltre nelle regioni più fredde dovrà prevedere la possibilità di essere anche minimamente riscaldato, ed in tutti i casi garantire una temperatura interna di almeno 6-8 gradi, nonostante CHINQUIS e ROTHSCHILD che sono un poco più rustici possano “accontentarsi” di temperature inferiori, ma che comunque non vadano sotto lo zero. Indipendentemente da quanto sopra descritto, nonché dalle preferenze e/o disponibilità dell'allevatore, per fagiani così minuti e particolari le sistemazioni migliori rimangono quelle fornite da voliere/serra o costruzioni similari con temperatura controllata e costante sui 20-22 gradi.Queste strutture possono a loro volta essere suddivise in piccoli box da 3 x 3 o 3 x 2 mq, con un altezza di almeno 2 metri, senza che gli animali ne abbiano a soffrire. ( Approfondimenti in: PARTE GENERALE - Voliere per adulti - Gestione della voliera - Tipi di rifugio )