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Lophura diardi

Lophura diardi..... da - www.birdnet.cn Autore Lancet zsy

LUOGO DI ORIGINE

STATO DI CONSERVAZIONE IN NATURA

ESTINTO     |    |   |   |   |   |   |   |   |   |   |   |   |   |   |   |   |   |   |   |   |   |    NON A RISCHIO

                                                                                                                                                                                                                                                                                                                   GENERE LOPHURA  ( FLEMING,  1822 )                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                        LOPHURA DIARDI  ( BONAPARTE,  1866 )

FAGIANO PRELATO o SIAMESE

 

ORDINE..................GALLIFORMES.

FAMIGLIA...............PHASIANIDAE.

GENERE.................LOPHURA.

SPECIE...................DIARDI.

 

Il nome scientifico commemora il  naturalista  francese Pierre Menard Diard, mentre  il termine                                                                                                                                    ”prelato” gli venne rispettosamente attribuito in onore agli alti dignitari ecclesiastici.

 

ITALIANO = Fagiano prelato o siamese | INGLESE = Siamese fireback | FRANCESE = Faisan                                                                                                                                  prelat | SPAGNOLO = Faisan prelado | TEDESCO = Pralatfasan.

 

SPECIE: Monotipo < LOPHURA DIARDI >  ( NO-CITES )

 

SOTTOSPECIE: Nessuna sottospecie sino ad oggi classificata.

 

LUOGHI DI ORIGINE: Questa specie occupa vasti territori in tutto il sud indocinese comprendendo Thailandia, Laos, Cambogia e Vietnam. In Thailandia il L. DIARDI, oltre ad essere l'uccello nazionale, è molto ricercacato come fagiano ornamentale, mentre nel resto della penisola indocinese viene spesso mantenuto alla stregua di un pollo domestico.

 

HABITAT NATURALE e COMPORTAMENTO: A differenza di altri consimili che vivono abitualmente in ambienti paludosi,con vegetazione estremamente fitta molto simile al “primordiale”, i L. DIARDI prediligono foreste asciutte di sempreverdi e semi-sempreverdi, aree con crescita secondaria, boschetti di bambù e arbusti delimitanti strade e sentieri sui quali amano particolarmente indugiare, che si trovano in territori collinari e generalmente sotto  i 500 m d'altitudine. Tuttavia si adattano anche ad ambienti profondamente degradati dall'attività umana che a queste latitudini è spesso del tutto incontrollata, e/o incontrollabile. Stanziando in regioni dove le condizioni climatico ambientali sono particolarmente favorevoli, risultano pressoché stanziali, muovendosi all'interno di vaste aree in gruppetti solitamente composti da 4-7 individui appartenenti molto probabilmente a piccoli nuclei famigliari, coi diversi componenti che durante le fasi del corteggiamento fungono, per così dire, da spettatori interessati a quanto sta accadendo intorno a loro. Ciò nonostante osservazioni recenti indicano che queste “bande”   possono anche presentarsi con una diversa conformazione sociale:

 

Maschi singoli............................ Osservazioni frequenti.

Maschi e femmine..................... Osservazioni meno frequenti, con i maschi che solitamente sono più numerosi delle femmine.

Coppie....................................... Osservabili soprattutto durante la stagione riproduttiva che a seconda delle regioni in cui vivono si verifica tra marzo ed agosto.

Gruppetti di soli maschi............. Osservazioni relativamente frequenti.

Gruppetti di sole femmine......... Osservazioni occasionali.

 

Mentre le femmine solitarie o riunite in piccoli branchi sono osservabili solo in determinati periodi, i gruppetti di maschi possono essere visti nel corso di tutto l'anno. Il gruppo costituito da coppie è comunque capeggiato da un maschio particolarmente prestante, che sbattendo rumorosamente le ali proclama la sua dominanza sugli altri maschi accoppiati, che pur rimanendo in tacito sub-ordine, sono pronti a difendere le proprie compagne in caso fosse necessario. A questi gruppetti possono aggregarsi anche maschi immaturi e adulti non in grado di riprodursi.

In alcune zone i loro territori si sovrappongono a quelli dei L. NYCTHEMERA e G. BANKIWA, ed è tutt'altro che difficile osservare l'uno o l'altro razzolare assieme ai L. DIARDI. Maschi di quest'ultimi sono stati visti all'interno di gruppetti di L. NYCTHEMERA, e pare che possano incrociarsi in quanto i sistemi di accoppiamento di entrambe le specie durante la stagione riproduttiva sembrano favorire la formazione di gruppi misti, però sino ad oggi non sono stati rinvenuti ibridi che confermino questa ipotesi. Solitamente i SIAMESI tollerano i G. BANKIWA, e spesso si possono vedere nella stessa area, rimanendo però separati, tuttavia i BANKIWA non impegnati nella riproduzione si uniscono spesso ai L. DIARDI durante la ricerca del cibo, senza che vengano a crearsi conflitti di sorta. Di norma però i maschi di PRELATO evitano in tutti i modi i GALLI, né tanto meno cercano di sfidarli. I SIAMESI divengono particolarmente territoriali durante il periodo riproduttivo, con i maschi dominanti che difendono strenuamente le aree prescelte, spesso aiutati da soggetti subalterni. Lo sbattere potentemente le ali, contrariamente a quanto si possa credere, non è da ritenersi in stretta relazione all'insieme delle fasi del corteggiamento, né direttamente alle femmine, infatti in gruppi costituiti da soli maschi si è osservato che le ali vengono sbattute con maggiore frequenza e potenza rispetto a quelli facenti parte di nuclei misti. I maschi dominanti le sbattono più spesso rispetto ai sub-ordinati quando si trovano in presenza di una femmina, comportamento che può essere correlato a territorialità, atteggiamento minaccioso e/o difesa, o più semplicemente di gerarchia sociale. La preponderanza di maschi in gruppi misti porta ad escludere la poligamia, e osservazioni fatte in natura mostrano indiscutibilmente che durante la stagione riproduttiva vengono avvistate più coppie rispetto ad altri periodi, e questo indirizza fortemente verso la monogamia della specie. Tuttavia è possibile che un maschio particolarmente vigoroso possa accoppiarsi con due o più femmine in successione ( poligamia sequenziale o alternata, che riguarda quei maschi che senza costituire un harem, si accoppiano con tutte le femmine disponibili ), o essere l'autore della maggior parte degli accoppiamenti che si verificano all'interno di un gruppo misto, non a caso alcuni maschi dominanti mostrano una forte inclinazione a “monopolizzare” tutte le femmine presenti. La stagione riproduttiva solitamente si protrae da marzo a luglio/agosto, ed in questo periodo i maschi diventano estremamente territoriali, lanciano i loro richiami simili a fischi, sbattendo nel contempo ripetutamente e violentemente le ali, ribadendo ai rivali la loro piena sovranità sui luoghi prescelti. Come tutti i fagiani che vivono a queste latitudini praticano una sorta di corteggiamento che comunque risulta essere breve e poco elaborato,  tanto da potersi definire quasi sbrigativo. Il nido mimetizzato in un luogo reputato sicuro, consiste in una buca poco profonda trovata, o approntata dalla stessa femmina, e grossolanamente rifinito con materiali asciutti e mor-bidi trovati nelle immediate vicinanze. Occasionalmente possono essere sfruttati nidi abbandonati da altri grossi uccelli posti sia a terra, che ad altezze non superiori a 100-150 cm. Di norma vengono deposte 4-8 uova incubate dalla sola fagiana per 24-25 giorni, mentre il maschio se ne sta nelle vicinanze a fare la guardia, ma dopo la schiusa si riunisce alla famigliola partecipando con fervore nell'allevamento dei piccoli, difendendo prole e compagna contro qualsiasi pericolo, spesso a costo della propria vita.

 

STATO DI CONSERVAZIONE IN NATURA: E' considerato abbastanza comune, e grazie all'adattabilità che contraddistingue la specie sembra soffrire meno dei suoi consimili per il crescente degrado dell'habitat, l'incontrollata pressione venatoria, ed i numerosi nemici naturali.

 

CARATTERISTICHE PRINCIPALI e DIMORFISO SESSUALE: In entrambi i sessi la colorazione adulta viene completata entro il primo anno di vita, mentre la coda continua a crescere sino al secondo, quando soprattutto i maschi raggiungono la piena maturità.

Il dimorfismo è accentuato dai colori sobri ma estremamente eleganti del MASCHIO; capo sulla cui sommità si erige un pennacchio composto da penne nero-viola; porzioni di pelle nuda in un intenso rosso-scarlatto che ricoprono gran parte della testa, collo, petto e parti superiori del corpo screziati  molto finemente di grigio. Parte centrale del dorso impreziosita da un ampia macchia composta da piume di colore giallo vivo; groppa blu metallico e fianchi marrone; coda lunga e ricurva con tonalità cangianti in nero, blu e verde. Le ali si presentano grigie con striature bianche e nere, mentre il ventre e le rimanenti parti inferiori del corpo risultano nere con riflessi blu metallico, becco giallo-verdognolo, zampe rossicce con tarsi dotati di lunghi ed acuminati speroni.

La FEMMINA pur essendo meno vistosa del maschio non manca di alcune caratteristiche distintive che la rendono più interessante rispetto alla maggior parte delle consimili. La sommità del capo è caratterizzata da una piccolissima cresta ispica; le zone di pelle nuda attorno agli anelli oculari pur non essendo ampie come nel maschio si presentano comunque in un bel rosso brillante, testa, mento, gola e collo di colore grigio-marrone lucido,  parte superiore del dorso, ali e cada marroni con picchettature nere e bianche, becco grigio scuro, zampe rossicce con tarsi sprovvisti, o comunque solo minimamente accennati speroni.

 

VALORI FISICI:

MASCHIO: Lunghezza totale 75 - 85 cm.......lunghezza della coda 30 - 40 cm.......peso 0, 9 - 1, 2 kg.

FEMMINA: Lunghezza totale  55– 65 cm.......lunghezza della coda 20 - 30 cm.......peso 0, 6 - 0, 9 kg. 

 

STATO DI CONSERVAZIONE IN CATTIVITA': Attualmente la specie è molto comune e ben rappresentata negli allevamenti di tutto il mondo. In Europa furono “fisicamente” conosciuti solo quando nel 1862 l'allora Re del Siam, ne mandò una coppia ( impagliata ) al Museo di Parigi. Qualche anno più tardi, e precisamente nel 1866, furono importati in Francia alcuni soggetti vivi dai quali si iniziò l'allevamento in cattività, ma è solo negli anni 60 del secolo scorso che la specie arriva ad essere ampiamente conosciuta negli ambienti avicoli.

 

CARATTERE ed ADATTAMENTO ALLA CATTIVITA': Mentre in natura si dimostrano schivi e diffidenti, tanto da rendere estremamente difficili le osservazioni, in cattività perdono gran parte dell'innata timidezza divenendo docili e fiduciosi. Per la loro coinvolgente bellezza sono eccellenti uccelli da voliera, tuttavia non è  specie da raccomandare ai principianti a causa della sensibilità al freddo, la delicatezza dei piccoli, la tarda età in cui raggiungono la maturità sessuale, nonché il pessimo carattere dei maschi che soprattutto, ma non solo, durante il periodo riproduttivo diventano particolarmente territoriali e sono soliti mostrare una notevole aggressività, nei confronti delle compagne inseguendole e perseguitandole con continue richieste amorose e beccate che provocano loro profonde ferite ed anche la morte se non si interviene prontamente. L'aggressività dei maschi che solitamente si esprime con forme intimidatorie e/o vie di fatto, si può manifestare non solo verso le femmine ma anche nei confronti di altri animali ed esseri umani, allevatore compreso, che una volta invaso il loro spazio deve fare molta attenzione ad unghie e speroni. Fortunatamente non tutti i maschi sono così nervosi, e solitamente dimostrano un carattere migliore, rispetto a quello di molti congeneri, essendo più gentili, vivaci, e timidi nel contempo. Amano stare all'esterno camminando su e giù per la voliera facendosi ammirare, oppure osservando tutto quello che succede intorno a loro standosene appollaiati in alto, in modo che la visuale sia ancora più ampia,  soddisfacendo l'innata curiosità. Nonostante provengano da zone tropicali, trascorso il loro primo inverno, pur permanendo una certa intolleranza, diventano più resistenti nei confronti dei rigori invernali, ciò non toglie che possano arrivare al congelamento delle dita in caso di temperature rigide, e se proprio non si può, o non si vuole riscaldare in nessun modo il rifugio, è consigliabile togliere almeno i posatoi e sistemare al suo interno una o più balle di paglia precedentemente disinfettate, in modo che possano appollaiarvisi sopra. Inoltre risultano altrettanto sensibili all'umidità ( piedi bagnati ) causata da ristagni d'acqua e/o fango dovuti ad un fondo della voliera non adeguato o drenante.

( Approfondimenti in: PARTE GENERALE - Come gestire l'aggressività dei maschi )

 

ETA' RIPRODUTTIVA: Le femmine depongono quasi sempre nel corso del terzo anno di vita, mentre i maschi sembrano tutti pressoché fecondi già nel secondo.

 

TIPO DI ACCOPPIAMENTO: Solitamente viene mantenuto in regime di monogamia, ma nulla vieta di provare ad intraprendere altri metodi, considerato che le femmine di questa specie solitamente si tollerano vicendevolmente piuttosto bene. Tenendo tuttavia presente che la poligamia, nel caso di specie non prettamente tali, non fa altro che aumentare la percentuale di consanguineità.

 

PERIODO RIPRODUTTIVO: Il periodo riproduttivo si configura in un lasso di tempo che va da metà aprile a metà luglio, ma si può protrarre sino ad agosto inoltrato quando le uova vengono regolarmente levate e destinate ad altro tipo di incubazione. In genere i maschi iniziano presto, e già a febbraio mostrano i primi segni di vigore sessuale mentre le femmine di norma non sono ancora pronte ad accoppiarsi. Questo è sicuramente uno dei periodi più delicati, durante il quale è necessario monitorare la coppia con particolare attenzione dato che i maschi sentendosi continuamente rifiutati possono dimostrarsi particolarmente aggressivi nei confronti delle partner.

 

TIPO DI NIDO: Di norma le femmine sono dotate di un buon istinto materno ed essendo anche adattabili, sono solite utilizzare qualsiasi tipo di nido artificiale venga loro messo a disposizione, posti sia a terra che sollevati dal suolo. In mancanza di questi è molto probabile che depongano in buche poco profonde scavate in angoli tranquilli di voliera o rifugio. Può altresì succedere che talune femmine prima di utilizzare i nidi appositamente preparati o di approntarseli, così come perché non predisposte alla cova, depongano le uova in giro per tutta la voliera.   ( Approfondimenti in: PARTE GENERALE - Tipi di nido )

 

UOVA DEPOSTE STAGIONALMENTE: Se lasciate alla cova della stessa fagiana la deposizione consiste solitamente in 4-8 uova di colore bianco avorio deposte a giorni alterni, che possono aumentare sino a 25-30 ed eccezionalmente anche 35-40 se regolarmente raccolte, per destinarle ad altro tipo di incubazione.                                                                                                                                             

PERIODO DI INCUBAZIONE e SCHIUSA: La cova delle uova si protrae per circa 24-25 giorni ed anche in cattività è un incombenza delle sole femmine che solitamente dimostrano di essere sia buone covatrici che attente madri, accudendo la loro progenie con dedizione e amore. Nel frattempo il maschio può rimanere con la compagna, eccetto il caso in cui la disturbi mentre è intenta a covare o successivamente si dimostri aggressivo nei confronti dei piccoli, cosa per altro abbastanza improbabile. Tuttavia sia con l'incubazione artificiale < temperatura pari a 37,7 - 37,8 gradi, con circa il 55-60% di umidità >, che utilizzando gallinelle e/o fagiane di altre specie, si possono ottenere eccellenti risultati. Queste ultime due varianti sono da preferirsi alla cova naturale, contrariamente a quanto solitamente consigliato, nel caso in cui l'allevamento si trovi in regioni fredde e  particolarmente piovose, o la struttura della voliera non consenta di mantenere entro limiti accettabili di sicurezza la nidiata. I piccoli durante i primi giorni di vita risultano particolarmente sensibili e delicati, stentando solitamente anche ad alimentarsi autonomamente, tanto da dover essere stimolati a farlo con qualche tarma della farina ridotta a pezzettini, ”infarinata” nel mangime, e con una pinzettina posta davanti al loro becco, oppure associandoli a piccoli di specie notoriamente più vispi ed intraprendenti come GALLUS, DORATI, LADY, CROSSOPTILON ecc, che con la loro iperattività, e continuo becchettare li stimolano a muoversi e ad emularli. Soprattutto durante i primi giorni di vita devono essere mantenuti in condizioni igenico-sanitarie praticamente perfette, evitando in tutti i modi che possano essere esposti a correnti d'aria fredda o all'umidità, alle quali risultano particolarmente sensibili. Pur essendo meglio dividerli prima, o separare i sessi appena si rendono riconoscibili, in caso di necessità i giovani possono rimanere con la madre, o entrambi i genitori, sino alla primavera successiva a quella della loro nascita, dopo di ché devono essere trasferiti.

( Approfondimenti in: PARTE GENERALE - Incubazione e schiusa ) 

 

ALIMENTAZIONE PER PULCINI e FAGIANOTTI: Non presenta nessuna difficoltà potendosi attuare attraverso normali composti commerciali ( mangimi bilanciati ) da somministrare a seconda dei tipi, ed in relazione ai periodi di vita. Con aggiunta di proteine, cereali, erbe, verdure e frutta, oltre a, integratori alimentari e vitamine quando e se ritenuti necessari. A 3-4 mesi di vita è altresì possibile cambiare il tipo di dieta in uso portandola inizialmente ad essere mista, cioè composta da mangime e granaglie spaccate o mix per piccioni, e successivamente, ammesso che ci si voglia orientare verso questo tipo di alimentazione, costituita esclusivamente da cereali spaccati e/o interi o dal mix per piccioni, che in tutti i casi devono essere adeguatamente integrate da proteine per sopperire al notevole fabbisogno di cui necessitano.Per questa specie è indicato l'uso di mangime pre-starter da somministrare per circa una settimana dopo la nascita.

( Approfondimenti in: PARTE GENERALE - Alimenti e alimentazione )

 

ALIMENTAZIONE PER ADULTI e RIPRODUTTORI: A circa 5-6 mesi di vita si inizia a fornire quello che sarà l'alimento principale per la maggior parte dell'anno, che soprattutto per praticità è solitamente costituito da un buon mangime granulare o pellet da mantenimento o riposo per fagiani, ammesso che non si intenda mantenere in uso il mangime terzo periodo, o un tipo equivalente, integrato da una manciata di granaglie spezzate e/o intere, del solo grano oppure un mix per piccioni. Come dianzi esposto è altresì possibile una dieta sia  mista che costituita esclusivamente da cereali o mix per piccioni. Con l'approssimarsi, e durante il periodo riproduttivo è preferibile sostituire il mangime da mantenimento con un tipo specifico per ovaiole di fagiano. Qualsiasi sia il tipo di alimentazione adottato, dovrà essere con tutta probabilità integrato da prodotti di origine animale, dato che i L. DIARDI in età adulta necessitano di un apporto proteico inferiore forse solo al L. BULWERI. In tutti gli stadi della vita, periodi dell'anno e/o tipi di alimentazione una buona integrazione a base di erbe, verdure e frutta a pezzetti, è necessaria al loro benessere psico-fisico.   ( Approfondimenti in: PARTE GENERALE - Alimenti e alimentazione - Progetti e attrezzature )

 

PULCINAIA e PARCHETTI PER SVEZZAMENTO: Approfondimenti in: PARTE GENERALE - Pulcinaia e parchetti per svezzamento.

 

VOLIERA PER ADULTI: Quando si tratta di specie ben adattate alla cattività non esistono regole particolari riguardanti le misure della voliera, all'infuori di quelle dettate dal buon senso, e quando la coppia convive senza troppi problemi, cosa che purtroppo non sempre accade, possono accontentarsi di strutture relativamente piccole. Ciò nonostante è preferibile che la voliera in cui vengono alloggiati sia almeno di 16-18 mq, e alta non meno di  2, 00-3, 00 metri, ovviamente tenendo presente che più spazio assegneremo ai nostri PRELATO, migliore sarà la loro esistenza, ed il comportamento molto più naturale ed equilibrato, favorendo anche la riproduzione. Non tollerano, o comunque sopportano male soprattutto durante il loro primo inverno le basse temperature, per questo è necessario annettere alla voliera un rifugio, preferibilmente coibentato, che nelle regioni più fredde deve prevedere anche la possibilità di essere minimamente riscaldato, potendo garantire una temperatura interna di almeno 5-6 gradi, nonché comodamente ospitare e nel contempo difendere da freddo, pioggia e vento, così come durante i lunghi periodi di maltempo particolarmente umidi e uggiosi, o più semplicemente quando sentono il bisogno di isolarsi in cerca di tranquillità. Con al suo interno almeno un posatoio, sopra il quale indugeranno a lungo durante le afose giornate estive.

( Approfondimenti in: PARTE GENERALE - Voliere per adulti - Gestione della voliera - Tipi di rifugio )

Lophura diardi femmina...da -  Benson Brighton‎  - Vietbird Team Offline

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