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- malattie piu' comuni -

                                                                                                                                                                                                                                                                                  MALATTIE più COMUNI dei GALLIFORMI ed in particolare del FAGIANO:

 

Uno dei principali compiti dell'allevatore è quello di riuscire, spesso grazie anche all'esperienza acquisita, a diagnosticare la maggior parte delle malattie che possono colpire più o meno gravemente i fagiani. Ciò non toglie che non bisogna mai fidarsi troppo delle proprie capacità, e comunque sfruttare la propria esperienza soprattutto per prevenire il più possibile il diffondersi di patologie, o perlomeno riscontrarle quando sono ancora sul nascere. L'argomento viene già ampiamente trattato da una vastissima bibliografia in grado, se pur solo a livello teorico, di soddisfare le esigenze sia dei profani, quanto dei più esperti avicoltori. Quindi in questa sede tratterò la questione in maniera sommaria, e perlopiù riferita alla problematiche dei fagiani. 

 

VACCINAZIONI:

Le vaccinazioni, utilizzate soprattutto nei riguardi di piccoli e giovani nei quali la presenza di anticorpi oltre ad essere limitata nel tempo è anche inferiore rispetto agli adulti, consistono nella somministrazione di prodotto specifico a determinare la formazione delle strutture necessarie ( anticorpi ) alla difesa contro varie patologie che possono colpirli.

 

I vaccini per i piccoli più diffusi sono quelli “vivi”, e se somministrati correttamente producono l'immunità necessaria nel giro di due o tre giorni.

–  Nell'acqua da bere: somministrato alla mattina in piccoli beverini ( solitamente da mezzo litro ) dopo aver lasciato gli animali senza acqua per il tempo necessario in modo che sia bevuta tutta il poco tempo e non di venti inefficace a causa del calore sprigionata da lampade o cappe calde.

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–  Oculo nasale: efficace dal punto di vista della somministrazione, tuttavia oltre alla oggettiva difficoltà di  metterla il pratica con grandi numeri di animali, comporta per loro un notevole stress dovuto alla inevitabile cattura e manualità.

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–  Vaporizzazione o nebulizzazione: somministrazione pratica nonché rapida, che procura pochissimo disturbo agli animali. Può tuttavia presentare il problema del non sapere se tutti gli animali abbiano assunto la giusta quantità di vaccino.

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PATOLOGIE PIU' FREQUENTI NEI GALLIFORMI ed in particolare nel FAGIANO:

Virus – batteri –  micosi – parassiti – disturbi da carenze alimentari, sono le patologie riscontrabili più frequentemente.

Le infezioni da virus sono senza dubbio le più ostiche da curare, quindi le migliori difese rimangono la prevenzione e la disinfezione, oltre a mantenere gli animali nelle migliori condizioni igenicosanitarie possibili.

Pseudopeste: pur avendo un evoluzione rapida , può presentarsi in forma più o meno acuta, attacca gli organi respiratori manifestandosi con becco aperto, respiro affannoso, tosse e rantoli nella forma più acuta, con ingombro di muco nella trachea, il soggetto colpito non si alimenta ma continua a bere tendendo nel contempo a isolarsi in qualche angolo. Nei GALLUS le patologia può anche provocare la colorazione bluastra di creste e bargigli. 

Laringo tracheite: veniva, e forse viene ancora, confusa con la patologia precedente , esprimendosi con problemi respiratori più o meno acuti, tosse, rantoli e scolo nasale.

Difterovaiolo: si manifesta più facilmente all'inizio della stagione fredda ed in primavera suddividendosi in:

forma difterica caratterizzata da placche, che se tolte rilasciano un liquido biancastro su palpebre, fori nasali, parti molli del becco, mucosa boccale e faringea che causano difficoltà di respirazione e ingestione, con i soggetti colpiti che, apatici e sonnolenti tendono ad isolarsi. E la forma vaiolosa si distingue per la presenza di noduli distribuiti più o meno su tutto il corpo.

Bronchite infettiva: si manifesta con problemi respiratori e renali gravi, accompagnati da tosse, rantoli, sternuti e lacrimazione abbondante.

Malattia di Merek: è più facilmente riscontrabile nei soggetti di 40-45 giorni di vita in poi, manifestandosi soprattutto, o perlomeno così pare, nelle specie che allo stato selvatico hanno un alimentazione altamente proteica, provocando la paralisi di zampe ed ali, nonché formazioni tumorali giallognole su diversi organi.

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Le infezioni batteriche vengono causate da microorganismi che all'osservazione appaiono più grandi dei virus.

Coccidiosi: può presentarsi in forma sia acuta che cronica, con il contagio da parte degli “oocisti” che avviene soprattutto attraverso il razzolamento e/o lo scavo oppure ambienti infetti. Si manifesta con abbondanti perdite diarrotiche, e feci prima biancastre poi rossastre a causa del sanguinamento dovuto ad estese emorragie intestinali. 

Pullorosi o salmonella: soprattutto durante il primo mese di vita rappresenta uno dei maggiori pericoli in avicoltura, potendo anche essere confusa con la precedente dagli allevatori meno esperti. I piccoli colpiti presentano il ventre gonfio e se ne stanno pressoché fermi, insonnoliti e arruffati, pervasi da un evidente debolezza; non si alimentano pur continuando a bere, venendo nel contempo scossi da tremori accompagnati da diarrea bluastra, con le feci che tendono a raggrumarsi intorno all'ano.

Colera: si tratta di una grave forma infettiva che si propaga soprattutto durante il periodo autunno-invernale. I soggetti contagiati si presentano prostrati e sonnolenti, non si alimentano pur non smettendo di bere, con secrezione purulenta caratterizzata da abbondante presenza di sangue che fuoriesce sia dai fori nasali quanto dal becco, mentre le feci diarroiche possono evidenziare la presenza di sangue.

Tifo: infezione altamente contagiosa e facilmente confondibile con la precedente soprattutto per i meno esperti.

I soggetti colpiti presentano lesioni ulcerose estese lungo tutto il canale digerente, debolezza generale, sonnolenza, respiro affannoso, rantoli e feci perlopiù giallo verdastre.

Enterite: pur potendo colpire soggetti di tutte le età, è causa di morte pressoché solo tra i soggetti giovani che una volta infettati pigolano continuamente presentandosi apatici e sonnolenti, inoltre non mangiano ne bevono emettendo forti scariche diarroiche al pari di altre schiumose giallo-verdastre.

Enterite emorragica: presenta pressoché gli stessi sintomi della precedenza con la differenza che le feci si presentano fortemente intrise di sangue.

Istomuniasi: all'osservazione i soggetti colpiti presentano estesi danni lungo tutto l'intestino cieco ed il fegato, con feci spesso sanguinolente.

Corizza: infezione dovuta in gran parte a condizioni igienico-sanitarie non adeguate associate a freddo ed umidità, che si manifesta in una forma più o meno grave di bronchite che provoca forte prostrazione e rapido dimagramento, oltre a febbre, respiro affannoso, sternuti, scolo oculo-nasale vischioso e purulento.

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Le forme più comuni di micosi, cioè aspergillosi, candidosi e spirochetosi, possono essere prevenute o tenute comunque facilmente sotto controllo, evitando il sovraffollamento e mantenendo gli animali in condizioni igienico sanitarie adeguate, con lettiere asciutte, alimentazione adeguata e liberi da parassiti.

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Oltre alle patologie sopra descritte ve ne sono altre dovute a parassiti come vermi, acari, pidocchi e zecche.

Verminosi: il più delle volte contratti attraverso il razzolamento del terreno e l'ingestione di larve e/o insetti, soprattutto lombrichi, contaminati che possono causare enteriti ed anche la morte dei soggetti colpiti. Sintomi caratteristici sono il ritardo della crescita, rapido dimagramento, stato di prostrazione e feci il più delle volte diarroiche nelle quali è facilmente riscontrabile la presenza di uova e parassiti.

Syngamus tracheae ( verme rosso ): si tratta di una delle più comuni e contagiose patologie riscontrabili fra i fagiani e/o galliformi in genere, di tutte le età. Le uova del parassita vengono solitamente espettorate dagli animali, ed una volta raggiunto il terreno si sviluppano in larvette che infettano prima i lombrichi che una volta ingeriti dai fagiani trasmetto a quest'ultimi i vermetti che attraverso una breve migrazione raggiungono la trachea e vi si istallano ingrossandosi e moltiplicandosi ad occluderlo completamente facendo morire gli animali per soffocamento. Ad una prima osservazione appare appare come un piccolo vermetto rossastro dalla forma biforcuta somigliante ad una minuscola sanguisuga, in realtà è data dall'unione di femmina e maschio, con la prima che raggiunge 1 o 2 cm di lunghezza, mentre il secondo è molto più piccolo arrivando al massimo a 4 mm. L'infezione provoca tosse, rantoli, sbadigli e sternuti, nonché difficoltà respiratorie e profondo stato di prostrazione.

Pidocchi, acari e zecche: provocano irritazione della pelle, caduta di penne e piume, inducono chiocce ad abbandonare il nido oppure alla morte nel caso si ostinino a covare. Inoltre soprattutto gli endoparassiti possono trasmettere pericolose malattie, ed a questo proposto uno dei maggiori pericoli è rappresentato dalle zanzare.

Rogna dei volatili: è facilmente riscontrabile a causa di tarsi e dita che si presentano tumefatti con le squame dall'aspetto farinoso dovuto ad un acaro che produce gallerie sotto alla pelle delle parti in questione producendo gonfiore, distruzione dei tessuti interessati, ed intenso prurito.

Patologie da carenze alimentari, le cui forme più comuni comprendono la perosi e l'encefalomacia. Pur non essendone assolutamente certi, pare che la prima che si esprima con animali che presentano zampe deboli e/o storte, appoggiando quasi sempre a terra non solo il piede, ma tutta l'articolazione, possa dipendere sia dalla carenza di calcio, manganese, colina e vitamina B5 o acido pantotetico, che, come sostengono alcuni allevatori, da consanguineità. Mentre la seconda che riguarda una profonda deformazione del cervello che appare rammollito, si presume possa essere causata dalla mancanza di vitamina A – D – E.

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Dopo il susseguirsi di casi più o meno gravi la vaccinazione contro la pseudopeste aviaria è divenuta obbligatoria per legge e deve essere fatta dal 1° giorno di vita degli animali. Tuttavia sarebbe molto meno traumatico e sopportabile, e con minore perdita di piccoli, se la si potesse rimandare al 7°-8° giorno. Il vaccino viene solitamente somministrato in ragione di una goccia per occhio che tuttavia provoca forti bruciori ai poveri tapini, nonché qualche decesso nei pullus di un giorno. Come se non se ne perdessero già abbastanza per le più svariate cause.

Per gli adulti il pericolo è minore, nonostante subiscano un forte stress dovuto alla manualità ( Tenendoli in mano ) alla quale si è costretti a sottoporli. Sarebbe anche possibile somministrare il vaccino nell'acqua da bere ma dato che deve essere il più possibile preservato dal caldo e consumato entro due ore altrimenti perderebbe l'efficacia, il metodo è poco considerato nell'avicoltura amatoriale, mentre viene utilizzato nei grandi allevamenti con migliaia di capi, lasciando gli animali senza bere per alcune ore, o comunque finché ritenuto opportuno, e poi distribuito in piccoli beverini contenenti poca acqua, nel caso dei più piccoli, o negli abbeveratoi automatici collegati a piccole cisterne  per gli adulti, in modo che possa essere velocemente consumata assieme al vaccino.

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Quanto sotto riportato corrisponde ad uno schema profilattico solitamente seguito negli allevamenti di fagiani comuni:

–  Dal   1°  al   5°  giorno, trattamento anticoccidico, Savo diversa indicazione, o se già presente nel mangime in uso.                             

–  Dal   6°  al 10°  giorno, salvo diversa indicazione, somministrazione di un complesso polivitaminico,  

–  Dal 11°  al 15°  giorno, trattamento contro tiflo-epatite.

–  Dal 16°  al 19°  giorno, salvo diversa indicazione, somministrazione di un complesso polivitaminico.

–  Dal 20°  al 25°  giorno, vaccinazione contro tifo, colera ecc.

–  Dal 26°  al 30°  giorno, salvo diversa indicazione, somministrazione di un complesso polivitaminico. 

 

IMPORTANTE:

Dipendentemente dalla specie trattata e salvo diversa indicazione o necessità sanitaria, si deve procedere con almeno una o due sverminazioni all'anno. Nel caso occorresse intervenire più volte è preferibile cambiare il più possibile il prodotto utilizzato in modo da non creare assuefazione.

Nessun trattamento veterinario e/o di altra natura deve essere fatto durante il periodo riproduttivo, eccetto nei casi in cui si rendono necessari, se non si vuole compromettere sia la deposizione quanto la fecondità delle uova.

 

ALCUNI RIMEDI PER CORREGGERE LA DEFORMAZIONE DELLE ZAMPE ( Storpie, allargate ecc. ) POST SCHIUSA:

Il primo esempio ( Con cerotto ecc. ) riguarda soprattutto i casi di zampette allargate che non consentono al pulcino di rimanere fermo su di esse. Il soggetto/i deve essere isolato in un contenitore che  non gli permetta di muoversi e lasciato con la correzione per alcuni giorni, o perlomeno finché non constateremo la completa guarigione. Nel frattempo nel contenitore in cui alloggeremo il soggetto devono essere sistemati anche cibo e acqua che devono essere costantemente controllati, cosi come l'igiene e la pulizia del contenitore stesso. 

Il secondo esempio ( Con spugna ) riguarda soprattutto i casi di zampette/a storpie, per il resto tutto come sopradescritto. Ovvio che la spugnetta deve essere ridimensionata a seconda della taglia dei soggetti in questione. 

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