
- Phasianus colchicus nella storia e non solo -
Da: Pheasants: their Natural Hstory & Practical Management By W. B. Tegetmeier del 1904 - Illustrazioni di J. G. Millais - W.. Wood - F. W. Frohawk.
Elaborazione di gbp.bio - da sinistra in alto - Phasianus c. colchicus - Phasinaus alpherakyi - [ figura laterale con fagiano comune e ibrido colchicus x Syrmaticus reevesi ] - al centro a colori Phasianus c. mongolicus - in basso da sinistra Phasinaus versicolor - Phasianus c. torquatus.

- Le discipline della Sistematica e Tassonomia sono concetti considerabili corretti se considerati entro un’ottica temporale circoscritta, ma che divengono opinabili quando proiettati in un lasso di tempo indefinito essendo l’evoluzione un processo continuo del quale noi percepivano solo il lasso temporale concessoci dalla nostra esistenza. Meno del batter di ciglia. Quindi, la scelta di un criterio universalmente univoco mantenuto costante nel tempo inteso a collocare le specie in un sistema definito(classificazione) potrebbe non essere, anzi, non è corretto, dato che il modello evolutivo in continuo fermento, non si ferma nel tempo, pertanto, ciò che osserviamo riguarda solo una frazione di questo inarrestabile procedimento naturale che muta costantemente. Per cui, ciò che è stato osservato e descritto 200-100 anni fa, ora, potrebbe non corrispondere più, sia geograficamente che morfo-fenotipicamente, a quanto constatato in precedenza. collocazione in un sistema tassonomico
- Occorre ricordare, come già fatto in altre pagine di questo sito, che la maggior parte della letteratura, revisioni comprese, è soprattutto basata sui lavori di autori del passato, perlomeno fino all'ultima descrizione del Phasianus c. takatsukasae di Delacour nel 1927, cioè 97 anni fa, ma se consideriamo che l'inizio del periodo descrittivo reputabile come più "produttivo" è identificabile intorno al 1850, quindi circa 170 anni fa, possiamo facilmente comprendere che molte cose potrebbero essere, o sono, mutate. Cambiamenti climatici, espansione demografica (la Cina, ad esempio, sul cui territorio si trovano ben 19 sottospecie di Phasianus, nel 1930-40, contava circa 500 milioni di persone, 824 milioni nel 1970, 1.135 miliardi nel 1990 fino al 1 miliardo e 400 milioni attuali, anche se reputato in calo), mega opere ingegneristiche, disboscamenti, desertificazione, drastiche modifiche degli habitat ecc., hanno sicuramente costretto, e costringono tuttora, molte specie, e non solo riferite ai Phasianus, a migrazioni forzate con, tra l'altro, probabili sovrapposizioni delle gamme originali e mescolanza di caratteri, oppure ad evolversi in nuove forme e fenotipi. A tutto questo dobbiamo aggiungere il proliferare degli allevamenti, spesso intensivi, del Phasianus domesticus per la produzione di carne, uova e piume che, nonostante in Cina ne sia proibito (?) il rilascio in natura, inevitabilmente, e per motivi vari, riescono a fuggire, come confermano le molte immagini, e nel caso sopravvivano, cosa non difficile per uccelli resistenti ed adattabili al pari degli ibridi d'allevamento, inevitabilmente si incroceranno con le forme indigene contaminandole sino al totale "assorbimento" genetico.
Prima di iniziare la disamina, diamo un breve sguardo al passato:- Asia centrale - Turkestan russo da www.dzen.ru
Probabilmente una delle repubbliche più “fagianaie”, sia in termini di numero quanto in diversità, è l’Uzbekistan. Sul territorio della repubblica, comprese le zone di confine, vivono sei diverse sottospecie di fagiano comune, una delle quali, Semirechensky (Phasianus c. mongolicus), è stata introdotta in epoca sovietica dal vivaio Tokmak in Kirghizistan. La posizione geografica unica del territorio uzbekistano ha favorito tale diversità di questi uccelli soprattutto nell'interfluenza dei più grandi fiumi dell'Asia centrale Syr Darya e Amu Darya. Secondo la tassonomia moderna, all'interno della specie “fagiano comune” (Phasianus colchicus), sono state descritte 30 diverse sottospecie, 18 delle quali (più della metà) da zoologi e esploratori/ornitologi russi. Approfondendo la storia dello sviluppo della regione del Turkestan, inizi involontariamente ad essere pervasi da un profondo rispetto per gli scienziati che, letteralmente a costo di molte difficoltà, e talvolta della propria vita, ottennero materiali completamente nuovi per collezioni e descrizioni di nuove specie e sottospecie di vari generi. Esploratori e zoologi russi come N. M. Przewalski, P. K. Kozlov, N.A. Zarudny, S.A. Buturlin, N. A. Severtsov, M. N. Bogdanov, V. L. Bianchi, S. N. Alferaki, M. A. Menzbier, per fare qualche esempio hanno dato un enorme contributo scientifico allo studio, alla descrizione e alla moderna tassonomia dei veri fagiani.
Circa 150-200 anni fa, quando iniziò lo sviluppo dei territori dell’Asia centrale, l’approvvigionamento di fagiani veniva effettuato in molte parti della regione del Turkestan. Nel distretto di Perovsky (Kyzyl Orda sul fiume Syrdarya), ad esempio un cacciatore poteva sperare in un carniere di 200-250 fagiani al giorno. Nel mese di gennaio vennero catturati circa 10 mila fagiani (considerata la località del Kazakistan indicata, doveva trattarsi di Phasinaus turcestanicus), inviati su una carovana di cammelli ad una fiera a Nizhny Novgorod (Russia), dove furono venduti ai mercanti, le carcasse separatamente per un rublo ognuna, mentre le penne della coda, utilizzate per decorare i cappelli femminili, ai commercianti polacchi per 1,5 rubli.
Le prime descrizioni dei fagiani che vivevano in queste regioni (Turkestan) furono stilate dai partecipanti alle spedizioni transcaspiane, descritte dettagliatamente negli articoli di N.A. Zarudny. Essendo un insegnante di scienze al liceo di Orenburg, acquistò al mercato diversi esemplari di fagiani. In uno dei suoi articoli scrisse: “..Dal 1879 al 1891, fino a 2.000 fagiani venivano trasportati ogni anno attraversando Orenburg dai mercanti Khiva. Dalle mie domande si è scoperto che furono catturati vicino a Kungrad, Fort Petro-Alexandrovsk (ora la città di Turtkul) e Kunya-Urgench. Quind, gli esemplari acquistati a Oremburd e che provengono da quelle località i dovrebbero appartenere alla forma tipica di Phasinaus chrysomelas..". L'autore sottolinea inoltre che questa sottospecie fu ottenuta per la prima volta da Modest Nikolaevich Bogdanov nel 1873, ma il materiale andò perduto (bruciato in un incendio) insieme ad altre collezioni, e fu successivamente descritto sulla base dei esemplari ottenuti nel 1874 da Nikolai Alekseevich Severtsov.
I fatti sopra descritti, così come molti altri argomentati nella letteratura, indicano che questo genere fino ad un centinaio di anni fa era particolarmente numerosa. Purtroppo, l'essere umano in tutte le sue multiformi facce che corrispondono ad altrettante "varianti" spazianti in diversi campi dell'imprenditoria e sport, in meno di un secolo ha ridotto il genere, o comunque la maggior parte delle sottospecie, sull'orlo dell'estinzione. Ciò è riferibile a tutta la distribuzione dei Phasianus, per cui dal Caucaso alla Cina orientale e Taiwan. Ancora prima, i romani avevano letteralmente "svotato" le rive del Phasi, in Cina si racconta che nelle aree orientali, e non solo queste, venivano cacciati miglia di fagiani per servire i mercati locali ecc., ecc. Come se già questo non bastasse, in Europa e USA ebbero la brillante idea, per meri scopi commerciali, di ibridare le poche sottospecie pure presenti decretandone la fine. Tutto questo, e altro ancora, in meno di 50 anni, se teniamo conto dei primi ibridi e successiva espansione degli stessi. Siamo dei fenomeni, non c'è che dire, in negativo, ma pur sempre fenomeni che vivono per distruggere.
La disamina sotto esposta è principalmente, quindi non solo, tratta da: The natural history of British game birds 1909 di Millais, John Guille -||- The Birds of Asia (in seven volumes - 1850-1883) VOL. VI - 1883 di John Gould F.R.S -||- Pheasant:-- Their Natural Hstory & Practical Management 1922 di W. B. TEGETMEIER -||- Pheasants:- In Covert and Aviary di Frank Townend Barton 1912 -||- Naturgeschichte der Vögel Mitteleuropas 1897 di Naumann, Johann Andreas -||- “The ornitology of Shakespere” (proprio il celebre drammaturgo e poeta. Tutti lo conoscono, ma ben pochi sanno che fosse anche un appassionato ornitologo) = L'ornitologia di Shakespere esaminata criticamente, spiegata e illustrata da James Edmund Harting, FLS, FZS. Membro della British Ornitologists' Union, Autore di "The Birds of Middlesex" ecc., ecc. Il citato autore nel corso di qualche decennio raccolse gran parte, se non tutte, delle pubblicazioni e note ornitologiche di Shakespere e nel 1866 le pubblicò in un sorprendente libro il cui contenuto tratta i molti generi e specie che si trovavano nella Gran Bretagna. Tra l'altro, alcune delle sue note, ed in particolare quelle storiche, sono state riprese dalla maggior parte degli autori. L'ordine col quale sono stati elencati è puramente casuale. Oltre a info, commenti e considerazioni personali.
Attenzione ! Tutte le info storiche contenute in questa disamina, nonostante dal testo possano sembrare riferite ai giorni nostri (2025), non vanno oltre il 1922.
Il fagiano nella storia e non solo: - Alcuni brevi passaggi.
La distribuzione di questo genere si estende dalla Cina ai Balcani, il fagiano comune (Phasianus c. clchicus) è stato introdotto in quasi tutta l’Europa occidentale, negli Stati Uniti (comprese le Hawaii), in Canada, Australia, Nuova Zelanda e altri luoghi con immissioni avvenute in tempi storici non ben precisati, ed in particolare per quel che riguarda all'Europa, in Gran Bretagna venne naturalizzato, cioè la traccia scritta inizia da circa 1000 anni fa, mentre negli USA dal 1773.
Il binomio scientifico, Phasianus colchicus, dall'etimologia prettamente geografica, è un toponimo sia nel genere che nella specie: - Phasianus = "fagiano" - "colchicus" = della Colchide ", riferito ad una località nell'ovest vest dell'odierna Georgia; il termine in greco antico corrispondente a "fagiano" è Phasianos ornis ( Φασιανὸς ὂρνις ) = "uccello del fiume Fasi". Sebbene Linneo includesse molti Galliformi nel genere Phasianius, attualmente solo il Phasinaus colchicus e Phasinaus versicolor sono collocati in questo genere. Poiché quest'ultimo non era noto a Linneo nel 1758, il fagiano comune era, ed è rimasta, la specie tipo di Phasianus . Venne scientificamente descritta per la prima volta da Carl Linnaeus nella sua storica decima edizione del Systema Naturae ( 1758 ) con l'attuale nome scientifico. Presentandosi sufficientemente distinto da qualsiasi altra specie nota a Linneo sembrò che un laconico: "Phasianus" rufus, capîte caeruleo - "fagiano rosso con la testa blu", potesse essere una definizione del tutto sufficiente. Tuttavia, la specie era già stata ampiamente discussa prima che quest'ultimo ne stabilisse la nomenclatura binomiale in - l' Ornithologia di Ulisse Aldrovandi - l' Uccelliera di Giovanni Pietro Olina - l' Uccelliera di John Ray Sinossi metodica Avium & Piscium - 14 e Storia naturale degli uccelli di Eleazar Albin. Oltre a quelli menzionati, Linneo attinse informazioni anche dalla maggior parte dei dei testi di ornitologia del suo tempo - nelle rispettive lingue - la specie è semplicemente chiamata "il fagiano". Fors'anche perché, già all'epoca, veniva considerato talmente comune da non essere necessario nessun approfondimento. La località tipo è descritta semplicemente come "Africa, Asia". Mentre per altre specie, Linneo riteneva opportuno citare vari dettagli, compreso il piumaggio, "copiati" dai testi di altri autori/ornitologi.
Ciò nonostante, questo galliforme non si trova in Africa, tranne forse al tempo di Linneo nelle zone costiere del Mediterraneo, dove potrebbe essere stato introdotto dai romani. Successivamente, la località tipo, venne delimitata al fiume Rioni nella Georgia occidentale ( Caucaso ), noto come Phasis agli antichi greci che costituivano il ceppo, o comunque la maggior parte, dei fagiani introdotti in Europa, ad eccezione delle aree nelle quali erano già presenti; gli esemplari descritti dagli ornitologi sopra menzionati, dai quali trasse notevole spunto anche Linneo, pur tipicamente appartenendo a tali prime introduzioni, avevano sicuramente più alleli in comune con le popolazioni transcaucasiche rispetto agli altri.
Colchide

Rioni

Secondo quanto menzionato nei lavori di conosciuti autori del passato, il fagiano, nella forma del Phasianus c. colchicus estendeva i suoi territori attraverso la Turchia, perlomeno sino alla Grecia e Bulgaria. Alcune fonti, come sotto riportato, menzionano fagiani puri in Albania ad Alessio sulla costa dell’Adriatico. Nonostante quest’ultima località sia da verificare, ma presumibilmente reale, la presenza della specie in Grecia e Bulgaria potrebbe, contrariamente a quanto menzionato nella letteratura, essere dovuta ad diffusione naturale. Ciò confermerebbe che senza l’insormontabile ostacolo antropico la specie, senza dubbio, avrebbe continuato ad espandersi sino a raggiungere le coste atlantiche dell’Europa occidentale, arrestata solo dal mare. In buona sostanza, da un oceano all’altro. Più a nord, cioè nell'Europa centrale è probabilmente stato introdotto dai romani. Per cui da questi ultimi, o chiunque altro, venne solo “manualmente" forzato un processo naturale che sarebbe comunque avvenuto con la differenza che, in questo caso, la specie si sarebbe sicuramente evoluta in altri fenotipi dei quali una, seppur “timida”, testimonianza la troviamo nella descrizione proposta in seguito del Phasianus c. europæus ( Hachisuka, 1934 ).
- Distribuzione del fagiano in Europa secondo quanto argomentato da Naumann Johann Andreas in "Naturgeschichte der Vögel Mitteleuropas (Storia naturale degli uccelli dell'Europa centrale) del 1897. 1*)
Il fagiano è una specie autoctona dell'Europa fin dai tempi più remoti. Si racconta che quando gli Argonauti tornarono in Grecia dal viaggio nella Colchide per recuperare il vello d'oro, portarono con sé anche questi uccelli che avevano incontrato spesso sul fiume Fasso (da cui il nome latino Phasianus). —
Si diffuse dalla Grecia ad altri paesi dell'Europa meridionale e fu successivamente introdotto in Germania. Non si sa come sia arrivato fino a noi (Germania); ma è probabile che sia stata opera dei Romani essendo, in Italia, già molto conosciuto ed apprezzato ai tempi dei primi imperatori. Almeno inizialmente, la diffusione nella Germania potrebbe essere relativa a soli soggetti allevati, non tanto per la bellezza, ma piuttosto per la gustosità delle carni, e altre parti considerate vere delicatezze, nonché dalla facilità di riproduzione.
Da diversi secoli non solo viene allevato allo stato semibrado e fagianiere, ma vive anche in molte parti della Germania in piena autonomia senza alcun aiuto da parte dell'uomo. Tuttavia la sua vera patria è l'Asia Minore e la Transcaucasia (le aree lungo il fiume Rioni, l'antica Fasi, vicino a Poti è considerata la vera patria). Vive nelle foreste paludose sulle rive del Mar Caspio, nelle valli del Terek, del Kuban, del Sulak, raggiunge gli 800 m di altitudine ed è comune in molti luoghi. È frequente in alcune località lungo le coste del Mar Nero.
Illustrazione con fagiani maschio e femmina da: Ornithologiae hoc est De auibus historiae volume 2 del 1600 di Ulisse Aldovrandi.


Si trova nel delta del Volga, nella regione di Astrachan, mentre in quelle settentrionali dell'Asia Minore è presente soprattutto nei pressi della Brussa ed a sud di Efeso, ma è assente in Cilicia, Siria, isole di Rodi e Cipro. In Grecia è presente ai piedi del monte Olimpo e nelle paludi dell'Acarnania, così come sull'isola di Taso, vicino a Salonicco, e in zone idonee dell'Albania. In Rumelia è insediato vicino a Silven e Jamboli lungo il fiume Tundža.
Si sta diffondendo sempre di più in Ungheria, Austria, Boemia, Sassonia e in molte zone della Germania meridionale e centrale, ma è scomparsa da alcune aree della Boemia, dove era autoctona solo vent'anni fa. Nella Germania settentrionale, ad esempio, sono necessarie con maggiori attenzioni; lo stesso anche in Belgio, Olanda, Danimarca, Svezia (fino a Stoccolma), Norvegia (vicino a Christiana). Vive anche in molte province della Francia, secondo Yarrel si trova ancora allo stato selvatico in Corsica vicino ad Aleria, è presente in Inghilterra e Irlanda, ma in Italia, dove un tempo viveva allo stato selvatico in Calabria, secondo Padre Fiore sarebbe estinto da circa un secolo.
La stessa sorte lo minaccia nella sua terra d'origine nei pressi di Lenkoran (o Lankaran, Azerbaigian), dove la sua estinzione è imminente a causa dell'eccessiva caccia. I tentativi di acclimatarlo in Spagna e Portogallo non hanno avuto successo.
Tuttavia, per una sua diffusione, passata e futura, nella nostra parte del mondo, l'intervento umano è stato, ed è necessario, perché questa forma non migra istintivamente e vola in modo così goffo da non riuscire a compiere lunghi viaggi nel tentativo di cercare ambienti più favorevoli. Qualcosa di simile si potrebbe notare nei fagiani locali all'inizio dell'autunno: un'insolita irrequietezza e un desiderio di allontanarsi o trasferirsi in una zona vicina; Ma può anche darsi che dopo la mietitura del grano i luoghi abituali assumono un aspetto completamente diverso, ed i giovani fagiani cresciuti nelle alte colture non si adattino subito al vuoto venutosi a creare diventano irrequieti e cerchino, altrove, maggiore protezione.
Per vari motivi, molti migrano verso altre regioni nel tardo autunno, in ottobre, quando cadono le foglie, ma questo non giustifica la classificazione del fagiano come migratore. Si dice che ciò accada più frequentemente in caso di gravi disordini nel luogo in cui si trovano.
Anche nella loro vera patria viene sostenuto che compiano bevi migrazioni in autunno, ma ritornano appena il clima è favorevole, e che siano quindi dei veri e propri uccelli migratori. Secondo Ménétries, nel Caucaso il fagiano lascia le montagne in autunno e migra nella steppa per svernare (Radde, Ornis Caucas).

Illustrazione con coppia di Phasianus c. colchicus da: Naumann Johann Andreas in "Naturgeschichte der Vögel Mitteleuropas" 1897,
1*) Commento personale:- La distribuzione del fagiano in Europa proposta da Naumann, parte di un complesso e dettagliato lavoro riguardante questa specie, è stata inserita in questa disamina in quanto una delle più articolate e considerate dell'epoca come anche successivamente, nella quale, tuttavia, si evince una certa confusione geografica. Infatti, nomina l'Asia Minore, cioè la Turchia come se abitasse l'intero paese senza precisare altro, ma poi menziona solo Brussa nell'ovest della Turchia e che è assente in Cilicia, che però, storicamente, è riferito alla Turchia. Insomma, ed ammesso che all'epoca, ed in Germania, i riferimenti fossero diversi, parrebbe che Naumann avesse qualche problema con la geografia. Inoltre, Rioni e Poti, entrambi sul Mar Nero che però è citato successivamente come se fosse un altra zona ecc., ecc; Terek e Kuban, delta del Volga (Astrachan) sono aree attribuite alla distribuzione del Phasianus c. septentrionalis, quindi, non è chiaro se Naumann ne fosse consapevole, e ritenesse che in Europa ci fosse anche questa sottospecie. Tuttavia, nel suo lavoro la descrizione è relativa, a quanto pare, al solo Phasians c. colchicus.
Illustrazione con fagiani da: l'Ucceliera di Giovanni Pietro Olina ( Rome: Andrea Fe, 1622 - Prima edizione )
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La maggior parte delle notizie storiche relative a questo genere sono riportate da autori inglesi. Quindi più che altro inerenti al Regno Unito e Gran Bretagna in particolare. Probabilmente il lungo periodo coloniale, la conseguente possibilità di esplorare in relativa tranquillità territori altrimenti molto pericolosi e la facilità con la quale si potevano ottenere le più svariate specie, hanno contribuito ad accrescere il già innato spirito naturalistico della popolazione. Tuttavia, occorre anche ricordare che, come anche sembra evincersi negli articoli sotto proposti, gli inglesi siano stati tra i primi, se non i primi, ad incrociare le sottospecie originarie decretando, purtroppo, per meri scopi sportivi/commerciali l'inizio di una deplorevole pratica che raggiunse il culmine negli Stati Uniti, sino ad arrivare ai giorni nostri, che sta velocemente portando le forme pure selvatiche all'estinzione. Tuttavia non è importante il chi sia stato, ma, l'averlo praticato.
Spesso nei testi degli autori, oltre agli ibridi di allevamento, vengono definiti naturali quelli risultanti dall'incrocio di due sottospecie che si trovano libere nello stesso ambito territoriale. Credo che l'applicazione del "naturale", nello specifico, sia improprio in quanto si tratta di forme rilasciate dall'uomo in riserve, parchi ecc., ben lontano dai luoghi di origine, e seppur autonomamente, indotte ad incrociarsi.
- Secondo alcuni resoconti in Inghilterra potrebbe esservi giunto attraverso rotte commerciali utilizzate dai mercanti. Ciò nonostante la teoria più comunemente praticata coinvolge i romani che i avrebbero, per scopi tutt'altro che naturalistici, introdotti in Britannia e Gallia (Attuali Gran Bretagna e Francia).
- Un altro autore inglese non è di questo parere e riferisce, per contro, chi seguenti riferimenti ai fagiani da parte di scrittori latini del primo secolo d. C., sembrano escluderlo e nel contempo fornire curiose quanto interessanti informazioni riguardanti questi galliformi:-
Petronio nel Satyricon (cap. 93), il poeta Eumolpo dice che, 'I fagiani ricercati nella Colchide e le faraone in Africa, soddisfano il palato perché sono difficili da ottenere;' e nel cap. 119, che il fiume Fasi è già stato spogliato dei suoi uccelli per fornire il lusso romano. Petronio morì nel 66 a.C. "Seneca (ad Helviam, cap. 10) si lamenta anche della stravaganza dei romani nell'inviare oltre il Fasi questi uccelli. Seneca morì nel 65 a.C.
"Svetonio ci dice che il cervello di fagiani e pavoni erano ingredienti nel famoso piatto o torta di Vitellio. Vitellio morì nel 69 a.C.
“Plinio, nella sua "Naturalis Historia" (Lib. 10, cap. 48), menziona i fagiani come dotati di due orecchie costituite da piume erette; in altro capitolo, osserva che sono infestati dai pidocchi, i quali li possono uccidere se non vengo spolverati adeguatamente. Plinio morì nel 79 d.C.
‘‘Marziale, che scrisse al tempo di Domiziano, nella sua graziosa descrizione della fattoria ben gestita di Faustino (Lib. 3, Ep. 58) ci dice che quest'ultimo, oltre al normale pollame, aveva addomesticato pernici (Picta Perdix), faraone e fagiani. In Lib. 13, Ep. 45, Marziale, inviando del pollame a un amico, scrive che gli dispiace di non aver potuto aggiungere faraone o fagiani. Nell'Epigramma 72 dello stesso libro il fagiano dice: ‘ «Fui portato qui per la prima volta su una nave Argiva (Argo) 1*), prima di allora non conoscevo altra casa che il Fasi.' Questo sembra alludere alla mitica spedizione degli Argonauti, ma non ha alcun valore storico. Domiziano morì nel 96 a.p. (La data della morte di Marziale è dubbia.)
1*) Argivo, abitante nativo dell'antica città greca di Argo o della regione dell’ Argolide.
"Quelli sopra citati dovrebbero essere tutti, o gran parte, dei riferimenti ai Fagiani da parte di scrittori del primo secolo A.D. Quindi possiamo concludere che i Fagiani erano ben noti a Roma dalla metà del primo secolo, ed erano non abbondanti e costosi."
Quindi sembra non esserci traccia dell'introduzione di fagiani nella Britannia. Probabilmente i Romani "sibariti" , o forse i primi Fenici, li portarono con altre merci e manufatti di qualche civiltà superiore. Negli scavi di Silchester, sul sito dell'antica città romano-britannica di Calleva (Caer Segeint degli antichi britannici), sono state scoperte ossa di fagiano, e questa sembra essere la prima testimonianza della loro presenza in epoca pre-sassone 1*).
1*) Commento personale:- l'aver trovato ossa di fagiano in un antica città romana-britannica, a mio parere, costituisce già una discreta prova a favore della teoria che vuole siano stati i romani ad introdurre i fagiani in Britannia.
A tale proposito, parrebbe anche che il menzionato Plinio (Plinio il vecchio - in latino Gaius Plinius Secundus; Como, 23 d.C.– Stabia, 24 ottobre 79 d.C) autore di "Natuarlis Historia" (1° edizione -77-78 d.C.), opera enciclopedica in 37 volumi, e contrariamente a quanto già sopra citato dall'autore inglese, affermi che:- "Furono i Romani a diffonderlo per scopi soprattutto alimentari, nonché ornamentali, in Italia, Francia, Inghilterra e ogni parte dell’Impero". Frase comunque da verificare. Del resto, è impensabile che siano stati esaminati tutti gli scritti degli scrittori latini citati, quanto di altri, ne, probabilmente, verificati nel dettaglio i 37 volumi che comprendevano la “Naturalis Historia” di Plinio. E questo ci riporta al punto di partenza, cioè non è possibile sapere con certezza chi, e quando, introdussero i fagiani nelle isole britanniche.
Di certo è che il filosofo Marco Terenzio Varrone, ovvero Marcus Terentius Varro (Rieti, 116 a.c. – Roma, 27 o 26 a.c.), raccomanda di allevare di preferenza il pollame e la cacciagione di maggior pregio: oche e polli, fagiani, pavoni, gru, marmotte, cinghiali e ogni altra specie di selvaggina.
Specifica anche:- "Considerato che i pavoni maschi sono significativamente più belli delle femmine, se l'allevamento viene praticato solo per diletto (delectatio) occorre tenere molti maschi e poche femmine, per contro, nel cui sia inteso al guadagno (frusctus) servono pochi maschi e molte femmine. Anche la faraona era nota già agli antichi romani, seppur molto meno diffusa del pollo. Questa specie, conosciuta come "gallina Africana" o "gallo della Numidia", è citata anche nelle pagine degli antichi scrittori latini. Varrone nel Rerum rusticarum ne parla come di una specie rara a Roma, specie talmente rara nell'Urbe, da essere venduta a caro prezzo e che alla faraona, spesso, veniva riservato un trattamento speciale: più che nelle cucine, per fini gastronomici, la si poteva addirittura trovare nei salotti, come animale da compagnia.
Inoltre, I ricchi romani possedevano delle riserve, chiamate vivaria, nelle quali allevavano selvaggina di grossa taglia, come il cinghiale, la cui carne era tra le più ricercate e costose, ma anche caprioli, cervi, daini, asini selvatici e tassi. Tra la selvaggina di piccola taglia si allevava la lepre, il coniglio, il ghiro, il porcospino, l'oca, l'anatra, il pavone, i colombi e la lumaca.
A questo proposito Varrone parla dei cosiddetti leporaria o leporarium, cioè aree recintate da muri di pietra nelle quali venivano allevati i conigli, lepri ed altri animali selvatici.
C'erano poi le uccelliere, dove venivano allevati voltili di vario tipo sia a scopo ornamentale, quanto per il canto che come cibo. Lucullo nella sua villa del Tuscolo aveva una grande voliera dove alloggiava un triclinium estivo, entro al quale lui poteva godere della vista degli uccelli vivi nella voliera e di quelli cotti sul vassoio.
Ed infine, la pescicoltura (allevamento dei pesci), praticata nelle apposite pescherie costruite presso le ville in riva al mare.
In ogni caso, relativamente ai tempi d'introduzione del fagiano in Inghilterra, non esistono, ad oggi, documentazione che fornisca prove certe, né alcun indizio sulla data precisa in cui fu portato per la prima volta in questo paese. Non mancano, comunque, presunte certezze, rifermenti e affermazioni, che però spesso si contraddicono a vicenda.
Ad esempio:- Lord Lilford, nel suo ‘‘Notes on the Birds of Northamptonshire" scrive: ‘‘Sembra che non ci siano motivi per dubitare che il fagiano sia stato introdotto in Inghilterra dai Romani, e l'uccello è ormai così diffuso nella maggior parte dell’Europa che è quasi impossibile dire dove sia realmente indigeno.”
Questa affermazione è probabilmente vicina alla verità, perché il Prof. Boyd Dawkins ha dimostrato che il fagiano è stato naturalizzato in questo paese più di ottocento anni fa. Scrivendo su The Ibis per il 1869 (pagina 358), egli osserva: “Potrebbe interessare ai vostri lettori sapere che la più antica testimonianza della presenza del fagiano in Gran Bretagna si trova nel trattato ‘De inventione Sanctae Crucis nostrae in Monte Acuto et de ductione ejusdem apud Waltham’, curato dai manoscritti del British Museum dal professor Stubbs e pubblicato nel 1861. La lista delle vivande redatta da Harold per le famiglie dei canonici composte da sei o sette persone, nel 1059 d.C., e conservata in un manoscritto della data circa del 1177, era la seguente:
"“Erant autem tales pitantiae unicuique canonico: a festo Sancti Michaelis usque ad caput jejunii [Ash Wednesday] aut xii merule, aut ii agauseae [ Agausea, a magpie (?), Ducange], aut ii perdices, aut unus phasianus, reliquis temporibus aut ancae [Geese, Ducange] aut gallinae"".
"“Le elemosine erano queste per ogni canonico: dalla festa di san Michele fino all'inizio del digiuno [Mercoledì delle Ceneri] o dodici galli cedroni, o due agausea [Agausea, una gazza (?), Ducange], o due pernici, o un fagiano, altre volte "anche [oche, anatre] o galline"".
Il sopraesposto passaggio dimostra che I fagiani erano menzionati nelle liste di vivande dei re sassoni, quindi naturalizzato in Inghilterra prima dell'invasione normanna; e poiché gli inglesi e danesi non furono gli introduttori di animali strani in nessun caso ben autenticato, offre una discreta prova presuntiva che fu portato dai conquistatori romani, che introdussero il daino in Gran Bretagna.
Ma la conclusione che il fagiano venne introdotto in Inghilterra prima della conquista normanna non è considerata provata da quelle autorità che ritengono il trattato "De inventione Crucis" come un'opera di miracoli che nessun antiquario cauto accetterebbe come prova conclusiva.
Nel "'Monasticon Anglicanum" di Dugdale c'è un riferimento da cui sembra che l'abate di Amesbury ottenne una licenza per uccidere lepri e fagiani nei primi anni del regno di re Enrico I, che iniziò il 2 agosto 1100; e Daniell, nel suo “Rural Sports,” cita ‘‘Echard’s History of England’’, secondo cui nell’anno 1299 (il ventisettesimo di Edoardo I) il prezzo di un fagiano era di quattro penny, una coppia di beccaccini tre penny e mezzo, un germano reale tre penny e mezzo, e un piviere un penny.
“A queste notizie,” scrive il Rev. James Davis nella Saturday Review, “si sarebbe potuto aggiungere un altro dato che sembra far pagare il fagiano a un prezzo più alto, ovvero che nel 1170 Thomas à Becket, il giorno del suo martirio, pranzò con un fagiano e ne fu contento, come sembrerebbe dall'osservazione di uno dei suoi monaci, che "cenò più di cuore e allegramente quel giorno del solito". ”’
“Leland, nel suo resoconto del banchetto dato all'intronizzazione di George Nevell, arcivescovo di York, durante il regno di Edoardo IV, ci dice che, tra le altre cose buone, furono forniti duecento "fesauntes" per gli ospiti".
" In un censimento dei possedimenti dell'Abbazia di Glastonbury effettuato nel 1539, si fa menzione di una "caccia" di sedici fagiani nei boschi di Meare, un maniero vicino a Glastonbury di proprietà dell'Abbazia.
Secondo Fynes Morrison ("Itinerary", 1617), in Irlanda c'erano "tantissimi fagiani , quanti ne ho mai visti, già serviti in un banchetto".
Il valore attribuito ai fagiani e alle pernici in vari periodi, come dimostrano le leggi che stabilivano le pene per la loro distruzione, sembra aver subito notevoli fluttuazioni.
Con uno statuto approvato nell'undicesimo anno del regno di Enrico VII, era proibito "catturare fagiani o pernici con motori nel terreno altrui senza licenza, pena una multa di dieci sterline, da dividere tra il proprietario del terreno e il pubblico ministero". Con 23 Eliz. c. 10, "Nessuno dovrebbe uccidere o catturare fagiani o pernici di notte, pena una multa di 20 s. a fagiano e 10 s. a pernice, o un mese di prigione, e vincolato da garanzie a non commettere più reati simili". Con 1 Giac. I c. 27, "Nessuna persona dovrebbe uccidere o catturare fagiani, pernici, (ecc.), o catturare o distruggere le uova di fagiani, pernici, (ecc.), pena una multa di 20 s. o la prigione per ogni volatile o uovo, e trovare garanzie di 20 £ per non commettere reati simili". In base allo stesso statuto, a nessuna persona era permesso "di acquistare o vendere un fagiano o una pernice, pena la perdita di 20 s. per ogni fagiano e 10 s. per ogni pernice". Con 7 Jac. I. c. 11, "ogni persona che avesse cacciato o distrutto un fagiano o una pernice tra il 1° luglio e l'ultimo agosto, avrebbe perso 40 s. per ogni volta che avesse cacciato e 20 s. per ogni fagiano o pernice così distrutti o presi". Signori dei manieri e i loro servi potevano catturare fagiani o pernici nei loro terreni o recinti durante il giorno tra Michele e Natale. Ma ogni persona di condizione meschina che avesse ucciso o catturato un fagiano o una pernice, avrebbe perso 20 scellini per ognuno di loro ucciso e avrebbe dovuto trovare una garanzia di £ 20 per non commettere più un reato del genere.
In alcuni di questi vecchi statuti, tuttavia, era espressamente affermato che, sebbene fagiani e pernici non potessero essere uccisi impunemente, non si sarebbe dovuta applicare alcuna penalità all'uccisione di uccelli come corvi, nibbi e poiane, poiché era risaputo che questi animali erano dannosi per la selvaggina che gli statuti erano stati concepiti per proteggere", ecc., ecc.
Millais, John Guille nel suo "The natural history of British game birds" del 1909 scrive:- Al giorno d'oggi è stato acclimatato in tutto il Regno Unito, ad eccezione delle isole più aride delle Ebridi Esterne e Orcadi. La specie si è mantenuta, eccetto qualche piccola variazione, pura fino all'inizio del diciannovesimo secolo, quando venne introdotto il fagiano cinese dal collare (Phasianus c. torquatus). Da questa data la coalescenza delle due forme è stata così generale che è quasi impossibile trovare dei Phasianus c. colchicus puri. Negli ultimi anni, su richiesta di molti proprietari e affittuari di riserve, sono stati introdotti numeri considerevoli della vera forma provenienti dall'Ungheria e Caucaso, ed è ora anche possibile acquistarli da alcuni dei commercianti di selvaggina.
- In Irlanda, come affermato da Thompson nella sua storia naturale di quel paese (1850), "Il periodo della sua introduzione mi è sconosciuto, ma nell'anno 1589 si è notato che era comune". Fynes Moryson, che fu in Irlanda dal 1599 al 1608, osserva che ci sono "tantissimi fagiani come ne ho conosciuti, sessanta serviti in un banchetto, e abbondano molto di più i ralli, ma le pernici sono piuttosto scarse".
La distribuzione del fagiano in Gran Bretagna e Irlanda al momento è molto generale, si trova in tutte le parti del regno dove c'è un ambiente congeniale e qualche piccolo tentativo di conservazione e protezione, senza i quali verrebbe presto sterminato dai bracconieri e dai suoi numerosi nemici naturali.
È abbondante anche nelle contee più popolose, e non è affatto raro nelle immediate vicinanze della metropoli. Al momento i fagiani possono essere visti nei Kensington Gardens; vi si sono riprodotti nel 1920, e di nuovo l'anno seguente nel giardino di fronte a Kensington Palace. Sono una vista familiare sul prato del giardino, e si trovavano spesso negli orti che furono disposti durante la guerra vicino a Kensington High Street. Ma è nei distretti ben alberati e altamente conservati dell'Inghilterra che questi uccelli abbondano di più, e dove sono eccessivamente numerosi. "Il fagiano", scrive il signor Sterland, nel suo ""Birds of Sherwood Forest"" abbonda in tutte le tenute del distretto forestale, e a tal punto che pochi crederebbero all'immenso numero. Sono quasi addomesticati come i polli da cortile, e possono essere visti ai margini delle varie piantagioni.
illustrazione con Phasianus c. colchicus da: Pheasants In Covert and Aviary di Frank Townend Barton del 1912

Accuditi e nutriti con cura, e tutti i loro nemici naturali distrutti, si abituano così tanto alla presenza dell'uomo che in molte parti difficilmente si prendono la briga di togliersi di mezzo, e difficilmente hanno diritto all'appellativo di selvatici. In circostanze così favorevoli, si moltiplicano rapidamente, ma sembra che sia stato posto un limite naturale al loro aumento, e frequentemente, dove sono più abbondanti, se ne trovano grandi numeri morti senza apparente causa; questi sono sempre estremamente grassi e il loro piumaggio nelle condizioni più lucide; sembrano cadere e morire senza lottare. Me li sono fatti portare in questo stato e ho trovato la loro carne paffuta e di buon colore, e ogni piuma liscia e perfetta." Io sarei piuttosto propenso ad attribuire la morte in questi casi all'apoplessia, derivante da un'alimentazione eccessiva di mais e da un'alimentazione artificiale stimolante, piuttosto che a una malattia epidemica derivante dal sovraffollamento, poiché questo attacca i giovani e li distrugge molto prima che raggiungano la maturità.
"Nel Norfolk", scrive il signor Stevenson, nel suo ammirevole lavoro sugli uccelli di quella contea, "ci sono molte parti in cui il fagiano vive in uno stato perfettamente selvaggio e prospera bene sotto la protezione delle leggi sulla caccia, essendo sia il terreno che il clima ugualmente favorevoli. È in tali distretti, quasi esclusivamente, che si incontra ancora il puro Phasianus colchicus privo di qualsiasi traccia di croce dal collo ad anello o cinese nel suo piumaggio, ma che offre allo stesso tempo un misero contrasto con quegli uccelli ibridi sia per dimensioni che per peso. Oltre al fitto sottobosco nei boschi e nelle piantagioni, i fagiani sono particolarmente inclini a situazioni basse e umide, come le orecchie di ontano e di vimini, lungo le rive del fiume. In questo paese, inoltre, non di rado si trovano esemplari provenienti da alcune riserve vicine nelle paludi di beccaccini che circondano i Broads, dove il cacciatore, seguendo il suo cane in un "punto di corsa", viene improvvisamente spaventato dal ronzio di una nobile "lunga coda", quando non ha mai sognato una selvaggina più grande di ralli o gallinelle d'acqua".
- In Scozia è generalmente distribuito nelle contee occidentali, da Wigtown a sud a Sutherland a nord. Il signor R. Gray scrive: "Nelle vicinanze di Loch Lomond può essere occasionalmente notato sui fianchi delle montagne, a un'altitudine considerevole, a volte fino a milleduecento piedi. A Shemore Glen ho visto uccelli maschi uscire dalla brughiera tra le rocce e, volteggiando, dirigere il loro volo verso valle con straordinaria velocità. Molto diverso è in effetti il volo di questi nativi dalle forti braccia della valle da quello degli uccelli sovralimentati nelle riserve boschive; e mentre un uccello dopo l'altro sfreccia nell'aria alta, si può difficilmente resistere all'impressione che, se lasciato alla sua stessa selezione, il fagiano si adatterebbe meravigliosamente agli svantaggi del suo paese adottivo. Il signor Elwes mi informa che ha spesso visto fagiani a Islay alzarsi nei posti più improbabili, come una brughiera aperta, a miglia di distanza da qualsiasi riparo o campo di grano, e talvolta in una palude umida, dove sarebbe più probabile trovare una beccaccia. Su quell'isola, dove è stato introdotto circa trent'anni fa dal signor Campbell, il fagiano non è più raro e sembra essere in aumento. Nelle Ebridi esterne è stato introdotto anche a Lewis da Sir James Matheson, che mi ha cortesemente informato che, dalla sua introduzione dodici o quindici anni fa, si è abbastanza affermato, sebbene non sia aumentato nella misura che ci si sarebbe potuti aspettare in una località più favorevole. "I profondi drenaggi nella torba", scrive Sir James, "si suppone siano la causa della morte dei giovani pulcini per caduta in essi. Per alcuni anni all'inizio c'era una mancanza di riparo per i fagiani, ma ora stanno meglio sotto questo aspetto e stanno aumentando gradualmente. Alcuni dei primi esemplari vagarono per circa sedici miglia sul lato occidentale dell'isola, si suppone alla ricerca di un nascondiglio.
L'introduzione del fagiano nei distretti settentrionali della Scozia è, tuttavia, di data relativamente recente, poiché nella sesta edizione di "Domestic Poultry" di Mowbray, del 1830, si afferma: "Nel 1826, un solitario fagiano maschio fece la sua comparsa a nord fino a una valle dei Grampiani, essendo il primo che fosse stato visto in quella regione settentrionale"; e il mio vecchio amico, Andrew Halliday, mi disse che ricordava perfettamente l'introduzione di questi uccelli nelle riserve vicino a Banff appartenenti al conte di Fife, in quella località Thomas Edwards, il naturalista scozzese, la cui vita è stata così graficamente scritta dal signor Smiles, ci dice che ora sembra prosperare molto bene ed è un bellissimo ornamento per parchi e boschi. I signori Buckley e Harvie-Brown, in "Fauna of the Orkney Islands", raccontano diversi tentativi falliti di introdurre fagiani come uccelli selvatici nelle Orcadi, il che era prevedibile, dato che non ci sono alberi.
Anche in Irlanda è abbondante, la specie comune è, secondo il signor Thompson, il noto storico naturale dell'isola, frequente nelle varie parti boschive, almeno dove è stata protetta e preservata. "* Nelle contee di Antrim e Down", osserva questo scrittore, "la varietà dal collo ad anello, che si ritiene sia originariamente derivata da un incrocio tra il comune e il vero fagiano dal collo ad anello (P. torquatus), non è rara".
- In Scandinavia l'introduzione è stata inizialmente infruttuosa. Nel 1867 il signor L. Lloyd, nel suo ‘‘Game Birds in Sweden and Norway,” affermò che non era stato trovato, nonostante i tentativi su larga scala per introdurlo del defunto re Oscar; ma a causa della severità del clima, il proliferare di parassiti e uccelli rapaci di ogni genere, l’esperimento, secondo il signor Lloyd, non avrebbe avuto successo.
Da quella data il tentativo è stato fatto con successo dal barone Osear Dickson, che, nel 1873, allevò settecento o ottocento fagiani. Questi andarono bene, perché nel Morgenblad del 10 novembre 1877, è registrato che "* Il signor (ora barone) Oscar Dickson e il suo gruppo spararono in un giorno, nella sua proprietà, Bokedal, in Svezia, a novanta fagiani, un cervo, una lepre e una beccaccia. "Ci furono cinque fucili". E lo stesso diario menziona che una coppia di fagiani visse in piena libertà in una tenuta nei pressi di Christiania durante l'inverno del 1876-7 senza essere nutriti o accuditi, e che nell'estate del 1877 allevarono quattro giovani adulti. Un'altra coppia fu liberata all'inizio della primavera dello stesso anno, e anche questa schiuse e allevata all'aperto. La prima coppia scappò da un recinto e nessuno seppe cosa ne fosse stato di loro. Si supponeva che fossero morti congelati durante il rigido inverno, fossero morti di fame o fossero diventati facile preda di volpi, gatti o falchi. Ma sopravvissero e trovarono riparo e cibo per sé stessi. Da quella data si moltiplicarono rapidamente e il 14 e 15 novembre 1893, il principe ereditario sparò sulle riserve del barone sull'isola Wisings6, nei laghi Wetter, quando 1548 fagiani furono uccisi da sei colpi di fucile.

illustrazione con Phasianus c. mongolicus da: Pheasants In Covert and Aviary di Frank Townend Barton del 1912
- In Nuova Zelanda, la Gran Bretagna dell'emisfero australe, l'introduzione del fagiano è stata un grande successo; tanto che in una sola stagione, quella del 1871, seimila uccelli furono catturati nelle immediate vicinanze della città di Auckland. I fagiani furono introdotti per la prima volta nella provincia di Auckland circa trent'anni fa, sette maschi e due femmine, gli unici sopravvissuti di due dozzine spedite in Cina, che costituivano la riserva originale della specie cinese. Nello stesso periodo, un certo numero di specie comuni vennero liberate in un'altra parte della colonia. A queste si aggiunsero altri sei uccelli cinesi nel 1856. Entrambe le specie si sono moltiplicate in modo straordinario, ma la loro moltiplicazione è stata in molti luoghi ridotta dall'impiego di avena fosforescente deposta per avvelenare i conigli.
- Venne introdotto anche in diverse isole del Pacifico. Grazie alla gentilezza del tenente C. de Crespigny, della H.M.S. Curagoa, ho ricevuto un esemplare di fagiano che nidifica nelle isole Samoa. Questo fagiano è senza dubbio della specie cinese dal collo ad anello, il collo è quasi circondato dal caratteristico collare bianco, ma c'è una notevole differenza nel colore del collo alla base e nelle penne scapolari, che sono molto più chiare rispetto alla nostra specie ordinaria.
- Il fagiano cinese (Phasianus c. torquatus) è stato introdotto dai portoghesi nell'isola di Sant'Elena nell'anno 1513, ed è aumentato di numero in misura considerevole; ma gli attuali rappresentanti della specie originale differiscono in qualche modo dai loro antenati, sia nel colore che nelle macchie del piumaggio, come descritto nel capitolo su quella specie.
- Nel Nord America sono stati fatti tentativi molto riusciti per introdurre fagiani delle diverse specie come selvaggina, ed in molte regioni si sono completamente acclimatati. Le popolazioni originali dalle quali discendono i fagiani negli Stati occidentali furono importate direttamente dalla Cina, di conseguenza il fagiano dal collare (Phasianus torquatus) è comune in località dove il vecchio fagiano inglese (Phasianus colchicus) è quasi sconosciuto, sebbene quest'ultimo sia stato introdotto negli Stati orientali sulla costa atlantica.
Il primo tentativo registrato di introduzione fu fatto da Richard Bache più di un secolo fa. Importò uccelli dall'Inghilterra e li liberò nella sua tenuta nel New Jersey, ma, nonostante ogni cura nel nutrirli e proteggerli, nessuno sopravvisse all'inverno successivo. Un secondo tentativo, fatto alcuni anni dopo nello stesso Stato, ebbe una conclusione esattamente simile. Successivamente Robert Oliver, di Harewood, Baltimora, produsse, in diverse tenute, un considerevole numero di soggetti di allevamento importati, ma sebbene alcuni di questi andarono bene per un po' di tempo, alla fine scomparvero.
Tuttavia, nonostante questi fallimenti iniziali gli sforzi per acclimatare il fagiano continuarono a essere fatti e alla fine ebbero successo; tanto che negli ultimi anni l'allevamento è stato ampiamente perseguito negli Stati Uniti, fino a quando non assunse le dimensioni di una nuova industria, gli esperimenti spaziarono da poche coppie a imprese in cui vengono tenuti migliaia di uccelli, e gli sforzi congiunti di privati, associazioni e funzionari di caccia dello Stato portarono a un aumento molto grande della riserva di fagiani.
La rigidità degli inverni in alcuni Stati può spiegare molti dei fallimenti. In altri il clima e le condizioni sono più favorevoli, e questo sembrerebbe essere particolarmente il caso dell'Oregon, dove sono stati ottenuti risultati eccellenti. Nel 1880 e nel 1881 spedizioni di fagiani dal collare da Shanghai furono effettuate dall'Onorevole O. N. Denny, il console degli Stati Uniti lì. Questi furono liberati in Oregon, dove il loro aumento fu così rapido che il giorno di apertura della stagione di caccia nel 1892 si riferì che ne erano stati catturati 50.000. Fu dalle fagianerie dell'Oregon che fornirono gli esemplari rilasciati in molti altri Stati
- Il Massachusetts, dopo aver incontrato molte difficoltà, ha ora un discreto numero di uccelli nelle sue riserve. Sforzi simili furono fatti in Ohio, ma, sebbene abbiano avuto successo per un po', si è diffusa l'impressione che il clima non sia adatto e sono stati abbandonati. Un'epidemia di "colera", probabilmente identica alla nostra enterite, che si verificò nel luglio 1901, condusse a questo. Un'epidemia simile scoppiò nel 1906 in Massachusetts, ma 3.000 uccelli furono uccisi nella successiva stagione di caccia di un mese.
- Nello Stato di New York l'allevamento non ha avuto molto successo, ma è stata istituita una riserva di caccia statale dove la riproduzione verrà ripresa. In Indiana si stima che la popolazione di fagiani sia compresa tra 6.000 e 8.000 esemplari.
In Illinois sono stati condotti esperimenti su larga scala, 20.000 uova sono state distribuite, oltre alle 15.000 schiuse nella fattoria di caccia, nel 1908. Nello Utah una riserva di rimg-neck liberata nel 1895 è stata segnalata come molto buona nel 1906. In Minnesota un tentativo, fatto nel 1905, di introdurre fagiani è stato reso abortivo a causa della grande mortalità tra i pulcini. Anche nel Delaware il tentativo si è concluso con un fallimento, ma il Kansas ha avuto più successo, 3.000 ring-neck, respinti nel 1906, sono stati segnalati come buoni. Molti sono stati liberati in Colorado negli ultimi anni con risultati che non sono ancora noti con precisione.
È possibile che in molti casi il fallimento possa essere attribuibile a una mancanza di esperienza nella gestione degli uccelli, così come a influenze climatiche e alla prevalenza di nemici naturali. In alcuni casi sono stati impiegati i guardacaccia inglesi, in altri sono stati adottati metodi americani. Nel complesso, le condizioni prevalenti nella Columbia Britannica e negli Stati della costa del Pacifico sembrano essere più favorevoli alla loro propagazione rispetto a quelle che si trovano a est delle Montagne Rocciose. "Così, nell'Isola di Vancouver e in alcune delle Isole del Golfo i fagiani sono diventati così numerosi che si dice siano state sollevate lamentele per i danni che provocano nei campi di grano e di patate; ma gli agricoltori in genere ne parlano favorevolmente.
- Anche in Oregon si sono diffusi e moltiplicati così bene che si lamentano delle loro depredazioni nei campi di grano. I resoconti dei residenti alle indagini ufficiali sono molto interessanti. Il signor Tyler, di Forest Grove, Oregon, scrivendo nel gennaio 1889, afferma:
"Le femmine producono da quindici a diciotto uova in ogni covata e le schiudono tutte. . . . Quelle vecchie hanno un sacco di nervi e combatteranno un falco o qualsiasi cosa si avvicini loro. ‘I galli vanno in un cortile e frustano i migliori polli che abbiamo, e gestiscono le cose secondo la loro idea.
I loro rifugi preferiti sono i terreni bassi vicino ai campi di grano, sui quali depredano... I fagiani dorati sono diventati numerosi. Di tanto in tanto se ne vede uno nelle nostre vicinanze, a circa novanta miglia da dove sono stati lasciati liberi quattro anni fa; sono resistenti, facilmente addomesticabili, ma non così prolifici come i rmg-neck. La loro carne è bianca e tenera".
- Negli Stati orientali i fagiani in alcune località stanno andando molto bene; fino a mille uccelli sono stati allevati e fatti uscire da un singolo allevatore, e il fagiano è generalmente considerato il futuro uccello da caccia del paese, poiché è in grado di sopportare variazioni di temperatura molto considerevoli. Sono stati formati diversi club di caccia per la loro protezione, e un gran numero di esemplari viene allevato a Long Island e in altre riserve. I commissari di caccia di vari stati stanno incoraggiando il loro allevamento e, per citare le parole del Boston Herald, "le prospettive per l'uccello da caccia più bello e più delizioso del mondo sono piuttosto rosee in questo paese".
- In Nuova Scozia il fagiano fu introdotto trent'anni fa dal professor Butler, e subito si riprodusse liberamente e prosperò all'aperto, nonostante il freddo invernale del clima.
- In Italia le prime consistenti immissioni sono avvenute negli anni compresi tra le due guerre mondiali e più massicciamente verso la fine degli anni '50 inizio '60. Le forme maggiormente impiegate sono state quelle appartenenti ai gruppi "mongolicus" e "torquatus" inquinando, come successo in altri paesi, le popolazioni che sulla penisola si erano già perfettamente acclimatate. Condizione ulteriormente aggravata dalle consistenti importazioni che, da allora ai giorni nostri, di fagiani, soprattutto dagli Stati Uniti. Inizialmente l'infelice scelta di introdurre esemplari di Phasianus c. mongolicus e torquatus è stata dettata, come in altri paesi, da meri scopi commerciali in quanto di mole superiore, con colorazione più ricca, nonché più prolifici ed adattabili. ,
- Il Professor H. H. Giglioli, scrivendo della Corsica, osservò: "Mi è stata ripetutamente assicurata la presenza nell'isola, tra le colline di Aleria sulla costa orientale, del fagiano Phasianus colchicus in condizioni perfettamente selvatiche. Vedo che il signor Jesse riferisce la stessa cosa. . . . Sto ancora facendo indagini sull'argomento; ma, per quanto ne so, non è disponibile alcuna traccia della sua introduzione da parte dell'uomo". (Ibis, aprile 1881.)
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- Nei paesi più vicini alla località da cui si suppone che il fagiano comune (Phasinaus c. colchicus) sia originario, lo si può definire abbondante. Per contro, il canonico Tristram informa che non sembra essere conosciuto in Siria. L'Onorevole T. L. Powys (in seguito Lord Lilford), scrivendo su The Ibis, afferma che: in Grecia, l' unica località in cui trovò dei fagiani è stata sul fiume Luro, vicino a Prevesa, nel marzo 1857, in quell'occasione ne vidi solo uno, il fagiano non era mai stato osservato prima in quella parte del paese. Di nuovo nel dicembre dello stesso anno,
illustrazione con Phasianus c. colchicus da: The Natural History of British Game Birds di 1906 Millais, John Guille,
nelle foreste vicino alla foce del fiume Drin, in Albania, dove è relativamente comune e diversi caddero sotto i nostri colpi di fucile. In quest'ultima località, l'habitat del fagiano sembra essere limitato a un raggio di venti o trenta miglia a nord, est e sud della città di Alessio, un distretto per la maggior parte densamente boscoso e ben irrigato, con tratti occasionali di terreno coltivato. Il mais indiano è apparentemente il prodotto principale e costituisce, con le bacche del ligustro (che abbonda in tutta l'Albania), il principale alimento della specie. Abbiamo sentito molti più fagiani di quanti ne abbiamo visti, poiché i boschi molto fitti ed estesi non permettevano di avvicinarli, i nostri cani selvaggi e abbiamo perso molto tempo nel fare lunghi circuiti per attraversare o evitare i numerosi piccoli ma profondi corsi d'acqua che intersecano il paese in ogni direzione. Questa specie è particolarmente abbondante sulle rive del golfo di Salonicco in Grecia, verso la foce del fiume Vardar; e sono stato informato, da fonte attendibile, che i fagiani si trovano anche nei boschi di Vhrakori, in Etolia, circa a metà strada tra i golfi di Lepanto e Arta. Per quanto riguarda l'attuale distribuzione della specie, il signor Gould, nel suo "Birds of Asia", afferma che il defunto signor G. T. Vigne lo uccise allo stato selvatico nel lago di Apollonia, a trentacinque miglia da Broussa, a sud del mare di Marmara, e che il defunto signor Atkinson lo trovò sul Kezzil-a-Gatch e nel paese a ovest del fiume Ilia. Il signor C. G. Danford, nelle sue note sull'ornitologia dell'Asia Minore, scrive: "Il console inglese, il signor Gilbertson, ci ha informato che i fagiani, sebbene in genere stiano diventando rari, erano ancora comuni nei pressi del lago Apollonia, dove un paio di fucili l'anno scorso ne avevano uccisi più di sessanta in due o tre giorni di caccia". (Ibis, 1880, p-98.)

- Il già sopra menzionato Lord Lilford, scrivendo nel 1895, afferma: "L'unico paese in cui lo abbiamo incontrato personalmente in uno stato non conservato e perfettamente selvaggio è sulle rive dell'Adriatico, vicino ad Alessio, in Albania, dove non è, o non era, affatto raro nella bassa foresta vicino alla foce del fiume Drin; si trova anche in numeri considerevoli vicino a Salonicco e in alcune altre località della Turchia europea. Ma le migliori autorità sembrano concordare sul fatto che la vera casa e sede della specie siano le coste del Mar Caspio, le valli del Caucaso e l'Asia Minore settentrionale. Forme molto simili, tuttavia, si incontrano dal Mar Caspio, attraverso l'Asia, fino alle coste e alle isole della Cina."
- Considerazioni personali: come ben si evince da quanto sopra menzionato la diffusione temporale del fagiano, specificatamente riferito al Phasianus c. colchicus, in Europa ed Regno Unito è tutt'altro che chiara. Se in Inghilterra ed Europa centrale fu, con tutta probabilità, introdotto dai romani, restano non pochi dubbi sul fatto che in Grecia, Bulgaria e Albania, citati in quanto esiste documentazione a tale proposito, ma ciò non esclude altri paesi, la presenza della specie sia dovuta ad espansione naturale attraverso la Turchia, oppure vi siano stati portati dai greci. Personalmente opto per la prima variante, o forse un misto di entrambe. Se consideriamo la forte propensione di questo genere ad ampliare e colonizzare nuovi territori e che all'inarrestabile avanzata verso occidente nulla hanno potuto presunte invalicabili catene montuose, fiumi impetuosi, deserti, foreste e condizioni climatiche avverse. Solo il mare e l'uomo, sono riusciti ad interrompere questa sorta di moto perpetuo. L'isola di Formosa (Taiwan) ? Certo è un buon esempio, però non è del tutto chiaro se a causa dell'innalzamento dei mari una popolazione di fagiani si trovò circoscritta a quella che era diventata un isola, oppure sulla stessa vi furono introdotti, in tempi remoti, dagli esseri umani.
- Veri -
- Ibridi - mutazioni -
- Veri - falsi - diversamente colorati, ovvero: veri fagiani, ibridi e mutati: dolenti noti, con particolare riferimento alla prima che riguarda una deplorevole partica umana andatasi a perpetuare ne tempo sino ai giorni nostri con le conseguenze che, purtroppo, tutti, o quasi, gli "addetti ai lavori", ben conoscono. Mentre gli incroci tra le diverse specie non è chiaro se siano stati praticati prima in allevamento rispetto a quelli avvenuti nelle aree dove venivano rilasciate le varie forme a scopo venatorio, parrebbe, quindi non certo, che le prime mutazioni siano apparse nelle stesse zone sopra citate, sia sulle isole britanniche che in Europa, sicuramente dovute alle introduzioni promiscue, e successivamente negli allevamenti. Quindi, perlomeno nei luoghi dove sono state introdotte originariamente alcune sottospecie sembra che gli incroci abbiano preceduto, di alcuni decenni, la comparsa delle prime mutazioni che potremmo, in questo caso, definire naturali quand'anche dovute quasi certamente alla forzata convivenza tra forme diverse. Per cui l'aggettivo "naturale" è qui forse improprio. Quanto in seguito proposto, seppur succintamente riguarda proprio questo tema, trattato con molta enfasi ed apprezzamento da non pochi autori, in particolare inglesi i quali, in buona parte, ma presumo così anche gli europei e americani, ritenevano che l'ibridazione tra diverse sottospecie come anche con altri generi, fosse pratica auspicabile, ben vista e gradita. Di tutt'altro parere personaggi importanti come Gould, Elliot ecc. Quindi, un esercizio iniziato in tempi relativamente remoti che fanno riferimento, perlomeno, alla prima metà del XIX secolo (1800).
- Di seguito le sintesi relative ad osservazioni, commenti, opinioni e "certezze" di alcuni autori del passato nei riguardi delle prime forme importate e introdotte, principalmente in Gran Bretagna: Phasianus c. colchicus - torquatus mongolicus e quasi al solo scopo ornamentale, il Phasinaus c. principalis, nei quali si evince, oltre ad interessanti info storiche, sia l'apprezzamento attinente all'ibridazione, quanto il diniego nei confronti di questa pratica. Quelli che possono sembrare errori o inesattezze di varia natura e geografiche, sono dovute, o meglio, corrispondo alle conoscenze dell'epoca. Es:- nel caso del Phasianus c. mongolicus e torquatus per i quali vedere in: Phasianus colchicus sottospecie 1 e 2 > Phasianus c. mongolicus e torquatus: -
Le sintesi sopra menzionate delle stesse forme sono riprese da più autori in quanto, ognuna di esse argomenta in modo diverso fatti e condizioni relative alla specie in oggetto.
- Dopo la lettura dei lavori di molti autori, in gran parte inglesi, ci tengo a sottolineare che non ho affatto apprezzato la mancanza, tranne rari casi, di considerazione nei riguardi degli esploratori e autori russi che, nello specifico, tanto hanno dato e avuto l'indubbio merito di aver fatto scoprire la Cina, in tutta la sua bellezza naturale ed archeologica, al resto del mondo, nonché trovato e descritto una quantità inimmaginabile di specie, non solo in Cina, tra le quali molte di Phasinaus colchicus, e ciò è imperdonabile per il mondo scientifico.
- Beverley Robinson Morris in "British Game Birds and Wildfowl" 1857, scrive:- "C'è una varietà di fagiano che mostra un anello bianco attorno al collo, e questo non è raro. Veniva considerata come specie distinta da quella comune (Phasianus c. colchicus), ma ora si scopre che è solo una varietà poiché cerca il cibo assieme al fagiano comune, e la presenza di soggetti col collare in una covata sembra essere del tutto accidentale. Tuttavia, in alcuni distretti prevalgono in larga misura, ed il signor Selby afferma che nella sua zona hanno quasi sostituito la specie comune".
Come già menzionato, dal resoconto precedente sembrerebbe che l'introduzione del fagiano cinese Phasianus c. torquatus, o dell'ibrido di quest'ultimo risalga a prima del 1855. Continuando, lo stesso autore dice:
"..I fagiani bianchi puri o pezzati di bianco in ogni varietà sono abbastanza comuni ed alcuni di questi ultimi mostrano bellissime maculature 1*). Sembrerebbe che la livrea in bianco puro sia assunta più frequentemente dalla femmina e quelli giunti alla nostra attenzione confermano senza dubbio questa osservazione".
Sia i fagiani bianchi puri che quelli pezzati si incontrano occasionalmente in entrambi i sessi, ma come tali possono essere considerati solo varianti del fagiano comune, né si può fare affidamento sui primi per ottenere piumaggi bianchi o pezzati, sebbene alcune delle covate sviluppino, di norma, lo stesso piumaggio. L'allevamento sperimentale dimostra che è estremamente difficile ottenere e stabilizzare soggetti bianchi puri da antenati "colorati". C'è sempre una forte tendenza verso una reversione del tipo "ancestrale", dal quale è derivato..."
1*) Commento personale:- Per contro Naumann in "Naturgeschichte der Vögel Mitteleuropas (Storia naturale degli uccelli dell'Europa centrale) del 1897, sostiene che in Germania e apparentemente anche in Europa, i fagiani bianchi o pezzati sono piuttosto rari.
- Daniel Giraud Elliot, parlando di P. c. colchicus, espose alcune osservazioni molto interessanti su questa specie uccello: - ,
"..Nessun membro dei Phasianidae è stato più a lungo o generalmente studiato al pari di questa specie. Ogni riserva in Inghilterra e nel continente, in qualche modo ospita fagiani comuni. Tuttavia è difficile incontrarne uno che non sia stato, in un momento o nell'altro, inquinato da una specie affine e di conseguenza presenti prove nel suo piumaggio, che li riconduce ai Phasianus c. torquatus o Phasianus versicolor, ampiamente introdotti anche in Europa. È motivo di rammarico che questo ibridismo debba essere permesso, perché non migliora in alcun modo nessuna delle specie e ci consegna una forma meticcia, che almeno all'occhio dell'ornitologo, è tutt'altro che gradevole.."
* Frank Townend Barton nel suo "Pheasants In Covert and Aviary" del 1912 scrive:- Le opinioni di Elliot in relazione all'ibridismo non sono certamente corrette, essendoci abbondanti prove, come dimostrato in modo sorprendente dall'incrocio tra Phasianus c. Mongolicus e Phasianus c. colchicus, che un ibrido può eccellere sotto ogni aspetto, sia rispetto a entrambe le specie individuali 1*)
1*) Commento personale:- Per quel che mi riguarda le opinioni di Elliot sono del tutto corrette. Quella che, probabilmente, per l'autore era solo una sgradita constatazione, ai nostri giorni si è trasformata in triste realtà, forse una delle principali cause che sta portando alla veloce estinzione, perlomeno genetica, di molte sottospecie originali. Di questo, o meglio, per questo, inteso come pratica dell'ibridismo, dobbiamo "ringraziare" tutte quei personaggi che in passato, avendo una visione della vita che non andava oltre il loro presente, hanno favorito e incoraggiato per meri scopi, l'incrocio tra specie e/o generi diversi.
Phasianus c. colchicus ( fagiano del sud Caucaso ) - Da Their Natural Hstory & Practical Management del 1922 di W. B. Tegetmeier I fagiani più adatti agli habitat inglesi, degli Stati Uniti d'America, Australia e altri climi temperati sono senza dubbio quelli che appartengono al genere ristretto Phasianus, o, come molti li chiamano, i veri fagiani. In passato c'era solo una specie distinta conosciuta in Europa, quella chiamata Phasianus colchicus, seguita dal Phasianus torquatus, Phasianus versicolor e Phasianus mongolicus. Negli ultimi anni, in particolare nel decennio di allevamento intensivo che ha preceduto la guerra europea, il fagiano mongolo è stato liberamente incrociato con il nostro fagiano comune (Phasianus colchicus) ed il cinese (Phasianus torquatus), che ha completamente soppiantato il Phasianus versicolor, che per varie ragioni discusse in un altro capitolo è caduto un poco in disgrazia. Queste quattro forme erano originariamente considerati dai naturalisti come specie perfettamente distinte, ma ora si sa che si riproducono liberamente tra loro e che la prole è perfettamente fertile, per quanto intimamente siano incrociati. Il defunto Henry Seebohm, che prestò grande attenzione agli uccelli di questo gruppo, scrivendo nel [bis del 1887, disse:- “Il fatto che tutti i veri fagiani si riproducano liberamente tra loro e producano prole fertile, può essere accettato come prova assoluta che sono solo sub-specificamente distinti l'uno dall'altro. Come tutte le altre sottospecie, esistono solo per tolleranza. "Le specie locali sembrano essere sufficientemente distinte, ma mantengono il loro carattere distintivo solo finché sono isolati l'uno dall'altro. Nel momento in cui vengono messi in contatto iniziano a incrociarsi; ibridi di ogni tipo compaiono rapidamente e, in un tempo relativamente breve, gli effetti di impaludamento dell'incrocio riducono le due o più razze locali che sono state messe in contatto a una singola e uniforme razza intermedia. Tali effetti di impaludamento praticamente annientato, in questo caso, nelle isole britanniche, le due specie di fagiani dall'aspetto molto diverso che vi erano state introdotte: Phasianus colchicus dall'Asia Minore e Phasianus torquatus dalla Cina. Il fagiano delle isole britanniche è, con rarissime eccezioni, solo un meticcio tra queste due razze, ma, bisogna ammetterlo, molto sano e fertile". L'intersezione delle diverse razze nel corso dei secoli e l'isolamento nelle valli e sistemi fluviali dell'Asia hanno dato origine a numerose sottospecie che si trovano sparse in quel vasto continente. La diffusione della ricerca scientifica sta continuamente svelando nuovi fagiani che gli scopritori vogliono considerare come specie distinte, ma che sono ovviamente solo forme miste. Il signor D. G. Elliot, scrivendo nel 1872, ne enumerò circa una dozzina. Il signor Seebohm, nell'Ibis del 1887, ne descrisse sei come sottospecie di Phasianus colchicus (tre delle quali non furono riconosciute dal signor Elliot). Si tratta di Phasianus principalis del Nord Afghanistan; Phasianus persicus (che il signor Elliot considera uguale a Phasianus shawi); e Phasianus chrysomelas, che considera identico a Phasianus insignis. Nel volume seguente (1888) il signor Seebohm enumera sette specie, di cui il cinese Phasianus torquatus può essere considerato il tipo; di queste, due, Phasianus vlangali e Phasianus strauchi, non sono descritte dal signor Elliot. Tra gli altri, il più marcato è il Phasianus versicolor giapponese, che sembra il più distinto e tipico di tutti i veri fagiani. Nel suo lavoro sui volatili selvatici, il signor Ogilvie Grant enumera diciotto specie, e a queste ne sono state aggiunte altre tre dal signor Dresser e dall'Onorevole Walter Rothschild, come riportato nel Capitolo I del presente volume. Sarebbe solo una noiosa e inutile perdita di tempo addentrarsi nella considerazione di queste numerose specie di fagiani; basti dire che sono tutte perfettamente fertili, inter se, come lo è in una certa misura le loro progenie. Il nominare una varietà come una nuova specie perché ha una leggera variazione nel suo piumaggio ha poco interesse per gli uomini pratici.
Phasianus c. torquatus ( fagiano cinese o dal collare ) - Da Their Natural Hstory & Practical Management del 1922 di W. B. Tegetmeier Il Col. N. M. Przewalski, Swinhoe, Dudley E. Saurin, Pére David e altri naturalisti che hanno studiato la fauna della Cina unanimemente confermano che il Phasianus torquatus sia la specie più comune in questo paese dove abbonda sulle colline aperte e capi di cotone Il signor Saurin afferma: "Il comune fagiano cinese si trova ovunque nel nord della Cina. Jam non sa quanto più a sud si trovino rispetto a Shanghai; ma in quella zona, dopo la devastazione del paese da parte dei Tai-ping, vengono uccisi a centinaia. Migliaia vengono portati al mercato di Pechino congelati dai Mongoli, da nord fino all'Amour. Nel nuovo porto russo di Poussiet, confinante con la Corea, lo stesso fagiano abbonda. Io stesso li ho visti selvatici nei terreni di caccia imperiali a nord di Jehol e sulle montagne vicino a Ku-peh-kow". Il console Swinhoe afferma che è molto comune vicino a Hankow e in tutti i luoghi visitati dagli europei a nord dello Yangtze. Formosa pullula di questi uccelli; gli esemplari trovati lì, tuttavia, differiscono da quelli della razza tipica perché hanno le piume ocracee sui fianchi estremamente pallide e da alcuni autori questa varietà locale è stata descritta come una specie distinta con il nome di Phasianus formosanus 1*). In Inghilterra è stato introdotto diversi anni fa, molto prima dell'epoca di Latham (1790), che la descrisse come se fosse comune nelle riserve di molte tenute; nel 1742 Peter Collinson vide "alcuni bellissimi fagiani cinesi" in possesso del capitano Goff, un direttore dell'India di Hast (Richardson, Correspondence, 1835). Nessun uccello potrebbe essere più adatto alle nostre riserve; essendo nativi di una parte fredda della Cina, sono molto resistenti, un carattere che dimostrano deponendo le uova all'inizio della stagione e producendone un'abbondante numero. È senza dubbio un'aggiunta molto ornamentale ai nostri uccelli da caccia, essendo prezioso non solo per la bellezza del suo piumaggio, ma anche per la delicatezza della sua carne. Tuttavia, seppur con qualche difficoltà, la specie è mantenuta in uno stato di assoluta purezza poiché i maschi sono inclini a vagare; in effetti, il signor W. Liddiard, West Bridgford, Nottingham, che li ha allevati negli Stati Uniti, dove sono comunemente noti come "mongolia", riferisce di aver avuto prove che i suoi colli fagiani cinesi vennero abbattuti a trenta e quaranta miglia da dove erano stati allevati. Quindi gli incroci tra questo e la specie comune (Phasianus c. colchicus) sono molto diffusi e gli ibridi comunemente chiamati "fagiani dal collare". Questi uccelli incrociati sono perfettamente fertili 2*) non solo con entrambe le specie pure, ma anche tra ibridi stessi. Tuttavia, sono molto diversificati nel piumaggio, la quantità di bianco che costituisce il collare varia da quattro a cinque piume a un cerchio quasi completo, e le piume sui fianchi sono intermedie tra il bellissimo camoscio maculato del fagiano cinese puro e il colore scuro del Phasianus c. colchicus. Questi ibridi sono ormai comuni nella maggior parte delle zone del paese adatte a questa specie. I pregi dei Fagiani cinesi (Phasianus torquatus) sono ampiamente condivisi dalla loro progenie meticcia; da qui l'incrocio tra il cochicus ed il cinese si dimostra una preziosa introduzione alle nostre riserve, poiché conserva in gran parte la bellezza e fertilità precoce della razza cinese pura, a cui aggiunge grande resistenza e dimensioni maggiori, ma gli uccelli sono generalmente considerati più inclini a vagare e alcuni buongustai sostengono che la loro carne è meno saporita di quella del Phasianus c. colchicus. La misura in cui si è verificato l'incrocio delle due specie è ben mostrata nel seguente interessante resoconto tratto da "Birds of Norfolk" di Stevenson:- "...Nel suo stato semi-domestico, come i nostri piccioni e pollame, il fagiano comune (Phasianus c. colchicus) si incrocia facilmente con le sue specie affini, e in così grande misura ciò è stato portato nel Norfolk che, tranne nei distretti completamente non conservati, è difficile al momento trovare un esemplare perfetto del vecchio tipo inglese (Phasianus c. colchicus) senza alcune tracce, per quanto lievi, del collo ad anello e di altre caratteristiche marcate del fagiano cinese (Phasianus torquatus) e in molte località quelle del giapponese (Phasianus versicolor). Osservando un gran numero di fagiani provenienti da diverse nidiate ho notato ogni sfumatura che differiva dal "fagiano dal collare" “quasi” puro, con i fianchi color camoscio e le ricche tinte lavanda e verde su ali e copritrici della coda, al fagiano comune nel suo piumaggio brillante ma meno vario, con una sola piuma sul suo collo lucido appena ornata da una macchia bianca. Alcuni uccelli del primo incrocio sono appena distinguibili dal vero Phasianus torquatus e sono molto belli quando esposti alla luce del sole in campo aperto; tuttavia, ma man mano che la "specie" si estingue gradualmente, le tinte verdi e lavanda sul dorso iniziano a sbiadire e i ricchi fianchi arancioni si attenuano gradualmente; sebbene la caratteristica più marcata di tutte, il collare bianco, venga trasmesso da una generazione all'altra e l'origine ibrida dell'uccello sia quindi evidente molto tempo dopo che ogni altra traccia della sua parentela mista è completamente scomparsa..."
Phasianus c. torquatus ( nell'Isola di Sant Elena ) - Da Their Natural Hstory & Practical Management del 1922 di W. B. Tegetmeier Il fagiano cinese è stato introdotto con successo in diverse parti del globo così come la rapidità con la quale si è diffuso in Nuova Zelanda. Già nel lontano 1513 si era acclimatato nell'isola di Sant'Elena in circostanze molto particolari, come racconta Brookes nella sua storia dell'isola. Fernandez Lopes, avendo disertato dall'esercito di A. Albuquerque a Goa, fu esiliato, insieme a un certo numero di negri, ed esiliato a Sant'Elena, dove gli vennero fornite radici, semi, pollame e fagiani da allevare. Questi erano della specie ora in esame. Essendo abbondanti bacche e semi nell'isola, gli uccelli divennero selvatici, prosperarono sorprendentemente e durante la visita del capitano Cavendish nel 1588 li trovò in grande numero e condizioni ammirevoli. Nel 1875 veniamo informati, in “St. Helena,” di Melliss, che esistono ancora in abbondanza e mantengono esattamente le caratteristiche menzionate da Cavendish. Sono protetti dalle leggi sulla caccia, che ne consentono l'uccisione, dietro pagamento delle licenze, per sei settimane in estate o in autunno di ogni anno, e centinaia di esemplari vengono generalmente uccisi durante una stagione di caccia. "Trovano molti nascondigli e generalmente nidificano nei lunghi campi di erba mucca (Paspalum scrobiculatum). Non c'è dubbio che la specie cinese o dal collo ad anello sia rimasta intatta a Sant'Elena. Le navi dirette in India attraverso il Capo di Buona Speranza nei tempi antichi non navigavano entro mille miglia da Sant'Elena; ma, sfruttando gli alisei, andavano direttamente verso la costa del Sud America, spesso, fermandosi a Rio, e poi puntavano direttamente verso il Capo di Buona Speranza, aiutate dall'aliseo inverso. Fu al rientro dall'India che l'isola di Sant'Elena venne visitata e le lettere dall'Inghilterra all'isola passarono attraverso il Capo. In queste circostanze, l'introduzione di un fagiano di altra specie sull'isola è estremamente improbabile, e quella di un Phasianus versicolor è fuori questione. Per quanto riguarda l'alterazione del piumaggio prodotta dall'esposizione a queste nuove condizioni per più di 400 anni, bisogna confessare che sono del tutto insignificanti. C'è lo stesso verde lucido e brillante della testa e del collo, l'anello bianco che circonda completamente il collo, la coda verdastra pallida e le copritrici alari, ma il petto e i fianchi sono meno distintamente punteggiati, le parti inferiori sono di un rosso più uniforme. Le leggere modifiche del piumaggio sono senza dubbio dovute all'influenza del clima diverso che agisce attraverso molte generazioni, aggiunto, forse, al cambiamento della dieta. Il signor J. English Torbett informa che i semi maturi della Calla zethiopica, pianta ornamentale piuttosto comune in Gran Bretagna ed Europa, sono molto appetiti dai fagiani di Sant'Elena, e costituiscono una grande porzione del loro cibo.
Phasianus c. mongolicus ( fagiano mongolo ) - Da Their Natural Hstory & Practical Management del 1922 di W. B. Tegetmeier Sappiamo talmente poco di questa specie che il signor Ogilvie Grant, nella sua preziosa monografia su "Game Birds", pubblicata nel 1897, afferma di non aver trovato note importanti sulle abitudini di questo fagiano davvero splendido.
Negli Stati Uniti è sorto un malinteso infelice nei riguardi di questa forma. dalle autorità statali del Massachusetts e Oregon è stato confuso nella maniera più incredibile con il Phasianus torquatus. Sono state emanate direttive specifiche nelle quali si affermava che non poteva essere allevato con successo nello stesso modo dei comuni fagiani inglesi, mentre è apparentemente certo che nessun vero Phasianus mongolicus non è mai stato introdotto negli Stati Uniti fino a tempi recenti. Indotto in errore dai documenti ufficiali sull'allevamento ho riprodotto le citate direttive che hanno suscitato dall'Onorevole Walter Rothschild la seguente comunicazione:— "Vorrei sottolineare che la forma chiamata in America, Francia, Olanda e molti altri paesi fagiano mongolo (Phasianus mongolicus) non appartiene a questa specie, ma al fagiano cinese (Phasianus torquatus) e, per quanto sono stato in grado di accertare, il vero Phasianus mongolicus non era mai stato introdotto vivo prima che il signor Carl Hagenbeck lo prendesse per me, e certamente non è stato introdotto in America." È difficile immaginare come questo errore possa essere sorto; l'aspetto delle due razze è totalmente diverso. Ma non c'è dubbio che l'Onorevole Walter Rothschild abbia perfettamente ragione, perché in un elaborato articolo sui fagiani in Country Infe in America del settembre 1903, vengono fornite incisioni delle diverse specie, tra cui una grande del fagiano cinese, P. torquatus, e sotto questo elaborato disegno è posta la seguente descrizione: - "Il cosiddetto fagiano 'mongolo', propriamente fagiano dal collare cinese, o torquatus. Il vero mongolo non è mai arrivato vivo in questo paese. Nel 1884, in Oregon sono stati liberati ben 18 fagiani torquatus e probabilmente ora ce ne sono più che in Cina. L'anno scorso, in Oregon, ne sono stati uccisi 50.000 in un giorno. "Questa è la specie migliore per la naturalizzazione nelle riserve di caccia americane". Per quanto riguarda il vero mongolo, l'Onorevole Walter Rothschild, scrivendo sul campo il 20 giugno 1903, afferma: — "Tuttavia, ho avuto un certo numero di veri fagiani mongoli (Phasianus mongolicus) vivi a Tring per due o tre anni e un certo numero di giovani, sia puri che meticci, nati e allevati nelle nostre riserve e quelli che sono stati cacciati si sono dimostrati molto superiori per sapore e dimensioni ai normali fagiani. I galli nati a giugno avevano le stesse piume e pesavano quanto i fagiani comuni di due anni. Una testimonianza del valore dell’ibrido mongolo è stata addotta da un corrispondente che, scrivendo sul Field del 16 gennaio 1909, dice: "Nella tenuta dove ho recentemente sparato per alcuni anni è stato allevato il fagiano cinese (Phasianus torquatus) e ha dato dei tiri splendidi. Ma negli ultimi tre anni sono stati introdotti i mongolia e alcuni di loro sono stati incrociati con i cinesi; il risultato è che quest'anno gli uccelli hanno mostrato un carattere mai riscontrato prima. Si alzano liberamente verso i battitori, volano audacemente molto velocemente e in alto; tuttavia, se vengono involati su un terreni in salita, si alzano, quasi, troppo in alto per essere raggiunti. In un'occasione, mentre stavamo sparando, c'era un vento molto forte e gli uccelli sono stati fatti volare su una collina sopra i cannoni posizionati nella valle; nessuno che li abbia visti volare potrebbe dire che erano pigri in volo e non hanno mai fatto un buon tiro sportivo; in effetti, se non altro, erano troppo attivi in volo e facevano voli così lunghi che molti di loro uscirono subito dal giro di quel giorno". Il guardiano di questa tenuta ha espresso la sua opinione che i pulcini erano molto resistenti e più facili da allevare di quelli del fagiano comune. È estremamente soddisfacente sapere che i mongolia meticci hanno avuto successo nelle riserve. A Tring ne sono state allevate diverse centinaia e cacciati nel 1903. Gli ibridi maschi mostrano l'aspetto del Phasianus mongolicus puro. Le copritrici alari non sono così biancastre: ma in bellezza, resistenza e qualità da tavola non lasciano nulla a desiderare. Le femmine, tuttavia, sono difficili da distinguere da quelle della specie comune, ma la variazione nelle marcature delle piume tra i fagiani mongoli incrociati e le comuni femmine è stata oggetto di due interessanti lavori del dott. H. Hammond Smith apparse sul Field del 6 febbraio e del 6 marzo 1909:- “… Nel colchicus e nell'incrocio tra il colchicus e il torquatus, le piume delle copritrici caudali delle femmine sono marcate con barre alternate di color camoscio chiaro e nero, disposte in una forma lanciforme, con la parte stretta rivolta verso il basso della piuma. Nella femmina del fagiano mongolo, per contro, simili barre nere e color camoscio pallido appaiono alternativamente ma disposte in linee rette attraverso la piuma. Questa marcatura dritta con linee color camoscio e nere appare sulle piume delle copritrici della coda delle femmine ibride tra il cinese e il mongolo o tra il fagiano comune e il mongolo, e rimane per generazioni. Proprio come il collare bianco generalmente visibile sui colli dei maschi ibridi di Phasianus c. colchicus è rimasto come segno dell’incrocio col Phasianus torquatus, così queste barre trasversali sulle copritrici della coda delle femmine ibride indicano un'ascendenza mongola…”
2*) Commento personale:- Contrariamente, e correttamente, a quanto affermato da John Gould, in un altra disamina sotto proposta dedicata a questa specie, incroci ed ibridi tra sottospecie di Phasianus sono completamente fertili.
Phasianus c. colchicus ( fagiano comune per gli inglesi dell'epoca ) - Da "The Birds of Asia in seven volumes - 1850-1883 - Vol. VI del 1883 di John Gould F.R.S.
A questo proposito Gould scrive: " Da parte mia, lo considero tanto fuori luogo negli "Uccelli della Gran Bretagna" quanto lo sarebbe includere in essa simili delineazioni del pavone, del tacchino e diversi altri uccelli che sono stati introdotti in vari periodi e, favoriti da cure e protezione, hanno vissuto e prosperato; la mia opinione, tuttavia, è stata accolta con l'argomentazione che, considerata la quantità di anni trascorsi dalla sua introduzione e dal fatto che sia diventato parzialmente selvatico nei nostri boschi, dovrebbe costituire un'eccezione. Il vero habitat del fagiano comune sono senza dubbio le regioni dell'Asia Minore e occidentali dell'Asia, da dove con ogni probabilità i primi esemplari viventi vennero introdotti nelle nostre isole britanniche; ma anche questo è in dubbio, poiché da molto tempo sappiamo che la specie vive in Turchia, Bulgaria e di altre parti dell'Europa orientale, ed è altrettanto probabile che i nostri fagiani siano arrivati da quelle aree. Daniell, nel suo "Rural Sports", afferma che i fagiani furono diffusi in Europa dagli Argonauti 1250 anni prima dell'era cristiana e attualmente si trovano allo stato naturale in quasi tutto il Vecchio Continente. La storia assegna a Giasone l'onore di aver portato questo uccello, nella sua celebre spedizione, dalle rive del citato fiume Fasi.
Illustrazione con Phasianus c. colchicus da: The Birds of Asia in seven volumes - 1850-1883 - Vol. VI del 1883 di John Gould F.R.S.

In tempi relativamente antichi i fagiani che vagavano nei boschi delle isole britanniche erano di sangue puro e adornati di colori e marcature incontaminati. Attualmente (1883 circa), a causa dell'introduzione di altre specie e incroci verificatisi, il paese è abitato da una serie di meticci, ogni individuo, o almeno la maggior parte, esibisce un tipo indefinito di fenotipo, così che scientificamente, In Gran Bretagna, non c'è più alcun interesse verso queste forme. Dal punto di vista utilitaristico, il danno maggiore, a mio parere, è stato causato dall'introduzione di nuove specie, - certamente non deprezzabile l'infusione di nuovo sangue attraverso individui della stessa specie e ogni allevatore e biologo sa che il risultato sarebbe benefico. Tuttavia, l'introduzione del Phasianus c. torquatus e Phasianus versicolor lo ha dimostrato solo apparentemente. I primi ibridi di una delle due specie citate con il, "nostro", vero Phasianus c. colchicus sono spesso uccelli meravigliosamente belli, generalmente, se non sempre, molto più grandi in dimensioni e peso, adornati con un piumaggio la cui colorazione è spesso più bella di quella di entrambi i genitori. La natura, tuttavia, non favorisce tali libertà; perché, per quanto interessanti possano sembrare agli occhi del semplice osservatore, l'inutilità di tali procedimenti innaturali è immediatamente resa manifesta dall'infertilità, o dall'infertilità parziale, di questi individui. Non ci si potrebbe aspettare nessun altro risultato, poiché ogni persona pensante immediatamente capisce che si tratta di veri muli, che raramente o mai si riprodurrebbero; sono infatti timidi nell'accoppiarsi con una delle specie genitoriali a cui sono più strettamente imparentati.
Stupenda, quanto drammatica immagine, di Phasianus c. colchicus strangolato dal laccio di un bracconiere: Autore, Joseph Wolf Wolf per "The Birds of Great Britain" - in five volumes - Vol. V. del 1873 di John Gould F.R.S.

Ora, essendo questi risultati certificati da centinaia di esperimenti, deve essere evidente ai nostri proprietari terrieri, cacciatori e allevatori che non è stato prodotto alcun effetto benefico mescolando due o tre specie di fagiano nella stessa area o voliera, comanche gli incroci tra due di queste. Nel generalizzare, è tuttavia necessario aggiungere che da quanto personalmente visto e informazioni ricevute sull'argomento, non si può affermare con certezza che gli ibridi siano in tutti i casi non fertili, ma che prevale molta incertezza sulla questione. Alcune covate di uova possono rivelarsi piuttosto buone, altre semi-sterili; e i piccoli spesso crescono deboli e rachitici.
Phasianus c. torquatus ( fagiano cinese ) - Da "The Birds of Asia in seven volumes - 1850-1883 - Vol. VI del 1883 di John Gould F.R.S. Dell'introduzione di esemplari in Inghilterra, sono registrati numerosi casi. Latham, nella sua "Storia generale degli uccelli", afferma che sia stato introdotto per la prima volta dal defunto Duca di Northumberland, e molti furono allevati e liberati nella tenuta di Sua Grazia ad Alnwick. Lord Carnarvon fece lo stesso a Highclere, nel Berkshire, e la defunta Duchessa Dowager di Portland a Bulstrode, Bucks". Più di recente è stato introdotto nei possedimenti di altri nobili e gentiluomini, ed è molto numeroso nelle proprietà del Conte di Stamford e Warrington. "La conseguenza di questa introduzione è stato l’incrocio tra questa forma ed il residente fagiano comune (Phasianus c. colchicus), che ha prodotto la varietà o le varietà note con il nome di Ringnecks (letteralmente, anello al collo), ora molto comune nei nostri boschi. Ovviamente questi soggetti non sono strettamente in accordo con i fenotipi dei veri fagiani, né formano una varietà dai caratteri fissati; infatti, non ce ne sono due, nemmeno nello stesso distretto, che esibiscano esattamente le stesse caratteritiche; alcuni esemplari hanno il collo ornato da un collare ben definito, mentre in altri è stretto e imperfetto; anche le penne dei fianchi assumono una tinta intermedia e non presentano mai la tonalità cuoio pallido puro visibili nel Phasianus torquatus, o la colorazione scura del Phasianus c. colchicus. Questi dettagli, sebbene apparentemente banali, non possono essere considerati poco importanti quando prendiamo in considerazione l'interesse così generalmente dimostrato rispetto a queste varietà; e il fatto che dalla mescolanza delle due specie è stata prodotta una prolifica prole; una circostanza, tuttavia, che deve essere considerata un'eccezione alla regola generale, perché credo che in pochi casi e con poche forme si verificherebbe un tale risultato. Circa sei o sette anni fa, esemplari di questa specie provenienti direttamente dalla Cina furono portati nella Zoological Society of London, dove si riprodussero in tale abbondanza da consentire una distribuzione di uova e individui ai proprietari di tenute in varie parti dell'Inghilterra. In alcune situazioni si incrociavano facilmente con il comune fagiano, il prodotto era costituito da uccelli simili ai Ringneck delle riserve inglesi.
Sebbene Gmelin probabilmente abbia proposto per primo il termine specifico per questo uccello, fu M. Temminck a sottolineare le differenze che si verificano tra questa forma ed il Phasianus c. colchicus e affermò che, a suo parere, il fagiano cinese (Phasianus torquatus) è quello a cui dovrebbe essere applicato il termine latino torquatus = dotato di collana o collare, avendo dimostrato in modo soddisfacente la sua diversità dal Phasianus c. colchicus. Sempre Temminck osserva che "è di dimensioni molto più piccole, la sua lunghezza dalla punta del becco all'estremità della coda non supera mai i due piedi e cinque pollici (circa 74 cm.), che è sei pollici (circa 15 cm.) in meno della lunghezza totale del Phasianus c. colchicus; anche l'estensione delle ali è minore, e la coda molto più corta in proporzione alle dimensioni del corpo". Afferma inoltre che la circostanza della sua riproduzione in uno stato di semi-domesticazione con la specie comune e la produzione di prole fertile non è una prova che i due uccelli non siano specificamente distinti. Di questa opinione è anche John Gould e, come M. Temminck, crede che in natura tale incrocio non avrebbe mai luogo. Poiché è probabile che questa forma diventi molto importante tra la selvaggina delle isole britanniche, è necessario spendere alcune parole a tale proposito. Se potesse essere mantenuto completamente puro, si rivelerebbe senza dubbio un'aggiunta molto interessante ai nostri boschi, poiché il suo piumaggio è bello e variegato, la sua carne molto delicata e saporita. Tuttavia, l'attitudine dei maschi a vagare in cerca di nuovi territori e altre femmine rende questa pratica piuttosto difficoltosa. È piuttosto delicato nella sua costituzione, e di conseguenza non così ben adattato al nostro clima variabile. Il volo è audace, dritto e simile a una freccia, salendo attraverso i rami con grande celerità, spesso volando per distanze considerevoli prima di planare nella vegetazione. Diverse pelli pregiate di entrambi i sessi furono inviate in questo paese dal defunto Capitano Ince, R.N., di H.MLS. "Pilot"; e altre sono state trasmesse a J. R. Reeves, Esq., di Clapham; tutti questi esemplari furono procurati nei pressi di Shanghai, dove la specie sembra essere molto comune.
Phasianus c. mongolicus ( fagiano mongolo ) - Da "The Birds of Asia in seven volumes - 1850-1883 - Vol. VI del 1883 di John Gould F.R.S. L'oscurità nella quale è avvolta questa specie è dovuta ai difficili rapporti che intercorrono tra europei ed il lontano paese nel quale è nativo. Il poco che sappiamo al suo riguardo deriva dalle osservazioni di Pallas e altri viaggiatori e naturalisti russi. Sono debitore al professor Brandt, dell'Accademia imperiale delle scienze di San Pietroburgo, un gentiluomo distinto per le sue profonde conoscenze in molti rami della storia naturale, non solo per una bellissima pelle di questa specie, ma anche per la seguente nota, che riporto con le sue stesse parole. Sono anche debitore all'intrepido viaggiatore siberiano, il signor Atkinson, per alcuni appunti sui fagiani da lui visti durante il suo viaggio. "Il Phasianus mongolcus", afferma il professor Brandt, "è la varietà Mongolicae del Phasiani Colchici di Pallas (Zoographia, vol. ii. p. 84), di cui lo stesso naturalista ha detto, a p- 85, - "Dubius haereo an hanc avem pro varietate Ph. Colchici vel pro distincta specie tradam"[Sono indeciso se classificare questo uccello come una varietà di Phasainus Colchi, o come una specie distinta ]; ma sono convinto che sia abbastanza distinto, sia dal Phasianus c. colchicus che dal Phasianus torquatus; gli assegno quindi la designazione specifica di "Mongolicus". Indipendentemente dalle località menzionate da Pallas, il Phasianus mongolicus si trova anche a Tarbagatai e nell'Altai, ed è senza dubbio diffuso nel paese che si estende a ovest".

Illustrazione con Phasianus c. torquatus da: The Birds of Asia in seven volumes - 1850-1883 - Vol. VI del 1883 di John Gould F.R.S.
"In risposta alle vostre domande sui fagiani dell'Asia", afferma il signor Atkinson, "mi permetto di dire che li ho osservati per la prima volta sulle rive boscose del Lepsou, fiume che sfocia nel Balkash; questi avevano l'anello bianco attorno al collo; sono stati visti anche in gran numero sui bordi di tutti i piccoli fiumi e burroni boscosi nella "grande orda di Kirghis" (Kirghisia), che si estende lungo i piedi dei Monti Alatou. Più a ovest, sul Kezzil-a-gatch, ho trovato il fagiano comune in numero considerevole; Ne ho visti anche diversi che sono stati portati dal "paese a ovest del fiume Ilia. Dopo aver prolungato il mio viaggio fino al deserto del Gobi, a sud dei monti Tangnou, li ho trovati di nuovo sui piccoli fiumi della Mongolia, e anche questi avevano l'anello bianco". Ora abbiamo quindi la conoscenza dell'esistenza di quattro specie molto distinte, ma quasi imparentate di veri fagiani, che, contrariamente al normale corso della natura, probabilmente si incroceranno tra loro in uno stato di semi-confinamento, la cui produzione, se non prolifica tra loro, lo sarà con i loro genitori da entrambe le parti; le quattro specie sono Phasianus mongolicus, P. torquatus, P. versicolor e P. Colchicus. Di queste la più potente è la P. mongolicus, il cui paese nativo è la Mongolia e la Tartaria cinese, mentre quella della P. torguatus è la Cina orientale, la P. versicolor il Giappone e la P. Colchicus l'Asia Minore e l'Asia occidentale.

Phasianus mongolicus ( fagiano mongolo) da: Pheasants In Covert and Aviary By Frank Townend Barton 1912
"..L'introduzione del fagiano mongolo nelle isole britanniche ha certamente contribuito di più al miglioramento dei fagiani nelle riserve rispetto a qualsiasi altra varietà. Per la forza di volo, per le dimensioni, per la solidità della costituzione, la fertilità e la precoce maturità, il fagiano mongolo, sia nelle sue forme pure che ibride, non è secondo a nessuno e l'autore ritiene che la maggior parte dei cacciatori, degli allevatori di selvaggina e di altri interessati alla conservazione del fagiano concorderanno sulla verità di questa affermazione.
È impossibile che i fagiani mongoli vengano tenuti nel posto sbagliato, poiché prospereranno in condizioni che sarebbero totalmente inadeguate per l'allevamento di altri uccelli appartenenti allo stesso genere. È una specie che non solo riesce come primo, secondo e terzo incrocio, ma in quelli successivi, infatti, può essere incrociata e reincrociata senza mostrare apparentemente alcun segno di degenerazione, come accade nel caso della maggior parte delle altre specie. Prendiamo, ad esempio, il fagiano giapponese. Il primo incrocio è generalmente molto riuscito, ma quelli successivi si sono rivelati fallimentari nella maggior parte dei casi.
Come suggerisce il nome, questo fagiano proviene dalla Mongolia, dalle zone fredde della Cina e dalla valle dell'Irtish nero. ( ultima località non identificata nelle aree di origine di questa forma )
La Mongolia è un deserto con scarsa vegetazione e piove molto poco, mentre le raffiche fredde provengono dal nord e gli inverni sono molto freddi. Nelle parti centrali e orientali ci sono catene montuose intercorse da fertili valli. Poiché la vegetazione è carente e ricchezza di dune sabbiose, ne consegue che i fagiani mongoli devono essere ottimi procacciatori di cibo. In Mongolia prevale spesso il caldo estremo, di conseguenza gli uccelli sono abituati ad un clima in cui prevalgono condizioni opposte, quindi questo può spiegare la loro particolare idoneità alle riserve di caccia britanniche.
Phasianus principalis ( fagiano principe del Galles ) da: Pheasants In Covert and Aviary By Frank Townend Barton 1912
"...Questa è una specie distinta di fagiano, che assomiglia in molti dei suoi tratti al mongolo, ma ha alcune caratteristiche che lo distinguono nettamente dalla specie menzionata per ultima. A giudicare dalla località in cui è indigeno, dovrebbe rivelarsi di grandissimo aiuto nelle riserve di caccia dove le condizioni geografiche tendono a essere di natura paludosa, ed è piuttosto sorprendente che non sia stato introdotto più liberamente nelle riserve britanniche di quanto non lo sia stato; infatti, fino ad oggi, questa specie è stata tenuta più nelle mani degli allevatori di fagiani di fantasia che in quelli impegnati nella conservazione della selvaggina nei nostri boschi. Il suo volo potente, la costituzione vigorosa, la bellezza del piumaggio, la prolificità e la fertilità delle uova, lo rendono particolarmente adatto ai conservatori di selvaggina britannici..."
"...Sembra che non ci sia alcuna ragione per la quale il fagiano principe di Galles (Phasianus principalis) non dovrebbe ibridarsi bene con il Phasianus mongolicus, sebbene l'autore non sia a conoscenza di nessuno che abbia provato la produzione di ibridi dalle due specie nominate. La prima scoperta dell'uccello da parte degli inglesi sembra essere stata da parte dei membri della Commissione di delimitazione afgana nel 1884, e fu durante quell'anno che un numero considerevole di uccelli venne abbattuto.
Illustrazione con Phasianus c. principalis da: Pheasants In Covert and Aviary di Frank Townend Barton del 1912
Phasianus torquatus ( fagiano cinese o dal collare) da: Pheasants In Covert and Aviary By Frank Townend Barton 1912
"...Per molti aspetti il fagiano cinese (Phasianus torquatus) assomiglia al fagiano comune (Phasianus c. colchicus), ma presenta il caratteristico collare bianco, da cui è derivato il nome specifico torquatus. Negli esemplari puri questo anello è completo 1*), mentre negli esemplari ospitati nelle riserve di caccia britanniche potrebbero essercene solo traccia, poiché sono ibridi derivati dall'incrocio tra il fagiano cinese e comune, con una certa quantità mescolata di fagiano giapponese (Phasianus versocolor). Pertanto, nonostante che il Phasianus torquatus come progenitore imprima i suoi tratti distintivi sull'ibrido, quest'ultimo mostra la tendenza a tornare fenotipicamente al Phasianus c. colchicus, la cui preponderanza è maggiormente accentuata rispetto a quella del Phasianus torquatus..."
"...Considerata alla luce del miglioramento, l'incrocio tra i Phasianus torquatus e quelli della Gran Bretagna (presumo intenda i Phasianus c. colchicus) ha esercitato un'influenza molto salutare, e può essere riassunta come segue: — la costituzione degli uccelli è diventata più vigorosa; si è verificato un netto aumento delle dimensioni e peso; è stata migliorata la brillantezza del piumaggio; sono state mantenute robustezza e prolificità, combinate con una grande forza di volo, fertilità e maturità, il che, con ogni probabilità, non sarebbe stato così se i cacciatori britannici avessero dovuto fare affidamento sul Phasianus c. colchicus invece del Phasianus torquatus o ibridi da essa derivati.
Alcuni cacciatori, principalmente quelli della vecchia scuola, sembrano essere contrari all'ibridazione, apparentemente orgogliosi di mantenere la purezza di quelli che alcuni chiamano "vecchi fagiani inglesi", sostenendo che la carne di questi uccelli è più delicata nella sua consistenza e che sono volatori migliori. Che questa sia o meno la visione corretta da adottare, le opinioni saranno divise, ma è bene capire che nell'allevamento e nella perpetuazione di singole specie, è essenziale per il mantenimento del vigore costituzionale, infondere sangue fresco, sia della stessa specie, sia di una specie affine, quest'ultima preferibilmente, con condizioni favorevoli..." 2)
"..Si afferma che è piuttosto difficile mantenere il fagiano cinese in uno stato di purezza, e molti esemplari venduti come tali non sono, senza dubbio, puri. Ciò è più applicabile al fagiano cinese che alla maggior parte delle altre varietà, in cui la minima adulterazione può rendersi evidente nel piumaggio, sebbene non sia così facilmente distinguibile nel Phasianus torquatus.
Queste osservazioni sono maggiormente applicabili agli F1 (individui risultanti dal primo incrocio) di Phasianus torquatus con Phasianus c. colchicus, meno alla seconda, terza e quarta generazione...".
1*) Commento personale:- Il Phasianus c. torquatus, nella forma tipica, presenta il collare più o meno aperto anteriormente. In alcuni esemplari può mostrarsi occasionalmente chiuso. Dal nord al sud della sua distribuzione, la variabilità di questa sottospecie, si evince anche nella forma e spessore del collare che man mano si procede verso le aree meridionali, spesso, tende ad assottigliarsi, in vari gradi di spessore ed ampiezza dell'apertura anteriore, al punto da risultare appena evidente in alcuni soggetti. Ciò vale anche per le strisce sopraorbitali. Inoltre, nelle aree di confine delle gamme, il collare chiuso e con dimensioni non consone alla specie, può indicare ibridazione col Phasianus c. karpowi.
2*) Commento personale:- Credo che in tutta la descrizione, o meglio, la sua sintesi venga ben espresso il presupposto col, o per, il quale vennero iniziati gli incroci e la produzione di ibridi. In particolare dimensioni e peso, sino ad arrivare ai "tacchini colorati" di oggi che rispondono al nome di fagiani da caccia. Purtroppo in dispute di questo tipo vince sempre, o quasi, il pensiero commerciale nella forma più grossolana ed epicurea di un lusso aggiuntivo alle nostre tavole nei confronti di quello che potremmo definire romanticismo finalizzato a mantenere le specie nei loro fenotipi ancestrali.
Mutazioni:- In questa disamina vengono considerate solo le prime apparse, cioè la bianca, bianca pezzata e melanica, in quanto naturali, anche se l'aggettivo "naturale" parrebbe improprio, se non del tutto inadeguato considerato che, sembra, si siano verificate in soggetti appartenenti a più sottospecie rilasciati nelle stesse aree. Quindi causate dal mix, innaturale, di geni. Nel contempo, o appena dopo, sono state registrate anche in allevamento.
Relativamente a questa "alterazione" fenotipica, Naumann Johann Andreas in "Naturgeschichte der Vögel Mitteleuropas (Storia naturale degli uccelli dell'Europa centrale) del 1897 scrive:-
"".... Oltre alle differenze di età, esistono anche numerose varietà, riscontrabili soprattutto quando questa specie viene tenuta in semi cattività o completamente rinchiusa. Alcune di queste sono ormai talmente stabili da perpetuare il fenotipo sia accoppiati tra loro quanto con le forme originarie. Uno degli esempi più comuni il fagiano bianco macchiato (Phasianus colchicus var. varius), cioè con colorazione ordinaria mescolata a piume bianche, distribuite più o meno diffusamente su intere parti del corpo, ad esempio: - Con testa e collo bianchi, ali e coda bianche, o con macchie bianche su altre parti, ecc., così che raramente si possono vedere due esemplati uguali nel piumaggio. I fagiani che mostrano una maggiore quantità bianco, sono considerati i più belli; almeno sono meno comuni de macchiati e pezzati. I maschi presentano il becco bianco-giallo, iridi giallo chiaro e zampe bianco-rossastre. il più raro è sicuramente il bianco puro (Phasianus colchicus var. albus). Questa rara varietà è molto bella ed appariscente con le parti papillate rosse del maschio che risaltano no magnificamente sul bianco lucido. È notevole il fagiano con collare (Phasianus colchicus var. torquatus) 1*) Questa varietà, derivata dal Phasinus c. torquatus che, eccetto un largo collare bianco, presenta una usuale colorazione, solo in una miscela più chiara, spesso si riproduce dove un tempo era presente. La varietà pallida (Phasianus colchicus var. pallidus), che si riscontra più frequentemente in altri uccelli rispetto alle varietà bianche pure o addirittura a macchie bianche, è estremamente rara nel fagiano comune. Il loro piumaggio è di un bianco opaco, con le consuete macchie che si intravedono in una sfumatura marroncina. Simile a quest'ultimo è il fagiano biancastro (Phasianus colchicus var. subalbidus), che, poiché si riproduce sempre senza mescolanza in entrambi i sessi ed esclusivamente in questo modo, merita una descrizione più dettagliata ( illustrazione sottoposta ) :- Le dimensioni e tutte le
proporzioni sono quelle usuali, così come il colore del becco, degli occhi e delle zampe; il maschio presenta esattamente tutte le marcature del piumaggio del comune fagiano, vale a dire testa e collo lucidi di nero, verde, blu e viola; sulla base del collo, gozzo, petto e sulle penne della coda ci sono gli stessi bordi delle piume e le stesse macchie nere sulle punte, blu e verdi vellutate, ma su uno sfondo completamente diverso, un colore isabella morbido che rasenta bianco.
Anche le penne del dorso e delle spalle presentano esattamente le solite marcature, ma in colori completamente diversi; Il nero qui è solo nero-marrone, circondato da una banda giallo-bianca oltre alle macchie a forma di freccia bianche e alle strisce del rachide, e ogni piuma mostra un ampio bordo color isabella autentico, che gradualmente cambia verso la groppa in un ruggine opaco mescolato solo con il colore isabella e si diffonde, ma sempre in inchiostro molto pallido, sulla parte esterna delle penne della coda, che presentano macchie trasversali a forma di banda, marrone scuro, con anelli biancastri lungo la loro parte centrale su un marrone chiaro-sfondo grigio. L'ala presenta tutti i segni usuali, ma solo su uno sfondo bianco-giallastro opaco, color isabella e leggermente ruggine; i colori delle remiganti, in particolare dei loro vessilli esterni, sono molto pallidi, bianco sporco e grigio chiaro opaco. La parte centrale del sotto-petto è marrone-nera; le piume del ventre e delle cosce sono miste al marrone e al grigio; le copritrici inferiori della coda sono isabelliche, macchiate di marrone scuro.

Questo (in modo più evidente il maschio) differisce significativamente dalle solite varietà pallide, riscontrabili in molte specie di uccelli, ma molto raramente nel fagiano, in quanto le macchie scure non sono come nella forma originale, ma molto pallide, presentandosi scure e pure sul colore di fondo bianco-giallastro come nella colorazione di fondo tipica, così che sembra di osservare un fagiano dalla colorazione tradizionale, nel quale solo il colore di fondo schiarisce fino a sbiadire notevolmente, alternandosi in modo violento o dissolvendosi come in un opera d'arte.
Anche le femmine di questa varietà ormai fissata presentano tutte le marcature della conspecifica comune, ma con colore di fondo molto più chiaro e biancastro, solo leggerissimamente mescolato di marrone ruggine, ma risaltano molto diverse solo se viste accanto alla forma originale. Questo vale anche per i giovani il cui piumaggio è più chiaro e biancastro, il che rende facile distinguere questa varietà anche se appena schisa. Lo stesso avviene nei piumaggi di muta giovanili successivi. Nelle femmine è anche più notevole, non c'è quasi traccia di colore ruggine-marrone o color ruggine in tutto il piumaggio, il colore principale è un bianco sporco, brunastro, qua e là, soprattutto sul gozzo, con un tocco ruggine-giallo-brunastro, le marcature sono grigio scuro e marrone-nero, le macchie più scure si trovano sulla sommità della testa, parte posteriore del collo, parte superiore del dorso, sulle spalle e sulle cosce. Piedi, becco e occhi come descritti sopra.
Tutti gli individui di questa varietà (maschi, femmine o giovani) hanno esattamente lo stesso colore e le stesse marcature, nessuno si discosta da quello che è il proprio sesso o età, e non si sono mai verificate transizioni da questa alla specie madre.
Dipinto raffigurante dei Phasianus colchicus mut. bianca pezzata maschio e femmina quelli che sembrano fagiani comuni ibridi <senza data> da: www.meisterdrucke.uk

Schiudono piccoli che in una covata possono mostrare un colore diverso; ma, cosa ancora più strana, non non viene tramandato. La maggior parte dei giovani prende dalla madre anche se il padre era della loro stessa varietà. Sia quelli biancastri che quelli marroni.
Nota: sotto proposti alcuni degli innumerevoli dipinti raffiguranti questa mutazione, per contro, è estremamente difficile trovarne con ritratta la melanica (unica illustrazione trovata è inclusa nel capitolo successivo) nonostante fosse molto più apprezzata e discussa della precedente. Nei dipinti non sempre, on line, viene menzionata la data della realizzazione, tuttavia, altre indicazioni, come vendite o acquisti registrati, vita dell'autore ecc., possono già fornire un buon suggerimento in riguardo al periodo.
Autori: 1 Philipp Ferdinand de Hamilton dipinto Acquisito dal Museo Prado nel 1872 - 2 Jakob Samuel Beck (1715 - 1778) - 3 no info, ma indicativamente dovrebbe risalire alla seconda metà dell'800.
1 - Phasianus c. mut. bianca pezzata coppia 2 - Phasianus c. mut. bianca pezzata maschio e ermellino 3 - Phasianus c. mut. bianca pezzata e Ph. c. cplchicus


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Mutazione melanica:-
Molto si è scritto, e si scrive, nei riguardi del Phasianus colchicus mutazione tenebrosus, ma la tesi più accreditata, in quanto anche la più verosimile, è che si tratti di una mutazione naturale "vera", e non frutto di incroci 1*).
Come appena sotto menzionato, venne descritto per la prima volta nel 1888 in Inghilterra da Lord Rothschild. Non sembra che nei lustri precedenti si faccia menzione a questa particolare "anomalia" del piumaggio. Una conferma, seppur involontaria, viene da:
Zoologica - Volume I, N° 1
Geographic variation in Birds with especial reference to the effect of humidity
nel quale William Beebe in - Part. III.— SPORADIC MELANISM. scrive:-
Molti resoconti di melanismo occasionale o sporadico sono sparsi nella letteratura ornitologica, dei quali ne citerò solo alcuni..."Nel 1876 il signor Ruthven Deane scrisse che "il melanismo è di accadimento estremamente raro, e solo cinque specie sono state registrate nella mia lista: Turdus migratorius, Colaptes auratus, Melanerpes erythrocephalus, Orytx virginianus e Uria grylle".... "Più tardi, nel 1879, aggiunge il rallo della Carolina a questa lista, e da allora altri autori hanno notevolmente aumentato il numero di uccelli osservati in uno stato melanistico, come Mniotilta varia e Strix flammea..." In tutto l'articolo di Beebe non c'è alcun riferimento ad esemplari melanici di Phasianus colchicus, per cui se ne deduce che non ne avesse avuto ancora notizia.
Illustrazione con Phasianus colchicus mut. tenebrosus da: www.mutualart.co

- Bruckner, nel 1939 studiò una serie di mutazioni nella colorazione del fagiano. Il primo fu il melanico. Oggi questo tipo di colorazione è conosciuta dagli appassionati come "melanica", "mutante" o "nera". Da quello che sappiamo, I fagiani melanici sono apparsi molto tempo fa. Bruckner nel 1939, cita Dugald Maclntyre affermando che la forma melanica fu descritta per la prima volta nel 1888 in Inghilterra da Lord Rothschild. Il mutante melanico è principalmente nero sia da pulcino che da adulto. Durante i primi giorni di vita il pulcino si mostra prevalentemente nero,sebbene ci sia variazione, con alcuni individui che mostrano un marrone considerevole; gola, primarie delle ali e l'addome sono bianchi con variazioni tra gli individui. Il maschio adulto è un brillante nero con riflessi blu-verde e viola, in particolare sul collo; le penne della coda sono vistosamente barrate. Le femmine sono nere, ma alcuni individui mostrano una tonalità marrone.
Incroci F1 reciproci, F2 e incroci con comuni fagiani dal collare dimostrano che il fenotipo melanico è il risultato di un singolo gene autosomico incompletamente dominante a cui Bruckner (1939) assegnò il simbolo M. Non fu in grado di distinguere tra i genotipi M / M e M / m + nella generazione F2, tutti gli uccelli melanici di questa generazione sono intermedi e nessuno mostra la completa estensione del nero in tutto il piumaggio. Altri re-incroci con soggetti di tipo M / M lo hanno portato a concludere che a un singolo gene principale differenzia il fagiano melanico dal fagiano comune, la massima espressione del gene M. dipende dalla modifica dei geni che apparentemente si erano accumulati nel melanico come risultato della selezione.
C'è stata una controversia sul fatto che questo tratto fosse vera mutazione o il risultato della selezione a seguito di incrocio tra Phasianus colchicus e Phasianus versicolor. Gli ibridi F1 risultanti dall’incrocio di queste due forme (Bruckner 1939), assomigliavano notevolmente a quest'ultima specie. Quindi Brukner suggerì che questo gene potrebbe essere mutato in Giappone e diffusosi in modo da essere riconosciuto dagli ornitologi come una specie separata Phasianus versicolor 2*). Successivamente sarebbe stato introdotto in Europa, incrociato con soggetti di fagiano comune (fagiani dal collo ad anello = ?) e selezionato per intensità di colore. Altri credono che sia un vero mutante di Phasianus colchicus e nominato come Phasianus colchicus mutante tenebrosus. Secondo Bruckner sembrerebbe che in entrambi i casi questa sia una mutazione ed, a quanto pare, il problema maggiore è quello di stabilire se sia verificata prima in Giappone o all'interno di qualche altra popolazione in Europa o altro luogo 3*).
1*) Commento personale:- Nei riguardi di questa ultima affermazione mi sento di disquisire in quanto, come anche già precedentemente menzionato, l'aggettivo naturale appare, perlomeno, improprio. In particolare per le mutazioni che si verificano in riserve di caccia, parchi, allevamenti o qualsiasi altra condizione dovuta a manipolazione umana, lontana dai luoghi di origine, cosicché non direttamente da sottospecie pure. Non discuto sul significato di "vera" o "pura", per i quali andrebbe aperto un dibattito, ma finché non potremo identificare tramite dati genomici la loro origine il termine non è, a mio parere, corretto in quanto, ed i ogni caso, il melanismo parrebbe derivare, o meglio, indotto, dalla manipolazione umana sia attraverso popolazioni apparentemente pure che ibride, così come un mix di entrambe.
2*) Commento personale:- Innanzitutto, non ho notizia di una qualsiasi mutazione riguardante il Phasianus versicolor in Giappone. Presumo che se fosse apparsa qualche autore giapponese oppure occidentale ne avrebbe parlato o descritta. Ancora più improbabile, a mio avviso, che tale mutazione, se esistita, sia stata importata in Europa, o altro luogo, e incrociata con fagiani dal collare. Perlomeno ad oggi non ne ho trovato traccia, e non credo ve ne siano. Purtroppo Brukner nel suo interessantissimo quanto esaustivo lavoro, non specifica cosa intende per "fagiani dal collo ad anello". Presumo, comunque, si riferisca agli ibridi.
3*) Commento personale:- I Relativamente a questo argomento, rimando al punto 1.
Nella disamina di Geoffrey H. Clark del 1932 sotto proposta, tradotta dall'inglese, ho cercato di lasciare nei concetti il più possibile aderente all'originale, si evincono alcune considerazioni ormai di gran lunga sorpassate, tuttavia, pur potendo nel suo insieme essere d'accordo o meno, rimane un interessante punto di vista.
In The Avicultural Magazine "The melanistic mutanta Pheasant - Its possible source and origin. Being the Journal of the Avicultural Society for the Study of British and Foreign Birds In Freedom and Captivity.
Edited by David Seth-Smith, F.Z.S., M.B.O.U., C.F.A.O.U., etc.
Fourth series. Vol. X. Jaunary 1932, to December 1932
Geoffrey H. Clark scrive:- Questo fagiano, che negli ultimi anni occasionalmente appare nelle riserve britanniche, suscita l'interesse di sportivi e ornitologi, con molte speculazioni sulla sua origine. Per un un certo periodo è stato considerato solo come selvaggina, niente di più o di meno, al pari dei conigli neri selvatici o fagiani albini. Questa teoria resse finché non si scoprì, catturando e facendo riprodurre degli esemplari, che il melanismo veniva trasmesso alla progenie, quindi senza ritornare alla colorazione ancestrale. Si sostenne allora che dovesse essere considerato una sottospecie locale, la cui colorazione era indotta dalle condizioni in cui viveva e, ancora più probabilmente, dal cibo che mangiava. Ma se così fosse, perché nelle stesse aree si trovano il Phasianus c. colchicus, torquatus e mongolicus ? Per aumentare la confusione generale, si scoprì che soggetti melanici del tutto simili a quelli inglesi si stavano palesando in altre parti del mondo. Ciò confutava definitivamente l'idea di una sottospecie locale, in quanto, non era certamente possibile affermare che condizioni simili esistessero in Asia Minore, dove questi individui erano stati segnalati, e nel Kent. Menziono soprattutto il Kent, perché un mio amico che possiede alcuni acri adibiti a riserva di caccia nei pressi delle Bomney Marshes mi riferisce di aver osservato alcuni dei "nuovi fagiani neri" la stagione scorsa, ed anche perché nel 1930, mentre cacciando in una riserva vicino a Biddenden, tra i fagiani abbattuti spiccava una femmina insolitamente scura. Mi sono sempre rammaricato di non prestato la giusta attenzione a questo soggetto, ma quando espressi a mia opinione sulla sua possibile identità, l'osservazione venne accolta con sorrisi scettici, e lasciai cadere la questione.
Mi venne più o meno fatto capire che si trattava solo di una femmina scura del fagiano da caccia, non degno di un nome altisonante come Mutante melanico.
Tuttavia, due sono i fatti principali su questa forma, vale a dire: che si riproduce fedele al suo tipo e che è apparso quasi contemporaneamente in più parti del mondo. Ora, una variazione locale può riprodursi fedele al suo tipo, se le condizioni rimangono le stesse anno dopo anno, ma in nessun caso una variazione locale si presenta in luoghi così distanti come quelli menzionati. Ciò sembra dimostrare che non è un normale ibrido da caccia, altrimenti come fenotipo tornerebbe a quello dei suoi antenati più prossimi, e che non è una variazione locale, altrimenti non si presenterebbe in più luoghi. Ci troviamo, quindi, di fronte al problema, chi è? Credo sia un totale ritorno alla vecchia forma originale di fagiano dalla quale si sono evolute tutte le varietà attuali conosciute.
Questa è un'affermazione molto radicale, lo so, ma cercherò di dimostrarla al meglio delle mie capacità. Il primo punto è che il sangue del mutante melanico è molto più forte di quello di qualsiasi forma ordinaria. In tutti gli incroci il melanico predomina. Ciò sembra indicare che ci sia qualcosa di molto speciale in lui, perché sembra improbabile che il sangue di una variante da caccia o locale possa trionfare su quello del Phasianus c. colchicus o di qualsiasi altra forma pura geneticamente consolidata. Ciò porta alla domanda: se il mutante melanico fosse la forma basale, cosa sono allora il colchicus, il torquatus e specie simili? Queste, penso, siano varianti locali. È generalmente accettato che una sottospecie locale continuerà a riprodursi fedele al suo tipo finché persistono condizioni simili a quelle che hanno fatto evolvere il tipo e finché non viene "assorbita" da sangue non indigeno.
Dal poco che ricordo della chimica studiata a scuola, ricordo che se un pezzo di metallo viene trattato in un certo modo, mi sfugge il trattamento esatto, emana un odore nauseabondo e diventa una sorta di sale di quel particolare metallo. Poi, se questo sale viene sottoposto ad un altro tipo di trattamento ritorna al metallo originale. È mia opinione che qualcosa di simile sia successo al fagiano.
Non intendo, naturalmente, che questo parallelo venga preso scientificamente, ma semplicemente come una similitudine verbale per illustrare il mio punto di vista. Proprio come il primo processo può far evolvere un sale dal metallo, così è accaduto qualcosa nella vita della forma basale che l'ha fatta evolvere in tutte le specie pure che oggi conosciamo. Forse si è verificato un vasto movimento migratorio, come accade di tanto in tanto nella storia di una specie, con l'abbandono dei luoghi natii, ovunque fossero, alla ricerca di altri territori, cioè dove li troviamo ai giorni nostri. Le diverse condizioni dei loro nuovi habitat indussero a cambiamenti radicali, non solo nelle abitudini ma anche nell'aspetto. Forse l'infusione di un po' di sangue alieno ha intensificato questi cambiamenti e portato alle varie specie di Phasianus e generi affini che conosciamo oggi. Ora arriviamo al processo che il sale contenuto nel metallo ha subito nella mia similitudine. E questo, tornando ancora una volta al gergo dei fagiani, è l'incrocio promiscuo che avviene oggi tra gli individui selvatici. Proprio come il metallo originale è stato riportato alla forma originale da certi procedimenti fatti al sale, così è stato riportato indietro il fagiano originale dal processo di incrocio.
In tutto il mondo si stanno importando fagiani per aumentare i loro stock, a, se una cosa del genere esiste. In Inghilterra non c'è una forma nativa, ma a fini argomentativi si può supporre che lo sia il Phasianus c. colchicus in quanto è di gran lunga il più antico. È relativamente di recente che sono stati introdotti il torquatus e mongolicus. Si dice che la prole ibrida risultante dall'incrocio tra questi tre sia migliore dal punto di vista sportivo, ma la purezza è tristemente deteriorata. Fino a un certo punto predominerebbe la specie più dominante. Ciò è dimostrato dal modo in cui il Phasianus versicolor e alcune varietà ornamentali sono state rapidamente eliminate dalla natura più vigorosa deelle tre specie citate. Prima o poi, tuttavia, sarebbe giunto il momento in cui questo triplice incrocio avrebbe fatto sì che il sangue si impigliasse in un tale groviglio che non si sarebbe più potuto dire quale ceppo predominasse. In tal caso, possiamo immaginare l'embrione che, incerto su quale ceppo seguire, taglia il nodo gordiano tornando direttamente al tipo originale.
Dotare l'embrione di sufficienti qualità intellettuali da indurre perplessità e incertezza, è, naturalmente, piuttosto infantile, ma un tale modo di esprimersi può illustrare il mio punto più chiaramente di qualsiasi altro. Ammetto che questo è in gran parte congettura, ma a meno che la propagazione del mutante melanico non sia del tutto fortuita, e i fatti sembrino contrari a ciò, non può esserci altra spiegazione.
C'è un ultimo suggerimento che devo fare. È generalmente accettato che allo stato selvatico il fagiano sia monogamo, o forse dovrei dire, è monogamo per natura, perché in molti luoghi è costretto alla poligamia. Ma di recente, nel giro di poche migliaia di anni, ha abbandonato il sentiero della virtù e ora al maschio piace tenere un harem. Stando così le cose, è necessario che vengano abbattuti maschi che femmine per preservare l'equilibrio della specie. La natura ha quindi dotato il maschio di un piumaggio molto accattivante, in modo che sia più visibile alle creature che lo predano rispetto alla sciatta femmina. La livrea del gallo melanico, tuttavia, sebbene indubbiamente bella, non è lontanamente così appariscente come quella, ad esempio, del Phasianus torquatus o colchicus. I suoi verdi e grigi si armonizzano in modo eccellente con le canne tra cui viveva nella sua primordiale incarnazione, col risultato che i sessi sarebbero stati uccisi dai predatori in proporzioni pressoché uguali. Ciò non sembra indicare un'ulteriore inversione delle condizioni prevalenti ai tempi del fagiano originale? Non ho avuto molto a che fare con i fagiani nella loro seconda reincarnazione, e quindi non posso dire se siano monogami allo stato selvatico. Né nessun altro può, credo, poiché sembrano essere stati osservati solo nelle voliere di riproduzione dove l'usanza consente loro di avere molte femmine. Ammetto liberamente che molto di quanto sopra è una congettura, come lo è in effetti la maggior parte della questione in relazione a questa forma misteriosa, e non vorrei nemmeno per un momento imporre le mie opinioni a nessuno. Si dice, tuttavia, che nulla accada in natura per cui non ci sia una buona ragione, ed è in un onesto tentativo di comprendere queste ragioni che avanzo queste proposte.
È difficile dimostrare se il fagiano melanico, che ora è noto come Phasianus colchicus mut. tenebrosus, sia una regressione al tipo originale o meno, ma mutanti simili sono apparsi in altre specie, come il fagiano dorato e il pavone, in entrambi i quali la varietà si riproduce fedele al tipo e, inoltre, il sangue melanico sembra predominare. Il melanismo, quando appare in un fagiano da caccia, è molto persistente, come del resto si vede nella razza melanica dei leopardi negli stati malesi, dove ha pressoché sostituito il tipo ancestrale, ma non c'è dubbio che sia apparso inizialmente come una mutazione. I conigli neri sono comuni in certi distretti e il loro numero aumenta rapidamente, sebbene, essendo molto più evidenti del tipo normale, siano più inclini ad essere predati.
