top of page

- tipi di rifugio -

                                                                                                                                                                                                                                                                                        TIPI di RIFUGIO:

 

Come rifugi o ricoveri si possono utilizzare diversi tipi di strutture, costruendone delle nuove, oppure adattando quelle già esistenti nel caso non corrispondano all'uso che se ne intende fare. Questi possono essere semplici, coibentati o mobili, ma comunque preferibilmente direzionati in modo da sfruttare al meglio i raggi solari ( vedere quanto già descritto in: Voliere per adulti ).

Le strutture semplici oltre che essere di grossolana fattura, spesso consistono in semplici tettoie, che tuttavia dovrebbero essere chiuse almeno su tre lati in modo da proteggere il più possibile gli animali. Possono essere realizzate con diversi tipi di materiali a seconda della disponibilità degli stessi e/o economica, in tutti i casi è però meglio evitare l'uso di lamiere soprattutto in riguardo alla copertura che in estate tendono a surriscaldarsi rendendo invivibile l'ambiente sottostante, ammasso che non siano associate a materiali speciali come nel caso dei prefabbricati.

Le strutture chiuse utilizzate soprattutto per le specie più delicate dovrebbero essere preferibilmente coibentate in modo da preservare meglio il calore interno, risparmiando nel contempo anche sui costi di un eventuale riscaldamento artificiale. Oltre che elettricamente Il rifugio dovrebbe poter essere illuminato anche da luce naturale fornita da almeno una finestra che se non ricavata in un corridoio di servizio, quindi non raggiungibile in volo dagli animali, è necessario che sia in plexiglass o policarbonato protetto da rete metallica elettrosaldata fissata su telaio. Porta d'accesso alla voliera dotata di sportello posizionato su un lato della parte bassa della stessa, il più vicino possibile ad una parete perimetrale in modo da facilitare le operazioni di accompagnamento degli animali in entrata o uscita, così come per meglio conservare il calore interno. In ogni caso sia le tettoie quanto i ricoveri chiusi devono essere abbastanza ampi e ben progettati da poterli comodamente ospitare anche per periodi relativamente lunghi sia invernali quanto dovuti al maltempo, con al loro interno almeno un posatoio della misura adeguata ai soggetti che vi si trovano alloggiati, collocato il più in alto possibile dato che i galliformi in generale, ed i fagiani in particolare, per trascorrere la notte tendono ad appollaiarsi su quello che si trova ad una distanza maggiore dal suolo, quindi è auspicabile che quelli sistemati in voliera siano più in basso rispetto al posatoio che si trova all'interno del rifugio altrimenti è probabile che dormano all'esterno, ammesso che questo possa costituire un problema. E' altresì preferibile che ve ne sia più di uno posizionati a diverse altezze in modo da prevenire “battibecchi” per l'acquisizione, o il mantenimento delle posizioni.

I pollai mobili, da utilizzare solo in determinate occasioni o per specie particolarmente rustiche, così come per chiocce con piccoli, non sono altro che strutture di medio-piccole dimensioni con il fondo solitamente in rete metallica, facilmente realizzabili in allevamento o acquistati presso aziende produttrici di attrezzature avicunicole.  

Ammesso che i rifugi non siano climatizzati, cosa peraltro non alla portata di tutte le tasche, e la sola coibentazioni non fosse sufficiente a mantenere la temeratura necessaria, si dovrà ovviare all'inconveniente attraverso tubi riscaldati con acqua calda, radiatori, stufe e/o stufette, lampade ad infrarossi opportunamente protette, lampade alogene ad infrarossi tradizionali o in ceramica utilizzate anche per le pulcinaie e posatoi riscaldati, che pur non essendo in massimo sono comunque fra i sistemi più economici ai quali ricorrere. 

Non volendo, o non potendo riscaldare in nessun modo il rifugio, un primo intervento d'emergenza consiste nel togliere i posatoi presenti nel rifugio, ed anche in voliera nel caso gli animali non siano rinchiusi, cosa peraltro da evitare assolutamente con tutte le specie particolarmente sensibili a freddo, neve e ghiaccio, lasciandone solo uno all'interno del rifugio largo circa 7-8 cm, o comunque adeguato agli animali ospitati, in modo che i piedi vi appoggino sopra completamente e nel contempo possano essere riscaldati dalle piume ventrali evitando così il congelamento delle dita. Tuttavia è un sistema che pur potendo dare una certa affidabilità è da monitorare con attenzione dato che i galliformi nel momento in cui si appollaino, quand'anche i posatoi fossero molto larghi, tendono a mantenersi verso il loro bordo esterno, quindi con alcune falangi che inevitabilmente rimangono scoperte, mentre nel caso dei GALLUS l'inaffidabilità potrebbe rivelarsi anche maggiore al riguardo di creste e bargigli.

Un altro sistema al quale ricorrere in caso manchi una valida alternativa, consiste nell'utilizzare durante i mesi più freddi delle balle di paglia, meglio se di orzo o riso, o comunque con stelo lungo, in quantità sufficiente ad edificare una sorta di muro a ridosso di una parete in modo che vi aderiscano perfettamente, o in qualsiasi altro punto sia ritenuto opportuno ( se messe al centro sarà necessario affiancarne una seconda fila, o posizionare un pannello in modo da chiudere un lato ), lasciando nel contempo alcuni spazzi a diverse altezze tra una balla e l'altra in modo da formare delle nicchie adeguatamente grandi dove vi si rintaneranno gli animali, mentre la parte superiore verrà utilizzata come posatoio. Non volendo approntare nessun tipo di costruzione se ne possono posizionare anche solo un paio all'interno del rifugio in modo che vengano utilizzate come piattaforme per la notte. Per contro presentano il difetto di deteriorarsi in tempi relativamente brevi e soprattutto quando sono direttamente a contatto con il terreno, cosa che peraltro si può parzialmente evitare posizionandole sopra a codighette, travetti, assi, pannelli, bancali ecc. Inoltre è opportuno che vengano preventivamente, quanto successivamente, disinfettate e/o trattate a cadenze regolari o secondo necessità, allo scopo di tenere sotto controllo aspergillosi varie e parassiti, nonché periodicamente ripulite da penne e deiezioni. Tuttavia considerata la facilità d'uso ed il costo irrisorio, vale la pena di provare, del resto una volta giunta la bella stagione si possono buttare o riutilizzare in altro modo. Quanto sopra descritto è riferito a tutte quelle specie che trascorso il loro primo inverno, o che grazie ad un parziale adattamento, non necessitano di riscaldamento artificiale.

–  Paradossalmente la cosa più difficile potrebbe essere proprio quella di reperire balle di paglia, orzo o riso che siano piccole, cioè del tipo a forma rettangolare che invece si potevano facilmente trovare sino a 10-15 anni fa. 

–  l posizionamento delle balle di paglia nel rifugio, ed eventualmente anche in voliera, presuppone i fatto che i posatoi tradizionali vengano completamente rimossi.

–  Le balle posizionate contro una parete devono essere controllate di sovente per evitare che qualche esemplare vi possa rimanere incastrato tra la parete e le balle stesse.

–  In ai rifugi, e quindi anche alle voliere, ottime indicazioni possono derivare da quelli realizzati  dalle diverse aziende che producono attrezzature per avicoltura.

                             _________________________________________________________________________________________________________________ 

Come costruire un posatoio riscaldato:   www.hopkinslivestock.com

Il posatoio sottodescritto è stato progettato allo scopo di sorreggere il peso dei pavoni, quindi per realizzazioni riguardanti galliformi di dimensioni inferiori non è tassativo mantenere le misure riportate. 

Materiale occorrente per un posatoio riscaldato: 

1)  N° una codighetta da 2 x 4 o 2 x 6, posizionata in modo che possano appoggiarsi sul lato piatto più ampio, e nel caso si dovesse piegare a causa del peso o per l'eccessiva lunghezza, posizionarne un altro delle stesse dimensioni sulla parte sottostante a rinforzo del primo.

2)  Nastro/ filo termico elettrico del tipo solitamente usato per impedire il congelamento dell'acqua nei tubi, di lunghezza doppia rispetto al posatoio, preferibilmente dotato di termostato regolato in modo che scatti una volta raggiunti i 4-5 gradi.

3)  Fascette di plastica per fissare il nastro/filo termico al posatoio del tipo utilizzato dagli elettricisti.

4)  Moquette o materiale similare per avvolgere il posatoio e renderne più agevole la presa da parte.

 

Realizzazione del posatoio:

Fissare il nastro/filo termico con fascette di plastica sulla parte più ampia del posatoio per tutta la sua lunghezza in modo da formare una sorta di doppio binario, lasciando liberi circa 5-6 cm ad ogni estremità che serviranno  libere nel momento in cui si andrà a fissare il posatoio alle pareti o su dei supporti. Inoltre la parte di nastro/filo termico collegata al termostato dovrà essere lasciata sufficientemente lunga da penzolare e/o essere protetta in altro modo. Terminato di posizionare il nastro/filo termico il posatoio, e di conseguenza il nastro/filo stesso, andranno avvolti con la moquette o altro materiale similare, fissata con chiodi o graffette, avendo cura di non ricoprire le estremità del posatoio.

bottom of page